[Nonviolenza] Telegrammi. 2876



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2876 del 5 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Severino Vardacampi: Alcuni pensieri elementari
2. Movimento Nonviolento, PeaceLink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, Associazione Antimafie Rita Atria: Appello per il 4 novembre 2017 "Ogni vittima ha il volto di Abele"
3. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
4. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. Giobbe Santabarbara: Alcune frettolose noterelle sui fondamenti di un'etica materialistica (proseguendo un colloquio corale)
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. SEVERINO VARDACAMPI: ALCUNI PENSIERI ELEMENTARI

Siamo esseri umani, in quanto tali costitutivamente esposti al dolore e alla morte, e sempre in quanto tali dotati di intelligenza, di comprensione; sappiamo quindi che abbiamo il dovere di non aggiungere altra sofferenza alla sofferenza ineludibile poiche' intrinseca al nostro statuto biologico, sappiamo che abbiamo il dovere di agire per ridurre la sofferenza, il dovere di opporci alla morte, il dovere di aiutarci l'un l'altro, di condividere i beni e convivere in pace e solidarieta'.
*
Siamo esseri viventi, la morte e' il nostro comune nemico: e quindi abbiamo il dovere di non uccidere, il dovere di opporci a tutte le uccisioni.
Chi ci strappa la vita, ci toglie tutto, ogni altro diritto, ogni altra possibile esperienza.
La prima regola della vita associata e' il rispetto per la vita altrui.
Ogni attivita' che preveda l'uso delle armi confligge con questa prima regola. Ogni organizzazione finalizzata ad uccidere, ovvero anche solo ad addestrare ad uccidere, confligge con questa prima regola. Ogni produzione, ogni commercio ed ogni detenzione di armi confligge con questa prima regola.
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Chiamiamo nonviolenza la scelta nitida e intransigente di salvare le vite.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria e urgente.
Chiamiamo nonviolenza il compito attuale dell'umanita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ogni vittima ha il volto di Abele.

2. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK, CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI, ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE RITA ATRIA: APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE 2017 "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

4 novembre 2017: non festa, ma lutto.
Cento anni dopo Caporetto: basta guerre!
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Oltre cento anni dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, mentre e' tragicamente in corso la "terza guerra mondiale a pezzi", e' ora di dire basta.
Per questo sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta, incardinata, calendarizzata e ora all'attenzione della Quarta Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
Obiettivo della Campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrità della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo.
Nel nostra Paese, invece:
la spesa militare italiana e' ormai arrivata ad oltre 60 milioni al giorno;
in Sicilia - nonostante le denunce e le mobilitazioni - prosegue la realizzazione del Muos;
l'Abruzzo attende ancora la piena ricostruzione dopo il terremoto del 2009; il Centro Italia dopo il terremoto dell'anno scorso e' ancora al punto zero;
in Piemonte, mentre a Cameri si alza il primo F35 la Val Susa continua a bruciare, ultimo capitolo di una stagione degli incendi che quest'anno sembra non finire mai, davanti alla quale le strutture di emergenza sono apparse totalmente inadeguate;
nel contempo il nostro Governo non ha ancora ratificato il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, mentre il Premio Nobel per la Pace 2017 e' stato conferito proprio alla Campagna Ican che ha promosso e sostenuto questo importante risultato raggiunto dalle Nazioni Unite.
La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "sacro dovere della difesa della patria" (art. 52).
Uniamoci idealmente in una sorta di staffetta civile tra commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, ribadendo che il 4 novembre e' giorno di lutto e non di festa per la partecipazione all'inutile strage della prima guerra mondiale. Ovunque sia possibile, in ogni piazza d'Italia. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
Per informazioni sulla Campagna "Un'altra difesa e' possibile" vai al sito www.difesacivilenonviolenta.org Segreteria della Campagna c/o il Movimento Nonviolento
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail:an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Associazione Antimafie "Rita Atria"
per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it

3. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

4. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

6. DIALEGHESTAI. GIOBBE SANTABARBARA: ALCUNE FRETTOLOSE NOTERELLE SUI FONDAMENTI DI UN'ETICA MATERIALISTICA (PROSEGUENDO UN COLLOQUIO CORALE)

In conseguenza del colloquio svoltosi a Viterbo nella Giornata del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre, alcune persone amiche mi hanno chiesto di esprimere in modo piu' articolato il mio punto di vista su alcune questioni fondamentali. Senza alcuna pretesa di originalita', ripetendo peraltro cose che chi mi conosce mi avra' sentito gia' dire un milione di volte, e soprattutto sperando di non dare un dispiacere alle stesse persone amiche che mi hanno sollecitato, offro qui queste brevi, frettolose noterelle senza altra intenzione che quella di contribuire alla prosecuzione del nostro corale colloquio.
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1. Noi materialisti
Proprio perche' non abbiamo speranza in una vita ulteriore, in una ricompensa o un riscatto futuri, e proprio perche' non crediamo che incomba ad altri fare il bene che noi non facciamo, o pareggiare i conti che lasciamo aperti, crediamo di dover adempiere al meglio in quest'unica vita i doveri che sentiamo propri di ogni essere umano dotato di comprensione e capace di agire nel mondo.
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2. La regola aurea
Poiche' siamo animali sociali e per poter vivere abbiamo bisogno dell'aiuto altrui, riconosciamo a tutti gli esseri umani il nostro stesso statuto, i nostri stessi diritti e doveri. E' questa la massima del patto sociale fondamentale: agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te.
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3. Del nostro essere nel mondo
Esposto alla sofferenza e alla morte e' il nostro essere nel mondo; prima norma sia dunque quella di non aggiungere altra sofferenza ed altra morte. Opponiti quindi ad ogni azione che provoca sofferenza e morte. Opponiti quindi ad ogni struttura e prassi che nel suo stesso consistere e darsi genera sofferenza e morte. Agisci per recare soccorso e sollievo ad ogni essere umano che sia nel pericolo, nella paura, nel bisogno, nell'oppressione. Senza il bene della vita, nessun altro bene si da'. Senza un qualche sollievo dal dolore nessuna vita e' sostenibile.
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4. Diversi quindi eguali, eguali perche' diversi
E' l'unicita' di ogni individuo, la sua peculiare, radicale diversita' da ogni altro, che fonda l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani. Agisci affinche' questa eguaglianza (che e' sinolo di giustizia e liberta'), questa dignita' (che e' altresi' appello al riconoscimento e alla solidarieta'), questi diritti (che sono insieme doveri, responsabilita' e condivisione) non siano conculcati.
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5. Sulla messa in comune dei beni
L'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani implica il dovere di condividere i beni.
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6. Persona e mondo
Piu' in profondita' occorre riconoscere che poiche' l'esistenza umana si da' nel mondo, e non potrebbe essere altrimenti, vi e' un dovere di salvaguardia del mondo - la parte di mondo umanamente raggiungibile - nella pluralita' e nell'equilibrio delle sue forme, sia viventi che inerti secondo la nostra percezione. Premesso e fatto salvo il diritto di ogni essere umano, e dell'umanita' nel suo insieme come nel suo strutturarsi in comunita' di dimensioni diverse, di usare ragionevolmente dei beni della natura per nutrirsi e garantirsi un'esistenza degna, la difesa della biosfera e il rispetto per la natura costituiscono doveri ineludibili.
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7. Sulla continuita' con gli altri animali
Una visione materialistica dello statuto dell'essere umano implica il riconoscimento della continuita' con gli altri esseri viventi e la particolare prossimita' con gli altri animali. Questo a sua volta implica l'esistenza di doveri umani nei confronti degli altri animali palesemente dotati di sensibilita' e coscienza, ovvero il riconoscimento di diritti degli altri animali, in primo luogo il diritto alla vita.
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8. Lungo l'asse del tempo
Noi siamo la nostra esperienza, ovvero la coscienza delle nostre esperienze nel mondo: tale coscienza si da' in forma di relazione e di memoria. Relazione con gli altri: l'umanita' essendo plurale, ed ogni persona nascendo dall'incontro di altre persone, sopravvivendo e crescendo nei primi anni della propria vita grazie all'accudimento da parte di altre persone, e poi lungo l'intero corso della vita abbisognando del rapporto con gli altri per poter vivere un'esistenza piena e degna. Memoria: che fonda il pensare e quindi l'agire razionale; nella concreta umana esistenza non dandosi esperienza senza che essa diventi memoria, e senza memoria non dandosi comprensione del nuovo; noi siamo la nostra memoria e la memoria dell'umanita'. Questa consapevolezza e' insieme riconoscimento e riconoscenza. Salvaguardare la memoria e' eredita' del passato che il passato tiene vivo, difesa del presente dall'assalto dell'insignificanza e apertura della vita al futuro: la memoria e' la civilta' umana. La memoria e' la forma specificamente umana di opporsi alla morte; e' prassi di resistenza e di solidarieta', e' opposizione alla violenza che annienta.
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9. La scelta della nonviolenza
Da tutto quanto precede discende la scelta della nonviolenza: che e' forza della verita', innocenza agente, meditata disposizione al riconoscimento e alla riconoscenza nei confronti dell'altro; che e' la politica prima orientata al bene comune dell'umanita' nessuna persona esclusa.
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10. Sul crinale apocalittico
Giunti al presente tornante della storia umana ci troviamo sul crinale apocalittico di cui parlava padre Balducci nel 1981 enunciando quelle che chiamava "le tre verita' di Hiroshima".
Scriveva: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
"La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
"La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l''accadimento' funesto generava l''avvenimento' fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
Cosi' scriveva Ernesto Balducci nel 1981.
Chiunque vede che oggi si pone una drastica alternativa: proseguire lungo la via della violenza porta all'estinzione dell'umanita'; occorre dunque decidersi per la nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
In guisa di postilla
Le tesi che precedono non ci sembrano incompatibili con punti di vista religiosi, anche delle tre religioni del libro.
Tra le autrici e gli autori che ci hanno nutrito vi sono naturalmente Mose' Maimonide, Dietrich Bonhoeffer ed Averroe'; certamente Emmanuel Levinas, Karl Barth e Fatima Mernissi; ma anche Socrate e Seneca ed Hannah Arendt; e Lucrezio e Leopardi e Rosa Luxemburg; ma anche Confucio ed i testi taoisti e buddhisti; e Lev Tolstoj e Simone Weil e Mohandas Gandhi; e Ludwig Feuerbach e Virginia Woolf e Luce Irigaray; e Martin Buber e Franca Ongaro Basaglia e Silvia Vegetti Finzi e Luce Fabbri.
Ed anche ovviamente ci ha molto giovato un incontro attento ed ermeneuticamente adeguato con la Torah, i Vangeli e il Corano. In quei libri, e negli altri che con essi costituiscono parti di un canone condiviso da gran parte dell'umanita' - quantomeno come tradizione culturale -, a noi sembra che l'umanita' ascolti e dica parole di pace, ragioni di incontro, esperienze di verita': responsabilita' per l'altro, principio speranza ed ortopedia del camminare eretti.
E' ovvio, occorre una lettura adeguata, come una volta per tutte - e per tutti - chiari' Hillel: la regola aurea e il commento. La regola aurea ("agisci verso le altre persone cosi' come vorresti che esse agissero verso di te") e' la disposizione personale e il patto sociale che garantiscono la convivenza; il commento e' il dialogo infinito dell'umanita'.
Anche i testi che si chiamano sacri sono testi: ovvero messaggi scritti da esseri umani, espressi in linguaggio umano, fissati nella lingua che gli esseri umani comprendono, e poiche' quell'annuncio e' dato a precise persone in un tempo e in un luogo precisi, e di li' poi s'irradiano all'umanita' intera, occorre saperli leggere con strumenti esegetici adeguati.
Per secoli i poteri assassini hanno preteso di agire in nome di Dio (o della Storia, della Nazione, dell'Umanita', di altri concetti ancora tutti ugualmente resi astratti e disumani), ma se in quel nome sappiamo leggere cio' che in altro, piu' modesto linguaggio chiamiamo semplicemente il bene, e' evidente che quei poteri assassini abusano delle parole che pronunciano, e ne abusano per poter opprimere e uccidere le loro vittime. Nessuna religione, come nessuna filosofia, nessuna ideologia sinceramente sentita e coerentemente pensata puo' essere asservita al fine di opprimere ed uccidere: ogni essere umano sa che rispettare le persone e salvare le vite e' bene; che opprimere e uccidere e' male. Che il bene possa volere il male e' una flagrante contraddizione in termini.
E' nostra persuasione che in forme linguistiche diverse, con diverse configurazioni di pensiero, diverse appercezioni e concettualizzazioni, diverse modalita' descrittive ed interpretative, argomentative e/o narrative, tutte le grandi tradizioni culturali orientate a promuovere la vita in comune ed il mutuo riconoscimento e soccorso (senza di cui non si da' "religio", cioe' "communio"; senza di cui non si da' giustizia e misericordia, empatia e responsabilita', liberta' e felicita'), al di la' degli accidentali, superficiali e per quanto duri infine volatili tegumenti di cui talora si rivestono, liberate dalle alienanti e opprimenti strutture e sovrastrutture che talora o sovente le imprigionano e abbrutiscono, propongano sostanzialmente un medesimo invito.
Chiamiamo nonviolenza questo invito.
L'invito a salvare le vite. L'invito al bene comune. L'invito alla convivenza nella diversita' e nell'eguaglianza, nella dignita' e nella solidarieta'. L'invito ad essere tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Cent'anni dall'Ottobre, cent'anni di eresie, volume monografico di "MicroMega. Almanacco di storia", n. 7, 2017, Gedi, Roma 2017, pp. 208, euro 15.
*
Riletture
- Nello Rosselli, Mazzini e Bakunin, Einaudi, Torino 1967, 1976, pp. 384.
*
Riedizioni
- Carlo Maria Martini, Parlate con il cuore, Rcs, Milano 2012, 2017, pp. 126, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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