[Nonviolenza] Archivi. 282



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 282 del 15 novembre 2017

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di ottobre 2017 (parte terza)
2. Commemorato Alberto L'Abate a Viterbo
3. I vecchi compagni
4. Una lettera aperta al Presidente del Senato della Repubblica: "E' tempo di tornare alle radici e al cuore della democrazia"
5. Ad alcune persone sollecite del bene comune un ragionamento e una proposta
6. Alcune parole in memoria di Alberto L'Abate dette a Viterbo il 21 ottobre 2017
7. Una lettera alle senatrici ed ai senatori dall'associazione "Respirare"
8. Un invito al Senato: ponete fine a una sesquipedale iniquita'
9. Contrastare il razzismo. Col diritto di voto
10. Alcune parole per la giornata del dialogo cristiano-islamico
11. Preghiera al Senato di approvare un ordine del giorno...
12. Fats Domino
13. Cecita'
14. L'ircocervo ed i sonnambuli
15. Oggi la XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico
16. A Viterbo un incontro di riflessione nella Giornata del dialogo cristiano-islamico
17. Alcune proposte di lettura formulate nel corso dell'incontro svoltosi a Viterbo per la XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico
18. Grazie di cuore a tutte e tutti

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2017 (PARTE TERZA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2017.

2. COMMEMORATO ALBERTO L'ABATE A VITERBO

La mattina di sabato 21 ottobre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" in un incontro tra persone amiche della nonviolenza e' stato commemorato Alberto L'Abate, l'illustre studioso e militante nonviolento deceduto l'altroieri a Firenze.
*
Alberto L'Abate e' stato una delle figure piu' illustri della nonviolenza e della peace-research a livello internazionale; era nato a Brindisi il 6 agosto 1931, docente universitario di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze, e' impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione"; portavoce dei "Berretti Bianchi", promotore dei Corpi civili di pace e di numerose altre rilevanti iniziative. E' deceduto a Firenze il 19 ottobre 2017. Tra le opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e pace, Pangea, Torino 2001; Per un futuro senza guerre, Liguori, Napoli 2008; Metodi di analisi nelle scienze sociali e ricerca per la pace: una introduzione, Multimage e Trascend University Press, Firenze 2013; L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Hanno espresso altresi' il loro sostegno agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Le persone partecipanti all'incontro invitano a promuovere ovunque iniziative nonviolente il 4 novembre come proposto dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele".

3. I VECCHI COMPAGNI

Hanno poi anche questo vizio
i vecchi compagni

Molti altri ne hanno ma tutti
perdonabili e perdonati
perche' sono i vecchi compagni
che ne abbiamo passate tante
e sappiamo che sono brava gente

Col tempo si sono fatti curvi
la voce stridula che una volta era tonante
sembrano rimpicciolirsi ogni giorno di piu'
ma lo spirito e' quello di un tempo
e' quello di sempre il cuore
i vecchi compagni

Ci ricordiamo di quella volta
e di quell'altra e mentre ti ricordi
piangi e te ne vergogni
lo sai che non devi piangere mai
eppure piangi
mentre ricordi

E' che ne conosciamo le virtu'
dei vecchi compagni e gli atti di valore
la loro stanchezza le loro fisime
l'amarezza che talora li rende
di legno e di pece non conta
ci si conosce da cosi' tanto
si chiude un occhio sul sospiro di dolore
di chi ha lottato per l'intera vita
per ridurre il dolore nel mondo

Hanno poi anche questo vizio
i vecchi compagni
di morire e di abbandonarci.

4. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA: "E' TEMPO DI TORNARE ALLE RADICI E AL CUORE DELLA DEMOCRAZIA"

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
innanzitutto la prego di scusarmi se indirizzo a lei personalmente questa lettera che reca un invito invero rivolto all'intero consesso da lei presieduto.
E l'invito e' il seguente: che nell'imminente discussione della nuova legge elettorale si riconosca finalmente la flagrante realta' che un appello promosso da padre Alessandro Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace (e sottoscritto da migliaia di cittadini tra cui 187 parlamentari in carica e tre ministri emeriti) cosi' descrive: "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".
Da questa ineludibile constatazione quell'appello fa discendere un'ovvia conseguenza: che poiche' il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".
Per questo le scrivo questa lettera, egregio Presidente, per chiedere a lei e tramite lei a tutte le senatrici ed i senatori di far cessare un'obsoleta discriminazione ed inverare finalmente pienamente nel nostro paese il principio stesso della democrazia: una persona, un voto.
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Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
mi creda se le dico che conosco a menadito le obiezioni che vengono opposte a questo appello, e che ricordo ad esempio quanto fu prolungato ed intenso il dibattito quando si costituzionalizzo' il diritto di voto per gli italiani all'estero. In quel caso si riconobbe a persone che in Italia non vivono il diritto di contribuire a prendere decisioni che ricadono su chi in Italia vive. Sarebbe bizzarro negare questo diritto a chi in Italia vive, sovente da molti anni.
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Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
lei ricordera' certamente che anni addietro l'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) elaboro' un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", a sostegno del quale (insieme alla proposta di legge sullo "ius soli") furono raccolte in tutta Italia migliaia e migliaia di firme con la campagna "L'Italia sono anch'io". Presentato in Parlamento, questo disegno di legge ancora non e' mai stato discusso, mentre quello sullo "ius soli" e' stato gia' approvato alla Camera e l'intera Italia civile (ed ovviamente anche chi scrive queste righe) auspica che sia al piu' presto approvato in via definitiva anche dal Senato. Giustamente tempo fa lei si e' espresso positivamente sulla proposta di legge relativa allo "ius soli"; mi permetta di supporre - ovvero di auspicare - che lei possa trovare apprezzabile anche la proposta di legge elaborata dall'associazione che rappresenta i Comuni italiani che in sostanza propone che nelle elezioni amministrative sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti da almeno cinque anni nel nostro paese. E' ben noto che in altri paesi europei il lasso di tempo di regolare residenza per avere accesso al voto amministrativo e' assai piu' breve. Non sarebbe bene che - in primis et ante omnia - il Parlamento recepisse e legiferasse il ragionevole progetto di legge predisposto dall'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia? E non sarebbe bene che questo fondamentale diritto di partecipazione democratica alla cosa pubblica non fosse limitato all'elezione dei Consigli comunali ma si estendesse fino al Parlamento, che prende decisioni di gran lunga piu' rilevanti e cogenti di quelle degli enti locali? A me sembra di si'.
*
Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
e' consuetudine che le lettere - massime quando ne' richieste ne' attese - siano brevi; concludo quindi con un'unica considerazione. Vi e' ovunque un grande bisogno di sicurezza: di sicurezza dalla violenza, di sicurezza dalla paura. E nessuno ne ha piu' bisogno di chi ha dovuto lasciare il paese in cui e' nato e recarsi altrove per vivere una vita degna e serena. Milioni di italiani lo fecero in anni non cosi' lontani da non restarne memoria in ogni famiglia. E' con la democrazia che si contrasta la violenza; e' con la democrazia che si contrasta la paura; e la democrazia consiste nel riconoscere la stessa dignita' e gli stessi diritti a tutte le persone che vivono insieme nello stesso luogo e sotto le stesse leggi. E in tutto il mondo il fondamento della democrazia e' questo: "una persona, un voto"; dove questo non vale, li' c'e' la dittatura, li' c'e' la violenza, li' gli esseri umani non possono vivere una vita degna.
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Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
la verita' effettuale e' che nel nostro paese, oggi, a quasi un decimo della popolazione che qui realmente vive, il diritto al voto non e' ancora riconosciuto. Le donne e gli uomini che si batterono contro la dittatura fascista e l'occupazione nazista, che liberarono il nostro paese, edificarono la democrazia e scrissero la Costituzione repubblicana, non avrebbero accettato mai che a una persona su dieci della popolazione che vive in Italia fosse negato il diritto di voto. E' tempo di ascoltare la loro voce, e' tempo di tornare alle radici e al cuore della democrazia.
Una persona, un voto: sia questo l'impegno e l'orizzonte di chi oggi si appresta a redigere la nuova legge elettorale.
Voglia gradire distinti saluti

5. AD ALCUNE PERSONE SOLLECITE DEL BENE COMUNE UN RAGIONAMENTO E UNA PROPOSTA

Carissime e carissimi amici,
gentili signore e signori,
come sapete nella settimana entrante il Senato discutera' la nuova legge elettorale.
Vorremmo rivolgervi una preghiera: di voler contribuire a un rinnovato tentativo di persuadere la maggioranza dei senatori a prendere in considerazione la proposta formulata nell'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alex Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace: la proposta di riconoscere finalmente il diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
Se foste disponibili, vi pregheremmo di voler scrivere alle senatrici ed ai senatori che riterrete utile contattare (i loro personali indirizzi di posta elettronica sono reperibili nel sito internet del Senato: www.senato.it) per sollecitarli a tal fine.
Ed ovviamente a far circolare ancora l'appello nei modi che riterrete opportuni.
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Crediamo che conosciate gia' l'appello "Una persona, un voto" che a piu' riprese abbiamo fatto circolare in questi mesi; e dovrebbero conoscerlo altresi' pressoche' tutti i membri del Senato cui lo abbiamo ripetutamente inviato. Potreste scrivere delle lettere brevi, anche brevissime. Saprete voi, se vorrete aderire a questo invito, come formularle (un testo minimo potrebbe essere "La sollecitiamo a volersi adoperare per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia").
E crediamo che sappiate anche che 187 parlamentari tra deputati e senatori (quasi un quinto dell'intero parlamento), e con essi tre ministri emeriti, hanno gia' aderito al nostro appello; le vostre lettere potrebbero essere un utile incoraggiamento sia a chi si e' gia' espresso a favore, sia a chi ancora non lo ha fatto.
Qui di seguito riproduciamo ancora una volta il testo integrale dell'appello ed aggiungiamo alcune brevi considerazioni che potreste sottoporre all'attenzione delle senatrici e dei senatori.
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L'appello recita: "Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia. Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui. Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano. Una persona, un voto. Il momento e' ora".
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Aggiungiamo inoltre che sul riconoscimento del diritto di voto almeno per le elezioni amministrative (che e' gia' realta' in altri paesi europei) vi era gia' negli anni Novanta del secolo scorso in Italia un ampio consenso, ed alcuni anni fa l'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) elaboro' un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", a sostegno del quale (insieme alla proposta di legge sullo "ius soli" - gia' approvata con alcune modifiche dalla Camera e che ovviamente invitiamo il Senato ad approvare al piu' presto in via definitiva) furono raccolte in tutta Italia migliaia e migliaia di firme con la campagna "L'Italia sono anch'io". Il progetto di legge elaborato dall'associazione che rappresenta i Comuni italiani in sostanza propone che nelle elezioni amministrative sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti da almeno cinque anni nel nostro paese. Sarebbe possibile approvarlo celermente, e costituirebbe un importante passo nella giusta direzione.
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Ai legislatori vorremmo segnalare che stiamo parlando di quasi un decimo dell'intera effettiva popolazione italiana, di persone e famiglie che nella loro generalita' vivono qui da molti anni, qui fanno crescere i loro figli, qui vivranno per tutta la vita.
Questo e' anche il loro paese, queste persone sono parte del popolo italiano.
I loro diritti democratici, i loro diritti umani, se non potranno esercitarli qui dove vivono, non potranno concretamente esercitarli in nessun luogo.
L'Italia e' una repubblica democratica: come si puo' continuare a negare a quasi un decimo della popolazione che in Italia vive il primo diritto democratico, il diritto di voto?
Ogni persona che vi ragioni sopra con retto discernimento e cuore sincero si rende conto che una cosi' flagrante iniquita' deve cessare: una persona, un voto.
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Carissime e carissimi amici,
gentili signore e signori,
grazie per l'attenzione, e di nuovo grazie se vorrete aderire a questo invito (qualora invece non foste d'accordo scusateci per il disturbo).
Cordialmente,
il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 22 ottobre 2017

6. ALCUNE PAROLE IN MEMORIA DI ALBERTO L'ABATE DETTE A VITERBO IL 21 OTTOBRE 2017
[Ricostruite a memoria queste sono alcune delle parole dette in ricordo di Alberto L'Abate il 21 ottobre 2017 a Viterbo in un incontro tra persone amiche della nonviolenza.
Alberto L'Abate e' stato una delle figure piu' illustri della nonviolenza e della peace-research a livello internazionale; era nato a Brindisi il 6 agosto 1931, docente universitario di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze, e' stato impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione"; portavoce dei "Berretti Bianchi", promotore dei Corpi civili di pace e di numerose altre rilevanti iniziative. E' deceduto a Firenze il 19 ottobre 2017. Tra le opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e pace, Pangea, Torino 2001; Per un futuro senza guerre, Liguori, Napoli 2008; Metodi di analisi nelle scienze sociali e ricerca per la pace: una introduzione, Multimage e Trascend University Press, Firenze 2013; L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014]

Lo conobbi personalmente negli anni Settanta ai tempi della lotta antinucleare che ebbe come suo centro l'opposizione alla costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro, nell'Alto Lazio. E quando noi indigeni che organizzavamo la lotta dal basso realizzammo un'iniziativa che era insieme contro il nucleare, contro "il modello di sviluppo di servitu'" (e il suo nesso con il regime della corruzione e la penetrazione dei poteri criminali) e contro tutte le servitu' energetiche e militari - contro il poligono di Monteromano, la "monocoltura Enel" di Civitavecchia e la costruenda centrale atomica di Montalto -, fu lui che invitammo a parlare affinche' desse voce al nostro comune sentire.
A Viterbo e dintorni negli anni dei "Comitati per la pace" ed in quelli successivi (ed ancor oggi) utilizzammo molto il suo manuale teorico-pratico sull'azione diretta nonviolenta; e quante fotocopie ne ho fatte per preparare i ragazzi quando a Viterbo occupammo il gazometro abbandonato e nacque il centro sociale "Valle Faul" e per un lungo periodo pressoche' ogni sera c'erano incontri di riflessione sulla nonviolenza e di addestramento all'azione diretta nonviolenza; e quante per gli studenti, i ragazzi in servizio civile e gli amici che tra Lazio ed Umbria ho incontrato desiderosi di accostarsi alla nonviolenza, o anche solo di dotarsi di idee e strumenti adeguati per lo studio e le lotte che dovevano condurre.
E lungo questi ultimi vent'anni credo che ogni volta che gli chiesi un intervento o un'intervista per il nostro notiziario telematico "La nonviolenza e' in cammino" sempre era pronto a dare il suo contributo, autorevole e illuminante. Ed ovviamente e' tra i primi e piu' illustri firmatari dell'appello "Una persona, un voto" cui il nostro centro nonviolento viterbese ha dedicato tante energie lungo quest'ultimo anno in particolare.
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Nella lettura delle opere di Alberto L'Abate, nella sua viva opera e generosa presenza di sociologo, di ricercatore, di programmatore in campo socio-sanitario, di educatore, di militante e di testimone, sempre ho sentito vibrare il bene, quel bene che s'incarna nell'azione umana quando un essere umano sceglie di voler essere l'umanita' come dovrebbe essere.
Leggendo e rileggendo i suoi scritti antichi e recenti ritrovo la prospettiva autenticamente egalitaria e solidale, socialista e libertaria, e l'aggiunta nonviolenta, che fu ed e' di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, di Rosa Luxemburg e di Antonio Gramsci, di Ernst Bloch e di Herbert Marcuse, di Simone Weil e di Hannah Arendt, dei suoi maestri ed amici Aldo Capitini e Danilo Dolci, dei martiri di tutte le Resistenze, del movimento operaio, del movimento femminista e di quello ecologista.
Ed oltre che un grande studioso e formatore, ricercatore ed organizzatore, Alberto L'Abate e' stato anche l'anima infaticabile e il vigile cuore di tante concrete iniziative nonviolente - talune di autentica rilevanza storica - di cui l'esperienza dell'Ambasciata di Pace a Pristina e' forse la piu' nota.
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Ora che la sua fatica di vivere e' conclusa, e valgono anche per lui le parole di Paolo a Timoteo - "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede" -, resta la memoria, l'insegnamento, il dono della presenza che resta nei cuori di chi lo conobbe e dell'umanita' - il dono inestinguibile dell'esempio delle persone buone, che e' prova della dignita' umana ed appello alla lotta per la liberazione comune dell'umanita' intera; resta di Alberto L'Abate, come di tutte le donne e gli uomini di volonta' buona che furono e sono e saranno, quella verita' che Capitini nel suo sentire e dire chiamava compresenza dei morti e dei viventi; resta la dolcezza dell'amico, il valore del saggio, il coraggio del generoso. Che noi che condividiamo il suo sentire si sappia essere capaci di portarne avanti la lotta. La nonviolenza e' in cammino.

7. UNA LETTERA ALLE SENATRICI ED AI SENATORI DALL'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE"

Egregie senatrici ed egregi senatori,
l'associazione "Respirare", che da anni si occupa di difesa dell'ambiente e del diritto alla salute, ha aderito all'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alessandro Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia. A questo appello hanno aderito migliaia di persone, tra cui anche 187 parlamentari e tre ministri emeriti.
Vorremmo quindi farvi sentire anche la nostra opinione, con il fine di sollecitarvi a prendere in considerazione questa ragionevole proposta nel dibattito cui vi accingete in relazione alla nuova legge elettorale.
Le cose essenziali sono gia' state scritte nell'appello stesso, laddove si ricorda che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano", e si evidenzia che poiche' Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".
Vorremmo pregarvi di riflettere su questa situazione paradossale: quasi un decimo della reale popolazione italiana e' oggi privata del diritto di voto. Ma la democrazia si fonda proprio sul riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che vivono nello stesso territorio e sotto le medesime leggi.
Voi che siete i legislatori avete ora l'opportunita' di predisporre una legge elettorale finalmente adeguata e coerente con i valori fondanti del nostro ordinamento giuridico democratico. Vi preghiamo di farlo. Una persona, un voto.
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Egregie senatrici ed egregi senatori,
anni fa l'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) ha predisposto - ovviamente con specifico riferimento alle elezioni comunali, essendo un'associazione che i Comuni rappresenta - un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'"; progetto di legge che riconosce il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone che risiedono in Italia da almeno cinque anni. Non sarebbe ragionevole approvare questo disegno di legge entro questa legislatura? Non sarebbe ragionevole accoglierne pienamente il principio? Ed il suo principio e' il principio stesso della democrazia: una persona, un voto.
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Egregie senatrici ed egregi senatori,
la grandissima parte di quei cinque milioni di persone di cui parliamo non solo vive in Italia da molti anni, ma continuera' a viverci per l'intero arco della vita, ed i loro figli crescono in Italia nella lingua e nella cultura italiana; queste persone, queste famiglie, si sentono e sono parte di questo paese.
Sono parte del popolo italiano; questo e' un dato di fatto che nessuno puo' negare.
Fino a quando a una parte cosi' consistente del popolo italiano continuera' ad essere negato il primo diritto democratico?
Fino a quando si fingera' di non vedere l'enormita' di questa ingiustizia che umilia e offende non solo questi cinque milioni di nostri conterranei ma l'intero popolo italiano?
Subiscono oggi il trattamento iniquo che subivano gli italiani impoveriti quando il diritto di voto era riservato solo ai ricchi.
Subiscono oggi il trattamento iniquo che subivano le donne italiane quando il diritto di voto era riservato solo ai maschi.
Grazie alle luminose lotte di tante donne e tanti uomini di fermo cuore e retto intendimento, con il progredire della civilta', con l'affermarsi della democrazia, si e' finalmente riconosciuto il diritto di voto agli impoveriti, si e' finalmente riconosciuto il diritto di voto alle donne. E' ora che lo si riconosca anche alle persone non native del luogo ma che qui hanno deciso di voler vivere, che di questo paese sono parte.
Possiate essere voi le senatrici ed i senatori che in questa settimana faranno compiere al nostro paese questo passo di civilta'. Una persona, un voto.
Grazie dell'attenzione, cordiali saluti.
L'associazione "Respirare"
Viterbo, 22 ottobre 2017
L'associazione "Respirare" e' stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

8. UN INVITO AL SENATO: PONETE FINE A UNA SESQUIPEDALE INIQUITA'

Gentili senatrici, gentili senatori,
avete l'occasione, elaborando la nuova legge elettorale, di porre fine a una sesquipedale iniquita'.
Non abbiate fretta, non piegatevi a irragionevoli ed inaccettabili diktat, esercitate il vostro compito di legislatrici e legislatori con lo scrupolo ad esso inerente.
Vogliate considerare: a quasi un decimo dell'intera popolazione italiana (oltre cinque milioni di nostri conterranei) e' oggi negato il diritto di voto, solo perche' queste persone non sono nate qui. Ma qui vivono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui fanno crescere i loro figli.
Di questo paese sono effettivi abitanti.
Di questa comunita' fanno parte.
E i loro diritti di esseri umani, o saranno riconosciuti e rispettati qui dove realmente vivono, o non lo saranno in nessun luogo.
Una repubblica democratica, come l'Italia e', non puo' negare il primo diritto democratico - il diritto di voto - a un decimo della sua popolazione, perche' cesserebbe di essere una repubblica democratica.
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Gentili senatrici, gentili senatori,
avete oggi l'occasione di legiferare finalmente il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone stabilmente residenti in Italia, per l'intera reale popolazione italiana, per tutto il popolo italiano cosi' come esso effettualmente oggi e'.
Vogliate considerare: un progetto di legge elaborato alcuni anni fa dall'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia, e quindi ovviamente riferito alle sole elezioni amministrative, propone che accedano al diritto di voto tutte le persone che risiedono in Italia da almeno cinque anni. Non e' una proposta ragionevole? In altri paesi europei gia' si accede al voto amministrativo dopo un lasso di tempo di gran lunga inferiore. Non vi e' qui materia e motivo di riflessione e di assunzione di responsabilita'?
Voi, oggi, potete decidere di inverare pienamente la democrazia nel nostro paese, in piena coerenza con la volonta' dei costituenti, che certo non avrebbero ammesso che un decimo della popolazione del paese fosse esclusa dal fondamentale diritto che caratterizza la democrazia; perche' su questo principio la democrazia riposa: una persona, un voto.
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Gentili senatrici, gentili senatori,
si', voi oggi potete prendere una saggia, una giusta decisione. Non rinunciate a riflettere ed esprimervi su questo. Ve lo chiedono le migliaia di persone che hanno sottoscritto l'appello "Una persona, un voto", e tra esse 187 vostre colleghe e vostri colleghi parlamentari in carica e tre ministri emeriti. E ve lo chiede la voce che nel vostro cuore parla in nome dell'umanita'.
Sappiamo quanto forte possa essere su molte e molti di voi la pressione a ratificare senza alcuna discussione il testo gia' licenziato dalla Camera dei Deputati. Ma sarebbe un errore. E sarebbe un venir meno ai vostri doveri di delegate e delegati del popolo italiano a fare le leggi ponderandole al meglio delle vostre capacita' in pro del bene comune. Non rinunciate a questo vostro dovere, a questo vostro diritto. La Costituzione vi attribuisce il compito di legiferare senza vincoli di mandato, ognuno di voi esprimendosi in piena coscienza. Non rinunciate a farlo.
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Gentili senatrici, gentili senatori,
dispiace dirlo, ma il testo della nuova legge elettorale approvato alla Camera dei Deputati ed ora sottoposto al vostro esame, secondo il nostro modesto punto di vista, e prescindendo da ogni altra considerazione, non e' adeguato. Quel testo e' cieco dinanzi alla realta' effettuale di oltre cinque milioni di nostri conterranei vittime di un'iniquita'; quel testo e' muto dinanzi alla domanda che esplicitamente vi pongono autorevolissime personalita' della cultura, dell'impegno civile, della riflessione morale, delle istituzioni democratiche, che hanno aderito all'appello promosso da padre Alessandro Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace.
E' saggezza non eludere le questioni di grande momento ma prenderne atto e affrontarle; e' saggezza non negare la realta' ma prenderne atto e affrontarla; e' saggezza agire per affermare la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
*
Gentili senatrici, gentili senatori,
riaprite quest'oggi l'esame della nuova legge elettorale e discutete finalmente dell'esigenza che tante persone ragionevoli (e tra esse molte vostre colleghe e molti vostri colleghi parlamentari, quasi un quinto delle due Camere) vi pongono: riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che fanno parte della popolazione di questo paese, e cosi' inverare pienamente il principio a fondamento della democrazia: una persona, un voto.
Grazie per l'attenzione.
La redazione de "La nonviolenza e' in cammino"
Viterbo, 24 ottobre 2017

9. CONTRASTARE IL RAZZISMO. COL DIRITTO DI VOTO

Contrastare il razzismo. Col diritto di voto.
Col diritto di voto. Contrastare il razzismo.

10. ALCUNE PAROLE PER LA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

Si svolgera' il 27 ottobre 2017 la XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico.
E' un'iniziativa di grande importanza alla quale fin dall'inizio sedici anni fa e di poi costantemente ho dato la mia adesione di tutto cuore.
Non sono credente. Ma credo che ogni dialogo sia frugifero; ma credo che ogni parlarsi e ascoltarsi promuova la pace; e con le donne e gli uomini di ogni fede, o anche senza alcuna fede religiosa, condivido questa condizione di essere umano e condivido questa aspirazione al bene comune.
Mi sembra poco importante che per alcuni il bene si identifichi in un Dio personale, per altri in un concetto filosofico, per tutti nella coscienza che occorre trattare le altre persone, gli altri esseri viventi e l'intero mondo vivente cosi' come vorremmo essere trattati noi stessi.
"Tutte le fedi sono vere", recita un ragionevole motto; e religione e' in primo luogo il sentire che unisce le persone e il mondo in una solidarieta' - e quindi in un comune riconoscimento, una comune riconoscenza, una comune responsabilita' - di per se' evidente.
Per me questo sentimento di universale fratellanza e' quale lo espressero Lucrezio e Leopardi, ma lo trovo altresi' in tante altre cogitazioni ed esperienze e narrazioni in cui si sono depositate le vicende e le speranze dell'umanita' e tra esse ovviamente la triplice tradizione che si richiama ad Abramo.
Nato e vissuto in Italia e' ovvio che come ebbe a riconoscere Benedetto Croce la parola e l'esempio del figlio del falegname di Nazareth sono per me uno specchio e un appello; ma lo sono anche Socrate e Gandhi, Buddha e Diderot, e Rosa Luxemburg e Virginia Woolf, e Simone Weil e Hannah Arendt.
Come armonizzo queste diverse voci, come accomuno questi diversi appelli, come congiungo questi diversi volti? Nel dialogo, appunto.
L'umanita' e' insieme una e plurale, chiunque lo vede. Plurale nel suo incarnarsi in innumerevoli persone tutte diverse l'una dall'altra, unica nel loro evidente comporre una stessa famiglia in questa sola casa comune che e' il mondo vivente, unica in questo comune cammino che chiamiamo storia e civilta' ed esodo e nostalgia.
Cosa consegue da questa percezione, da questa persuasione dell'unicita' dell'umanita'? Ne consegue la nonviolenza, ovvero l'impegno a salvare tutte le vite, l'impegno ad opporsi a tutte le violenze, l'impegno a cercare di essere tu stesso l'umanita' come dovrebbe essere, in un'infinita apertura, responsabile e solidale, persona tra persone che si riconoscono e quindi fondano la convivenza nel mutuo soccorso, nella condivisione del bene, nella comunanza dei beni.
La Giornata del dialogo cristiano-islamico mi sembra inviti ogni essere umano a sedersi intorno a questo stesso fuoco, a condividere lo stesso pane, a specchiarsi nell'altrui volto, a scambiare una parola di pace, a recarsi vicendevole conforto. Per quanto lungo sia il cammino, noi siamo un solo accampamento e nelle nostre tende ospitali e' il bene comune, la comune salvezza, la ragione di ciascuna persona e di tutte.
A tutte e tutti un auguri di pace, salaam, shalom.

11. PREGHIERA AL SENATO DI APPROVARE UN ORDINE DEL GIORNO...

Al Presidente del Senato della Repubblica
a tutte le senatrici e tutti i senatori
e per conoscenza:
alle deputate e ai deputati
alle ministre ed ai ministri
Oggetto: preghiera al Senato di approvare un ordine del giorno che impegni il Parlamento ad approvare entro la fine della legislatura una legge per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone stabilmente residenti in Italia
Egregie senatrici ed egregi senatori,
dopo i voti di fiducia odierni sembra evidente che domani sara' approvata la nuova legge elettorale, e che in essa ancora una volta non sara' previsto il riconoscimento del diritto di voto per quasi un decimo della reale popolazione italiana.
Lo constatiamo e ci addolora.
Mentre ringraziamo ancora una volta tutte e tutti i parlamentari che hanno condiviso l'appello "Una persona, un voto" o che hanno comunque espresso attenzione ad esso, a tutte e tutti i parlamentari formuliamo una proposta ancora: che prima del voto finale sulla nuova legge elettorale sia predisposto, presentato e approvato un ordine del giorno che impegni il Parlamento ad approvare entro la fine della legislatura una legge per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
*
Egregie senatrici ed egregi senatori,
come e' noto esiste gia' un progetto di legge depositato da anni, elaborato dall'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia che gli enti locali rappresenta, il quale progetto di legge reca "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'" e sostanzialmente prevede il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni comunali a tutte le persone che stabilmente risiedono nel nostro paese da almeno cinque anni.
A suo tempo espressero il loro pieno sostegno a questa proposta le dirigenze di forze politiche i cui rappresentanti costituiscono la maggioranza dei membri del Parlamento, e tra i piu' autorevoli ed impegnati promotori dell'iniziativa vi erano persone che oggi sono ministri della Repubblica.
*
Mentre il razzismo nuovamente divampa in Europa - ed anche in Italia, con episodi ignobili e mostruosi -, non sarebbe un segno, un gesto, un fatto di grande valore che il Parlamento almeno per quanto concerne le elezioni amministrative riconoscesse il diritto di voto a tutte le persone che in Italia stabilmente risiedono, a tutte le persone che sono il popolo italiano cosi' com'esso realmente oggi e'?
*
Ancora una volta grazie di cuore della vostra attenzione. Ancora una volta augurandovi ogni bene

12. FATS DOMINO

E' deceduto Fats Domino.
La sua musica era una delle forme della felicita'.

13. CECITA'

E' difficile riuscire a non vedere
cinque milioni di persone
quasi il dieci per cento della gente
che incontriamo ogni giorno per strada
con cui prendiamo il caffe' al bar
con cui lavoriamo
con i cui figli
i nostri figli vanno a scuola
e' difficile riuscire a non vederli
ma c'e' chi ci riesce.

E' difficile riuscire a non vedere
che negare il diritto di voto a una persona su dieci
tra quelle che vivono nel nostro paese
rende il nostro paese qualcosa di diverso
da una democrazia qualcosa di opposto
e' difficile riuscire a non vedere
come nasce l'apartheid
ma evidentemente c'e' chi ci riesce.

E' difficile riuscire a non vedere
la violenza che colpisce qui ed oggi
cinque milioni di persone
cui si nega il diritto che fonda la democrazia
ma c'e' chi ci riesce egregiamente.

C'e' un nome per questo
e quel nome e' razzismo
non e' razzista solo il barbaro
armato di catene e manganello
che rompe le teste e brucia le case
lo e' anche il benevolo signore
che pensa che cinque milioni di esseri umani
che vivono qui e sono parte di questo paese
al piu' possano essere oggetto di elemosina
ma non soggetti portatori di diritti.

Triste e' la condizione di chi non riconosce
come esseri umani gli esseri umani che incontra
infelice chi ha dimenticato il detto antico
che esorta a trattare gli altri
come vorresti essere trattato tu.

14. L'IRCOCERVO ED I SONNAMBULI

Il Senato ha approvato in via definitiva la nuova legge elettorale, un pessimo ircocervo che ripugna ad ogni persona di buon senso, compresi quei suoi stessi fautori che senza arrossire lo presentano come esito del diktat di un personaggio interdetto dai pubblici uffici.
*
Ma quel che piu' ci preme mettere in evidenza e' che ancora una volta a quasi un decimo della reale popolazione italiana (oltre cinque milioni di persone nostre conterranee) continua ad essere negato il primo diritto democratico, il diritto di voto.
Ancora una volta purtroppo tanta parte del ceto detentore della parola pubblica e delle pubbliche decisioni, ipnotizzata ed asservita da grotteschi demagoghi, non ha voluto o saputo aprire gli occhi, e i cuori.
Aprire gli occhi sulla realta' effettuale, ed accorgersi che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano" (e' l'inconfutabile constatazione enunciata nell'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alessandro Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace - e sottoscritto da migliaia di cittadini tra cui anche quasi duecento parlamentari e tre ministri emeriti - per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia).
*
Quanto dovremo ancora aspettare perche' in Italia il diritto di voto sia riconosciuto a tutti coloro che ci vivono?
Quanto dovremo ancora aspettare perche' in Italia cessi questa scandalosa esclusione di una persona su dieci della reale popolazione dal primo diritto democratico, il diritto di voto senza del quale una democrazia non e' una democrazia?
Quanto dovremo ancora aspettare perche' ai decisori politici cadano finalmente le scaglie dagli occhi, si risveglino dal sonno della ragione?
*
Una persona, un voto: e' il motto dell'umanita' che si emancipa dalla servitu'.
Una persona, un voto: e' il criterio della democrazia.
Una persona, un voto: e' la persuasione che da' origine a tutte le lotte per la liberazione dell'umanita'. Una persona, un voto: e' il fondamento della civile convivenza nella condivisa responsabilita', nel mutuo soccorso, nel riconoscimento della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.
Una persona, un voto: e' il cuore della Resistenza antifascista e della Costituzione repubblicana.
Una persona, un voto.

15. OGGI LA XVI GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

Si svolgono oggi in varie citta' italiane, ed anche a Viterbo naturalmente, iniziative d'incontro, di riflessione e di convivialita' in occasione della XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico.
Ogni persona e' un valore infinito.
Ogni persona ha diritto alla vita.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Vi e' una sola umanita'.

16. A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE NELLA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

Ricorrendo il 27 ottobre 2017 la XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione.
*
Di seguito una sintesi dell'intervento di apertura del responsabile della struttura nonviolenta viterbese.
Vorrei innanzitutto proporvi ed argomentare le seguenti tesi:
1. dialogare e' il contrario di uccidere;
2. proprio perche' ogni persona e' persuasa di piu' verita' e piu' fedelta', che nella sua concreta esistenza costituiscono l'unita' della sua coscienza e il suo legame col mondo, ne consegue il riconoscere che ogni altra persona possa essere egualmente persuasa di altre verita' e di altre fedelta' che nella sua concreta esistenza svolgono la medesima funzione; come non si da' il se' personale senza il riconoscimento dell'altra persona, non vi e' verita' e fedelta' senza il riconoscimento delle verita' e fedelta' dell'altra persona;
3. ci riconosciamo fallibili: senza riconoscimento della fallibilita' non solo il dialogo e' impossibile ma la vita stessa e' intollerabile; ma proprio perche' ci riconosciamo fallibili mai la nostra ragione puo' indurci ad esercitare violenza su altri, che anch'essi hanno le loro ragioni. Ci opponiamo quindi ad ogni violenza; soccorriamo quindi tutte le vittime; contrastiamo quindi ogni potere e ogni prassi che opprimano;
4. l'umanita' e' una e plurale, ogni persona e' diversa dall'altra: quindi, tutte le persone sono eguali in dignita' e diritti, cosi' come tutti gli esseri umani sono ugualmente esposti al dolore e alla morte; vige pertanto tra gli esseri umani il dovere dell'universale riconoscimento e dell'universale solidarieta';
5. poiche' la prima radice e il primo paradigma di ogni storica violenza che nega l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani e quindi devasta e distrugge l'umanita' di tutte le persone e' la violenza del potere maschilista e patriarcale contro le donne, ne consegue che e' la liberta' delle donne lo storico banco di prova dell'umanita' dell'umanita', dell'accettabilita' di una societa' che voglia essere riconosciuta come umana; il movimento di liberazione delle donne e' la corrente calda e l'esperienza storica principale dell'inveramento dell'umanita' dell'umanita';
6. per tutto quanto precede crediamo evidente che ogni persona pensante ed agente comprenda che il primo dovere e' di non ledere la vita, la dignita' e i diritti delle altre persone e del mondo vivente; che il primo dovere e' di salvare le vite, recare soccorso a chiunque di soccorso abbia bisogno, condividere i beni ed il bene;
7. crediamo che con figure e linguaggi diversi tutte le grandi tradizioni di pensiero convochino l'umanita' - ovvero ogni singola persona che l'umanita' compone - a questa universale compassione, a questa universale simpatia; con termine che possa essere da ogni persona accolto chiamiamo nonviolenza - ovvero attiva innocenza - la scelta concreta e coerente di opporsi ad ogni violenza, di agire per il bene comune, memori della regola aurea "agisci verso le altre persone cosi' come vorresti che esse agissero verso di te".
Il dialogo, ovvero il discorso in comune, cosi' come la religione, ovvero il sentimento del comune legame, riposano sulla nozione che gli esseri umani sono "animali sociali", esseri senzienti e pensanti e capaci di comunicare. Ne discende che le religioni storicamente costituitesi, cosi' come le forme di pensiero e di riconoscimento di umanita' che (in un senso specifico) si dichiarano non religiose, non solo possono, ma devono dialogare.
Il dialogo e' la forma espressiva e comunicativa principale - ovvero il principio - dell'umanita',  fondamento del dialogo e' dire la verita' per cercare insieme la verita', per contrastare insieme la menzogna che e' una delle forme della violenza, per costruire insieme nell'ascolto reciproco la societa' della civile convivenza. Gandhi chiamava la nonviolenza anche col nome di "forza della verita'" (satyagraha). Nella cultura greca classica il fondamento reale della democrazia e' la parresia, il "dire la verita'" che ha anche il precipuo significato morale e politico di opposizione alla violenza e quindi a tutte le ideologie, le prassi e i poteri oppressivi.
Nell'esperienza della finitudine, della sofferenza e della paura, della "crisi della presenza", tutti gli esseri umani si incontrano e si sentono uniti: ne discende che ogni essere umano sa che non deve aggiungere altri elementi di sofferenza a quelli gia' intrinsechi alla costituzione biologica dell'umanita' cosi' come s'incarna nelle persone realmente esistenti; ne consegue che ogni essere umano sa che deve evitare di produrre altra sofferenza, ed anzi deve opporsi alla produzione di sofferenza, deve recare aiuto e sollievo alle altre persone. Ergo: muovendo dal proprio vissuto esistenziale ogni essere umano sente il dovere morale e sociale di scegliere la nonviolenza, lotta nitida e intransigente alla violenza, ed alle concrezioni di potere ideologico e pratico che su di essa si reggono in danno dell'umanita' e del mondo vivente.
E' nostra persuasione che, adeguatamente, veritieramente interpretate, ovvero tenendo pienamente conto del concreto contesto storico e culturale e quindi espressivo, linguistico, figurale, in cui quelle proposte di salvezza sono state originariamente formulate, le nozioni fondamentali delle tre grandi religioni del libro (come di ogni altra tradizione filosofica e religiosa) convergono nella proposta dell'universale benevolenza, dell'universale solidarieta', dell'universale condivisione del bene e dei beni.
E' questa la lettura che diamo delle tavole mosaiche; e' questa la lettura che diamo delle parole e dei gesti di Gesu' di Nazareth; e' questa la lettura che diamo dei cinque pilastri dell'islam.
Se dovessimo in una sola espressione sintetizzare il messaggio di tutte le tradizioni filosofiche e religiose crediamo che esso sia: tu non uccidere, tu salva le vite.
Ogni pensare e' un atto di riconoscimento e di riconoscenza, ogni io implica un tu, ogni incontro fa nascere un noi. Siamo una sola umanita'.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Hanno espresso altresi' il loro sostegno agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Le persone partecipanti all'incontro invitano a promuovere ovunque iniziative nonviolente il 4 novembre come proposto dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele".

17. ALCUNE PROPOSTE DI LETTURA FORMULATE NEL CORSO DELL'INCONTRO SVOLTOSI A VITERBO PER LA XVI GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

Ricostruite a memoria segnaliamo alcune proposte di lettura formulate nel corso dell'incontro svoltosi a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" per la XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico il 27 ottobre 2017 (un sunto dell'incontro abbiamo pubblicato nei "Telegrammi" n. 2868); ovviamente queste segnalazioni (non predisposte in precedenza, ma emerse da sollecitazioni nel vivo del colloquio) non costituiscono abbozzi di "mappe concettuali", ma solo possibili avvii per autonome ricerche.
- Sui compiti attuali dell'umanita': Virginia Woolf, Le tre ghinee; Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza; Vandana Shiva, Terra madre. Sopravivere allo sviluppo;
- sul concetto di dialogo: Guido Calogero, Filosofia del dialogo; Idem, Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo; Mario Martini, La filosofia del dialogo; Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili;
- sulla pratica del dialogo e la maieutica: la prassi socratica nei dialoghi platonici, particolarmente quelli aporetici; Danilo Dolci, Conversazioni; Idem, Esperienze e riflessioni; Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran; le opere della comunita' filosofica femminile di Diotima;
- sul dialogo come forma di scrittura orientata alla ricerca del vero (ed allo smascheramento della menzogna e della violenza): Diderot, Il nipote di Rameau; Leopardi, Operette morali;
- sul concetto di parresia: gli ultimi due corsi di Michel Foucault al College de France;
- sul concetto di religione: Ludwig Feuerbarch, L'essenza del cristianesimo; Idem, L'essenza della religione; Idem, Principi della filosofia dell'avvenire; Giovanni Filoramo, Che cos'e' la religione;
- sul riconoscimento dei diritti e le tavole dei doveri: Andre' Chouraqui, I dieci comandamenti; Immanuel Kant, Critica della ragion pratica; Norberto Bobbio, Quale socialismo?; Idem, Il futuro della democrazia; Idem, L'eta' dei diritti; Italo Mancini, Filosofia della prassi; Fatema Mernissi, Islam e democrazia; Vandana Shiva, Il bene comune della Terra;
- su persona e responsabilita': Hannah Arendt, Vita activa. La condizione umana; Miguel de Cervantes, Don Chisciotte; Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; Emmanuel Mounier, Il personalismo; Idem, Che cos'e' il personalismo?; Emmanuel Levinas, Totalita' e infinito; Karol Wojtyla, Persona e atto; Hans Jonas, Il principio responsabilita';
- sul vissuto religioso: Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa; Aldo Capitini, Scritti filosofici e religiosi; Lorenzo Milani, Tutte le opere; Italo Mancini, Novecento teologico; Gustavo Gutierrez, Teologia della liberazione;
- sul pensare l'umanita': Anne Frank, Diario; Bianca Guidetti Serra, Compagne; Giacomo Leopardi, Zibaldone; Idem, La ginestra; Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844; Hannah Arendt, La vita della mente; Aleksandr Solzenycin, Arcipelago Gulag; Primo Levi, I sommersi e i salvati; Elias Canetti, Massa e potere; Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna; Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta'; Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene;
- sul razzismo: Albert Memmi, Il razzismo; Renate Siebert, Il razzismo; Pierre-Andre' Taguieff, Il razzismo; Michel Wieviorka, Il razzismo;
- sulle "apocalissi culturali": Guenther Anders, Essere o non essere; Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; Ernesto De Martino, La fine del mondo; Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene; Joanna Bourke, Paura; Eadem, Stupro; Adriana Cavarero, Orrorismo;
- sulla nonviolenza: Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza; Danilo Dolci, Creatura di creature; Giuliano Pontara, L'antibarbarie; Anna Bravo, La conta dei salvati; Daniela Padoan, Le pazze; Elena Pulcini, La cura del mondo; Silvia Vegetti Finzi, tutte le opere; Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti; Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne;
- auctores (non citati precedentemente): Confucio, Lucrezio, Averroe', Spinoza, Mary Wollstonecraft, Emily Dickinson, Rosa Luxemburg, Simone Weil, Etty Hillesum; Albert Camus; Franco Basaglia, Ernesto Balducci, Ivan Illich, Gregory Bateson, Luce Fabbri, Franca Ongaro Basaglia, Edward W. Said; Zygmunt Bauman.

18. GRAZIE DI CUORE A TUTTE E TUTTI

Grazie di cuore a tutte e tutti coloro che hanno aderito all'iniziativa dell'appello "Una persona, un voto".
Con il voto del Senato sulla nuova legge elettorale e' evidente che in questa legislatura non si e' ottenuto, e non si otterra' quindi nemmeno nei prossimi mesi, il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che in Italia stabilmente vivono, ne' per le elezioni politiche ne' per quelle amministrative.
La campagna "Una persona, un voto" proseguira' tentando di riproporre l'obiettivo nella prossima legislatura.
*
In questi mesi anche i nostri sforzi saranno vieppiu' concentrati a sostegno dell'approvazione da parte del Senato della legge cosiddetta sullo "ius soli / ius culturae", approvazione ancora possibile, ed al cui ottenimento puo' essere utile ogni iniziativa d'informazione, documentazione e coscientizzazione che aiuti tanto i parlamentari e le forze politiche quanto l'opinione pubblica nel suo insieme a comprendere di cosa si tratti: siamo infatti certi che se si esce dalle mistificazioni e si coglie la verita' della proposta nei suoi reali termini, ebbene, ogni persona dotata del ben dell'intelletto esprimera' il suo convinto sostegno ad essa.
Non e' infatti possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.
*
Si ha sovente l'impressione che l'Italia stia precipitando nel baratro del razzismo; e non perche' la maggioranza del popolo italiano sia razzista, che anzi da' ogni giorno mille prove del contrario, ma perche' tanta parte del sistema dei mass-media e del ceto politico il razzismo fomentano ovvero ad esso si arrendono. Ebbene, e' compito di ogni persona impegnarsi per contrastare il razzismo e difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Qui ed ora, come sempre ed ovunque.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', ai diritti.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 282 del 15 novembre 2017

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