[Nonviolenza] Anche Francuccio Gesualdi a sostegno dell'appello "Una persona, un voto"



 

ANCHE FRANCUCCIO GESUALDI A SOSTEGNO DELL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Anche Francuccio Gesualdi, gia' allievo di don Lorenzo Milani, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", una delle figure piu' autorevoli del movimento per la pace, la giustizia e la salvaguardia della biosfera, ha espresso il suo sostegno all'appello "Una persona, un voto", affinche' con la nuova legge elettorale il Parlamento italiano riconosca il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Ringraziamo di cuore Francuccio Gesualdi per il suo autorevole intervento ed auspichiamo che tutti i parlamentari ascoltino la sua voce, come quella di padre Alex Zanotelli, della storica Anna Bravo, del filosofo Giuliano Pontara, del presidente onorario del Movimento Nonviolento Daniele Lugli, dell'educatore ed editore Olivier Turquet, del  presidente onorario dell'Ipri Alberto L'Abate e di innumerevoli altre persone di volonta' buona che ritengono inammissibile che in Italia siano ancora private del diritto di voto milioni di persone che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi, contribuiscono intensamente all'economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del paese, arrecano all'Italia ingenti benefici ma sono tuttora assurdamente private del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

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Allegato: Una lettera ai parlamentari

Gentile parlamentare,

poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le saremmo assai grati se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.

Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.

Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.

La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.

Le saremmo assai grati se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.

Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la salutiamo cordialmente.

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 9 gennaio 2017

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it