[Nonviolenza] Telegrammi. 2571



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2571 del 27 dicembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Se un ragazzo tunisino che giunge in Italia

2. Un appello a chi legge

3. Ancora un ringraziamento alla Presidente della Camera dei Deputati e ancora un invito a tutte e tutti i parlamentari

4. "Con la forza della verita', con la forza della democrazia". Al Presidente del Senato della Repubblica un appello

5. "Fino a quando". Una lettera al Presidente della Repubblica

6. "Con gli occhi aperti, con vigile cuore". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. SCORCIATOIE. SE UN RAGAZZO TUNISINO CHE GIUNGE IN ITALIA

 

Se un ragazzo tunisino che giunge in Italia invece di trovare campi di concentramento e galere, e l'educazione al male che li' s'impartisce, trovasse invece umanita', trovasse la legge che protegge il debole dalla violenza del forte, trovasse soccorso, accoglienza, assistenza, trovasse l'umanita' come dovrebbe essere, ebbene, sarebbero ancora vive le persone morte a Berlino, sarebbe ancora vivo quel ragazzo, sarebbe meno infelice, meno deserto, meno infernale questo nostro unico mondo, questa nostra unica vita.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

2. REPETITA IUVANT. UN APPELLO A CHI LEGGE

 

Care lettrici e cari lettori,

nel dibattito delle forze politiche sulla nuova legge elettorale e' fin qui del tutto assente il riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono in Italia ma che di quel fondamentale diritto sono tuttora private.

Vorremmo quindi invitarvi ad un impegno per persuadere il Parlamento a fare una legge elettorale che finalmente dia attuazione al primo principio della democrazia: una persona, un voto.

Vi proponiamo di scrivere a tal fine lettere ai parlamentari, ai mass-media, a tutti gli interlocutori che riterrete possibile coinvolgere nell'impegno comune per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono.

Contro il razzismo e lo schiavismo.

Contro il sonno della ragione che genera mostri.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Una persona, un voto.

 

3. REPETITA IUVANT. ANCORA UN RINGRAZIAMENTO ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E ANCORA UN INVITO A TUTTE E TUTTI I PARLAMENTARI

 

Gentile Presidente della Camera dei Deputati,

ci permetta di ringraziarla di nuovo per aver inviato alla competente Commissione della Camera la nostra proposta per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, affinche' la nuova legge elettorale faccia cessare una sommamente irragionevole e sommamente iniqua discriminazione che priva milioni di persone che vivono in Italia del piu' elementare diritto democratico, il diritto di voto.

E ci permetta di cogliere questa occasione per rivolgere un nuovo invito a tutte e tutti i parlamentari (cui inviamo questa lettera per opportuna conoscenza) affinche' aprano gli occhi dinanzi alla realta' effettuale e riconoscano la necessita' e l'urgenza di riconoscere il diritto di voto a milioni di persone che vivono nel nostro paese, che arricchiscono il nostro paese, che sono realmente l'Italia tanto quanto i nativi.

Lo stato di diritto, la democrazia parlamentare, il rispetto dei diritti umani, i principi fondamentali ovvero i valori supremi della Costituzione antifascista richiedono l'inveramento del principio "Una persona, un voto".

*

La barbarie si contrasta con la civilta'; la violenza si contrasta con il riconoscimento, il rispetto e la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.

L'orrore e il lutto per tutte le persone uccise, ad Aleppo, a Berlino, ovunque, persuadano ogni persona senziente e pensante che uccidere e' sempre e solo un male, che ogni essere umano ha diritto alla vita. Non e' uccidendo che si pone fine alle uccisioni; si pone fine alle uccisioni cessando di uccidere.

L'orrore e il disgusto per tutti i poteri che fomentano l'odio e incitano a uccidere e perseguitare, per tutti i poteri che si nutrono di carne umana, persuadano ogni persona senziente e pensante ad impegnarsi per porre fine alle stragi nell'unico modo in cui questo e' possibile: cessando di uccidere, disarmando tutti, costruendo la pace e la convivenza salvando le vite, scegliendo di adoperarsi per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Vi e' una sola umanita'.

*

In questi giorni in cui dissennati mestatori ed effettuali avvoltoi predicano la disumanita' e il sonno della ragione che genera mostri, il Parlamento italiano impegnato nell'elaborazione di una nuova legge elettorale coerente coi valori della Costituzione repubblicana faccia la scelta del diritto, della democrazia, della pace, della civilta', della politica che salva le vite e riconosce la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani: una persona, un voto.

Una repubblica democratica: una persona, un voto.

Una sola umanita': una persona, un voto.

Una persona, un voto.

*

Ringraziandola di nuovo ed augurandole ogni bene.

 

4. REPETITA IUVANT. "CON LA FORZA DELLA VERITA', CON LA FORZA DELLA DEMOCRAZIA". AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA UN APPELLO

 

Oggetto: Contrastare l'orrore con la forza della verita', della democrazia, della legalita', della civilta'. Riconoscere finalmente il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

gli orrori delle guerre in corso, gli orrori degli attentati terroristici, gli atti di barbarie di cui ogni giorno ci giunge notizia, possono e devono essere contrastati: con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della civilta'.

Con la forza della verita': "forza della verita'", in sanscrito satyagraha, e' uno dei due termini (l'altro e' ahimsa) con cui Gandhi definisce la sua proposta di azione, che noi traduciamo nonviolenza. Forza della verita' significa riconoscere che ogni essere umano e' un valore infinito; che ogni vita e' degna di rispetto e di cura; che ogni persona ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Forza della verita' significa non solo "non uccidere", ma anche "salvare le vite", recare aiuto, condividere i beni. La guerra, il terrorismo, la barbarie, si contrastano con la forza della verita', con la nonviolenza, con la scelta di rispettare e salvare tutte le vite, di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Con la forza della democrazia: riconoscendo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; e riconoscendo che ogni persona che vive in una comunita' ha diritto di contribuire al bene comune di quella comunita', quindi anche a partecipare a prendere le decisioni pubbliche che tutte le persone a quella comunita' appartenenti riguardano. La democrazia e' il potere del popolo nell'eguaglianza di diritti di tutte le persone, e il suo principio e' quindi "una persona, un voto".

Con la forza della legalita': che nella sua autenticita' e' la difesa del debole dagli abusi del forte, e' l'insieme di regole condivise che sostiene la civile convivenza, e' l'inveramento del riconoscimento del valore infinito e dei diritti inalienabili di ogni persona, e' responsabilita' e solidarieta' concreta e operante.

Con la forza della civilta': che si oppone alla barbarie, che si oppone alla violenza; la civilta' che e' il riconoscimento dei legami che uniscono l'umana famiglia, che e' l'opera comune per il bene comune.

*

Egregio Presidente del Senato,

vivono in Italia milioni di persone che per il mero fatto di non essere native del luogo sono tuttora assurdamente private del diritto di voto.

Ma queste persone realmente vivono in Italia, lavorano in Italia, rispettano le leggi italiane, producono ricchezza per il nostro paese, sostengono in misura decisiva il sistema pensionistico che tutela gli anziani e i fragili di questo paese, contribuiscono in misura decisiva ad evitare il declino demografico di questo paese; questi milioni di persone sono anch'esse l'Italia, e molto spesso ne sono la parte migliore, la piu' laboriosa, la piu' coraggiosa, la piu' generosa; i loro figli frequentano le nostre scuole, sono il futuro del nostro paese al pari dei loro coetanei nativi.

Milioni di persone che sono i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, coloro con cui condividiamo la vita quotidiana, i timori e le gioie, le fatiche e le speranze; milioni di persone che in Italia hanno deciso di costruire il loro futuro dopo aver dovuto lasciare - sovente in circostanze drammatiche - i loro paesi d'origine; milioni di persone che hanno scelto di essere nostri effettuali compaesani, concittadini, compatrioti.

Milioni di persone cui assurdamente e' tuttora negato il diritto di voto in questo che e' il paese dove vivono, ovvero sovente l'unico luogo in cui il diritto di voto potrebbero realmente efficacemente esercitare; milioni di persone cui assurdamente e' tuttora impedito di partecipare a prendere le decisioni pubbliche che anche loro direttamente riguardano nel luogo in cui realmente vivono: milioni di persone per cui assurdamente ancora oggi non vale il principio a fondamento della democrazia: "una persona, un voto".

Eppure l'Italia e' una repubblica democratica. Ma allora come e' ammissibile che a milioni di suoi abitanti sia tuttora negato il diritto di voto, senza del quale non vi e' democrazia? Non e' ammissibile. Ed occorre quindi porre al piu' presto rimedio a questa palese ingiustizia, a questa flagrante contraddizione con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione repubblicana.

*

Egregio Presidente del Senato,

nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nell'elaborazione e quindi nel varo della nuova legge elettorale: non e' evidente che il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia dovrebbe essere il cuore di quetsa nuova legge? Non e' evidente che in tutte le elezioni, da quelle comunali, alle regionali, fino alle politiche ed alle europee, si deve finalmente riconoscere il diritto di partecipare a questi milioni di persone fin qui escluse ma che qui vivono, qui e solo qui possono effettualmente, concretamente, pienamente esercitare i loro diritti politici? Non e' evidente che se si persiste nel negare il diritto di voto a milioni di residenti in Italia (e quindi di effettivi italiani) solo perche' non sono nativi del luogo in cui vivono, ebbene, questo fa decadere il nostro paese da democrazia costituzionale a regime razzista?

Basterebbe una legge ordinaria per riconoscere a tutte le persone residenti il diritto di voto nelle elezioni amministrative (gli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea, ad esempio, lo hanno gia').

Ed occorrerebbe probabilmente una riforma costituzionale per riconoscere a tutti i residenti il diritto di voto nelle elezioni politiche.

E' ragionevole supporre che in Parlamento vi sia gia' un'ampia maggioranza di parlamentari cosciente di questa realta'; un'ampia maggioranza di parlamentari persuasa del fatto che la democrazia richiede che ad ogni persona realmente presente in una comunita', in un territorio, sia riconosciuto il diritto di voto; un'ampia maggioranza di parlamentari che voglia aprire gli occhi e deliberare tanto la legge ordinaria per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative quanto quella di rilevanza costituzionale per le elezioni politiche.

*

Egregio Presidente del Senato,

la sua collega Presidente della Camera dei Deputati alcuni giorni fa ha gia' trasmesso alla competente Commissione del ramo del Parlamento che presiede un nostro precedente appello affinche' con la nuova legge elettorale sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

Voglia anche Lei adoperarsi affinche' anche nel Senato della Repubblica la richiesta del riconoscimento del diritto di voto a milioni di residenti in Italia attualmente assurdamente esclusi da tale fondamentale diritto sia finalmente presa in considerazione nella discussione che mettera' capo alla nuova legge elettorale e divenga proposta condivisa da tutte le senatrici ed i senatori fedeli alla repubblica, alla democrazia, all'umanita'.

Con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della civilta': per il bene comune.

Una persona, un voto.

AugurandoLe ogni bene.

 

5. REPETITA IUVANT. "FINO A QUANDO". UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Egregio Presidente della Repubblica,

fino a quando milioni di persone che vivono, lavorano, pagano le tasse in Italia, continueranno a vedersi negare il diritto di voto solo perche' non sono nate qui?

Fino a quando per milioni di persone che sono nostri colleghi di lavoro, nostri vicini di casa, nostri sodali in ogni vicenda della vita quotidiana, continuera' a non valere il primo diritto politico, il fondamento stesso della democrazia, il diritto di voto?

Fino a quando milioni di persone che danno un contributo fondamentale alla produzione della ricchezza del paese, che danno un contributo fondamentale a sostenere il sistema pensionistico, che danno un contributo fondamentale a dare un futuro all'Italia altrimenti in declino demografico, continueranno ad essere private del diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano tutti e quindi anche loro?

*

Egregio Presidente della Repubblica,

nulla osta a che il Parlamento con legge ordinaria legiferi il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia; e' peraltro un diritto gia' riconosciuto alle persone straniere provenienti dai paesi dell'Unione Europea, perche' continuare ad escludere tutte le altre?

E nulla osta a che il Parlamento con legge di modifica costituzionale riconosca finalmente a tutti coloro che in Italia vivono il diritto di voto nelle elezioni politiche; queste persone - milioni di persone - vivono realmente qui, e dove dovrebbero poter esercitare i loro diritti politici se non qui dove vivono? E cosa ne e' dei loro diritti politici, dei loro diritti civili, dei loro diritti umani, se si continua a negare loro il primo e fondamentale dei diritti democratici, il diritto di voto?

*

Egregio Presidente della Repubblica,

in queste settimane il Parlamento dovra' predisporre la nuova legge elettorale. Ma i leader delle forze politiche che in Parlamento siedono sembrano ciechi: sembrano non vedere questi milioni di persone in mezzo a cui anche loro vivono; ma questi milioni di persone esistono, questi milioni di persone sono in Italia, questi milioni di persone sono l'Italia cosi' come le persone native. Perche' i leader delle forze politiche continuano ad essere cosi' ciechi?

Sia Lei a ricordare al Paese tutto, e quindi anche ai legislatori, che se in un paese si nega il diritto di voto a milioni di persone che li' vivono, quel paese cessa di essere un paese democratico e diventa un regime razzista.

Sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni ai principi fondamentali ovvero ai valori supremi della  Costituzione della Repubblica italiana, e quindi al dovere del loro inveramento; sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni alla democrazia come metodo e come sistema, e quindi alla realizzazione del suo autentico fondamento che e' il diritto di ogni persona che vive in una comunita' a partecipare alle decisioni comuni; sia Lei a richiamare chi siede nelle istituzioni al rispetto e alla promozione dei diritti di ogni essere umano, e quindi al riconoscimento del diritto di ogni persona che vive nel nostro paese a prendere parte alle elezioni delle istituzioni rappresentative.

*

Egregio Presidente della Repubblica,

il principio "Una persona, un voto" e' il cardine della democrazia; l'Italia e' una repubblica democratica, si riconosca dunque il diritto di voto a tutte le persone che ci vivono.

Una sua parola puo' illuminare la coscienza di tutti i parlamentari; una sua parola puo' chiarire a chiunque quanto iniquo sia negare il diritto di voto a milioni di nostri reali concittadini, di nostri veri compaesani; una sua parola puo' suscitare un corale impegno affinche' a milioni di persone sia riconosciuto il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche nel paese in cui vivono.

Nelle forme che Lei riterra' adeguate, nello scrupoloso adempimento delle sue funzioni, nel pieno rispetto del suo mandato, dica una parola che apra gli occhi a tutti i senatori e i deputati.

Augurandole ogni bene.

 

6. REPETITA IUVANT. "CON GLI OCCHI APERTI, CON VIGILE CUORE". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Oggetto: La nuova legge elettorale riconosca finalmente il diritto di voto a milioni di persone residenti in Italia cui attualmente e' negato questo fondamentale diritto democratico

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

il suo Governo accompagnera' il Parlamento in questi mesi in cui le Camere saranno chiamate ad elaborare la nuova legge elettorale.

Credo non sfugga a nessuno che nel nostro paese vivono e lavorano milioni di persone alle quali, per essere nate altrove, non e' attualmente riconosciuto il diritto di voto. Ma la grandissima parte di queste persone, per scelta o per costrizione, vivranno qui per gran parte o per tutto il resto della loro vita; e fin d'ora e' qui che pagano le tasse, e' qui che mandano a scuola i loro figli, rispettano le leggi del nostro paese, contribuiscono alla ricchezza del nostro paese, sono parte dell'Italia cosi' come lo sono i nativi.

Il fatto che sia loro negato il diritto di voto significa che si impedisce che possano prendere parte alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro esistenze.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei ricordera' il motto che diede inizio alla rivoluzione americana: "No taxation without representation"; in Italia oggi ci sono milioni di persone che pagano le tasse ma non hanno diritto di rappresentanza nelle istituzioni pubbliche.

Lei ricordera' anche il principio stesso della democrazia: "Una persona, un voto"; in Italia oggi ci sono milioni di persone cui e' negato il primo, essenziale, fondamentale diritto democratico.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

il mondo e' certo profondamente cambiato in questi ultimi decenni: in passato in Italia le persone nate altrove erano poche, ma adesso sono milioni; e per una grandissima parte di questi milioni di esseri umani l'Italia non e' un luogo di transito in cui fermarsi per breve tempo, ma il paese in cui vive da anni, e vivra' per molti anni ancora: sono milioni di esseri umani che dobbiamo riconoscere non solo come nostri fratelli e sorelle, ma come nostri reali concittadini, come nostri autentici compaesani.

Se la loro piena dignita' umana non e' riconosciuta qui, non lo sara' mai in nessun altro luogo; se i loro diritti politici non sono riconosciuti qui, non lo saranno mai in nessun altro luogo. Di questo stiamo parlando: del riconoscimento della piena dignita' umana di milioni di esseri umani che vivono qui, che vivono con noi, che sono i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, i nostri conoscenti, i nostri amici, che condividono con noi la vita quotidiana.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei sa anche che finche' non si riconoscera' a questi milioni di persone nostri effettivi compaesani il diritto di voto, essi saranno tenuti in una condizione di soggezione, saranno esposti alla violenza razzista e schiavista, poiche' lo stesso stato italiano ancor oggi non riconosce loro pieni diritti.

Lei sa che per sconfiggere nel nostro paese razzismo e schiavismo occorre innanzitutto far cessare il regime di effettuale segregazione politica in cui sono tenute milioni di persone cui e' ancora assurdamente negato il diritto di voto.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei ricordera' come me quel dibattito che ebbe luogo sul finire del secolo scorso e mise capo alla legge 40/1998 (la cosiddetta legge Turco-Napolitano), e ricordera' quindi anche che all'epoca vi era gia' un ampio consenso sulla necessita' di riconoscere il diritto di voto almeno nelle elezioni amministrative a tutti gli stranieri residenti in Italia.

Ricordera' anche che gia' da anni vi sono stranieri che votano in Italia nelle elezioni amministrative (oltre che in quelle per il Parlamento europeo): sono le persone straniere residenti in Italia provenienti da paesi membri dell'Unione Europea.

E ricordera' anche che in altri paesi europei trascorso un lasso di tempo talvolta dell'ordine di pochi mesi il diritto di voto - particolarmente per le elezioni amministrative - e' riconosciuto a tutti i residenti anche non nativi.

Orbene, sembra essere opinione prevalente che per l'attribuzione del diritto di voto nelle elezioni politiche a tutti gli stranieri residenti in Italia sia necessaria una modifica costituzionale; mentre per le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria.

Ignoro se il Parlamento nella sua composizione attuale possa raggiungere un persuaso consenso nel legiferare il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni politiche a tutti i residenti in Italia; ma almeno il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutti i residenti in Italia con legge ordinaria non dovrebbe incontrare obiezioni.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

guardiamo la realta' ad occhi aperti, con non offuscata ragione, con cuore vigile: se in un paese si nega il diritto di voto a milioni di persone che in quel paese vivono, ebbene, in quel paese non vi e' piu' una vera democrazia.

L'Italia repubblicana, democratica, antifascista non puo' essere un regime razzista; l'Italia repubblicana, democratica, antifascista non puo' piu' negare il diritto di voto a milioni di persone che vivono qui.

Augurandole ogni bene.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Albert Bandura. Il cognitivismo sociale, Hachette, Milano 2016, pp. 144, euro 9,99.

*

Riletture

- AA. VV., Eredita' di Bloch, volume monografico di "aut aut", n. 173-174, settembre-dicembre 1979, pp. 192.

- Giuseppe Cacciatore, Ragione e speranza nel marxismo. L'eredita' di Ernst Bloch, Dedalo, Bari 1979, pp. 224

- Laennec Hurbon, Bloch, Cittadella, Assisi 1975, pp. 176

- Giuseppe Pirola, Religione e utopia concreta in Ernst Bloch, Dedalo, Bari 1977, pp. 126.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2571 del 27 dicembre 2016

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