[Nonviolenza] Una persona, un voto. 6



 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 6 del 18 gennaio 2017

 

In questo numero:

1. La terra trema

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

4. Quattro bozze di lettere: ai parlamentari, agli enti locali, ai mass-media, a movimenti e associazioni

5. Una lettera alle ed ai componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica

6. Ai Presidenti del Comitato e della Commissione per i diritti umani della Camera e del Senato, approssimandosi la Giornata mondiale dei migranti

7. Ancora un ringraziamento alla Presidente della Camera dei Deputati e ancora un invito a tutte e tutti i parlamentari

8. "Con la forza della verita', con la forza della democrazia". Al Presidente del Senato della Repubblica un appello

9. "Fino a quando". Una lettera al Presidente della Repubblica

10. "Con gli occhi aperti, con vigile cuore". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

 

1. HIC ET NUNC. LA TERRA TREMA

 

Salvare le vite, il primo dovere.

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

 

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

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All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

don Franco Barbero

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Michele Boato, ecologista

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Paolo Bosi, docente universitario

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Alberto Cacopardo, antropologo

Gennaro Carotenuto, storico

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Giorgio Demurtas, docente universitario

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Angela Dogliotti, peace-researcher

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Paolo Hutter, giornalista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Eugenio Longoni, militante antifascista

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Andrea Pubusa, giurista

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Roberto Rampi, deputato

Annamaria Rivera, antropologa

Giorgio Roversi, pensionato

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Adriano Sansa, magistrato e poeta

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil

Olivier Turquet, educatore ed editore

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Franco Zunino, ingegnere

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Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

4. MATERIALI. QUATTRO BOZZE DI LETTERE: AI PARLAMENTARI, AGLI ENTI LOCALI, AI MASS-MEDIA, A MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI

 

Vi mettiamo a disposizione quattro bozze di lettere che potreste inviare rispettivamente: 1) alle ed ai parlamentari; 2) agli enti locali; 3) ai mass-media; 4) a movimenti e associazioni, con cui chiedere il loro impegno.

Vi segnaliamo che e' possibile contattare tutti i parlamentari attraverso i siti della Camera e del Senato; a nostro avviso sarebbe opportuno scrivere anche almeno ai seguenti indirizzi:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

- e per opportuna conoscenza: on. Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it (quest'ultimo indirizzo e' "pec", ma riceve anche da caselle di posta elettronica non certificate).

Sperando che condividiate questa proposta, grazie fin d'ora per quanto vorrete fare.

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1) Bozza di lettera alle ed ai parlamentari

Gentile parlamentare,

poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le saremmo assai grati se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.

Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.

Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.

La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.

Le saremmo assai grati se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.

Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la salutiamo cordialmente

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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2) Bozza di lettera agli enti locali

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Egregio Sindaco del Comune di ... / Egregio Presidente della Provincia di ... / Egregio Presidente della Regione ...,

vi proponiamo che l'ente locale da voi rappresentato esprima - attraverso un ordine del giorno, una mozione o un altro atto amministrativo che riterrete adeguato e opportuno - il vostro sostegno alla richiesta che il Parlamento nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli ed innumerevoli altre persone.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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3) Bozza di lettera ai mass-media

Oggetto: Un appello al Parlamento

Spettabile redazione / Egregia/o direttrice/direttore / Gentile giornalista,

sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se la vostra testata desse notizia dell'iniziativa e ancor piu' se volesse sostenerla.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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4) Bozza di lettera a movimenti e associazioni

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Cari amici, egregi signori,

come forse gia' saprete sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se anche voi voleste condividere, sostenere e diffondere questa proposta.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

 

5. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALLE ED AI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

 

Alle ed ai componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica

Oggetto: nell'imminente discussione sulla nuova legge elettorale sia inclusa la proposta del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone che pur non essendovi nate vivono stabilmente in Italia

Egregie senatrici ed egregi senatori componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica,

nell'imminente discussione sulla nuova legge elettorale chiediamo che sia finalmente inclusa la proposta del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone che pur non essendovi nate vivono stabilmente nel nostro paese.

Come e' scritto in un appello sostenuto da numerose autorevoli personalita': "Il fondamento della democrazia e' il principio 'una persona, un voto'; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui. Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

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Egregie senatrici ed egregi senatori componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica,

certamente non ignorate che da decenni si attende una legge ordinaria che riconosca a tutti i residenti il diritto di voto nelle elezioni amministrative; nulla osta a tal fine, massime se si consideri che tale diritto e' gia' riconosciuto agli stranieri residenti in Italia provenienti da altri paesi dell'Unione Europea.

Ma non solo a livello locale - dai Comuni alle Regioni - occorre riconoscere il diritto di voto a questi milioni di persone che sono parte rilevante delle nostre comunita', ma anche per quel che concerne l'elezione del Parlamento: per questo specifico caso l'opinione prevalente e' che occorra una riforma costituzionale (ma vi e' chi sostiene che sia preferibile e sufficiente modificare la legislazione sulla cittadinanza); il dibattito e' aperto ma sarebbe bene che non si protraesse all'infinito e che tenesse presente non solo la modellistica formale ma anche e ancor piu' la realta' effettuale: la presenza in Italia di oltre cinque milioni di persone attualmente private del primo diritto democratico, il diritto di partecipare alle decisioni che li riguardano li' dove realmente vivono.

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Egregie senatrici ed egregi senatori componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica,

chiunque sente che protrarre ulteriormente l'esclusione dal diritto di voto di milioni di persone che vivono stabilmente nel nostro paese, non solo costituisce un vulnus alla democrazia, ma e' un oggettivo fattore di discriminazione che concretamente favoreggia ulteriori forme di oppressione.

Chiunque sa che razzismo e schiavismo si contrastano e si sconfiggono con la forza della legalita', con la forza della democrazia: e che il primo principio della democrazia e': una persona, un voto; il primo principio della legalita' e': uguaglianza di diritti e di doveri per tutte le persone.

E chiunque comprende che e' nella negazione dei diritti, nell'esclusione che disumanizza, che cresce la disperazione e l'alienazione che puo' portare fino agli esiti piu' tragici.

Queste cose voi le sentite, le sapete, le comprendete. Agite dunque per il bene comune.

Adoperatevi per inverare la prima promessa e il fondamento stesso della democrazia: una persona, un voto.

Ringraziandovi per l'attenzione, con i migliori auguri di buon lavoro.

 

6. REPETITA IUVANT. AI PRESIDENTI DEL COMITATO E DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI DELLA CAMERA E DEL SENATO, APPROSSIMANDOSI LA GIORNATA MONDIALE DEI MIGRANTI

 

Alla Presidente del Comitato per i Diritti umani della Camera dei Deputati

al Presidente della Commissione per i Diritti umani del Senato della Repubblica

Oggetto: Approssimandosi la Giornata mondiale dei migranti un invito ad impegnarsi per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia inverando il principio basilare della democrazia "Una persona, un voto".

Egregia Presidente del Comitato per i Diritti umani della Camera dei Deputati, on. Pia Elda Locatelli,

Egregio Presidente della Commissione per i Diritti umani del Senato della Repubblica, sen. Luigi Manconi,

apprezzando l'attivita' vostra personale e del Comitato e della Commissione da voi presieduti, approssimandosi la ricorrenza della Giornata mondiale dei migranti - per la quale papa Bergoglio ha scritto un messaggio ancora una volta di grande valore - vorremmo sollecitare l'impegno vostro e dei vostri colleghi del Comitato e della Commissione da voi presieduti, affinche' il Parlamento nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Un appello a tal fine e' stato promosso da prestigiose personalita' della societa' civile, tra i primi padre Alex Zanotelli, Lidia Menapace, Anna Bravo, Giuliano Pontara, Daniele Lugli, Alberto L'Abate, Francuccio Gesualdi, Giancarla Codrignani, Adriano Sansa, Dario Borso, Carlo Gubitosa, Enrico Peyretti, Giorgio Nebbia.

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Egregia Presidente del Comitato per i Diritti umani della Camera dei Deputati,

Egregio Presidente della Commissione per i Diritti umani del Senato della Repubblica,

vi saremmo assai grati se voleste accogliere e farvi promotori in sede parlamentare di questo impegno affinche' finalmente milioni di persone che vivono stabilmente in Italia e nei cui confronti il nostro paese ha altresi' un reale, grande debito di gratitudine per il contributo da esse dato al bene comune, abbiano finalmente riconosciuto il diritto di voto.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione ed augurandovi ogni bene, vogliate gradire distinti saluti.

 

7. REPETITA IUVANT. ANCORA UN RINGRAZIAMENTO ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E ANCORA UN INVITO A TUTTE E TUTTI I PARLAMENTARI

 

Gentile Presidente della Camera dei Deputati,

ci permetta di ringraziarla di nuovo per aver inviato alla competente Commissione della Camera la nostra proposta per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, affinche' la nuova legge elettorale faccia cessare una sommamente irragionevole e sommamente iniqua discriminazione che priva milioni di persone che vivono in Italia del piu' elementare diritto democratico, il diritto di voto.

E ci permetta di cogliere questa occasione per rivolgere un nuovo invito a tutte e tutti i parlamentari (cui inviamo questa lettera per opportuna conoscenza) affinche' aprano gli occhi dinanzi alla realta' effettuale e riconoscano la necessita' e l'urgenza di riconoscere il diritto di voto a milioni di persone che vivono nel nostro paese, che arricchiscono il nostro paese, che sono realmente l'Italia tanto quanto i nativi.

Lo stato di diritto, la democrazia parlamentare, il rispetto dei diritti umani, i principi fondamentali ovvero i valori supremi della Costituzione antifascista richiedono l'inveramento del principio "Una persona, un voto".

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La barbarie si contrasta con la civilta'; la violenza si contrasta con il riconoscimento, il rispetto e la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.

L'orrore e il lutto per tutte le persone uccise, ad Aleppo, a Berlino, ovunque, persuadano ogni persona senziente e pensante che uccidere e' sempre e solo un male, che ogni essere umano ha diritto alla vita. Non e' uccidendo che si pone fine alle uccisioni; si pone fine alle uccisioni cessando di uccidere.

L'orrore e il disgusto per tutti i poteri che fomentano l'odio e incitano a uccidere e perseguitare, per tutti i poteri che si nutrono di carne umana, persuadano ogni persona senziente e pensante ad impegnarsi per porre fine alle stragi nell'unico modo in cui questo e' possibile: cessando di uccidere, disarmando tutti, costruendo la pace e la convivenza salvando le vite, scegliendo di adoperarsi per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Vi e' una sola umanita'.

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In questi giorni in cui dissennati mestatori ed effettuali avvoltoi predicano la disumanita' e il sonno della ragione che genera mostri, il Parlamento italiano impegnato nell'elaborazione di una nuova legge elettorale coerente coi valori della Costituzione repubblicana faccia la scelta del diritto, della democrazia, della pace, della civilta', della politica che salva le vite e riconosce la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani: una persona, un voto.

Una repubblica democratica: una persona, un voto.

Una sola umanita': una persona, un voto.

Una persona, un voto.

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Ringraziandola di nuovo ed augurandole ogni bene.

 

8. REPETITA IUVANT. "CON LA FORZA DELLA VERITA', CON LA FORZA DELLA DEMOCRAZIA". AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA UN APPELLO

 

Oggetto: Contrastare l'orrore con la forza della verita', della democrazia, della legalita', della civilta'. Riconoscere finalmente il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

gli orrori delle guerre in corso, gli orrori degli attentati terroristici, gli atti di barbarie di cui ogni giorno ci giunge notizia, possono e devono essere contrastati: con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della civilta'.

Con la forza della verita': "forza della verita'", in sanscrito satyagraha, e' uno dei due termini (l'altro e' ahimsa) con cui Gandhi definisce la sua proposta di azione, che noi traduciamo nonviolenza. Forza della verita' significa riconoscere che ogni essere umano e' un valore infinito; che ogni vita e' degna di rispetto e di cura; che ogni persona ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Forza della verita' significa non solo "non uccidere", ma anche "salvare le vite", recare aiuto, condividere i beni. La guerra, il terrorismo, la barbarie, si contrastano con la forza della verita', con la nonviolenza, con la scelta di rispettare e salvare tutte le vite, di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Con la forza della democrazia: riconoscendo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; e riconoscendo che ogni persona che vive in una comunita' ha diritto di contribuire al bene comune di quella comunita', quindi anche a partecipare a prendere le decisioni pubbliche che tutte le persone a quella comunita' appartenenti riguardano. La democrazia e' il potere del popolo nell'eguaglianza di diritti di tutte le persone, e il suo principio e' quindi "una persona, un voto".

Con la forza della legalita': che nella sua autenticita' e' la difesa del debole dagli abusi del forte, e' l'insieme di regole condivise che sostiene la civile convivenza, e' l'inveramento del riconoscimento del valore infinito e dei diritti inalienabili di ogni persona, e' responsabilita' e solidarieta' concreta e operante.

Con la forza della civilta': che si oppone alla barbarie, che si oppone alla violenza; la civilta' che e' il riconoscimento dei legami che uniscono l'umana famiglia, che e' l'opera comune per il bene comune.

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Egregio Presidente del Senato,

vivono in Italia milioni di persone che per il mero fatto di non essere native del luogo sono tuttora assurdamente private del diritto di voto.

Ma queste persone realmente vivono in Italia, lavorano in Italia, rispettano le leggi italiane, producono ricchezza per il nostro paese, sostengono in misura decisiva il sistema pensionistico che tutela gli anziani e i fragili di questo paese, contribuiscono in misura decisiva ad evitare il declino demografico di questo paese; questi milioni di persone sono anch'esse l'Italia, e molto spesso ne sono la parte migliore, la piu' laboriosa, la piu' coraggiosa, la piu' generosa; i loro figli frequentano le nostre scuole, sono il futuro del nostro paese al pari dei loro coetanei nativi.

Milioni di persone che sono i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, coloro con cui condividiamo la vita quotidiana, i timori e le gioie, le fatiche e le speranze; milioni di persone che in Italia hanno deciso di costruire il loro futuro dopo aver dovuto lasciare - sovente in circostanze drammatiche - i loro paesi d'origine; milioni di persone che hanno scelto di essere nostri effettuali compaesani, concittadini, compatrioti.

Milioni di persone cui assurdamente e' tuttora negato il diritto di voto in questo che e' il paese dove vivono, ovvero sovente l'unico luogo in cui il diritto di voto potrebbero realmente efficacemente esercitare; milioni di persone cui assurdamente e' tuttora impedito di partecipare a prendere le decisioni pubbliche che anche loro direttamente riguardano nel luogo in cui realmente vivono: milioni di persone per cui assurdamente ancora oggi non vale il principio a fondamento della democrazia: "una persona, un voto".

Eppure l'Italia e' una repubblica democratica. Ma allora come e' ammissibile che a milioni di suoi abitanti sia tuttora negato il diritto di voto, senza del quale non vi e' democrazia? Non e' ammissibile. Ed occorre quindi porre al piu' presto rimedio a questa palese ingiustizia, a questa flagrante contraddizione con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione repubblicana.

*

Egregio Presidente del Senato,

nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nell'elaborazione e quindi nel varo della nuova legge elettorale: non e' evidente che il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia dovrebbe essere il cuore di quetsa nuova legge? Non e' evidente che in tutte le elezioni, da quelle comunali, alle regionali, fino alle politiche ed alle europee, si deve finalmente riconoscere il diritto di partecipare a questi milioni di persone fin qui escluse ma che qui vivono, qui e solo qui possono effettualmente, concretamente, pienamente esercitare i loro diritti politici? Non e' evidente che se si persiste nel negare il diritto di voto a milioni di residenti in Italia (e quindi di effettivi italiani) solo perche' non sono nativi del luogo in cui vivono, ebbene, questo fa decadere il nostro paese da democrazia costituzionale a regime razzista?

Basterebbe una legge ordinaria per riconoscere a tutte le persone residenti il diritto di voto nelle elezioni amministrative (gli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea, ad esempio, lo hanno gia').

Ed occorrerebbe probabilmente una riforma costituzionale per riconoscere a tutti i residenti il diritto di voto nelle elezioni politiche.

E' ragionevole supporre che in Parlamento vi sia gia' un'ampia maggioranza di parlamentari cosciente di questa realta'; un'ampia maggioranza di parlamentari persuasa del fatto che la democrazia richiede che ad ogni persona realmente presente in una comunita', in un territorio, sia riconosciuto il diritto di voto; un'ampia maggioranza di parlamentari che voglia aprire gli occhi e deliberare tanto la legge ordinaria per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative quanto quella di rilevanza costituzionale per le elezioni politiche.

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Egregio Presidente del Senato,

la sua collega Presidente della Camera dei Deputati alcuni giorni fa ha gia' trasmesso alla competente Commissione del ramo del Parlamento che presiede un nostro precedente appello affinche' con la nuova legge elettorale sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

Voglia anche Lei adoperarsi affinche' anche nel Senato della Repubblica la richiesta del riconoscimento del diritto di voto a milioni di residenti in Italia attualmente assurdamente esclusi da tale fondamentale diritto sia finalmente presa in considerazione nella discussione che mettera' capo alla nuova legge elettorale e divenga proposta condivisa da tutte le senatrici ed i senatori fedeli alla repubblica, alla democrazia, all'umanita'.

Con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della civilta': per il bene comune.

Una persona, un voto.

AugurandoLe ogni bene.

 

9. REPETITA IUVANT. "FINO A QUANDO". UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Egregio Presidente della Repubblica,

fino a quando milioni di persone che vivono, lavorano, pagano le tasse in Italia, continueranno a vedersi negare il diritto di voto solo perche' non sono nate qui?

Fino a quando per milioni di persone che sono nostri colleghi di lavoro, nostri vicini di casa, nostri sodali in ogni vicenda della vita quotidiana, continuera' a non valere il primo diritto politico, il fondamento stesso della democrazia, il diritto di voto?

Fino a quando milioni di persone che danno un contributo fondamentale alla produzione della ricchezza del paese, che danno un contributo fondamentale a sostenere il sistema pensionistico, che danno un contributo fondamentale a dare un futuro all'Italia altrimenti in declino demografico, continueranno ad essere private del diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano tutti e quindi anche loro?

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Egregio Presidente della Repubblica,

nulla osta a che il Parlamento con legge ordinaria legiferi il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia; e' peraltro un diritto gia' riconosciuto alle persone straniere provenienti dai paesi dell'Unione Europea, perche' continuare ad escludere tutte le altre?

E nulla osta a che il Parlamento con legge di modifica costituzionale riconosca finalmente a tutti coloro che in Italia vivono il diritto di voto nelle elezioni politiche; queste persone - milioni di persone - vivono realmente qui, e dove dovrebbero poter esercitare i loro diritti politici se non qui dove vivono? E cosa ne e' dei loro diritti politici, dei loro diritti civili, dei loro diritti umani, se si continua a negare loro il primo e fondamentale dei diritti democratici, il diritto di voto?

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Egregio Presidente della Repubblica,

in queste settimane il Parlamento dovra' predisporre la nuova legge elettorale. Ma i leader delle forze politiche che in Parlamento siedono sembrano ciechi: sembrano non vedere questi milioni di persone in mezzo a cui anche loro vivono; ma questi milioni di persone esistono, questi milioni di persone sono in Italia, questi milioni di persone sono l'Italia cosi' come le persone native. Perche' i leader delle forze politiche continuano ad essere cosi' ciechi?

Sia Lei a ricordare al Paese tutto, e quindi anche ai legislatori, che se in un paese si nega il diritto di voto a milioni di persone che li' vivono, quel paese cessa di essere un paese democratico e diventa un regime razzista.

Sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni ai principi fondamentali ovvero ai valori supremi della  Costituzione della Repubblica italiana, e quindi al dovere del loro inveramento; sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni alla democrazia come metodo e come sistema, e quindi alla realizzazione del suo autentico fondamento che e' il diritto di ogni persona che vive in una comunita' a partecipare alle decisioni comuni; sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni al rispetto e alla promozione dei diritti di ogni essere umano, e quindi al riconoscimento del diritto di ogni persona che vive nel nostro paese a prendere parte alle elezioni delle istituzioni rappresentative.

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Egregio Presidente della Repubblica,

il principio "Una persona, un voto" e' il cardine della democrazia; l'Italia e' una repubblica democratica, si riconosca dunque il diritto di voto a tutte le persone che ci vivono.

Una sua parola puo' illuminare la coscienza di tutti i parlamentari; una sua parola puo' chiarire a chiunque quanto iniquo sia negare il diritto di voto a milioni di nostri reali concittadini, di nostri veri compaesani; una sua parola puo' suscitare un corale impegno affinche' a milioni di persone sia riconosciuto il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche nel paese in cui vivono.

Nelle forme che Lei riterra' adeguate, nello scrupoloso adempimento delle sue funzioni, nel pieno rispetto del suo mandato, dica una parola che apra gli occhi a tutti i senatori e i deputati.

Augurandole ogni bene.

 

10. REPETITA IUVANT. "CON GLI OCCHI APERTI, CON VIGILE CUORE". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Oggetto: La nuova legge elettorale riconosca finalmente il diritto di voto a milioni di persone residenti in Italia cui attualmente e' negato questo fondamentale diritto democratico

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

il suo Governo accompagnera' il Parlamento in questi mesi in cui le Camere saranno chiamate ad elaborare la nuova legge elettorale.

Credo non sfugga a nessuno che nel nostro paese vivono e lavorano milioni di persone alle quali, per essere nate altrove, non e' attualmente riconosciuto il diritto di voto. Ma la grandissima parte di queste persone, per scelta o per costrizione, vivranno qui per gran parte o per tutto il resto della loro vita; e fin d'ora e' qui che pagano le tasse, e' qui che mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi del nostro paese, contribuiscono alla ricchezza del nostro paese, sono parte dell'Italia cosi' come lo sono i nativi.

Il fatto che sia loro negato il diritto di voto significa che si impedisce che possano prendere parte alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro esistenze.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei ricordera' il motto che diede inizio alla rivoluzione americana: "No taxation without representation"; in Italia oggi ci sono milioni di persone che pagano le tasse ma non hanno diritto di rappresentanza nelle istituzioni pubbliche.

Lei ricordera' anche il principio stesso della democrazia: "Una persona, un voto"; in Italia oggi ci sono milioni di persone cui e' negato il primo, essenziale, fondamentale diritto democratico.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

il mondo e' certo profondamente cambiato in questi ultimi decenni: in passato in Italia le persone nate altrove erano poche, ma adesso sono milioni; e per una grandissima parte di questi milioni di esseri umani l'Italia non e' un luogo di transito in cui fermarsi per breve tempo, ma il paese in cui vive da anni, e vivra' per molti anni ancora: sono milioni di esseri umani che dobbiamo riconoscere non solo come nostri fratelli e sorelle, ma come nostri reali concittadini, come nostri autentici compaesani.

Se la loro piena dignita' umana non e' riconosciuta qui, non lo sara' mai in nessun altro luogo; se i loro diritti politici non sono riconosciuti qui, non lo saranno mai in nessun altro luogo. Di questo stiamo parlando: del riconoscimento della piena dignita' umana di milioni di esseri umani che vivono qui, che vivono con noi, che sono i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, i nostri conoscenti, i nostri amici, che condividono con noi la vita quotidiana.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei sa anche che finche' non si riconoscera' a questi milioni di persone nostri effettivi compaesani il diritto di voto, essi saranno tenuti in una condizione di soggezione, saranno esposti alla violenza razzista e schiavista, poiche' lo stesso stato italiano ancor oggi non riconosce loro pieni diritti.

Lei sa che per sconfiggere nel nostro paese razzismo e schiavismo occorre innanzitutto far cessare il regime di effettuale segregazione politica in cui sono tenute milioni di persone cui e' ancora assurdamente negato il diritto di voto.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei ricordera' come me quel dibattito che ebbe luogo sul finire del secolo scorso e mise capo alla legge 40/1998 (la cosiddetta legge Turco-Napolitano), e ricordera' quindi anche che all'epoca vi era gia' un ampio consenso sulla necessita' di riconoscere il diritto di voto almeno nelle elezioni amministrative a tutti gli stranieri residenti in Italia.

Ricordera' anche che gia' da anni vi sono stranieri che votano in Italia nelle elezioni amministrative (oltre che in quelle per il Parlamento europeo): sono le persone straniere residenti in Italia provenienti da paesi membri dell'Unione Europea.

E ricordera' anche che in altri paesi europei trascorso un lasso di tempo talvolta dell'ordine di pochi mesi il diritto di voto - particolarmente per le elezioni amministrative - e' riconosciuto a tutti i residenti anche non nativi.

Orbene, sembra essere opinione prevalente che per l'attribuzione del diritto di voto nelle elezioni politiche a tutti gli stranieri residenti in Italia sia necessaria una modifica costituzionale; mentre per le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria.

Ignoro se il Parlamento nella sua composizione attuale possa raggiungere un persuaso consenso nel legiferare il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni politiche a tutti i residenti in Italia; ma almeno il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutti i residenti in Italia con legge ordinaria non dovrebbe incontrare obiezioni.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

guardiamo la realta' ad occhi aperti, con non offuscata ragione, con cuore vigile: se in un paese si nega il diritto di voto a milioni di persone che in quel paese vivono, ebbene, in quel paese non vi e' piu' una vera democrazia.

L'Italia repubblicana, democratica, antifascista non puo' essere un regime razzista; l'Italia repubblicana, democratica, antifascista non puo' piu' negare il diritto di voto a milioni di persone che vivono qui.

Augurandole ogni bene.

 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 6 del 18 gennaio 2017

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/