[Nonviolenza] Archivi. 237



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 237 dell'11 dicembre 2016

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di aprile 2015 (parte quinta)

2. Una franca parola ai governanti europei

3. Nel centenario del genocidio degli armeni

4. Il primo diritto di ogni essere umano, il diritto alla vita

5. In memoria di Oliver Tambo

6. "Lei sa". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

7. Per Renato Solmi

8. Il nostro 25 aprile. Un incontro di testimonianza a Viterbo

9. Le stragi dei migranti continueranno...

10. Oggi

11. "Auschwitz sta figliando nel mondo"

12. In memoria di Ernesto Balducci e Cesare Luporini

13. Salvare le vite

14. Se "Erinna" non ci fosse...

15. Per Juan Gerardi

16. Ancora del mondo capovolto

17. In memoria di Edmund Husserl

18. Dixit

19. Per Gramsci

20. Ai Presidenti delle Camere: il Parlamento legiferi per salvare le vite

21. In memoria di Mary Wollstonecraft

22. Approssimandosi il quinto anniversario della scomparsa di Alfio Pannega

23. Hic manebimus optime

24. Tra pochi giorni

25. Nepal

26. Giovanni Lo Porto

27. Gino Spiazzi

28. In memoria di Paule Mink

29. "Viterbo oltre il muro" ricorda Alfio Pannega

30. Due cose chiare

31. Per Anton Pannekoek

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2015 (PARTE QUINTA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2015.

 

2. UNA FRANCA PAROLA AI GOVERNANTI EUROPEI

 

La maggiore responsabilita' per le stragi nel Mediterraneo e' dei governi dei paesi dell'Unione Europea.

Se i governi dell'Unione Europea consentissero alle persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte di poter giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente e salvare cosi' le loro vite, nessuna di esse si affiderebbe ai trafficanti illegali o salirebbe su un "barcone della morte", ma tutte ovviamente utilizzerebbero mezzi di trasporto legali e sicuri.

Per salvare le vite di tutte le persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte che attualmente rischiano di morire nel Mediterraneo occorre quindi questo e non altro: che l'Unione Europea, o almeno l'Italia, consenta loro di giungere nel nostro paese, nel nostro continente, in modo legale e sicuro.

E nell'attuale drammatico frangente la prima cosa da fare e' approntare uno straordinario intervento di trasporto pubblico e gratuito, navale ed aereo, che queste persone soccorra e tragga in salvo nel Mediterraneo, ma anche nel deserto e lungo l'intero tragitto intrapreso in cerca di salvezza.

Soccorrere, accogliere ed assistere gli esseri umani in pericolo di morte e' un dovere non solo morale ma anche giuridico: omettere di soccorrere chi rischia di morire significa infatti farsi complici della sua morte, reato previsto e punito da tutti i codici penali del mondo.

*

Questo e' il dovere dei governi dell'Unione Europea: soccorrere, accogliere ed assistere le persone in fuga dall'orrore e in pericolo di morte; consentire a tutti gli esseri umani di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e adeguati.

 

3. NEL CENTENARIO DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI

 

Il 24 aprile e' il giorno in cui si commemora il genocidio degli armeni, di cui ricorre quest'anno il centenario.

Fu il primo genocidio del "secolo breve", ed ancora oggi vi e' un governo che assurdamente pretende di negarlo.

Non e' una questione nominalistica: la distanza temporale non puo' offuscare la coscienza che del massacro di innumerevoli innocenti si tratto', un massacro che colpi' un popolo in quanto tale, e per dire questo orrore vi e' una esatta parola - una parola terribile che designa un evento terribile e disumano: genocidio.

Altri ne seguirono, e dalla prima guerra mondiale scaturirono i totalitarismi che furono e sono una guerra infinita, un infinito orrore; ed alla prima guerra mondiale segui' una seconda, che noi ricordiamo con i nomi di due luoghi che ci dicono a quale abisso di barbara violenza l'umanita' puo' giungere contro se stessa: Auschwitz, Hiroshima.

Ed al "secolo breve" segue l'attuale, di conflitti endemici e catastrofi immani, in cui sono sempre piu' in pericolo l'intera civilta' umana, la stessa biosfera.

Nel ricordo addolorato delle vittime del primo genocidio del secolo scorso, nella necessaria solidarieta' col popolo armeno massacrato, e nel ricordo immedicabile di tutti i genocidi e di tutte le vittime, nella solidarieta' doverosa con tutti i popoli oppressi e martoriati, riaffermiamo una volta ancora che il primo dovere di ogni persona e di ogni istituzione e' salvare le vite.

Diciamo una volta ancora che ogni vittima ha il volto di Abele.

Che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Diciamo una volta ancora la nostra gratitudine a quanti al fascismo assassino si sono opposti.

Diciamo una volta ancora la nostra gratitudine a tutte le Resistenze contro i regimi massacratori, contro la violenza assassina, contro la barbarie che tutti opprime e tutto devasta, contro ogni potere ed agire inumano.

Diciamo una volta ancora la nostra gratitudine a chiunque salva le vite.

E proseguiamo dunque nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Diciamo una volta ancora che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. IL PRIMO DIRITTO DI OGNI ESSERE UMANO, IL DIRITTO ALLA VITA

 

Le innumerevoli persone costrette ad abbandonare le loro case, i loro paesi, le loro famiglie e i loro beni per scampare alla morte hanno diritto ad essere soccorse: e' il primo diritto di ogni essere umano, il diritto alla vita.

Che sia quindi finalmente consentito a tutte queste vittime innocenti di giungere nel nostro continente e nel nostro paese in modo legale e sicuro e di trovarvi accoglieza, assistenza, rispetto, una vita degna: e' il primo diritto di ogni essere umano, il diritto alla vita.

*

Il mercato illegale dei trafficanti di esseri umani esiste solo perche' alle vittime innocenti in fuga dalla morte i governi europei proibiscono di muoversi in modo legale e sicuro, proibiscono di usare mezzi di trasporto legali e adeguati, proibiscono l'esercizio del primo diritto di ogni essere umano: il diritto alla vita.

La semplice, doverosa, necessaria e urgente decisione degli stati europei di consentire finalmente a tutte le persone di giungere in Europa legalmente annienterebbe in un sol colpo il mercato illegale su cui prosperano le mafie dei trafficanti; ed invererebbe il primo diritto di ogni essere umano: il diritto alla vita.

*

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

 

5. IN MEMORIA DI OLIVER TAMBO

 

Ricorre il 24 aprile l'anniversario della morte di Oliver Tambo (1917-1993), una delle figure piu' grandi della lotta contro il razzismo, indimenticabile dirigente dell'African National Congress, il primo compagno di lotta di Nelson Mandela.

*

Anche nel ricordo di Oliver Tambo proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. "LEI SA". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei sa che la rete criminale dei trafficanti di esseri umani - che gestisce il trasporto illegale attraverso il Mediterraneo dei migranti in fuga dalla fame e dalla guerra, dall'orrore e dalla morte - esiste e trae ingenti profitti dal suo illecito e scellerato mercato solo perche' ai migranti e' proibito dai governi europei di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

E quindi: decida il governo italiano di consentire a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ed innumerevoli vite sarebbero salve, ed ipso facto la mafia degli scafisti sarebbe annientata.

*

Non dica che gli accordi in sede di Unione Europea proibiscono all'Italia un atto di umanita' peraltro stabilito nella Costituzione della nostra Repubblica; quegli sciagurati accordi che violano superiori e supremi diritti e doveri - il diritto alla vita, il dovere di soccorso - sono gia' nel comune sentire delle genti e nella coscienza di ogni essere umano null'altro che pactum sceleris, carta straccia e marchio d'infamia.

E non acceda alla barbara idea di impedire di lasciare il suolo africano a migranti innocenti e indifesi - che gia' hanno attraversato deserti e affrontato pericoli immani e subito vessazioni indicibili - facendoli recludere nei lager libici: non voglia rendersi complice di un crimine effettualmente nazista che cumula altresi' le abominevoli eredita' del razzismo e del colonialismo.

*

E' in suo potere, e' in potere del governo italiano, come di tutti i governi dell'Unione Europea, salvare innumerevoli vite riconoscendo a tutte le persone in pericolo, a tutti i migranti, a tutti gli esseri umani, il diritto di ingresso legale e sicuro in Italia e in Europa viaggiando con mezzi di trasporto legali e sicuri.

Non perseverate nell'errore e nell'orrore di impedire a innumerevoli innocenti di salvare le proprie vite; non perseverate in una criminale politica razzista e disumana che gia' troppe stragi ha provocato.

*

Vi e' una sola umanita', in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

La prego di ascoltare e meditare queste parole, di interrogare la sua stessa coscienza e di farsi da essa guidare.

Le rivolgo fraterno un saluto di pace.

 

7. PER RENATO SOLMI

[Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; e' stato impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta. E' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del recente volume in cui sono raccolti taluni dei frutti maggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)". Opere di Renato Solmi: segnaliamo particolarmente la sua recente straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007]

 

Il 25 marzo, un mese fa, e' deceduto Renato Solmi.

E' la persona che ha introdotto in Italia con le sue traduzioni per Einaudi alcune opere fondamentali di Theodor W. Adorno, di Guenther Anders, di Walter Benjamin, di Max Horkheimer, di Gyorgy Lukacs, e bastera' dire due titoli: Minima moralia e Dialettica dell'illuminismo, per cogliere la decisivita' della funzione che svolse nella formazione di piu' di una generazione di militanti.

Io sono uno di quei militanti di quella che allora si chiamo' nuova sinistra che attraverso i saggi scritti ed i libri tradotti, introdotti, curati da Solmi costruirono tanta parte della propria "cassetta degli attrezzi", della propria percezione di se', della propria - leopardiana e marxiana - visione del mondo. E poiche' gia' negli anni Settanta mi parve evidente che la prospettiva politica per cui lottavamo richiedeva la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, provai una gioia profonda quando anni dopo seppi che anche Renato Solmi condivideva quella persuasione e quell'impegno.

*

Vivo poveramente e non frequento intellettuali. Ma sempre mi ha molto sorpreso che molti intellettuali che pure hanno fatto letture ed esperienze affini alle mie (che intellettuale non sono ma da militante mi e' pur capitato di riflettere sul mondo grande e terribile e sui compiti dell'ora, sulla missione del dotto e sulla missione dell'uomo) non siano arrivati a cogliere la necessita' della nonviolenza, come essa sia irrinunciabile "aggiunta" (l'aggettivo capitiniano, che significa anche fondazione, fondamento) all'impegno per il socialismo, per quel socialismo che e' l'alternativa alla barbarie: sempre ho saputo che la rivoluzione socialista urgente e indispensabile, o sara' nonviolenta o non sara'. E sempre ho saputo che il primo dovere di ogni persona decente e' contrastare la guerra e le uccisioni, opporsi a tutte le oppressioni e le devastazioni, difendere la vita - e il valore, la dignita' - degli esseri umani e del mondo. Che il movimento e il progetto socialista di emancipazione e salvezza dell'umanita' deve essere nonviolento, che l'unico comunismo possibile ed ammissibile e' nell'azione nonviolenta, e' nella realizzazione della societa' nonviolenta, nella comune liberazione attraverso la concreta coerenza tra mezzi e fini.

Renato Solmi lo sapeva.

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Mi fece una volta il dono immenso di venirmi a trovare. Vivo una vita ritirata, alla periferia di Viterbo, che e' una piccola citta' fuori dalle grandi direttrici di trasporto ferroviario o stradale, e lui qualche anno fa scendendo in treno da Torino a Roma devio', prolungo' e rese alquanto piu' scomodo il suo viaggio affinche' potessimo incontrarci. Che e' come se Giacomo Leopardi, o Karl Marx, o Mohandas Gandhi, bussassero un giorno alla tua porta. Fu un breve incontro che commosse profondamente mia moglie e me, che sovente poi lo abbiamo ricordato: quell'uomo che era la summa della cultura e della coscienza morale della tradizione civile dell'Occidente era anche una persona non solo di squisita cortesia, ma di un'umanita' cosi' calda, cosi' mite, cosi' comprensiva e sollecita ed affettuosa come assai di rado o quasi mai ti capita la fortuna di incontrare: l'umanita' come dovrebbe essere.

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Non ultimo dei suoi meriti, la rinuncia alle carriere e al successo: usci' dall'Einaudi per un gesto di solidarieta' che era anche un atto di fermezza politica e morale; insegno' nelle scuole con autentica dedizione; preferi' porre la sua intelligenza al servizio del sapere comune, dell'emancipazione di tutti, anziche' all'affermazione di se stesso; si dedico' ai libri degli altri rinunciando a pubblicarne di suoi (l'Autobiografia documentaria - che e' un capolavoro - in cui in tarda eta' per richiesta degli amici raccolse gli sparsi saggi da decenni introvabili che avevano segnato la cultura italiana, reca testi che sarebbero stati sufficienti non ad uno ma a molti volumi e tali che gli avrebbero garantito la celebrita' e gli ossequi che non volle).

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Nella sua ironia e nella sua pazienza, nel suo sapere e nella sua sapienza, nella sua militanza e la sua critica, era davvero il miglior fabbro. Qui lo ringrazio ancora.

 

8. IL NOSTRO 25 APRILE. UN INCONTRO DI TESTIMONIANZA A VITERBO

 

Si e' svolto venerdi' 24 aprile 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza sul tema: "Il nostro 25 aprile, il 25 aprile dell'umanita'. La Resistenza continua nella nonviolenza".

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Nel corso dell'incontro sono state lette alcune lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea, ed alcune testimonianze delle e dei martiri per la liberta' di tutti i luoghi del mondo.

Un minuto di silenzio e' stato osservato in memoria delle vittime della strage in corso nel Mediterraneo.

E' stato condiviso un appello al presidente del consiglio dei ministri affinche' sia finalmente consentito a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di entrare in modo legale e sicuro in Italia e in Europa salvando così le proprie vite e trovando qui finalmente accoglienza, assistenza, rispetto.

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L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese.

"Il nostro 25 aprile e' memoria della liberazione d'Italia dal fascismo. Ed insieme e' figura e presagio e mandato della liberazione dal fascismo dell'intera umanita'.

E quindi per esser fedeli alla lotta, ai valori, al messaggio, al legato dei resistenti che allora il fascismo nel nostro paese sconfissero, questo e' l'impegno da adempiere oggi: proseguire la lotta per la liberazione dell'intera umanita'.

Il programma della Resistenza, cosi' come poi scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana, è ancora il nostro orizzonte di impegno, il senso del nostro agire: che ogni essere umano abbia finalmente riconosciuto il suo diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che ogni essere umano rechi aiuto ad ogni altro essere umano; che si realizzi nel mondo intero una societa' libera e giusta, responsabile e solidale, in cui da ciascuno sia dato a seconda delle sue capacita' ed a ciascuno sia dato a seconda dei suoi bisogni; in cui si realizzi il bene comune.

La Resistenza prosegue nella nonviolenza.

E quindi nel ricordo dei martiri della Resistenza proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

La Resistenza continua.

La nonviolenza e' in cammino".

 

9. LE STRAGI DEI MIGRANTI CONTINUERANNO...

 

Le stragi dei migranti continueranno finche' i governi dell'Unione Europea non si decideranno a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita'.

Le stragi dei migranti continueranno finche' i governi dell'Unione Europea non si decideranno a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in Europa in modo legale e sicuro.

Le stragi dei migranti continueranno finche' i popoli europei consentiranno ai loro governi di perseverare in una politica razzista e assassina.

Questo occorre oggi in Europa: una politica nonviolenta della solidarieta' umana, una politica che salvi le vite.

Questo occorre oggi in Europa: una insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze, che imponga ai governi una politica che salvi le vite.

Questo occorre oggi in Europa: far rispettare le buone leggi che fanno obbligo a tutte le istituzioni democratiche di rispettare la vita umana, di recare soccorso agli esseri umani in pericolo, di accogliere ed assistere le vittime in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle catastrofi e dall'orrore, dalla persecuzione e dalla morte.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

10. OGGI

 

Oggi e' il 25 aprile, anniversario della Liberazione.

Si sappia noi esserne degni.

E per esserne degni occorre lottare per la vita, la dignita', i diritti e la liberazione di tutti i popoli e di tutte le persone che libere e liberi ancora non sono.

La Resistenza continua nell'azione nonviolenta per la liberazione dell'intera umanita'.

Per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Oggi e' il 25 aprile, anniversario della Liberazione.

Si sappia noi esserne degni.

 

11. "AUSCHWITZ STA FIGLIANDO NEL MONDO"

 

Scriveva Danilo Dolci: "Auschwitz sta figliando nel mondo / non sentite l'odore del fumo?".

Il recente vertice dell'Unione Europea ha confermato la scellerata scelta di condannare alle sevizie e alla morte inumerevoli innocenti in fuga dall'orrore.

Ogni persona ragionevole sa che due cose occorreva che quel vertice decidesse, due e soltanto due: consentire a tutti i fuggiaschi di entrare in Europa in modo legale e sicuro; mettere subito a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare quanti sono gia' in mare, o nei lager libici, o nel deserto, in cammino o in catene nelle grinfie delle mafie dei trafficanti che lucrano ingenti profitti grazie alla complicita' dei governi dell'Unione Europea che quelle mafie potrebbero annientare con un semplice rigo di penna: riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di ingresso legale e sicuro in Europa.

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Il recente vertice dell'Unione Europea ha confermato la scellerata scelta di condannare alle sevizie e alla morte inumerevoli innocenti in fuga dall'orrore.

Ogni persona ragionevole sa che occorre che i popoli europei impongano subito ai loro governi di dismettere questa infame politica razzista e assassina ed iniziare finalmente a rispettare l'umanita', ad adottare i provvedimenti necessari e urgenti per salvare le vite umane in pericolo.

Ogni persona ragionevole sa che il primo dovere, delle persone come delle istituzioni, e' salvare le vite.

 

12. IN MEMORIA DI ERNESTO BALDUCCI E CESARE LUPORINI

 

Ricorre oggi l'anniversario della morte sia di Ernesto Balducci (Santa Fiora, 6 agosto 1922 - Cesena, 25 aprile 1992) che di Cesare Luporini (Ferrara, 20 agosto 1909 - Firenze, 25 aprile 1993), indimenticabili maestri della cultura della pace, della solidarieta', della nonviolenza.

Li ricordiamo con inestinguibile gratitudine.

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Nel ricordo e alla scuola di Ernesto Balducci e di Cesare Luporini proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

13. SALVARE LE VITE

 

Altre notizie di altre tragedie non cancellino la consapevolezza che e' possibile, e' necessario, e' urgente far cessare le stragi nel Mediterraneo.

E per far cessare le stragi nel Mediterraneo occorre che i governi dei paesi dell'Unione Europea riconoscano subito il diritto di tutti gli esseri umani a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera; riconoscano subito il diritto d'ingresso in Europa di tutte le persone in modo legale e sicuro; riconoscano subito il proprio dovere di dare soccorso, accoglienza e assistenza a tutte le persone in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dalle dittature, dall'orrore e dalla morte; riconoscano subito il bisogno di un intervento straordinario che metta a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare innumerevoli innocenti.

I governi dei paesi dell'Unione Europea operino un drastico taglio alle spese militari ed utilizzino quei fondi per aiuti umanitari, per promuovere pace e diritti umani, per accogliere ed assistere le vittime dei disastri e degli orrori che taluni di essi governi dei paesi dell'Unione Europea hanno contribuito a provocare con scellerate e dissennate politiche rapinatrici e devastatrici, razziste e colonialiste, imperialiste e guerriere, complici e fomentatrici di dittature e terrorismi.

I governi dei paesi dell'Unione Europea tornino al rispetto delle loro stesse leggi fondamentali che chiamano all'impegno per la pace, per i diritti umani, per il bene comune.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni istituzione civile.

 

14. SE "ERINNA" NON CI FOSSE...

 

Se "Erinna" non ci fosse, tante donne vittime di violenza resterebbero senza alcun aiuto, resterebbero nel dolore, nella paura, nella solitudine, e nel concreto, continuo, estremo pericolo di nuove violenze.

Ma il centro antiviolenza "Erinna" a Viterbo c'è, e da molti anni opera incessantemente.

Ed è necessario che continui ad esserci ed a portare avanti tutte le attività in cui le donne che lo animano sono impegnate, dall'ascolto alla consulenza, dall'assistenza all'ospitalità, dalla formazione all'orientamento, dall'informazione alla sensibilizzazione, dall'intervento psicologico a quello legale, dall'aiuto materiale all'accoglienza e alla protezione nella casa-rifugio.

Decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente negato al centro antiviolenza "Erinna" i fondi a suo tempo ad esso attribuiti ed illegittimamente ed insensatamente da anni trattenuti dall'ente locale incaricato di trasmetterglieli; decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente preteso di negare l'esistenza stessa della più importante esperienza di donne che aiutano le donne vittime di violenza nell'Alto Lazio.

Occorre che ogni persona di volontà buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione repubblicana, nell'ambito delle proprie possibilità, sostengano "Erinna" in questo momento.

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Dal profondo del cuore chiediamo a chi legge queste righe di inviare al Centro antiviolenza "Erinna" un contributo economico affinché possa continuare nella sua indispensabile azione, ed un messaggio di solidarietà.

I contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

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Facciamo circolare questo appello, facciamo sapere che occorre sostenere il Centro antiviolenza "Erinna". E sosteniamolo insieme.

 

15. PER JUAN GERARDI

 

Ricorre il 26 aprile l'anniversario della morte di Juan Gerardi, il vescovo guatemalteco assassinato dai sicari fascisti il 26 aprile 1998 per far cessare il suo strenuo impegno in difesa dei diritti umani degli indios e per il recupero della memoria storica delle vittime del genocidio compiuto lungo decenni dai militari del regime dittatoriale nei confronti della popolazione di origine maya.

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Anche nel ricordo di Juan Gerardi proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

16. ANCORA DEL MONDO CAPOVOLTO

 

I governanti degli stati dell'Unione Europea pretendono di farci credere che gli effetti siano cause e le cause siano effetti.

Cosi' lorsignori dichiarano che per salvare le vite dei migranti, che loro stesso innanzitutto fanno morire, la priorita' sia "stroncare manu militari il traffico degli esseri umani", mentre quel traffico esiste unicamente in quanto essi governi degli stati dell'Unione Europea proibiscono ai disperati in fuga dalla fame e dalla guerra di giungere in Europa in modo legale e sicuro e di trovarvi salvezza e protezione (e basterebbe quindi che i governi europei finalmente consentissero a tutti gli esseri umani di giungere in Europa in modo legale e sicuro per far cessare i floridi quanto sanguinari affari delle mafie dei trafficanti).

Cosi' lorsignori dichiarano che per salvare le vite dei migranti, che loro stesso innanzitutto fanno morire, la priorita' sia impedire loro di lasciare l'Africa, condannandoli all'orrore e alla morte li'.

Cosi' lorsignori dichiarano che per salvare le vite dei migranti, che loro stesso innanzitutto fanno morire, la priorita' sia fare nuove guerre, che altre morti ed altri disastri provocheranno.

Non hanno studiato logica, si sa, i governanti degli stati dell'Unione Europea. E neppure morale. Ad altri studi, altre pratiche hanno atteso. Se ne vedono purpurei gli effetti.

*

C'e' un solo modo hic et nunc per salvare la vita di innumerevoli innocenti in fuga dalla fame e dalla guerra, dall'orrore e dalla morte: consentire a tutti gli esseri umani di muoversi liberamente sul pianeta casa comune dell'umanita' intera; consentire a tutte le persone in fuga l'ingresso legale e sicuro in Europa; approntare immediatamente un intervento di soccorso, accoglienza e assistenza da realizzare mettendo a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti e garantendo effettualmente pieno diritto d'asilo nel nostro continente.

E abrogare quindi tutte le infami attuali misure razziste e schiaviste. E cessare di fare le guerre. E cessare di rapinare interi continenti. E cessare di sostenere ed alimentare i poteri criminali e i regimi del terrore, le dittature e le mafie, lo sfruttamento onnidistruttivo.

Il resto e' silenzio.

 

17. IN MEMORIA DI EDMUND HUSSERL

 

Ricorre oggi, 26 aprile, l'anniversario della scomparsa di Edmund Husserl (1859-1938), l'illustre filosofo fondatore della fenomenologia, corrente di pensiero tra le piu' feconde del Novecento.

*

Anche nel ricordo e alla scuola di Edmund Husserl proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

18. DIXIT

 

"Abbiamo finalmente deciso di concentrare la nostra attenzione sulla lotta alle organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani", cosi' riferisce la stampa che abbia detto l'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

*

Ebbene, se quelle organizzazioni criminali esistono e' innanzitutto per responsabilita' dei governi dell'Unione Europea; se innumerevoli esseri umani sono ridotti in schiavitu' e subiscono violenze inenarrabili e' innanzitutto per responsabilita' dei governi dell'Unione Europea; se migliaia di esseri umani hanno perso la vita nel Mediterraneo e' innanzitutto per responsabilita' dei governi dell'Unione Europea.

*

Poiche' se i governi dell'Unione Europea consentissero a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro, scomparirebbe di colpo il mercato illegale su cui lucra immensi profitti la mafia dei trafficanti; se i governi dell'Unione Europea consentissero a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro, nessun essere umano in fuga porrebbe la propria vita tra gli artigli dei trafficanti ma tutti userebbero mezzi di trasporto legali, sicuri e adeguati; se i governi dell'Unione Europea consentissero a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro, nessuno morirebbe piu' cercando di attraversare il Mediterraneo sulle imbarcazioni di fortuna approntate dai trafficanti.

*

Facciano i governi dell'Unione Europea l'unica cosa necessaria e urgente: consentano a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera; consentano a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di giungere in Europa in modo legale e sicuro; e mettano subito a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare immediatamente le vite di chi sta attraversando deserti, zone di guerra e mare in tempesta per sfuggire alla morte.

*

Soccorrere, accogliere ed assistere ogni essere umano la cui vita e' in pericolo: e' il primo dovere di ogni civile istituto.

L'Unione Europea deve decidere se continuare a provocare immani stragi o se salvare le vite di innumerevoli innocenti: consenta ad ogni essere umano l'ingresso legale e sicuro nel continente, e il massacro finira' immediatamente.

Soccorrere, accogliere ed assistere ogni essere umano la cui vita e' in pericolo: e' il primo dovere di ogni civile istituto.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

19. PER GRAMSCI

 

Ricorrendo il 27 aprile l'anniversario della morte di Antonio Gramsci (1891-1937) il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ricorda e rende omaggio al grande martire antifascista, pensatore e militante del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita'.

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Antonio Gramsci nacque ad Ales, presso Cagliari, nel 1891. Muore a Roma il 27 aprile 1937. La sua figura e la sua riflessione, dal buio del carcere fascista, ancora illuminano la via per chi lotta per la dignita' umana, per un'umanita' di liberi ed eguali. Opere di Antonio Gramsci: l'edizione critica completa delle Opere di Antonio Gramsci e' ancora in corso di pubblicazione presso Einaudi. E' indispensabile la lettura delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere. Opere su Antonio Gramsci: nell'immensa bibliografia gramsciana per un avvio si vedano almeno le monografie di Festa, Fiori, Lajolo, Lepre, Paladini Musitelli, Santucci, Spriano. Un utile strumento di lavoro e' l'edizione ipertestuale dei Quaderni del carcere in cd-rom a cura di Dario Ragazzini, Einaudi, Torino 2007, ed anche in supplemento a "L'unita'", Nuova iniziativa editoriale, Roma 2007. Alcuni siti utili: www.fondazionegramsci.org e www.gramscitalia.it

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Nel ricordo di Antonio Gramsci proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutto il mondo unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

20. AI PRESIDENTI DELLE CAMERE: IL PARLAMENTO LEGIFERI PER SALVARE LE VITE

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: Vi e' una sola umanita', il parlamento legiferi per salvare le vite

Egregio Presidente del Senato della Repubblica ed egregia Presidente della Camera dei Deputati,

il Parlamento italiano non sia corrivo alla trista menzogna che occulta le vere cause della tragedia dei naufragi nel Mediterraneo di innumerevoli esseri umani; e non sia corrivo alla prosecuzione di un crimine che e' in potere degli stati europei far cessare immediatamente.

Se innumerevoli persone in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dall'orrore, dalle persecuzioni e dalla morte, muoiono durante la loro fuga prima di giungere in un luogo in cui poter vivere in pace e sicurezza, e' innanzitutto perche' i governi europei proibiscono loro di arrivare in Europa in modo legale e sicuro.

Se gli stati europei consentissero loro di entrare in Europa in modo legale e sicuro, di usare mezzi di trasporto legali e adeguati, nessuno affiderebbe la sua vita nelle grinfie delle mafie dei trafficanti, nessuno perirebbe lungo il tragitto.

Questo e' il punto.

Questo e' cio' che occorre riconoscere e legiferare, dando concreta applicazione a quanto stabilito nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, in tutti i monumenti giuridici e morali della civilta' umana degni di questo nome.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano, ed a fortiori e' il primo dovere di ogni civile istituzione.

Tutti i membri del Parlamento italiano sanno che nessun essere umano e' "clandestino" nell'unico pianeta casa comune dell'intera umanita', ma tutti dell'umanita' fanno parte; tutti i membri del Parlamento italiano sanno che vale nei confronti di ogni essere umano in pericolo di vita il dovere di soccorrerlo, accoglierlo, assisterlo; ebbene, deliberi quindi il Parlamento italiano che poiche' ogni essere umano ha diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese per salvare la propria vita, siano immediatamente abrogate tutte le misure che lo impediscono, e siano approntati tutti gli interventi che quel diritto rendano effettivo: dalla predisposizione di un ponte aereo e navale che salvi le vite di tutti i fuggiaschi, ad un piano di accoglienza che coinvolga tutti i Comuni d'Italia, alla rinegoziazione degli accordi europei per coinvolgere gli altri paesi dell'Unione Europea in una corale azione di soccorso dismettendo finalmente le sciagurate politiche razziste e assassine: vi e' una sola umanita', ogni vittima ha il volto di Abele.

Vogliate gradire distinti saluti

 

21. IN MEMORIA DI MARY WOLLSTONECRAFT

 

Ricorre oggi, 27 aprile, l'anniversario della nascita di Mary Wollstonecraft, di tutti i successivi movimenti di liberazione dell'umanita' una delle maggiori ispiratrici.

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Mary Wollstonecraft (Londra, 1759-1797), scrittrice, intellettuale e militante femminista e libertaria, compagna di William Godwin, madre di Mary Shelley (la moglie del poeta inglese, autrice del Frankenstein), visse, scrisse, opero' nel Settecento, ma la sua opera e' di un valore perenne e merita di essere riletta e meditata oggi. In traduzione italiana sono disponibili il suo capolavoro saggistico scritto nel 1792, I diritti delle donne, Editori Riuniti, Roma 1977, tradotto anche dalle Edizioni Elle, sempre nel 1977, col titolo Il manifesto femminista, e piu' recentemente da altri editori; il suo romanzo (con larghi tratti autobiografici) scritto nel 1788, Mary, Savelli, Roma 1978; ed altri volumi di scritti e lettere. Alcune incisive pagine di e su Mary Wollstonecraft sono in Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009.

*

Nel ricordo di Mary Wollstonecraft proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutto il mondo unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

22. APPROSSIMANDOSI IL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI ALFIO PANNEGA

 

Ricorre il 30 aprile il quinto anniversario della scomparsa di Alfio Pannega.

Le donne e gli uomini che gli furono amici e compagni lo ricordano con immutato affetto, con la medesima gratitudine, confermando l'impegno a tenerne viva la memoria ed a proseguirne la lotta per la liberazione dell'umanita', per la realizzazione di una societa' libera e giusta, responsabile e solidale, sollecita del pubblico bene e rispettosa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

*

Una breve notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i  motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.

Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909 e 1172, e i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e i nn. 548-552, e successivamente anche i testi nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 1260, 1261, 1272, 1401, ed ancora nei nn. 1622, 1623, 1624, 1763 (tutti disponibili dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).

 

23. HIC MANEBIMUS OPTIME

 

Non essere uccisi.

Essere salvati dalla morte.

Ricevere soccorso, accoglienza, assistenza.

Il primo diritto.

*

Cessare di fare le guerre.

Salvare le vite.

Soccorrere, accogliere, assistere.

Il primo dovere.

*

Una sola umanita'.

Un unico mondo vivente.

Un'unica casa comune.

La civile convivenza.

 

24. TRA POCHI GIORNI

 

Tra pochi giorni

ancora una volta

tutto sara' dimenticato.

 

I morti resteranno morti

i vivi parleranno d'altro.

 

Poi verra' un nuovo massacro

e poi altri ancora.

 

Finche' i governi europei non saranno costretti

dai popoli europei a riconoscere

che ogni essere umano ha diritto alla vita

che ogni essere umano va accolto e assistito.

 

Che occorre cessare di fare le guerre

cessare di rapinare e schiavizzare

cessare la strage dei fragili e degli indifesi

cessare di saccheggiare e desertificare il mondo vivente.

 

Salvare le vite e' il primo dovere.

Unico e' il nostro destino.

Una sola Terra, una sola umanita'.

 

25. NEPAL

 

Associandoci al lutto per le vittime del terremoto in Nepal, ovviamente consigliamo a chi ci legge di contribuire alle iniziative di solidarieta' sostenendo i soccorsi. Varie istituzioni benefiche ed organizzazioni umanitarie hanno promosso delle raccolte di fondi a tal fine.

 

26. GIOVANNI LO PORTO

 

Giovanni Lo Porto, cooperante italiano in Pakistan, rapito anni fa, e' stato ucciso in gennaio da un bombardamento americano condotto attraverso un drone, e con lui il cooperante americano Warren Weinstein anch'egli rapito e tenuto in ostaggio, ed altre persone - verosimilmente i loro carcerieri, ma forse non solo essi - di cui si ignora il nome.

Ed innumerevoli altri esseri umani sono stati uccisi dai bombardamenti - e non solo dai bombardamenti - in Afghanistan e in Pakistan in questo scellerato sterminio, in questa guerra infinita.

La guerra e' sempre e solo nemica dell'umanita'.

Cessare di uccidere e' il primo dovere.

 

27. GINO SPIAZZI

 

E' deceduto Gino Spiazzi, presidente dell'Aned di Verona, che fu deportato nel lager nazista di Flossenburg e dedico' l'intera vita alla lotta per la dignita' umana, per la solidarieta' con le oppresse e gli oppressi, per la liberazione dell'umanita' intera.

Riportiamo il comunicato con cui la sezione Aned di Verona ne da' notizia: "A tutti e tutte con grande dolore dobbiamo comunicare la scomparsa di Gino Spiazzi, sopravvissuto a Flossenburg, presidente della sezione veronese e membro del Comitato d'onore dell'Associazione, testimone insostituibile che tanto ha fatto per la citta' di Verona e perche' il sacrificio di deportati, partigiani, antifascisti continuasse a vivere nella memoria delle giovani generazioni.

Gino, attento, straordinario e generoso come solo chi e' passato, poco piu' che adolescente, attraverso le scelte e le prove piu' dure, lascera' un vuoto immenso nell'Aned e nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, rispettarlo, volergli bene.

La sezione di Verona, vicina alla famiglia, nel suo nome rinnova l'impegno antifascista e gli ideali di liberta' e democrazia che il caro Gino, per oltre sessant'anni, ha portato nelle scuole e nelle istituzioni. Abbiamo lavorato accanto a un gentiluomo, a un testimone, a un maestro e non dimenticheremo mai l'amico Gino".

 

28. IN MEMORIA DI PAULE MINK

 

Ricorre oggi, 28 aprile, l'anniversario della scomparsa di Paule Mink (1839-1901), militante femminista e socialista, educatrice, pubblicista, drammaturga, che prese parte alla Comune di Parigi.

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Nel ricordo di Paule Mink proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

29. "VITERBO OLTRE IL MURO" RICORDA ALFIO PANNEGA

 

Avvicinandosi il quinto anniversario della scomparsa, il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ricorda Alfio Pannega, indimenticabile maestro di vita e compagno di lotte con cui abbiamo condiviso esperienze e riflessioni.

Nel ricordo di Alfio continua la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera.

Nel ricordo di Alfio continua la lotta per la pace e la giustizia, per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per il rispetto e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.

Nel ricordo di Alfio la Resistenza continua.

Nel ricordo di Alfio la nonviolenza e' in cammino.

Nel ricordo di Alfio prosegue il nostro impegno.

 

30. DUE COSE CHIARE

 

La prima: occorre cessare di uccidere.

E quindi lo stato italiano cessi di partecipare alle guerre; cessi di sostenere regimi belligeranti e violatori dei diritti umani; cessi di produrre e commerciare armi; riduca drasticamente le folli spese militari; denunci la Nato e le altre alleanze e gli altri accordi internazionali che lo rendono complice di crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.

Torni al rispetto della Costituzione che ripudia la guerra.

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La seconda: occorre salvare le vite.

E quindi lo stato italiano consenta finalmente a tutte le persone in fuga dalla fame e dalla morte di entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese, appronti un servizio di trasporto pubblico e gratuito che salvi le vite in pericolo, impegni tutti gli enti locali in un grande piano di accoglienza ed assistenza, denunci gli accordi razzisti in sede di Unione Europea e sposti l'Europa intera dalla politica della morte alla politica del rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Torni al rispetto della Costituzione che riconosce e difende i diritti umani.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

31. PER ANTON PANNEKOEK

 

Ricorre oggi, 28 aprile, l'anniversario della morte di Anton Pannekoek (1873-1960), illustre astronomo olandese, teorico marxista e militante del movimento operaio per la liberazione dell'umanita'.

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Nel ricordo di Anton Pannekoek proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 237 dell'11 dicembre 2016

 

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