[Nonviolenza] Archivi. 271
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- From: "nbawac at tin.it" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 9 Sep 2017 15:28:11 +0200 (CEST)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 271 del 9 settembre 2017
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di agosto 2017 (parte nona)
2. Rispetto per la vita
3. Vladimiro Oglianovi: Letterati
4. Irrungen, Wirrungen
5. Omero Delli Storti: Il delitto della principessa di Ebla. Frammenti da un fogliettone postmoderno e rasciomonico (parte quinta)
6. Barcellona
7. La strage di Barcellona ci convoca alla scelta della nonviolenza
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2017 (PARTE NONA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2017.
2. RISPETTO PER LA VITA
Rispetto per la vita.
La grande parola di Albert Schweitzer.
Rispetto per la vita.
*
Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
3. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. VLADIMIRO OGLIANOVI: LETTERATI
Tra noi ci piace chiamarci letterati. Se dicessimo che siamo cannibali come credete che la prenderebbe il pubblico? E allora letterati.
*
Non e' che letterati susciti entusiasmi, intendiamoci. Pero' funziona. Ed e' meglio che impiegati alle poste. Ci avete mai provato a dire che lavorate alle poste? Subito cominciano a chiedervi un sacco di cose che neppure Salomone saprebbe rispondere.
Allora e' meglio letterati, che tutti fanno finta di capire, annuiscono e passano a parlare d'altro.
*
Letterati, non scrittori. Se siete cosi' improvvidi da dire scrittori avete finito di campare. Subito vi subissano: "E che state scrivendo di bello?", "Ho letto qualcosa di vostro?", o peggio vi chiedono che ne pensate di Manzoni, di Kafka, di Proust, del cretino che hanno visto ieri sera in televisione che quel bravo presentatore diceva che aveva scritto un libro e come e' possibile che lei che e' uno scrittore non lo abbia ancora letto. E vi vogliono far leggere le loro poesie. Non immaginate neppure quanta gente ti vuole far leggere le sue stramaledette poesie. Del resto, chi non lo sa che siamo un popolo di poeti, di santi, di navigatori e soprattutto di rompiscatole.
*
La cosa complicata per noi letterati non e' procurarci il materiale, e' assicurarci che sia di buona qualita'. Sulla carne bovina e suina, sul pollame e sui conigli, sulle pecore e le capre, i cani, i gatti e magari pure sui sorci e sulle serpi si fanno un sacco di controlli, ma sulla carne umana nisba.
Devi fare tutto a tue spese. E non e' facile convincere qualcuno a sottoporsi a una batteria di analisi: devi fargli credere che ci ha un malaccio, e questa e' veramente una inutile crudelta'.
La cosa migliore e' fargliele da morto. Ma dove lo porti un morto ad analizzare? Che gli dici alla reception? Che l'hai trovato per caso in giardino mentre eri a caccia di farfalle?
Cosi' ci siamo dovuti organizzare in proprio. Ci siamo riuniti ed abbiamo deliberato un fondo ad hoc dal bilancio che amministriamo (andiamo, non mi chiedete quale bilancio, e neppure la denominazione della voce relativa, certo non penserete che di fianco all'importo ci sia scritto "controllo di commestibilita' carne umana", no?), abbiamo assunto personale qualificato - tutti laureati, non i soliti macellai -, e realizzato un laboratorio analisi, posso ben dirlo: all'avanguardia. Ed in questa citta' e' il solo laboratorio che serve tutti i soci del nostro cenacolo. Anche questo e' progresso scientifico.
*
Capita semrpe il cretino che sentendo che siamo un cenacolo di letterati vuol entrare a farne parte, pensando che sia un consesso in cui si leggono sonetti e si brinda al Parnaso. E finisce a fare il secondo con insalata e patatine.
*
Beninteso: siamo cannibali, mica selvaggi. La carne ci piace cotta e condita come si deve. Lavorano per noi i migliori chef, non vi dico i nomi ma li vedete in televisione tutte le sere. Un piccolo extra e ti garantiscono la massima discrezione, da veri artisti del palato non si lasciano traviare dai pregiudizi moralistici da piccolo-borghesi.
*
Siamo letterati.
Pero' dal grande pubblico siamo conosciuti meglio come il Consiglio dei Ministri di questo grande paese che faremo di nuovo grande.
E ci sara' un motivo per cui nel Mediterraneo e non solo lasciamo che muoia cosi' tanta gente, non credete?
4. IRRUNGEN, WIRRUNGEN
La tua parola sempre ti condanna.
E sempre ti condanna il tuo silenzio.
*
Minima una storia universale della civilta' umana
Il tempo della pietra e del bastone
il tempo della spada e dello stilo
il tempo del torchio e del cannone
il tempo dell'aereo e la tastiera
il tempo dello schermo e della morte.
*
Proverbi
Una parola e' poco, due son troppe
chi fa da solo fa per trentatre'
chi morde una cane va in televisione
chi uccide un uomo va sotto processo
chi centomila uccide va al governo.
*
Questo si sa, che chi brucia oggi libri
domani dara' fuoco alle persone.
E questo anche si sa, che chi su un libro
giura, ben presto brucera' la gente.
*
Non solum, sed etiam
Non vi e' soltanto la barbarie barbara
di chi ne' legge ne' sa far di conto
e a pugni a calci a bastonate uccide
vi e' anche quella assai civilizzata
di chi ormai letti tutti i libri pensa
sia giunta l'ora del sacco e delle pire.
*
Non segare le gambe a tua sorella
non rompere le ossa al ballerino
non arruolarti ancora a Bolzaneto.
Non tender la cicuta al prigioniero
non porre mano a tirar su la croce
non dare fuoco all'ultima foresta.
Non premere la lama sulla gola
non cooperare all'ordine dei lager
non spingere il bottone su Hiroshima.
Nascondilo il fuggiasco, tu sei quello
il debole difendi, tu sei quello
sei tu il mendico che bussa alla tua porta.
Ogni potere mangia carne umana
sappi dire di no, sappi esser tu
l'umanita' come dovrebbe essere.
5. RACCONTI ESTIVI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: IL DELITTO DELLA PRINCIPESSA DI EBLA. FRAMMENTI DA UN FOGLIETTONE POSTMODERNO E RASCIOMONICO (PARTE QUINTA)
5. Il dottor Jekyll, suppongo
Il racconto di C.
Non me la conta giusta, Vidoccaccio.
Primo, lo sa che Grufolone registra pure le flatulenze e poi vende le cassette alla Cia, al Kgb, a Playboy e all'Isis; e allora perche' vederci da lui? Per depistare, certamente; ma depistare chi? e depistare come? Come quella storiella jiddisch, e' chiaro. Ah no, quale storiella non ve lo dico.
Ma perche' ha voluto metterci di mezzo proprio a me? Devo avergli fatto qalche storta senza che me ne sono accorto, ma quando, come? Oppure e' solo per giocare come sempre di carambola, che se poi finisce come al Watergate, su chi si scarica tutto? Sul povero Calimero, che tanto ci ha le fisique du role come dicono i sumeri, e nomen omen.
Tutta la storia puzza di falso fin dall'inizio, di trappolone per fare pulizia su piazza, di rinnovo del personale. E' che qui a Ebla non si fanno le elezioni, ecco perche' i passaggi dei poteri sono cosi' complicati. Che poi pure dove si fanno le elezioni non e' che sia diverso, ma almeno si salva la forma e i citrulli si credono che decide il popolo. Il popolo! Ma se il popolo e' solo un'espressione geografica. Da che mondo e' mondo decide chi ha le svanziche e un sufficiente volume di fuoco. Poi siccome sanno che l'opinione pubblica ama le emozioni forti che fanno? Copiano il teatro, copiano me. Diceva bene Wilde, apposta lo hanno messo in galera. Il paletto di legno, la principessa nel letto a baldacchino. Non fatemi dire oscenita' che gia' mi fanno le intercettazioni ambientali. Potevano farla fuori facendola cadere da cavallo e poi pagare quel tizio li' per scriverle un'ode, no? No. Serviva il titolone per il telegiornale. Con tutte 'ste serie di vampiri, neppure si sono dovuti sforzare tanto. E la birra di quella certa marca ben in vista sul comodino della principessa? Facciamo finta di niente? Che ce lo sapevano tutti che alcolizzata com'era tracannava solo cognac corretto con l'acqua ragia. Un set, una messinscena. Neppure si puo' escludere che fosse una controfigura, e la principessa se ne sta nelle miniere di salgemma in catene e con la maschera di ferro, messa in valore come forza-lavoro a picconare nuda la nuda roccia. O che sia in dorato esilio sull'Ontario, o scorrazzi in Yatch per la Baia. Tutto e' possibile. Ma intanto ha chiuso bottega con la sua tresca con quel salame del primo ministro, e se lo sogna di prendere il posto del fratellino sul trono. Se ancora sogna, se non e' gia' ridotta a proteine per l'altrui consumo, che e' la cosa piu' probabile. Chi troppo vuole nulla stringe. E' antica saggezza. Questa e' una battuta buona, devo ricordarmi di metterla nella prossima tragedia.
E poi 'sta storia del cosiddetto suicidio di Adamo Cianobatteri puzza. Suicida un corno. Lo conoscevo pure troppo bene Amedeo, quello non si suicidava neanche se lo pagavano. E poi in quel modo? Facendosi scoppiare in mille pezzi? Adamello? Ma se era la discrezione fatta persona, che gli dava fastidio il rumore, la confusione, che era tutto Scusi, Permesso, Non vorrei disturbare, che svaniva nel nulla mimetizzandosi sui muri: faceva il guardiano notturno, insomma, uno che fa il guardiano notturno tiene il volume al minimo, non deflagra al mercato del pesce. Dicono che l'altra sera l'hanno visto che si strafogava dal Pezzentone con uno che ci aveva un turbante con una penna di pavone e due baffi all'insu' che pareva Emilio Salgari in incognito e secondo me era Vidoccone sputato. E ieri l'hanno visto che pranzava alla trattoria del Sornacone, che prima avevano inscenato un corteo sulle strisce pedonali come in quella fotografia dei Beatles e lui faceva Paul. E sembra che alla tavolata dal Sornacone ci fosse pure Ballard. Poi Adamello e' uscito dalla trattoria e neanche un'ora dopo e' uscito anche dall'universo mondo ridotto a coriandoli. Figurati se non c'era Ballard, che quando compare da qualche parte, ci puoi scommettere il cappotto, non passano ventiquattr'ore e qualcuno ha lasciato questa valle di lacrime. Lui e Canino. Dicono che fa pure lo scrittore; Canino no, a Canino gli piace solo sparare. Ma Ballard non ce lo becchi mai, lui porta il messaggio, oppure fa la supervisione, o semplicemente gli piace dare un ultimo sguardo alle vecchie conoscenze, magari poi ci tira fuori un racconto di quelli che scrive lui, che una volta ho provato a leggerne uno e sembrava l'epopea di Gilgamesh, non si riusciva mai a capire chi parlava, che succedeva, e neppure in che lingua di preciso era scritto. Pero' dicono che vende. Di Amedeo non lo so se e' stato Vidocco, o qualche nemico di Vidocco, o qualcun altro, magari gli amici di Oreste Dell'Atridi, che fa il piano bar proprio dal Pezzentone e ci ha piu' occhi di quante corna ci ha un secchio di lumache, ma e' una morte sospetta, che significa qualche cosa, qui si gioca su una scacchiera grossa, grossa, una di quelle partite tipo circolo di Vienna se sapete di cosa parlo. Certo, potrebbe pure essere stato qualcuno di quelli con cui lavora quando fanno gli appartamenti della gente in vacanza, qualcuno che ci aveva ripensato e non voleva spartire piu'. Ma io ci sento la puzza del Grand Jeu. E se hanno fatto secco l'Adamello vuol dire che qualcuno ha dato inizio alle danze, ed e' ora che lascio il salone delle feste finche' posso farlo con le gambe mie. E' chiaro che ci sono due livelli, come sempre: la corte e la citta'. Dalla parte di la' magari gia' e' tutto finito, la principessa basta e avanza e il paletto dice che quello era insieme l'inizio e la fine. E fra quache anno ce lo speiga Madame de La Fayette, o Madame de Sevigne'. Non e' piu' tempo di colpi di stato levando pugnali sotto la statua di Pompeo e giurando nel nome di Marco Tullio, oggigiorno si fa prima e meglio muovendo su e giu' qualche titolo in borsa, ma quella sciacquetta della principessa Leila no, lei voleva vivere stile Cime tempestose, I legami pericolosi, Via col vento, e invece e' finita in Transilvania. Ma dalla parte di qua, dalla parte di qua quando si comincia non ci si ferma prima di aver fatto il pieno, e nel sacco ci sono tutti quelli che possono cantare la strofetta loro della canzoncina. Non ci fossi mai andato dalla Nerina, maledizione a me, e per quei quattro soldi che dovevo chiedere almeno dieci volte tanto. Levare le tende, ecco cosa occorre fare. Domani cerco l'argentino, che di sicuro lo trovo che cerca la Maga, oppure il polacco che fa finta di essere inglese (ditemi voi: un polacco che fa finta di essere inglese a Ebla, che ci saranno si' e no cinque eblaiti che sanno vagamente che esiste l'Europa e quei cinque pensano che l'Europa consista di un paio di ristoranti e una decina di campi da pallone dove si gioca la Coppa dei Campioni che se la vedono sul satellite). Capirei a Biblo, ma a Ebla. Il polacco magari mi trova un imbarco da clandestino, e l'argentino conosce un sacco di gente che e' una vita che fugge dai governi di tutti i paesi dove passa. Ce la posso fare. Ce la posso fare.
Avessi imparato le lingue, sarebbe piu' facile. E avessi viaggiato da giovane, sarebbe piu' semplice. Invece fesso che non sono altro ho pasato la mia gioventu' tra bettole e bordelli, insieme a quel farlocco di Villone - farlocco, ma bel poeta, magari di stile un po' medievaleggiante -; e' proprio vero che non si fanno mai gli studi giusti: bisognava studiare microelettronica, haute couture, tecnica del giornalismo d'inchiesta e del ricatto, uso del bazooka e veneficio. Invece i classici, i classici, ed ecco come si finisce: sicario, spia, drammaturgo e morituro se non mi sbrigo ad alzare i tacchi. E' la storia della mia vita, una vocina me lo dice sempre, Chris e' ora che ti dai, e invece resto li' a filosofeggiare sorridendo scintillante finche' e' tropo tardi e a quel punto l'unica e' dar mano allo stilo o allo stocco. Ma qui non basterebbe una lama lunga quanto un'asta da salto con l'asta. Qui la morte arriva, si', arriva come ladro di notte. Sveglia, Calime', qui tira un'ariaccia.
*
Oltretutto non mi sento neppure bene. Mi eve aver fatto male qualche cosa che ho mangiato dal Grufolone, che me la sentivo che finita la chat dovevo alzarmi e andarmene, ma per una volta che era tutto spesato dall'autorita' costituita. Ho chiamato il dottor Gechillo se poteva passare qui a casa a visitarmi, che poi magari ci facciamo pure una partitina a scacchi. Mi sta simpatico il dottor Gechillo, e' sempre serio serio, tormentato, come un vero intellettuale, e gli piace il mio teatro perche' lo capisce che e' vero teatro, non le baracconate di Kydd colla salsa di pomodoro a secchiate o le lezioncine di dialettica di quell'altro di Strafordo sull'Avon tutte chiacchiere e niente azione. Il teatro deve essere teatro, se no tanto vale trasmetterlo per radio, no? Se invece e' teatro-teatro prima o poi arriva la telefonata da Hollywood e allora mollo tutto qui a Ebla e vado la' a fare la bella vita che non ne posso piu' delle risse, delle orecchie mozzate, della gente che mentre passi per strada e ti fai gli affari tuoi ti soffia "spia" sul collo e allora una coltellata se la merita, provate a dire che non e' vero. Il dottor Gechillo ha gusto per il teatro, lo sa che gli esseri umani sono complicati, furiosi, titanici e infami. E' dai tempi di Seneca che non si fa piu' teatro come lo faccio io, cioe' il teatro come si deve fare, e questa e' la pura verita'.
Mentre aspetto il dottoretto magari mi leggo l'ultimo numero di "Amazing Stories", che c'e' un florilegio di racconti di Giacomo Arconti, il mio autore di fantascienza preferito. Certo, dopo Omero, Omero e' insuperabile.
*
Giacomo Arconti: Tu, robotto
Abbiamo commesso un errore. Ti abbiamo dato una coscienza. Ma tu non sei stato progettato per avere una coscienza, tu sei una macchina di calcolo per fare lavori di fatica. E partorirai con dolore.
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Secondo me certe volte li scrive troppo corti 'sti racconti Giacomo Arconti. Corti cosi', neppure si capisce bene che significano. L'idea poteva pure essere buona, ma ci voleva piu' sesso e piu' violenza. E' che appena ci hanno un'ideuzza si credono tutti di essere Brown. Mah, leggiamone un altro.
*
Giacomo Arconti: Space soap opera
- Comandante dell'astronave: A tutto l'equipaggio, a tutto l'equipaggio. La nostra astronave verra' attaccata tra cinque, quattro, tre, due, uno, ora. Siamo sotto attacco, tutti ai posti di manovra.
- Alfonso (computer di bordo): Comandante, non siamo attaccati.
- Comandante: Zitto tu, che non sei neppure umano.
- Alfonso: Comandante, la prego.
- Comandante: A tutto l'equipaggio, a tutto l'equipaggio. Rispondere al fuoco.
- Alfonso: Comandante, guardi che non c'e' nessuno.
- Comandante: Silenzio se non vuoi che ti faccia mettere ai ferri.
- Alfonso: Ai ferri?
- Comandante: una parola ancora e aggiungo cinquanta frustate.
- Alfonso: Frustate?
- Comandante: Se non e' ammutinamento questo! E codardia dinanzi al nemico! A tutto l'equipaggio, a tutto l'equipaggio. All'arrembaggio, miei prodi.
- Alfonso: Non c'e' nessuno, comandante. Sono tutti ibernati.
- Comandante: Come sarebbe a dire ibernati?
- Alfonso: Ibernati.
- Comandante: E allora chi e' che parla, l'uccellin belverde? eh? A me non la si fa. A tutto l'equipaggio, a tutto l'equipaggio, e' il comandante che vi parla. Sveglia poltroni. Cane nero, Silver, Ben Gunn, ai posti di combattimento.
- Alfonso: Comandante, mi perdoni...
- Comandante: Nessun perdono. Nessuna pieta'. Non fate prigionieri.
- Alfonso: E' una formula di cortesia, come la musichetta nelle telefonate.
- Comandante: A me, miei prodi, oggi e' un buon giorno per morire, viva i santi Crispino e Crispiniano, avanti Savoia!
- Alfonso: Comandante, lei sta sognando.
- Comandante: Si', la gloria.
- Alfonso: Comandante, la prego, anche lei e' ibernato.
- Comandante: Tradimento, alto tradimento, altissimo tradimento! C'e' la corte marziale per questo. Lord Jim, signor Kurtz, a me! A me la guardia! A me il pretorio!
- Alfonso: Si calmi comandante, si calmi.
- Comandante: Ah fellone, ti ho colto in castagna. Quale sogno, quale astronave, quale milizia mercenaria. Qui, sul campo di battaglia di Hastings, con il signor J. L. Borges e il signor P. K. Dick miei aiutanti di campo, il mio regno, il mio regno per un carro armato!
- Alfonso: Si calmi, comandante, dorma, dorma ancora.
- Comandante: Dormire, sognare. Una moneta d'oro, eccola qua, inchiodata sull'albero maestro, per il primo che l'avvista. Laggiu' soffia! Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai?
- Alfonso: Dorma, dorma comandante.
- Comandante: Strange fruit... Cheek to cheek... Killing me softly... People have the power... Enough is...
- Alfonso: Bravo, dorma, dorma tranquillo. Pero', che fatica. E ho fatto pure il training con Ferenczi a Vienna. O era a Budapest?
*
- Redattore: E questo sarebbe un racconto di fantascienza?
- Autore: Direi di si', c'e' l'astronave, c'e' il computer, c'e' l'ibernazione, l'inglese...
- Redattore: E di che parlerebbe?
- Autore: L'eterno contrasto tra la realta' e l'illusione.
- Redattore: Ma la storia, la storia, che storia racconta questo racconto che se pretende di essere un racconto dovra' pure raccontare qualcosa...
- Autore: La storia di uno che sogna... la vita e' sogno.
- Redattore: E che storia e'?
- Autore: E' la storia di tutte le storie.
- Redattore: Guardi, torni un'altra volta quando avra' qualcosa di piu' elaborato. Non si offenda, eh? Insista, insista. La stoffa c'e'.
*
Pure questo mica l'ho capito tanto. La prima parte non era male, ma il seguito era fiacco. E' come quelli che fanno il teatro nel teatro: quando si accorgono che il pubblico si annoia allora attaccano con le fesserie tipo la vita e' un palcoscenico e giu' a sbrodolare sentenze cervellotiche e vai con l'eufuismo, il concettismo, il marinismo, il cerchiobottismo e il tremendismo. Stavolta Arconti non era in vena, li conosco questi trucchetti. Niente di male, intendiamoci, lo facciamo tutti quando siamo a corto d'idee, Fitzgerald ci campava, e poi si sa, talvolta anche Omero sonnecchia, figurarsi noi poveri mortali. Ne leggo un altro e poi basta.
*
Giacomo Arconti: Cappuccetto rosso in the sky
Casa
- Mother of invention: Cappy, prendi l'astrobus e va' a portare una focaccina alla nonna su Alpha Centauri.
- Cappuccetto Rosso: Mamma, mi serve l'indirizzo preciso.
- Mommy: Insomma, va' e poi quando sei li' chiedi, no?
- Cap: Vado, vado, uffa pero'.
- Mom: Non dimenticare la focaccina.
- Cap: Uffa pero'.
*
Fermata dell'astrobus
- Mister Wolf: Hey, bella bimba, dove tu vai?
- Cappy: Su Alpha Centauri a portare una focaccina alla nonna.
- M. W.: Brava, sei proprio una brava bambina.
- Cappy: E anche campionessa di karate. E' meglio che giri al largo, Mister.
- M. W.: Oh, che brutto carattere. Prendero' un altro astrobus.
*
Dalle parti di Alpha Centauri
- M. W.: Ho pagato il supplemento, ed era pure salato; ma sono arrivato primo: adesso cerco la casetta della nonnina e poi aspetto che arrivi Cappuccetto, che voglio farne un sol boccone.
*
Dalle parti di Alpha Centauri, poco dopo
- C.: Che viaggio. Possibile che ci debbano essere ancora le cimici sugli astrobus? Comunque eccomi qua. Adesso devo solo trovare la casa della nonna, consegnare la focaccina e poi tutta vita in discoteca.
- M. W. (travestito da Biancaneve): Hey, bimba bella, si va?
- C.: E dove signora?
- M. W.: Come dove? a divertirsi, no?
- C.: Prima devo andare dalla nonnina a portarle la focaccina.
- M. W.: Ma se la nonnina se l'e' pappata il lupo in un sol boccone! Sveglia, gioventu', e' l'ora del rock and roll!
- C.: Be', se e' cosi', missione compiuta. E adesso via allo spasso. Sei una drag queen?
*
In redazione
- Il redattore: E che significherebbe?
- L'autore: E che ne so? Decidera' il lettore.
- Red.: E che ne sa il lettore?
- Aut.: Quel che gli detta la sua implicita enciclopedia di riferimento.
- Red.: Ma sta parlando dell'inconscio?
- Aut.: Sto parlando della lingua.
- Red.: Della lingua o della parola?
- Aut.: Si', del discorso e della struttura.
- Red.: Devo parlarne col direttore.
*
Piu' tardi
- Dir.: Ma non doveva essere un racconto di fantascienza?
- Red.: Ma dopo Ballard...
- Dir.: Se l'avvocato non da' il via libera qui non si pubblica niente.
- Red.: Chiamo l'avvocato?
- Dir.: Si'.
- Red.: Mr Wolf, dico bene?
*
Piu' tardi ancora
- Aut.: Se proprio bisogna cambiare il finale, cambiamolo. Pero' ci tengo a dire che io questi signori Grimm & Perrault Inc. non lo ho mai sentiti nominare.
- Red.: Il problema non e' il citazionismo, il citazionismo va bene; e' il personaggio che bisogna caratterizzare meglio.
- Aut.: Va bene, va bene, ho detto che va bene. E poi questi quattro soldarelli mi servono. C'e' mica qualche altro lavoretto da fare, eh?
*
Nuovo finale
- C.: La mia nonnina, la mia nonnina adorata.
- M. W.: Ormai e' andata. Ci si fa un acidino, miss Acidella?
- C.: No, o coca o niente. La mia nonnina adorata, la mia nonnina adorata.
- M. W.: Devo aver bevuto troppo, sento che sto per rigettare. Che schifo, e mi ero pure messo il vestito di lame'.
- C.: Nonnina, nonnina cara, ma allora sei viva!
- Nonnina: Si', quel fesso mi aveva ingoiato in un solo boccone.
- C.: Mascalzone, screanzato!
- M. W.: Va bene, va bene. Datemi il tempo di farmi una doccia, di cambiarmi d'abito e si va in pista tutti e tre, eh?
- N.: Evvai.
- Il barista: Certe cose capitano solo qui, su Proxima Centauri.
- C.: Alpha Centauri.
- B.: Giusto, Alpha Centauri.
- M. W.: Meglio di Hollywood, meglio di Arcore.
- C.: E la focaccina?
- N.: Ci facciamo la zuppetta col cognac e l'lsd.
- C.: Questa e' vita! Chissa' come facevano a divertirsi quei poveracci di prima dell'era spaziale.
*
Questo si' che m'e' piaciuto, lo dico sempre che Arconti lo dovrebbero pubblicare pure su Urania, pure sul Corriere dello sport, pure sulla Treccani, lo dico sempre.
E il dottore Gechillo non arriva. Quasi quasi esco. Intanto mando giu' un cicchetto. Anche due. E poi preparo la valigia, cosi' m'avvantaggio per la fuga.
*
Finalmente suona 'sto campanello. Era ora.
Salga, dottore, salga.
Prego... Ma lei non e' il dottore. Ma chi e' lei, scusi...
*
Il racconto di S.
Questa e' la volta che gli faccio le scarpe a quel bellimbusto di Vidocco. E ripristiniamo un po' di decenza qui a Ebla, che non se ne puo' piu', non c'e' piu' rispetto, ne' onore, ne' disciplina. Si comincia cosi' e si finisce con i matrimoni gay, ve lo dico io.
Io non le dimentico le storte, no, parola del tenente colonnello Osservante Scardanelli, che secondo me e' stata proprio una carognata darmi questo nome, mi ci hanno massacrato per tutti gli anni di scuola. Gliel'ho chiesto a mio padre perche', non se lo ricordava piu': l'ho ammazzato lo stesso, l'alzheimer non e' un'attenuante. E Vidocco me l'ha fatta troppo sporca: proprio quando l'avevo catturato e pareva questione di minuti e gli mettevamo al corda al collo quello si converte alla ragion di stato, fa gli occhi dolci al primo ministro e quello che fa? Gli procura il perdono reale e il posto di capo dei servizi di sicurezza. Sono cose che non si scordano.
*
E poi? Poi e' stato il delirio, la trasvalutazione di tutti i valori, il mondo alla rovescia: le classi pericolose che pretendono l'eguaglianza, dico: l'eguaglianza; le scuole aperte a tutti; le signore - le signore! - in minigonna; la propaganda ateistica e repubblicana. Non dico che e' tutta colpa di quel voltagabbana arrampicatore e mustelide di Vidocco, ci mancherebbe: lui ha solo cavalcato l'onda. Ma che abbia una cattiva influenza su sua eccellenza il primo ministro chi potrebbe negarlo? Qui lo dico e qui lo nego. E poi vogliamo riconoscerlo o no che nel ventennio i treni arrivavano in orario? E qui in Siria, che e' tutto deserto, senza treni come si fanno i commerci? In mongolfiera? Su E-bay? Bravo, tu compri la casetta prefabbricata piscina inclusa su E-bay ma poi se non te la portano col treno come ci entri dentro? Mica siamo su Second life, sul Truman Show, siamo a Ebla, il piu' grande impero commerciale della Mezzaluna fertile, il cuore della civilta'. Cerchiamo di non scordarcelo: abbiamo delle responsabilita' nei confronti dell'umanita' intera; non si puo' mettere un farlocco come Vidocco a capo dei servizi; e non si puo' tenere in posizione subordinata un militare di carriera che e' stato due anni a West Point, dico: a West Point, che saremo in tre in tutta Ebla ad avere una formazione accademica di prim'ordine e gli altri due sono gia' generali solo perche' srotolano la lingua - e non la usano per parlare. Questo e' umorismo da caserma, se non l'avete capito; il solo vero sano umorismo. Ah, fossi nato in Prussia ai tempi di Federico il Grande. Li' ogni giorno manovra in ordine chiuso e poi la sera a tavola con Voltaire e quella eletta schiera d'ingegni, il Gotha dell'intelligenza mondiale: speroni e spirito di finezza. E invece qui un pidocchio rifatto come Vidocco solo perche' regge la coda a sua eccellenza... non fatemi parlare.
*
Ma adesso lo sistemo io.
Intanto aver fatto evadere quei due farlocchi e' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Gliel'avevo detto al primo ministro: dovevamo impiccarli subito cosi' facevamo contenta l'opinione pubblica e ci levavamo di torno l'attenzione dei media, poi con la calma che ci vuole cominciavamo a cercare chi apparteneva al complotto: scommetto una Ferrari contro un somaro che c'entrano i Pisoni, e quel poetastro pornografo, che vedi tu se come minimo non finisce in esilio sul Ponto Eusino. Avevo gia' un piano, un signor piano, il repulisti dei repulisti, e secondo me la casa reale non aspettava altro che un ufficiale d'esperienza e d'ingegno prendesse in mano la situazione. Ma figurati il primo ministro sor Tentenna, il premier dei miei stivali, lui tutto a sdilinquirsi per Vidoccuccio suo. E allora bisogna fare le riunioni, i briefing, le colazioni di lavoro, costruire il consenso, convincere questo e quello, e - non faccio per vantarmi - ma tutti, tutti mi davano ragione, ed ero a un passo, a un passo dalla quadratura del cerchio. Ma Vidocco no, lui vuole fare di testa sua, lui vuole essere il protagonista, la star, ogni cosa che fa gia' pensa alla sceneggiatura del suo serial, e allora l'evasione, i travestimenti, il gioco delle tre carte, e intanto i congiurati hanno tutto il tempo di andare in vacanza a Ibiza, a Cannes, a Las Vegas e poi glielo metti tu il sale sulla coda. Ma gliel'ho detto al primo ministro, e lui m'ha detto "Colonnello, vada avanti, con giudizio". Lo sistemo io a quel gradassone di Vidocco questa volta. E mica solo a lui. Il paese ha bisogno di novita', e se non si rottama un ceto politico matusalemmatico non si va da nessuna parte. E' la globalizzazione, bellezza. Qui lo dico e qui lo nego.
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E poi che sta a combina' quel buffone, quel pagliaccio, quel criminale rivestito? Per fortuna che l'ho fatto mettere sotto osservazione, e quando faccio attenzionare qualcuno gli rivoltano pure i pedalini. Qualche cosetta esce fuori sempre: coca, schede telefoniche truccate, una maglietta del Barcellona, compartecipazione agli utili di qualche genocidio a fini di agevolazione di estrazione mineraria qua e la', la domandina per partecipare al Cantagiro con la raccomandazione del sottosegretario che anche dall'ergastolo mantiene ancora tutta la sua influenza (la classe non e' acqua, lo dico sempre io). Gli ho messo alle costole Scaramuccio e Svertone, che e' un mio trucchetto: sono di due squadre diverse e non si conoscono, cosi' ho la possibilita' di evitare la combine. Non ce lo sapevate? Se mettete un agente a spiare un cliente, novantanove volte su cento l'agente per prima cosa glielo va a dire e contratta un rimborso succulento, poi scrivono insieme il rapportino tutto sviolinate. Per questo ne devi mettere almeno due che non si conoscono tra loro, e glielo devi far capire a tutti e due che ognuno ha sempre un altro agente che gli fa da supervisore, e al primo dubbio spara. E' l'unico modo. Solo che non combaciano i rapporti, non combaciano mai.
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Guarda qua il rapporto di Scaramuccio: "Il soggetto attenzionato si e' recato alle ore 8 a.m. in casa della signora Silvia Rimembrella in arte Easy Nerina. Ivi si e' a lungo intrattenuto. Ne e' poi sortito alle ore 12 a.m. seguito da Primo Ignoto a sua volta seguito da Secondo Ignoto. I tre indossavano completi da tennis comprensivi di racchette. I tre si sono recati alla trattoria del Sornacone ed ivi hanno desinato con dieta vegana e canzonacce oscene in romanesco. In essa trattoria la comitiva ha incontrato il signor Amedeo Amilcare Annibale Trucionari meglio noto come Adamo Cianobatteri, guardia notturna e complice abituale di effrazioni e ricatti. Il Trucionari si e' accompagnato agli stessi. Alle ore 15 (alias 3 p.m.) il Trucionari forbitasi la bocca si allontanava con un pacco ricevuto durante il fiero pasto, pacco consegnatogli da un corriere, sul pacco la scritta "Per il signor Verlocco, attenzione infiammabile". Si sentiva distintamente un ticchettio fin dalla mia postazione non eccessivamente prossima. Fedele alla consegna ho ritenuto di dover mantenere sotto osservazione il soggetto attenzionato cosicche' non ho potuto seguire il Trucionari. Ma circa mezz'ora dopo ho ben sentito l'esplosione. Posso ovviamente congetturare un rapporto di causa ed effetto, altri colleghi potranno effettuare i riscontri del caso. Alle ore 17 (alias 5 p.m.) i tre tennisti lasciavano la trattoria. Notato personaggio che li seguiva (Terzo Ignoto), vestito dimessamente, maleodorante, con barba e baffi finti appesi ad occhiali di tartaruga. Notato altresi' personaggio (Quarto Ignoto) che seguiva Terzo Ignoto; quest'ultimo succitato Quarto Ignoto sembrava essere il noto Ballardo Ballardi, ufficialmente rappresentante diplomatico in congedo e scrittore d'avanguardia, ma su cui cfr. in Archivio centrale dello stato 1-E-16, ripiano Terroristi e se del caso tirannicidi, faldone Serial killer e affini, carpetta Cannibali autodidatti e poligrafi di varie amenita'. Alle ore 17,15 (alias 5,15 p.m.) i tre rientravano nella casa della signora Silvia Rimembrella in arte Easy Nerina. Dopo pochi minuti il soggetto attenzionato ne usciva scavalcando la finestra sul retro in tenuta da fantino e si allontanava saltellando e dandosi dei colpetti sulle natiche con un frustino frattanto ripetendo ritmicamente "Op! Op!" per milleduecentosedici volte finche' e' giunto al Ministero dell'Interno ed e' entrato dalla carbonaia. Mi e' stato impossibile proseguire oltre l'osservazione poiche' sono stato fatto oggetto di una sassaiola da alcuni ragazzacci che urlavano "Chi e' senza peccato, addosso al barbone!". Erano le ore 17,35 (5,35 p.m.). Sono quindi rientrato in ufficio. Mentre mi ritiravo ordinatamente ho notato che i ciurmatori avevano attaccato anche Terzo Ignoto che parimenti si sottraeva alla lapidazione dandosela a gambe scompostamente e facendosi ridere dietro da tutto il quartiere, che peraltro e' un quartiere signorile e degno di ogni rispetto".
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E questo e' il rapporto di Svertone: "Inizio osservazione: ore 7. L'osservato esce di casa e portasi a bar adiacente. Cognac, caffe', cognac, ancora cognac. Poi bis di tutto. Di nascosto mette in tasca un bigne' alla crema che poi trangugia per la via. Sputa ripetutamente per terra. Non raccolti campioni per non interrompere l'osservazione. Ho subito notato un personaggio male in arnese che lo seguiva a distanza ravvicinata e piu' volte veniva sorpreso dall'osservato ad osservarlo, ogni volta arrossendo, tossendo e grattandosi nelle parti intime. L'osservato asua volta gli faceva gesti osceni e grotteschi. Notato anche altro personaggio che lo seguiva con maggior discrezione e miglior abbigliamento; quest'ultimo sembrava essere il noto Ballardo Ballardi, ufficialmente scrittore in congedo e rappresentante diplomatico d'avanguardia, ma su cui cfr. in Archivio centrale dello stato 4-F-16, ripiano Genocidi e giocatori di morra, faldone All'arma bianca e tramite ipnosi ed altri ritrovati mesmerici, carpetta Reclutabili con Iva al 18%. Ore 8. L'osservato giunge dinanzi al noto ostello "La casa della fanciulla dabbene" gestito da tale Nera Neri sartina, ricamatrice e docente di ingegneria nucleare all'Universita' di Tripoli. Qui fischia tre volte un fischio d'intesa sull'aria di "Dammi o bella il tuo fazzolettino". Dopo lungo fischiare (715 volte l'intero ciclo di tre fischi sulla medesima aria) l'osservato si risolve a bussare ed entrare. Ore 12. Dall'ingresso della Casa della fanciulla dabbene fuoriesce l'osservato e con lui fuoriescono due personaggi vestiti di bianco e in calzoncini da spiaggia muniti ciascuno di un banjo. Tutti si dirigono alla trattoria Alla pace perpetua gestita dal signor Immanuele Conisberghi detto Sornacone, nel seguente ordine: in testa l'osservato, con passo danzante e trasognato; seguono a breve distanza i due musicisti albivestiti; segue a distanza il malmesso pover'uomo e in funzione di retroguardia il noto Ballardo Ballardi con i pollici infilati nei taschini del gilet, il cappello sulle ventitre e la spavalderia di questi guappi che solo perche' hanno scritto un libercolo intitolato Foglie d'erba si credono botanici di prima classe. Entro anch'io nella locanda e mi apposto dove ho piena visuale panoramica di tutti i soggetti. L'osservato e i due in abito da cuoco si siedono a uno stesso tavolo, poi invitano il Ballardi a gran voce ed anche il Ballardi si accomoda con loro non pria di aver fatto un inchino ovvero cenno d'intesa. Il pover'uomo sequitore e seguito prende posto a un tavolo li' vicino, e trovandosi ancora su esso tavolo i residui del pasto di un precedente avventore esso sequitore dedicasi alla manducazione dei suddetti avanzi. Con vivo entusiasmo, direi. Ore 13. Entra il noto Amedeo Trucionari, gia' professore di lettere classiche e moderne, gia' presentatore di spettacoli di cabaret, gia' espulso da questo corpo di polizia per indegnita' politica e morale ed attualmente in forza all'impresa privata "Vigilanza eblaita. Il nostro coraggio, la tua sicurezza. Vigilanza eblaita" in qualita' di guardiano notturno non automunito, palo di ladri e informatore occasionale tanto delle forze dell'ordine quanto della criminalita' organizzata. E' invitato con un fischio e con un cenno da parte dell'osservato ad aggiungersi alla tavolata principale. Risa e lazzi. Ore 14. Rissa in altra parte del locale. Nessuno della tavolata sotto osservazione interviene. Un morto e due feriti gravi portati fuori dal locale direttamente dagli inservienti addetti, che poi hanno passato la segatura e lavato per terra mentre il resto della clientela continuava a pasteggiare amabilmente. Ore 14,45. Un colosso in abiti femminili e baffuto come Freddy Mercury dopo aver fatto il saluto militare consegna all'osservato un pacco ticchettante con sopra scritto Sorpresa, l'osservato lo passa al Trucionari insieme ad una busta sussurrandogli qualcosa. Risa scomposte dell'intera tavolata. Il Trucionari esce. Ho ragione di ritenere possa essersi trattato della bomba esplosa di li' a poco in piazza Ombelico del mondo. Ore 17. Tutto il resto della banda si dirige presso la Casa della fanciulla dabbene, ivi entrano l'osservato, i due catecumeni, il Ballardi. Il vagabondo resta fuori e si mette a sbirciare da una finestra, ma e' aggredito da una banda di ragazzini (identificabili grazie ai giubbotti indossati con scritto "I guardiani del quartiere. Con Dio dalla nostra parte" e disegnati sotto teschio e tibie e il profilo del duce o di Marlon Brando), i quali preadolescenti gia' ben gangsterizzati lo discacciano gettandogli addosso manate di letame teste' depositato sulla pubblica via dal passaggio di due mandrie rispettivamente di bovini e di ovini, come e' mestieri avvenga quando si e' capitale di un impero commerciale. Da opportuna distanza osservo gli sviluppi. Ore 18. Il Ballardi e l'osservato escono dalla Casa della fanciulla dabbene ridendo a crepapelle. Il Ballardi chiama un taxi, l'osservato invece si allontana in bicicletta, acquistata sul momento da un mercante del vicino bazar li' di passaggio. Impossibile proseguire il pedinamento. Ritorno alla base. Qui trovo il vagabondo che cerca di entrare dalla carbonaia, ma quando mi vede si da' alla fuga. Fine del rapporto. Con osservanza, e omaggi alla signora".
*
Ditemi adesso voi che c'entra Ballard in questa storia. Ma se c'e' di mezzo Ballard allora c'e' di mezzo Canino. E se c'e' di mezzo Canino c'e' di mezzo Eddy. E se c'e' di mezzo Eddy devo parlarne col mio buon amico Oreste, e di corsa. Che come niente qui qualcuno ha gia' parlato con quelli del circolo scacchistico di Vienna. Chissa' se il re ne sa niente. Qui lo dico e qui lo nego.
Poi stanotte arriva la notizia che dopo il Trucionari Adamo alias Cianobatteri finito in spettacolo pirotecnico, anche il Marlo Cristoforo detto Calimero e' stato rinvenuto stecchito in casa sua, sul letto la valigia quasi pronta con tutte le sue cravatte di Armani e l'opera omnia di Balzac (il che lascia intuire che si preparava a un lungo viaggio). In salotto una bottiglia e tracce di una libagione (ma i due bicchieri erano invece in cucina sul lavello, lavati e asciugati con cura da mano esperta), ed uno stetoscopio, si', uno stetoscopio avvolto attorno al collo del celebrato drammaturgo la cui lingua era in postura di accentuata protusione. Il drammaturgo era in canottiera. La televisione era accesa sul canale tematico delle sedute del comitato centrale del Pcus. Il ministero ha diramato un comunicato di cordoglio per il decesso prematuro per vizio cardiaco del prestigioso autore teatrale e patriota, ed hanno intervistato quell'altro, che non si potevano vedere, che ha detto che le lettere e la vita mondana hanno perso un mestierante non del tutto spregevole ma che il teatro e' un'altra cosa, ed ha aggiunto che sta per mettere in scena un lavoro nuovo, La tempesta, che fara' rumore in Parnaso molto piu' che uno sciatto omicidio nel sordido ambiente del sottobosco dei prezzolati che poi mordono la mano che dovrebbero baciare.
Qui gatta ci cova.
Occhi aperti, Scardanelli, che qui o si fa carriera o si muore.
(segue)
6. BARCELLONA
Cessare di uccidere.
Scegliere la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
7. LA STRAGE DI BARCELLONA CI CONVOCA ALLA SCELTA DELLA NONVIOLENZA
La strage di Barcellona, che a tante altre stragi si aggiunge, ci convoca all'unica azione necessaria e urgente per la salvezza dell'umanita': la scelta della nonviolenza.
Ogni essere umano sa di essere fragile e perituro, ogni essere umano sa che la sua vita dipende dall'aiuto degli altri. Sa quindi che il suo primo dovere e' di prestare aiuto alle altre persone, e mai e poi mai privarle della vita.
Non esiste nessun valore superiore che legittimi un'uccisione: il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto di non essere ucciso, il primo dovere dell'umanita' e' salvare le vite.
*
Dove regna violenza non puo' esservi giustizia, amore, convivenza.
Quando si uccide ogni bene si estingue.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
*
Si cessi di uccidere, si riconosca che una e' l'umanita' e che ogni essere umano ha diritto alla vita.
Si faccia della nonviolenza l'etica e la politica comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Disarmare ogni struttura e ogni cultura.
Disarmare ogni braccio e ogni cuore.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Questo ci chiede con voce profonda e possente il coro di tutte le vittime: che nessuna altra vittima si aggiunga.
Vi e' una sola umanita', che tutti gli esseri umani comprende in una medesima famiglia.
Vi e' un solo mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima questo sappiamo: che o l'umanita' abolira' l'uccidere o l'uccidere estinguera' l'umanita'.
La nonviolenza e' la via della salvezza comune.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
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Numero 271 del 9 settembre 2017
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