[Nonviolenza] Archivi. 278



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 278 dell'11 novembre 2017

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di settembre 2017 (parte terza)
2. Tra il mondo di ieri e il mondo di domani. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica
3. Liberare l'umanita' dalla violenza maschile
4. Anissa
5. L'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega
6. "Vorremmo pregarla...". A tutte e tutti i parlamentari democratici un appello
7. Nel ricordo di Alfio Pannega celebrata a Viterbo la Giornata internazionale della pace
8. "Rileggendo Benedetto Croce". Un incontro di studio
9. "Contare le teste invece di romperle". E' con il diritto di voto che l'umanita' abolira' la violenza. Una lettera ai Presidenti della Camera e del Senato
10. Il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, ovunque si svolgano iniziative di pace e di solidarieta'
11. Fenomenologia del demagogo. Impromptu
12. L'uomo senza voce
13. Qualunque autore leggi
14. Il calzolaio

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2017 (PARTE TERZA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2017.

2. TRA IL MONDO DI IERI E IL MONDO DI DOMANI. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Al Presidente della Repubblica
Oggetto: Due preghiere
Egregio Presidente della Repubblica,
in questi mesi lei ha detto molte volte cose molto sagge, di cui ogni persona di retto sentire e di volonta' buona sa che deve esserle grata.
Mentre parte non irrilevante del ceto politico e la quasi totalita' dei mezzi d'informazione sembrano essere corrivi o comunque subalterni alla sciagurata retorica razzista ed alle pratiche barbare e scellerate da essa ispirate, lei ha richiamato costantemente al riconoscimento dell'umanita' degli esseri umani che cercano di raggiungere il nostro paese in fuga dalla guerra e dalla fame, dalle dittature e dai disastri ambientali, da poteri politici, economici, ideologici, militari e criminali che prolungano la ferocia disumanizzante del colonialismo, che ripropongono la segregazione e la schiavitu' come modello globale di organizzazione sociale ed economia politica per il terzo millennio dell'era volgare.
Chiunque riconosce e comprende la disumanita' della retorica razzista e schiavista, e tuttavia essa infetta sempre piu' il discorso pubblico, con la sua folle astrattezza, con la sua cruda protervia, con il suo solipsismo e la sua pretesa sacrificale.
E siamo gia' arrivati alle prime avvisaglie di quelli che se non immediatamente ed energicamente contrastati si svilupperanno in veri e propri tentativi di linciaggio, tentativi di pogrom.
Proprio mentre despoti folli lanciano sfide insensate che possono dar luogo finanche a un'escalation bellica con uso delle apocalittiche armi nucleari; proprio mentre guerre e persecuzioni flagellano tante parti del mondo; proprio mentre la prima radice ed il primo modello di ogni violenza, il maschilismo, anche nel nostro paese pressoche' quotidianamente giunge fino a menare strage di donne; e proprio mentre le emergenze ambientali smascherano quanto profondi siano i danni provocati alla biosfera da politiche economiche rapinatrici e desertificatrici, da ideologie e prassi consumiste onnicide, e' necessario un piu' intenso, adeguato impegno per porre un argine alla barbarie, per predisporre una linea di resistenza civile che abbia come principio e fine, come ratio e come metodo, la difesa nitida e intransigente del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Egregio Presidente della Repubblica,
sia lei a promuovere una riflessione e un impegno necessari: in difesa dell'ordinamento giuridico democratico, in difesa dello stato di diritto, in difesa della Repubblica e della Costituzione, in difesa dell'umanita'.
Rientra nei suoi compiti, in un momento di smarrimento di tanti, essere voce che chiama al dovere morale e all'impegno civile.
Due cose in particolare la pregheremmo una volta ancora di voler dire, invitando il Parlamento a porre attenzione a due esigenze ed impegnarsi per esse.
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La prima: che ogni essere umano ha diritto alla vita. Ed affinche' questo sia vero non solo come enunciato teorico ma come realta' effettuale, occorre che ogni persona ed ogni umano istituto di questo nome degno orienti la sua azione a questo primo fine: salvare le vite.
Troppe sciocchezze vengono quotidianamente profuse dai mass-media, ma in cuor suo ogni persona sa che vi e' un solo modo per far cessare le stragi dei migranti in fuga, un solo modo per annientare l'infame business dei trafficanti schiavisti e mafiosi. E questo modo e' quello che gia' Immanuel Kant indicava nel suo Progetto per la pace perpetua: riconoscere ad ogni essere umano il diritto di muoversi liberamente su tutto il pianeta casa comune dell'umanita'. Riconoscere ad ogni essere umano il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro: fosse riconosciuto e garantito questo diritto, nessuno piu' si getterebbe tra gli artigli delle mafie dei trafficanti schiavisti.
Se non si fa questo, non vi e' speranza di contrastare il male.
Chi a Roma, a Bruxelles o a Strasburgo propone di fare della Libia un gigantesco lager in cui recludere gli innocenti del Sud del mondo in fuga dalla fame e dalle guerre, non sa quel che si dice.
Sia lei, egregio Presidente, a dire le parole che devono essere dette, a riportare il discorso pubblico nella sfera della razionalita', della civilta', dell'umanita'.
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La seconda cosa che con tutto il cuore la preghiamo di voler dire, e' l'invito al Parlamento a riconoscere finalmente il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative lei ricordera' che gia' negli anni Novanta del secolo scorso se ne discuteva tanto negli enti locali quanto in Parlamento come di una evidente necessita' non piu' rinviabile: sono passati vent'anni e nulla se ne e' ancora fatto; frattanto i non nativi che vivono e lavorano nel nostro paese sono il dieci per cento della popolazione; le tasse le pagano tutte, ma il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano le loro stesse vite gli e' ancora negato. Che scandalo.
Alcuni anni fa l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, per quanto attiene all'ambito di sua specifica competenza e peculiare interesse, ovvero in riferimento alle elezioni comunali, ha predisposto e proposto all'attenzione del Parlamento un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'": la discussione parlamentare di questa ragionevole proposta non e' ancora neppure iniziata.
Ma non ci sono solo le elezioni amministrative, ci sono anche quelle politiche, ed e' nel Parlamento che si fanno le leggi valide erga omnes.
Da mesi e' stato promosso l'appello "Una persona, un voto", primi firmatari padre Alex Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
Questo appello muove dalla constatazione che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".
E poiche' Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", conclude che "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".
A questo appello appello hanno gia' aderito tre ministri emeriti, Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge, e 165 parlamentari in carica di varie forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, e insieme a loro migliaia di cittadini, tra cui innumerevoli illustri personalita' della vita culturale, morale, civile ed istituzionale, personalita' come Giancarla Codrignani, Heidi Gaggio Giuliani, Francuccio Gesualdi, Chiara Ingrao, Raniero La Valle, Luisa Morgantini, Giorgio Nebbia, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Annamaria Rivera.
L'accoglimento di questo appello da parte del Parlamento e quindi la sua traduzione in legge farebbe cessare l'attuale regime di effettuale segregazione elettorale per circa un decimo della reale popolazione italiana stabilmente residente; e contrasterebbe efficacemente il razzismo ed ogni violenza. Perche' come ricordava Guido Calogero e' con la democrazia che si contrasta la violenza, essendo la democrazia la scelta di contare le teste invece di romperle. L'Italia e' un paese democratico e fondamento della democrazia e' il criterio "una persona, un voto", pertanto non puo' continuare l'attuale assurda decimazione elettorale.
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Egregio Presidente della Repubblica,
tra il mondo di ieri, in cui sia lei sia chi le scrive queste righe abbiamo vissuto la gran parte delle nostre vite, e il mondo di domani (se vi sara' ancora un mondo umano, e vi sara' solo se l'umanita' avra' appreso le "tre verita' di Hiroshima" di cui parlava profeticamente Ernesto Balducci), vi e' oggi l'ora, il "kairos", in cui occorre dire le verita' necessarie e fare le azioni buone e giuste, le azioni indispensabili per il bene comune; cominciando noi stessi, nel nostro paese, seguendo quell'esortazione gandhiana ad essere noi stessi il mondo come vorremmo che fosse, ad essere noi stessi l'umanita' come dovrebbe essere.
Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di vivere e muoversi liberamente, in modo legale e sicuro, sull'intero pianeta, casa comune dell'umanita'.
Inverare la democrazia: una persona, un voto.
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Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 19 settembre 2017

3. LIBERARE L'UMANITA' DALLA VIOLENZA MASCHILE

Far cessare la violenza maschile, sconfiggere il maschilismo, e' il primo e piu' urgente compito.
Solo sconfiggendo il maschilismo si puo' abolire la guerra.
Solo sconfiggendo il maschilismo si puo' abolire il razzismo.
Solo sconfiggendo il maschilismo si puo' abolire la schiavitu'.
Solo sconfiggendo il maschilismo si puo' salvare la biosfera.
Solo sconfiggendo il maschilismo si puo' realizzare una convivenza civile, libera, degna.
Solo sconfiggendo il maschilismo l'umanita' si umanizza.

4. ANISSA

E' deceduta Agnese Anissa Manca, che era l'umanita' come dovrebbe essere.
La ricordiamo con gratitudine che non si estingue.
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Riproponiamo due suoi brevi ritratti.
"Di formazione sociologica e linguistica. Gia' docente di lingua araba, autrice della Grammatica (teorico-pratica) di arabo letterario moderno in uso nelle Universita' e Scuole di lingue. Ha viaggiato in tutta Europa, in Medio ed Estremo Oriente, in Asia e nelle Americhe. Ha studiato e lavorato in Belgio, Giordania, Palestina, Egitto e Usa. Negli ultimi anni svolgeva lavoro di volontariato in continuazione con la sua esperienza di lavoro in campi profughi palestinesi, a favore bei bambini feriti di Gaza e in vari altri contesti di emarginazione come la popolazione carceraria specie se immigrata".
"Agnese Manca, nata a Terralba (Or) nel 1932, ha lasciato la Sardegna nel 1957 da insegnante elementare. Dopo aver conseguito il Diploma di Assistente Sociale presso l'Enssis di Roma nel 1961, si e' trasferita in Belgio poi in Medio Oriente come membro dell'associazione internazionale "Inter-cultural" (Ica-Afi) con sede a Bruxelles.
Ha svolto attivita' di studio e di lavoro in Belgio, Giordania, Egitto e Stati Uniti utilizzando sempre la lingua del posto.
Dopo due anni di studio intensivo della lingua araba nella cittadina giordana di Aqaba, nel Mar Rosso, ha frequentato per un anno la Facolta' di Sociologia dell'Universita' di Amman ed ha terminato i suoi studi in Egitto, laureandosi nel 1969 presso l'Istituto Superiore di Servizio Sociale del Cairo.
Nel 1974 ha ottenuto il Master of Arts in Sociologia all'Universita' statale dell'Illinois in Chicago dove ha insegnato nello stesso Dipartimento in qualita' di assistente.
Ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Lingua e Letteratura Araba e in Dialetti Arabi (1985), presso la Scuola Orientale della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' "La Sapienza" di Roma, con una tesi di ricerca e di approfondimento della lingua araba nelle sue varie sfaccettature dalle origini ai giorni nostri.
Ha svolto insegnamento di Lingua Araba e di Sociologia Islamica presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamici (Roma, 1975-80).
Ha avviato il Corso triennale di Arabo Letterario Moderno all'Ismeo (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente) di Roma dove ha insegnato dal 1980 al 1987.
Conclude la sua carriera d'insegnamento, in Italia e all'estero, presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, nell'anno accademico 1996-97, tenendo un Corso di Lingua e Letteratura Araba  nella Facolta' di Lingue e Letterature Straniere.
Lontano dalle cattedre di insegnamento, la sua passione per la lingua e la cultura araba, ormai parti integranti della sua identita' originaria, non ha perso il suo smalto. In tutti questi anni, infatti, i contatti col mondo arabo e non solo, attraverso viaggi e progetti di solidarieta', hanno rinvigorito il suo slancio iniziale per una condivisione di ideali e di culture.
Roma rimaneva la sua dimora ed era qui che continuava la sua azione a favore di un mondo amico e solidale al di la' di ogni confine".

5. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" RICORDA ALFIO PANNEGA

Il 21 settembre ricorre il genetliaco di Alfio Pannega, che ci ha lasciato nel 2010.
Ricordandone la luminosa figura, lo strenuo impegno per il bene comune dell'umanita' e in difesa dell'intero mondo vivente, tra le molte lotte di cui fu protagonista e che con lui condividemmo vogliamo particolarmente ricordare quella per difendere la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame, minacciata da un dissennato e illecito tentativo di irreversibile devastazione collocando nel suo cuore un mega-aeroporto per voli low cost. Fortunatamente la lotta di Alfio e di tantissimi cittadini viterbesi impedi' quella scellerata follia. E di questo, anche di questo, immensamente gliele siamo grati.
L'associazione "Respirare"
Viterbo, 20 settembre 2017
L'associazione "Respirare" e' stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
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Allegato primo: Una breve notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90 e 206, il fascicolo de "La domenica della nonviolenza" n. 420.
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Allegato secondo: Una breve riflessione sull'insostenibilita' del trasporto aereo finche' non sara' ricondotto a servizio di pubblica utilita'
Il nocciolo della questione
Il trasporto aereo non e' una questione tecnica che riguarda i tecnici.
E' una questione politica che riguarda l'umanita'.
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Un'evidente verita'
Occorre impegnarsi per l'immediata drastica riduzione del trasporto aereo non solo per le ovvie ragioni scientifiche, che confermano ad abundantiam l'evidente verita' che il trasporto aereo nuoce gravemente all'ambiente, alla salute delle persone e alla sicurezza delle comunita', ma anche per le seguenti ulteriori ragioni.
Cosi' come attualmente e' gestito il trasporto aereo e' incompatibile con la dignita' umana e con la democrazia. Se tutti gli esseri umani fruissero del trasporto aereo nei modi e nella misura delle classi dominanti e dei paesi ricchi il cielo sarebbe oscurato, l'atmosfera irrespirabile. Hic et nunc il trasporto aereo e' costitutivamente legato alla societa' della diseguaglianza in cui il privilegio dei pochi e' pagato dalla sofferenza dei molti.
Gli esseri umani, come ogni altra forma di vita, come la biosfera nel suo insieme, hanno dei limiti determinati dal loro statuto biologico. L'ideologia dell'onnipotenza e' una droga potente che come tutte le droghe altera la percezione della realta' e finisce col distruggere chi ne abusa. Cosi' come e' necessario e urgente rispettare i limiti della biosfera, e' parimenti necessario e urgente rispettare i limiti fisici e psichici delle persone, e quindi recedere da consumi e stili di vita insostenibili e distruttivi. Il mero fatto che delle cose siano disponibili, non implica che si debba necessariamente farne uso.
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Volare fa male alla salute. Sette tesi
1. Volare fa male alla salute
E innanzitutto alla salute di chi non vola.
Fa male alla salute dell'intera umanita' che subisce gli effetti del surriscaldamento del clima - la principale emergenza globale odierna - cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevantissima.
Fa male alla salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli aeroporti che subiscono il pesantissimo inquinamento atmosferico e il non meno pesante inquinamento acustico.
Fa male alla salute dei cittadini dei Paesi come l'Italia (e come molti altri) che vedono lo Stato regalare immensi capitali alle compagnie aeree (sia elargendo giganteschi contributi diretti, sia concedendo scandalose ed incredibili esenzioni ed agevolazioni fiscali); lo stesso Stato che taglia spietatamente i servizi pubblici e il diritto alla salute e all'assistenza.
E fa male alla salute di chi vola, visto che e' una modalita' di trasporto non coerente con la stessa costituzione psicofisica ed esistenzial-culturale dell'essere umano.
Infine fa male anche alla salute degli altri animali: che anch'essi sono esseri viventi e provano sofferenza. Ma come volete che si preoccupino degli altri animali quei potenti rapinatori che non si preoccupano neppure delle sofferenze che - per arricchirsi e sperperare, per  appropriarsi privatamente ed egoisticamente consumare cio' che e' di tutti, a tutti rubandolo - infliggono tanti e tali danni agli altri esseri umani?
2. Volare fa male all'ambiente
Il trasporto aereo danneggia enormemente l'ecosistema planetario nella sua globalita'.
Danneggia enormemente gli ecosistemi locali.
Impedisce la realizzazione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati, con tecnologie appropriate, ecologicamente sostenibili, economicamente adeguati ai bisogni e alle culture delle popolazioni, e democraticamente controllabili.
3. Volare e' antieconomico
Perche' e' estremamente energivoro, mentre l'umanita' ha bisogno di un'economia della sobrieta' e della condivisione che consideri il dato di fatto dei limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse.
Perche' e' il modo di trasporto piu' costoso: non ve ne e' una adeguata percezione pubblica perche' i costi vengono esternalizzati: gli Stati sovvenzionano le compagnie aeree con fiumi di denaro ed agevolazioni; i costi ambientali e sociali vengono pagati dalle popolazioni; i lavoratori sono spesso precari e quindi costantemente sotto minaccia. La maggior parte della popolazione e' tenuta del tutto all'oscuro del fatto che ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte ai diritti e al benessere delle persone, vengono sperperate a profitto delle compagnie aeree e dei prominenti che ruotano intorno al grande affare.
Perche' danneggia le economie locali, imponendo nocivita', costi, relazioni sociali insostenibili.
4. Volare e' pericoloso
Il trasporto aereo e' pericoloso per il pianeta.
Il trasporto aereo e' pericoloso per l'ambiente naturale e per i beni storici e culturali.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le persone: danni certi alla salute, estrema pericolosita' degli incidenti, degrado della qualita' della vita.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le liberta' civili: specialmente dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 esso implica un enorme incremento dei controlli e quindi una crescente militarizzazione degli impianti, sui territori, nei confronti delle comunita' locali e della vita quotidiana delle persone.
5. Volare e' alienante
Volare fa male alla percezione di se' e del mondo.
Aeroporti ed aerei sono cio' che l'antropologia contemporanea chiama "nonluoghi": in cui  decisive esperienze umane, sia percettive che conoscitive nel senso piu' ampio e profondo, vengono inibite e represse; in cui vige e viene imposto un modello di presenza al mondo, di essere nel mondo (l'in-der-welt-sein di heideggeriana memoria) tendenzialmente dereistico, pesantemente deresponsabilizzante, fortemente eterodiretto.
Quell'esperienza decisiva della cultura umana che e' il viaggio, come iniziazione e scoperta, come ricerca di se' e dialogo con l'altro da se', qui si annienta nel vuoto di ambienti tutti uguali in una logica che si modella su schemi di condotta coatti e tendenzialmente totalitari.
6. Finanziare il trasporto aereo significa togliere risorse dove sono necessarie
Il trasporto aereo toglie risorse alla mobilita' sostenibile.
Il trasporto aereo toglie risorse al turismo responsabile.
Il trasporto aereo toglie risorse ai servizi pubblici a beneficio delle persone bisognose.
Il trasporto aereo toglie risorse a politiche di giustizia e di solidarieta'.
Il trasporto aereo toglie risorse alle possibilita' di un'occupazione sicura e dignitosa.
7. Della virtu' del limite
Il volo lasciamolo agli uccelli.
Il cielo lasciamolo alle stelle.
Cessiamo di volere tutto e tutto distruggere.
E' l'unica Terra che abbiamo.
Vi e' una sola umanita'.
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Contro il mito della velocita', la scelta della lentezza
La velocita' e' l'arma e la bandiera dei poteri economici globalizzati (e dei loro spietati apparati burocratici, politici, ideologici, militari) che stanno irreversibilmente devastando la biosfera, schiavizzando gran parte dell'umanita' e provocando la catastrofe della civilta'.
Solo opponendosi alla velocita' (alla sua ideologia e alla sua tecnologia; alla sua prassi e alla sua idolatria; al suo sistema di potere e alla sua scala di valori), si puo' difendere l'umanita' e la biosfera.
Poiche' costitutivi della vita e della civilta' umana sono il limite, la lentezza, il consistere, il ricordare, il tramandare, il prendersi cura, la fedelta'.
Solo fermandosi si conosce, solo restando si ama.
La corsa e' sempre la corsa verso la morte.
Chi vuole lottare per la liberazione dell'umanita', per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per preservare la biosfera, deve necessariamente fare la scelta nonviolenta della virtu' della lentezza.
Devi fermarti ad ascoltare. Devi rallentare il passo. Devi attendere e non forzare i movimenti. Lunga e' l'attesa e quell'attesa e' la vita che scorre. Se sai fermarti ascolti. Se sai ascoltare ti fermi. Li', in quel silenzio e in quel guatarsi, in quell'immobilita' che trema e palpita, li' si da' umano un incontro ancora, e li' il mondo, il mobile mondo delle cose fluttuanti, si manifesta in un'epifania struggente e luminosa.
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Quid agendum
Una politica del trasporto aereo ragionevole e democratica dovrebbe:
a) proibire l'uso degli aeromobili (cosi' come di ogni altro strumento) per uccidere;
b) proibire l'uso del trasporto aereo a fini di divertimento;
c) limitare l'uso del trasporto aereo di merci e persone secondo criteri di effettiva necessita', pubblica utilita' e non sostituibilita';
d) consentire il trasporto aereo per fini di pubblica utilita', ed in particolare per soccorrere popolazioni e persone in pericolo, salvare vite umane, impedire o contrastare catastrofi, difendere la natura, i beni culturali, le infrastrutture civili.
Valgono per il trasporto aereo gli stessi criteri che valgono per ogni umana attivita'. Anche l'ambito del trasporto aereo e' sussunto ai valori morali, ai civili principi e alle norme giuridiche della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione della Repubblica italiana.

6. "VORREMMO PREGARLA...". A TUTTE E TUTTI I PARLAMENTARI DEMOCRATICI UN APPELLO

Gentile onorevole,
vorremmo pregarla di aderire all'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alex Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia, appello al quale hanno gia' aderito anche tre ministri emeriti, Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge, e 167 suoi colleghi parlamentari in carica di varie forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, e insieme a loro migliaia di cittadini, tra cui innumerevoli illustri personalita' della vita culturale, morale, civile ed istituzionale, personalita' come Anna Bravo, Giancarla Codrignani, Heidi Gaggio Giuliani, Francuccio Gesualdi, Chiara Ingrao, Raniero La Valle, Luisa Morgantini, Giorgio Nebbia, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Savino Pezzotta, Annamaria Rivera.
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L'appello evidenzia che "Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano"; e poiche' Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".
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Le segnaliamo anche che l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia (che rappresenta tutti i Comuni italiani) per quanto attiene all'ambito di sua specifica competenza e peculiare interesse, ovvero in riferimento alle elezioni comunali, da anni ha predisposto un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'".
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Le saremmo assai grati se anche lei volesse esprimere il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", o almeno alla proposta dell'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia per il diritto di voto a tutti i residenti nelle elezioni amministrative.
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E' con la democrazia che si contrasta il razzismo, la violenza, la barbarie. E il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto".
Grazie per l'attenzione ed auguri di buon lavoro.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, che coordina l'iniziativa dell'appello "Una persona, un voto"
Viterbo, 20 settembre 2017
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Allegato primo: Una breve notizia sul "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' stato fondato negli anni '70 del secolo scorso. Negli anni '80 ha coordinato in Italia la principale campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha organizzato il primo convegno nazionale di studi su Primo Levi all'indomani della scomparsa del grande testimone della dignita' umana. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Coordina l'iniziativa dell'appello all'Italia civile "Una persona, un voto".
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Allegato secondo: Il testo integrale dell'appello "Una persona, un voto"
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it, unapersonaunvoto at outlook.it, unapersonaunvoto at libero.it
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Allegato terzo: I 167 parlamentari che hanno gia' aderito all'appello
Roberta Agostini, Luisella Albanella, Maria Amato, Sofia Amoddio, Ileana Argentin, Tiziano Arlotti (relativamente alle elezioni amministrative), Massimo Artini, Lorenzo Basso, Eleonora Bechis, Paolo Beni, Massimiliano Bernini, Giuseppe Berretta, Maria Teresa Bertuzzi, Stella Bianchi, Caterina Bini, Tamara Blazina, Fabrizio Bocchino, Antonio Boccuzzi, Paola Boldrini, Francesca Bonomo, Michele Bordo, Enrico Borghi, Daniele Borioli, Luisa Bossa, Chiara Braga, Beatrice Brignone, Claudio Broglia, Vincenza Bruno Bossio, Enrico Buemi, Renata Bueno, Salvatore Capone, Sabrina Capozzolo, Renzo Carella, Anna Maria Carloni, Elena Carnevali, Mara Carocci, Marco Carra, Maria Chiara Carrozza, Floriana Casellato, Franco Cassano, Felice Casson, Marco Causi, Massimo Cervellini, Vannino Chiti, Eleonora Cimbro, Monica Cirinna', Giuseppe Civati, Laura Coccia, Roberto Cociancich, Paolo Corsini, Paolo Cova, Giuseppe Luigi Cucca, Gianni Cuperlo, Erica D'Adda, Alfredo D'Attorre, Luigi Dallai, Loredana De Petris, Lello Di Gioia, Marco Di Lello, Nerina Dirindin, Umberto D'Ottavio, Donatella Duranti, Laura Fasiolo, Nicoletta Favero, Marco Fedi, Ciccio Ferrara, Elena Ferrara, Giuseppe Fioroni, Vincenzo Folino, Cinzia Fontana, Paolo Fontanelli, Federico Fornaro, Filippo Fossati, Nicola Fratoianni, Carlo Galli, Paolo Gandolfi, Daniela Gasparini, Maria Grazia Gatti, Anna Giacobbe, Francesco Giacobbe, Andrea Giorgis, Gianni Girotto, Luisa Gnecchi, Miguel Gotor, Gero Grassi, Monica Gregori, Giuseppe Guerini, Maria Cecilia Guerra, Paolo Guerrieri, Maria Iacono, Vanna Iori, Florian Kronbichler, Luigi Lacquaniti, Silvio Lai, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Andrea Maestri, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Luigi Manconi, Massimiliano Manfredi, Claudia Mannino, Irene Manzi (relativamente alle elezioni amministrative), Maino Marchi, Raffaella Mariani, Giovanna Martelli, Claudio Martini, Michela Marzano, Alessandro Mazzoli, Michele Meta, Corradino Mineo, Franco Mirabelli, Michele Mognato, Daniele Montroni, Mario Morgoni, Delia Murer, Martina Nardi, Luis Alberto Orellana (relativamente alle elezioni amministrative), Francesco Palermo, Oreste Pastorelli, Luca Pastorino, Edoardo Patriarca, Carlo Pegorer, Serena Pellegrino, Vinicio Peluffo, Caterina Pes, Alessia Petraglia, Stefania Pezzopane, Salvatore Piccolo, Antonio Placido, Francesca Puglisi, Laura Puppato (relativamente alle elezioni amministrative), Roberto Rampi, Francesco Ribaudo, Lucrezia Ricchiuti, Lara Ricciatti, Maria Grazia Rocchi, Giuseppe Romanini, Gessica Rostellato, Roberto Ruta, Gian Carlo Sangalli, Giovanna Sanna, Mario Sberna, Francesco Scalia, Gian Piero Scanu, Gea Schiro', Arturo Scotto, Chiara Scuvera, Angelo Senaldi, Marina Sereni, Camilla Sgambato, Gianluca Susta, Bruno Tabacci, Veronica Tentori, Alessandra Terrosi, Marietta Tidei, Walter Tocci, Stefano Vaccari, Giuseppe Vacciano, Daniela Valentini, Liliana Ventricelli, Walter Verini, Adriano Zaccagnini, Sandra Zampa, Alessandro Zan, Giorgio Zanin.

7. NEL RICORDO DI ALFIO PANNEGA CELEBRATA A VITERBO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE

Ricorrendo il 21 settembre la Giornata internazionale della pace, istituita dall'Onu per esortare l'umanita' a porre fine a tutte le guerre e le uccisioni, ed il genetliaco di Alfio Pannega (Viterbo, 1925-2010), il poeta e militante politico viterbese che per l'intera sua vita si adopero' per la pace, i diritti umani e la difesa del mondo vivente, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di riflessione e di testimonianza.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha tenuto una commemorazione, cui e' seguito un momento di convivialita'.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
L'incontro si e' concluso con l'appello a promuovere ovunque il 2 ottobre, nell'anniversario della nascita di Gandhi che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza, iniziative di riflessione e di mobilitazione per la pace e i diritti umani, per contrastare la violenza nell'unico modo concreto e coerente: con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza che sola salva le vite e riconosce la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
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Noi che abbiamo avuto la fortuna grande di conoscerlo, sappiamo che se Alfio fosse oggi qui con noi ancora ci esorterebbe alla lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; ancora ci esorterebbe alla lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; ancora ci esorterebbe alla lotta in difesa del mondo vivente. Poiche' per tutta la vita Alfio ha lottato per la liberazione dell'umanita', per tutta la vita ha coraggiosamente donato quanto aveva per aiutare gli altri, per tutta la vita ha testimonato come sia possibile vivere una vita degna e generosa anche nella poverta', per tutta la vita ha dimostrato come l'umanita' potrebbe e dovrebbe essere. Sono gia' sette anni che Alfio ci ha lasciato, l'impegno che fu suo e' ancora il nostro.
In questi giorni in cui tremendi disastri naturali ci ricordano la nostra essenziale fragilita' e quindi il dovere di riconoscerci un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente e prestarci quindi vicendevole soccorso; in questi giorni in cui nel nostro paese con somma ferocia uomini violentano e uccidono donne; in questi giorni in cui il razzismo infuria anche nella societa' e nella politica del nostro paese; in questi giorni in cui guerre, dittature, persecuzioni e schiavitu' mietono vittime in tante parti del mondo; in questi giorni in cui dittatori folli minacciano di provocare una catastrofe atomica e il nostro stesso paese non ha ancora sottoscritto l'impegno promosso dall'Onu per fermare la proliferazione nucleare; in questi giorni in cui il nostro paese continua a rifornire di armi regimi che violano i diritti umani e che conducono guerre e compiono stragi; in questi giorni in cui continua la devastazione della biosfera da parte di poteri economici e politici criminali che schiavizzano tanta parte dell'umanita', e rapinano e devastano ed avvelenano tanta parte del pianeta; ebbene, noi riaffermiamo il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione e alla civile convivenza. Riaffermiamo il dovere di opporci a tutte le violenze. Riaffermiamo l'impegno ad agire per la pace con mezzi di pace. Riaffermiamo la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. Non vi e' alcuna concreta possibilita' di lotta adeguata ed efficace contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo, contro un sistema di potere schiavista e rapinatore, contro la devastazione della biosfera, se non facendo la scelta della nonviolenza. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Dalla Giornata internazionale della pace che celebriamo oggi, 21 settembre, lanciamo un appello a tutte le persone di volonta' buona e a tutte le istituzioni democratiche a promuovere ovunque il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, iniziative di riflessione e di mobilitazione.
Opporsi alla guerra, agli eserciti, alle armi. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega, ogni giorno ci si impegni per la pace, contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze.

8. "RILEGGENDO BENEDETTO CROCE". UN INCONTRO DI STUDIO

Si e' svolto venerdi' 22 settembre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Rileggendo Benedetto Croce".
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine da varie opere del grande pensatore.
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Benedetto Croce (Pescasseroli, 1866 - Napoli 1952), filosofo illustre ed insigne educatore all'impegno intellettuale, morale e civile, nitido oppositore del fascismo, coraggioso suscitatore della resistenza alla barbarie. Fu maestro di civile condursi, di dedizione agli studi che migliorano i costumi e le istituzioni e rendono il mondo abitabile, strenuo lottatore per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, generoso nel recare aiuto alle persone di aiuto bisognose, sollecito sempre del pubblico bene, diuturnamente memore della virtu' che illumina, testimone dell'umana bonta', della civilta' che e' una. Tutte le sue opere meritano di essere lette e meditate, la sua prosa - che il vigile suo pensiero sempre esprime in forme chiare e oneste - e' tra le piu' nitide e luminose della letteratura italiana del Novecento.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

9. "CONTARE LE TESTE INVECE DI ROMPERLE". E' CON IL DIRITTO DI VOTO CHE L'UMANITA' ABOLIRA' LA VIOLENZA. UNA LETTERA AI PRESIDENTI DELLA CAMERA E DEL SENATO

Egregi Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
sembra prossima alla conclusione la discussione parlamentare sulla nuova legge elettorale, e purtroppo sembra che essa non prendera' in considerazione il fatto flagrante che a quasi un decimo della effettiva popolazione italiana continui ad essere precluso il primo diritto democratico, il diritto di voto.
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Cio' che caratterizza la democrazia rispetto alle altre forme di governo e' infatti il principio "Una persona, un voto": ma oggi in Italia ad oltre cinque milioni di persone il diritto di voto non e' riconosciuto, solo perche' non sono nate qui. Eppure qui vivono, qui lavorano, qui rispettano le leggi, qui fanno crescere i loro figli nella lingua e nella cultura di questo paese, nel sentimento di appartenenza a questo paese.
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Un appello promosso da personalita' autorevoli e rappresentative della vita culturale, morale, civile ed istituzionale del nostro paese (come Anna Bravo, Giancarla Codrignani, Heidi Gaggio Giuliani, Francuccio Gesualdi, Chiara Ingrao, Raniero La Valle,  Lidia Menapace, Luisa Morgantini, Giorgio Nebbia, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Savino Pezzotta, Annamaria Rivera, Alessandro Zanotelli, e con essi i ministri emeriti Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge, e con essi 167 parlamentari di varie forze politiche sia di maggioranza che di opposizione) chiede al Parlamento che sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
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Prima che la discussione si concluda, prima che la nuova legge elettorale sia approvata ribadendo un'esclusione ingiusta, vogliate invitare - nelle forme che riterrete adeguate - il Parlamento e il Paese ad una riflessione sincera, ad un impegno di verita', ad inverare pienamente la democrazia.
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Come ebbe a scrivere Guido Calogero nell'incipit di un aureo suo libro: "la democrazia e' il sistema di contare le teste invece che di romperle".
E' con la democrazia che si contrasta l'ingiustizia e la barbarie.
E' con il diritto di voto che l'umanita' abolira' la violenza.
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Ringraziandovi per quanto state quotidianamente facendo per il bene comune, come per la vostra gentile e generosa attenzione, vogliate gradire distinti saluti.

10. IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA, OVUNQUE SI SVOLGANO INIZIATIVE DI PACE E DI SOLIDARIETA'

Si avvicina il 2 ottobre, l'anniversario della nascita di Gandhi che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza. Che ovunque si svolgano iniziative di riflessione e di mobilitazione per la pace e i diritti umani, per contrastare la violenza nell'unico modo concreto e coerente: con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza che sola salva le vite e riconosce la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
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Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recente libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999. Tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006.

11. FENOMENOLOGIA DEL DEMAGOGO. IMPROMPTU

Picchia duro sul piu' odiato. Purche' il piu' odiato sia inoffensivo.
Persuade i suoi seguaci che tutto il male e' concentrato in un punto.
Persuade i suoi seguaci che lui e loro sono tutto il bene senza alcun residuo.
Non ha bisogno di prove, ha la parola. Ergo non puo' ammettere che altri parlino.
Non gli interessa che il suo agire mieta vittime.
Non gli interessa che i suoi seguaci siano barbari e sempre piu' li imbarbarisca.
Il solo pensiero che pensa e': vincere.
La sola esistenza che conta e' la sua: lui e' il popolo, lui e' tutto.
Il mondo che sogna e' un pollaio in cui lui e' l'unico gallo.
Pensa di avere come unico erede il diluvio.
Crede sia vero solo cio' che dice, ed e' vero solo perche' lui lo dice.
Dalla visione della sofferenza ha imparato: infliggila.
Dalla paura della morte ha appreso: chi muore ha torto, ergo chi ha torto merita di morire.
Non ha mai letto un libro, lo scrive.
Non crede possibile che due libri diversi possano essere entrambi veritieri.
In una biblioteca vede un complotto da estinguere col fuoco.
Nell'esercizio della memoria un delitto di lesa maesta'.
Odia ogni potere finche' non lo possiede.
Odia ogni vita che non serva ad intensificare la sua.
Quando e' solo si spoglia e danza nudo.

12. L'UOMO SENZA VOCE

Ed io sono l'uomo senza voce
perche' non ho il telefonino
perche' non ho la connessione a internet
perche' non mi si accende il computer.

Ed io sono l'uomo senza voce
perche' ho esaurito tutte le bestemmie
perche' ho sentito tutti i dischi
perche' so che nessuno mai ti ascolta.

Ed io sono l'uomo senza voce
che scrive le parole che non pensa
che scaglia frecce al cielo senza torri
la cui lingua e' stata mozzata.

Ed io che sono l'uomo senza voce
ti guardo e ti contagio amico mio.

13. QUALUNQUE AUTORE LEGGI

Dopo un po' che lo leggi
ti sembra che ti dica qualcosa

14. IL CALZOLAIO

Impara il mestiere del calzolaio
che mentre canta batte e batte il cuoio

Impara il mestiere del calzolaio
che taglia il cuoio e lo buca e lo cuce

Impara il mestiere del calzolaio
che sa l'arte di farti camminare

Impara il mestiere del calzolaio
perche' chi ha scarpe ha pane e nessun altro

Impara il mestiere del calzolaio
e poi rifiutati di farlo

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 278 dell'11 novembre 2017

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