[Nonviolenza] Telegrammi. 2874



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2874 del 3 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento, PeaceLink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, Associazione Antimafie Rita Atria: Appello per il 4 novembre 2017 "Ogni vittima ha il volto di Abele"
2. "Nostra sorella Antigone". Alcune parole dette a Viterbo il 2 novembre 2016
3. "Il nostro 4 novembre. Il volto di Abele. Le tre verita' di Hiroshima". Alcune parole dette a Viterbo il 3 novembre 2016
4. La mattina del 4 novembre 2016 a Viterbo...
5. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
6. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. Richard Hambleton
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK, CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI, ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE RITA ATRIA: APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE 2017 "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

4 novembre 2017: non festa, ma lutto.
Cento anni dopo Caporetto: basta guerre!
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Oltre cento anni dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, mentre e' tragicamente in corso la "terza guerra mondiale a pezzi", e' ora di dire basta.
Per questo sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta, incardinata, calendarizzata e ora all'attenzione della Quarta Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
Obiettivo della Campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrità della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo.
Nel nostra Paese, invece:
la spesa militare italiana e' ormai arrivata ad oltre 60 milioni al giorno;
in Sicilia - nonostante le denunce e le mobilitazioni - prosegue la realizzazione del Muos;
l'Abruzzo attende ancora la piena ricostruzione dopo il terremoto del 2009; il Centro Italia dopo il terremoto dell'anno scorso e' ancora al punto zero;
in Piemonte, mentre a Cameri si alza il primo F35 la Val Susa continua a bruciare, ultimo capitolo di una stagione degli incendi che quest'anno sembra non finire mai, davanti alla quale le strutture di emergenza sono apparse totalmente inadeguate;
nel contempo il nostro Governo non ha ancora ratificato il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, mentre il Premio Nobel per la Pace 2017 e' stato conferito proprio alla Campagna Ican che ha promosso e sostenuto questo importante risultato raggiunto dalle Nazioni Unite.
La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "sacro dovere della difesa della patria" (art. 52).
Uniamoci idealmente in una sorta di staffetta civile tra commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, ribadendo che il 4 novembre e' giorno di lutto e non di festa per la partecipazione all'inutile strage della prima guerra mondiale. Ovunque sia possibile, in ogni piazza d'Italia. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
Per informazioni sulla Campagna "Un'altra difesa e' possibile" vai al sito www.difesacivilenonviolenta.org Segreteria della Campagna c/o il Movimento Nonviolento
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail:an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Associazione Antimafie "Rita Atria"
per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it

2. MEMORIA. "NOSTRA SORELLA ANTIGONE". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO IL 2 NOVEMBRE 2016

Siamo qui per testimoniare due verita' e due impegni.
Che ogni vittima ha il volto di Abele.
Che Antigone e' la nostra prima maestra.
Che occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Che per opporsi alla guerra e alla violenza occorre scegliere la nonviolenza; occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; occorre lottare con la forza della verita' per abolire le guerre, gli eserciti e le armi; occorre lottare con la forza della verita' per abolire le strutture, le prassi e le ideologie della sopraffazione e dello sfruttamento, dell'asservimento e della dissipazione, della rapina e della devastazione; occorre agire in modo concreto e coerente per realizzare una societa' libera, giusta, solidale, una societa' sobria, responsabile, accudente, che ogni persona riconosca, accolga, sostenga, che rispetti gli esseri viventi e la biosfera, che inveri la coscienza che il primo dovere e' salvare le vite.
*
Non solo le vittime di tutte le guerre noi ricordiamo.
Il nostro pensiero va anche in questo momento alle vittime ed ai superstiti della serie di terremoti che ha colpito il nostro paese in questi ultimi mesi, tante vittime e tante devastazioni provocando.
E proprio dinanzi alla tragica realta' del terremoto sovvengono quelle mirabili parole di verita' di Giacomo Leopardi nella "Ginestra" in cui ricordando quanto fragile sia il nostro statuto biologico e come basti un lieve sommovimento sotterraneo per distruggere intere citta' e regioni e vite innumerevoli esortava l'umanita' ad unirsi in un impegno comune in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano; e sovvengono altresi' le altrettanto mirabili parole di Primo Levi ne "La bambina di Pompei" in cui allineando le mute testimonianze delle bambine vittime dell'eruzione del Vesuvio, della Shoah, della bomba di Hiroshima convocava l'umanita' intera a cessare per sempre di fare le guerre.
E quindi una e una stessa solidarieta' noi oggi esprimiamo alle vittime del terremoto e alle vittime delle guerre, ed affermiamo quindi il dovere di recare aiuto ai superstiti dell'una come dell'altra tragedia, il dovere di soccorrere, accogliere, assistere sia le vittime superstiti del sisma, sia le vittime superstiti della guerra e della fame, delle dittature e del terrorismo, vittime innocenti che tutto hanno perso e che hanno bisogno del nostro aiuto per salvare le loro vite. Ogni essere umano ha diritto alla vita, ogni essere umano ha il dovere di salvare le vite.
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Affermare che ogni vittima ha il volto di Abele significa riconoscere che vi e' una sola umanita', che tutti gli esseri umani ne fanno parte, che un unico destino tutti ci unisce.
E significa anche riconoscere che deve cessare lo scandalo di esseri umani che uccidono altri esseri umani, che deve cessare la violenza e l'indifferenza, che il nostro agire deve ispirarsi a quel "principio responsabilita'" che non resta inerte dinanzi al dolore dell'altro, al volto dell'altro che soffre, alla muta sua richiesta di aiuto, ma sente e sa che aiuto deve recargli con tutte le sue forze.
Siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ci sta a cuore la vita degli esseri umani e del mondo. E ci sta a cuore perche' noi stessi siamo esseri umani, senzienti e pensanti, e sentiamo e sappiamo che la regola aurea dell'umana condotta e' agire nei confronti degli altri cosi' come vorremmo che gli altri agissero verso di noi.
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Affermare che Antigone e' la nostra prima maestra significa riconoscere l'empatia che tutti ci lega, e la responsabilita' dinanzi al dolore degli altri, e il dovere a fare il bene perche' e' bene.
Significa affermare la pieta' verso i vivi e verso i morti, e altresi' verso i venturi, ponendosi come esempio del giusto condursi nelle tragiche distrette.
Significa affermare che tutti i fratelli sono fratelli, tutte le sorelle sorelle, e tutti e tutte - a cominciare dai piu' deboli, dai piu' indifesi - meritano la nostra pieta', il nostro aiuto.
Significa affermare che se la legge positiva della citta' e' empia, tu devi comunque fare la cosa giusta, esercitare la bonta', inverare l'umanita', difendere la civilta', fossi pure tu l'unica persona che lo fa (come diceva Gandhi: sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo).
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Concreto e coerente deve essere questo nostro impegno dalla parte delle vittime, questo nostro disporci all'ascolto delle vittime, questo nostro scegliere la nonviolenza come lotta nitida e intransigente contro tutte le violenze, contro tutte le menzogne, contro tutte le oppressioni, contro tutte le vilta' complici del male.
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Qui ed ora dobbiamo lottare contro la guerra e tutte le  uccisioni, per l'abolizione degli eserciti e delle armi che servono a uccidere gli esseri umani; e proprio questo 4 novembre a Trento si svolgeranno gli "Stati generali della difesa civile non armata e nonviolenta" promossi dalla campagna "Un'altra difesa e' possibile", e proprio l'iniziativa di Trento quest'anno costituisce il fulcro delle nostre commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, indicando la reale, necessaria, urgente alternativa alla cosiddetta "difesa" armata che non difende ma uccide; l'alternativa finalmente coerente col dettato della Costituzione della Repubblica italiana che "ripudia la guerra": la difesa popolare nonviolenta e i corpi civili di pace.
Occorre l'immediata cessazione della illegale e criminale partecipazione italiana alle guerre in corso.
Occorre un'immediata drastica riduzione delle spese militari dello stato italiano e un immediato ingente trasferimento di risorse per avviare la difesa civile non armata e nonviolenta.
Occorre denunciare la Nato come organizzazione terrorista e stragista ed operare per il suo immediato scioglimento ed affinche' i suoi responsabili siano tratti in giudizio dinanzi a una corte di giustizia internazionale per i reati commessi, promossi ed avallati.
Occorre far cessare la produzione di armi e far rispettare la legge che proibisce di fornire armi ad assassini, ad organizzazioni criminali, a stati in guerra ed a regimi che violano i diritti umani.
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Qui ed ora dobbiamo lottare contro le stragi nel Mediterraneo, contro il vero e proprio regime di apartheid che si sta realizzando in Italia ai danni di milioni di persone, contro le condizioni di schiavitu' in cui innumerevoli persone sono costrette nel nostro paese.
Occorre ottenere subito due provvedimenti legislativi indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Qui ed ora dobbiamo lottare contro il maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza.
Dobbiamo ottenere la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.
Dobbiamo sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento delle donne.
Dobbiamo sostenere la campagna internazionale "One billion rising".
Ed a Viterbo in particolare dobbiamo sostenere l'esperienza del centro antiviolenza "Erinna".
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Qui ed ora dobbiamo lottare in difesa dell'ambiente e del diritto alla salute, ed opporci quindi ad ogni opera nociva, ad ogni devastazione e ad ogni inquinamento, nella consapevolezza che devastare la biosfera e' sia un crimine in se', sia un crimine contro l'umanita'.
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Qui ed ora dobbiamo lottare in difesa della legalita' che salva le vite e protegge il debole dall'abuso del forte, dobbiamo difendere la Costituzione della Repubblica italiana, la Costituzione democratica ed antifascista.
E dobbiamo difenderla nel referendum del 4 dicembre con il No al golpe, con il No al fascismo, con il No alla barbarie.
Dobbiamo difendere la Costituzione il 4 dicembre votando No alla scellerata riforma che mira a mutilare e asservire il parlamento eletto dal popolo; votando No alla scellerata riforma che mira ad annichilire lo stato di diritto nel suo stesso fondamento: la separazione e il controllo dei poteri; votando No alla scellerata riforma che mira a cancellare la democrazia costituzionale frutto prezioso ed irrinunciabile della Resistenza antifascista.
Dobbiamo votare No, senza odio, senza violenza, senza paura, e sconfiggere il golpe degli apprendisti stregoni cosi' come il popolo cileno sconfisse e abbatte' la dittatura di Pinochet votando No nel referendum nel 1988.
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Siamo esseri umani, fragili e perituri; e siamo esseri viventi sociali che sanno che solo nella solidarieta', nella condivisione, nella convivenza e' possibile condurre una vita degna.
Siamo esseri umani, e sappiamo che il primo dovere morale, giuridico, politico, e' rispettare, sostenere, difendere, salvare le vite altrui.
Siamo esseri umani e sappiamo che dobbiamo opporci alla disumanita', alla barbarie, alle guerre e alle stragi.
La nonviolenza e' la scelta necessaria ed urgente per difendere la civilta' umana e con essa le nostre stesse vite dalla catastrofe.
Alla scuola di Rosa Luxemburg e di Virginia Woolf, di Lelio Basso e di Albert Camus, di Simone Weil e di Hannah Arendt, di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, di Simone de Beauvoir e di Ginetta Sagan, di Primo Levi e di Germaine Tillion, di Franca Ongaro Basaglia e di Laura Conti, di Aldo Capitini e di Danilo Dolci, di Bianca Guidetti Serra e di Tina Anselmi, di Nelson Mandela e delle madri di Plaza de Mayo, di Wangari Maathai e di Luce Fabbri, delle immumerevoli persone che si sono battute e si battono per l'umanita' contro ogni violenza.
Nel ricordo e all'ascolto delle vittime di tutte le guerre noi riaffermiamo il dovere di opporci a tutte le uccisioni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita', per una societa' di persone libere, solidali, eguali in diritti.
La nonviolenza e' in cammino.

3. MEMORIA. "IL NOSTRO 4 NOVEMBRE. IL VOLTO DI ABELE. LE TRE VERITA' DI HIROSHIMA". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO IL 3 NOVEMBRE 2016

Dopo l'immane catastrofe della prima guerra mondiale nel nostro paese fu istituita nella data del 4 novembre la "Festa delle Forze Armate", ovvero la festa delle macchine assassine che quell'immane massacro avevano eseguito.
Alcuni decenni fa i movimenti nonviolenti hanno iniziato a porre pubblicamente in discussione la "festa" del 4 novembre, con il motto "Non festa, ma lutto", ricordando le vittime delle guerre e denunciando il militarismo e la macchina bellica di quelle vittime responsabile.
All'inizio degli anni 2000 e' maturata l'idea di passare dalla subalterna contestazione delle cerimonie militariste all'autonoma realizzazione di commemorazioni nonviolente di tutte le vittime di tutte le guerre: questa e' l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele".
"Affinche' - come e' scritto nell'appello di convocazione - il 4 novembre, anniversario della fine dell''inutile strage' della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".
Il senso dell'iniziativa e' infatti uscire dalla subalternita' alle cerimonie militariste e scioviniste, e realizzare invece una degna commemorazione delle vittime delle guerre: esplicitando che solo se ci si oppone alla guerra si puo' onestamente e onorevolmente fare memoria e rendere omaggio alle sue vittime. Ovvero che ponendosi all'ascolto della voce estinta per sempre ed insieme per sempre insopprimibile delle innumerevoli persone dalla guerra uccise un appello si sente profondo, fermo e alto, nitido e accorato: che occorre cessare di fare le guerre, occorre cessare di uccidere, occorre cessare di organizzare armigeri e di produrre armi; occorre piuttosto adoperarsi a salvare le vite anziche' sopprimerle; occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; nella ineludibile consapevolezza che siamo una sola umanita', e la regola aurea che deve presiedere alle nostre relazioni a tutti i livelli deve essere "agisci nei confronti degli altri cosi' come vorresti che gli altri agissero nei tuoi confronti".
Le vittime della guerra ci convocano unanimi ad abolire la guerra, ci chiedono questo atto di verita', di giustizia, di umanita'.
*
Nell'epocale disastro provocato dal dominio della violenza, se vogliamo salvare l'umanita' occorre che la nonviolenza diventi finalmente la norma e la prassi di ogni sociale rapporto.
Meditiamo ancora una volta le tre verita' di Hiroshima di cui parlava Ernesto Balducci in un indimenticabile suo ragionamento: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
"La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
"La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l''accadimento' funesto generava l''avvenimento' fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
Questo diceva padre Balducci nel 1981, e le sue parole ci illuminano ancora.
La nonviolenza puo' e deve divenire la politica dell'umanita', e quindi essere anche una adeguata politica della sicurezza e della cooperazione, ovvero di difesa dei beni comuni, della biosfera e della civilta' umana; ed e' per questo che essa si pone anche come alternativa concreta e immediata alla difesa armata (che poi difesa non e', ma preparazione ad uccidere ed effettuale commissione di stragi; e si e' visto a quale tremenda distretta ha condotto l'umanita'). La nonviolenza propone di passare alla difesa civile non armata e nonviolenta, ai corpi civili di pace, a una politica internazionale dei diritti umani e dei popoli. La nonviolenza invera la promessa del costituzionalismo moderno. La nonviolenza realizza la civilta' umana che ogni essere umano riconosce e comprende.
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E quest'anno l'iniziativa delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre promossa col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" coinvolgera' ancora una volta diverse citta' ma in particolare avra' il suo luogo centrale a Trento, citta' in cui si svolgeranno gli "Stati generali della difesa civile non armata e nonviolenta" promossi dalla campagna "Un'altra difesa e' possibile": e questo incontro costituira' un ulteriore passo nella direzione della concreta e via via piu' estesa realizzazione e verifica di un programma costruttivo che dovrebbe divenire al piu' presto programma di governo di ogni paese civile: appunto la difesa popolare nonviolenta, la creazione dei corpi civili di pace, la gestione e risoluzione nonviolenta delle crisi e dei conflitti nella prospettiva della sicurezza comune e del condiviso benessere, attraverso la coerente operosa solidarieta' esercitata nei confronti di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

4. MEMORIA. LA MATTINA DEL 4 NOVEMBRE 2016 A VITERBO...

Come di consueto da quindici anni a questa parte la mattina del 4 novembre 2016 si e' tenuta a Viterbo la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre, iniziativa promossa col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha reso omaggio alle vittime sostando in silenzio dinanzi alle lapidi che ricordano le persone uccise della barbarie della guerra e della dittatura.
L'iniziativa si e' svolta come sempre in orario distinto e distante dalla grottesca cerimonia degli alienati prominenti che laidamente festeggiano le macchine assassine e l'ideologia sciovinista con retorica vacua e dereistica e scellerata insipienza e protervia.
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Dopo il silenzioso e addolorato omaggio alle vittime nei luoghi di Viterbo che ne recano traccia, la commemorazione nonviolenta e' proseguita con un incontro di testimonianza e meditazione presso la sede della struttura nonviolenta viterbese.
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha descritto ancora una volta il senso e il fine dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele", che da Viterbo nel corso degli anni si e' estesa a varie citta' italiane ed e' divenuta una campagna nazionale promossa da alcuni dei principali movimenti pacifisti e nonviolenti, e come l'intento dei promotori sia di smascherare e denunciare la stoltezza e l'immoralita' della "Festa delle Forze Armate" e di fare del 4 novembre - giorno anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale - un giorno di lutto, di consapevolezza e di impegno: lutto per tutte le vittime di tutte le guerre, consapevolezza che il ricordare e rendere omaggio a quelle innumerevoli vittime se non vuole essere un infame esercizio di ipocrisia e di complicita' con i poteri che le assassinarono, deve tradursi in impegno attuale e cogente ad opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a  tutte le armi; deve tradursi in impegno di pace, di solidarieta' con l'umanita' intera, di nonviolenza operosa.
Il nostro 4 novembre - ha evidenziato Peppe Sini - e' fedelta' nitida e intransigente alle vittime affinche' non vi siano piu' vittime; fedelta' nitida e intransigente alla Costituzione della Repubblica italiana che "ripudia la guerra" ed alla legalita' che solo e' legalita' quando salva le vite e non le violenta o sopprime; fedelta' nitida e intransigente all'umanita' sofferente che lotta per far cessare ogni oppressione, ogni violenza.
Affermare che "ogni vittima ha il volto di Abele" significa riconoscere l'unita' del genere umano; riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'; riconoscere che vi e' un solo mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; riconoscere che il primo dovere di ogni persona e' rispettare, aiutare, salvare le altre persone.
Affermare che "ogni vittima ha il volto di Abele" significa impegnarsi contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera e della civilta' contro ogni barbarie e ogni devastazione.
Affermare che "ogni vittima ha il volto di Abele" significa qui ed ora opporsi alla macchina bellica che sempre e solo ha la funzione di menare strage di esseri umani; significa qui ed ora opporsi alla violenza razzista e schiavista di mafie e governi che hanno fatto del Mediterraneo un immane cimitero e che pretendono imporre in Italia e in Europa un regime di apartheid; significa qui ed ora far cessare il femminicidio ed affermare finalmente l'eguaglianza di dignita' e di diritti di tutti gli esseri umani.
Cessi lo scandalo osceno della partecipazione italiana alle guerre in violazione della Costituzione repubblicana.
Cessi lo scandalo osceno delle decine di milioni di euro delle casse dello stato italiano ogni giorno sperperate per le spese militari.
Cessi lo scandalo osceno della partecipazione del nostro paese ad alleanze che costituiscono associazioni a delinquere, complicita' assassine; ed in particolare ed innanzitutto l'Italia si adoperi finalmente per lo scioglimento della Nato, organizzazione terrorista e stragista, ed affinche' i suoi responsabili siano processati per i crimini commessi.
Cessi lo scandalo osceno della produzione e del commercio di armi.
Cessi lo scandalo osceno della negazione del diritto agli esseri umani in fuga dalle guerre e dalla fame di entrare nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Cessi lo scandalo osceno della negazione del diritto di voto a milioni di persone che nel nostro paese vivono e lavorano.
Cessi lo scandalo osceno dell'assolutamente inadeguato impegno pubblico a contrastare il femminicidio ed ogni altra forma di violenza maschilista, dell'assolutamente inadeguato impegno pubblico a sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento delle donne, dell'assolutamente inadeguato impegno pubblico ad applicare integralmente la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.
*
Nel ricordo di Rosa Luxemburg e di Nelson Mandela, nel ricordo di Virginia Woolf e di Simone Weil, nel ricordo di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, nel ricordo di Hannah Arendt e di Wangari Maathai, nel ricordo di Aldo Capitini e di Danilo Dolci, nel ricordo di Laura Conti e di Bianca Guidetti Serra, nel ricordo di Nanni Salio e di Pietro Pinna, nel ricordo di tutte le Resistenze all'inumano e delle innumerevoli persone che si sono battute per salvare le vite, la nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Il 4 novembre cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

5. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

6. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

8. LUTTI. RICHARD HAMBLETON

E' deceduto Richard Hambleton, i cui uomini-ombra sui muri svelavano la disumanita' e il mistero delle citta', lo svanire delle persone, il persistere del dolore.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp. XIV + 826.
- Alessandro Portelli, L'ordine e' gia' stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Donzelli, Roma 1999, 2005, Feltrinelli, Milano 2012, pp. 480.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2874 del 3 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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