[Nonviolenza] Archivi. 274
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- Date: Tue, 12 Sep 2017 15:58:09 +0200 (CEST)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 274 del 12 settembre 2017
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di agosto 2017 (parte dodicesima e conclusiva)
2. Magari le belve
3. La questione
4. Ricordo
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2017 (PARTE DODICESIMA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2017.
2. MAGARI LE BELVE
Magari le belve fossero belve
invece anche le belve sono esseri umani
pensano il male che poi faranno
sono state educate all'orrore
lungo molti anni si preparano e studiano
con ogni diligenza dove colpire
per fare piu' male.
Magari la colpa fosse dell'alcool
o delle altre schifezze che lo stomaco o le vene
ricevono, ed invece
sono le persone che decidono e agiscono
l'immondizia assorbita serve solo
da abito di scena. Magari
ci fosse la persona sobria e virtuosa
e la pozione che invasa e annulla
il ben dell'intelletto e rende automi.
Invece il picchiatore e l'assassino
sa quel che fa, sceglie di farlo, e gode
del male fatto non come in un sogno
ma con chiara nozione e con tutti i sentimenti.
Il pater familias nascosto nell'encefalo
per cui mille anni sono un sol minuto
che riemerge ruggendo e stritola la donna
che non si piega al rauco grido "t'amo"
mentre il bastone le frantuma le ossa.
La squadra fascista che stupra
tutto quello che incontra che respira.
Il giovane emulatore
che con la lama in mano ti comanda
di dire Scibbolet.
L'adoratore della tecnica che avendo costruito
l'arma piu' scintillante enorme fallo
ansima nell'attesa di provarla
e di contare quante vite ha estinto.
E quello che avvelena l'ultimo pozzo
che all'ultima foresta appicca il fuoco
che adora gli dei assetati di sangue
e fa filosofia col manganello.
E quello che dimenticare vuole
quante frustate gli segnano la schiena
quanti scorpioni ha dovuto mangiar vivi
che sempre sara' schiavo e allora uccide.
E quello attratto e insieme rifiutato
dalla societa' degli allevatori di serpenti.
E quello che non sa di non sapere
e vuole che confessi il suo potere.
Questa storia di fiumi di sangue
questa storia di pire infinite
solo la nonviolenza puo' fermarla.
La nonviolenza che solo e' la lotta
la piu' nitida e la piu' intransigente
per la liberazione dell'umanita' intera
per la difesa di quest'unico mondo che vive.
La nonviolenza che ha volto ed ha voce di donna
la nonviolenza che e' la forza delle vittime
la nonviolenza ultima risorsa
del movimento delle oppresse e degli oppressi
per affermare il diritto di tutti
alla vita, alla dignita', all'aiuto
per rovesciare ogni potere
prima che chi comanda il mondo annienti.
Ogni vittima ha il volto di Abele
salvare le vite e' il primo dovere
abolire la guerra gli eserciti le armi
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto
non permettere che il mondo vivente sia distrutto
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
3. LA QUESTIONE
E' il razzismo la questione, diciamolo.
La pretesa fascista che degli esseri umani
per tutta la vita siano schiavi
che muoiano in silenzio sotto lo sperone
della guerra, della fame, del fascismo.
E' il razzismo la questione, diciamolo.
Se non si riconosce l'eguaglianza
di diritti di tutti gli esseri umani
e' gia' morta la democrazia
e' gia' estinto lo stato di diritto.
E' il razzismo la questione, diciamolo.
Chi non salva le vite e' un assassino
chi non soccorre non accoglie non assiste
la sorella e il fratello in pericolo
ha gia' distrutto l'intera umanita'.
E' il razzismo la questione, diciamolo.
Il razzismo che adora la guerra
il razzismo che odia le donne
il razzismo che mangia carne umana
il razzismo che vomita coltelli.
E' il razzismo la questione, diciamolo.
Si puo' contrastare solo col diritto di voto.
Solo col diritto di voto si puo' contrastare.
Il diritto, il voto, la dignita' di ogni persona
la deliberazione in comune.
4. RICORDO
Io lo ricordo il tempo
in cui non avevamo il diritto di voto
perche' eravamo le classi pericolose
perche' non avevamo beni al sole
perche' non avevamo il sangue blu
e dovevamo vendere la nostra forza lavoro.
Quante lotte durammo a conquistarlo
il diritto di voto per tutti.
E mi ricordo il tempo
che certo non votavano le donne
perche' si sa che sono tutte isteriche
- lo dice la parola - ed hanno il ciclo
ed una donna cosa vota a fare?
Lei serve il suo marito e gli da' figli.
Quante lotte durammo a conquistarlo
il diritto di voto per tutti.
E in questo tempo in cui
a un italiano su dieci il voto e' negato
perche' non e' nativo del paese
perche' non ha la pelle del colore
giusto, perche' ha sbagliato religione
e sa una lingua che il sindaco non parla.
Lottare ancora oggi noi dobbiamo
perche' il diritto di voto sia per tutti.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Numero 274 del 12 settembre 2017
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