[Nonviolenza] "Non e' mai troppo tardi per fare la cosa giusta". Una lettera aperta ai capigruppo del Senato



 "NON E' MAI TROPPO TARDI PER FARE LA COSA GIUSTA". UNA LETTERA APERTA AI CAPIGRUPPO DEL SENATO

Egregie ed egregi capigruppo del Senato,
presto il Senato sara' chiamato a pronunciarsi sulla nuova legge elettorale. Prima che i gruppi da voi presieduti assumano decisioni irreversibili vorrei invitarvi a tener conto di due considerazioni che, qualora vi sembrassero persuasive, vi sarei grato se ne faceste oggetto di riflessione con i vostri colleghi senatori.
*
La prima: vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che nella quasi totalita' resteranno in questo paese per il resto della loro vita. Molti di loro sono qui da molti anni, fanno sovente lavori umili e indispensabili che non di rado i nativi rifiutano, i loro figli sono nati qui, e' di questo paese che si sentono parte. Si tratta di quasi un decimo della popolazione italiana, del popolo italiano cosi' come oggi realmente e'. Non vi sembra ragionevole che abbiano il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano? La democrazia si fonda sul principio "una persona, un voto": dove possono esercitare il loro diritto di voto questi nostri conterranei se non qui, nel paese dove vivono, di cui sono parte?
*
La seconda: molti di loro sono venuti in Italia perche' nei luoghi in cui sono nati imperversano dittature, guerre, schiavitu', disastri ambientali e fame. Nessuno piu' di loro sa quanto sia preziosa la democrazia. Nessuno piu' di loro ha ottime ragioni per impegnarsi per la pace, la solidarieta', il bene comune dell'umanita'. Io credo che nella loro stragrande maggioranza eserciterebbero il diritto di voto con esperta saggezza e assoluta fedelta' ai valori per cui lottarono le donne e gli uomini che si opposero al nazismo e al fascismo, le donne e gli uomini che concordi scrissero la Costituzione della Repubblica Italiana. Io credo che sarebbero i piu' strenui difensori delle nostre comuni liberta', del nostro ordinamento giuridico democratico.
*
Egregie ed egregi capigruppo del Senato,
so che questa lettera puo' sembrarvi ingenua, sebbene io sia un vecchio che ha dedicato all'impegno politico l'intera sua vita e quindi tutto posso essere tranne che un ingenuo.
Ma, quale che sia la vostra opinione, vorrei con tutto il cuore invitarvi a cogliere l'occasione che vi si presenta per introdurre finalmente nella nostra legislazione il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone stabilmente residenti nel nostro paese. L'Italia e' una repubblica democratica, ma quando quasi il dieci per cento della popolazione che stabilmente vi vive e' privato del diritto di voto, non stiamo precipitando verso un regime di apartheid? E se anche riteneste impossibile riuscire nei pochi mesi di qui alla fine della legislatura elaborare una legge elettorale adeguata al fine del riconoscimento del diritto di voto per tutti i residenti in relazione alle elezioni politiche, non potreste almeno approvarlo tale riconoscimento in relazione alle elezioni amministrative? L'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) ha predisposto da anni un progetto di legge a tal fine, recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto di legge presentato da anni in Parlamento, sostenuto non solo dalla generalita' degli enti locali consapevoli della realta' effettuale, ma anche da tante associazioni e da migliaia e migliaia di cittadini che apprezzarono e sottoscrissero a suo tempo le due proposte di legge d'iniziativa popolare della campagna "L'Italia sono anch'io" (l'altra e' quella - ragionevolissima anch'essa per chiunque l'abbia letta - cosiddetta dello "ius soli / ius culturae").
La legislatura sta per concludersi, e' vero. Ma non e' mai troppo tardi per fare la cosa giusta.
*
Vogliate gradire un cordiale saluto,

Peppe Sini
responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, che negli anni Ottanta del secolo scorso coordino' per l'Italia la piu' vasta campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, e che oggi coordina l'iniziativa dell'appello "Una persona, un voto" che ha come primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, appello cui hanno gia' aderito anche 187 parlamentari in carica e tre ministri emeriti

Viterbo, 19 ottobre 2017

Mittente: Coordinamento dell'iniziativa dell'appello "Una persona, un voto", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com