[Nonviolenza] Archivi. 260



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 260 del 2 agosto 2017

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di luglio 2017 (parte seconda)

2. Il nostro programma

3. Cos'e' il fascismo

4. Un incontro di studio su "Storia e coscienza di classe" di Gyorgy Lukacs

5. Raimondo Percossi: Attraversare montagne

6. Denis Mack Smith

7. Giovanni Franzoni

8. Liu Xiaobo

9. Un incontro di studio su "Orrorismo ovvero della violenza sul'inerme" di Adriana Cavarero

10. Per Giovanni Franzoni

11. Fermare tutte le uccisioni

12. Persone

13. Ogni essere umano

14. Un incontro di studio su "Teologia della speranza" di Juergen Moltmann e "Teologia della liberazione" di Gustavo Gutierrez

15. In due parole

16. Alcuni pensieri in un giorno di digiuno

17. Non prevalga la barbarie

18. Nanda

19. Contrastare

20. Opporsi al razzismo, opporsi alla guerra, opporsi alle stragi

21. "Giulio  Girardi, pensatore della liberazione". Un incontro di studio a Viterbo nell'anniversario della rivoluzione sandinista

22. Un'iniziativa necessaria. Un appello a tutte le persone di volonta' buona. Con preghiera di sottoscrizione e ulteriore diffusione

23. La prestigiosa adesione di Savino Pezzotta all'appello "Una persona, un voto"

24. Una statua equestre a Hitler

25. Giovanni Bianchi

26. Breve un discorso dell'acqua e del fuoco

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2017 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2017.

 

2. IL NOSTRO PROGRAMMA

 

Salvare le vite.

Una persona, un voto.

 

3. COS'E' IL FASCISMO

 

Il fascismo sono i lager.

Chi non si oppone al fascismo, e' favorevole ai lager.

Chi non si oppone ai lager, vuole lo sterminio dell'umanita'.

 

4. UN INCONTRO DI STUDIO SU "STORIA E COSCIENZA DI CLASSE" DI GYORGY LUKACS

 

Si e' svolto la sera di mercoledi' 12 luglio 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul libro "Storia e coscienza di classe" di Gyorgy Lukacs.

L'incontro e' stato anche occasione per ricordare la figura e l'opera del grande pensatore marxista ungherese (Budapest, 1885-1971), autore di opere imprescindibili della cultura filosofica e della critica letteraria del XX secolo.

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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha illustrato l'opera ricostruendone i temi e l'articolazione, riassumendone il senso e i fini, inquadrandola inoltre nella complessa, articolata e fin frastagliata storia della meditazione lukacsiana - come e' noto caratterizzata anche da torsioni e rotture connesse alle drammatiche vicende storiche ed esistenziali della sua vita - e ricordandone anche la controversa fortuna; ponendo inoltre sia quel libro che alcune altre principali opere di Lukacs a confronto con decisivi testi di Karl Korsch, di Ernst Bloch, della scuola di Francoforte, delle filosofie dell'esistenza novecentesche, di Lucien Goldmann, della tradizione del cosiddetto "marxismo occidentale" ed ovviamente degli allievi lukacsiani della scuola di Budapest (Agnes Heller innanzitutto), e con la testimonianza e l'opera degli studiosi italiani che piu' profondamente entrarono in relazione con il filosofo, innanzitutto Cesare Cases.

"Storia e coscienza di classe" resta non solo un capolavoro filosofico e letterario, un illuminante documento di un momento e di un movimento storico e nitido un monumento - ed un ammonimento - di una prospettiva antropologica, sociologica, morale e politica che non ha ancora esaurito la sua forza ermeneutica e il cui appello all'azione comune delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza, da ogni menzogna, da ogni oppressione resta attuale e ineludibile. Ma e' anche e ancora sia una lettura "di formazione" per i giovani che una sorta di specchio dinanzi a cui porre a verifica la propria vicenda per chi giovane non piu' essendo abbia voluto dedicare la parte maggiore e migliore della propria vita alla lotta per l'eguaglianza di diritti, per la giustizia sociale, per la liberazione comune, per la solidarieta' e la misericordia che ha a cuore la liberta' e la dignita' di ogni essere umano.

Anche dell'opera lukacsiana - letta senza nulla nascondere dei suoi limiti e delle sue contraddizioni, delle sue interne dialettiche e dei suoi punti di crisi, della sua ricchezza di aperture e delle sue caduche forzature, dei suoi svolgimenti e dei suoi arresti ed arretramenti - si nutre l'impegno di chi ancora vuole lottare per il bene comune dell'umanita', nella consapevolezza che ogni essere umano e' un valore infinito, nell'azione nonviolenta per la liberazione di tutti e di ognuno, nel movimento che ad un tempo agisce per salvare tutte le vite, per abolire ogni oppressione, per impedire la distruzione della biosfera e con essa dell'umanita' intera e di quella plurale e unitaria traccia della sua storica vicenda che chiamiamo civilta'.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

 

5. RACCONTI CRUDELI. RAIMONDO PERCOSSI: ATTRAVERSARE MONTAGNE

 

Un conto e' farlo da solo, un conto con un esercito in fuga di diecimila uomini.

Fu un viaggio di un anno, giogaia dopo giogaia, abisso dopo abisso. E la fame, la fame sempre.

La notte era cosi' freddo che bisognava bruciare anche il cuoio e il ferro. La luna era cosi' vicina che potevi baciarla.

Se sei solo i fantasmi ti sopraffanno, ma noi eravamo un'armata di diecimila, muovevamo un passo e tutto tremava, i fantasmi sparivano terrorizzati.

Si puo' decidere di attraversare l'intero mondo anche se esso e' infinito. Il mostro Oceano ci guardava incredulo. I draghi del cielo spiavano la nostra marcia, sapevano che stavamo costruendo scale lunghissime per raggiungere una stella dopo l'altra. Se tutti insieme cantavamo le rocce si spezzavano e scaturiva la sorgente necessaria. Se tutti insieme tacevamo si sentiva il respiro del mondo. In una marcia lunga un anno che attraversa tutto il mondo conosciuto e sconosciuto si vede che gli uomini e gli alberi sono uguali.

Due sono le storie: la guerra e il ritorno.

Qui tutto era immenso, la parola "qui" non significava piu' nulla.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

6. DENIS MACK SMITH

 

E' deceduto lo storico Denis Mack Smith, i cui libri tutti abbiamo letto.

Lo ricordiamo con gratitudine.

 

7. GIOVANNI FRANZONI

 

E' deceduto Giovanni Franzoni.

Il migliore dei maestri.

Il migliore dei compagni.

 

8. LIU XIAOBO

 

E' deceduto l'intellettuale ed attivista cinese per la democrazia e i diritti umani Liu Xiaobo, cui nel 2010 - mentre era detenuto - fu attribuito il Premio Nobel per la Pace.

Lungamente e duramente perseguitato dal regime, detenuto e privato della possibilita' di essere adeguatamente curato, e' morto di cancro a 61 anni.

Lo ricordiamo e anche nel suo ricordo ancora una volta chiediamo la liberazione di tutte le persone imprigionate per il loro impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

La lotta per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano continua.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

9. UN INCONTRO DI STUDIO SU "ORRORISMO OVVERO DELLA VIOLENZA SULL'INERME" DI ADRIANA CAVARERO

 

Si e' svolto giovedi' 13 luglio 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio e di riflessione assumendo come punto di riferimento il libro "Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme" di Adriana Cavarero (Feltrinelli, Milano 2007).

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L'incontro e' stato coordinato dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini; nel corso dell'incontro sono stati anche letti e commentati alcuni brani del testo, e si e' fatto naturalmente riferimento anche a tragiche vicende odierne.

Scopo dell'incontro, come di consueto nelle iniziative distudio e di riflessione promosse dalla struttura nonviolenta viterbese, approntare strumenti ermeneutici e metodologici e definire e verificare forme operative concrete per l'azione nonviolenta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

 

10. PER GIOVANNI FRANZONI

 

Nel volgere di pochi giorni cosi' tanti maestri e compagni ci hanno lasciato.

Ieri e' morto anche Giovanni Franzoni, che non solo per me ma credo per l'intera mia generazione di militanti del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita', di amiche e amici della nonviolenza nel suo concreto darsi, e' stato uno dei maestri maggiori ed esemplare un compagno di lotte, che sempre sapeva infondere lucidita' e coraggio anche nelle prove piu' ardue, anche di fronte a un tale oceano di dolore e ferocia che spiriti meno ardenti, intelligenze meno ardite, cuori meno traboccanti di amore del suo ne sarebbero stati sopraffatti, pietrificati, annichiliti.

Ma Giovanni Franzoni era forte di una fiducia immensa in quell'amico che si diceva figlio dell'uomo, e sapeva che e' compito di ogni persona cooperare al bene comune, contrastare ogni concrezione di male, ogni concrezione di violenza smascherando, ogni nebbia di menzogna dissipando col soffio vivo dell'umano sentire e pensare e operare in un continuum creaturale e salvifico, in un processo aurorale e ascendente, che amici assai cari fermamente ritengono essere il disegno e il piano del mondo (e questo sentire forse meglio di ogni altro hanno saputo illustrare - ciascuno a suo modo - Teilhard de Chardin ed Ernst Bloch), che e' certo un modo per dire il compito storico dell'umanita' in questa vicenda comune che e' insieme l'individua esistenza ed integra la civilta', limite e coscienza del limite, conflitto e inveramento, eredita' e travaglio della nascita, l'attingimento del punto di vista della totalita' sociale nella lotta contro ogni oppressione (alla scuola di Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Hannah Arendt - ed oggi di Martha C. Nussbaum, Eve Ensler, Vandana Shiva) e l'infinito letto nel volto sofferente dell'altro di Emmanuel Levinas.

Assiduamente leggendo lungo decenni non solo i suoi libri ma anche quelle imprese pubblicistiche e psicagogiche preziose che sono state e restano "Com - nuovi tempi" prima e "Confronti" poi, il magistero di Giovanni Franzoni ha illuminato anche il mio sentire e comprendere, interpretare ed agire; come quelli di tante e tanti, sovente anticipando questioni e ragionamenti successivamente rivelatisi ineludibili.

La sua incandescente lettura del testo biblico e la sua appassionata risposta ai segni dei tempi erano un unico movimento di pensiero, un unico rivolgimento amoroso, un medesimo invito ai compiti dell'ora, un ascolto e un appello alla lotta generosi e persuasivi sempre.

Come Ernesto Balducci, come Giulio Girardi, come tanti altri maestri e compagni ed amici, Giovanni Franzoni ci lascia una pluralita' di doni e un legato non lieve: non sara' facile senza il conforto della sua parola continuare nella lotta comune, ma questa lotta - che le innumerevoli iniziative resistenti e solidali in cui era impegnato ricompone a unita' - dobbiamo continuarla. Anche nel suo ricordo, anche recando nella memoria il suo volto e le sue parole. Quanti di noi sono credenti nella speranza annunciata; e quanti di noi - come chi scrive queste righe - nulla vedono o presagiscono oltre l'orizzonte immanente del mondo naturale, storico-sociale, mentale e culturale, e pensano che tutto necessariamente finira': ma finche' vi sara' umanita' nel mondo, e tu lotta affinche' ad ogni persona sia riconosciuta pienezza di dignita', eguaglianza di diritti, infinito valore; sia riconosciuto il diritto alla vita, alla giustizia, alla liberta', alla solidarieta' e alla condivisione; e tu lotta in difesa dell'umanita' e del mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte. Condividi il pane, opponiti alla violenza, salva le vite.

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Ho in casa, suo dono di tanti anni fa, una delle gru di Sadako fatte da sua moglie Yukiko: in questo momento mi sembra in procinto di spiccare il volo.

 

11. FERMARE TUTTE LE UCCISIONI

 

Fermare tutte le uccisioni, salvare tutte le vite.

Il primo dovere, la politica prima.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

12. PERSONE

 

Di persone stiamo parlando.

Della loro vita, della loro dignita', dei loro diritti.

Persone, come noi.

Chi lo dimentica ha dimenticato la sua stessa umanita'.

*

Salvare le vite, il primo dovere.

Una persona, un voto: il fondamento della democrazia.

Ogni essere umano e' un essere umano.

Siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

*

Ogni volto e' uno specchio.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

13. OGNI ESSERE UMANO

 

Ogni essere umano e' un essere umano.

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

 

14. UN INCONTRO DI STUDIO SU "TEOLOGIA DELLA SPERANZA" DI JUERGEN MOLTMANN E "TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE" DI GUSTAVO GUTIERREZ

 

Si e' svolto sabato 15 luglio 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul libro "Teologia della speranza" di Juergen Moltmann e sul libro "Teologia della liberazione" di Gustavo Gutierrez.

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L'incontro si e' aperto con un ricordo di padre Giovanni Boggio, don Roberto Burla, Giovanni Franzoni ed Ettore Masina, maestri ed amici recentemente scomparsi.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

*

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Difendere l'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Pace, disarmo, nonviolenza.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

15. IN DUE PAROLE

 

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Una persona, un voto.

 

16. ALCUNI PENSIERI IN UN GIORNO DI DIGIUNO

 

In Italia sta prevalendo una propaganda e una politica razzista che sostiene apertamente che sia lecito far morire innumerevoli esseri umani innocenti negando loro ogni reale aiuto; una propaganda e una politica razzista complice dell'ecatombe in corso.

In Italia sta prevalendo una propaganda e una politica razzista che mira a fare del nostro paese un regime schiavista, in cui vi siano milioni di persone private di diritti politici fondamentali ed usate come mera forza-lavoro servile, in cui si realizzi un regime di apartheid.

Piu' si cede alla barbarie e piu' il fascismo cresce, tanto nei dissoluti vertici di partiti ridotti a consorterie carrieristiche ed affaristiche quanto nel ventre molle della societa' narcotizzata e manipolata da una propaganda menzognera e criminogena.

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Siamo arrivati al punto che degli scellerati possono impunemente propagandare l'omissione di soccorso, che peraltro e' un reato previsto e punito dal codice. Omettere di soccorrere una persona in pericolo di vita significa provocarne la morte: da quando in qua l'omicidio e' divenuto arte di governo?

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Siamo arrivati al punto che degli scellerati possono impunemente negare che siano italiani bambini, ragazzi e giovani nati in Italia, che in Italia hanno sempre vissuto, che in Italia e solo in Italia sono andati a scuola, che sono cresciuti e si sono formati come persone e come cittadini in questo paese, in questa lingua, in questa cultura, in questo ordinamento giuridico. E cosa dovrebbero essere se non italiani, marziani?

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Siamo arrivati al punto che degli scellerati possono negare ed irridere il criterio fondamentale della democrazia, il principio "una persona, un voto". Come si puo' ammettere che una persona su dieci della reale popolazione italiana sia privata del primo diritto democratico?

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Siamo arrivati al punto che degli scellerati nel nostro paese hanno riaperto i campi di concentramento; hanno ripreso la pratica delle deportazioni; hanno avallato la riduzione in schiavitu' non contrastando le flagranti e pervasive pratiche schiaviste; sono arrivati all'abominio di dichiarare illegale la mera esistenza di persone in quanto persone, criminalizzandole per il solo fatto di essere al mondo e perseguitandole per non altro che per la loro nuda vita, la loro umana presenza.

E tutto cio' fingendo di non sapere che il male commesso e' contagioso, che la persecuzione provoca disperazione, che da orrore orrore nasce, che violenza genera violenza, che da follia follia scaturisce, che la barbarie disumanizza tutti.

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Anche a non voler ascoltare la tragica lezione della storia (neppure un secolo ci separa dai campi di sterminio nel cuore dell'Europa), anche a voler ignorare le ineludibili acquisizioni della psicologia sociale (i terribili esiti degli esperimenti di Milgram e di Zimbardo, ad esempio), anche a negare ogni attenzione alla grande riflessione morale contemporanea (da Hannah Arendt ad Emmanuel Levinas, da Guenther Anders a Primo Levi, da Franca Ongaro Basaglia ad Agnes Heller, a Martha C. Nussbaum, a Vandana Shiva, a Eve Ensler), ebbene, e' sufficiente guardare con occhi non offuscati la realta' che ci circonda per prender coscienza di cio' che la propaganda e la politica fascista cerca di occultare.

Siamo una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Una persona, un voto.

E' oggi che in Italia dobbiamo contrastare e sconfiggere il razzismo, prima che il fascismo - comunque camuffato - nuovamente ci divori.

 

17. NON PREVALGA LA BARBARIE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Una persona, un voto.

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

 

18. NANDA

 

Ricorre oggi il centesimo anniversario della nascita di Fernanda Pivano, amica della nonviolenza.

Nata a Genova il 18 luglio 1917 e deceduta a Milano il 18 agosto 2009, Fernanda Pivano - per tutti Nanda - ci ha fatto conoscere l'America che amiamo, "l'altra America" delle lotte contro la guerra e contro il razzismo, antifascista e libertaria.

La compagna di scuola di Primo Levi, l'amica di Pavese e di Hemingway, di Ginsberg e di De Andre', la promotrice di innumerevoli occasioni di scoperta e di incontro, la strenua lottatrice per i diritti di tutti gli esseri umani, noi qui la ricordiamo con gratitudine che non si estingue.

La nonviolenza e' in cammino.

 

19. CONTRASTARE

 

Contrastare chi vuol fare dell'Italia un regime di apartheid.

Contrastare chi vuole far morire innumerevoli innocenti in fuga dalla guerra, dalla fame, dall'orrore.

Contrastare la barbarie razzista dei campi di concentramento, delle deportazioni, delle persecuzioni, dell'indifferenza dinanzi al dolore degli altri.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Con la forza della verita'.

Con la legalita' che salva le vite.

Con la forza della democrazia.

Con la scelta della nonviolenza.

*

Salvare le vite e' il primo dovere.

Una persona, un voto.

Chi non si oppone al fascismo ne e' complice.

Ogni essere umano e' un valore infinito.

Agisci verso ogni persona cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

 

20. OPPORSI AL RAZZISMO, OPPORSI ALLA GUERRA, OPPORSI ALLE STRAGI

 

Salvare le vite: il primo dovere.

Una sola umanita', un unico mondo vivente.

Una persona, un voto.

 

21. "GIULIO GIRARDI, PENSATORE DELLA LIBERAZIONE". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO NELL'ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE SANDINISTA

 

Si e' svolto mercoledi' 19 luglio 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Giulio Girardi, pensatore della liberazione" nella ricorrenza della vittoria della rivoluzione sandinista che nel 1979 libero' il Nicaragua dalla sanguinosa dittatura della famiglia Somoza.

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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in ricordo di Paolo Borsellino e delle persone della sua scorta assassinati venticinque anni fa dalla mafia a Palermo.

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La commemorazione di Girardi, "indimenticabile testimone di dignita' e di solidarieta'; generoso maestro e compagno di tutte le oppresse e tutti gli oppressi impegnati nella lotta per la comune liberazione, la giustizia e la fratellanza; oppositore nitido e intransigente di ogni menzogna ed ogni iniquita'; luminosa figura della nonviolenza in cammino", e' stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha anche ricordato in particolare l'incontro di Girardi con la nonviolenza, documentato ad esempio dal suo libro su "Riscoprire Gandhi" e dall'impegnato carteggio intrattenuto con il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

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Giulio Girardi, teologo, filosofo, militante ed educatore illustre, gia' tra i protagonisti del Concilio Vaticano II ed autore di un'opera di riferimento come "Marxismo e cristianesimo", oltre a svolgere una concreta opera di solidarieta' con il popolo nicaraguense fu tra i maggiori interpreti della novita' radicale della rivoluzione sandinista, contribuendo in particolare con il suo libro "Sandinismo marxismo cristianesimo: la confluenza" a restituirne nitidamente i lineamenti fondamentali, offrendo di e da quella viva esperienza al popolo nicaraguense e alla solidarieta' internazionale una verace autocoscienza, una coerente fondazione teorica, adeguati strumenti ermeneutici e preziose indicazioni operative di straordinaria efficacia euristica.

La rivoluzione sandinista fu infatti in quel torno di tempo una delle piu' luminose esperienze di liberazione, e diede indicazioni feconde a tutte le persone ovunque nel mondo impegnate nel movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.

Nel XXXVIII anniversario della sua vittoria all'intero popolo nicaraguense ancora una volta esprimiamo la nostra gratitudine e solidarieta'.

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Giulio Girardi e' nato al Cairo il 23 febbraio 1926, filosofo e teologo della liberazione, durante il Concilio Vaticano II partecipo' alla stesura dello schema XIII; membro del Tribunale permanente dei popoli, e' stato particolarmente impegnato nella solidarieta' con i popoli dell'America Latina; e' deceduto il 26 febbraio 2012. Tra le principali opere di Giulio Girardi:Marxismo e cristianesimo, Cittadella, Assisi 1966, 1977; Credenti e non credenti per un mondo nuovo, Cittadella, Assisi 1970, 1976;  Cristianesimo liberazione umana lotta di classe, Cittadella, Assisi 1973; Cristiani per il socialismo: perche'?, Cittadella, Assisi 1975; Educare: per quale societa'?, Cittadella, Assisi 1975, 1979; Sandinismo marxismo cristianesimo: la confluenza, Borla, Roma 1986; (a cura di), "Le rose non sono borghesi...". Popolo e cultura nel nuovo Nicaragua, Borla, Roma 1986; Rivoluzione popolare e occupazione del tempio, Acra - Edizioni Associate, Roma 1989; in collaborazione con Jose' Maria Vigil, Il popolo prende la parola, Borla, Roma 1990; La conquista dell'America. Dalla parte dei vinti, Borla, Roma 1992; Il tempio condanna il vangelo, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1993; Gli esclusi costruiranno la nuova storia?, Borla, Roma 1994; Cuba dopo il crollo del comunismo, Borla, Roma 1995; Riscoprire Gandhi. La violenza e' l'ultima parola della storia?, Anterem, Roma 1999; Resistenza e alternativa al liberalismo e ai terrorismi, Edizioni Punto Rosso, Milano 2002; Che Guevara visto da un cristiano. Il significato etico della sua scelta rivoluzionaria, Sperling & Kupfer, Milano 2005.

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Nel ricordo e alla scuola di Giulio Girardi proseguiamo nell'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; in difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.

E qui ed ora, nell'Italia di oggi, in particolare chiamiamo una volta ancora all'impegno comune affinche' non prevalga il razzismo e lo schiavismo; affinche' l'Italia non divenga un regime di apartheid; affinche' non si ometta di soccorrere le innocenti vittime di immani atrocita' in estremo pericolo; affinche' l'Italia resti una repubblica democratica ed antifascista. Salvare le vite e' il primo dovere. Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Ogni vittima ha il volto di Abele. Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

 

22. UN'INIZIATIVA NECESSARIA. UN APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI VOLONTA' BUONA. CON PREGHIERA DI SOTTOSCRIZIONE E ULTERIORE DIFFUSIONE

 

La barbarie razzista in Italia cresce soprattutto perche' vi sono forze politiche guidate da inquietanti demagoghi che la promuovono, e non pensano che la barbarie che per meschini ed ignobili calcoli suscitano ed alimentano produrra' inevitabilmente violenza e disperazione, sofferenze crescenti a innumerevoli innocenti, e puo' trarre a rovina il nostro paese come gia' accadde con il fascismo (restano indimenticabili le riflessioni che Hannah Arendt svolse ne Le origini del totalitarismo).

Vi e' un modo per sconfiggere la barbarie razzista che monta: riconoscere subito il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

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Innanzitutto il diritto di voto nelle elezioni amministrative: come proposto dall'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia che da anni ha predisposto un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'". E almeno sul diritto di voto per tutti i residenti nelle elezioni amministrative nessuna persona onesta e ragionevole puo' aver nulla da obiettare.

Ebbene, almeno alla Camera dei Deputati, dove i parlamentari non razzisti sono ancora sicuramente la maggioranza, si porti immediatamente alla discussione e al voto il progetto di legge elaborato dall'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia e lo si approvi: sarebbe un atto di democrazia, di civilta', di resistenza alla disumanita'.

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Ma anche, e decisivamente, il diritto di voto nelle elezioni politiche: anni addietro con modifica costituzionale si riconobbe tale diritto anche ai discendenti di famiglie italiane che vivono in altri paesi del mondo, persone che talvolta non hanno mantenuto nessun concreto significativo legame con l'Italia e che talvolta pressoche' tutto ignorano della reale situazione italiana odierna; ebbene, a maggior ragione tale diritto deve essere riconosciuto a tutti coloro che in Italia stabilmente vivono, in Italia lavorano e pagano le tasse, contribuiscono concretamente al benessere del nostro paese.

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Chi scrive queste righe molti anni fa coordino' per l'Italia una rilevante campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano.

Sostenevo allora che l'apartheid non era un residuo del passato, ma un progetto per il futuro, per imporre la barbarie razzista sull'umanita' intera; e quindi l'eroica lotta antirazzista dei nostri fratelli e delle nostre sorelle in Sudafrica stava difendendo anche la nostra liberta', la nostra dignita' umana, e pertanto non eravamo noi ad essere solidali con loro, ma loro che lottavano per difendere tutti noi, per l'umanita' intera. Il regime dell'apartheid e' stato sconfitto in Sudafrica, ma si sta imponendo in Europa. Aveva ben ragione Bertolt Brecht quando scriveva che i popoli del mondo avevano sconfitto il nazismo, ma il ventre di quella bestia era ancora fecondo.

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La democrazia si difende con la democrazia, e il suo principio fondamentale e' "una persona, un voto".

A chi condivide queste considerazioni chiedo di sottoscrivere e diffondere la richiesta che il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia, cosi' come e' scritto nell'"appello all'Italia civile" promosso da innumerevoli illustri personalita', primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, appello che testualmente recita:

"Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora".

Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Occorre opporsi alla barbarie razzista.

Occorre difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Una persona, un voto.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo che coordina l'iniziativa dell'appello all'Italia civile "Una persona, un voto", concludendo oggi un digiuno nonviolento

Viterbo, 20 luglio 2017

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Una minima notizia sull'estensore di questa lettera

Peppe Sini ha fondato negli anni '70 del secolo scorso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo. Negli anni '80 ha coordinato in Italia la principale campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha organizzato il primo convegno nazionale di studi su Primo Levi all'indomani della scomparsa del grande testimone della dignita' umana. Dal 2000 redige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Coordina l'iniziativa dell'appello all'Italia civile "Una persona, un voto" di cui sono primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, appello al quale hanno gia' aderito oltre a migliaia di cittadini anche centoquaranta parlamentari di varie forze politiche. Crede che ogni essere umano abbia diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

 

23. LA PRESTIGIOSA ADESIONE DI SAVINO PEZZOTTA ALL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Anche Savino Pezzotta, gia' segretario generale della Cisl, ha aderito all'appello  "Una persona, un voto" promosso da padre Alessandro Zanotelli e della partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

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La prestigiosa adesione dell'autorevole sindacalista si aggiunge a quelle di molte altre illustri personalita', da Giancarla Codrignani a don Tonio Dell'Olio, a Francuccio Gesualdi, Cecile Kyenge, Raniero La Valle, Luisa Morgantini, Giorgio Nebbia, don Gianni Novelli, Riccardo Orioles, Annamaria Rivera, Umberto Santino, Mao Valpiana e centinaia e centinaia di altre figure tra le piu' luminose dell'impegno morale e civile nel nostro paese; ad esse si sono aggiunte le adesioni di migliaia e migliaia di cittadini.

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All'appello hanno gia' aderito anche 140 parlamentari di varie forze politiche: Roberta Agostini, Luisella Albanella, Ileana Argentin, Massimo Artini, Lorenzo Basso, Eleonora Bechis, Paolo Beni, Massimiliano Bernini, Stella Bianchi, Tamara Blazina, Fabrizio Bocchino, Antonio Boccuzzi, Paola Boldrini, Francesca Bonomo, Michele Bordo, Luisa Bossa, Beatrice Brignone, Claudio Broglia, Vincenza Bruno Bossio, Enrico Buemi, Renata Bueno, Salvatore Capone, Sabrina Capozzolo, Renzo Carella, Anna Maria Carloni, Marco Carra, Maria Chiara Carrozza, Floriana Casellato, Franco Cassano, Felice Casson, Marco Causi, Massimo Cervellini, Vannino Chiti, Eleonora Cimbro, Monica Cirinna', Giuseppe Civati, Roberto Cociancich, Paolo Corsini, Paolo Cova, Giuseppe Luigi Cucca, Gianni Cuperlo, Erica D'Adda, Alfredo D'Attorre, Loredana De Petris, Lello Di Gioia, Marco Di Lello, Nerina Dirindin, Umberto D'Ottavio, Donatella Duranti, Laura Fasiolo, Marco Fedi, Ciccio Ferrara, Elena Ferrara, Giuseppe Fioroni, Vincenzo Folino, Paolo Fontanelli, Federico Fornaro, Filippo Fossati, Nicola Fratoianni, Carlo Galli, Paolo Gandolfi, Maria Grazia Gatti, Anna Giacobbe, Francesco Giacobbe, Andrea Giorgis, Gianni Girotto, Luisa Gnecchi, Miguel Gotor, Gero Grassi, Monica Gregori, Giuseppe Guerini, Maria Cecilia Guerra, Paolo Guerrieri, Maria Iacono, Pietro Ichino (relativamente alle elezioni amministrative), Vanna Iori, Florian Kronbichler, Luigi Lacquaniti, Silvio Lai, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Andrea Maestri, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Luigi Manconi, Massimiliano Manfredi, Claudia Mannino, Maino Marchi, Raffaella Mariani, Giovanna Martelli, Claudio Martini, Michela Marzano, Alessandro Mazzoli, Michele Meta, Corradino Mineo, Franco Mirabelli, Michele Mognato, Daniele Montroni, Mario Morgoni, Delia Murer, Martina Nardi, Luis Alberto Orellana (relativamente alle elezioni amministrative), Oreste Pastorelli, Luca Pastorino, Edoardo Patriarca, Carlo Pegorer, Serena Pellegrino, Vinicio Peluffo, Alessia Petraglia, Salvatore Piccolo, Antonio Placido, Laura Puppato (relativamente alle elezioni amministrative), Roberto Rampi, Francesco Ribaudo, Lara Ricciatti, Maria Grazia Rocchi, Giuseppe Romanini, Gessica Rostellato, Giovanna Sanna, Francesco Scalia, Gian Piero Scanu, Gea Schiro', Arturo Scotto, Angelo Senaldi, Marina Sereni, Camilla Sgambato, Gianluca Susta, Bruno Tabacci, Veronica Tentori, Alessandra Terrosi, Marietta Tidei, Walter Tocci, Stefano Vaccari, Giuseppe Vacciano, Daniela Valentini, Liliana Ventricelli, Walter Verini, Sandra Zampa, Alessandro Zan, Giorgio Zanin.

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Ancora una volta ricordiamo che il presupposto "de facto" dell'appello e' che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano"; e poiche' Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".

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Ricordiamo altresi' ancora una volta che il presupposto "de iure" e' illustrato nella premessa del progetto di legge formulato anni fa dall'Anci (l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, che rappresenta tutti i Comuni italiani) recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'" (progetto che era riferito alle elezioni amministrative, ma la cui intelaiatura giuridica e' riferibile anche tout court alle elezioni politiche).

*

Si allega in calce il testo dell'appello con le prime adesioni.

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

La democrazia si difende con la democrazia.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

* * *

Allegato: "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

(...)

 

24. UNA STATUA EQUESTRE A HITLER

 

I disastri ambientali globali che ti raggiungono in casa dal rubinetto della cucina.

I massacratori che non conoscono giorni di riposo.

Tutte le ideologie dell'alienazione che richiedono sacrifici umani.

Tutte le ricchezze che sono frutto della stessa rapina.

Dalla televisione lupi in giacca e cravatta, sanguinolento un filo di bava sul cerone, ricantano il ritornello del "fardello dell'uomo bianco".

Eccellentissime eccellenze spiegano che il diritto di voto e' cosa per chi ha rendite adeguate; il cielo non voglia che lo pretendano anche le classi pericolose, le femmine che si sa son tutte isteriche, gli eterni meteci.

Filosofi novissimi argomentano sul web che gli schiavi se sono schiavi e' per legge di natura, che in questo migliore dei mondi possibili la legge e' scritta sulle lame dei coltelli, che soccorrere il frale disgrega la societa' e sovverte tutti i valori.

Chi parla ai giovani del sogno di una cosa gli chiedono se intenda dire Ibiza, l'ecstasy o il rolex.

Chi si attarda a ruminare giustizia e liberta' per tutte e tutti, a rivendicare eguaglianza di diritti e condivisione dei beni, ad organizzare la lotta delle oppresse e degli oppressi, e' un fenomeno da baraccone e da museo, da esibire in una teca o in una gabbia lanciandogli noccioline e lazzi.

Attraverso lo smartphone t'insegnano il suicidio. Il bene non ha un numero di telefono. Con tre ghinee non organizzi concerti.

Piu' aumentano le offerte e i buoni affari, piu' aumentano i buglioli e le stragi.

Un giovane politico elegante e truccato e azzimato come un manichino spiega esibendo i canini in uno smagliante sorriso che chi salva le vite e' un ipocrita e un delinquente. Domani una petizione popolare in rete otterra' che in ogni piazza venga eretta di bronzo o marmo una statua equestre a Hitler.

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E tu opponiti a questo orrore.

E tu chiama alla lotta solidale per il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla condivisione.

E tu lotta contro il fascismo.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Condivisione, responsabilita', misericordia.

La nonviolenza e' la politica necessaria.

Salvare le vite, il primo dovere.

Una persona, un voto.

 

25. GIOVANNI BIANCHI

 

E' deceduto Giovanni Bianchi, che fu presidente delle Acli.

Ne ricordiamo l'impegno intellettuale, morale, civile, la testimonianza di militante del movimento dei lavoratori.

 

26. BREVE UN DISCORSO DELL'ACQUA E DEL FUOCO

 

L'esperienza della fame e della sete, l'esperienza del freddo e del buio. Ma l'acqua e' anche il biblico diluvio universale, e il fuoco l'universale conflagrazione stoica. La pioggia che tutto sommerge, l'incendio che tutto distrugge.

Realta' concretissime e sfuggenti, senza forma ovvero di forme infinite: l'acqua che si fa ghiaccio o vapore o che liquida mutua la forma di cio' che ne e' recipiente; il fuoco che e' lingue salienti, e fumo in alto e cenere in basso, che insieme divora e svanisce. E simboli archetipici quant'altri mai.

Senza acqua - che nutre e trascina, che lava e che scorre - non vi e' mondo vivente; senza fuoco - energia, mutamento, distruzione, ricambio - non vi e' civilta' umana.

Nel segno dell'acqua e del fuoco la catastrofe dei mutamenti climatici provocati dall'uomo - dallo sviluppo industrialista e dall'ideologia della crescita illimitata e dell'illimitato consumo - ci raggiunge ed attosca e terrorizza.

*

Parlare oggi di acqua e di fuoco e' questione politica e morale, non solo economica ed ecologica; ma poiche' nell'etimo ecologia significa scienza e discorso della casa comune, ed economia regola e responsabilita' della casa comune, e' anche pertanto questione di diritto, e di legislazione e di giurisprudenza, e di sapere, la scienza che anche dev'essere saviezza, la sapienza che anche saggezza dev'essere.

Il mondo vivente non e' un magazzino ne' un immondezzaio.

E gli esseri viventi non sono merci ne' scarti.

Costitutivo dell'essere esseri intelligenti e' la responsabilita' per il bene comune.

Sapere di essere tutti uniti da un unico destino di vita e di morte in almeno due sensi: nel senso biologico del nascere e del morire come esperienza individuale universalmente esperita; nel senso culturale dell'esser partecipi di una comunita' che tutti gli esseri umani - passati, presenti e venturi - comprende, e dell'esser quindi vincolati al dovere di far quanto e' in proprio potere perche' l'umanita' non scompaia anzitempo nel nulla.

Responsabili quindi del bene comune delle generazioni tutte; responsabili quindi dell'intero mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e senza del quale l'umanita' stessa si estingue. "I care", "mi sta a cuore", era scritto su di una parete della scuola di Barbiana, che era centro e cuore pulsante del mondo (ma ogni luogo, spiegava Alce Nero, e' il centro del mondo).

Occorre cessare di uccidere, cessare di distruggere, salvare le vite, prendersi cura di se', degli altri, del mondo.

E' palese che un modello di societa' fondato sull'universale sfruttamento e sull'universa rapina, sulla crescita illimitata della produzione di manufatti e dei consumi - e conseguentemente anche dei rifiuti -, cozza contro i limiti della natura, cozza contro la capacita' di carico della biosfera, distrugge il mondo vivente e l'umanita'.

E' palese che un modello relazionale fondato sulla sopraffazione e sull'asservimento dell'altro riduce il mondo a una totale prigione, a una guerra di tutti contro tutti, fino alla barbarie piu' estrema, fino alla fine dell'umanita' come valore morale e come esperienza storica.

E' palese che il vertiginoso sviluppo tecnologico degli ultimi secoli e massime degli ultimi decenni pone l'umanita' dinanzi a un bivio: se si prosegue lungo la via della violenza sia intraspecifica che contro il resto del mondo vivente, da noi stessi ci condanneremo a sofferenze crescenti e inaudite fino all'estinzione dell'umana civilta', dell'umana vicenda. Se si sceglie invece subito la via della nonviolenza una possibilita' resta aperta, una speranza di salvezza comune.

Alcune scelte politiche sono quindi urgenti, non piu' differibili.

Adottare in ogni azione il criterio della responsabilita' per l'umanita' intera incluse le generazioni future, adottare in ogni azione il criterio della responsabilita' per l'intero mondo vivente.

Riconoscere che siamo una sola umanita', cessare quindi tutte le guerre e adottare il principio della fraternita' e sororita' universale.

Dismettere ogni produzione e consumo palesemente insostenibili, porre ragionevoli limiti alle attivita' consentite, condividere i beni.

Ripensare il lavoro come diritto e come dovere, ripensare il lavoro come mediazione tra umanita' e natura, ripensare il lavoro come produzione e riproduzione sociale: ponendo un rigido limite all'appropriazione privata, vincolando al bene comune ogni intrapresa economica, garantendo ad ogni persona le risorse per una vita degna, riducendo il tempo di lavoro per realizzare la piena occupazione.

Risanare i guasti prodotti, prima che sia troppo tardi.

Riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione.

*

Per fermare gli incendi non basta arrestare il singolo idiota o criminale che appicca materialmente il fuoco alle foreste, occorre una politica di difesa attiva della natura che ogni essere umano chiami ad essere custode del mondo vivente, una politica di pace tra umanita' e biosfera.

Per garantire acqua potabile all'umanita' intera occorre fermare gli inquinatori - che non sono miseri fattucchieri, ma i maggiori potentati economici e politici del mondo, e la microfisicamente, pervasivamente diffusa rete del regime della corruzione e della polluzione -; occorre una politica di giustizia e di solidarieta' che raggiunga e riconosca come esistenze dotate di intrinseco valore e quindi come soggetti titolari di diritti - il diritto alla vita, in primis et ante omnia - non solo tutti gli esseri umani, ma l'intero mondo vivente nella varieta' e nell'equilibrio delle sue concrete forme.

Occorre una politica nonviolenta.

Occorre una politica del bene comune.

Occorre la politica dell'umanita'.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

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Numero 260 del 2 agosto 2017

 

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