[Nonviolenza] Archivi. 252



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 252 del 25 luglio 2017

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di aprile 2017 (parte quarta e conclusiva)

2. Solo la nonviolenza

3. Facciamoci sentire

4. Un solo mese di tempo. Un appello all'impegno per la democrazia

5. L'unica cosa utile e ragionevole che si puo' fare della Nato

6. Ricordando Alfio Pannega nel settimo anniversario della scomparsa

7. Tesi contro la guerra

8. Pace, disarmo, smilitarizzazione

9. Alcune parole contro la guerra

10. Alfio Pannega in alcune fotografie di Mario Onofri

11. I complici dei trafficanti

12. Per Alfio, sette anni dopo

13. Contro la guerra

14. L'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega a sette anni dalla scomparsa

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2017 (PARTE QUARTA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2017.

 

2. SOLO LA NONVIOLENZA

 

Solo la nonviolenza si oppone alla guerra in modo adeguato, concreto e coerente, nitido e intransigente.

Solo la nonviolenza si oppone al razzismo in modo adeguato, concreto e coerente, nitido e intransigente.

Solo la nonviolenza si oppone al maschilismo in modo adeguato, concreto e coerente, nitido e intransigente.

Solo la nonviolenza difende i diritti umani di tutti gli esseri umani in modo adeguato, concreto e coerente, nitido e intransigente.

Solo la nonviolenza difende l'intero mondo vivente in modo adeguato, concreto e coerente, nitido e intransigente.

E' la nonviolenza la politica necessaria per la salvezza comune dell'umanita'.

 

3. FACCIAMOCI SENTIRE

 

Ieri il Presidente della Repubblica incontrando i presidenti di Camera e Senato ha accelerato l'iter dela nuova legge elettorale: successivamente i capigruppo della Camera hanno deciso che essa sara' portata all'esame dell'aula di Montecitorio a fine maggio.

Se si procedera' cosi' frettolosamente (portare un testo in aula a fine maggio significa che tutto il lavoro di elaborazione e discussione in commissione dovra' essere concluso in quattro settimane) difficilmente le commissioni parlamentari potranno e vorranno esaminare e discutere la proposta del riconoscimento del diritto di voto a tutti i residenti, ed anche questa occasione di porre fine ad una flagrante e colossale iniquita' e compiere un passo di civilta' non piu' rinviabile sara' persa.

Per questo e' ancor piu' necessario chiedere a tutti i parlamentari (ed in primo luogo a quelli che fanno parte delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato) di non eludere la questione che poniamo: il fatto che in Italia a milioni di persone e' negato il diritto che caratterizza e fonda la democrazia: il diritto di voto.

Per questo e' ancor piu' necessario chiedere a tutti i parlamentari (ed in primo luogo a quelli che fanno parte delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato) di meditare ed esprimersi su questo principio: una persona, un voto; e quindi di voler legiferare il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che in Italia effettualmente stabilmente vivono.

Facciamoci sentire adesso.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

 

4. UN SOLO MESE DI TEMPO. UN APPELLO ALL'IMPEGNO PER LA DEMOCRAZIA

 

La decisione annunciata ieri di portare la nuova legge elettorale nell'aula di Montecitorio entro la fine del mese di maggio comprimera' enormemente i tempi della sua elaborazione e discussione nelle competenti commissioni parlamentari e sostanzialmente impedira' una discussione adeguata nel paese.

In tempi cosi' ristretti il rischio e' che tutto si riduca a un confronto tra i vertici delle forze politiche e che ne emergera' una legge tutta centrata sugli interessi immediati dei gruppi dirigenti del ceto politico attuale e sulla loro preservazione.

Noi vorremmo invece che la nuova legge elettorale fosse il frutto di una riflessione approfondita e partecipata, e che il suo cuore fosse l'inveramente del principio fondamentale della democrazia: una persona, un voto.

Vorremmo quindi che la nuova legge elettorale in primo luogo riconoscesse finalmente il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia; e - ripetiamolo ancora una volta - in Italia vivono stabilmente oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano. Continuare a privare milioni di persone del diritto di voto nel paese in cui effettivamente vivono e' un'ingiustizia che lede la democrazia e quindi ferisce la liberta' ed umilia la dignita' di tutte le persone che in Italia vivono.

Pertanto questo chiediamo a tutti i parlamentari: che nella nuova legge elettorale sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

Ed a tutte le persone di volonta' buona che condividono il nostro sentire chiediamo quindi di far sentire la propria voce in queste decisive settimane: di chiedere insieme che il Parlamento della Repubblica legiferi finalmente la piena realizzazione del principio cardine della democrazia: una persona, un voto.

Preghiamo tutte e tutti di scrivere a tal fine ai presidenti del Parlamento: on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it, sen. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it (e di inviarci comunicazione della loro adesione agli indirizzi di posta elettronica: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it).

 

5. L'UNICA COSA UTILE E RAGIONEVOLE CHE SI PUO' FARE DELLA NATO

 

Abolirla immediatamente, e processarne i gerarchi e i manutengoli per i crimini di guerra e contro l'umanita' commessi.

Solo la pace salva le vite.

Solo il disarmo salva le vite.

Solo la smilitarizzazione salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

6. RICORDANDO ALFIO PANNEGA NEL SETTIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Ricorre il 30 aprile il settimo anniversario della scomparsa di Alfio Pannega, il migliore degli amici, il piu' generoso dei compagni di lotta per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera.

Con gratitudine che non si estingue ne ricordiamo la figura e gli insegnamenti, la testimonianza di vita, la limpidezza, concretezza e coerenza di pensiero e azione, la dedizione al bene comune.

E' anche alla scuola e all'ascolto di Alfio che continuiamo la lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti dell'intero mondo vivente.

Fedeli alla memoria di Alfio continuiamo la lotta contro il fascismo, la lotta contro il modo di produzione fondato sullo spietato sfruttamento degli esseri umani e della natura, la lotta per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, la lotta per la condivisione e la convivenza, la lotta per il bene comune dell'umanita'.

Chiamiamo questa lotta antifascismo vivente; chiamiamo questa lotta nonviolenza in cammino.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Riconoscere, rispettare, difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Sapere che il primo dovere e' salvare le vite.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione comune.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Nel ricordo di Alfio la lotta continua.

 

7. TESI CONTRO LA GUERRA

 

Parte prima: diagnostica

Psicologica

I. La piu' stupida delle idee: soffrire di meno facendo soffrire di piu' gli altri.

II. La piu' vile delle idee: aumentare la propria vita sopprimendo le vite altrui.

III. La piu' infame delle idee: che tutto meriti di essere distrutto.

*

Sociologica

I. La piu' stupida delle idee: semplificare il mondo incomprensibile eliminando chi lo abita.

II. La piu' vile delle idee: trasformare tutto in merce e in scoria.

III. La piu' infame delle idee: essere finalmente sicuri nella solitudine dopo l'ecatombe.

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Cosmologica

I. La piu' stupida delle idee: aiutare l'entropia.

II. La piu' vile delle idee: nell'impossibilita' di creare, decreare.

III. La piu' infame delle idee: annientare il pensiero.

*

Parte seconda: precettistica

Psicologica

I. La piu' ragionevole delle idee: sentire il sentire degli altri.

II. La piu' dignitosa delle idee: amare la pluralita' delle persone e delle esperienze.

III. La piu' frugifera delle idee: Che tutto meriti di esistere.

*

Sociologica

La piu' ragionevole delle idee: sapere che tutto si tiene.

La piu' dignitosa delle idee: opporsi alla menzogna e alla violenza.

La piu' frugifera delle idee: confidare nell'esempio.

*

Cosmologica

I. La piu' ragionevole delle idee: porsi all'ascolto della musica del mondo.

II. La piu' dignitosa delle idee: accogliere il limite, e l'infinito.

III. La piu' frugifera delle idee: nella comprensione e' il tutto.

 

8. IN BREVE. PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE

 

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Un buon inizio.

*

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Un buon inizio.

*

Salvare le vite.

Un buon inizio.

*

Scegliere la nonviolenza.

Un buon inizio.

 

9. ALCUNE PAROLE CONTRO LA GUERRA

 

Mentre la guerra e' in corso la prima cosa da fare e' adoperarsi per farla cessare e per soccorrere le vittime.

*

Poiche' le guerre si fanno con le armi, il disarmo e' l'azione decisiva.

E poiche' il disarmo e' l'azione decisiva, ne consegue che le strutture dedite all'uso delle armi vanno ipso facto abolite.

La pace richiede quindi innanzitutto il disarmo e la smilitarizzazione: poiche' le armi e gli eserciti servono a fare la guerra, e la guerra consiste nell'uccisione massiva di esseri umani, e' a tutti evidente che senza disarmo e smilitarizzazione mai la pace potra' darsi se non come tregua tra armigeri disposti ad uccidere.

E' evidente che il disarmo e la smilitarizzazione non bastano a garantire una societa' perfetta, ma diminuirebbero le uccisioni, e poiche' il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso - diritto senza del quale nessun altro diritto si da' - ne consegue che disarmo e smilitarizzazione sono premesse indispensabili perche' una societa' ragionevole e perfettibile possa darsi.

*

Le dittature sono gia' guerra. Ed e' gia' guerra la persecuzione e la riduzione in schiavitu'. Come sono gia' guerra tutti i poteri che fondano la loro signoria sulla violenza.

Come riuscire a contrastare queste violenze? Certamente non riproducendole, reduplicandole, magnificandole. Per contrastare adeguatamente, concretamente, coerentemente una qualsiasi violenza occorre opporsi ad essa con l'azione nonviolenta.

E' solo con la nonviolenza che si puo' riuscire a contrastare e sconfiggere la guerra ed ogni altra violenza.

Chi pensa di opporsi alla guerra e non fa la scelta della nonviolenza non ha ancora riflettuto sufficientemente sui compiti propri e di tutti.

*

Ma la scelta della nonviolenza e' assai impegnativa. Poiche' essa richiede una disponibilita' a soffrire anziche' far soffrire, a privilegiare il bene comune anziche' il proprio immediato vantaggio, a contrastare la propria violenza e rinunciare alle risorse emotive e materiali che essa mette a disposizione, ad adottare forme di lotta che lascino sempre aperta la comunicazione e il riconoscimento dell'altro essere umano e sempre mirino al raggiungimento non di un trionfo ma di un compromesso atto a salvare le vite di tutti, a riconoscere i limiti della propria esistenza, della propria ragione e della propria azione senza che questo pietrifichi. La scelta della nonviolenza e' assai impegnativa.

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Hic et nunc, quid agendum?

1. Agire affinche' l'Italia cessi di essere complice delle guerre in corso, e quindi: ritirare le truppe italiane dalle missioni di guerra orwellianamente chiamate "operazioni di pace"; cessare di produrre e trafficare armi; ridurre drasticamente le spese militari e passare da un modello di difesa militare a un modello di protezione civile e di intervento internazionale umanitario fondati sulla difesa popolare nonviolenta e i corpi civili di pace; adoperarsi per l'immediato scioglimento delle alleanze militari come la Nato.

2. Agire per far cessare le stragi dei migranti e la persecuzione di essi nel nostro stesso paese, e quindi: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che risiedono nel nostro paese; abrogare tutte le scellerate antinorme razziste che governo sciagurati hanno imposto nel nostro paese - dai campi di concentramento alle deportazioni ad innumerevoli altre vessazioni -.

3. Agire per far cessare il femminicidio ed ogni forma e concrezione di violenza maschilista, e quindi: innanzitutto sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento di liberazione delle donne; applicare pienamente la convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne; realizzare la parita' di rappresentanza dei due generi ovunque si prendono decisioni pubbliche. Il maschilismo e' la prima radice e il primo paradigma di tute le le violenze: se non si sconfigge il maschilismo non e' possibile sconfiggere nessuna altra forma di violenza.

4. Agire per far cessare i disastri ambientali, e quindi: risanare le aree devastate e contaminate; dismettere le produzioni gravemente inquinanti; promuovere buone pratiche amministrative rispettose della biosfera; passare da un'economia orientata alla massimizzazione del profitto altamente iniqua e distruttiva ed effettualmente insostenibile, ad economie sostenibili ed orientate al bene comune degli esseri umani e del mondo vivente.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

10. ALFIO PANNEGA IN ALCUNE FOTOGRAFIE DI MARIO ONOFRI

 

Ricorrendo domani, 30 aprile 2017, il settimo anniversario della scomparsa di Alfio Pannega mettiamo a disposizione alcune fotografie che lo ritraggono realizzate da Mario Onofri.

Ricordando cosi' ancora una volta due meravigliosi amici e compagni di lotte.

Anche nel ricordo di Alfio e di Mario continua la lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera.

*

Una breve notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, il fascicolo di "Una persona, un voto" n. 88.

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Una breve notizia su Mario Onofri

Mario Onofri e' deceduto a Viterbo, la sua citta', il 13 giugno 2015, aveva 64 anni. Era un uomo dolce e mite, sapiente e generoso. Fotografo, artista, viandante e ricercatore, studioso e testimone, militante per i diritti umani, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto alle persone sofferenti, alle persone oppresse. E' stato uno dei migliori compagni di lotte di quanti a Viterbo si sono battuti e ogni giorno si battono contro i poteri criminali e contro il regime della corruzione, contro la devastazione della natura e della cultura, contro la guerra e contro la violenza, contro il razzismo e contro il maschilismo, contro lo sfruttamento e l'oppressione; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la liberazione dell'umanita' intera; in difesa di quest'unico mondo vivente. Anche grazie all'azione di Mario Onofri la nonviolenza e' in cammino. All'indomani della sua scomparsa scrissero di lui alcuni degli amici e compagni di lotte che piu' gli furono vicini: "Grande artista, fotografo e visionario, dagli anni '60-'70 Mario ci ha donato luminose visioni di persone e luoghi con i suoi scatti - di grande perizia tecnica - intrisi di bellezza e malinconia, dolcezza e saggezza, espressione di un cuore e di un occhio sapientemente sensibili e sempre alla ricerca di quei caratteri e paesaggi autentici ed evocativi che sapeva cogliere esprimendo la profonda essenza della vita, dell'umanita', della storia e della natura. Grande viaggiatore, profondo conoscitore dell'India, Mario Onofri lascia un grande patrimonio artistico e documentario, storico ed umano, che - dal bianco e nero al colore - ci permettera' di rivedere, senza mai banalita', la metamorfosi socio-culturale e paesaggistica di Viterbo impressa in cinquant'anni di fotografie. Oltre all'altra sua grande passione, quella dell'India, di questo meraviglioso paese di cui era innamorato e del quale ha magistralmente colto e restituito la poesia, i colori e la magia". E' stato ricordato nel primo anniversario della scomparsa con queste parole: "artista e ricercatore, militante nonviolento per la pace, i diritti umani, la difesa dell'ambiente e della civilta'. Era un uomo buono, mite, gentile, di garbo levissimo e finissima ironia, di profondi elevati pensieri, di immensa generosita'. Intellettuale dai molti interessi e di molte esperienze, infaticabile viaggiatore e natura contemplativa, acutamente consapevole della fragilita' di ogni persona e della volatilita' di ogni esistenza - e per questo vieppiu' soccorrevole e accudente -, attivista costantemente impegnato per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano, per la liberazione delle oppresse e degli oppressi, per l'amoroso rispetto del mondo vivente tutto. Ne ricordiamo le qualita' di artista visivo, di antropologo del presente, di testimone del tempo e dei luoghi, delle relazioni e dei mutamenti, dei movimenti collettivi e delle esperienze culturali che con intensa partecipazione visse e documento'; lo ricordiamo fedele alle amicizie fino all'abnegazione, tenero e luminoso confortatore nelle distrette, saggio gioioso e meditabondo nel convivio; lo ricordiamo compagno di lotte e di ragionamenti necessari, strenuo ricercatore della verita', la verita' che libera, la verita' che ama, la verita' che e' prendersi cura delle altre persone e del mondo vivente, compassione operosa e universale fraternita'. A chi ha avuto il privilegio grande di essergli stato amico lascia un tesoro di ricordi iridescenti, e un'esortazione a perseverare nell'impegno per la liberazione di ogni essere umano, affinche' tutti possano godere di una condivisa felicita', in una solidarieta' che ripudia e contrasta e sconfigge ogni violenza, e l'intero mondo vivente abbraccia in un rivolgimento amoroso che e' insieme comprensione di se' e del tutto. Lascia anche un'opera vasta e preziosa, in massima misura tuttora dispersa e inedita, un regesto di immagini salvate dalla fuga del tempo il cui pregio artistico e documentario - ed ermeneutico, e morale quindi - e' cospicuo, e che occorre dunque finalmente raccogliere, pubblicare e valorizzare a beneficio dei presenti e dei venturi, dono estremo di un uomo giusto all'umanita'".

 

11. I COMPLICI DEI TRAFFICANTI

 

Ripetiamolo una volta ancora: i primi complici dei trafficanti di esseri umani sono i governi europei che impediscono agli esseri umani in fuga dalle guerre e dalla fame di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente.

Per annientare le mafie schiaviste dei trafficanti basterebbe riconoscere questo elementare diritto a tutti gli esseri umani: il diritto a salvare le proprie vite spostandosi in modo legale e sicuro dai luoghi in cui sono in pericolo ai luoghi in cui si possa vivere in pace e sicurezza.

Ogni essere umano ha diritto alla vita; quest'unico pianeta vivente e' la casa comune dell'umanita' intera; salvare le vite e' il primo dovere; soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Essere umani e' dovere di tutti gli esseri umani.

 

12. PER ALFIO, SETTE ANNI DOPO

 

Sette anni sono passati da quando Alfio Pannega, il 30 aprile del 2010, ci ha lasciato.

Sette anni nei quali il ricordo della sua persona, della sua testimonianza di militante comunista e libertario, di amico della nonviolenza, ci ha accompagnato e illuminato la via.

Io che scrivo queste righe non credo che vi sia altra vita che questa, cosa che la rende piu' preziosa e vieppiu' ci impegna a non dissiparla ma valorizzarla per acquisire conoscenza e praticare virtu', giacche' fatti non fummo a viver come bruti. Alfio lo sapeva, ed ha vissuto una vita di enorme fatica e grandi sofferenze, ma anche di incontenibile felicita' nel bene operare, nel donare, e nello studio e nella poesia, nella lotta politica contro tutte le ingiustizie e le menzogne.

Non credo di aver conosciuto una persona piu' generosa di lui, ed insieme piu' lucidamente consapevole del dovere di tenere insieme l'agire benigno nella vita quotidiana e l'orizzonte della lotta politica per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera. Aveva fortissima coscienza del nesso che lega personale e politico, dell'esigenza di vivere in coerenza coi propri principii, del fatto che ogni tuo gesto e' un esempio. Era incapace di odiare, e preferiva soffrire anziche' far soffrire.

Sembrava un personaggio uscito da Omero o dalla Bibbia, da Dostoevskij e Tolstoj. Era insieme cosi' trasparente e cosi' profondo che tutte le persone che lo incontravano stabilivano con lui un'immediata empatia, ma cosi' vaste erano la sua sapienza e la sua saggezza che ogni volta che ne rammemori i gesti e le parole, i pensieri e le azioni, ne cogli ulteriori significati e valori ed appelli, ne ricevi nuovi doni iridescenti, idee preziose e nutrienti, ad un tempo scintille di luce e particole di pane e sorsate di acqua ed aulente e impetuoso respiro di vento. Era una grande anima. Il dolore e le sopraffazioni subite non lo avevano peggiorato, ma vieppiu' illimpidito e confermato nella sua resistenza all'inumano, nella sua solidarieta' con l'umanita' intera e con gli altri animali che molto amava. Era un militante politico del movimento delle oppresse e degli oppressi, che significa sentir continuamente nella propria carne il dolore patito da ogni altra persona, e significa anche dinanzi a ogni nodo che strozza, ad ogni iniquita' dispiegata o segreta, porsi il problema del che fare, mai rinunciando alla lotta e sempre pensando che deve esserci un'alternativa al disordine costituito, un'azione buona e giusta da compiere, una via alla liberazione comune.

Sapeva quali e quanto grandi siano i nostri limiti di esseri fragili e perituri, e questo non lo abbatteva ma anzi lo spingeva a un impegno piu' intenso, piu' rigoroso, piu' generoso.

Sono passati sette anni dalla sua morte, e' ancora vivo.

 

13. CONTRO LA GUERRA

 

Salvare le vite

La guerra e' nemica dell'umanita', poiche' essa consiste nell'uccisione degli esseri umani.

Il primo diritto di ogni essere umano e' non essere ucciso.

Il primo dovere di ogni essere umano e di ogni civile istituto e' salvare le vite.

*

Uscire dalla subalternita'

Tutti coloro che dichiarano lecito uccidere mentono per la gola, poiche' nessuno ha diritto a disporre di altra vita che della propria, altrimenti nessuno potrebbe piu' disporre della propria stessa vita giacche' se altri si arrogano il potere di appropriarsene fino a poterne decidere la distruzione essa gli e' stata gia' sottratta. Ergo: chi ritiene lecito uccidere nega la sua stessa vita, abdica alla sua umanita' e si trasforma in ostaggio e merce ed arma in mano altrui.

Uscire dalla menzogna, uscire dalla subalternita'.

*

La nonviolenza e' l'alternativa

Solo abolendo la guerra l'umanita' puo' costituire una societa' civile.

Ma per abolire la guerra occorre abolire altresi' gli eserciti e le armi.

La nonviolenza e' la politica che sola adempie i compiti che edificano una societa' civile rispettosa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

14. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" RICORDA ALFIO PANNEGA A SETTE ANNI DALLA SCOMPARSA

 

A sette anni dalla scomparsa vogliamo ancora una volta attestare la nostra gratitudine ad Alfio Pannega, persona buona e saggia, maestro e compagno di lotte necessarie per i diritti di tutti ed il bene comune.

Resta per noi un esempio e un appello il suo strenuo impegno per la pace, la giustizia sociale, i diritti umani di tutti gli esseri umani, i diritti degli animali non umani e la salvaguardia della biosfera.

Restano per noi una testimonianza e un lascito ineludibili la sua incondizionata generosita', la sua solidarieta' con chiunque avesse bisogno di aiuto, la sua ospitalita' senza riserve.

Dell'antifascismo vivente, della nonviolenza in cammino, dell'umanita' come dovrebbe essere, Alfio Pannega e' stato concreto e nitido esempio lungo l'intero corso della sua vita; chi lo ha conosciuto sa che e' possibile vivere nella verita', ad ogni violenza opponendo un'invincibile resistenza, con ferma coscienza diuturnamente compiendo e suscitando il bene.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

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Numero 252 del 25 luglio 2017

 

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