[Nonviolenza] Archivi. 239
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- Date: Wed, 15 Mar 2017 19:04:56 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 239 del 15 marzo 2017
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2016 (parte prima)
2. Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe
3. "Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'". Un incontro di riflessione con Olindo Cicchetti a Viterbo
4. Claudio Pavone
5. Vittorio Sermonti
6. No
7. Un apologo onirico, con un "argumentum popperianum" in coda
8. E' scomparsa Maria Edoarda Trillo'
9. Da un incontro di studio della riforma costituzionale emerge la necessita' di votare No al referendum
10. Le tre decisive ragioni per cui votare No alla proposta di massacrare la Costituzione della Repubblica italiana
11. "Con la forza della verita'". Conclusa venerdi' sera la campagna referendaria per il No della struttura nonviolenta viterbese
12. Il giorno del No
13. Una storiella orientale
14. Il sollievo, la gioia
15. Il popolo italiano ha difeso la sua Costituzione antifascista
16. Noi barbieri occamisti. Meno di un discorsetto del giorno dopo
17. "Dopo il referendum che ha difeso la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista". Un incontro di riflessione a Viterbo
18. Un incontro di studio a Viterbo in memoria di Nelson Mandela
19. Continua la strage nel Mediterraneo, continua la violenza razzista in Italia
20. "Una persona, un voto". Subito una legge per il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti in Italia
21. Nella Giornata dei diritti umani un appello al Parlamento per il riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone oggi vittime di razzismo
22. Senza diritto di voto non c'e' democrazia
23. Alla societa' civile un appello: "Una persona, un voto"
24. L'associazione "Respirare" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2016 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2016.
2. UN APPELLO NONVIOLENTO PER Il 4 DICEMBRE: UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
*
Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.
Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.
Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.
*
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
3. "IL RAZZISMO E' UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON OLINDO CICCHETTI A VITERBO
Si e' svolto la sera di mercoledi' 30 novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'".
All'incontro ha preso parte Olindo Cicchetti, storico protagonista nel viterbese delle lotte per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
Nel corso dell'incontro sono state esaminate situazioni concrete di sofferenza e oppressione, ed e' stato confermato il dovere di rispettare la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano; il dovere di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; il dovere di lottare contro ogni ingiustizia, contro ogni oppressione, contro ogni menzogna.
Sono stati anche riproposti ed argomentati due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Particolare attenzione e' stata dedicata alla situazione viterbese.
Nel corso dell'incontro si e' fatto riferimento anche alle testimonianze e alle riflessioni di Hannah Arendt, di Martin Luther King, di Primo Levi, di Wangari Maathai, di Nelson Mandela; e si e' ribadita la necessita' di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni, alla violenza del modo di produzione fondato sulla massimizzazione del profitto che schiavizza e riduce a scarti gli esseri umani e devasta e distrugge irreversibilmente la biosfera.
Le persone partecipanti hanno altresi' confermato l'impegno per il No al referendum del 4 dicembre; un No allo stravolgimento della Costituzione repubblicana, democratica e antifascista; un No alla barbarie.
All'incontro hanno preso parte anche Luca Paolocci, dell'Usb, e Peppe Sini.
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Una breve notizia su Olindo Cicchetti
Olindo Cicchetti e' nell'alto Lazio una delle figure di riferimento dell'impegno per la pace, per l'ambiente, per i diritti dei lavoratori, contro il regime della corruzione, contro le istituzioni totali e l'emarginazione sociale, contro il razzismo, nella solidarieta' internazionale: praticamente non c'e' stata lotta per i diritti e la dignita' umana nel viterbese negli ultimi quarant'anni in cui Olindo Cicchetti non fosse presente come uno dei principali animatori. E' stato anche apprezzato consigliere comunale e tra i principali collaboratori di due rilevanti esperienze locali di giornalismo d'inchiesta e di denuncia ("Sotto voce" ed "Alternativa vetrallese"); e' impegnato nel sindacalismo di base e nei movimenti in difesa dei beni comuni, e partecipa di rilevanti esperienze teatrali, di "narratore di comunita'", di ricerca storica e folklorica, coniugando impegno culturale, morale e civile.
4. CLAUDIO PAVONE
E' deceduto Claudio Pavone, partigiano e storico.
Scrisse un libro, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza, che tutti dovrebbero leggere e meditare.
5. VITTORIO SERMONTI
E' deceduto Vittorio Sermonti, scrittore e regista; amo' e illustro' il capolavoro di Dante.
6. NO
Il 4 dicembre votiamo No allo stravolgimento della Costituzione repubblicana, democratica, antifascista.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Votiamo No per difendere le liberta' di tutte e tutti, senza odio, senza violenza, senza paura.
7. UN APOLOGO ONIRICO, CON UN "ARGUMENTUM POPPERIANUM" IN CODA
Dalle nebbie quel signore mi venne incontro (coi suoi quaranta amici, e il suo gatto e la sua volpe) e mi disse: "Vogliamo darti tutto questo: oro, argento e mirra, e sesamo, e zecchini, e pietre e pani e pinnacoli e la facolta' di volare, e potere su terre, e il piacere e la morte. Vogliamo darti tutto questo, e tu accetta il nostro dono. Vogliamo darti tutto questo, e tu di' solo che ci adorerai. Vogliamo darti tutto questo, e per averlo a te basta dire un si', un piccolo si'".
Nella riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni non ci sono ne' oro ne' sesamo, ne' pani ne' gioie, ma solo abolizione dei diritti, cancellazione della sovranita' popolare, annichilimento della legge che si oppone alla violenza dei potenti, riduzione in servitu'.
A questa violenza il 4 dicembre noi votiamo No.
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Ma anche ci fossero doni illimitati basterebbe che ci fosse un solo inammissibile male e tutti quei doni sarebbero nulla.
Per esprimere contrarieta' a un insieme di proposte unite in un unico "prendere o lasciare" e' sufficiente che anche una sola di quelle proposte sia del tutto inaccettabile. Cosi' come per smentire una teoria scientifica basta una sola prova contraria anche se ne ve sono cento a favore.
Lo chiameremo: argumentum popperianum. Ed e' gia' sufficiente per votare No il 4 dicembre alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni che vogliono privarci della nostra sovranita', della nostra dignita', dei nostri diritti.
Il 4 dicembre noi votiamo No.
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Difendiamo la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista.
Il 4 dicembre noi votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
8. E' SCOMPARSA MARIA EDOARDA TRILLO'
E' deceduta Maria Edoarda Trillo'.
Di seguito un ricordo scritto da Stefano Toppi della comunita' di base di San Paolo di Roma.
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Carissime e carissimi,
forse non a tutti e' arrivata la notizia della improvvisa scomparsa della nostra amica della comunita' Maria Edoarda Trillo'.
Era una pediatra, che aveva fatto in gioventu' tre anni di volontariato nel Nicaragua sandinista. Una decina di anni fa vi aveva accompagnato alcune ragazze e ragazzi delle cdb in un viaggio di conoscenza. Era molto stimata nelle associazioni professionali e in quelle per l'assistenza medica a immigrati e nomadi di Roma.
Una morte improvvisa ce l'ha portata via a soli 65 anni.
Nella nostra comunita' e' stata grande l'emozione e il dolore.
Voglio condividere con voi il testo della celebrazione con la quale la abbiamo salutata [nel sito www.cdbitalia.it].
Un carissimo saluto,
Stefano
CdB San Paolo (Roma)
9. DA UN INCONTRO DI STUDIO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE EMERGE LA NECESSITA' DI VOTARE NO AL REFERENDUM
Si e' svolto la sera di giovedi' primo dicembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un nuovo incontro di studio della riforma costituzionale e delle sue disastrose conseguenze.
Dall'incontro e' emersa una volta di piu' la necessita' di votare No al referendum del 4 dicembre, per difendere la Costituzione della Repubblica italiana da insensati e catastrofici stravolgimenti.
10. LE TRE DECISIVE RAGIONI PER CUI VOTARE NO ALLA PROPOSTA DI MASSACRARE LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
La mattina di venerdi' 2 dicembre a Porta Fiorentina, a Viterbo, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle tre decisive ragioni per cui votare No alla proposta di massacrare la Costituzione della Repubblica italiana.
Di seguito una sintesi degli argomenti svolti.
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Hic et nunc
Provo a dire ancora una volta nel modo piu' semplice e breve su cosa si vota il 4 dicembre, e mi sembra sia su tre cose essenziali.
1. Se consentire che la Costituzione della Repubblica italiana sia massacrata dalla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni, riforma che ne stravolge non solo 47 articoli su 139, ma l'intera struttura, gli stessi principi fondamentali e i valori supremi.
Noi diciamo No a chi vuole massacrare la Costituzione della Repubblica italiana.
2. Se consentire che la democrazia, ovvero la sovranita' popolare, sia massacrata dalla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni, riforma che nega al popolo il diritto di voto per meta' del parlamento e per l'altra meta' (attraverso l'Italicum) consegna la maggioranza assoluta dei seggi a una "minoranza organizzata" violando il principio di rappresentanza proporzionale.
Noi diciamo No a chi vuole massacrare la democrazia ed imporre un regime oligarchico.
3. Se consentire che lo stato di diritto, fondato sulla separazione e il controllo dei poteri, sia massacrato dalla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni, riforma che trasferisce di fatto al governo espressione di una "minoranza organizzata" ingenti e cruciali poteri sottratti ad altri organi dello stato e prefigura un regime in cui un solo potere (ed espressione di un solo partito) effettualmente ne schiaccia e fagocita ogni altro.
Noi diciamo No a chi vuole massacrare lo stato di diritto ed imporre un regime autocratico.
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Le parole e le cose
Su questo si vota: se acconsentire allo stravolgimento della Costituzione oppure no.
Il resto e' propaganda e turpiloquio, ed ignobile tentativo di spostare l'attenzione da cio' che e' decisivo a cio' che e' accessorio, da cio' che e' certo a cio' che e' aleatorio, da cio' che e' rocciosa realta' a cio' che e' fumosa chiacchiera.
Non si vota sul presente o sul prossimo governo, si vota se acconsentire allo stravolgimento della Costituzione oppure no.
Non si vota sul gradimento di questo o quel leader o partito, si vota se acconsentire allo stravolgimento della Costituzione oppure no.
Non si vota sull'abilita' affabulatrice di questo o quel pifferaio di Hamelin, si vota se acconsentire allo stravolgimento della Costituzione oppure no.
Non si vota sulle fantasmagoriche promesse dell'Eldorado propalate da tizio o da caio, si vota se acconsentire allo stravolgimento della Costituzione oppure no.
Noi votiamo No allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.
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La lettera rubata
Il 4 dicembre sulla scheda si trovera' scritto il titolo del testo della riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni, ma in quel titolo si occulta l'essenziale ed esso e' quindi non solo reticente, ma ingannevole e fraudolento: non dichiara che si stravolge un terzo degli articoli della Carta e con essi il senso e il fine dell'intera Costituzione; non dichiara che si viola la sovranita' popolare; non dichiara che s'infrange la separazione e l'equilibrio dei poteri dello stato; non dichiara che alla democrazia sostituisce l'oligarchia.
Noi votiamo No a chi vuole ingannarci e defraudarci, a chi vuole occultamente imporci un golpe.
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La motivazione reale della riforma golpista
La motivazione reale della riforma golpista e' che la Costituzione della Repubblica italiana e' considerata un ostacolo dai magnati del capitale finanziario globalizzato (di cui il governo italiano non e' neppure il tradizionale comitato d'affari, ma solo il servizievole valletto) che vogliono imporre il loro totale, totalitario potere.
Noi votiamo No alla dittatura planetaria di un potere che schiavizza l'umanita' e distrugge la biosfera.
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Explicit
Alla scuola di Lucrezio abbiamo appreso che solo la verita' libera, e la menzogna rende schiavi.
Alla scuola di Hillel abbiamo appreso che cio' che conta e' non fare agli altri cio' che non vorresti fosse fatto a te.
Alla scuola di Montesquieu abbiamo appreso che occorre la divisione e il controllo dei poteri se non vogliamo che il Leviatano ci divori.
Alla scuola di Rosa Luxemburg abbiamo appreso che la liberta' e' sempre la liberta' di chi la pensa diversamente da te, e che tu devi opporti alla barbarie, alla guerra e alla dittatura del capitale.
Alla scuola di Virginia Woolf abbiamo appreso che ogni ordine gerarchico e' oppressivo e disumanizzante.
Alla scuola di Simone Weil abbiamo appreso che ogni dominazione produce barbarie e schiavitu'.
Alla scuola di Hannah Arendt abbiamo appreso la banalita' del male e il dovere di pensare.
Vogliamo essere persone libere e solidali.
La Costituzione repubblicana e' fondamento del nostro ordinamento giuridico, difesa delle nostre liberta', garanzia dei nostri diritti, programma di una societa' giusta ancora da realizzare.
La Costituzione repubblicana e' un bene comune che dobbiamo difendere e un appello che dobbiamo inverare.
Al referendum votiamo No.
No allo stravolgimento della Costituzione repubblicana.
No al golpe. No al fascismo. No alla barbarie.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
11. "CON LA FORZA DELLA VERITA'". CONCLUSA VENERDI' SERA LA CAMPAGNA REFERENDARIA PER IL NO DELLA STRUTTURA NONVIOLENTA VITERBESE
Si e' conclusa la sera di venerdi' 2 dicembre la campagna d'informazione, documentazione e coscientizzazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo per il No al referendum del 4 dicembre.
Concludendo l'ultimo incontro a Viterbo poco prima della mezzanotte il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha riassunto ancora una volta le ragioni per cui occorre votare No al folle e scellerato tentativo di stravolgere la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista.
Di seguito un telegrafico riassunto del ragionamento svolto.
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Un invito
Questa domenica si vota, e temo che per molte persone sia ancora poco chiaro su cosa si vota.
Cosicche' innanzitutto formulo un invito.
La campagna referendaria si conclude questa sera, ma domani e domenica ogni persona di volonta' buona puo' ancora fare due chiacchiere con amici e parenti, e poiche' il referendum potrebbe anche essere deciso da una manciata di voti, vorrei esortare ogni persona che vuole difendere la Costituzione repubblicana a continuare ad impegnarsi anche domani e dopodomani per invitare parenti e amici ad opporsi allo stravolgimento della nostra legge fondamentale.
E se mi permettete di essere pratico, suggerisco che ognuno di noi si scriva un elenco di amici e parenti e poi uno per uno li chiami al telefono e ci parli, con la sollecitudine che deve esservi nei rapporti tra persone amiche, con la sollecitudine che deve esservi nell'impegno per il bene comune: argomentando senza presunzione, ma anche senza timidezza. Facciamo circolare il messaggio e cerchiamo di raggiungere e persuadere all'impegno altre brave persone che forse ancora sono indecise o ignare.
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Un messaggio nella bottiglia
Ed a mio modesto parere il messaggio da comunicare deve essere semplice e chiaro: se prevale il Si' alla riforma anticostituzionale accadono tre fatti la cui gravita' e' impossibile sottovalutare: primo, che la Costituzione repubblicana verra' stravolta; secondo, che la sovranita' popolare verra' sopraffatta; terzo, che alla separazione dei poteri (che e' il perno dello stato di diritto) verra' inferta una profonda ferita; in una parola: da una democrazia, per quanto limitata e imperfetta, si passera' a un'oligarchia, ovvero a un regime in cui una ristretta minoranza imporra' il suo arbitrio e la sua violenza sull'intera popolazione senza che vi siano strumenti istituzionali adeguati per contrastare quell'arbitrio e quella violenza. In altre parole: da un paese fondato sul rispetto delle leggi (che quando sono buone leggi sono la difesa del debole dagli abusi del forte) si precipita in un regime in cui prevale la brutalita' dei rapporti di forza, la sostanziale anomia, la corruzione che tutto contagia: dal costituzionalismo si regredisce all'assolutismo, in questo caso l'assolutismo dei potentati economico-finanziari (dei quali il governo in carica non perde occasione per professarsi al servizio) che non troveranno piu' ostacoli alla loro intrinseca rapacita', quella rapacita' che sta devastando irreversibilmente la biosfera e sempre piu' riduce alla fame e alla schiavitu' tanta parte dell'umanita'.
Cosicche' noi votiamo e chiediamo di votare No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni; votiamo No per ragioni che in ultima analisi consistono in una sola: difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana perche' e' una buona legge che si oppone alla guerra e al fascismo; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana perche' e' una buona legge che si oppone al razzismo e alla schiavitu'; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana perche' e' una buona legge che si oppone alla violenza dei potenti, a tutte le violenze, a tutte le ingiustizie.
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Con la forza della verita'
I propagandisti del Si' alla riforma anticostituzionale sostengono che essa riguarda solo alcuni aspetti dell'organizzazione istituzionale: non e' vero. La riforma anticostituzionale e la riforma elettorale che con essa fa corpo violano i diritti fondamentali: da un parlamento eletto dal popolo si passa a un parlamento che quanto al Senato non e' piu' eletto direttamente dal popolo, e quanto alla Camera vedra' una minoranza appropriarsi della maggioranza assoluta dei seggi violando il principio della rappresentanza proporzionale.
I propagandisti del Si' alla riforma anticostituzionale sostengono che e' necessario cambiare la Costituzione, attribuendo ad essa la colpa di ogni nequizia: non e' vero. Appena ieri gli stessi messeri che oggi vogliono farne scempio proclamavano che era "la piu' bella del mondo"; appena ieri i governanti in carica le giuravano fedelta'; dal 1948 ad oggi la Costituzione e' stata ed e' garanzia dei nostri diritti, fondamento del nostro ordinamento giuridico, luminoso riferimento morale e civile. Chi disprezza la Costituzione, chi calunnia la Costituzione, chi stravolge la Costituzione - soprattutto dopo aver giurato di esserle fedele - da se stesso si dimostra per quello che e'.
I propagandisti del Si' alla riforma anticostituzionale sostengono che chi vota No per difendere la Costituzione e' un poco di buono. Ma in un paese civile, in un ordinamento democratico, in uno stato di diritto, chi difende la Costituzione e' un cittadino che fa il suo dovere; e' chi la stravolge che e' un golpista.
Ad aiutare i propagandisti del Si' alla riforma anticostituzionale i mass-media hanno scelto di assumere come presunti portavoce del No politicanti corrotti e corruttori, fascisti e razzisti. Ma costoro non ci rappresentano affatto. Non possono certo ergersi a difensori della Costituzione coloro che hanno gia' cercato di farla a pezzi; politicanti corrotti e corruttori, fascisti e razzisti, non possono difendere la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista. E' quindi una mistificazione la rappresentazione che i mass-media dominanti stanno dando delle parti in conflitto, una mistificazione finalizzata a favoreggiare la riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni nascondendo cio' su cui veramente si vota. Perche' non si vota per un partito, o per un governo, o per una lobby, o per le ciarlatanate di personaggi che definirli screditati e' un mero eufemismo. No. Si vota Si' o No a consentire che la Costituzione sia massacrata; che la sovranita' popolare sia massacrata; che la democrazia sia massacrata; che lo stato di diritto sia massacrato.
Noi votiamo No; votiamo No perche' ci sta a cuore lo stato di diritto; votiamo No perche' ci sta a cuore la democrazia; votiamo No perche' ci sta a cuore la sovranita' popolare; votiamo No perche' ci sta a cuore la Costituzione della Repubblica italiana, la Costituzione scritta col sangue dei martiri della Resistenza, la Costituzione che per tanta parte e' ancora da attuare, la Costituzione che indica e prefigura una societa' libera e giusta, responsabile e solidale, in cui da ciascuno sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuno sia dato secondo i suoi bisogni.
Con la forza della verita' difendiamo la Costituzione, la repubblica democratica, la sovranita' popolare, i diritti di tutti gli esseri umani.
Il 4 dicembre votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
12. IL GIORNO DEL NO
Viene il giorno che devi dire no.
Quel giorno e' oggi.
Vogliono fare a pezzi la Costituzione. Opponigli il tuo No.
Vogliono soffocare la democrazia. Opponigli il tuo No.
Vogliono sopprimere lo stato di diritto. Opponigli il tuo No.
Vogliono instaurare un'oligarchia. Opponigli il tuo No.
Viene il giorno che devi dire no.
Quel giorno e' oggi.
13. UNA STORIELLA ORIENTALE
Di ritorno da quell'esotico paese il mio amico Marcellino raccontava come andarono le cose.
Decisero che votare era troppo faticoso.
Decisero che di partiti ne bastava uno.
Decisero che un governo, un parlamento e una magistratura era davvero un'esagerazione e uno spreco, bastava il governo.
Decisero che per risparmiare la cosa migliore era abolire le leggi, e poi ognuno per se'.
Decisero che la politica faceva proprio schifo, meglio la televisione.
Decisero che la repubblica era troppo lenta, meglio una bella dittatura.
14. IL SOLLIEVO, LA GIOIA
Il voto del popolo italiano ha respinto la riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.
L'Italia e' ancora una repubblica parlamentare, una democrazia costituzionale, uno stato di diritto.
La sovranita' appartiene ancora al popolo.
Che sollievo. Che gioia.
15. IL POPOLO ITALIANO HA DIFESO LA SUA COSTITUZIONE ANTIFASCISTA
Ieri il voto popolare ha respinto la riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Molte diverse interpretazioni possono certo darsi dei motivi di quanto accaduto, ma la realta' effettuale e' una sola: che il popolo italiano ha vittoriosamente difeso la Costituzione della Repubblica italiana da chi voleva stravolgerla.
Questa vittoriosa difesa della Costituzione del 1948, la Costituzione antifascista, ha un significato univoco, checche' ne dicano le mosche cocchiere tutte: ed il significato univoco e' che l'Italia resta una repubblica parlamentare, una repubblica democratica, una repubblica costituzionale.
Tutto qui: il popolo italiano ha difeso la sua Costituzione antifascista.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
16. NOI BARBIERI OCCAMISTI. MENO DI UN DISCORSETTO DEL GIORNO DOPO
"... Perche' parlino
i morti bisogna respirare
dentro le loro bocche"
(Franco Fortini)
Il voto del 4 dicembre aveva un solo oggetto: approvare o respingere la riforma che stravolgeva la Costituzione della Repubblica italiana.
Un'ampia maggioranza dei votanti l'ha respinta.
Ora naturalmente sono possibili infinite interpretazioni sulle intenzioni di chi ha votato, ma la nuda verita' e' che chi ha votato No ha difeso la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista del 1948 dal tentativo di sostituirla con un'altra cosa, una brutta cosa.
Noi abbiamo votato No per questo, e solo per questo: per difendere la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista, e con essa le nostre liberta', e con essa il programma di universale solidarieta', di liberazione dell'umanita', che essa attesta e propone.
Noi abbiamo votato No per questo, e solo per questo: per difendere la Costituzione frutto della Resistenza, e con essa la civile convivenza, e con essa il principio che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
La nonviolenza e' in cammino.
17. "DOPO IL REFERENDUM CHE HA DIFESO LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA, DEMOCRATICA, ANTIFASCISTA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
Si e' svolto la sera di martedi' 6 dicembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Dopo il referendum che ha difeso la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista".
Nel corso dell'incontro e' stata espressa piena soddisfazione per l'esito del voto che ha respinto la scandalosa riforma degli apprendisti stregoni ed ha difeso la Costituzione repubblicana, la democrazia parlamentare, lo stato di diritto.
Sono stati poi analizzati i possibili sviluppi della situazione attuale, auspicando che non si commettano irreversibili errori e che naturalmente prima di tornare alle urne si attenda il ponderato pronunciamento della Corte costituzionale sull'attuale scandalosa legge elettorale, il cosiddetto "Italicum", che presenta flagranti profili di incostituzionalita' (e che come tutti sanno era strettamente collegata ed omogenea alla riforma costituzionale golpista che e' stata respinta dal voto popolare), profili di incostituzionalita' tali per cui e' del tutto evidente che per andare al voto occorrera' una diversa legge elettorale, che ripristini il principio della rappresentanza proporzionale, cardine della democrazia.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena...
18. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO IN MEMORIA DI NELSON MANDELA
Si e' svolto mercoledi' 7 dicembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Opporsi al razzismo. Alla scuola di Nelson Mandela".
L'incontro si e' tenuto a pochi giorni dall'anniversario della morte (il 5 dicembre 2013) di Nelson Mandela, del quale e' stata ricordata la figura e sono stati letti e commentati alcuni scritti e discorsi.
Le persone partecipanti all'incontro hanno rinnovato ancora una volta la richiesta al Parlamento di due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia:
1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;
2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Una minima notizia biobibliografica su Nelson Mandela
Nelson Mandela e' stato uno dei piu' grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignita' di ogni essere umano; nato il 18 luglio 1918, tra i leader principali dell'African National Congress, nel 1964 e' condannato all'ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo; uscira' dal carcere l'11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compira' il miracolo della riconciliazione; e' deceduto il 5 dicembre 2013.
Opere di Nelson Mandela: fondamentale e' l'autobiografia Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995; tra le raccolte di scritti ed interventi pubblicate prima della liberazione cfr. La lotta e' la mia vita, Comune di Reggio Emilia, 1985; La non facile strada della liberta', Edizioni Lavoro, Roma 1986; tra le raccolte pubblicate successivamente alla liberazione: Tre discorsi, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991; Contro ogni razzismo, Mondadori, Milano 1996; Mai piu' schiavi, Mondadori, Milano 1996 (il volume contiene un intervento di Nelson Mandela ed uno di Fidel Castro); Io, Nelson Mandela, Sperling & Kupfer, Milano 2010, 2013; Bisogna essere capaci di sognare, Rcs, Milano 2013.
Opere su Nelson Mandela: Mary Benson, Nelson Mandela: biografia, Agalev, Bologna 1988; François Soudan, Mandela l'indomabile, Edizioni Associate, Roma 1988; Jean Guiloineau, Nelson Mandela, Mondadori, Milano 1990; John Vail, I Mandela, Targa Italiana, Milano 1990; Fatima Meer, Il cielo della speranza, Sugarco, Milano 1990; John Carlin, Mandela. Ritratto di un sognatore, Sperling & Kupfer, Milano 2013; Christo Brand, Mandela. L'uomo che ha cambiato il mondo, Newton Compton, Roma 2014. Si veda anche: Winnie Mandela, Finche' il mio popolo non sara' libero, Sugarco, Milano 1986; Nancy Harrison, Winnie Mandela, Jaca Book, Milano 1987; ed ancora: Desmond Tutu, Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001; Desmond Tutu, Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004; ed anche: Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990; ed ancora almeno: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della Commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri, Roma 1999.
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Una minima bibliografia di riferimento per l'impegno contro il maschilismo e contro il razzismo
L'impegno per la pace e i diritti umani, l'impegno contro la schiavitu' e la devastazione della biosfera, richiedono l'impegno contro il maschilismo e il razzismo. Il maschilismo e' la prima radice di ogni violenza; il razzismo e' l'ideologia al servizio di ogni persecuzione. Pertanto e' compito di ogni persona di volonta' buona e di ogni istituzione democratica opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano; in difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
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a) Una minima bibliografia sul pensiero filosofico delle donne nel XX secolo
a.1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009, pp. VI + 266.
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994, pp. 256.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003, pp. 290.
- Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006, pp. 288.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, pp. 272.
- Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997, pp. 160.
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a.2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994, pp. XXXIV + 286.
- Simone de Beauvoir, Le deuxième sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989, 2 voll. per complessive pp. 416 + 672.
- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988, 2000, pp. 192; Eadem, La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002, pp. 192.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708; Eadem, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino 1975, 1976, pp. CVIII + 760.
- Simone Weil, La condizione operaia, Edizioni di Comunità, Milano 1952, Mondadori, Milano 1990, pp. 318; Eadem, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993, quattro volumi per complessive pp. 1846.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987, pp. 256.
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a.3. Sette strumenti di lavoro
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2007, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. XII + 476; Eadem, Stupro. Storia della violenza sessuale dal 1860 a oggi, Laterza, Roma-Bari 2009, 2011, pp. VI + 602.
- Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008, pp. IV + 322; Eadem, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246.
- Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernità, Giunti, Firenze 2002, pp. 222; Eadem, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001, pp. 236; Eadem, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192.
- Robin Morgan, Sessualità, violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998, 2003, pp. 250.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422.
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976, 1977, pp. VIII + 336; Eadem, Esclusa dalla storia, Editori Riuniti, Roma 1977, pp. 272.
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990, 1996, pp. VI + 282.
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a.4. Sette testimonianze
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977, 2 volumi, pp. XX + 662.
- Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, pp. 268; Eadem, Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001, pp. 158.
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982, pp. X + 150; Eadem, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982, pp. VI + 290.
- Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchù, Giunti, Firenze 1987, pp. XXIV + 304.
- Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973, 1982, pp. 200.
- Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985, pp. XVIII + 242.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005, pp. 432.
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a.5. Un'opera di riferimento
- Georges Duby, Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne in Occidente, Laterza, Roma-Bari, 1990-1992, 1994-1996, 5 voll. (vol. I. L'Antichità, a cura di Pauline Schmitt Pantel, pp. XVIII + 606; vol. II. Il Medioevo, a cura di Christiane Klapisch-Zuber, pp. VIII + 600; vol. III. Dal Rinascimento all'età moderna, a cura di Natalie Zemon Davis e Arlette Farge, pp. VI + 568; vol. IV. L'Ottocento, a cura di Genevieve Fraisse e Michelle Perrot, pp. VI + 618; vol. V. Il Novecento, a cura di Françoise Thebaud, pp. VI + 714).
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b) Una minima bibliografia per l'analisi critica e il contrasto efficace del razzismo
b.1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismi. Un vocabolario, Feltrinelli, Milano 1993, pp. 136.
- Alessandro Dal Lago, Non-persone. L'esclusione dei migranti in una società globale, Feltrinelli, Milano 1999, pp. 272.
- Albert Memmi, Il razzismo. Paura dell'altro e diritti della differenza, Costa & Nolan, Genova 1989, pp. 174.
- Annamaria Rivera, Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, Deriveapprodi, Roma 2003, pp. 160.
- Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003, pp. 172.
- Pierre-André Taguieff, Il razzismo. Pregiudizi, teorie, comportamenti, Raffaello Cortina Editore, Milano 1999, pp. VI + 128.
- Michel Wieviorka, Il razzismo, Laterza, Roma-Bari 2000, pp. VIII + 152.
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b.2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunità, Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712.
- Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, Il Mulino, Bologna 1992, 1999, pp. 284.
- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986, pp. VI + 170.
- Claude Lévi-Strauss, Razza e storia. Razza e cultura, Einaudi, Torino 2002, pp. XVIII + 118.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia, Feltrinelli, Milano 1995, pp. 606.
- George L. Mosse, Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto, Laterza, Roma-Bari 1985, Mondadori, Milano 1992, 1993.
- Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001, pp. 406.
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b.3. Sette strumenti di lavoro
- Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani, Milano 1998, 1999, pp. 96.
- Marcella Delle Donne, Convivenza civile e xenofobia, Feltrinelli, Milano 2000, pp. 156.
- Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994, pp. 102.
- Julia Kristeva, Etrangers à nous-memes, Fayard, Paris 1988, Gallimard, Paris 1991, pp. 314.
- Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001.
- Edward W. Said, Orientalismo, Bollati Boringhieri, Torino 1991, Feltrinelli, Milano 1999, Gruppo editoriale L'Espresso, Roma 2007, pp. VIII + 448.
- Vandana Shiva, Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990), pp. VI + 232; Il bene comune della terra, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 216.
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b.4. Sette testimonianze
- Tahar Ben Jelloun, L'estrema solitudine, Milvia, Torino 1988, Bompiani, Milano 1999, pp. 224.
- Angela Davis, Autobiografia di una rivoluzionaria, Garzanti, Milano 1975, pp. 416.
- Frantz Fanon, Il negro e l'altro, Il Saggiatore, Milano 1965, 1972, pp. 288; Idem, I dannati della terra, Einaudi, Torino 1962, 1976, pp. XXX + 250.
- Fabrizio Gatti, Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini, Rcs, Milano 2007, 2009, pp. 500.
- Antonello Mangano, Gli africani salveranno l'Italia, Rcs, Milano 2010, pp. 176.
- Marco Rovelli, Lager italiani, Rcs, Milano 2006, pp. 288.
- Gian Antonio Stella, L'orda, Rcs, Milano 2002, 2003, R. L. Libri, Milano 2005, pp. 320.
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b.5. Un'opera di riferimento
- Centro studi e ricerche Idos (a cura di), Dossier statistico immigrazione, Roma; rapporto annuale che da molti anni è uno strumento fondamentale, cfr. anche il sito www.dossierimmigrazione.it
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c) Sette più sette testi integrativi
- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 174.
- Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971, 1976, pp. 250.
- bell hooks, Elogio del margine, Feltrinelli, Milano 1998, pp. 160.
- Lea Melandri, Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pp. 192; Eadem, Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà, Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 166.
- Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran, Adelphi, Milano 2004, 2009, pp. 384.
- Martha C. Nussbaum, La fragilità del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832; Eadem, Diventare persone, Il Mulino, Bologna 2001, 2011, pp. 362.
- Sylvia Plath, Diari, Adelphi, Milano 1998, 2004, pp. 438.; Eadem, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2013, pp. LXIV + 886.
- Elena Pulcini, La cura del mondo. Paura e responsabilità nell'età globale, Bollati Boringhieri, Torino 2009, pp. 298.
- Nawal al Sa'dawi, Firdaus storia di una donna egiziana, Giunti, Firenze 2001, pp. 128.
- Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003, pp. 352.
- Giuliana Sgrena (a cura di), La schiavitù del velo. Voci di donne contro l'integralismo islamico, Manifestolibri, Roma 1995, 1999, pp. 128; Eadem, Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma 2002, pp. 176; Eadem, Il fronte Iraq, Manifestolibri, Milano 2004, pp. 184; Eadem, Fuoco amico, Feltrinelli, Milano 2005, pp. 160; Eadem, Il prezzo del velo, Feltrineli, Milano 2008, pp. 160.
- Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2002, pp. 208.
- Christa Wolf, Cassandra, Edizioni e/o, Roma 1984, pp. 160; Eadem, Premesse a Cassandra, Edizioni e/o, Roma 1984, pp. 176.
- Maria Zambrano, Chiari del bosco, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 184; Eadem, L'agonia dell'Europa, Marsilio, Venezia 1999, 2009, pp. 102; Eadem, Verso un sapere dell'anima, Cortina, Milano 1996, pp. XXIV + 192.
19. CONTINUA LA STRAGE NEL MEDITERRANEO, CONTINUA LA VIOLENZA RAZZISTA IN ITALIA
Non passa giorno senza che altre persone innocenti trovino la morte nel Mediterraneo.
Non passa giorno senza che in Italia la violenza razzista colpisca altri esseri umani innocenti.
Si puo' e si deve salvare tutte le vite.
Si puo' e si deve far valere la legalita' costituzionale che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Si puo' e si deve far cessare la strage nel Mediterraneo.
Si puo' e si deve far cessare la violenza razzista in Italia.
Chiediamo al Parlamento due provvedimenti necessari e urgenti:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;
2. riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.
Il primo dovere e' salvare le vite: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
20. "UNA PERSONA, UN VOTO". SUBITO UNA LEGGE PER IL DIRITTO DI VOTO NELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A TUTTE LE PERSONE RESIDENTI IN ITALIA
In Italia vige oggi un regime di segregazione razzista.
Milioni di persone che non sono nate in Italia ma che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano i loro figli a scuola, sono assurdamente private del diritto di voto.
Questi milioni di persone fanno parte del nostro paese, sono il nostro paese, cosi' come le persone native del luogo.
Occorre che ad esse sia finalmente riconosciuto il diritto di voto in tutte le elezioni, se vogliamo che le elezioni siano elezioni democratiche e non una forma di apartheid.
Io che scrivo queste righe trent'anni fa ideai e coordinai per l'Italia una campagna di solidarieta' con Nelson Mandela (allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano) che coinvolse nell'impegno contro il regime dell'apartheid milioni di italiani e numerosissime organizzazioni ed istituzioni; primo firmatario dell'appello che diffondemmo fu Primo Levi.
Sostenevo allora che l'apartheid non era tanto un residuo del passato quanto una minaccia per l'avvenire, una forma di dominio e un modello di societa' che se non fosse stato contrastato adeguatamente dall'umanita' intera si sarebbe diffuso su scala planetaria. Ed e' quello che sta succedendo nell'epoca della globalizzazione in cui i capitali hanno diritto di movimento e di cittadinanza in tutto il mondo, mentre innumerevoli esseri umani ne sono privati; in cui un pugno di rapinatori detentori di immense ricchezze condanna alla schiavitu' e alla morte innumerevoli esseri umani ed espone la civilta' umana e la biosfera al rischio di un'irreversibile catastrofe.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.
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Non c'e' alcuna ragione decente per continuare a negare il diritto di voto a milioni di persone che vivono in Italia. Continuare a negare il diritto di voto serve soltanto a mantenere milioni di esseri umani in condizioni servili, esposti ad ogni ricatto, ad ogni minaccia, ad ogni violenza.
E mentre per il riconoscimento a tutti i residenti del diritto di voto nelle elezioni politiche occorre forse una modifica costituzionale, per le elezioni amministrative, regionali e comunali, e' sufficiente una legge ordinaria.
Questa legge ordinaria sia fatta subito. Il Parlamento italiano puo' e deve finalmente far cessare nel nostro paese il regime di apartheid di fatto che nega un basilare diritto umano; un ignobile regime di apartheid di fatto che confligge con i principi fondamentali, i valori supremi, della Costituzione repubblicana.
E' evidente che sara' solo col diritto di voto che sconfiggeremo razzismo e schiavismo: quando anche le persone piu' oppresse, le persone oggi denegate nella loro piena umanita', potranno far sentire la loro voce ed entreranno nelle istituzioni finalmente democratiche, quando con l'esercizio del diritto di voto potranno contribuire alle decisioni che tutti riguardano, allora sara' finalmente facile sconfiggere razzismo e schiavismo con provvedimenti adeguati che oggi non vengono assunti o non vengono applicati.
"Una persona, un voto", e' da secoli il motto col quale gli esseri umani insorgono contro ogni colonialismo, contro ogni dittatura, contro ogni schiavitu'.
"Una persona, un voto", e' da secoli il motto col quale gli esseri umani insorgono per affermare l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.
"Una persona, un voto", e' da secoli il motto col quale gli esseri umani insorgono per realizzare liberta', uguaglianza, fraternita'.
Facciamo cessare la strage nel Mediterraneo.
Facciamo cessare razzismo e schiavismo in Italia.
Una sola umanita'.
Una persona, un voto.
21. NELLA GIORNATA DEI DIRITTI UMANI UN APPELLO AL PARLAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO DI VOTO A MILIONI DI PERSONE OGGI VITTIME DI RAZZISMO
Gentili senatrici, gentili senatori,
gentili deputate e deputati,
nella ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti umani istituita dalle Nazioni Unite nel giorno anniversario della proclamazione da parte dell'Assemblea generale dell'Onu della Dichiarazione universale dei diritti umani il 10 dicembre 1948, rinnoviamo la richiesta che sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.
Attualmente il diritto di voto, diritto politico fondamentale, e' negato in Italia a milioni di persone che - pur non essendo native del paese - qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i figli, contribuiscono al bene comune della comunita' locale di residenza ed alla ricchezza dell'intero paese.
Questa negazione del diritto di voto a milioni di esseri umani nel nostro paese costituisce una discriminazione non piu' ammissibile e favoreggia di fatto razzismo e schiavismo, violenze e persecuzioni.
Chiediamo al Parlamento di voler legiferare finalmente il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni sia politiche che amministrative per tutte le persone residenti in Italia.
Chiediamo al Parlamento di far cessare un regime di effettuale apartheid nel nostro paese.
Crediamo che possa esservi fin d'ora in Parlamento una maggioranza qualificata adeguata ad approvare una legge di rilevanza costituzionale che riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti per le elezioni politiche. Ma anche qualora questa maggioranza qualificata non vi fosse, vi dovrebbe pur essere una maggioranza semplice sufficiente ad approvare almeno una legge ordinaria che riconosca fin d'ora il diritto di voto nelle elezioni amministrative, regionali e comunali.
Una persona, un voto: fate cessare il regime di segregazione razzista in Italia.
Una persona, un voto: solo con il riconoscimento del diritto di voto si puo' sconfiggere razzismo e schiavismo.
Una persona, un voto: adempiamo pienamente, finalmente, il senso e i fini dei principi fondamentali, dei supremi valori della Costituzione repubblicana e antifascista.
Una persona, un voto: e' il principio stesso della democrazia.
Possa la vostra coscienza di esseri umani illuminarvi nella vostra attivita' di legislatori.
Un cordiale saluto,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 10 dicembre 2016
22. SENZA DIRITTO DI VOTO NON C'E' DEMOCRAZIA
La situazione italiana e' questa: che milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano i figli a scuola e contribuiscono alla ricchezza del nostro paese, sono tuttora private del diritto di voto: solo perche' non sono nate qui. Ma e' qui che queste persone vivono, e la loro vita, la loro dignita', i loro diritti, o sono riconosciuti e rispettati qui o non lo sono da nessuna parte.
Chiunque vede l'enormita' di questa ingiustizia: se nel nostro paese non si riconosce il diritto di voto a milioni di persone che vivono qui, allora questo non e' piu' un paese democratico, ma un regime razzista, un regime di apartheid, in cui alcuni hanno tutti i diritti, ed altri invece ne sono privati e sono esposti ad ogni minaccia e ad ogni violenza.
In una democrazia il primo diritto politico e' il diritto di voto: il fondamento della democrazia e' infatti "una persona, un voto".
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Il Parlamento italiano puo' e deve far cessare una scandalosa ingiustizia; puo' e deve finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.
A tutte le parlamentari, a tutti i parlamentari, chiediamo di legiferare al piu' presto a tal fine.
A tutte le persone di volonta' buona, a tutte le associazioni, le organizzazioni, i movimenti e i partiti democratici, a tutti i rappresentanti delle istituzioni, chiediamo un impegno corale affinche' l'Italia non sia un regime razzista, ma una repubblica democratica, come e' scritto nell'articolo 1 della Costituzione.
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Restituiamo il diritto di voto a milioni di esseri umani che vivono in Italia.
Contrastiamo con la forza della legalita' il razzismo e lo schiavismo.
Almeno nel nostro paese riconosciamo finalmente i diritti di tutti gli esseri umani.
Una persona, un voto.
23. ALLA SOCIETA' CIVILE UN APPELLO: "UNA PERSONA, UN VOTO"
Il Parlamento italiano dovra' al piu' presto approvare una nuova legge elettorale, coerente con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione repubblicana.
In Italia vivono oggi milioni di persone cui e' tuttora negato il diritto di voto in ogni elezione, politica o amministrativa, per il semplice fatto che non sono nate qui.
Ma questi milioni di esseri umani vivono qui, lavorano qui, pagano le tasse qui, mandano i loro figli a scuola qui, fanno parte a tutti gli effetti del nostro paese, sono il nostro paese, sono la nostra gente, sono le persone con cui ogni giorno ci incontriamo, lavoriamo insieme, insieme respiriamo la stessa aria, abitiamo le stesse case.
A questi milioni di nostri reali compaesani, di nostri reali concittadini, deve essere finalmente riconosciuto, restituito, il diritto di voto. Devono poter dire la loro opinione sulle decisioni pubbliche che riguardano tutti. Devono poter partecipare al governo della comunita' e del paese di cui fanno parte. Devono poter eleggere rappresentanti, ed essere eletti come rappresentanti, in tutte le istituzioni democratiche dove si prendono le decisioni comuni, dai Comuni alle Regioni al Parlamento.
A chi siede nel Parlamento italiano e' ora che cadano le scaglie dagli occhi. L'Italia non puo' essere un regime razzista che pratica l'apartheid; l'Italia deve essere una repubblica democratica in cui la sovranita' appartiene al popolo, come e' scritto nella Costituzione.
A tutte le donne e gli uomini di volonta' buona che siedono nel Senato della Repubblica e nella Camera dei Deputati chiediamo di legiferare il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che in Italia vivono.
Una persona, un voto.
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A tutte le espressioni della societa' civile italiana chiediamo di prendere posizione e di premere nonviolentemente, con la forza della verita', sul Parlamento affinche' legiferi il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che in Italia vivono.
Una persona, un voto.
24. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" PER IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO DI VOTO A TUTTE LE PERSONE RESIDENTI IN ITALIA
L'associazione "Respirare" sostiene la richiesta al Parlamento di legiferare il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.
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Fino a qualche decennio fa erano relativamente poche le persone straniere residenti in Italia e nel loro progetto di vita la permanenza nel nostro paese era perlopiu' transitoria, ma da anni la situazione e' profondamente cambiata: attualmente vivono in Italia milioni di persone nate altrove che sono state costrette ad abbandonare il loro paese e che intendono continuare (o sono costrette a continuare) a vivere prevalentemente se non esclusivamente qui.
Queste persone, milioni di persone, vivono, lavorano, pagano le tasse qui; qui mandano a scuola i loro figli, qui progettano il futuro delle loro famiglie; rispettano le leggi di questo paese, contribuiscono a produrre la ricchezza di questo paese; anche se sono nate altrove fanno pienamente parte del nostro paese.
Ma ancora oggi in questo paese non viene loro riconosciuto il primo, fondamentale diritto politico: il diritto di contribuire alle decisioni che tutti riguardano, il diritto di partecipare al governo della cosa pubblica, il diritto di voto.
"Una persona, un voto" e' il primo principio della democrazia.
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Come si puo' ammettere che nel nostro paese milioni di persone siano private di questo fondamentale diritto?
E non e' evidente che razzismo e schiavismo sono favoreggiati proprio dal fatto che milioni di esseri umani nel nostro paese sono esclusi dal piu' essenziale dei diritti politici?
Milioni di esseri umani subiscono in Italia un regime politico di apartheid: questo e' in flagrante contraddizione con i principi fondamentali, con i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana, che e' una costituzione democratica.
E' quindi tempo che il Parlamento provveda a riconoscere finalmente il diritto di voto fin qui scandalosamente negato a milioni di nostri compaesani, di nostri colleghi di lavoro, di nostri vicini di casa.
E' quindi tempo che il Parlamento legiferi affinche' sia restituito il diritto di voto a milioni di nostri veri e propri concittadini e compatrioti anche se nati altrove; affinche' cessi la segregazione; affinche' tutte le persone che vivono nel nostro paese, che appartengono alle nostre comunita' locali, possano finalmente votare ed essere votate in tutte le istituzioni elettive, dal Comune alla Regione al Parlamento.
Una persona, un voto.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
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Numero 239 del 15 marzo 2017
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