[Nonviolenza] Archivi. 263



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 263 del primo settembre 2017

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di agosto 2017 (parte prima)

2. Jeanne Moreau

3. Sam Shepard

4. La nave dei folli

5. Vladimiro Oglianovi: Piromani

6. Vladimiro Oglianovi: Campione del mondo. Un'intervista

7. Non lasciare che il dolore ti schiacci

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2017 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2017.

 

2. JEANNE MOREAU

 

E' deceduta Jeanne Moreau.

L'intera umanita' aveva il suo volto.

 

3. SAM SHEPARD

 

E' deceduto Sam Shepard, drammaturgo, regista, attore.

Scrisse, diresse, interpreto' opere non caduche.

 

4. LA NAVE DEI FOLLI

 

Solo dei folli possono volere un intervento militare italiano in Libia, comunque camuffato.

Solo dei folli possono volere la persecuzione di chi si sta adoperando per salvare le vite nel Mediterraneo.

Solo dei folli.

 

5. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. VLADIMIRO OGLIANOVI: PIROMANI

 

Annibalone

Un lavoro e' un lavoro e non ci si sputa sopra, specialmente di questi tempi.

E poi sembra un lavoretto facile facile e invece e' un casino. Pare uno scherzo ma prima che riesci a dar fuoco a una macchia certe volte devi fare almeno dieci tentativi. E poi.

E l'attrezzatura? Te lo credi tu che vai li' con un cerino e e' cosa fatta. Invece no. Ci vogliono gli stracci, e gli stracci vanno imbevuti di benzina che ti resta addosso una puzza che non ti dico e se per caso ti distrai e ti accendi una sigaretta fai la fine del bonzo. Ma che ne sapete voi che e' un bonzo, voi passate la vita davanti alla televisione e la materia grigia v'evapora tutta prima ancora della puberta'.

E poi la benzina la devi portare con la tanica, e siccome non e' che dai fuoco al bosco dal balcone di casa, prima devi entrarci nel bosco, e ancora prima devi farci pure un sopralluogo che senno' ti ci perdi sicuro come una messa.

Gli stracci: tutti sono convinti di aver casa piena di stracci e che a smaltirne un po' tutti te ne sarebbero grati, ma prova un po' a spiegarlo a tua moglie che ci fai con tutti questi stracci che spariscono da casa: e' una litigata ogni volta, e hai voglia a dirle che stai rimettendo a posto una moto d'epoca con un amico nel garage di casa sua e che lei non lo conosce che e' un amico del tempo che andavi in giro in moto, il tempo dei chopper e gli acidi e i calzoni a zampa d'elefante, che lei neppure sapevi che esisteva e si' e no che era nata e che da quando stai con lei hai smesso di fare il selvaggio perche' le vuoi bene: puoi inventarti quello che ti pare che tanto lei non ti ci crede mai.

La benza: pare facile, uno dice: vai in un distributore col self-service e zitto zitto riempi la ghirba. E invece ogni volta c'e' una fila di macchine della malora, e quando ti vedono che arrivi a piedi con la tanicuccia tua glielo leggi negli occhi: "Ecco il piromame, che lo possino ammazza'"; tu provi a fare l'indifferente, lo spiritoso, lo sportivo; una volta ho provato a dire "Mi si e' fermata la macchina tre chilometri fa, per fortuna ciavevo la ghirba", e uno grosso come un toro e brutto come la morte, con al collo una catena d'oro di tre chili, da dentro la Mercedes sua mi fa: "Ah giovano', mo' te ciaccompagno io a la machina tua, vedemo 'n po' si e' vvero, che me sa che c'e' da ride, me sa". Mi e' toccato scappare a razzo e ci ho rimesso pure la tanica. Allora ho cominciato a dire che la macchina sta in garage, ma ogni tanto c'e' uno che invece di farsi gli affaracci suoi mi vuole accompagnare e insomma io non e' che posso andare a riempire la tanica al distributore vicino casa, cosi' neanche quel trucco funziona sempre e allora tanto vale che ci vado con la macchina, faccio il pieno, poi torno a casa e nel garage risucchio fuori il carburante col tubo di gomma e lo passo nella tanica, che ogni volta finisce che la prima ciucciata mi si riempe la bocca di benza, che schifo, che finisce che ci prendo pure qualche malattia di quelle brutte; ma pure ad andarci con la macchina finisce che prima o poi la riconoscono e allora finisce pure il giocherello, finisce. Che poi e' la mia fonte di reddito, che oggi come oggi non e' che c'e' da scegliere. Prima facevo il fontaniere, che voi neppure lo sapete che mestiere e' il fontaniere. Lavoravo per il Comune e tenevo d'occhio le condotte dell'acqua, ecco che e' il fontaniere. Pero' ero avventizio e quando e' cambiata l'amministrazione e quel ladrone di mio cugino ha smesso di fare l'assessore, ciccia, non m'hanno chiamato piu'. 'Sti cornuti, 'sti clientelari della malora, solo ai parenti loro assumono, corrotti che non sono altro.

Ho fatto pure il rappresentante, perche' ho garbo con la gente, andavo porta a porta, la vecchia scuola, che ne sapete voi. I vecchietti soprattutto, quattro chiacchiere e gli vendete di tutto. Poi ci fu una storiaccia, che io veramente non c'entravo niente ma l'avvocato ha deciso che dovevo patteggiare e io ho patteggiato, che tanto non significa niente, e' solo per non finire dentro, il processo non me l'hanno mica fatto che se facevamo il processo magari vincevo pure. Certo che per la vecchietta che c'e' morta mi e' dispiaciuto, ma se uno non le sa usare le cose che compra farebbe meglio a non comprarle, no?

Ho lavorato pure ai mercati generali e quella si' che era fatica vera. Infatti appena m'hanno fatto la proposta ho detto si' e adesso faccio 'ste commissioni per lo zio. Che poi mica e' zio per niente, lo chiamiamo noi lo zio tanto per capirci. Pero' e' un lavoro che mi piace perche' non e' che fai sempre la stessa cosa, si fanno esperienze diverse e ogni volta s'impara qualche cosa di nuovo, che poi tutto e' utile. Io sono uno che gli piace imparare. Pure le lingue, che diverse volte ho pensato che prima o po mi trasferisco in America, o in Australia, o in qualche localita' turistica a fare la bella vita. Prima pero' bisogna mettere da parte qualche picciolo. Adesso c'e' da fare questo e questo faccio. Il lavoro e' lavoro e io quando lavoro lavoro.

E poi ti devi travestire, che ormai e' pieno dappertutto di videocamere, che se ti viene - con rispetto parlando - da fare un goccio d'acqua addosso a un muro in un angoletto nascosto, la sera dopo ti trovi immortalato col coso in mano a "Striscia la notizia". Ma pure per travestirsi ci vogliono i vestiti, e se li porti a casa e' la solita rogna con mia moglie che dice che butto via i soldi, e se non li porti a casa ti devi cambiare in macchina che non si trova un posto dove ti puoi spogliare e rivestire senza che si riempie subito di guardoni che poi ti vengono a fare le propostacce oscene, li mortacci loro. Insomma, un inferno. E poi i vestiti dopo il lavoretto li devi pure bruciare e sono tutti soldi buttati, e magari qualche volta ti capita che avevi comprato un vestito, che ne so: una tuta, una maglietta, un passamontagna che ti stava proprio bene, ti piaceva proprio, e allora di dovergli dare fuoco e' un crimine che grida vendetta al cospetto di domineddio.

E il trucco per la faccia? Uno pensa che ti fai i baffi finti passando sopra il labbro un turacciolo di sughero annerito con l'accendino. Beato tu: al primo starnuto che fai? Non te lo pulisci il naso? E addio travestimento. Io poi sono allergico e starnutisco a tutto spiano quando metto il naso in campagna che e' pieno di quella roba li', come si chiamano, i pollini, la polvere, non quella di polvere, quell'altra, quella che sta per terra. Dice: ti metti una parrucca, e via. Bravo: intanto che ci fai con una parrucca sotto il passamontagna? Pero' si potrebbe anche dire che il passamontagna e' scomodo d'estate, e giurabacco se non e' scomodo davvero, oltre al fatto che se ti vedono da lontano, che ne so, qualche cacciatore o qualcuno di quei fighetti che fanno le fotografie agli uccelli - quelli che volano dico, ma pure quegli altri, che e' pieno dappertutto di guardoni - tu che dici, non sara' che s'insospettiscono a vedere un cretino che passeggia col passamontagna per i campi d'agosto che il sole cuoce le uova, eh? E poi dove la compri una parrucca, dimmelo tu che sei bravo. Un cristone come me che entra nella bottega dove vendono le parrucche e dice alla commessa: "Vorrei una parrucca, grazie"; come minimo chiamano la buoncostume. Cosi' alla fine ho deciso per gli occhiali a specchio e un cappelletto di quelli che si mettono gli americani, so' forti gli americani, so' tutti ricchi e allora invece di lavorare vanno tutti a correre coi calzoncini, le magliette con le cose scritte in americano e quei cappelletti che comunque ormai li vendono pure a Porta Portese e a Piazza Vittorio e comunque tanto li fanno a Napoli, ci scommetto, e poi ci scrivono "Made in Cina" che sarebbe come dire che la madre sta in Cina, la madre del cappelletto, e' una metafora, no? Ma che ne sapete voi che e' una metafora, passate la vita a guardare la televisione che e' peggio che passarla a guardare la lavatrice, che almeno la lavatrice lava i vestiti e la televisione invece vi lava la capoccia a voi e ve la svuota come una zucca vuota.

Insomma e' un lavoraccio. E mica e' finita, poi c'e' il trekking. Tu pensi: parcheggi all'autogrill e vai, giusto? Giusto un corno, prova un po' a fermarti all'autogrill e scendere fischiettando dalla macchina con la tanica: di colpo dal nulla si materializzano diecimila occhi che ti fissano. Allora, niente autogrill.

Allora devi trovare un attraversamento a raso lontano da case ed esercizi vari, prendere un viottolo, una strada bianca, e li' per quanto piano vai alzi lo stesso un polverone che pare un film di indiani e caubboi, e ti riempi di polvere le scarpe, il naso, il collo, tutto, che poi sembra che sei stato in Vietnam con Gionvei e Marlobbrando. Oltre al fatto che ti ci giochi le sospensioni della macchina, che mica te la passa la ditta.

Poi fermi la macchina e devi inoltrarti a piedi nella macchia, che con la macchina non ci si entra perche' sono sentieri che ci passa si' e no un cristiano.

Prova a farteli tu due o tre chilometri a piedi con la tanica di dieci litri, il borsone con gli stracci, e che alla prima svolta non trovi piu' il sentiero per tornare indietro.

E ti dice bene se non trovi i maledetti fungaroli, maledetti loro e l'animaccia sua. E insomma e' difficile non essere notati, loro tutti con quei capagni di vimini, e tu col borsone degli stracci e la tanica che sgocciola. E si conoscono tutti, i maledetti, e pare che ti fiutano, e a forza di esercitarsi a trovare le fungaie ci hanno gli occhi come raggi x, come raggi laser. Io allora uso un trucchetto: metto sia il borsone che la tanica in un sacco dell'immondizia formato condominio, ma non fai due metri che sbuca fuori la guardia che ti dice che nel bosco non si butta l'immondizia e ti fa la multa e ti tocca pagare subito e dargli pure un extra che tiene i piccirilli pure lui, e tutto in nero, eh, perche' senno' ti chiede i documenti e oltretutto non e' che puoi aprire il sacco e far vedere la sorpresa. Io non lo so come fanno ma ci dev'essere una guardia campestre nascosta dietro ogni fratta perche' come arrivi salta su come un misirizzi, lo sapete che sono i misirizzi? E che ne volete sapere, voi guardate solo la televisione.

La volta che poi finalmente riesci a portare a termine il lavoro, capita che quel pomeriggio piove: prima una calura che pareva il deserto del Sahara, non fai in tempo ad appicciare due fiammelle che il cielo s'annuvola e arriva l'acquazzone, il temporale estivo: che dura dieci minuti, ma proprio quei maledetti dieci minuti che ti spegne tutto. Poi la sera glielo devi spiegare tu a Pancrazione perche' non hai fatto il dovere tuo, e Pancrazione non ce l'ha il senso dell'umorismo, ne' l'umana comprensione, lo pagano apposta.

E' un lavoraccio, ve lo dico io. Ci dovrebbero dare la medaglia come eroi del lavoro, come stakanovisti. Figuriamoci se sapete chi sono gli stakanovisti. Invece neppure cenare posso senza sentire quei boiaccia della televisione che dicono che i piromani di qua, i piromani di la', e giu' insulti a non finire. E mia moglie che gli da' ragione. Io sto zitto, e' chiaro, pero' rodere mi rode, mi rode parecchio. Insomma, un po' di rispetto, no?

*

Aristarco

Perche' lo faccio? Per sport. Voglio stabilire il record dei boschi incendiati e poi finire sul Guinnes dei primati. Non me ne frega niente di andare in galera, voglio stare sul Guinnes col mio nome e cognome: Aristarco Scarcassi detto Ciccio. Mi piace pure la birra Guinnes.

Sono sempre stato uno sportivo: pugilato e arti marziali, rissa a mano libera e coi bastoni, tiro al bersaglio e cerca di non essere tu il bersaglio perche' ci ho un occhio che neanche Occhio di Falco, ci hai presente? Giocavo pure a pallone da regazzo, pero' ho smesso perche' m'annoiavo, io volevo giocare all'attacco e invece mi facevano fare il mediano di spinta che a quei tempi era tutto diverso, c'era il centromediano, la mezzala, il fluidificante, il tornante, e il metodo e il sistema, per esempio non c'era il libero: non ci si crede, eh? Il mediano era quello che zompava addosso al regista dell'altra squadra e lo stendeva; se per sbaglio prendevi la palla la dovevi passare subito senno' il mister cominciava a bestemmiare e i compagni ti linciavano, mica eri li' per giocare a pallone, eri li' per rompere caviglie; insomma passavi tutta la partita a stare li' ad aspettare che passavano la palla a quello e lo stendevi, ma io volevo giocare a pallone, con quello che costavano gli scarpini, i parastinchi e tutto il resto, se volevo fare la lotta libera non c'era bisogno di spendere tutti quei soldi, no? Pero' il gioco di squadra non e' che mi piacesse troppo, a me mi piace di piu' il gioco individuale, come gli scacchi, il tennis, le coltellate. In ogni caso sono sempre un tifoso, io dico che se uno non e' un tifoso o e' uno sbirro o e' una spia.

Pure le scommesse mi piacciono, e' un ambiente tosto, gente ganza, un tempo ci lavoravo pure, riscuotevo dai morosi, morosi non nel senso che pensate voi, eh; nel linguaggio della legge si dice morosi per dire quelli che non pagano i debiti: io la legge non l'ho mai capita, parlano sempre in un modo strano, si capisce subito che c'e' la fregatura. Sai quante volte mi sono detto che era meglio se facevo l'avvocato? lavorare si lavora, pero' si fanno un sacco di soldi. A me di lavorare non e' che ci ho proprio tanta voglia, ma se proprio sei costretto e' meglio fare l'avvocato invece di dover sudare come un porco pe' da' ffoco a la pineta, no? Che poi gli avvocati non li arrestano mai, ci avete fatto caso? Per forza, sono avvocati, e sono pappa e ciccia coi giudici, coi piemme, coi cancellieri, coi caramba e tutta la banda bassotti di quei ladroni dello stato, perche' pure lo stato che vi credete che e'? Una banda di ladri, ve lo dico io, e guardate che io non ci ho niente contro i ladri, e' un lavoro come un altro, ma quei ladri dello stato quelli non li posso sopportare, non lo so neanch'io perche', ma nu' li posso sopporta'.

Comunque se stavo li' era solo pe' sport, p'entra' nel Guinnes dei primati, e poi io nun ammetto gnente, mica era robba mia quella, avevo dato un passaggio a uno e ce ll'ha lassata esso su la machina mia. Io ll'ho tirata ggiu' pe' vede' che era, e ppe' sbajo ha preso foco. Quello manco me lo ricordo che faccia c'eva, chi ll'eva visto mai? Me pare che se chiamava Marcaureglio 'Ntonino, magari voi lo conoscete, no?

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Ruggeretto

La gente non capisce proprio niente.

Macche' mafia, macche' palazzinari, ma quali gran soldi. Io lo faccio solo per passione. Mi piace vedere i bei fuochi. Non scherziamo, piace pure a voi, vi ho visto alla festa del paese che saltavate sui falo'.

C'e' qualche cosa nel fuoco che io non lo so dire bene perche' non e' che ho studiato tanto, mi piaceva di piu' lo sport, e le macchine, e le belle figlie di Madama Dore'. Pero' lo so che nel fuoco c'e' qualche cosa, sara' la luce, sara' che brucia, sara' che non sta fermo un attimo; ci sara' un motivo se si dice tutti la fiamma della passione, il fuoco dell'amore, scherzare col fuoco, fare fuoco e fiamme, e tutte 'ste scemenze, no?

E' che brucia, ecco. E a tutti ci piace quello che brucia. Senno' perche' fumiamo le sigarette, con tutto che pure sul pacchetto c'e' scritto che fanno male? Secondo me pure quei fessi che non fumano ce l'hanno in saccoccia 'na scatola de cerini, de minerva, 'n accendino de plastica, e 'gni tanto, zitti zitti, de nascosto, je danno ggiu': du' scintille, du' tirate, danno foco a 'na tavoletta, a 'n pezzo de carta, e poi magari lo buttano nel cesso e tirano lo sciacquone. Perche' lo fanno? E perche' lo fanno de nascosto? Vaccapi', pero' lo fanno, eccome se lo fanno.

E i fuochi d'artificio? Come la mettiamo coi fuochi d'artificio? Se era cosi' brutto allora magari si faceva l'acqua d'artificio, che invece neppure esiste, al massimo l'acqua con le bollicine, ma vuoi mettere coi fuochi d'artificio? Che festa e' senza i fuochi d'artificio? Una macchia che brucia non e' lo stesso? Solo che e' piu' in grande, piu' spettacolare, piu' appassionante.

Si vede da un chilometro che siete un branco d'ignorantoni, pero' Nerone l'avrete sentito di' pure voi, no? E quale fu il piu' grande spettacolo di Nerone? Quattro pezzenti magnati dai leoni al Colosseo? Spartaco che fa a spada co' Maciste? Freddaster vestito da antico romano che balla co' li zoccoli? Annamo, lo spettacolo piu' grande fu quando diede fuoco a tutta Roma: dico, a tutta Roma: e questa e' cultura, mica chiacchiere.

Se uno ci ha la passione ci ha la passione, e' come con le corse dei cavalli e i casino': perche' la gente ci si rovina? Per la passione. E io ci ho la passione del fuoco.

I soldi? Quelli li ho vinti al gioco, lo prevede la legge che nun s'hanno da dichiara' le vincite de ggioco, nun ce lo sapete? E che razza de sbirri sete? A che gioco? Ar gioco dell'oca.

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Tristano

Perche' lo faccio? Per il motivo piu' antico del mondo: per vendetta.

Che c'entra? C'entra eccome. Diteglielo alla Gigliola.

Se non mi avesse lasciato mica m'incattivivo. Ero un pezzo di pane, ero.

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Valterino

Vado a fumare nel bosco, e allora? Saranno affaracci miei, no? C'e' il cretino che va in pineta a leggere un libro che tanto non ci capisce niente, il babbeo in calzoncini che corre corre solo per tornare tutto sudato al punto di prima dove ha lasciato la macchina che se gliela rubano e' quello che si merita, il fesso che si arrostisce al sole sulla sabbia e poi gli piglia un canchero, e a me mi piace fumare nel bosco, vi sta bene? E se non vi sta bene, chi se ne frega.

Il fumo fa male alla salute, dite? E allora beccateve st'incendio e ditemi se fa bene. Bambocci.

*

Giujanaccio

Fanno tanta cacca perche' ho dato fuoco a quattro frasche. E la guerra? Eh? la guerra non dice niente nessuno?

Il piromane! Il piromane! Neanche fossi Dracula. E l'inquinamento? Tutte 'ste macchine, tutte 'ste fabbriche, tutte 'ste discariche che ci avvelenano l'aria che respiriamo, e l'acqua e il cibo e l'animaccia de Pippo, eh? Tutti a far finta di niente, ipocriti, sepolcri imbiancati, buzzurri che non siete altro.

Un po' di fratta e qualche tronco che brucia e tutti a fare il pianto greco. Quei poveri cristi d'emigranti che affogano nel Mediterraneo invece, chi se ne frega, eh?

Il governo vende le armi ai dittatori che ci ammazzano la gente a cataste, e in televisione zitti e mosca. Il mostro sono io che ho ripulito quanto basta per fare un campo sportivo, un centro direzionale e un bel quartierino residenziale con le villette a schiera proprio come ve la vorreste comprare pure voi. Ma fatela finita, pagliacci.

Che poi Mammarone - che lui si' che ci fa i soldi a secchiate - a me mi paga mezza lira, mezza lira mi paga a me, che vi credevate? Vedete de levavve da torno prima che fo 'no sproposito.

*

Vivenzio

E che fa l'uomo, eh, che fa? Trasforma la natura, eh si', trasforma la natura.

E perche' trasforma la natura? Per il bel gusto di faticare? Andiamo. Per motivi - come si dice - estetistici? Ma sai che gliene frega all'uomo dell'estetistica, alle donne magari si', ma all'uomo. E via. Per ragioni esistenzialistiche? Ma se non sa neanche che significa la parola esistenzialistismo. L'uomo, dico l'uomo in generale, la specie umana, ve lo dico io, non capisce un colpo, altro che tutte 'ste buffonate da intellettuali.

No, l'uomo trasforma la natura perche' la natura gli fa schifo. Questa e' cultura: quando la natura ti fa schifo. E perche' gli fa schifo la natura all'uomo? Lo sanno pure i sassi, lo sanno: perche' e' selvaggia, e l'uomo invece e' civile. Una volta pure gli uomini erano selvaggi e allora vivevano nello stato bellico, che sarebbe a dire che tutto gli sembrava bello: ci credo, era selvaggio pure lui. Ma poi mangio' il frutto dell'albero del bene e del male e si diede una svegliata: prima ci aveva gusto a dormire su quattro frasche che la mattina ci aveva tutta la schiena strisciata e gli dolevano tutte le ossa. Dopo ha capito che ci voleva la rete e il materasso. Ecco la civilta'. Prima, che ne so, si mangiava una lucertola cruda o le cacche di cane, e era tutto contento. Dopo ha inventato la pizza, le scatolette di tonno, la nutella, dico: la nutella. Io dico che avere mangiato quel frutto dell'albero del bene e del male non e' stata una cosa sbagliata, e' stata una cosa giusta. Che il padrone dell'orto non fosse d'accordo, manco gli stupidi. Il padrone dell'orto non e' mai d'accordo che tu gli rubi la frutta, senno' che padrone dell'orto sarebbe? Pero' e' come quando giochi a guardie e ladri, no? Lui cerca di metterti il sale sulla coda e tu scappi, lui t'aspetta con la carabina caricata a sale, e tu arraffi le cerase e via piu' veloce della luce, che poi piu' veloce della luce non e' vero perche' per quanto sei svelto non sei piu' veloce della luce, andiamo, ce lo dice la scienza, e pure la scienza e' civilta'. Ditemi voi se avete mai visto uno scienziato che fa l'uomo preistorico: no. E perche' no? Perche' allo scienziato non gli piace vivere nelle caverne, senza la televisione, senza il frigorifero; allo scienziato gli piace vivere nell'appartamento, o nella villa, o nel castello o nel grattacielo se ha gia' fatto i soldi beato lui. E perche'? Perche' e' civile.

A me mi piace di essere civile. Ma per essere civile bisognano i dindi, la grana, il becchime, avete capito? I soldi, sissignore. E allora se arriva uno e mi dice: ah Coco', c'e' da fa' 'n lavoretto a da' foco a tutte 'ste frasche, tutto 'sto serpaio, spine da tutte le parti, tanta bella terra sottratta all'agricoltura, ai campi da golf, agli insediamenti urbani, alla civilta'. Ah Coco', e qui bigna da decidese: o volemo fa' i servaggi e allora tanto vale anna' in Amazzonia, oppure semo persone ciovili, e le persone ciovili cianno bisogno de l'autostrade, de' centri commerciali, dell'aria condizionata, de la televisione pe' vvveda le partite come Cristo comanna. Ah Coco', a falla corta, 'nzomma, te le vo' becca' du' carte da mille? Embe', se arriva uno e dice cosi', io mica je risponno de anna' a magna' 'r zapone, none, io je risponno che se po' ffa'. So' n'omo civile, io.

*

Penzaperte'

Eravamo li' co' Saltafossi e Nicchione, e Nicchione come sempre nicchiava, e Saltafossi zompava di qua e di la' che ciaveva 'na malattia che nun ce la cavava a stasse fermo mezzo minuto. Adesso io ce lo so che nun e' 'na bella compagnia che vo in giro co' 'sti du' scemi. Infatti regazze zero carbonella, e ce credo, perche' che voi rimorchia' se te presenti co' Nicchione e Saltafossi. Pero' semo amici, e 'nzomma ll'amici so' amici. E le'. Allora, stavo a ddi' che eravamo li', li' dove? li' vicino al fontanile che dietro comincia il cerreto, no? I cerri, i cerri, e che senno', l'alberi che ce cresceno li prosciutti? Eravamo li' e era domenica pomeriggio e niente partite perche' mercoledi' aveva giocato la nazionale, e aveva pure fatto schifo come sempre. E' che la nazionale nun te la poi sceje, perche' senno' io me scejevo la nazionale del Brasile, no questa nostra che se la fanno immano tutti quanti. Immano, immano se la fanno. Avete capito.

E allora eravamo li' al fontanile. E perche' no in discoteca? E chi ce la paga la discoteca, tu' nonno 'n carriola? E poi la discoteca piu' vicina quanto dista in linea d'aria, ce lo sai tu? E allora zitto si nun sae gnente. E pure la discoteca costa. Che poi manco sapemo balla'. E pure 'l treno costa. Che col treno 'na volta s'annava a Viterbo al cinema ma mo' i cinema nun ce so' ppiu' e poi pure se c'ereno chi te lo paga 'l bijetto? Certo, quanno ciavemo du' sordi se li sparamo nvena se li sparamo, bisogna saper scegliere, si chiama libero arbitrio se non lo sapete, e' la liberta' del volere umano, ciavete presente? Ma che ve lo dico affa', che tanto nun capite manco quanto sete longhe, e state sempre appresso al prete, al dottoretto, al farmacista, al commercialista, all'avvocato, a tutti que' puzzoni che ve riempeno la capoccia de scemenze e voi abbocconi ch'abboccate.

Apposta la domenica pomeriggio stamo al fontanile, che e' come anna' al mare senza 'l mare, che poi 'l mare e' pure pericoloso - per esempio gli squali, i piragna - e oltretutto e' sporco perche' 'ndo penzi che vanno a ffini' tutte le fogne del monno, su la luna? Vanno a ffini' nnel mare, apposta ce butteno tutto 'sto sale, pe' disinfetta', no? E tutti quelli che ce pisceno? Nun fate finta de nun sapello, nun famo li regazzini, annamo.

'Nvece 'l fontanile l'acqua e' bbona, la beveno le vacche e la bevemo pure nue e nun cia' mmae fatto male. Mo' le vacche 'n ce so' piu', ma 'l fontanile c'e' ancora, e subito dopo 'l fontanile comincia la macchia.

C'ereme portate du' sarcicce pe' ffa' 'l panonto. E 'na damigianetta de vinello novo e traditore. Com'e', come nun e', tra magna' e beva, 'l foco e' ppartito. Mica l'avemo fatto apposta, so' ccose che succedeno.

 

6. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. VLADIMIRO OGLIANOVI: CAMPIONE DEL MONDO. UN'INTERVISTA

 

Click.

Tutto comincio' per una scommessa tra amici. Eravamo al bar del Sornacone come tutte le sere e giocavamo a carte.

A quel tempo il bar del Sornacone era gia' in piena decadenza, e la sera c'eravamo solo noi quattro e il Sornacone che un po' guardava la televisione e un po' dormiva dietro al bancone. E quando dormiva uno di noi s'alzava zitto zitto gli s'avvicinava e con quanto fiato aveva in gola gli ruggiva nell'orecchio "Sveja, Sornaco'!", e Sornacone saltava sulla sedia e noi a ridere come matti. Ci si divertiva cosi'. Oggi mi chiedo se non abbiamo rischiato cento volte di fargli prendere un colpo. Lui non diceva niente, non diceva mai niente Sornacone.

Quella sera Scacciacani disse: "Io certe volte me lo chiedo che vita e' questa. Uno s'aspetta che nella vita prima o poi ti deve succedere qualche cosa, no? e invece non succede mai niente".

Marcoscortico allora: "Aspetta e spera. E' che se uno non fa niente che vuoi che gli succede? Niente. Sei tu che devi darti da fare". E diceva bene.

Allora Scacciacani: "E allora via, mica si puo' restare tutta la vita qui a giocare a carte e a far saltare Sornacone sulla sedia".

Pure Crasticotto volle dire la sua: "Pare facile, ma uno la sera e' stracco, e de giorno se lavora come bestie, come bestie se lavora". Ed era la sacrosanta verita' perche' Crasticotto lavorava alla fornace, che secondo me non si puo' neppure chiamare un lavoro, e' peggio della galera. Scacciacani invece faceva il portiere da quando a caccia gli avevano sparato a un ginocchio e lo avevano azzoppato, che non si seppe mai se era stato un incidente o no. Marcoscortico lavorava con me al Consorzio, che all'epoca c'era lavoro per un capoccia (che era mio zio buonanima che poi l'hanno tanto calunniato per quei trecento milioni che erano spariti), due impiegati e quattro operai, e poi l'hanno chiuso.

Allora non mi ricordo chi disse: "Ci vorrebbe da fare qualche record mondiale, e diventare famosi". Forse lo dissi io.

Il fatto e' che fare i record mondiali non e' una cosa facile, e diventare famosi e' anche piu' difficile. Intanto, per diventare famosi, devi vivere in citta', che ci sono i giornali. Al paese puoi pure fare il miracolo di trasformare le sigarette in chiodi, tanto non gliene frega niente a nessuno e le notizie non girano. Pero' noi a quel tempo di pensare di andare a vivere in citta' non ci sfiorava neanche l'anticamera del cervello. Eravamo giovani, che ci vai a fare in citta'? che alle otto i bar chiudevano mentre invece al paese non chiudevano mai.

Pero' quell'idea mi resto', e continuavo a pensarci, pure dopo che Sornacone mori' d'infarto e il bar chiuse e allora noi smettemmo di andarci (per forza: visto che era chiuso; poi ci hanno fatto un discount); e poi Marcoscortico s'era sposato e la sera non usciva piu', Scacciacani era morto di overdose, e a me di giocare a carte solo con Crasticotto proprio non mi andava, che oltretutto bisognava andare al bar del crucco e io al bar del crucco non ci entro perche' ci hanno il busto di Mussolini e una volta o l'altra piglio il quintone e lo faccio in mille pezzi. Pero' non l'ho mai fatto, che magari poi toccava sparare pure al crucco e io al crucco non gli volevo sparare, e' un imbecille e un fasullo ma e' pur sempre un essere umano, e noi non ammazziamo la gente per il gusto di ammazzare la gente, noi non siamo come loro.

Ci fermiamo un attimo?

Click.

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Di anni ne sono passati diversi. Io adesso abito in citta', da quanto? da quarant'anni almeno, e non sono diventato famoso lo stesso. Al paese non ci torno piu'; con gli amici di allora, quelli ancora vivi, ho perso i contatti da un sacco di tempo. Sposare, non mi sono sposato; di parenti ho qualche cugino che non ci siamo frequentati mai e mi sta bene cosi'. Lavoro, sto in affitto, mi faccio gli affari miei, metto da parte qualche soldarello per la pensione, se ci si arriva.

Pero' quell'idea del record, del primato mondiale, almeno quella io l'ho realizzata; insomma campione del mondo nella mia specialita' lo sono diventato veramente, solo che non lo posso raccontare in giro perche' se lo dico mi mettono in galera. Ho ammazzato 72 meretrici. Lei dira': e come fa a tenere il conto preciso? E' facile, per ognuna che ne ammazzo faccio una tacca sul muro, in cucina, di fianco alla televisione, sotto il quadretto di padre Pio, che io sono sempre stato un devoto di padre Pio. Pure di Maradona. Non e' cosi' complicato come pare, adesso glielo spiego: il trucco e' fare quattro tacche verticali affiancate, e la quinta invece orizzontale che le taglia tutte e quattro a mezz'altezza. Non c'e' neanche bisogno di essere precisi precisi, si vede bene lo stesso. Cosi' le conti per cinque che e' piu' facile. E' come con le tabelline, no? Ci vuole ingegno in tutto nella vita.

Come mi e' venuta l'idea di fondare questo sport? All'inizio non e' che ci pensavo, all'inizio volevo solo i soldi. Ma siccome non lo sai se ci hanno il pappone, per non correre rischi invece di rapinarle e basta le accoppo. Le scelgo straniere, che lavorano in posti isolati. Non si fa un record mondiale se non si e' svegli. La parte piu' importante e' disfarsi del cadavere. Se non te la cavi bene a disfarti del cadavere, non c'e' verso, prima o poi ti beccano di sicuro. Io invece, non fo per dire, ma e' la mia specialita'. Le taglio a pezzi e le do' ai cani che li tengo apposta. Ci ho un pezzetto di terra che ci tengo una decina di cani ma a caccia non ci vado, li tengo per far sparire i corpi. Lo potevo fare pure coi maiali, ma i maiali sono sporchi e dove che li metti fanno sempre una porcareccia, invece i cani non c'e' niente da dire, e' proprio vero che il cane e' il miglior amico dell'uomo.

Poi e' pure un'iniziativa civica, perche' le prostitute portano le malattie, si sa. E poi rovinano le famiglie. Adesso non dico che basta quello che faccio io ad arginare l'invasione, pero' contribuisco. Ma non e' che lo dico perche' mi voglio prendere il merito di fare qualcosa per la patria nostra, che a me della patria non me ne puo' fregare di meno, mica sono un fascista. E non sono neppure razzista, tanto per essere chiari: sono loro che sono straniere. Se restavano a casa loro chi le toccava? Pero' ci tengo ad essere preciso: a me mi interessa solo l'aspetto sportivo (si', pure i soldi, l'ho gia' detto, no?).

Siccome sono uno sportivo non mi considero un serial killer: un serial killer uccide spinto da impulsi irrazionali, da turbe inconfessabili, insomma, e' uno malato (a meno che non e' un sicario della mafia, ma allora non e' un serial killer, no?). Io invece sono perfettamente sano, sono una persona che s'informa, che si aggiorna, che vivo nel mio tempo. E ho un obiettivo logico, chiaro, e socialmente apprezzato: lo sport, e l'eccellenza nello sport. Oltretutto e' uno sport che ho creato io. E in fin dei conti essere campione del mondo significhera' pure qualcosa, la classe non e' acqua. Come faccio ad essere sicuro che il campione del mondo sono io? E' facile saperlo: l'ho pensato io questo sport e non ci sono per ora altri atleti, anche perche' per ora non e' uno sport ufficiale, magari un giorno lo diventa, e' successo lo stesso per tante altre cose che una volta erano illegali e poi sono diventate legali. Lei dira': magari in Messico dove ammazzano tutte quelle pischelle a Ciudad Juarez ci sara' qualcuno che ne ha fatte fuori cinquecento, cinquemila... Un attimo: il punto non e' quanta gente ammazzi, perche' senno' vince sempre il presidente dell'America, no? Il punto e' se lo fai rispettando le regole del gioco, se sei iscritto al campionato, insomma tutte quelle cose che valgono anche per tutti gli altri sport. I messicani neppure lo sanno di questo sport. Lo so io, e adesso lo sa anche lei perche' glielo sto raccontando io, e basta. Perlomeno finche' non pubblichera' l'intervista.

Puo' anche darsi, puo' anche darsi che da certi punti di vista quello che faccio possa essere giudicato male; io non sono - come si dice - un dogmatico, a me piace rispettare i punti di vista diversi, mi piace il confronto democratico e lo dico sempre che sono anche disposto a cambiare opinione se qualcuno mi convince che ho torto. Pero' prima di sputare sentenze bisogna ragionare.

Intanto: lo sport e' una cosa buona o una cosa cattiva? Se uno pensa che tutti gli sport sono una porcheria, allora c'e' poco da chiacchierare, c'e' un dissenso di fondo e nessn argomento lo sposta. Pero' siamo proprio sicuri che tutti gli sport sono una porcheria e tutti gli sportivi meritano la forca? E Fausto Coppi, per dire? E Dorando Petri (che poi si chiamava Pietri, in verita')? E Primo Carnera? Lo vede? Lo vede? Almeno su questo siamo d'accordo. E allora se certi sportivi sono degni di rispetto, anzi, di ammirazione, vuol dire che lo sport che facevano proprio schifo non faceva, no? Perche' se faceva schifo ci puoi mettere la firma che Coppi e Carnera con ci si mettevano per niente. Allora, magari c'e' qualche sport che a qualcuno non piace, che ne so, per esempio il baseball, che secondo me neppure e' uno sport, o i tuffi da un metro: che ti vuoi tuffare da un metro? Quanto t'affacci e gia' sei sott'acqua. Pero' le bocce, il biliardo, e il pallone, vorrei proprio vedere se qualcuno ci ha qualcosa da dire. Che vuoi dire? Non c'e' niente da dire.

Adesso si puo' discutere eventualmente se il mio di sport piace o non piace, ma e' una questione di gusti, di carattere, di abitudini, dico io. Per esempio, il pugilato: e che e' il pugilato? Due in mutande che si danno un sacco di cazzotti. Pero' a chi non piace il pugilato? Certo, poi un conto e' vedere Cassius Clay, e un conto quello che mozzicava gli orecchi e poi li sputava, come si chiamava? Adesso se uno guarda solo all'aspetto fisico, meccanico, e' chiaro che fare a cazzotti non e' una bella cosa, ma lo sport del pugilato resta sempre la nobile arte. E il tiro a segno? Gente armata che colpisce il bersaglio. Ce lo immaginiamo tutti che una volta che uno ci ha preso gusto a tirare alle sagome di cartone poi gli viene voglia di tirare pure ai pupazzi di ciccia, andiamo, lo sappiamo come siamo fatti. Pero' il tiro a segno e' disciplina olimpica e nessuno dice cotica. E' chiaro, lo sport che faccio io quelle le ammazzo. Ma intanto che vita facevano? Una vita da schiave. Una vita che si puo' ben dire che certe volte morire e' meglio. Ma non dico che sono un benefattore, no, benefattore non pretendo di esserlo. Dico solo che la questione va vista da diversi punti di vista per farsene un'opinione, come si puo' dire, completa, equanime. E poi, forse che il doping non ne ammazza a raffica di atleti? Vogliamo fare gli struzzi? Io la testa sotto la sabbia non ce la metto. Il doping ammazza un mucchio di gente e non e' che ammazza quattro malefemmine di cui nessuno sente la mancanza, ammazza fior di campioni, fior di campioni. Ma nessuno pensa di abolire il calcio o l'atletica o il ciclismo perche' i corridori e i calciatori si fanno. Insomma, ci deve essere un'etica nello sport, non si puo' condannare in blocco uno sport per qualche mela marcia. Io dico che gli sport prima vanno capiti, poi si puo' decidere se piacciono o no: se non piacciono, pace; mica sei obbligato a praticarli. Cosi' penso io: non ti interessa lo sport mio? e chi ti obbliga a farlo? Io la vedo cosi'. Non ho ragione?

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Perche', e' meglio quello che ammazza la fidanzata, la moglie, l'amante? Pero' ogni giorno c'e' qualcuno che ammazza la morosa, la consorte, la donna del peccato. E allora aboliamo il fidanzamento, il matrimonio, il libero amore? No, perche' siamo persone civili. Poi io sono per il beneficio d'inventario e per il diritto di difesa: che se uno ammazza la moglie bisognera' pure vedere se ci aveva i suoi motivi o no, magari ci aveva le sue ragioni. Non dico che ci aveva ragione, dico che poteva averci le sue ragioni. A me non mi piace che uno ammazza la moglie, specialmente se ci sono i figli piccinini, pero' se la moglie voleva il divorzio intanto non era piu' proprio moglie moglie, e questa cosa bisognera' pure considerarla, no? Secondo me il voto alle donne e' stata proprio la solita idiozia demagogica che ha provocato solo danni a non finire: per accontentare i comunisti si e' messa una serpe in seno in ogni casa. Io dico sempre: l'avete studiato diritto romano? No, eh? Pero' lo sapete che tutto il diritto, sarebbe a dire tutte le leggi del mondo, derivano dal diritto romano, no? Roma caput mundi. E quale era la base del diritto romano che ha consentito all'Italia di essere faro della civilta' per secoli e secoli? Ve lo dico io: il diritto del pater familias, che tradotto significa il diritto del capofamiglia di decidere della vita e della morte della moglie, dei figli, dei servi, di tutti quelli che stanno nella sua proprieta', come nei film americani che tu provaci a mettere la punta del piede nel mio giardinetto e io ti sparo col fucile a pompa che per ricucirti neanche quello delle pompe funebri del Padrino.

Io sono un democratico sincero. Ma senza ordine una societa' si disgrega, e l'ordine e' gerarchia. Non la gerarchia dei fascisti, e' chiaro, a me i fascisti mi hanno sempre fatto vomitare; dico la gerarchia del merito: il pater familias, appunto. Io non mi sono sposato perche' mi piace avere la mia liberta', che c'entra; pero' sono del tutto favorevole all'ordine naturale della famiglia, che e' la cellula base della societa', come dice anche la dottrina sociale della Chiesa. Io sono ateo, ma quando si dicono le cose giuste le so riconoscere anche se le dicono i preti. E come e' organizzata la famiglia? C'e' l'uomo che e' il capo e la donna che serve; se la donna non lo servisse, l'uomo di chi sarebbe il capo, dei soprammobili? E se la donna si ribella all'ordine naturale va punita. E' legge di natura. Io sono sempre stato per l'ecologia. Bisogna farla finita con tutto quest'inquinamento, se non ci decidiamo a difendere la biosfera finisce con una catastrofe, una catastrofe. Se alle elezioni si presentasse il Wwf io gli darei il voto senza pensarci un attimo. Anche a quella che fa quei bei documentari in televisione, che e' pure una bella figliola. Bisogna dire la verita'.

Ma adesso com'e' che dicevo dell'ecologia? Ah, si', per dire che insomma tutti quelli che ammazzano le fidanzate, le mogli eccetera insomma ci hanno le loro ragioni, poi certo bisogna analizzare caso per caso.

Pero' lo vogliamo dire o no che rispetto a questi che ammazzano persone che ci hanno vissuto insieme, che certe volte ci hanno pure messo al mondo delle creature, ammazzare delle sconosciute, senza legami intimi, pure straniere, e oltretutto di costumi non irreprensibili, insomma non dico che e' per forza sempre una cosa buona, ma certo e' una cosa meno discutibile. Che danno si fa alla societa'? Nessuno. E poi tanto morivano lo stesso dopo qualche anno di qualcuna di quelle malattie professionali che si prendono a fare quel lavoro.

Click.

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Non posso dire che me le ricordo tutte, anche perche' non e' che prima gli faccio l'intervista; e le borsette, presi i soldi, le brucio con tutto quello che c'e' dentro, che tanto non hanno mai niente di valore, e' tutta bigiotteria che neanche il rischio di cercare un ricettatore.

Ma quale sportivo si ricorda tutte le gare? Si', cosi', in generale; ma se non si aiutasse coi ritagli del giornale magari si ricorda di quando ha vinto le Olimpiadi, quello si', ma io dico che per il resto si ricorda qualche cosa si' e qualche cosa no. Che poi e' cosi' che funziona la memoria umana. Se uno si dovesse ricordare tutto dovrebbe smettere di campare, come quel racconto di Borges, no? Io ho letto tutte le opere di Borges, anche di Kafka. Il lavoro mi lascia un bel po' di tempo libero il pomeriggio e piuttosto che farmi ipnotizzare dalla televisione preferisco coltivare la mia cultura: per questo si chiama cultura, no? Perche' ti coltivi.

Che dicevo? Che non me le ricordo tutte. Apposta faccio le tacche. Nello sport si fa cosi', non e' una questione personale, si mira al record. Se se ne fa una questione personale e' finita, subentra il risentimento, si perde la concentrazione e si offuscano gli immortali principi del barone De Coubertin.

Pero' qualcuna me la ricordo, perche' in tutte le pratiche sportive c'e' sempre anche il lato umano.

Mi ricordo la prima, o era la seconda. Quella me la ricordo. Pero' adesso spenga il registratore, per cortesia.

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E con questa penso che possano bastare come esempio, no? Tanto le performance sono tutte piu' o meno uguali, e' come con la scherma, o l'atletica, le mosse sono sempre le stesse.

Che si prova a essere campioni del mondo? Io non provo niente. Certo, uno puo' dire di essersi realizzato nella vita, ma alla fine non cambia niente. Sara' che sono taoista. Glielo avevo detto che sono taoista? Sono taoista. Che vuol dire che orami lo so pure io che la via all'insu' e la via all'ingiu' e' la stessa e tutto e' la stessa cosa, quindi tanto vale smetterla di spolmonarsi, di scervellarsi e soprattutto di scannarsi per niente. Io per esempio le guerre proprio non le capisco: tutti questi morti, e per che? Per niente. Se invece la gente si dedicasse allo sport, alla cultura, ecco, sarebbe una bella cosa e tutti vivremmo meglio, no?

Ma adesso basta, che divento sentimentale.

I rischi? Certo che ci sono i rischi. Se non lo so io. Lavoro in tribunale, certe cose le so. Sono entrato per concorso, mo' saranno trenta, quarant'anni; certo che mio zio buonanima mi ha dato una mano, ha aiutato un sacco di persone e lo hanno calunniato tanto solo perche' non offendeva le persone che gli facevano un regalo per attestargli la loro gratitudine; io dico: se fai un favore a uno e quello poi ti fa un regalo, che male c'e'? E invece allo zio gli hanno rovinato gli ultimi anni della vita con quelle accuse indegne, che avrebbero dovuto fargli un monumento avrebbero dovuto, particolarmente il partito che finche' c'e' stato lui non ha perso un'elezione. E guardate adesso, guardate. Che mondo. Non c'e' piu' rispetto di niente.

Ma l'amore per lo sport e' l'amore per lo sport. E sapere di essere campioni del mondo, via, e' una sensazione di felicita' assoluta. Come posso dire? senti che hai fatto qualcosa per l'umanita', che hai spinto un passo in avanti il cammino della civilta', ecco. Alla fine se non ci fossero queste soddisfazioni, che resterebbe? Alzarsi, lavorare, mangiare, dormire e un giorno dopo l'altro andare verso la morte. Invece cosi' uno sa di avere fatto il suo dovere, sa di non avere fallito nella vita. Sono soddisfazioni, dico io.

Penso di arrivare a cento e poi di smettere.

 

7. NON LASCIARE CHE IL DOLORE TI SCHIACCI

 

Non lasciare che il dolore ti schiacci.

Non lasciare che l'orrore ti pietrifichi.

*

Le guerre che continuano a divorare esseri umani, e l'Italia che fornisce le armi ai regimi stragisti.

Il razzismo che ogni giorno assassina innocenti nel Mediterraneo, schiavizza innocenti nei campi e sul ciglio delle strade d'Italia, ovunque terrorizza e sevizia innocenti; e di tante sofferenze si fa beffe, e sull'inflizione di tanta sofferenza costruisce infami carriere e ricchezze da cui fiumi di sangue zampillano.

Il maschilismo che ogni giorno fa a pezzi una donna, ne mangia il cuore, e con la bocca rossa di sangue si fa un selfie.

L'ecocidio che toglie per sempre all'umanita' presente e alle generazioni venture l'ultimo soffio d'aria, l'ultimo sorso d'acqua, l'ultima particola di cibo, l'ultima scintilla di luce.

E la cecita' che porta il fascismo: gia' oggi oltre cinque  milioni di persone in Italia sono private del primo diritto democratico, il diritto di voto. Nell'indifferenza pressoche' totale, nell'indifferenza pressoche' totalitaria.

*

Agli esseri umani che siedono in Parlamento chiediamo di deliberare adesso la cessazione della fornitura di armi agli assassini; chiediamo di deliberare adesso una politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, di solidarieta' con l'umanita' intera; chiediamo di deliberare adesso una politica contro tutte le uccisioni.

Agli esseri umani che siedono in Parlamento chiediamo di deliberare adesso l'unico provvedimento che annienterebbe le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani: il riconoscimento a tutti gli esseri umani del diritto di muoversi sull'intero pianeta casa comune dell'umanita'; il riconoscimento a tutti gli esseri umani del diritto di salvare e migliorare la propria vita; il riconoscimento a tutti gli esseri umani del diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro; il riconoscimento a tutti gli esseri umani del diritto di veder riconosciuti almeno nel nostro paese tutti i loro diritti umani.

Agli esseri umani che siedono in Parlamento chiediamo di deliberare adesso concreto sostegno con adeguati finanziamenti a tutti i centri antiviolenza creati e gestiti dal movimento delle donne; l'integrale realizzazione di tutte le misure stabilite nella Convenzione di Istanbul; una politica che nel maschilismo riconosca la prima radice e il primo modello di ogni violenza e che quindi l'intera umanita' chiami alla lotta contro il maschilismo primo nemico dell'umanita' intera.

Agli esseri umani che siedono in Parlamento chiediamo di deliberare adesso misure adeguate e cogenti per l'immediata conversione ecologica dell'economia, sperando che non sia troppo tardi per salvare la biosfera e con essa la civilta' umana, l'esistenza umana stessa.

Agli esseri umani che siedono in Parlamento chiediamo di deliberare adesso l'inveramento della democrazia riconoscendo finalmente il diritto di voto a tutte le persone che nel nostro paese effettualmente stabilmente vivono: una persona, un voto.

*

Ma non solo ai parlamentari ci rivolgiamo, ci rivolgiamo a tutte e tutti.

A tutti gli esseri umani che hanno ancora il privilegio di poter parlare e agire chiediamo di protestare e di impegnarsi contro tutte le violenze. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

A tutti gli esseri umani che hanno ancora il privilegio di poter parlare e agire chiediamo di adoperarsi per salvare le vite, tutte le vite. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

A tutti gli esseri umani che hanno ancora il privilegio di poter parlare e agire chiediamo di essere loro stessi, qui ed ora, l'umanita' come dovrebbe essere. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Una persona, un voto: il momento e' ora.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 263 del primo settembre 2017

 

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