[Nonviolenza] Archivi. 241



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 241 del 17 marzo 2017

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di gennaio 2017 (parte prima)

2. Al Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati

3. Attivare la legge Bacchelli per Riccardo Orioles

4. Istanbul

5. Il ministro dell'Interno, il ministro dell'inferno

6. Bozza di lettera alle ed ai parlamentari per il diritto di voto a milioni di persone fin qui escluse

7. La spirale

8. Il modo migliore e l'unico efficace per opporsi a tutte le uccisioni

9. Padre Zanotelli a sostegno dell'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutti i residenti in Italia

10. Se le agenzie di stampa riferiscono correttamente i fatti

11. Leggo che in un centro di prima accoglienza

12. L'illustre storica Anna Bravo a sostegno dell'appello "Una persona, un voto"

13. I campi di concentramento, le deportazioni

14. Il grande filosofo della nonviolenza Giuliano Pontara a sostegno dell'appello "Una persona, un voto"

15. Tullio De Mauro

16. Leggendo il messaggio del papa su "La nonviolenza: stile di una politica per la pace"

17. No ai campi di concentramento, no alle deportazioni, no alla banalita' del male

18. Il presidente onorario del Movimento Nonviolento Daniele Lugli esprime sostegno all'appello "Una persona, un voto"

19. Olivier Turquet a sostegno dell'appello "Una persona, un voto"

20. Al freddo e al gelo

21. L'associazione "Respirare" per l'attivazione della legge Bacchelli per l'illustre giornalista antimafia Riccardo Orioles

22. Il presidente onorario dell'Ipri Alberto L'Abate a sostegno dell'appello "Una persona, un voto"

23. Mario Soares

24. Questi fantasmi

25. Anche Francuccio Gesualdi a sostegno dell'appello "Una persona, un voto"

26. Zygmunt Bauman

27. Uomini che bruciano le donne

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2017 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2017.

 

2. AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

Al Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati

Oggetto: che nella nuova legge elettorale sia finalmente accolto il riconoscimento del diritto di voto per milioni di persone che pur non essendo nate in Italia qui effettualmente risiedono, lavorano, pagano le tasse

Egregio Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, on. Andrea Mazziotti di Celso,

con la presente vorrei segnalare a Lei ed alla Commissione da Lei presieduta l'opportunita' - ed anzi, a mio avviso, l'improcrastinabile necessita' - che nella nuova legge elettorale di cui al piu' presto avvierete l'elaborazione sia finalmente accolto il riconoscimento del diritto di voto per milioni di persone che pur non essendo nate in Italia qui effettualmente risiedono, lavorano, pagano le tasse, contribuiscono in decisiva misura a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in altrettanto decisiva misura a impedire il declino demografico del paese, in breve: contribuiscono a tutti gli effetti alla ricchezza e alla coesione sociale del paese, sono a tutti gli effetti parte della popolazione italiana (e con una consistenza di oltre 5 milioni di unita'), eppure sono tuttora prive del diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che anche le loro esistenze riguardano.

Come e' a tutti noto il cardine della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; ed e' palese che tale diritto si puo' e si deve concretamente esercitare ove realmente si vive.

E' altresi' ben noto che nulla osta a che con legge ordinaria si riconosca finalmente a tutti i residenti il diritto di voto per le elezioni amministrative, comunali e regionali (diritto peraltro gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da paese membri dell'Unione Europea); mentre e' invece opinione prevalente che per il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni politiche sarebbe d'uopo una modifica costituzionale.

Il nocciolo della questione e' il seguente: che continuare a negare il primo e indispensabile diritto democratico a milioni di persone che vivono nel nostro paese costituisce una flagrante irrazionalita' e un'altrettanto flagrante iniquita'.

Vogliate pertanto far si' che la nuova legislazione elettorale riconosca il diritto di voto, tanto nelle elezioni amministrative quanto in quelle politiche, a tutte le persone nate altrove che vivono in Italia e sono gia' de facto - ma non ancora pienamente de jure - membri della popolazione italiana, della comunita' italiana, italiani tanto quanto gli autoctoni.

Quale che sia il loro luogo di nascita queste persone sono hic et nunc i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, le persone insieme a cui viviamo quotidianamente, ergo: nostri veri compaesani e concittadini; non possiamo non considerarli nostri pari quanto ai diritti cosi' come quanto ai doveri, nostri eguali dinanzi alla legge. E' evidente che non si puo' continuare a negare il diritto di voto a milioni di persone che vivono nel nostro paese; se nei secondi anni Quaranta del secolo scorso l'Italia fosse stata paese di immigrazione e non di emigrazione, e se in essa fossero stati allora residenti milioni di persone non native, non vi e' alcun dubbio che i costituenti avrebbero riconosciuto loro il diritto di voto: oggi la situazione e' questa, oggi la questione ineludibilmente si pone, oggi si adempia la promessa della democrazia.

Vogliate legiferare l'inveramento del principio democratico erga omnes: una persona, un voto.

RingraziandoLa per l'attenzione, con i migliori auguri di buon lavoro,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 31 dicembre 2016

 

3. ATTIVARE LA LEGGE BACCHELLI PER RICCARDO ORIOLES

 

E' stata avviata, ed ha gia' ottenuto migliaia di adesioni, una petizione al Presidente della Repubblica ed alle altre principali cariche dello stato affinche' sia attivata la legge Bacchelli a favore di Riccardo Orioles.

*

Riccardo Orioles e' da decenni un maestro di giornalismo, compagno di Pippo Fava nell'esperienza de "I siciliani", poi autentico spiritus rector dell'esperienza del settimanale "Avvenimenti", scrittore di classico dettato, ha animato innumerevoli esperienze di giornalismo d'inchiesta, ha avviato all'attivita' giornalistica innumerevoli giovani, ed e' per antonomasia il giornalista impegnato contro i poteri criminali e il regime della corruzione.

Avendo scelto di rinunciare - per generosita' e rigore morale e intellettuale - ad ogni sia pur minimo privilegio nel corso della sua attivita', non ha oggi una pensione adeguata che gli consenta di far fronte alle esigenze dell'eta' ed alle cure mediche richieste dal suo non buono stato di salute.

*

Se vi e' una persona per cui e' giusto attivare la legge Bacchelli che garantisce una pensione decente a chi con la sua attivita' culturale e civile si e' reso illustre ed assai ha beneficato questo paese e l'umanita', Riccardo Orioles e' quella persona.

Ci associamo quindi alla petizione ed invitiamo chi ci legge a fare altrettanto.

 

4. ISTANBUL

 

Il nuovo anno e' cominciato con la strage di Istanbul, che ci ricorda con strazio infinito come l'umanita' deve ancora realizzare il primo progresso della civilta': cessare di uccidere.

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Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. IL MINISTRO DELL'INTERNO, IL MINISTRO DELL'INFERNO

 

Il ministro dell'Interno ha annunciato non l'abolizione dei campi di concentramento, bensi' la creazione di ulteriori campi di concentramento in Italia.

I campi di concentramento.

I campi di concentramento.

I campi di concentramento.

Un crimine contro l'umanita'.

 

6. BOZZA DI LETTERA ALLE ED AI PARLAMENTARI PER IL DIRITTO DI VOTO A MILIONI DI PERSONE FIN QUI ESCLUSE

 

Gentile parlamentare,

poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le sarei assai grato se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.

*

Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

*

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.

Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.

La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.

*

Le sarei assai grato se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.

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Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la saluto augurandole buone feste.

Firma

Luogo e data

Indirizzo del mittente

 

7. LA SPIRALE

 

Dalla spirale della violenza si esce solo dando inizio alla convivenza: cessando di uccidere, salvando le vite, dando soccorso, accoglienza, assistenza a tutte le persone bisognose di aiuto.

Dalla spirale della violenza si esce con la pace, il disarmo, la smilitarizzazione, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge.

Dala spirale della violenza si esce solo scegliendo la nonviolenza, che e' l'etica e la politica dell'umanita'.

 

8. IL MODO MIGLIORE E L'UNICO EFFICACE PER OPPORSI A TUTTE LE UCCISIONI

 

Il terrorismo si contrasta con il rispetto, la difesa e la promozione dei diritti umani, non con i campi di concentramento.

I campi di concentramento sono terrorismo e favoriscono il terrorismo.

La barbarie si contrasta con la democrazia.

La violenza si contrasta con la nonviolenza.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Il modo migliore e l'unico efficace per opporsi a tutte le uccisioni e' riconoscere e garantire a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani.

Una persona, un voto.

 

9. PADRE ZANOTELLI A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO" PER IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO DI VOTO A TUTTI I RESIDENTI IN ITALIA

 

Padre Alex Zanotelli, una delle figure piu' vive dell'impegno di pace e di solidarieta', ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo padre Zanotelli per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, che e' la voce di innumerevoli persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

10. SE LE AGENZIE DI STAMPA RIFERISCONO CORRETTAMENTE I FATTI

 

Se le agenzie di stampa riferiscono correttamente i fatti, in un centro di prima accoglienza per richiedenti asilo una giovane donna si e' sentita male ed e' successivamente deceduta, mentre i soccorsi sono giunti in ritardo; altre persone ospitate in quel centro hanno protestato per il ritardo dei soccorsi che forse potevano salvare quella vita ed hanno cercato di rendere visibile il loro dolore, la loro indignazione, la loro angoscia; degli oggetti sarebbero stati distrutti e incendiati e vi e' stata per ore grande agitazione e confusione.

Ignoro se le cose siano andate esattamente cosi' ed ignoro ovviamente quale possa essere stata la percezione e l'interpretazione degli eventi e quindi le effettuali emozioni - il vissuto -, le configurazioni interiori e le forme espressive del sentire e dell'agire delle persone che si trovavano li'. Ma sono un uomo ormai anziano e so per esperienza quanto grande sia il dolore dinanzi alla morte delle persone che ti sono vicine, e quanto inadeguato il nostro modo di esprimerlo. E penso che le persone che in quel luogo si sono ribellate contro la morte e che probabilmente hanno ritenuto che una persona bisognosa di aiuto non fosse stata tempestivamente soccorsa, ebbene, quelle persone hanno avuto ragione ad esprimere il loro dolore, il loro sgomento, la loro indignazione, anche se le modalita' di espressione possano essere state inadeguate, incongrue e - se effettivamente sconfinate in vandalismo sulle cose (o peggio ancora in intimidazioni alle persone, e mi sembra di capire che cosi' non sia stato) - decisamente inammissibili.

Sono una persona amica della nonviolenza, e mi oppongo a tutte le violenze; ma come diceva padre Balducci nella lotta contro la violenza occorre cominciare col contrastare la prima violenza, quella che provoca le successive ed estinguendo la quale anche le successive svaniscono. Le persone richiedenti asilo devono essere accolte ed assistite in forme dignitose: sono esseri umani, non mandria. Le istituzioni e l'opinione pubblica invece di concentrare tutta l'attenzione su alcuni aspetti particolari della protesta dinanzi alla morte la concentrino innanzitutto sulla verifica dell'evitabilita' di quella morte, la concentrino innanzitutto sulla verifica dell'adeguatezza o meno dell'assistenza dovuta e dei soccorsi richiesti.

Sono abituato a chiedermi: se mi fossi trovato io in quelle circostanze? Ebbene, avrei protestato anch'io: la morte di una persona e' uno scandalo che grida al cielo, la morte di una persona e' uno scandalo dinanzi al quale tacere e' impossibile.

*

Leggo sulle agenzie di stampa anche le solite farneticazioni dei nazisti scatenati che inondano della loro necrofilia tutti i mass-media che giulivi se ne fanno cassa di risonanza e manutengoli; e penso che in un paese civile non si dovrebbe permettere agli emuli del Terzo Reich di predicare, promuovere, organizzare e praticare la commissione di crimini contro l'umanita'. Penso che in un paese civile si dovrebbe voler salvare le vite, non sopprimerle. Penso che in un paese civile il fascismo e' un reato.

*

E constato anche ancora una volta come il razzismo abbia profondamente contagiato non pochi esponenti delle istituzioni, fino ad arrivare allo stupefacente proclama del nuovo ministro dell'Interno (che pure credo non sia ne' uno sprovveduto ne' un insensato ne' un fascista, ma persona solitamente avveduta e certamente perbene e convinto democratico) che nei giorni scorsi ha dichiarato (evidentemente senza rendersi conto di cio' che gli sfuggiva dalla chiostra dei denti) di voler realizzare nuovi campi di concentramento; ed incredibilmente ne' si e' ravveduto successivamente, ne' il Presidente della Repubblica ne' il Presidente del Consiglio dei Ministri sono intervenuti a tacitarlo, e nessuno mi pare ne abbia chiesto le dimissioni cosicche' lo faccio almeno io - che sono poco piu' che un flatus vocis - in queste righe che so bene nessuno o quasi leggera': si dimetta, ministro, e torni alla realta', alla ragionevolezza, all'umanita'.

I campi di concentramento sono un crimine contro l'umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza contrasta la violenza in modo adeguato.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

11. LEGGO CHE IN UN CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA

 

Leggo che in un centro di prima accoglienza

una giovane donna sentitasi male

ha vanamente atteso le giungesse

il soccorso che si chiama e deve essere pronto

e nello strazio e nell'abbandono e' deceduta.

 

Leggo che i suoi compagni di sventura

sono insorti contro la morte e chi non la contrasta.

 

Fossero vivi Mazzini e Garibaldi, Gobetti e Gramsci,

e Basso e Dossetti e Nilde Iotti e Tina Anselmi

e Ferruccio Parri e Sandro Pertini

sarebbero insorti con loro.

 

12. L'ILLUSTRE STORICA ANNA BRAVO A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

L'illustre storica Anna Bravo ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo Anna Bravo per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

13. I CAMPI DI CONCENTRAMENTO, LE DEPORTAZIONI

 

Gioverebbe chiamare le cose con il loro nome: chiamare campi di concentramento i campi di concentramento, chiamare deportazioni le deportazioni, chiamare razzismo il razzismo, chiamare schiavitu' la schiavitu'.

*

Noi ci opponiamo ai campi di concentramento.

Noi ci opponiamo alle deportazioni.

Noi ci opponiamo al razzismo.

Noi ci opponiamo alla schiavitu'.

*

Chi e' favorevole ai campi di concentramento, alle deportazioni, al razzismo, alla schiavitu', e' un criminale.

Perche' campi di concentramento, deportazioni, razzismo, schiavitu', sono crimini contro l'umanita'.

*

Questo occorre fare oggi in Italia: abolire i campi di concentramento, abolire le deportazioni, abolire il razzismo, abolire la schiavitu'.

Riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Riconoscere che vi e' una sola umanita'.

*

Questo occorre fare oggi ovunque nel mondo: salvare le vite; soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Questo occorre fare oggi ovunque nel mondo: abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

*

Questo chiediamo al Parlamento italiano: pace e disarmo; rispetto per la vita; una persona un voto.

*

Vi e' una sola politica adeguata ai bisogni dell'umanita' in questa distretta apocalittica: la politica della nonviolenza.

 

14. IL GRANDE FILOSOFO DELLA NONVIOLENZA GIULIANO PONTARA A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Il grande filosofo della nonviolenza Giuliano Pontara, docente emerito dell'Universita' di Stoccolma, curatore della fondamentale edizione italiana degli scritti di Gandhi (Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973 e successive riedizioni) ed autore di volumi di filosofia morale e politica che sono gia' dei classici, ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo di cuore Giuliano Pontara per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli, della storica Anna Bravo e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

15. TULLIO DE MAURO

 

E' deceduto Tullio De Mauro.

Un maestro.

 

16. LEGGENDO IL MESSAGGIO DEL PAPA SU "LA NONVIOLENZA: STILE DI UNA POLITICA PER LA PACE"

 

Il messaggio di papa Bergoglio per la cinquantesima "Giornata mondiale della pace" del primo gennaio 2017, messaggio che ha per titolo e tema "La nonviolenza: stile di una politica per la pace", costituisce un contributo di grande importanza alla diffusione della nonviolenza, diffusione di cui vi e' enorme necessita' ed urgenza in un mondo caratterizzato da una situazione che piu' volte il papa ha giustamente definito come "guerra mondiale a pezzi".

*

La "guerra mondiale a pezzi"

Scrive infatti anche in questo documento: "Il secolo scorso e' stato devastato da due guerre mondiali micidiali, ha conosciuto la minaccia della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti, mentre oggi purtroppo siamo alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi. Non e' facile sapere se il mondo attualmente sia piu' o meno violento di quanto lo fosse ieri, ne' se i moderni mezzi di comunicazione e la mobilita' che caratterizza la nostra epoca ci rendano piu' consapevoli della violenza o piu' assuefatti ad essa. In ogni caso, questa violenza che si esercita 'a pezzi', in modi e a livelli diversi, provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalita' e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell'ambiente".

E denuncia con fermezza che tutto quello che si ottiene con la violenza e' "di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi 'signori della guerra'".

Concludendo la sua analisi della situazione presente con queste energiche parole: "La violenza non e' la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiche' grandi quantita' di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficolta', degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, puo' portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti".

Questo messaggio per la Giornata mondiale della pace centrato sulla proposta della nonviolenza e' pienamente coerente con l'impegno dispiegato da Bergoglio fin dall'inizio del suo pontificato contro la guerra e tutte le uccisioni, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani cosi' come in difesa dell'intero mondo vivente. La nonviolenza e' il cuore della sua proposta all'umanita', e la nitida prova della sua appassionata fedelta' all'insegnamento del figlio di Maria.

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Scegliere la nonviolenza

In primo luogo e' gia' di enorme importanza che il papa abbia dedicato il messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2017 alla nonviolenza.

Ed il fatto stesso di usare la grafia "nonviolenza" dissipa ogni equivoco su cio' di cui stiamo parlando: la nonviolenza non e' il mero astenersi dalla violenza, bensi' la lotta la piu' nitida e intransigente contro tutte le violenze, la lotta piu' concreta e coerente, la lotta che della violenza tutto rifiuta e respinge e contrasta e che quindi in nessun modo la violenza riproduce o alimenta. La nonviolenza, per usare la formula di King, e' la "forza dell'amore"; e per usare la formula di Schweitzer e' il "rispetto per la vita"; e' la nonviolenza specificamente gandhiana: ahimsa e satyagraha, ovvero opposizione integrale alla violenza e adesione alla verita' che riconosce e salva e protegge e risana.

Ancora pochi mesi fa molte persone amiche della nonviolenza dovevano impegnarsi qui in Italia in un appello pubblico affinche' anche in sedi autorevoli e fin normative nel campo della lingua - specificamente lessicografiche e piu' in generale accademiche ed editoriali - si dismettesse l'equivoca formulazione "non violenza" e si adottasse la giusta grafia - ovvero l'adeguata concettualizzazione - su cui insisteva Aldo Capitini: "nonviolenza", appunto, scritto tutto attaccato, come unica parola, per metterne in rilievo la positiva consistenza e reale primazia.

E lo stesso papa Francesco chiarisce in un sapido passo di questo forte messaggio che "la nonviolenza e' talvolta intesa nel senso di resa, disimpegno e passivita', ma in realta' non e' cosi'". Molto ben detto: quante volte tutte le persone amiche della nonviolenza hanno dovuto smentire il mendace stereotipo che i violenti e gli arresi pretendono di spacciare per nonviolenza, uno stereotipo ovviamente del tutto falso, che la nonviolenza pretende ridurre a pusillanimita' - ovvero al suo esatto opposto -; la nonviolenza e' il contrario della vilta', e' il contrario della rassegnazione, e' il contrario della subalternita' e della fuga: la nonviolenza e' la lotta contro la violenza, la lotta che salva le vite, la lotta che sostiene e libera, la lotta che unisce nella condivisione e nella convivenza.

Come e' stato tante volte scritto su questo foglio, "La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza. Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, 'vittoria al mondo'; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: 'potere al popolo'); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere. Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo. Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire). Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi. Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto".

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La scelta della nonviolenza come compito non piu' eludibile

In secondo luogo e' di enorme importanza il fatto che il papa indichi la scelta della nonviolenza come compito non piu' eludibile da parte di ogni persona di volonta' buona in ogni ambito dell'umana esperienza.

Scrive Bergoglio: "soprattutto nelle situazioni di conflitto... facciamo della nonviolenza attiva il nostro stile di vita".

E ancora: "Che siano la carita' e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali".

E ancora: "Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell'ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme".

E decisivamente: "Essere veri discepoli di Gesu' oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza". E' una espressione, e un'indicazione, inequivocabile: il papa chiama tutti i cristiani - e non solo i cristiani - alla scelta della nonviolenza.

E poco oltre scrive: "Gesu' stesso ci offre un 'manuale' di questa strategia di costruzione della pace ["La costruzione della pace mediante la nonviolenza attiva"] nel cosiddetto Discorso della montagna. Le otto Beatitudini (cfr Mt 5, 3-10) tracciano il profilo della persona che possiamo definire beata, buona e autentica".

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Uomini e donne che lottano contro la violenza scegliendo la nonviolenza

Scrive il papa: "La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. I successi ottenuti dal Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell'India, e da Martin Luther King Jr contro la discriminazione razziale non saranno mai dimenticati. Le donne, in particolare, sono spesso leader di nonviolenza, come, ad esempio, Leymah Gbowee e migliaia di donne liberiane, che hanno organizzato incontri di preghiera e protesta nonviolenta (pray-ins) ottenendo negoziati di alto livello per la conclusione della seconda guerra civile in Liberia".

E' di straordinario significato che dopo aver ampiamente citato Madre Teresa di Calcutta riportandone le parole e ricordando ancora una volta come ella si sia "chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignita' che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perche' riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini - dinanzi ai crimini! - della poverta' creata da loro stessi", il papa indicando alcuni altri uomini e donne che hanno lottato contro la violenza scegliendo la nonviolenza ricordi non solo riferimenti a tutti noti, come Mohandas Gandhi e Martin Luther King, ma anche Abdul Gaffar Khan, il grande nonviolento musulmano, e "Leymah Gbowee e migliaia di donne liberiane", e soprattutto che scriva che "le donne, in particolare, sono spesso leader di nonviolenza". E' anche la nostra opinione: la lotta dei movimenti delle donne e' la corrente calda e l'esperienza storica decisiva di cio' che su questo foglio viene chiamato "nonviolenza in cammino" e che il papa nel suo messaggio chiama "nonviolenza attiva", ovvero la nonviolenza tout court se intesa nella sua verita' e pienezza, poiche' la nonviolenza e' in se stessa attiva, la nonviolenza e' sempre in cammino: una nonviolenza statica o passiva non esiste.

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"Tutto nel mondo e' intimamente connesso"

Scrive ancora Bergoglio: "La nonviolenza attiva e' un modo per mostrare che davvero l'unita' e' piu' potente e piu' feconda del conflitto. Tutto nel mondo e' intimamente connesso. Certo, puo' accadere che le differenze generino attriti: affrontiamoli in maniera costruttiva e nonviolenta, cosi' che le tensioni e gli opposti possano raggiungere una pluriforme unita' che genera nuova vita, conservando le preziose potenzialita' delle polarita' in contrasto".

Questa visione dialogica e dialettica, olistica e plurale, relazionale e comunicativa, empatica e aperta, e' di straordinaria efficacia e coglie il cuore stesso della nonviolenza come teoria e come pratica. Il mio orecchio vi avverte consonanze profonde con le meditazioni e le testimonianze di Martin Buber e di Emmanuel Levinas, di Simone Weil e di Hannah Arendt, di Ernst Bloch e di Paul Ricoeur, di Juergen Moltmann e di Gustavo Gutierrez, di Ernesto Balducci e di David Maria Turoldo, di Edith Stein e di Etty Hillesum, di Virginia Woolf e di Maria Zambrano, di Rosa Luxemburg e di Laura Conti, e di Aldo Capitini e di Danilo Dolci, di Gregory Bateson e di Franca Ongaro Basaglia, di Adrienne Rich e di Wangari Maathai, e decisivamente delle culture e delle pratiche femministe, e tra le persone viventi di Luce Irigaray e di Vandana Shiva.

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Un impegno: abbracciare la nonviolenza

Il messaggio si conclude con un impegno nitido: "Assicuro che la Chiesa Cattolica accompagnera' ogni tentativo di costruzione della pace anche attraverso la nonviolenza attiva e creativa".

Da tutto il documento emerge come la nonviolenza sia abbracciata in modo esplicito e senza riserve; ed a conferma di questa scelta si leggano le parole di netta condanna delle armi e di ogni violenza.

Ad esempio il passo che abbiamo gia' citato sopra: "La violenza non e' la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiche' grandi quantita' di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficolta', degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, puo' portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti".

Ma anche questa appassionata esortazione: "rivolgo un appello in favore del disarmo, nonche' della proibizione e dell'abolizione delle armi nucleari: la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca assicurata non possono fondare questo tipo di etica. Con uguale urgenza supplico che si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini".

Qui con grande efficacia l'impegno per il disarmo e' unito all'impegno contro la violenza di genere e sui bambini. Si respira in questo documento la stessa convinzione che su questo foglio sovente si ripropone: ovvero che il nostro impegno debba essere allo stesso tempo contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la difesa dei diritti umani e la difesa della biosfera; per salvare le vite abolendo le guerre, gli eserciti e le armi; per salvare le vite soccorrendo, accogliendo e assistendo ogni persona bisognosa di aiuto. Ogni vittima ha il volto di Abele.

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Dalla "Pacem in Terris" a noi

E ancora e' di grande efficacia in questo documento il riferimento all'Angelus del 18 febbraio 2007 di Ratzinger: "Essa [la nonviolenza] - come ha affermato il mio predecessore Benedetto XVI - e' realistica, perche' tiene conto che nel mondo c'e' troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si puo' superare questa situazione se non contrapponendo un di piu' di amore, un di piu' di bonta'. Questo di piu' viene da Dio. Ed egli [Benedetto XVI] aggiungeva con grande forza: La nonviolenza per i cristiani non e' un mero comportamento tattico, bensi' un modo di essere della persona, l'atteggiamento di chi e' cosi' convinto dell'amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell'amore e della verita'. L'amore del nemico costituisce il nucleo della rivoluzione cristiana. Giustamente il vangelo dell'amate i vostri nemici (cfr Lc 6, 27) viene considerato la magna charta della nonviolenza cristiana: esso non consiste nell'arrendersi al male [...] ma nel rispondere al male con il bene (cfr Rm 12, 17-21), spezzando in tal modo la catena dell'ingiustizia".

Cosi' come sono cospicui i riferimenti a Giovanni XXIII ed alla sua "Pacem in Terris", a Paolo VI, a Giovanni Paolo II.

Riferimenti che confermano la coerenza e la saldezza della scelta della nonviolenza non solo alla luce del fondamento stesso della religione cristiana, ma anche alla luce dei segni dei tempi e delle espressioni del magistero puntualmente rievocate.

La rottura - e verrebbe da dire: la rottura epistemologica - avviata con la "Pacem in Terris" trova nella testimonianza e nella predicazione di Bergoglio un coerente svolgimento, e questo svolgimento e' anche un ritorno al messaggio originario dell'uomo che si oppose a tutte le uccisioni, a tutte le violenze.

*

Per non concludere

E' ovvio che questo documento pontificio di poche pagine non e' e non poteva essere un trattato teorico esaustivo sulla nonviolenza.

Per questo ci sono i lavori di Giuliano Pontara, di Enrico Peyretti, di Alberto L'Abate, di Anna Bravo, e degli indimenticabili Nanni Salio, di Fulvio Cesare Manara, che ci hanno lasciato nei mesi scorsi, e la testimonianza di pensiero e di azione di Pietro Pinna, che anch'egli ci ha lasciato mesi fa. E le ricerche, gli studi, le esperienze, gli "esperimenti con la verita'" di innumerevoli altre ed altri maestri e compagni, viventi o scomparsi ma tutti vivi e presenti nella capitiniana compresenza. Da Lorenzo Milani a Simone de Beauvoir, da Andre' Chouraqui a Germaine Tillion, da Milena Jesenska' a Lelio Basso, da Margarete Buber Neumann a Varlam Salamov, da Franco Basaglia a Bianca Guidetti Serra, da Giulio Girardi a Luce Fabbri.

Ed e' ovvio che, come spesso e' stato ripetuto su questo foglio, della nonviolenza possono darsi molte diverse definizioni, poiche' - cito da uno dei tanti editoriali di analogo contenuto - "esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'".

Ed e' altrettanto ovvio che le sottolineature proposte da questo messaggio si pongono in relazione di reciproco arricchimento e per cosi' dire di verifica critica e di effettuale cooperazione con le sottolineature da altre persone proposte, e ad esempio qui ne citiamo un'altra piu' volte apparsa anch'essa su questo medesimo foglio: "1. La nonviolenza e' l'opposizione alla violenza, ovvero 'ahimsa' e 'satyagraha' (i due termini gandhiani che il termine italiano 'nonviolenza' coniato da Aldo Capitini traduce e unifica): nonviolenza significa opposizione alla violenza, forza della verita', amore attivo, rispetto per la vita, armonia, ricomposizione, scelta di contrastare il male facendo il bene; 2. La nonviolenza e' complessa  e pluridimensionale, un insieme di insiemi: a) un insieme di criteri assiologici (esemplificando con l'esempio per cui 'tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che tra il seme e la pianta': fini buoni non possono essere ottenuti usando mezzi malvagi); b) un insieme di strumenti ermeneutici (esemplificando con l'analisi sociologica del potere che si regge sempre su due pilastri: la forza e il consenso; cosicche' si puo' contrastare ogni potere ingiusto iniziando col negargli il consenso); c) un insieme di tecniche deliberative (esemplificando con il 'metodo del consenso', che prevede il diritto di veto da parte di ogni singola persona partecipante al processo decisionale, cosicche' si prendono solo le decisioni su cui vi e' l'accordo persuaso di tutte le persone; tutte garantendo del rispetto della loro dignita', e tutte impegnando a costruire insieme la volonta' comune); d) un insieme di tecniche operative (esemplificando con lo sciopero, il digiuno ed altre forme ancora); e) una metodologia di trasformazione positiva delle relazioni - interpersonali, sociali, politiche -; f) una progetto-processo di cambiamento sociale e culturale orientato all'affermazione dell'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani, al reciproco aiuto, alla condivisione dei beni, alla responsabilita' comune per gli altri esseri umani e per l'intero mondo vivente".

Ma il punto che qui ci premeva sottolineare e' che in questi tempi di morte e dolore e paura e vergogna questo prezioso testo di papa Francesco e' una vera boccata d'ossigeno, un sorso di limpida acqua - e chiara, e fresca, e dolce -, un dono nutriente, e sara' seme di ulteriori frutti, soprattutto se sapremo adeguatamente valorizzarlo.

Sia quindi consentito a un vecchio militante del movimento operaio ed amico della nonviolenza, materialista leopardiano e marxista, ringraziare il papa venuto dalla fine del mondo per questo messaggio, per questa testimonianza, per il suo contributo alla lotta comune per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

La nonviolenza e' in cammino.

 

17. NO AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO, NO ALLE DEPORTAZIONI, NO ALLA BANALITA' DEL MALE

 

No ai campi di concentramento.

No alle deportazioni.

No alla banalita' del male.

*

Ripetiamolo.

No ai campi di concentramento.

No alle deportazioni.

No alla banalita' del male.

*

Ripetiamolo ancora.

No ai campi di concentramento.

No alle deportazioni.

No alla banalita' del male.

 

18. IL PRESIDENTE ONORARIO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO DANIELE LUGLI ESPRIME SOSTEGNO ALL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Il presidente onorario del Movimento Nonviolento, Daniele Lugli, gia' collaboratore di Aldo Capitini, autorevole ed integerrimo dirigente di vari enti pubblici e Difensore civico della Regione Emilia-Romagna, ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo di cuore Daniele Lugli per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli, della storica Anna Bravo, del filosofo Giuliano Pontara e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

19. OLIVIER TURQUET A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Anche Olivier Turquet (una delle piu' vive e acute voci creative e nonviolente del movimento giovanile degli anni '70, ma anche educatore, giornalista, scrittore, editore, artista e sperimentatore di plurimi linguaggi, ed alcuni anni fa tra i principali promotori della "Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza") ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo di cuore Olivier Turquet per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli, della storica Anna Bravo, del filosofo Giuliano Pontara, del presidente onorario del Movimento Nonviolento Daniele Lugli e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

20. AL FREDDO E AL GELO

 

Questo scandalo degli scandali: le persone che muoiono di freddo.

Nel nostro paese scintillante di luminarie, di enormi negozi che sembrano il paese di bengodi, di divertimentifici che non chiudono mai, di sperperi sardanapaleschi.

E le persone che muoiono di freddo. Questo scandalo degli scandali.

*

Non e' forse salvare le vite il primo dovere?

Non e' forse il diritto alla vita il primo diritto?

E non sono forse gli esseri umani animali sociali?

E societa' non significa appunto aiuto reciproco?

*

Se restano chiuse le porte, se restano chiusi i cuori, si estingue l'umanita'.

 

21. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" PER L'ATTIVAZIONE DELLA LEGGE BACCHELLI PER L'ILLUSTRE GIORNALISTA ANTIMAFIA RICCARDO ORIOLES

 

L'associazione "Respirare" aderisce alla proposta che sia attivata la legge Bacchelli per il giornalista antimafia Riccardo Orioles, uno dei maestri autentici e profondi dell'impegno civile che mira alla liberazione di ogni essere umano e di quella fondamentale virtu' che gli antichi chiamavano parresia.

*

Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, le organizzazioni della societa' civile, le istituzioni democratiche ad aderire alla proposta e quindi a comunicare il proprio sostegno ad essa:

- al Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it (riceve anche da caselle di posta elettronica non certificate) - e' infatti il Presidente del Consiglio dei Ministri il soggetto istituzionale preposto all'attivazione della legge Bacchelli;

- e per opportuna conoscenza a Domenico Stimolo (uno dei giornalisti piu' impegnati nella promozione dell'iniziativa): dostimolo at tiscali.it

Si puo' aderire anche sottoscrivendo la petizione che si trova nel sito www.change.org

 

22. IL PRESIDENTE ONORARIO DELL'IPRI ALBERTO L'ABATE A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Anche Alberto L'Abate, una delle figure piu' prestigiose della nonviolenza e degli studi per la pace a livello internazionale, presidente onorario dell'Ipri (Italian Peace Research Institute), docente emerito dell'Universita' di Firenze, autore di fondamentali pubblicazioni, ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo di cuore Alberto L'Abate per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli, della storica Anna Bravo, del filosofo Giuliano Pontara, del presidente onorario del Movimento Nonviolento Daniele Lugli, dell'educatore ed editore Olivier Turquet e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

23. MARIO SOARES

 

E' deceduto Mario Soares, antifascista.

Fu a capo del governo e poi presidente della repubblica nel Portogallo democratico.

Nel ricordarlo ricordiamo ancora con la medesima commozione di allora la rivoluzione dei garofani.

 

24. QUESTI FANTASMI

 

Il ministro dell'interno che propone piu' campi di concentramento.

La ministra della difesa che propone di inchiodare chi fugge da guerre, fame e persecuzioni sul bagnasciuga della quarta sponda.

Questi fantasmi.

 

25. ANCHE FRANCUCCIO GESUALDI A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Anche Francuccio Gesualdi, gia' allievo di don Lorenzo Milani, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", una delle figure piu' autorevoli del movimento per la pace, la giustizia e la salvaguardia della biosfera, ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo di cuore Francuccio Gesualdi per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli, della storica Anna Bravo, del filosofo Giuliano Pontara, del presidente onorario del Movimento Nonviolento Daniele Lugli, dell'educatore ed editore Olivier Turquet, del  presidente onorario dell'Ipri Alberto L'Abate e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

 

26. ZYGMUNT BAUMAN

 

E' deceduto Zygmunt Bauman.

Un maestro e un compagno.

 

27. UOMINI CHE BRUCIANO LE DONNE

 

Uomini bruciano le donne

ci vuole un po' di ordine nel mondo

Babbo Natale entra in discoteca

brandendo il kalashnikov

il Tir diventa schiacciacorpi

nel mezzo della festa

all'aeroporto il soldatino estrae la rivoltella

ed ogni colpo un centro

e macinano i bombardieri

le antiche citta' e chi vi abita

la morte non ama il chiasso

la morte non ama il disordine

la morte non ama la folla

la morte ama il silenzio dei cadaveri.

 

Uomini bruciano le donne

per fare un po' di luce e riscaldarsi

dalla televisione giovani vampiri

ammiccano ed arruolano

in ogni androne le camicie brune

fanno collane di filo spinato

nascono infanti che all'osso del tallone

hanno saldato uno sperone di ferro

la scuola del signore delle mosche

trionfa a mani basse in tutti i campionati

di quelli che erano esseri umani

restano scorze di vetro senza midolla

piovono sassi che quando si spaccano

ne escono draghi.

 

Uomini bruciano le donne

e cantano canzoni sorde e allegre

prima a cazzotti chiudono quegli occhi

rompono i denti nella bocca che parlava

pronta la tanica e l'accendino

e mentre frigge e grida la carne

ancora un selfie col telefonino

ed un profondo profondo sospiro

suggella il lavoro ben fatto

cosi' si sa chi comanda

cosi' s'impara la lezione

poi verso la selva a perdifiato

con la roncola e la carabina

sgozzato il cane fedele

bevuto caldo il suo sangue.

 

Uomini bruciano le donne

ti guardano stupiti tu non sia

solidale con loro.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 241 del 17 marzo 2017

 

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