[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 88
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- Date: Mon, 2 Jan 2017 10:15:10 +0100 (CET)
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 88 del 2 gennaio 2017
In questo numero:
1. Bozza di lettera alle ed ai parlamentari per il diritto di voto a milioni di persone fin qui escluse
2. "Facciamo del bene a questo paese: una persona, un voto". Una richiesta di aiuto a tutte le persone di volonta' buona
3. Ancora un ringraziamento alla Presidente della Camera dei Deputati e ancora un invito a tutte e tutti i parlamentari
4. "Con la forza della verita', con la forza della democrazia". Al Presidente del Senato della Repubblica un appello
5. "Fino a quando". Una lettera al Presidente della Repubblica
6. "Con gli occhi aperti, con vigile cuore". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri
1. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA ALLE ED AI PARLAMENTARI PER IL DIRITTO DI VOTO A MILIONI DI PERSONE FIN QUI ESCLUSE
Gentile parlamentare,
poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le sarei assai grato se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.
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Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
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L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:
a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);
b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.
Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.
E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.
Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.
La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.
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Le sarei assai grato se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.
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Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la saluto augurandole buone feste.
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2. REPETITA IUVANT. "FACCIAMO DEL BENE A QUESTO PAESE: UNA PERSONA, UN VOTO". UNA RICHIESTA DI AIUTO A TUTTE LE PERSONE DI VOLONTA' BUONA
Vivono oggi in Italia milioni di persone cui e' negato il diritto fondamentale della democrazia: il diritto di voto.
Milioni di persone che non sono nate in Italia ma in Italia realmente vivono, e che qui lavorano, qui mandano a scuola i loro figli, qui producono ricchezza per tutti, sostengono in misura decisiva il sistema pensionistico, impediscono il declino demografico del paese; sono milioni di persone coraggiose e generose che con il loro lavoro e la loro umanita' fanno del bene a questo paese.
E' una scandalosa iniquita' e un ignobile oltraggio che continui ad essere loro negato il diritto di voto nell'unico paese in cui questo diritto possono concretamente esercitare, nel paese a cui fanno del bene, nel paese in cui realmente vivono la loro vita.
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Chiediamo al Parlamento italiano che la nuova legge elettorale che verra' elaborata, discussa e approvata nelle prossime settimane riconosca finalmente il diritto di voto in tutte le elezioni a tutte le persone che in Italia vivono, non piu' soltanto ai nativi ma anche a chi non vi e' nato ma realmente ci vive.
Facciamo del bene a questo paese, inveriamo la democrazia: una persona, un voto.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona di premere nonviolentemente sul Parlamento affinche' legiferi il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono.
Facciamo del bene a questo paese, inveriamo la democrazia: una persona, un voto.
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Contrastiamo la segregazione e la violenza con il riconoscimento e la civilta'.
Contrastiamo il razzismo, la schiavitu', il terrore e il crimine con la forza della verita', con la forza della legalita' che difende il debole dall'abuso del forte e che salva le vite, con la forza dell'umanita' che nessun essere umano abbandona al male, al dolore e alla morte.
Contrastiamo la barbarie con il diritto.
Facciamo del bene a questo paese, inveriamo la democrazia: una persona, un voto.
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A chi legge queste righe chiediamo di considerarne e condividerne la richiesta, chiediamo di far circolare questa proposta, chiediamo di esprimere pubblicamente il suo sostegno, chiediamo di adoperarsi affinche' il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia e che quindi sono l'Italia, il popolo italiano effettualmente costituiscono.
Ed in particolare chiediamo di scrivere al Presidente della Repubblica (attraverso il sito www.quirinale.it), al Presidente del Senato della Repubblica (attraverso il sito www.pietrograsso.org o attraverso l'e-mail pietro.grasso at senato.it), alla Presidente della Camera dei Deputati (attraverso il sito http://presidente.camera.it o attraverso l'e-mail laura.boldrini at camera.it), al Presidente del Consiglio dei Ministri (e-mail: presidente at pec.governo.it - che riceve anche da casella di posta elettronica non certificata), ed a tutte le parlamentari ed i parlamentari cui si riterra' opportuno, per formulare loro l'esortazione che il Parlamento riconosca finalmente il diritto di voto in tutte le elezioni a tutte le persone che in Italia vivono, poiche' l'Italia e' una repubblica democratica e il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto".
Facciamo del bene a questo paese, inveriamo la democrazia: una persona, un voto.
3. REPETITA IUVANT. ANCORA UN RINGRAZIAMENTO ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E ANCORA UN INVITO A TUTTE E TUTTI I PARLAMENTARI
Gentile Presidente della Camera dei Deputati,
ci permetta di ringraziarla di nuovo per aver inviato alla competente Commissione della Camera la nostra proposta per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, affinche' la nuova legge elettorale faccia cessare una sommamente irragionevole e sommamente iniqua discriminazione che priva milioni di persone che vivono in Italia del piu' elementare diritto democratico, il diritto di voto.
E ci permetta di cogliere questa occasione per rivolgere un nuovo invito a tutte e tutti i parlamentari (cui inviamo questa lettera per opportuna conoscenza) affinche' aprano gli occhi dinanzi alla realta' effettuale e riconoscano la necessita' e l'urgenza di riconoscere il diritto di voto a milioni di persone che vivono nel nostro paese, che arricchiscono il nostro paese, che sono realmente l'Italia tanto quanto i nativi.
Lo stato di diritto, la democrazia parlamentare, il rispetto dei diritti umani, i principi fondamentali ovvero i valori supremi della Costituzione antifascista richiedono l'inveramento del principio "Una persona, un voto".
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La barbarie si contrasta con la civilta'; la violenza si contrasta con il riconoscimento, il rispetto e la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.
L'orrore e il lutto per tutte le persone uccise, ad Aleppo, a Berlino, ovunque, persuadano ogni persona senziente e pensante che uccidere e' sempre e solo un male, che ogni essere umano ha diritto alla vita. Non e' uccidendo che si pone fine alle uccisioni; si pone fine alle uccisioni cessando di uccidere.
L'orrore e il disgusto per tutti i poteri che fomentano l'odio e incitano a uccidere e perseguitare, per tutti i poteri che si nutrono di carne umana, persuadano ogni persona senziente e pensante ad impegnarsi per porre fine alle stragi nell'unico modo in cui questo e' possibile: cessando di uccidere, disarmando tutti, costruendo la pace e la convivenza salvando le vite, scegliendo di adoperarsi per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Vi e' una sola umanita'.
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In questi giorni in cui dissennati mestatori ed effettuali avvoltoi predicano la disumanita' e il sonno della ragione che genera mostri, il Parlamento italiano impegnato nell'elaborazione di una nuova legge elettorale coerente coi valori della Costituzione repubblicana faccia la scelta del diritto, della democrazia, della pace, della civilta', della politica che salva le vite e riconosce la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani: una persona, un voto.
Una repubblica democratica: una persona, un voto.
Una sola umanita': una persona, un voto.
Una persona, un voto.
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Ringraziandola di nuovo ed augurandole ogni bene.
4. REPETITA IUVANT. "CON LA FORZA DELLA VERITA', CON LA FORZA DELLA DEMOCRAZIA". AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA UN APPELLO
Oggetto: Contrastare l'orrore con la forza della verita', della democrazia, della legalita', della civilta'. Riconoscere finalmente il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.
Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
gli orrori delle guerre in corso, gli orrori degli attentati terroristici, gli atti di barbarie di cui ogni giorno ci giunge notizia, possono e devono essere contrastati: con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della civilta'.
Con la forza della verita': "forza della verita'", in sanscrito satyagraha, e' uno dei due termini (l'altro e' ahimsa) con cui Gandhi definisce la sua proposta di azione, che noi traduciamo nonviolenza. Forza della verita' significa riconoscere che ogni essere umano e' un valore infinito; che ogni vita e' degna di rispetto e di cura; che ogni persona ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Forza della verita' significa non solo "non uccidere", ma anche "salvare le vite", recare aiuto, condividere i beni. La guerra, il terrorismo, la barbarie, si contrastano con la forza della verita', con la nonviolenza, con la scelta di rispettare e salvare tutte le vite, di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Con la forza della democrazia: riconoscendo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; e riconoscendo che ogni persona che vive in una comunita' ha diritto di contribuire al bene comune di quella comunita', quindi anche a partecipare a prendere le decisioni pubbliche che tutte le persone a quella comunita' appartenenti riguardano. La democrazia e' il potere del popolo nell'eguaglianza di diritti di tutte le persone, e il suo principio e' quindi "una persona, un voto".
Con la forza della legalita': che nella sua autenticita' e' la difesa del debole dagli abusi del forte, e' l'insieme di regole condivise che sostiene la civile convivenza, e' l'inveramento del riconoscimento del valore infinito e dei diritti inalienabili di ogni persona, e' responsabilita' e solidarieta' concreta e operante.
Con la forza della civilta': che si oppone alla barbarie, che si oppone alla violenza; la civilta' che e' il riconoscimento dei legami che uniscono l'umana famiglia, che e' l'opera comune per il bene comune.
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Egregio Presidente del Senato,
vivono in Italia milioni di persone che per il mero fatto di non essere native del luogo sono tuttora assurdamente private del diritto di voto.
Ma queste persone realmente vivono in Italia, lavorano in Italia, rispettano le leggi italiane, producono ricchezza per il nostro paese, sostengono in misura decisiva il sistema pensionistico che tutela gli anziani e i fragili di questo paese, contribuiscono in misura decisiva ad evitare il declino demografico di questo paese; questi milioni di persone sono anch'esse l'Italia, e molto spesso ne sono la parte migliore, la piu' laboriosa, la piu' coraggiosa, la piu' generosa; i loro figli frequentano le nostre scuole, sono il futuro del nostro paese al pari dei loro coetanei nativi.
Milioni di persone che sono i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, coloro con cui condividiamo la vita quotidiana, i timori e le gioie, le fatiche e le speranze; milioni di persone che in Italia hanno deciso di costruire il loro futuro dopo aver dovuto lasciare - sovente in circostanze drammatiche - i loro paesi d'origine; milioni di persone che hanno scelto di essere nostri effettuali compaesani, concittadini, compatrioti.
Milioni di persone cui assurdamente e' tuttora negato il diritto di voto in questo che e' il paese dove vivono, ovvero sovente l'unico luogo in cui il diritto di voto potrebbero realmente efficacemente esercitare; milioni di persone cui assurdamente e' tuttora impedito di partecipare a prendere le decisioni pubbliche che anche loro direttamente riguardano nel luogo in cui realmente vivono: milioni di persone per cui assurdamente ancora oggi non vale il principio a fondamento della democrazia: "una persona, un voto".
Eppure l'Italia e' una repubblica democratica. Ma allora come e' ammissibile che a milioni di suoi abitanti sia tuttora negato il diritto di voto, senza del quale non vi e' democrazia? Non e' ammissibile. Ed occorre quindi porre al piu' presto rimedio a questa palese ingiustizia, a questa flagrante contraddizione con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione repubblicana.
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Egregio Presidente del Senato,
nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nell'elaborazione e quindi nel varo della nuova legge elettorale: non e' evidente che il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia dovrebbe essere il cuore di quetsa nuova legge? Non e' evidente che in tutte le elezioni, da quelle comunali, alle regionali, fino alle politiche ed alle europee, si deve finalmente riconoscere il diritto di partecipare a questi milioni di persone fin qui escluse ma che qui vivono, qui e solo qui possono effettualmente, concretamente, pienamente esercitare i loro diritti politici? Non e' evidente che se si persiste nel negare il diritto di voto a milioni di residenti in Italia (e quindi di effettivi italiani) solo perche' non sono nativi del luogo in cui vivono, ebbene, questo fa decadere il nostro paese da democrazia costituzionale a regime razzista?
Basterebbe una legge ordinaria per riconoscere a tutte le persone residenti il diritto di voto nelle elezioni amministrative (gli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea, ad esempio, lo hanno gia').
Ed occorrerebbe probabilmente una riforma costituzionale per riconoscere a tutti i residenti il diritto di voto nelle elezioni politiche.
E' ragionevole supporre che in Parlamento vi sia gia' un'ampia maggioranza di parlamentari cosciente di questa realta'; un'ampia maggioranza di parlamentari persuasa del fatto che la democrazia richiede che ad ogni persona realmente presente in una comunita', in un territorio, sia riconosciuto il diritto di voto; un'ampia maggioranza di parlamentari che voglia aprire gli occhi e deliberare tanto la legge ordinaria per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative quanto quella di rilevanza costituzionale per le elezioni politiche.
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Egregio Presidente del Senato,
la sua collega Presidente della Camera dei Deputati alcuni giorni fa ha gia' trasmesso alla competente Commissione del ramo del Parlamento che presiede un nostro precedente appello affinche' con la nuova legge elettorale sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.
Voglia anche Lei adoperarsi affinche' anche nel Senato della Repubblica la richiesta del riconoscimento del diritto di voto a milioni di residenti in Italia attualmente assurdamente esclusi da tale fondamentale diritto sia finalmente presa in considerazione nella discussione che mettera' capo alla nuova legge elettorale e divenga proposta condivisa da tutte le senatrici ed i senatori fedeli alla repubblica, alla democrazia, all'umanita'.
Con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della civilta': per il bene comune.
Una persona, un voto.
AugurandoLe ogni bene.
5. REPETITA IUVANT. "FINO A QUANDO". UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Egregio Presidente della Repubblica,
fino a quando milioni di persone che vivono, lavorano, pagano le tasse in Italia, continueranno a vedersi negare il diritto di voto solo perche' non sono nate qui?
Fino a quando per milioni di persone che sono nostri colleghi di lavoro, nostri vicini di casa, nostri sodali in ogni vicenda della vita quotidiana, continuera' a non valere il primo diritto politico, il fondamento stesso della democrazia, il diritto di voto?
Fino a quando milioni di persone che danno un contributo fondamentale alla produzione della ricchezza del paese, che danno un contributo fondamentale a sostenere il sistema pensionistico, che danno un contributo fondamentale a dare un futuro all'Italia altrimenti in declino demografico, continueranno ad essere private del diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano tutti e quindi anche loro?
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Egregio Presidente della Repubblica,
nulla osta a che il Parlamento con legge ordinaria legiferi il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia; e' peraltro un diritto gia' riconosciuto alle persone straniere provenienti dai paesi dell'Unione Europea, perche' continuare ad escludere tutte le altre?
E nulla osta a che il Parlamento con legge di modifica costituzionale riconosca finalmente a tutti coloro che in Italia vivono il diritto di voto nelle elezioni politiche; queste persone - milioni di persone - vivono realmente qui, e dove dovrebbero poter esercitare i loro diritti politici se non qui dove vivono? E cosa ne e' dei loro diritti politici, dei loro diritti civili, dei loro diritti umani, se si continua a negare loro il primo e fondamentale dei diritti democratici, il diritto di voto?
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Egregio Presidente della Repubblica,
in queste settimane il Parlamento dovra' predisporre la nuova legge elettorale. Ma i leader delle forze politiche che in Parlamento siedono sembrano ciechi: sembrano non vedere questi milioni di persone in mezzo a cui anche loro vivono; ma questi milioni di persone esistono, questi milioni di persone sono in Italia, questi milioni di persone sono l'Italia cosi' come le persone native. Perche' i leader delle forze politiche continuano ad essere cosi' ciechi?
Sia Lei a ricordare al Paese tutto, e quindi anche ai legislatori, che se in un paese si nega il diritto di voto a milioni di persone che li' vivono, quel paese cessa di essere un paese democratico e diventa un regime razzista.
Sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni ai principi fondamentali ovvero ai valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana, e quindi al dovere del loro inveramento; sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni alla democrazia come metodo e come sistema, e quindi alla realizzazione del suo autentico fondamento che e' il diritto di ogni persona che vive in una comunita' a partecipare alle decisioni comuni; sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni al rispetto e alla promozione dei diritti di ogni essere umano, e quindi al riconoscimento del diritto di ogni persona che vive nel nostro paese a prendere parte alle elezioni delle istituzioni rappresentative.
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Egregio Presidente della Repubblica,
il principio "Una persona, un voto" e' il cardine della democrazia; l'Italia e' una repubblica democratica, si riconosca dunque il diritto di voto a tutte le persone che ci vivono.
Una sua parola puo' illuminare la coscienza di tutti i parlamentari; una sua parola puo' chiarire a chiunque quanto iniquo sia negare il diritto di voto a milioni di nostri reali concittadini, di nostri veri compaesani; una sua parola puo' suscitare un corale impegno affinche' a milioni di persone sia riconosciuto il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche nel paese in cui vivono.
Nelle forme che Lei riterra' adeguate, nello scrupoloso adempimento delle sue funzioni, nel pieno rispetto del suo mandato, dica una parola che apra gli occhi a tutti i senatori e i deputati.
Augurandole ogni bene.
6. REPETITA IUVANT. "CON GLI OCCHI APERTI, CON VIGILE CUORE". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Oggetto: La nuova legge elettorale riconosca finalmente il diritto di voto a milioni di persone residenti in Italia cui attualmente e' negato questo fondamentale diritto democratico
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
il suo Governo accompagnera' il Parlamento in questi mesi in cui le Camere saranno chiamate ad elaborare la nuova legge elettorale.
Credo non sfugga a nessuno che nel nostro paese vivono e lavorano milioni di persone alle quali, per essere nate altrove, non e' attualmente riconosciuto il diritto di voto. Ma la grandissima parte di queste persone, per scelta o per costrizione, vivranno qui per gran parte o per tutto il resto della loro vita; e fin d'ora e' qui che pagano le tasse, e' qui che mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi del nostro paese, contribuiscono alla ricchezza del nostro paese, sono parte dell'Italia cosi' come lo sono i nativi.
Il fatto che sia loro negato il diritto di voto significa che si impedisce che possano prendere parte alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro esistenze.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei ricordera' il motto che diede inizio alla rivoluzione americana: "No taxation without representation"; in Italia oggi ci sono milioni di persone che pagano le tasse ma non hanno diritto di rappresentanza nelle istituzioni pubbliche.
Lei ricordera' anche il principio stesso della democrazia: "Una persona, un voto"; in Italia oggi ci sono milioni di persone cui e' negato il primo, essenziale, fondamentale diritto democratico.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
il mondo e' certo profondamente cambiato in questi ultimi decenni: in passato in Italia le persone nate altrove erano poche, ma adesso sono milioni; e per una grandissima parte di questi milioni di esseri umani l'Italia non e' un luogo di transito in cui fermarsi per breve tempo, ma il paese in cui vive da anni, e vivra' per molti anni ancora: sono milioni di esseri umani che dobbiamo riconoscere non solo come nostri fratelli e sorelle, ma come nostri reali concittadini, come nostri autentici compaesani.
Se la loro piena dignita' umana non e' riconosciuta qui, non lo sara' mai in nessun altro luogo; se i loro diritti politici non sono riconosciuti qui, non lo saranno mai in nessun altro luogo. Di questo stiamo parlando: del riconoscimento della piena dignita' umana di milioni di esseri umani che vivono qui, che vivono con noi, che sono i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, i nostri conoscenti, i nostri amici, che condividono con noi la vita quotidiana.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei sa anche che finche' non si riconoscera' a questi milioni di persone nostri effettivi compaesani il diritto di voto, essi saranno tenuti in una condizione di soggezione, saranno esposti alla violenza razzista e schiavista, poiche' lo stesso stato italiano ancor oggi non riconosce loro pieni diritti.
Lei sa che per sconfiggere nel nostro paese razzismo e schiavismo occorre innanzitutto far cessare il regime di effettuale segregazione politica in cui sono tenute milioni di persone cui e' ancora assurdamente negato il diritto di voto.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei ricordera' come me quel dibattito che ebbe luogo sul finire del secolo scorso e mise capo alla legge 40/1998 (la cosiddetta legge Turco-Napolitano), e ricordera' quindi anche che all'epoca vi era gia' un ampio consenso sulla necessita' di riconoscere il diritto di voto almeno nelle elezioni amministrative a tutti gli stranieri residenti in Italia.
Ricordera' anche che gia' da anni vi sono stranieri che votano in Italia nelle elezioni amministrative (oltre che in quelle per il Parlamento europeo): sono le persone straniere residenti in Italia provenienti da paesi membri dell'Unione Europea.
E ricordera' anche che in altri paesi europei trascorso un lasso di tempo talvolta dell'ordine di pochi mesi il diritto di voto - particolarmente per le elezioni amministrative - e' riconosciuto a tutti i residenti anche non nativi.
Orbene, sembra essere opinione prevalente che per l'attribuzione del diritto di voto nelle elezioni politiche a tutti gli stranieri residenti in Italia sia necessaria una modifica costituzionale; mentre per le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria.
Ignoro se il Parlamento nella sua composizione attuale possa raggiungere un persuaso consenso nel legiferare il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni politiche a tutti i residenti in Italia; ma almeno il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutti i residenti in Italia con legge ordinaria non dovrebbe incontrare obiezioni.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
guardiamo la realta' ad occhi aperti, con non offuscata ragione, con cuore vigile: se in un paese si nega il diritto di voto a milioni di persone che in quel paese vivono, ebbene, in quel paese non vi e' piu' una vera democrazia.
L'Italia repubblicana, democratica, antifascista non puo' essere un regime razzista; l'Italia repubblicana, democratica, antifascista non puo' piu' negare il diritto di voto a milioni di persone che vivono qui.
Augurandole ogni bene.
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 88 del 2 gennaio 2017
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/- Prev by Date: [Nonviolenza] Con proposta di uso e diffusione. Bozza di lettera alle ed ai parlamentari per il diritto di voto a milioni di persone fin qui escluse
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