[Nonviolenza] Telegrammi. 2896



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2896 del 25 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. "Non una di meno": il 25 novembre a Viterbo
2. "Non una di meno": Manifestazione nazionale a Roma il 25 novembre. Abbiamo un Piano
3. Annalisa Camilli: Hanno un piano contro la violenza
4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
5. Daniela Finocchi ricorda Aida Ribero
6. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
7. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
8. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
9. Carovana delle donne per il disarmo nucleare
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. "NON UNA DI MENO": IL 25 NOVEMBRE A VITERBO

Il 25 novembre a Viterbo le donne si incontrano alla Sala della Provincia in via Saffi alle ore 10.
Per informazioni: Associazione Kyanos: ass.kyanos at gmail.com, Centro antiviolenza Erinna: e.rinna at yahoo.it

2. APPELLI. "NON UNA DI MENO": MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 25 NOVEMBRE. ABBIAMO UN PIANO
[Dal sito di "Non una di meno" (nonunadimeno.wordpress.com) riprendiamo e diffondiamo]

Il 25 novembre corteo nazionale a Roma, piazza della Repubblica, ore 14.
Il 26 novembre assemblea nazionale.
Siamo la marea che ha attraversato le strade di Roma lo scorso 26 novembre. Siamo le stesse che l'8 marzo  hanno costruito il primo sciopero globale insieme alle donne di tutto il mondo, dalla Polonia all'Argentina, dagli Stati Uniti alla Turchia, dalla Spagna al Brasile. Il prossimo 25 novembre inonderemo di nuovo le strade di Roma, per lanciare un messaggio chiaro: non ci fermeremo finche' non saremo libere dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme.
In un anno di mobilitazioni, campagne, assemblee nazionali e tematiche, mettendo in rete esperienze e saperi femministi, abbiamo scritto un Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, uno strumento di lotta e di rivendicazione, un documento di proposta e di azione che porteremo in piazza a Roma il 25 novembre. Un documento politico femminista che considera la violenza maschile e di genere come fenomeno strutturale e sistemico, che non puo' essere affrontato aumentando le pene dei reati o con approcci emergenziali ma a partire dall'esperienza dei centri antiviolenza e del movimento femminista. Per contrastare la violenza maschile e di genere nella sua complessita', non vogliamo piu' polizia nelle strade e nemmeno assistenza, ma autonomia, liberta' e giustizia sociale!
Combattere la violenza maschile e di genere significa mettere in discussione la cultura e i rapporti sociali che la sostengono. Non abbiamo bisogno di tutori o guardiani, non siamo vittime e non ce la siamo cercata. Lottiamo per un cambiamento strutturale, a partire dalla scuola, dal lavoro, dalla salute, dall'amministrazione della giustizia e dai media, pretendiamo il rispetto dei nostri percorsi di liberta' e autodeterminazione e della nostra indipendenza. Per questo reclamiamo i mezzi e le risorse per autodeterminarci e scegliere sulle nostre vite.
Il Piano e' il nostro programma di lotta contro la violenza patriarcale e capitalistica. Non ci fermeremo di fronte agli stupri e femminicidi quotidiani. Non ci fermeremo fino a quando non otterremo la liberta' dalla violenza sessista che viviamo nei posti di lavoro, dalle molestie, dalle discriminazioni e dagli abusi di potere, ma anche quella quotidiana dello sfruttamento e della precarieta'. Non ci fermeremo finche' non saremo libere dalla violenza che viviamo quando i tagli di bilancio programmati dai governi nazionali ed europei impoveriscono le nostre vite e attaccano i centri antiviolenza e la loro autonomia. Non ci fermeremo finche' non saremo libere dalla violenza sui social media e dei giornali, che ci colpevolizzano o vittimizzano silenziandoci.
Non ci fermeremo finche' non saremo libere dalla violenza del razzismo istituzionale e dei confini, finche' gli stupri saranno strumentalizzati per giustificare il razzismo in nome delle donne. Non ci fermeremo finche' non saranno abolite le misure istituzionali che di fatto espongono le donne migranti a quotidiane violenze nei campi profughi, come gli accordi bilaterali con Libia e Turchia, e che aggrediscono migranti, prostitute e donne trans in nome di un inaccettabile "decoro", come le leggi Minniti.
Inonderemo lo spazio pubblico per affermare la determinazione delle nostre rivendicazioni, delle nostre pratiche quotidiane di cambiamento, mutualismo e solidarieta': la forza di migliaia di donne, trans e queer unite che si riconoscono nel #Metoo, Anche Io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme.
Saremo nelle strade a lottare per la nostra autonomia. Vogliamo liberta' di movimento nelle citta' e attraverso i confini, il potere di decidere delle nostre vite negli ospedali e nei tribunali, di scegliere il nostro destino fuori da ruoli che ci vengono imposti. Vogliamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo, welfare e diritti, per essere libere di scegliere sui nostri corpi e le nostre vite.
Non ci fermeremo: abbiamo un Piano!

3. OGGI. ANNALISA CAMILLI: HANNO UN PIANO CONTRO LA VIOLENZA
[Dalla rivista "Internazionale" del 22 novembre 2017]

"Oggi mi si apre il cuore perche' il testimone del femminismo italiano e' passato a donne giovani e preparatissime: e' uno di quei casi in cui le figlie non hanno avuto bisogno di distruggere le madri". Paola Mastrangeli, del Centro "Alma Sabatini" per l'uso non sessista della lingua, con il suo intervento ha chiuso la presentazione del primo Piano contro la violenza maschile e la violenza di genere presentato dal movimento "Non una di meno" alla Casa internazionale delle donne di Roma il 21 novembre, ed elogia la capacita' di dialogo e di coesione che hanno saputo esprimere le diverse generazioni di femministe italiane.
Balza all'occhio, infatti, il carattere intergenerazionale della proposta elaborata dal movimento femminista italiano per contrastare la violenza di genere, cosi' come colpisce il pluralismo delle posizioni e delle sigle che hanno dato vita al progetto. "Non so nemmeno dire quante mani hanno scritto questo libretto", spiega Marina Montanelli, una delle relatrici, mentre la sala "Carla Lonzi" della Casa internazionale delle donne scoppia in un applauso.
"A partire dalle loro differenze, ma anche dalle relazioni che hanno saputo costruire, queste giovani donne hanno fatto un lavoro enorme. E hanno riscoperto la passione e la rabbia costruttiva della lotta per l'autodeterminazione. Ma io non avevo dubbi sul fatto che questo sarebbe successo", aggiunge Mastrangeli e le donne in sala sventolano il libretto fucsia di 57 pagine che contiene la proposta da presentare alle istituzioni, dopo un lungo processo durato un anno. Il piano e' stato presentato contemporaneamente a Roma e a Milano.
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Cosa prevede il piano
La proposta e' stata elaborata nei lavori di decine di assemblee che si sono svolte su tutto il territorio nazionale e si basa sul presupposto che "la violenza maschile contro le donne non puo' essere superata nell'ottica dell'emergenza" perche' e' strutturale: "Ogni giorno e' esercitata sui corpi e sulle vite di milioni di donne".
Le accuse a Harvey Weinstein, e la campagna #metoo che ne e' seguita, hanno mostrato l'estensione del fenomeno delle molestie sessuali e fisiche subite dalle donne di tutto il mondo sul posto di lavoro e in ogni momento della vita, ma ha anche aperto uno spazio politico di denuncia e di solidarieta', secondo le femministe di "Non una di meno".
Il piano antiviolenza prevede dodici capitoli e articola delle proposte per superare le discriminazioni e le violenze di genere in tutti gli ambiti in cui avvengono a partire dal mondo del lavoro, ma anche nel linguaggio o nell'istruzione, fino ad arrivare a settori come la salute. Ecco i punti principali del piano.
- Reddito di autodeterminazione per le donne che decidono di uscire dalla violenza.
- Nessun obbligo di denuncia nei pronto soccorso senza il consenso della donna.
- Piu' fondi per i centri antiviolenza.
- Garanzia d'indipendenza e laicita' dei centri antiviolenza.
- Politiche per la genitorialita' condivisa come l'estensione dei congedi di paternita' a tutte le tipologie contrattuali, non solo nel lavoro subordinato e non solo in presenza di un contratto di lavoro.
- Investimenti sulla formazione e su percorsi di educazione nelle scuole e nelle universita' che mettano in discussione e superino il "binarismo di genere" e gli stereotipi di genere.
- Formazione nel mondo del giornalismo e dell'informazione per smettere di rappresentare la violenza di genere come una "emergenza" o un "problema di sicurezza e ordine pubblico", di indicare le donne come "vittime" e gli uomini maltrattanti come "presi da un raptus".
- Eliminazione dell'obiezione di coscienza per l'interruzione volontaria di gravidanza (ivg) negli ospedali pubblici, che permette al 35 per cento degli ospedali italiani con un reparto di ginecologia e ostetricia di non praticare gli interventi.
- Sostegno dell'aborto farmacologico nei consultori.
- Apertura delle case pubbliche della maternita' per evitare la violenza ostetrica durante il parto.
- Finanziamenti ai consultori per garantire l'accesso alla contraccezione, all'informazione e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
- Il riconoscimento della protezione internazionale per le donne di origine straniera che si sottraggono a ogni forma di violenza come per esempio la tratta degli esseri umani.
- Creare una banca dati sulle molestie nei posti di lavoro.
- Creare una banca dati per monitorare le differenze di retribuzione salariale.
- Creare una banca dati sull'applicazione della legge 194/78 che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza.
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Una questione economica
Nel piano antiviolenza hanno un ruolo fondamentale l'ambito lavorativo e le politiche sociali. "La violenza domestica e quella sul posto di lavoro possono essere prevenute solo se si mette in discussione un modello anche economico basato sullo sfruttamento e sulla precarieta' di cui pagano il prezzo soprattutto le donne", spiega Marina Montanelli di "Non una di meno".
"Le donne sono quelle che si trovano piu' spesso in situazioni di disoccupazione o di precarieta' lavorativa che le costringono a tornare a svolgere lavori domestici e di cura anche per far fronte ai tagli al welfare degli ultimi anni", continua Montanelli. Le proposte articolate da "Non una di meno" rivendicano un salario minimo universale europeo, come risposta ai tagli allo stato sociale che pesano soprattutto sulle donne, ma anche per affrontare la disparita' salariale tra uomini e donne che in Italia e' molto alta.
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"Non una di meno" chiede che il welfare sia ripensato proprio a partire dalle donne
Le femministe propongono delle misure economiche di sostegno alle donne che denunciano la violenza: "Spesso, infatti, le donne che subiscono molestie, minacce e violenze sul posto di lavoro si scontrano anche con la difficolta' materiale di denunciare, perche' hanno paura di essere licenziate. Nel caso delle donne disoccupate o precarie che subiscono violenze dai mariti e dai compagni esiste lo stesso problema". Infine "Non una di meno" chiede che il welfare sia ripensato proprio a partire dalle donne.
"Siamo contrarie al reddito d'inserimento appena varato dal governo, perche' oltre a essere una misura irrisoria che riguardera' pochi beneficiari, e' una misura basata sul modello familistico, cioe' possono accedere a questo tipo di misura solo le famiglie, ma questo comporta dei problemi proprio per le donne e la loro autonomia", conclude Montanelli. Le femministe della rete "Non una di meno" presenteranno il piano antiviolenza nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne il 25 novembre, quando e' prevista la manifestazione nazionale del movimento a Roma.

4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

5. MAESTRE. DANIELA FINOCCHI RICORDA AIDA RIBERO
[Da "Il manifesto" del 24 novembre 2017 col titolo "Aida Ribero, maestra di forza e intelligenza" e il sommario "Ricordi. All'eta' di 82 anni scompare una delle protagoniste del femminismo italiano, vulcanica e attenta a sostenere i talenti delle donne"]

Aida Ribero colpisce attraverso la parola scritta, cosi' come faceva di persona, per la vivace intelligenza, la lucidita' di pensiero, la lungimiranza e l'incredibile modernita'. Si e' spenta a Torino all'eta' di 82 anni senza smettere mai di impegnarsi a favore delle donne.
Inizia lontano la storia di Aida, da quel paese chiuso tra le Valli Grana e Maira (la famiglia era originaria di Caraglio) da cui presto prendera' il volo, grazie agli studi e all'impegno politico. Nei primi anni aderisce all'Udi e al Pci (partito che lascera' dopo i fatti d'Ungheria), partecipando alle lotte per i diritti civili e realizzando quindi la sua autentica vocazione attraverso l'emancipazione, ma soprattutto la liberazione della donna.
Un vulcano di idee, un'indomita pensatrice e una donna estremamente generosa, capace di donare e condividere saperi e cose, soprattutto con le giovani perche' - come scriveva - "temo la smemoratezza e voglio che le mie figlie e le loro amiche sappiano perche' e per chi sono cosi' diverse dalle loro madri". Docente, giornalista, saggista (ha collaborato con La Stampa, La Repubblica, Noi Donne), si e' impegnata nella divulgazione dell'opera del compagno, filosofo e partigiano, Pietro Chiodi.
Ma soprattutto Aida ha fatto parte dei primi gruppi di autocoscienza ispirati al pensiero di Rivolta Femminile e proprio dalla collaborazione con quelle donne e' nata nel 1995 una delle esperienze che piu' l'aveva coinvolta: il Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile di cui e' stata presidente per otto anni e quindi anima ispiratrice di fini e di metodi.
Qui ha dato vita a tanti incontri, laboratori, convegni, programmi, quali la collana Donne del Piemonte (Seb27) o il progetto Nati da donna. La mia genealogia femminile. E' stata parte attiva nel Coordinamento Giornaliste del Piemonte, nella Casa delle Donne di Torino e quindi nel Gruppo di studio del Concorso Lingua Madre ed ha concorso a fondare il Coordinamento contro la Violenza e il Telefono Rosa di Torino. "La relazione e l'affidamento sono dati costitutivi del modo di procedere nel mondo delle donne - scriveva - una forza che, per cio' che mi riguarda, mi autorizza a pensare, progettare, realizzare".
A lei si deve la prima preziosa ricostruzione del femminismo degli anni Settanta con il volume Una questione di liberta' (1999), un quadro dove le differenti correnti all'interno del movimento trovano spazio e danno luogo a una sintesi inedita. Tra i suoi libri piu' noti, anche Glossario. Lessico della differenza (2007) che ha rivisitato criticamente termini ricorrenti, dalla "A" di autostima alla "V" di violenza. Altrettanto prezioso, Procreare la vita, filosofare la morte (2011), un viaggio alla ricerca di un nuovo possibile paradigma del materno.
Aida aveva una qualita' unica: promuoveva le donne. Aveva un fiuto speciale per scovare il talento di ciascuna e creare contesti in cui quel talento potesse scaturire dal'opacita' dell'inconsapevolezza o dal buio del silenzio. Grazie a questo sono nati tanti volumi collettanei. Tra questi 100 titoli. Guida ragionata al femminismo degli anni Settanta (1998) curato insieme a Ferdinanda Vigliani, o Il simbolico in gioco (2011), curato con Luisa Ricaldone, scritto insieme a Pinuccia Corrias e tante altre, sulla lettura situata di alcuni dei piu' noti romanzi della letteratura del Novecento.
Profondo e suggestivo insieme di scrittura e immagini sono poi state le mostre Con forza e intelligenza e Dall'uguaglianza alla differenza, cosi' come Il corpo imprigionato sulle costrizioni e le violenze inferte alle donne nelle diverse epoche storiche, culture e paesi.
Questo e molto altro ci ha lasciato in eredita' Aida Ribero, un pensiero scintillante per tutte le donne, per "chi vuole fondare il proprio sapere nel terreno di una memoria che ci ha dato una nuova identita'".

6. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

7. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

8. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

9. INIZIATIVE. CAROVANA DELLA DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE
[Riceviamo e diffondiamo]

Carovana delle donne per il disarmo nucleare da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017 promossa dalla Wilpf
Evento nazionale di avvio della Carovana: 19 novembre, ore 10, Livorno, piazza della Repubblica.
La Wilpf Italia ha partecipato, come una delle componenti della societa' civile unite in Ican (Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari), Premio Nobel per la Pace 2017, al lungo percorso diplomatico che si e' concluso con la stesura del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu (122 paesi). Ora il Trattato e' aperto alle firme e ratifiche da parte degli Stati, ed entrera' in vigore alla 51ma ratifica: ha gia' ottenuto 53 firme e tre ratifiche. Gli Stati nucleari e quelli Nato (ad eccezione dell'Olanda) non hanno partecipato alla Conferenza Onu di New York che ha portato al Trattato, e anche l'Italia era assente.
*
Antefatti: nel nostro paese si e' avviata una Campagna "Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci" perche' l'Italia aderisca al Trattato. Il 14 settembre 2017 e' stato inviato alle Istituzioni - Presidente della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, Capo del Governo - una specifica petizione promossa da Disarmisti Esigenti, Wilpf Italia, Comitato No Guerra No Nato, Pax Christi, Ipri-Ccp, Pressenza, Ldu, Accademia Kronos, Energia felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico (Campagna Osm-Dpn), PeaceLink, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, Chiesa Valdese di Firenze, Comitato per la pace, la convivenza, la solidarieta' "Danilo Dolci" di Trieste, Mondo senza guerre e senza violenza.
Nella Petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine) si chiede al Governo italiano di firmare il Trattato, avviando previamente il necessario processo di denuclearizzazione del territorio italiano che ospita circa 70 bombe nucleari Usa, stoccate nelle basi militari di Ghedi ed Aviano, e che accoglie, nei suoi 11 porti nucleari, sottomarini a propulsione nucleare con bombe nucleari a bordo. E questo in violazione dell'art. 2 del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) firmato dall'Italia nel 1976. La Petizione ora e' aperta alle firme a livello individuale o collettivo. L'orologio dell'apocalisse nucleare segna due minuti e mezzo alla mezzanotte: e' urgente informare, sensibilizzare e mobilitare la gente perche' comprenda che l'impegno su queste tematiche e' di vitale importanza per ottenere la sicurezza dei territori, per tutelare la salute della cittadinanza nonche' per esigere una economia di pace che e' l'unica che puo' garantire la realizzazione dei diritti oggi negati.
Ruolo delle Donne: il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) sottolinea l'importanza della partecipazione delle donne per l'implementazione del Trattato stesso e questo anche in ragione del fatto che le donne sono le prime vittime delle radiazioni nucleari. Si aggiunge poi il grande potere trasformativo delle donne quando esse agiscono in nome dei diritti collettivi che si ispirano alla giustizia sociale, alla pace e alla tutela dell'ambiente. La Carovana delle donne per il disarmo nucleare sara' un evento inclusivo aperto alla partecipazione di tutti coloro che vogliono impegnarsi per il pieno rispetto della nostra Costituzione, a partire dall'art. 11 che nell'affermare il ripudio della guerra richiede che l'Italia svolga un ruolo attivo nella promozione di politiche di pace.
Durata della Carovana da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017: periodo durante il quale nei diversi territori che aderiscono alla Carovana si svolgeranno autonome iniziative di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione attorno alla mozione citata.
Partenza: lunedi' 20 novembre 2017 "Giornata Internazionale dei diritti dell'infanzia": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che vogliamo garantire un futuro alle giovani generazioni perche' possano vivere in un mondo liberato della minaccia nucleare.
Chiusura: domenica 10 dicembre 2017 "Giornata Internazionale dei Diritti Umani": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che il disarmo nucleare e' indispensabile per garantire la sicurezza dell'intera umanita' e che le ingenti spese militari devono essere impegnate per investimenti sociali rivolti a garantire il pieno godimento dei diritti (istruzione, sanita', casa, sicurezza dei territori, tutela dell'ambiente, lavoro). In quella data si chiede che una delegazione della Carovana venga ricevuta dal Presidente della Repubblica, in quanto garante della Costituzione.
Partenza congiunta da vari luoghi: non avendo fondi a disposizione, abbiamo pensato alla partenza congiunta della Carovana da alcuni luoghi simbolici: Ghedi e Aviano (le basi militari dove sono stoccate bombe nucleari Usa), Livorno e Pisa (porto nucleare in sinergia con Camp Darby e Hub militare di Pisa), Trieste (porto nucleare), Napoli (porto nucleare e VI Flotta), alcuni siti della Sicilia e della Sardegna e naturalmente tutte le altre realta' territoriali che vorranno partecipare.
La Carovana si muovera' all'interno del proprio territorio durante il periodo 20 novembre - 10 dicembre, con azioni specifiche di cui sotto diamo alcune indicazioni.
*
Attivita'
- Conferenza stampa;
- Incontri con: Comandante della base militare, Presidente dell'autorita' portuale, Sindaco e Prefetto e consegna della Petizione, del Trattato di proibizione delle armi nucleari, Studio dell'Onu sugli effetti delle radiazioni nucleari;
- Presidi cittadini e raccolta di firme per la petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine);
- Conferenze, presentazioni di libri sulla tematica, proiezioni di filmati, ecc.;
- Incontri con gli studenti sul tema del pericolo nucleare, presentazione del libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista";
- FlashMob;
- Attivita' di arte per la pace con un focus specifico sul disarmo nucleare e la tutela dell'ambiente;
- Partecipazione alla manifestazione di NonUnaDiMeno in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
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Materiali
- Striscione con la scritta "Carovana delle donne per il disarmo nucleare. 20 novembre - 10 dicembre 2017";
- Mostra "Esigete il disarmo nucleare" (esiste in due versioni: 13 pannelli grandi in Pvc oppure 13 locandine plastificate);
- Testo della petizione;
- Testo del Trattato di interdizione delle armi nucleari;
- Libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista", in occasione del centenario della nascita.
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Per informazioni: Antonia Sani: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: gioxblu24 at gmail.com

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Bebe Vio, Se sembra impossibile allora si puo' fare, Rizzoli, Milano 2017, pp. 272, euro 15.
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Riletture
- Lucio Magri, Il sarto di Ulm. Una possibile storia del Pci, Il Saggiatore, Milano 2009, pp. 456.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2896 del 25 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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