[Nonviolenza] Telegrammi. 2794



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2794 del 10 agosto 2017

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

4. Vladimiro Oglianovi: Rieducare gli educatori (parte sesta e conclusiva)

5. Segnalazioni librarie

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

 

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

*

All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Paolo Acunzo, vicepresidente Pd Lazio

Roberta Agostini, deputata

Luisella Albanella, deputata

Isa Alberti

Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"

Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa

Peppe Amato, pensionato

Dino Angelini

Pino Arancio, traduttore, impegnato nei movimenti per la pace e di solidarieta'

Piero Arcangeli, etnomusicologo e compositore

Laura Arduni, impiegata

Ileana Argentin, deputata

Massimo Artini, deputato

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

Vincenzo Balzani, professore emerito, Universita' di Bologna

don Franco Barbero

Daniele Barbieri, blogger

Raffaele Barbiero, operatore sociale

Nuccio Barilla', giornalista, ambientalista

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio

Lorenzo Basso, deputato

Piero Basso, figura storica della riflessione teorica e dell'impegno politico e sociale a Milano e nella solidarieta' internazionale

Eleonora Bechis, deputata

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Bruno Antonio Bellerate, docente emerito dell'Universita' Roma Tre

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"

Pietro Benedetti, regista, attore, studioso delle tradizioni popolari

Paolo Beni, deputato

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Silvia Berruto, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza

Severina Berselli

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Stella Bianchi, deputata

Giovanni Bianco, giurista e professore universitario

Angelo Bini, vicepresidente Cooperativa castanicoltori dei Monti Cimini

Daniela Bizzarri, consigliera comunale delegata alle Pari Opportunita' del Comune di Viterbo

Tamara Blazina, deputata

Michele Boato, ecologista

Laura Boccardo, impiegata

Fabrizio Bocchino, senatore

Antonio Boccuzzi, deputato

Paola Boldrini, deputata

Francesca Bonomo, deputata

Michele Bordo, deputato

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Giovanni Bosco

Paolo Bosi, docente universitario

Luisa Bossa, deputata

Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Beatrice Brignone, deputata

Claudio Broglia, senatore

Valentina Bruno, docente, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo

Vincenza Bruno Bossio, deputata

Enrico Buemi, senatore

Renata Bueno, deputata

Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna

Alberto Cacopardo, antropologo

Augusto Cacopardo, Comitato per la Democrazia Costituzionale

Salvatore Capone, deputato

Sabrina Capozzolo, deputata

Antonio Caputo, presidente circolo Giustiza e Liberta'

Alessandro Capuzzo, ecopacifista

Renzo Carella, deputato

Anna Maria Carloni, deputata

Gennaro Carotenuto, storico

Giorgio Carpi, "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa)

Rodolfo Carpigo

Marco Carra, deputato

Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia

Maria Chiara Carrozza, deputata, gia' ministra

Floriana Casellato, deputata

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Franco Cassano, deputato

Felice Casson, senatore

Francesco Cassotti

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Valeria Castelli

Umberto Castra, obiettore di coscienza

Marco Catarci, pedagogista e docente universitario

Marco Causi, deputato

padre Carlo Cautillo cp

Giovanna Cavarocchi, Auser Viterbo

Patrizia Cecconi, scrittrice, presidente "Associazione oltre il mare onlus"

Nello Centomo

Massimo Cervellini, senatore

Maurizio Chierici, giornalista

Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo

Vannino Chiti, senatore

Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'

Eleonora Cimbro, deputata

Giorgio Cingolani, agricoltore e socio del Centro studi "Sereno Regis" di Torino

Monica Cirinna', senatrice

Michele Citoni, documentarista

Valter Ciurli, architetto

Giuseppe Civati, deputato

Roberto Cociancich, senatore

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Pasquale Colella, direttore de "Il tetto"

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Corrado Corradini, giornalista

Paolo Corsini, senatore, docente universitario

Paolo Cova, deputato

Paolo Crocchiolo, medico, docente universitario

Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina

Giuseppe Luigi Cucca, senatore

Patrizia Cupelloni, psicoanaista con funzioni di training Societa' Psicoanalitica Italiana

Gianni Cuperlo, deputato

Erica D'Adda, senatrice

Pasquale D'Andretta, formatore

Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu

Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola

Alfredo D'Attorre, deputato

Marianita De Ambrogio, Donne in Nero di Padova

Emanuela Dei, giornalista

Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International

Andrea De Lotto, maestro elementare, Milano

Giorgio Demurtas, docente universitario

Valerio De Nardo, dirigente pubblica amministrazione e scrittore

Loredana De Petris, senatrice, presidente del Gruppo Misto al Senato

Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Lello Di Gioia, deputato

Mimmo Di Gioia, Ambasciata di Pace di Foggia

Marco Di Lello, deputato

Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo

Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina

Nerina Dirindin, senatrice

Angela Dogliotti, peace-researcher

Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia

Umberto D'Ottavio, deputato

Anna Draghetti, pensionata

Donatella Duranti, deputata

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Anna Maria Eramo

Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente

Carla Ermoli, pensionata

Roberto Escobar, filosofo politico e critico cinematografico

suor Maria Stella Fabbri

Sergio Falcone, poeta

Fulvio Faro, operatore sociosanitario

Claudio Fecchio, gia' obiettore di coscienza al servizio militare e coordinatore della campagna di obiezione alle spese militari

Laura Fasiolo, senatrice

Marco Fedi, deputato

Ciccio Ferrara, deputato

Elena Ferrara, senatrice

Valerio Ferri

Giuseppe Fioroni, deputato, gia' ministro

Vincenzo Folino, deputato

Paolo Fontanelli, deputato

Maria Bernarda Forcella

Federico Fornaro, senatore

Filippo Fossati, deputato

Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina

Nicola Fratoianni, deputato, segretario nazionale di Sinistra Italiana

Marco Furfaro, Campo Progressista

Gabriele Gabrieli, del Gruppo "In silenzio per la pace" di Mantova

Sancia Gaetani, Wilfp Italia

Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita

Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani

Carlo Galli, professore universitario e deputato

Daniele Gallo, giornalista, saggista, editore e docente universitario

Paolo Gandolfi, deputato

Maria Grazia Gatti, senatrice

Nino Gernone

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Anna Giacobbe, deputata

Giorgio Giannini, storico e saggista

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Piero P. Giorgi, ricercatore sulla violenza e la nonviolenza

Andrea Giorgis, deputato

Giampiero Girardi, sociologo e ricercatore per la pace

Gianni Girotto, senatore

Luisa Gnecchi, deputata

Miguel Gotor, senatore

Gero Grassi, deputato

Carmine Grassino, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes

Monica Gregori, deputata

Giorgio Grimaldi, assegnista di ricerca Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

Celeste Grossi, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Giuseppe Guerini, deputato

Maria Cecilia Guerra, senatrice

Paolo Guerrieri, senatore

Paolo Henrici De Angelis, architetto

Paolo Hutter, giornalista

Maria Iacono, deputata

Pietro Ichino, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)

Chiara Ingrao, scrittrice, animatrice culturale, deputata emerita, figura storica dei movimenti per la pace e i diritti

Vanna Iori, deputata e docente universitaria

Luca Kocci, docente, giornalista, saggista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Florian Kronbichler, deputato

Cecile Kyenge, parlamentare europea, gia' ministra

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Luigi Lacquaniti, deputato

Silvio Lai, senatore

Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento

Teresa Lapis, giurista dei diritti umani, docente

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista

Camilla Lattanzi, autrice e conduttrice radiofonica

Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale

Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Sergio Lo Giudice, senatore

Pierpaolo Loi, maestro elementare

Doris Lo Moro, senatrice

Eugenio Longoni, militante antifascista

Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci

Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

suor Monica Luparello, missionaria comboniana

Antonio Lupo, medico

Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria

Andrea Maestri, deputato

Patrizia Maestri, deputata

Anna Maghi, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo

Alessandro Magni

Gianna Malisani, deputata

Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'

Luigi Manconi, senatore, sociologo, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato

Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa

Massimiliano Manfredi, deputato

Claudia Mannino, deputata

Fiorella Manzini, pensionata, gia' insegnante di educazione artistica, pittrice, presidente del Cdmpi

Cristina Maranesi, blogger

Maino Marchi, deputato

Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice

don Mario Marchiori

Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink

Raffaella Mariani, deputata

Miriam Marino

Giovanna Martelli, deputata

Gian Marco Martignoni, Cgil Varese

Claudio Martini, senatore

Michela Marzano, deputata, filosofa

Elvira Mastrovincenzo, docente

Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres

Cristina Mattiello, insegnante, giornalista

Alessandro Mazzoli, deputato

Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Dario Mencagli, cooperante internazionale, docente

Rosa Mendes, bibliotecaria, presidente dell'Associazione donne brasiliane in Italia

Ivo Menna, responsabile ambientalista verdi, responsabile regionale Osservatorio Nazionale Amianto

Michele Meta, deputato

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo

Sara Michieletto

Corradino Mineo, senatore

Franco Mirabelli, senatore

Michele Mognato, deputato

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Daniele Montroni, deputato

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Mario Morgoni, senatore

Rosangela Mura, attivista

Delia Murer, deputata

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina

Martina Nardi, deputata

Paolo Naso, politologo, Sapienza Universita' di Roma

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

Loris Nobili, Roma

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Luciano Oliveri, pensionato

Luis Alberto Orellana, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)

Riccardo Orioles, giornalista, figura storica delle lotte contro la mafia

Alberto Pacelli, coordinatore dell'associazione di ricerca e di iniziativa culturale, civile e ambientale "Idee di futuro" di Novara

Emilia Pacelli, casalinga

Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Anselmo Palini, insegnante e saggista

Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale

Marco Palombo, attivista della Rete No War di Roma

Luca Paolocci, Usb Viterbo

Eleonora Parlanti, ricercatrice

Maria Luisa Paroni, Comitato Oglio Po per la Costituzione

Oreste Pastorelli, deputato

Luca Pastorino, deputato

Edoardo Patriarca, deputato

Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale

Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale

Carlo Pegorer, senatore

Serena Pellegrino, deputata

Vinicio Peluffo, deputato

Giovanni Penzo, pensionato

Donato Perreca, pensionato

Alessia Petraglia, senatrice

Gianpaolo Petrucci, presidente del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Fiora Pezzoli, psicoterapeuta

Savino Pezzotta, gia' segretario generale Cisl

Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax

Leo Piacentini, pensionato

Hamza Roberto Piccardo, scrittore, traduttore, quadro associativo musulmano

Salvatore Piccolo, deputato

Piero Pinzauti

Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo

Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo

Antonio Placido, deputato

Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Pier Paolo Poncia, geologo

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Giovanna Procacci, sociologa, Universita' di Milano

Andrea Pubusa, giurista

Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

Anna Puglisi, illustre studiosa, fondatrice ed animatrice del "Centro Impastato" di Palermo

Mauro Pugni, Cdb di Modena

Laura Puppato, senatrice (relativamente alle elezioni amministrative)

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'

Margherita Rambaldi

Roberto Rampi, deputato

Mariella Ratti, gia' dirigente scolastica

Michele Ravagnolo, editor, gia' portavoce del "Tavolo contro la guerra" di Bologna

Francesco Ribaudo, deputato

Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"

Rodolfo Ricci, coordinatore nazionale Filef, segretario Fiei

Lara Ricciatti, deputata

Annamaria Rivera, antropologa

Maria Grazia Rocchi, deputata

Giuseppe Romanini, deputato

Dario Rossi, avvocato

Gessica Rostellato, deputata

padre Agostino Rota Martir, campo Rom di Coltano

Giorgio Roversi, pensionato

Francesco Ruotolo, docente di discipline giuridiche ed economiche

Ada Sacchi, pensionata, gia' ricercatrice per studi sui tumori presso l'IRE di Roma

Enrica Salvatori, docente universitaria

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Cesare Sangalli, Ambasciata di Pace di Foggia

Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma

Antonia Sani, Wilpf Italia

Giovanna Sanna, deputata

Adriano Sansa, magistrato e poeta

Carlo Sansonetti, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'

Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia

Eugenio Santi, presidente del Gavci

Umberto Santino, illustre studioso, fondatore ed animatore del "Centro Impastato" di Palermo

Maria Santo, figura storica dei movimenti di pace e solidarieta'

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

Mauro Sarnari, dell'Unicef di Viterbo

padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Renato Sasdelli, docente universitario e saggista

Francesco Scalia, senatore

Gian Piero Scanu, deputato

Gabriele Scaramuzza, pensionato

Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico

Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione

Gea Schiro', deputata

Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"

Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione

Antonio Scopelliti, Ambasciata di Pace di Foggia

Arturo Scotto, deputato

Bruno Segre, organizzatore e ricercatore culturale indipendente

Angelo Senaldi, deputato

Marneo Serenelli, docente e psicologo

Marina Sereni, deputata

Camilla Sgambato, deputata

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Paolo Sighinolfi

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza

Pietro Soldini, Cgil nazionale

Maurizio Somma, Casa della Pace e della Nonviolenza

Zenone Sovilla, giornalista, amico della nonviolenza

Gabriele Spallone

Luca Spegne, docente

Marilena Spriano

Irene Starace, Wilpf Italia

Gianluca Susta, senatore

Bruno Tabacci, deputato

Gianni Tamino, biologo, docente universitario in pensione

Francesco Tanzarella

Veronica Tentori, deputata

Alessandra Terrosi, deputata

Marietta Tidei, deputata

Walter Tocci, senatore

Ada Tomasello, Usb immigrazione Viterbo

Giovanni Tomei, presidente di "Sovranita' popolare"

Alberto Trevisan, obiettore di coscienza nonviolento negli anni '70 e per questo piu' volte incarcerato

Alessandro Triulzi, storico, docente universitario

Marco Trotta, consigliere di quartiere a Bologna per Coalizione Civica

Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto

Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"

Laura Tussi, giornalista e scrittrice

Fabio Vaccari

Stefano Vaccari, senatore

Giuseppe Vacciano, senatore

Daniela Valentini, senatrice

Nicola Vallinoto, informatico, dirigente nazionale del Movimento Federalista Europeo

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Leonardo Varvaro, docente universitario

Pasquale Ventrella, Ambasciata di Pace di Foggia

Liliana Ventricelli, deputata

Walter Verini, deputato

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Ranieri Vitagliano, docente, Movimento Piedimonte Bene Comune

Rosario Vitale, Ambasciata di Pace di Foggia

Salvatore Vitale, divulgatore agricolo

Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Sandra Zampa, deputata

Alessandro Zan, deputato

Lorenzo Zaniboni

Giorgio Zanin, deputato

Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione

Franco Zunino, ingegnere

*

Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

4. RACCONTI CRUDELI DELL'ESTATE. VLADIMIRO OGLIANOVI: RIEDUCARE GLI EDUCATORI (PARTE SESTA E CONCLUSIVA)

 

Come fini'

Come sciogliemmo la societa' e' presto detto. Una sera eravamo al lavoro. Gia' dal pomeriggio s'era messa male: intanto era 'n viaggio de quattr'ore de machina, e a ll'ora de parti' la machina nun partiva. Tocco' spignela fino a l'officina de Spartaco, e tocco' minacciallo de brutto pe' fajela veda subbito perche' Spartaco e' come tutti i meccanici: voja de lavora' sartem'addosso. Te dice sempre de ripassa' doppo du' ggiorni, ma nue c'eveme fretta de parti' e allora me tocco' dije che cce serviva subbito, e esso: "Vabbe' ripassate domani che magari j'ho ddato 'no sguardo". E io: "T'ho ddetto che cce serve subbito". E esso "E io t'ho ddetto de ripassa' ddomani, si nun ve sta bbene portatela da 'n antro meccanico". E naturalmente l'unica officina del paese era la sua, e portalla da 'n antro meccanico significava spignela o tiralla fino al paese piu' vvicino che ereno sempre diece chilometre. Allora Giobbone: "Spartache', falla subbito". "Perche', senno'?". "Senno ddomani ll'officina nun ce ll'hae ppiu', si ssemo bboni; si nun semo bboni sara' ll'officina a nun avecce piu' 'l padrone. Mo' sse semo capiti?". "Penzate de pote' vveni' a ffa' i prepotenti ma la bbottega mia, spiegateme 'n po'". Era sempre stato uno coraggioso. "Stamo a perde tempo" dissi, presi 'na chiave inglese e sfondai il vetro de 'na machina in riparazione, 'na bella machina. E lui: "Ma che stae a ffa'?". "T'ho dato l'urtimo avvertimento perche' tte vojo bene, tatoccio". Cinque minuti dopo aveva trovato il guasto e dieci minuti dopo io e Giobbo partivamo, e' la pura verita' che come meccanico a Spartaco nun je se poteva di' gnente. E nun volle gnente pe' 'l lavoro. Ciaveva tre-quattro operaietti ma ll'officina, j'eveme 'nzegnato qualche cosa. Pero' 'ntanto mezz'ora se n'era ita, e a me me piace esse in orario quanno se lavora. In piu' i contrattempi me metteno sempre de cattiv'umore. A mezza strada, ereno passate 'n par d'ore, se fermammo a 'na trattoria de cammionisti pe' manna ggiu' qualcosa, nun cenamo mae ne la citta' 'ndo lavoramo. C'era 'n cammionista 'mbriaco, che stava a offenne uno pe' appiccia' la rissa. A noi de solito ce piaciono le risse, ma nno quanno semo de strada p'anna' a llavora'. Pero' oramae ereme a sseda, emme ordinato, d'annassene a la chetichella nun ze poteva, pero' nun poteveme manco rischia' che la rissa scoppiava e magari arrivava la polizzia prima che riuscivamo a filassela col bel risultato de fini' sul verbale quanno invece la prima regola nostra e' de nun lassa' tracce. Ma 'l cammionista aveva puntato quel tizio e ormai era questione de minuti e volavano le sedie. Tocco' ffa' 'n azzardo. Ciarzammo e 'gnedimo al tavolino del baccante. Giobbo da dietro je prese le braccia, e io da davante je 'nzegnai ll'educazione: 'na bbotta secca sul muso, sara' contento 'l dentista; poi Giobbo lo tiro' dietro co' ttutta la sedia qanto bbastava che io je mollasse 'na zampata su un ginocchio, lo sapete quanto dole? Poi je riaccostammo la sedia al tavolino e sorridendo: "Mo' bbasta da bbeve, ch'hae da guida', hae capito?". Non reagi', nessun altro intervenne, e quindi ando' bene. Pero' poteva pure reagire e allora bisognava portarlo fuori e dargli una ripassata memorabile e poi chiuderlo nella cabina puzzolente del cammiaccio suo e portaje via la patente pe' ffaje capi' ch'eva da stasse bbono pure dopo, e magari staccaje 'n dito come acconto. Oppure poteva succedere che qualche imbecille volesse fare l'eroico difensore dell'ubriacone malmenato, e allora finiva in rissa lo stesso ed era ancora piu' difficile squagliarsela inosservati. Era ggia' la seconda volta che quel giorno ce diceva bbene, e pensai che continua' la spedizione significava sfidare la fortuna, e forse era meglio interpretare quei fatti come un avvertimento e tornarcene a casa. Pure Giulio Cesare alle idi di marzo era stato avvertito. Lo dissi a Giobbone, ma lui lapidario: "E da quanno in qua semo superstiziosi?". Messa cosi', se poteva solo anna' avanti, e cosi' facemmo. Pero' io me lo sentivo che stavamo a ffa' 'na fesseria. Ora, tanto per la chiarezza: io so' mmaterialista, senza se e senza ma. Pero' so' ppure n'omo pratico, e ce lo so che certi fatti magari nun zaranno segni del destino, pero' solo i fessi li sottovalutano. Tutta la ggente ch'ho conosciuto che faceva lavori rischiosi nun ce nn'e' uno che nun pija sul serio 'sti segni. Se la volete chiama' superstizione, allora tutte le perzone che hanno da decide se ffa' o nun fa' 'na cosa pericolosa so' ssuperstiziose. Se avessi agito razionalmente, avrei fatto retromarcia e fine della partita; pero' Giobbo aveva detto 'n quel mo', e la conseguenza era che torna' indietro sarebbe sembrata 'na cosa da vijacchi. Quante scemenze se fanno solo pe' nun pare vijacchi. Il resto del viaggio non successe niente. Parcheggiammo a ddu' isolati da la casa del cliente, facemmo la solita telefonata da 'na cabbina pe' vvede' si era a ccasa e nun rispose gnuno, quindi cce mettemmo a passeggia' davanti a casa sua cercando de nun da' nell'occhio. Saranno state le dieci quando arriva, insieme a 'na regazzetta che avrebbe potute esse la su' fija. Nun me piaceva. Dissi a Giobbo: "Si' o nno?". "Ma ssi'", disse lui. E andammo all'attacco. La rivoltella mia sotto 'l mento al professore, quella del Giobbone sotto 'l mento alla studentessa, fu uno scherzo entrare nel palazzo, salire con l'ascensore, entrare nell'appartamento. Ne avevamo viste parecchie de case de maestri e professori, ma cque': ciavete presente quei film sui bordelli? paro paro. Le pareti tappezzate di quadri e fotografie di orge, dappertutto aggeggi, fotografie e riviste a luci rosse. Ma dove eravamo capitati? Uanfo nun ce l'aveva fatto sape' che 'l sor professo' (univerzitario, oltretutto) de seconno mestiere faceva o 'l pappone o qualche ccosa che j'assomijava. "Ammazzamolo e 'nnamosene", disse Giobbo. "E ssenza perde tempo", aggiunsi io. E 'n quel momento bussarono alla porta, 'na gragnuola, e 'na voce: "Professor Servisconti, apra, polizia. Lei e' in arresto". E nnoi due lli' come ddu' fessi. Corro allo spioncino e sono solo in due. Faccio segno al Giobbo, che spigne il professor Sporcaccionis a apri' la porta, quello apre, i due entrano, io sono dietro a loro, richiudo la porta che sbatte e come i due si girano: "Mani in alto". E uno dei due, con la faccia da ragazzino, cerca di tirare fuori la pistola d'ordinanza. Lo fulmino. E uno. L'altro alza le mani. Ma ormai non c'e' tempo per tenere una conferenza. E due. Poi il professore. E tre. Poi miro alla ragazzetta, ma Giobbone: "No". E io: "E perche', i du' sbirri 'nvece se lo meritaveno de mori'?". E quattro. Poi de corsa ggiu' ppe' le scale, davanti casa la machina de la polizia co' nessuno dentro pe' ffortuna. Da 'na finestra s'affaccia 'na tizia: "Aiuto, aiuto, fermateli", che poi me chiedo che gliene fregava a essa. Prima svolta, a destra; poi a sinistra; poi ancora a destra ed eccoci sul piazzalone dove abbiamo parcheggiato, c'e' da attraversare tutta la piazza a piedi in piena luce e ci sono un paio di bar aperti e su un lato della piazza i giardinetti dove di sicuro qualcuno sta facendo qualche movimento. Rallentiamo il passo e ci distanziamo l'uno dall'altro. La macchina e' in un cono d'ombra, gli ultimi passi ancora di corsa. Mentre saliamo dal buio esce fuori un ragazzino che m'afferra un braccio con una mano mentre con l'altra brandisce un coltello, e tuona: "Fuori il portafoglio". Dall'altro lato della macchina Giobbone lo fredda, due colpi in testa. Dal buio si catapulta verso di noi un altro ragazzino, che poi leggemmo sul giornale ch'era 'na regazzina: "Giuglio, Giuglio, che j'avete fatto, assassini, assassini, ma io v'ammazzo", urlava con i pugni levati, ma con quel buio chi lo vedeva che erano solo pugni levati? Giobbo sparo' altri due colpi, alla testa tutti e due. Dentro. Accesi e la macchina schizzo' via, dal buio usciva altra gente, Giobbo sparo' qualche colpo in aria per convincerli a non venirci dietro. Avevo studiato l'itinerario e avrei potuto farlo ad occhi chiusi. Intanto si sentivano le sirene, d'ambulanza e di volanti. Ridussi la velocita' al minimo ragionevole, dopo un quarto d'ora gia' eravamo fuori citta', non prendemmo la via dell'andata ma un'altra piu' lunga, ci vollero due ore di piu', arrivammo a casa che albeggiava.

C'era veramente mancato un pelo che la nostra carriera finisse li', e per salvarci avevamo dovuto fare una strage, e in gran parte di innocenti.

In macchina Giobbe disse "Basta cosi'".

Il giorno dopo, come sempre, passammo da Uanfo, non avevamo merce da consegnare ma dovevamo comunque prendere l'onorario per il lavoro portato a termine.

"Movimento, eh?", disse Uanfo che segue la cronaca nera sui telegiornali. "E' stata l'ultima volta", disse Giobbe. "Eh?", disse Uanfo. "Hai capito, e' stato l'ultimo lavoro", disse Giobbo. Uanfo guardo' me e io dissi: "Hai sentito, chiudiamo qui". "Ma c'e' chi ha gia' pagato gli anticipi per i lavori futuri, che diamine, siamo professionisti". "Eravamo professionisti, mo' stamo 'n penzione", dissi.

A ddi' la verita' io nun ce penzavo manco pe' gnente de smetta, ma m'ero creduto che Giobone ciavesse bisogno de riposo. Eppoi penzavo che era bbona politica fa' vveda sempre ch'eravamo compatti.

Su la machina dopo 'na mezz'ora de mutismo Giobbone disse: "Grazie". "Ma dde che?". "D'avello detto". "Ah, de quello". "Per me poi pur continua', ma io so' ffori". "Ne riparlamo". "No, nun ne riparleremo mai piu', e' 'na decisione definitiva". "E mmo' cche sarebbe 'sta novita'? Le decisioni ll'emo sempre prese 'nzieme, no?". "Fosse vero". Perche', vorresti di' dde no?". "Lassamo perde, Ciampico'". "Me chiamo Villi". "Te chiamavi Villi finche' lavoravamo assieme, ma nun lavoramo piu' assieme". "Guarda che sse smetti tu allora smetto pur'io". "Fa' 'n po' cche tte pare". "Cosi' voi decide pure pe' mme". "T'ho ddetto de fa' quello che tte pare, nun e' decide pure pe' tte, e' lasciarti libero di decidere quello che tte pare". "E mme vorresti frega' ccosi'?". "Nun te vojo frega'". "Guarda Ggiobbo' che dico davero, si smetti tu smetti pur'io". "Auguri e fiji maschi". "E' ppossibbile che nun ze po' ffa' mmae 'n raggionamento serio?". "Piu' sserio de ccosi'". "Vabbe', adesso nun e' aria, lo capiscio, e' ppe' cquello ch'e' ssucceso iernotte. Pero' ne riparlamo". "Allora nun me stae a ssenti', Ciampico'. Nnu' nne riparlamo ppiu', e' ddetto tutto".

*

Passa 'na settimana e 'riva 'l bustone solito al barre. Ritiro, studio, e la sera dico a Giobbo. "Lavoro". E lui: "Che lavoro". "Lavoro". "Io nun lavoro piu', so' 'n penzione". "E ccosi' me metti 'n penzione pur'a mme". "E chi lo dice? Tu llavora se vvo' lavora'". "Giobbo', mmo' abbasta da scherza'". "E cchi scherza?". "'Nzomma me staresti a ddi' che ddomani emo da 'nna' da l'amico nostro e dije ch'e' finito 'l giocherello". "Se sa che li giocherelli prima o ppoi se roppeno". "Vabbe', jelo diche tu a Uanfo, je lo diche". "Io je l'ho ggia' ddetto". "E quanno?". "Come quanno? L'artra vorta, c'ere pure tu, aho'". "Pero' llue nun l'ha ccapito visto che oggi e' 'rrivata la busta nova, no?". "Problema suo". "No, problema nostro". "Problema tuo, allora. Io nun vojo esse piu' scocciato. Passo e chiudo". "Allora cio' d'anna' dda solo?". "Fa' ccome te pare, Ciampico'". "Nu'mme chiama' Ciampico', so' Villi". "Aderi Villi, mo' sse' ritornato Ciampicotto, e' la legge de l'eterno ritorno come diresti tu". "Io nun ll'ho mai detto l'eterno ritorno". "E allora saranno i corsi e ricorsi". "E nnu' mme piace d'esse sfottuto". "E cchi tte sfotte?". Nun ze schiodava, lo vedevo che nun se schiodava, e era inutile che mme facevo 'l zangu'amaro, l'eva detto, e mmo' ffaceva quel ch'eva detto. E dentro de me nun ero sicuro si cevo raggione io o ssi ceva raggione esso.

Il giorno dopo andai da Uanformi' Uanforiu', da solo. La prese a rride. "E' uno tosto. Ciavra' pure diritto a 'na vacanza". "Nun e' 'na vacanza, ha detto che basta e basta pe' ssempre". "Soldi ce ll'ha?". "A mucchi, nun spenne gnente". "E allora e' ora de passallo da giocatore a dirigente". "Nun vole fa' 'l dirigente, nun vole fa' ppiu' gnente, nun je 'nteressa ppiu' 'sto sport". "E allora pace. Te fai 'n antra squadretta, tu fai 'l capo, a loro tariffa d'apprendista e quello che decurtiamo agli stagisti lo passo a te, eh?". "No". "Come no? E' una proposta generosa e fatta col core, nun me delude". "No, mme dispiace ma se stacca Giobbo stacco pur'io". "E un fiorente mercato di tua creazione lasci che si estingua? Che poi non si estingue, ce lo sai, solo che passera' dde mano e tu nun ce scaji piu' gnente". "Nun me ne frega gnente, me bbasta quello che ccio'". "Nun te se riconosce pppiu'". "Me lo dico da me du' volte al giorno tutti li giorni davanti a lo specchio". "Famo cosi', ne riparlamo fra 'n par de ggiorni". "Nun serve". "Mbe', io dico che serve e se vedemo fra du' ggiorni, nun te ce mette contro de me". "Nun te ce mette tu contro de me". "E allora vedemose fra ddu' ggiorni, a bbocce ferme, che oggi me pare che se' 'n po' aggitato". "A mme mme pare che se' aggitato tu". "E allora saremo aggitate tutte e due, ma ricordete sempre che se' tu che vveni a ccasa mia, e nno io a la tua". Nun vor di' gnente". "Per te, po' esse. Pe' mme vor di' eccome".

Tornai al paese furioso, e nel cervello me frullavano mille idee. Calmete, Robbe'. Riposete e poi domani raggionece sopra.

Il giorno dopo cercai Giobbone al bar, e nun c'era, a casa sua, e nun c'era, e ggia' cominciavo a ppenza' mmale quanno lo vedo da lontano, alto com'era se riconosceva subbito. "T'ho ccercato dapertutto". "Propio dapertutto no, perche' da qualche parte evo pure da esse, nun te pare?". "Se', a l'inferno". "No, a rripara' la staccionata de l'orto de la sora Turchetta". "E cche tte ne frega de la staccionata de l'orto de la sora Turchetta?". "Era rotta, qualcuno la doveva pure ripara'". "Almeno t'ha pagato?". "Che mme voi offenne?". "Vabbe, lassamo perda. T'ho dda parla'". "E dde che?". "De quello ch'ho dda di' ddomani a mister magu'". "E a mme che mme frega? Io mica li guardo li cartoni animati". "Certo che quanno decidi d'esse 'mpossibbile ce la cave sempre". "E ddillo, su', visto che l'hae preparata". "Dillo che?". "Ad impossibilia nemo tenetur". E' ffatto cosi' Giobbone, come fai a nun voleje bbene?

Io nu' lo sapevo, e mesa' manco lui, ma era l'ultima chiacchierata che facevamo.

Adesso nun me ricordo piu' bbene de che parlammo, me ricordo qualche pezzo del discorso, me ricordo che se parlo' de la sconfitta e de la resistenza, de la fortuna e de la virtu', de la coerenza e de la flessibilita', di etica e politica, dei doppi pensieri e degli stadi sul cammino della vita, del riconoscere i limiti e del saltare di la' quando tutto ti dice di non farlo e tu lo fai apposta: e lo sai che e' la cosa piu' stupida del mondo, eppure getti il cuore oltre l'ostacolo. Me ricordo che furono dette le parole discrasia, diallele, aporia. E mme ricordo come fini' la discussione.

A un certo punto disse: "Te la ricordi Rosaria Dinamite?". Eccome se me la ricordavo, se la ricordavano tutti ma piu' de tutti me la ricordavo io che per anni e anni j'ero stato dietro e nun avevo battuto chiodo. Annuii. Annui' pure Giobbone, poi aggiunse: "Ceva ragione essa". "Ceva raggione essa de che?". "De che? De tutto. Ah Villi, Te la ricordi o nno?". "T'ho ddetto de si'" "E allora lo sae de che: quanno je pareva che 'na cosa nun je piaceva je faceva la guerra, fino a mmoricce se nnecessario, fino all'ultimo respiro". "E cc'e' mmorta". "Ma nun s'e' mmae arresa, nun ha pperso mae, ha vvinto sempre". "Eppero' cc'e' mmorta, e noi semo vivi". "Ma semo davero vive, nue?". "Me pare de si', te pare de no?". "Nu' lo so', Villi". "Ah, nnu' lo so manch'io Ggiobbo', pero' che essa e' mmorta so' ssicuro. C'ero al funerale". "C'ero pur'io". "C'era tutto 'l paese, s'e' per questo". "Ed era giusto, era l'ultima persona de valore de 'sta fogna de paese". "Era giovane e fforte, eppure e' morta". "Nun ze canzoneno li morti, Villi". "E cchi la canzona? Io j'ho volute bbene davero, j'ho sbavato dietro pe' ttutta la vita, e doppo che se n'e' ita nell'aldila' ho lassato 'l paese p'anna' ne la Leggione, che te lo se' scordato?". "Nu'mme lo so scordato, no". "M'hae mae visto corr'appresso a 'n antra femmina?". "No". "Apposta". "Pe' essa?". "Pe' essa". "Pe' essa ch'era morta". "Pe' essa ch'era morta. Semper fidelis". "Tu sse' malato, Villi". "E ttu nno, Giobbo'?". "No, no, tu sse' malato davero". "Po' esse. E Ddante? E Ppetrarca? E Bboccaccio? Allora, ereno tutte malate?". "Po' ppure esse". "E tu allora, che 'gni notte scrivi a la Rosalinda?": "E ttu cche ne sae?". "Che penzavi che bastava brucia' le lettere? Lo sa tutto 'l paese". Tacque, abbasso' la testa e si sentivano i pensieri frullare come uno stormo di storni che d'improvviso oscura tutto il cielo, poi riprese: "Ciai raggione, il fatto e' che tutti siamo malati, ciascuno a suo modo, ciascuno il suo morbo. Oggi me sei piaciuto, Robbe', mesa' ch'e' la prima volta che mme sei piaciuto da quanno ce conoscemo". "E nnu'mme l'ha data mae". "Lo so, lo sanno tutti". "Ma nun conta, nun conta, conta che io le sono restato fedele". "Se' veramente malato, Villi". "Certo che sso' mmalato, ma nun so' sconfitto, nun me so' mae arreso". "Guasi guasi mo' tte lo chiedo". "E chiedimelo". "Allora te lo chiedo: se' stato tu?". "No, fu propio 'n incidente, ma tutte le notti me lo sogno e continuo a sognallo ne la speranza che 'na notte finalmente riesco a 'nterveni' e la salvo, almeno 'na notte. Almeno 'na volta. E poi guardalla viva, ancora viva. E poi nun di' gnente e lassalla anna' vvia, annava sempre via, e te guardava, te lo ricordi come te guardava". "Si'". "E' tutta la vita che desidero che mi guardi ancora con quello sguardo di disprezzo, d'ironia, di beffa, con quello sguardo che te ggelava 'l core e 'nzieme je dava foco". "Lo sapevo, aricominciamo col melodramma". "No, gnente melodramma". "E mmanco Bobby Brown". "Manco Bobby Brown, no". "E crepi l'american dream". "Crepi".

Io penzavo che cce saremmo rivisti il giorno dopo, invece il giorno dopo nun c'era piu'. Non lascio' messaggi, niente. Spari', semplicemente. Come era sparita la Rosalinda tanti anni prima. Chissa' che un giorno viaggiando per la foresta di Arden io non li ritrovi entrambi. Giovanni Battista detto Giobbe e la Rosalinda. Chissa' che una notte io non arrivi in tempo e allora per una notte, per una notte sola, Rosaria Dinamite e' salva e mi guarda prima d'andarsene ed e' viva, ancora viva, e la mia vita almeno quella sola notte e' servita a qualche cosa.

*

Spiegare a Uanfo che era veramente tutto finito non fu facile.

Oltretutto si vedeva lontano un chilometro che pure lui ciaveva paura che io lo eradicassi. Che poi era una cosa pericolosa se gli venivano certi pensieri, perche' poteva pure essere che a fini preventivi magari mi faceva eradicare lui. Ci avete presente le guerre del Medio Oriente che tutti pensano che quell'altro ti sta per attaccare e allora finisce sempre che non si sa chi ha attaccato per primo: e la guerra scoppia e nessuno la voleva far iniziare e tutti si chiedono com'e' successo e intanto le cataste di morti; e' la fifa che ti fa fare la prima mossa. E fatta la prima mossa le cataste di morti arrivano sempre, sicuro come 'na messa.

Fini' che lui mi disse che se ero proprio deciso allora gli dicessi quanto volevo di diritti d'autore a forfait cosicche' potesse continuare con un'altra squadra nuova di zecca che se poi un domani mi tornava la voglia potevo rientrare come consulente. Uanfo e' forte perche' parla sempre cosi', da uomo d'affari, e non ci si crederebbe che ha cominciato facendo il pappone. Gli dissi che avevo chiuso, e che se mi faceva un regaletto ero contento e partita finita. Il puzzone mi disse che m'avrebbe fatto un regalone, no un regaletto, ma poi non mi diede una lira. Che era quello che mi aspettavo.

Se ci ho pensato, dite? Certo che ci ho pensato. Pero' ho pensato pure che uno come Uanfo magari ciaveva i nastri registrati, i dossier, e che se spariva era una bomba a orologeria, e allora preferii lasciar perdere.

Se me lo chiese, dite? Certo che me lo chiese, ma gli risposi che io che fine avesse fatto Giobbo nu' lo sapevo e in ogni caso nun ero stato io.

Con Giobbe non ne abbiamo mai parlato, certe volte mi e' sembrato che avesse paura di me, certe altre che pensasse che avevo paura di lui; chissa' che pensava veramente, era sempre stato uno fantasioso. Io invece che lui potesse volermi far fuori non ci ho mai pensato: avrebbe potuto farlo e se lo avesse deciso non c'erano santi, ma ero sicuro che quella decisione lui non l'avrebbe presa. Era uno strano, non gli piaceva fare del male alle persone, con tutto che nun je bastaveno le dita de le mano e forse manco quelle de' piedi pe' conta' tutti quelli ch'eva steso. Ma ssempre pe' llavoro, o ppe' autodifesa. E 'na vorta pure pe' ssalva' la vita a mme che po' esse pure che nun era stata 'na bbon'idea.

Certo, quella de lassa' 'l lavoro era 'na storta. Pero' po' esse pure che ceva raggione. E mmagari m'ha ffatto 'n favore pure a mme.

E poi Giobbo era l'ultimo amico che mi restava, e non mi andava se un domani ripensavo a tutta la storia di dovermi dire che ero quello che aveva sterminato la banda che aveva guidato, sono cose che non si fanno, sono porcate da generali, che loro si' piu' soldati mandano al macello e piu' fanno carriera, ma io sono antimilitarista pure per questo: mi fa schifo che esistano strutture in cui qualcuno si fa ammazzare per far fare carriera a qualcun altro. L'avete letto l'amico di Montaigne? Io l'ho letto, cia' ragione su tutta la linea. Gli anarchici cianno sempre raggione, sara' per questo che nun vincono mai. Io nun so' anarchico, ma se ero anarchico stavo co' Bakunin, no' co' Stirner. Pero' quanno capita de parlanne dico sempre che sso' anarco-individualista, che mica e' vero; e' come quanno dico che so' taoista: nun e' vvero gnente. Io so' ssolo leopardiano, quello si'.

*

Tutto finisce, e pure questa storia.

Dopo la chiaccherata con Uanfo so' tornato al paese, ho caricato in macchina i bagagli che avevo gia' preparato e sso' partito. Nun avevo deciso prima pe' ddove, avevo deciso solo de anna' vvia dal paese, piu' lontano possibile.

Sono andato ad abitare in una citta' in cui non ero mai stato, in un'altra regione, e mi sono fatto crescere i baffi alla Gengis Khan. E dopo sei mesi ho cambiato di nuovo citta', mi sono tagliato i baffi e mi sono tinto i capelli biondi, che devo dire mi stanno pure bene. Certo, non sono piu' un giovanotto e si vedeva, quindi si capiva che erano tinti, ma oggi non ci si fa piu' caso. E dopo un po' di mesi ho cambiato citta' un'altra volta, sono tornato moro (brizzolato, veramente) e mi sono lasciato crescere la barba. Poi ho cambiato citta' ancora qualche volta, non mi ricordo piu' bene, ormai sono passati tanti anni. Che aspetto ho adesso non ve lo dico.

Adesso ho una rivendita di giocattoli, intestata a un prestanome, ed e' un bel lavoro. Intanto sto dentro un centro commerciale e vedo un bel po' di mondo, poi il negozio e' grosso e ho diverse commesse e una ragioniera, io praticamente non devo fare niente. Sto tutto il giorno al bar di fianco a leggere il giornale e sorseggiare caffe', in giacca e cravatta, e quelli che lavorano al centro commerciale mi chiamano dottore, e non passa giorno che qualcuno non mi venga a chiedere di trovare un lavoro per il figlio o la figliuola. Ed io di assunzioni a tempo determinato ne faccio di continuo, c'e' sempre qualche cosa da fare per un avventizio volenteroso o per una brava ragazza. Il lavoro e' tanto e ti costringe a stare dietro alle innovazioni tecnologiche, a me non dispiace tenermi aggiornato, certo e' un mondo cambiato, cambiato tanto che se tu raccontassi com'era il mondo di prima nessuno ti ci crederebbe.

Ma ho anche una clientela secondaria perche' importo roba buona all'ingrosso e ho una piccola rete di distribuzione in cui impiego un po' di gente (cosi' ho creato anche un altro po' di posti di lavoro, ho una coscienza sociale, io); e con queste importazioni si' che faccio i soldi, e senza fatica perche' il rischio e' tutto dei cavalli e dei pusher, e io non compaio mai, tratto solo via internet e in codice e neppure i miei tre vice (tutti plurilaureati in economia, giurisprudenza, scienze politiche e chimica, e con una sfilza di dottorati e master lunga cosi') sanno chi sono. E' proprio tutto un altro mondo. Ma mi divertivo di piu' prima. Sara' per via dell'eta'.

Il negozio di giocattoli va bene, niente da dire, ma l'altra impresa si sa che prima o poi diventera' una rogna, perche' e' un mercato di lupi e anche il piu' solido degli imperi prima o poi subisce l'assalto dei barbari, e anche se respingi la prima ondata lo sai che ne verra' un'altra e un'altra e un'altra ancora finche' le mura crolleranno e la civilta' con esse. E' la legge della storia, e l'orrore della storia. Mi ha sempre sconcertato che la legge e l'orrore siano la stessa cosa, ma cosi' e'. Io naturalmente sono ancora uno previdente ed ho adottato un modello piramidale per cui i venditori al minuto conoscono solo i distributori all'ingrosso e questi solo i quadri intermedi e questi solo il contabile che risponde ai tre vice, e sul versante dei cavalli i cavalli conoscono solo i ricettori, e i ricettori solo i quadri intermedi e questi solo il solito contabile che risponde ai soliti tre vice; se un segmento cade e' facile limitare i danni. Io solo conosco tutto l'organigramma e di tanto in tanto provvedo a qualche cambio in via profilattica: li cambio ogni volta che mi pare che non mi posso piu' fidare di quel singolo operatore (e ci penso da me a fare le sostituzioni, poi i cadaveri li butto insaccati e ben zavorrati nel pantano vicino all'inceneritore, lo faccio per tenermi in allenamento e per non dimenticarmi che prima che un uomo d'affari sono un uomo d'azione, e poi liberare ogni tanto la societa' da uno schifoso spacciatore e' un dovere civico, suvvia, sono sempre un legionario).

Di tanto in tanto penso di lasciar tutto, trasferirmi un'altra volta ed avviare un'altra attivita': mi piacerebbe aprire una palestra o un fast food, che oggi e' li' che si fanno i soldi, o magari un centro di accoglienza per quei profugacci, che lo stato ti molla un sacco di bei soldoni e tu li metti a pane e acqua e li affitti ai caporali che e' tutto guadagno e nessuno ti rompe le scatole. E magari, perche' no, iscrivermi all'universita' e prendermi un pezzo di carta che ormai ce l'hanno cani e porci.

Ho un sacco di idee, mi piacerebbe anche fare il cinema, o mettere su finalmente una band coi fiocchi e i controfiocchi, mica solo chitarre e batteria, ma una intera sezione ritmica con xilofono, marimbas, bonghi e tutti quei ninnoli che ciaveva Tony Esposito, fiati con le giacchette luccicanti, moog - chissa' se si trovano ancora in commercio o se li e' comprati tutti Brian Eno - e pure un violinista magari donna e con la minigonna come 'ste cinesi che vanno di moda adesso, e farsi un repertorio tutto di cover di Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock. Potrei fare il manager, ma se mi gira potrei suonarci anch'io. Dicono che imparare il basso e' facile.

(fine)

 

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Il mito curdo, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 7, luglio 2017, Gedi, Roma 2017, pp. 232 (+ 12 pp. di tavole fuori testo), euro 15.

*

Riletture

- Jorge Luis Borges, Tutte le opere, Mondadori, Milano 1984, 1985, 2 voll., pp. CXXII + 1302 (vol. I) + XXXII + 1472 (vol. II).

*

Riedizioni

- Alessandro Baricco, La Sposa giovane, Feltrinelli, Milano 2015, Gedi, Roma 2017, pp. 192, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").

- Susanna Tamaro, La Tigre e l'Acrobata, La Nave di Teseo, Milano 2016, Rcs, Milano 2017, pp. 160, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2794 del 10 agosto 2017

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)

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