[Nonviolenza] Archivi. 231
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- Date: Mon, 5 Dec 2016 17:09:04 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Numero 231 del 5 dicembre 2016
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di novembre 2016 (parte terza)
2. "Primum non nocere". Con dieci ippocratici apoftegmi sulla propaganda referendaria governativa
3. "Opporsi al maschilismo e al razzismo. Alcuni strumenti teorici e pratici". Un incontro di studio
4. Sostegno e adesione all'iniziativa "Non una di meno" del 26 novembre 2016 a Roma
5. Carogno Mozzarecchi: Un bon conzijo ar sor don Aldo Trumpe pe' ffa' 'r governo che cce vole mo'
6. "Pappagone e Dante sotto la pensilina". Una conversazione alla fermata degli autobus di piazzale Gramsci a Viterbo
7. Carogno Mozzarecchi: 'Na bbona parola ar presidente der conzijo
8. "Voglio fare il gentiluomo". Una conversazione in cinque tratti oggi all'Ellera per il No al referendum
9. Un incontro di studio su tre capolavori di Hannah Arendt
10. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" aderisce alla manifestazione del 26 novembre a Roma contro la violenza sulle donne
11. Un incontro di lettura integrale e commento sistematico della riforma costituzionale
12. "Il signor No a Porta Romana". Una conversazione in dodici dita senza il venditore di almanacchi
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2016 (PARTE TERZA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2016.
2. "PRIMUM NON NOCERE". CON DIECI IPPOCRATICI APOFTEGMI SULLA PROPAGANDA REFERENDARIA GOVERNATIVA
"Al qual proposito diceva un filosofo francese del secolo passato: i politici antichi parlavano sempre di costumi e di virtu'; i moderni non parlano d'altro che di commercio e di moneta"
(Giacomo Leopardi, Pensieri, XLIV)
Innanzitutto non nuocere.
La prima buona azione e' non farne una cattiva. A chi ci propone di fare una cosa errata, una cosa ingiusta, una cosa malvagia, una cosa indegna, occorre saper dire di no. Come Bartleby.
Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
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I. La propaganda governativa sostiene che chi si oppone alla riforma costituzionale e' un complice del sistema di potere. Dimenticando che del sistema di potere il governo e' magna pars.
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II. La propaganda governativa sostiene che chi difende la Costituzione repubblicana porta il paese alla catastrofe. Dimenticando che questa Costituzione e' in vigore dal 1948 e non solo non ha provocato alcuna apocalisse, ma ha garantito la civile convivenza.
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III. La propaganda governativa sostiene che chi vota No al referendum difende l'indifendibile. E l'indifendibile sarebbero dunque le istituzioni repubblicane, la Costituzione democratica, la sovranita' popolare, il diritto di voto, la separazione e il controllo dei poteri.
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IV. La propaganda governativa sostiene che chi difende la Costituzione e' un babbeo o un mascalzone. Lo erano anche coloro che la Costituzione hanno scritto? Lo sono anche tutti i pubblici ufficiali che alla Costituzione hanno giurato fedelta' (compresi i signori e le signore del governo stesso)?
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V. La propaganda governativa secondo cui chi vota No e' ipso facto un reprobo dimostra la vocazione totalitaria di chi ci governa.
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VI. La propaganda governativa sostiene che la sua riforma semplifica. Basta leggere l'articolo 70 della Costituzione (che recita: "La funzione legislativa e' esercitata collettivamente dalle due Camere") e il testo della riforma che a quell'articolo di nove semplici e chiare parole ne sostituisce un altro di oltre quattrocento parole che impone un grottesco guazzabuglio che moltiplica le procedure e apre la via ad infiniti contenziosi.
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VII. La propaganda governativa sostiene che l'abolizione del Senato eletto dal popolo (e quindi la negazione della piena e diretta sovranita' popolare nell'elezione di una meta' dell'organo legislativo) sia una gran bella trovata. Anche l'attribuzione del laticlavio al cavallo di Caligola.
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VIII. La propaganda governativa insiste nel voler fare del referendum del 4 dicembre un plebiscito sul Presidente del Consiglio e sul suo gabinetto. Bisogna davvero essere ben megalomani per ritenere la carriera politica di un giovanotto e di un pugno di suoi sodali piu' importante della legge fondamentale dello stato dalla quale tutte le altre leggi e la stessa civile convivenza dipendono.
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IX. La propaganda governativa sostiene che maciullata per un terzo la Costituzione repubblicana in questo paese si vivra' assai meglio. Abolendola del tutto dovrebbe essere l'Eden.
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X. "Poiche' non sanno o non vogliono opporsi al malaffare, preferiscono abolire le buone leggi" (Eleandro di Trapezunte, Supplementi alla Storia segreta di Procopio di Cesarea).
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Innanzitutto non nuocere.
La prima buona azione e' non farne una cattiva. A chi ci propone di fare una cosa errata, una cosa ingiusta, una cosa malvagia, una cosa indegna, occorre saper dire di no. Come Bartleby.
Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
3. "OPPORSI AL MASCHILISMO E AL RAZZISMO. ALCUNI STRUMENTI TEORICI E PRATICI". UN INCONTRO DI STUDIO
Si e' svolto la sera di giovedi' 17 novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Opporsi al maschilismo e al razzismo".
Nel corso dell'incontro e' stato espresso apprezzamento, sostegno e adesione alla manifestazione nazionale "Non una di meno" che si svolgera' a Roma sabato 26 novembre in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Ampia parte dell'incontro e' stata dedicata a un'analisi rigorosamente documentata del fenomeno migratorio e delle sue cause.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena...
4. SOSTEGNO E ADESIONE ALL'INIZIATIVA "NON UNA DI MENO" DEL 26 NOVEMBRE 2016 A ROMA
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo esprime sostegno e adesione all'iniziativa "Non una di meno" promossa dai movimenti delle donne che avra' come momento centrale la manifestazione nazionale che si svolgera' a Roma sabato 26 novembre (per ogni informazione cfr. il sito nonunadimeno.wordpress.com) in riferimento alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
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Contrastare e sconfiggere la violenza maschile, le sue prassi e le sue ideologie, le sue strutture e i suoi istituti, e' il primo dovere di ogni persona, di ogni associazione, di ogni istituzione impegnata contro la violenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il maschilismo e' infatti la prima radice e il primo modello di tutte le violenze; cosicche' contrastare e sconfiggere il maschilismo e' premessa indispensabile anche per abolire la guerra e tutte le uccisioni, per abolire il razzismo e tutte le persecuzioni, per abolire ogni forma di dominazione, di schiavitu', di denegazione dell'altri dignita'; contrastare e sconfiggere il maschilismo e' premessa indispensabile per affermare i diritti umani di tutti gli esseri umani, per difendere la biosfera casa comune dell'umanita', per inverare la civilta' della convivenza, della responsabilita', della solidarieta', della condivisione.
5. CAROGNO MOZZARECCHI: UN BON CONZIJO AR SOR DON ALDO TRUMPE PE' FFA' 'R GOVERNO CHE CCE VOLE MO'
Egreggio presidente dell'America
permetta je presenti i comprimenti
pe' 'sta vittoria supestratosferica:
qui ar bar de Cecio semo arcicontenti
ch'ha vvinto n'omo 'nvece de n'isterica.
Sapenno che sta' a sceje i componenti
der su' governo, e nno ggente generica
ma ggente co' le palle, l'ugne e i denti
je vorre' conzija' de fa' mministro
de quarche cosa 'r mi fijo piu' granne
ch'e' istruito e parla pure inglese
e ll'hanno pur'iscritto ner reggistro
de li 'ndicati e cia' quattro condanne
perche' mmenava i negri qui ar paese.
6. "PAPPAGONE E DANTE SOTTO LA PENSILINA". UNA CONVERSAZIONE ALLA FERMATA DEGLI AUTOBUS DI PIAZZALE GRAMSCI A VITERBO
Un piovoso sabato 19 novembre 2016 alla fermata degli autobus di piazzale Gramsci a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle ragioni del No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Di seguito una sintesi degli argomenti svolti (ed in calce alleghiamo due decaloghetti gia' diffusi nei giorni scorsi).
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1. Alla scuola di Hannah Arendt
Ha scritto una volta Hannah Arendt che "si puo' sempre dire un si' o un no". Ma se passa la riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni per l'elezione di meta' del parlamento il popolo italiano non potra' piu' dire ne' si' ne' no: poiche' il governo ha deciso che il senato non sara' piu' eletto dal popolo italiano.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per continuare ad avere il diritto di eleggere il Senato della Repubblica.
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2. Alla scuola di Pollicino
La prima regola della persona responsabile e' di non fare cose di cui non si e' in grado di valutare le conseguenze. C'e' un modo di dirlo in latino: "In dubio, contra projectum"; se hai il ragionevole dubbio che una decisione puo' avere effetti dannosi, quella decisione non prenderla. E' stato da tutti notato, ad esempio, che la folle modifica dell'articolo 70 della Costituzione rendera' il processo legislativo un labirinto o un caos, ed aprira' la via ad infiniti conflitti e contenziosi, con esiti devastanti per la pubblica amministrazione, per la certezza del diritto, per la civile convivenza. La riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni modifica un terzo degli articoli e stravolge l'intera Costituzione repubblicana che dal 1948 ad oggi ha dato buona prova come legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta'.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre anche in applicazione del principio di precauzione.
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3. Alla scuola dei tre moschettieri
Che invece erano quattro con D'Artagnan. Il governo degli apprendisti stregoni sostiene che con la sua riforma costituzionale golpista modifica solo la seconda parte della Costituzione, ma i cambiamenti introdotti nella seconda parte della Costituzione svuotano e invalidano anche elementi sostanziali della prima parte e gli stessi principi fondamentali che sono i valori supremi del nostro ordinamento giuridico. Cosa resta, ad esempio, del principio affermato all'art. 1 secondo cui "la sovranita' appartiene al popolo" quando meta' parlamento, il senato, non viene piu' eletto dal popolo? quando una minoranza organizzata si appropria con l'Italicum della maggioranza assoluta dei seggi nell'altra meta' del parlamento, la camera dei deputati?
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per difendere la sovranita' popolare, i principi fondamentali e i valori supremi della repubblica democratica.
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4. "Famo a fidasse"
Il governo degli apprendisti stregoni ci chiede di votare una riforma costituzionale golpista sulla fiducia che poi faranno delle buone leggi per risolvere i gravi problemi e per colmare le profonde lacune che questa riforma crea per loro stessa ammissione. Ebbene: come si fa a fidarsi di chi ti dice che adesso fa un pastrocchio e poi piu' in la' porra' rimedio? Come si puo' acconsentire a una cosa cattiva confidando che chi la commette poi ne fara' una buona per riparare?
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per continuare ad avere come legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista che fin qui ha garantito la nostra civile convivenza.
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5. Pinocchio in bicicletta
Quando il governo degli apprendisti stregoni dichiara che tanta parte della Costituzione e' un ferrovecchio da rottamare dimentica che ad essa ha giurato fedelta'; quando il governo degli apprendisti stregoni dichiara che sta lottando contro non meglio definiti "poteri forti" nasconde che di essi esso e' a tutti gli effetti parte; quando il governo degli apprendisti stregoni pretende di appropriarsi di prerogative che non competono al potere esecutivo viola un principio fondamentale dello stato di diritto, la separazione e il controllo dei poteri; quando il governo degli apprendisti stregoni cerca di trasformare una democrazia parlamentare in un'oligarchia viene meno al suo primo dovere - solennemente giurato entrando in carica; quando il governo degli apprendisti stregoni si rivela fedifrago la sua parola cosa piu' vale? il suo agire cosa diventa?
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre perche' cento menzogne non fanno una verita'.
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6. Pappagone e Dante Alighieri
Gli apprendisti stregoni impancatisi a costituenti nella loro forsennata propaganda non trovano di meglio che polemizzare con taluni personaggi talmente screditati che nessuno tranne loro li prenderebbe sul serio. Orbene, nessuno di noi se dovesse discutere sul valore della letteratura italiana prenderebbe a modello Pappagone, ma dovremmo confrontarci con Dante e Leopardi. E quindi tutto il furore polemico dei pretoriani del Si' contro personaggi screditati delle varie infami ed infime destre eversive eludono la discussione vera, nel merito delle questioni. Invece di discutere con le scempiaggini di vetusti corruttori e giovini nazisti per i cui deliri dovrebbe bastare il 118 o il 113, gli apprendisti stregoni rispondessero alle obiezioni opposte alla riforma golpista da illustri magistrati e giuristi - tra cui presidenti emeriti della stessa Corte Costituzionale -, che con quelle destre ignobili ed eversive non hanno nulla a che vedere.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per le vere ragioni di merito: difendere la Costituzione repubblicana, difendere la sovranita' popolare, difendere la democrazia parlamentare, difendere lo stato di diritto basato sulla separazione e il controllo dei poteri.
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7. Attaccare l'asino dove dice il padrone
La riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni e' stata caldeggiata e sostenuta a spada tratta dal presidente americano (direttamente e tramite ambasciatore), dalle centrali della speculazione finanziaria internazionale (direttamente e tramite i loro agenti ideologici delle agenzie di rating), dagli unghiuti vertici tecnocratici dell'Unione Europea; scilicet: dal mucchio selvaggio del comando imperialista, del capitale finanziario transnazionale e dei loro "comitati d'affari". Poiche' per i padroni di oggi e di sempre e' un affare e una letizia fare a pezzi la Costituzione antifascista scritta da Lelio Basso, da Giuseppe Dossetti, da Ferruccio Parri, da Umberto Terracini e da quanti con loro si batterono contro la dittatura per la liberazione dell'umanita'; per i padroni di oggi e di sempre e' una gioia e un profitto riuscire a prostituire a loro vantaggio leggi e istituzioni; per chi di tutto fa mercimonio la Costituzione repubblicana e' un ostacolo intollerabile; per chi trae il suo potere da rapporti di sfruttamento e di dominazione la democrazia e' un inciampo e l'oligarchia una cuccagna.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per difendere la Costituzione e la Repubblica dall'assalto dei vampiri e dei barbari.
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8. Il nocciolo della questione
Come e' stato scritto in un appello nonviolento in difesa del parlamento eletto dal popolo, dello stato di diritto, della democrazia costituzionale: "Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale. Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il 'combinato disposto' della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto. Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto".
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre esattamente per questo: per difendere lo stato di diritto, per difendere la democrazia parlamentare, per difendere la sovranita' popolare, per difendere la Costituzione repubblicana, per difendere la civile convivenza.
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9. Pour tout vous dire
Quelle citate sopra sono le questioni decisive, per le quali occorre votare No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Ma poiche' callidamente il governo degli apprendisti stregoni condisce la sua pietanza golpista con un contorno di varie spezie, anche del contorno sara' bene sbrigarsi in due parole:
a) sulla riduzione del numero dei parlamentari: se il fine e' che decida tutto il governo, di parlamentari ne bastano tre in tutto: due di maggioranza e uno di opposizione, tanto per la forma; se invece il parlamento e' l'organo legislativo e deve rappresentare la popolazione, allora per il paese "delle cento citta'" due Camere ognuna delle quali possa correggere eventuali errori o abusi commessi dalla maggioranza dei membri dell'altra sono piu' che opportune, e circa mille parlamentari non sono troppi. Il problema infatti non e' il numero dei parlamentari: e' l'attuale scarsa rappresentativita' ed infima qualita' di gran parte delle persone candidate dai partiti ed elette da un corpo elettorale che negli ultimi decenni in gran parte e ripetutamente ha espresso il suo voto ubriacato dalla retorica ipnotica degli "uomini della Provvidenza" (e nella storia d'Italia sappiamo cosa ha significato: dittatura, guerre, orrori) e riempie le istituzioni di insipienti cortigiani e di addetti alle basse opere;
b) sul risparmio: si riducano drasticamente gli emolumenti a tutti i parlamentari, a tal fine e' sufficiente una legge ordinaria;
c) sul rapporto Stato-Regioni: il pateracchio attuale e' effetto anche della precedente riforma costituzionale fatta in fretta e furia pochi anni fa; qui ed ora la cosa migliore da fare e' intervenire ove occorra con leggi ordinarie e costruendo il consenso tra le parti, evitando di fare altri danni;
d) sul Cnel: e' pur vero che fin qui e' stato prevalentemente un carrozzone, un cimitero degli elefanti, uno sperpero dei pubblici denari; ma con una buona legge ordinaria potrebbe diventare un utile e prestigioso centro studi pubblico ed essere di effettivo contributo all'attivita' legislativa;
e) di ulteriori scempiaggini: la diversa durata delle Camere, l'appropriazione di poteri da parte dell'esecutivo, la follia dell'elezione del capo dello stato dal settimo scrutinio con la sola "maggioranza dei tre quinti dei votanti" (non dell'assemblea, ma dei soli votanti), eccetera. Come amava dire il nostro vecchio professore di linguistica: "Doukipudonktan" (Raymond Queneau, Zazie dans le metro, incipit).
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per risparmiarci nuove idiozie e ulteriori scelleraggini.
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10. Sin odio, sin violencia, sin miedo
Ripetiamolo ancora una volta: il 4 dicembre voteremo No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni, e voteremo No con lo stesso motto delle nostre sorelle e dei nostri fratelli cileni che nel 1988 votando No al referendum abbatterono la dittatura di Pinochet: "sin odio, sin violencia, sin miedo", senza odio, senza violenza, senza paura.
Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma costituzionale golpista voluta dal governo degli apprendisti stregoni.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
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Allegato primo: Dieci coltellate. Minima una guida al referendum
Intitolare questi brevi ragionamenti "dieci coltellate" e' un espediente retorico: a indicare la necessita' e l'urgenza di squarciare la cortina delle menzogne ed uscire dalla subalternita' al discorso dominante che e' il discorso falso e fraudolento della classe dominante che tutte e tutti ci opprime.
Indicheremo qui di seguito tre trappole in cui non cadere (la trappola delle velocita', la trappola del risparmio, la trappola della governabilita'), formuleremo tre elogi (del perfetto bicameralismo, della rappresentanza proporzionale, del costituzionalismo nemico dell'assolutismo), dichiareremo tre beni irrinunciabili (la repubblica parlamentare; lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri; la democrazia, ovvero la sovranita' popolare) e giungeremo a una conclusione che ci sembra coerente e doverosa: il 4 dicembre votare No al golpe degli apprendisti stregoni; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.
E valga il vero.
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1. La trappola della velocita'
Quando si prendono decisioni importanti non si discute mai abbastanza. Quando si fanno le leggi, piu' ci si pensa e meglio e'. La democrazia e' un processo decisionale lento e paziente; come scrisse Guido Calogero si contano tutte le teste invece di romperle. Solo le dittature sono veloci, velocissime, e il frutto di quella velocita' e' sempre e solo la schiavitu' e la morte di innumerevoli esseri umani.
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2. La trappola del risparmio
Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre massacrare la Costituzione, che e' la legge a fondamento di tutte le nostre leggi, la base del nostro ordinamento giuridico e quindi della nostra civile convivenza? Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre distruggere la forma istituzionale repubblicana del nostro paese e sostituirla con la dittatura del governo, ovvero con la dittatura del capitale finanziario transnazionale di cui il governo in carica e' servo sciocco? Per ridurre i costi dell'attivita' parlamentare basterebbe una legge ordinaria che riduca gli emolumenti a tutti i parlamentari portandoli a retribuzioni ragionevoli.
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3. La trappola della governabilita'
Cio' che si nasconde dietro la parola magica - ovvero la cortina fumogena - della "governabilita'" altro non e' che il potere dei potenti di imporre la loro volonta' e i loro abusi senza opposizioni e senza controlli. La governabilita' non e' ne' un valore ne' un bisogno in nome del quale devastare la democrazia, lo stato di diritto, i diritti civili, politici e sociali che ad ogni persona appartengono.
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4. Elogio del perfetto bicameralismo
In un parlamento due camere sono meglio di una: se nell'una si commette un errore l'altra puo' correggerlo; se nell'una prevale un'alleanza di malfattori, l'altra puo' contrastarla. Due camere si controllano reciprocamente. Cosi' si sbaglia di meno. Benedetto sia il bicameralismo perfetto.
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5. Elogio della rappresentanza proporzionale
In una democrazia il potere e' del popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Il parlamento che fa le leggi in nome del popolo deve essere rappresentativo di esso in modo rigorosamente proporzionale. Se invece una minoranza si appropria della maggioranza dei seggi quel parlamento non e' piu' democratico, diventa solo la foglia di fico di un regime oligarchico. E se il governo si sostituisce al parlamento nella sua funzione legislativa non solo quel parlamento diventa una foglia di fico a tentar di occultare l'oscenita' del potere reale, ma quel potere non e' piu' ne' democratico ne' repubblicano, e' diventato un'autocrazia. Benedetta sia la rappresentanza proporzionale.
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6. Elogio del costituzionalismo, nemico dell'assolutismo
Il fine e il senso di ogni Costituzione e' impedire o almeno limitare gli abusi dei potenti. Nelle societa' divise in classi di sfruttatori e sfruttati, di proprietari ed espropriati, di governanti e governati, chi esercita funzioni di governo e' costantemente esposto alla forza corruttiva del potere. Nessun potere deve essere assoluto, ogni potere deve avere limiti e controlli. Benedetto sia il costituzionalismo, nemico dell'assolutismo.
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7. Una repubblica parlamentare, non una dittatura
Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) mutila ed esautora il parlamento e si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, viene meno la repubblica parlamentare. Ma per noi la repubblica parlamentare e' un bene irrinunciabile.
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8. Uno stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri
Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, annienta la separazione e il controllo dei poteri, che sono il fondamento dello stato di diritto. Ma per noi lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri, e' un bene irrinunciabile.
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9. Una democrazia, ovvero la sovranita' popolare
Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) riduce il parlamento a un giocattolo nelle sue mani, si fa un senato non piu' eletto dal popolo, si fa una camera dei deputati in cui una minoranza rapina la maggioranza assoluta dei seggi, si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, la sovranita' popolare e' annichilita e con essa la democrazia. Ma per noi la democrazia, ovvero la sovranita' popolare, e' un bene irrinunciabile.
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10. No al golpe, difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana
Nel referendum del 4 dicembre si vota per dire si' o no al golpe. Chi vota si', come vuole il governo degli apprendisti stregoni, accetta il golpe che distrugge il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale. Chi vota no, contro la volonta' del governo degli apprendisti stregoni, difende il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale, e quindi si oppone al golpe. No al golpe. No al fascismo. No alla barbarie. Al referendum votiamo No. Senza odio, senza violenza, senza paura. Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.
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Allegato secondo: "Primum non nocere". Con dieci ippocratici apoftegmi sulla propaganda referendaria governativa...
7. CAROGNO MOZZARECCHI: 'NA BBONA PAROLA AR PRESIDENTE DER CONZIJO
Sor preside', c'e' scritto sur giornale
che mmo' dite che ssemo 'na cozzaja.
Cozzaja a cchi? Me pozza veni' 'n male
si que' nun e' 'n'offesa da canaja.
E ssi nnue semo cozze, sor gegnale,
ch'ade' quer coso ch'apre bocca e raja?
Ve pare d'essa ganzo a ffa' 'r cignale?
A sgravuja cosi' che cce se scaja?
Pero' io ve capiscio, poro fijo:
e' cche ciavete sempre troppa fretta
e troppa furia; nun me meravijo
che a cchiacchiera' 'gni ggiorno a mmachinetta
senza pote' ffa' mmanco 'no sbadijo
vve capita a schizza' la tavoletta.
8. "VOGLIO FARE IL GENTILUOMO". UNA CONVERSAZIONE IN CINQUE TRATTI OGGI ALL'ELLERA PER IL NO AL REFERENDUM
La mattina di martedi' 22 novembre 2016 nel quartiere dell'Ellera a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle ragioni del No allo stravolgimento della Costituzione repubblicana, democratica, antifascista.
La struttura nonviolenta viterbese sta conducendo una campagna di informazione e coscientizzazione concentrata sui contenuti concreti e del tutto autonoma da partiti e succedanei che mettono insieme posizioni eterogenee ed incoerenti, talora deliranti e sovente subalterne alla retorica dominante sparsa a piene mani dal governo degli apprendisti stregoni, retorica funzionale allo scopo di introdurre nel nostro paese un sistema politico ed istituzionale oligarchico ed autoritario, infame obiettivo verso cui convergono sia il blocco del regime della corruzione, che i neonazisti variamente riverniciati, che i vecchi e nuovi complici dei poteri criminali, che le centrali di comando del capitale finanziario transnazionale che fa del motto "pecunia non olet" - il denaro non puzza - la sua bandiera e il suo credo (senza esitare a sacrificare sugli altari di Mammona innumerevoli vite umane innocenti).
Al referendum del 4 dicembre noi votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni, votiamo No al fascismo, votiamo No alla barbarie.
Al referendum del 4 dicembre noi votiamo No a chi vuole rottamare la legge fondamentale dell'ordinamento giuridico repubblicano, democratico, antifascista.
Di seguito una sinossi dei principali argomenti svolti nel corso della conversazione.
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1. Di cosa stiamo parlando
Il 4 dicembre si vota si' o no alla riforma che stravolge la Costituzione della Repubblica italiana, ovvero che massacra la legge fondamentale del nostro paese da cui dipendono tutte le altre leggi, i nostri diritti, la civile convivenza.
Vediamo quali sono i cambiamenti essenziali che la riforma costituzionale (e la nuova legge elettorale che con essa fa corpo, il cosiddetto Italicum) intende realizzare:
a) il Senato non sara' piu' eletto dai cittadini, ma solo da membri del ceto politico: una delle due Camere che esercitano la funzione legislativa non sara' piu' espressione diretta del voto dei cittadini, negando cosi' la sovranita' popolare, ovvero il fondamento del nostro ordinamento giuridico. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato;
b) alla Camera dei deputati una "minoranza organizzata" si appropriera' della maggioranza assoluta dei seggi, violando il principio della rappresentanza proporzionale, ovvero il fondamento della democrazia. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato;
c) il governo si appropriera' di fatto di poteri che non competono all'esecutivo, infrangendo la separazione, l'equilibrio e il controllo dei poteri, ovvero annientando il fondamento stesso dello stato di diritto. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato;
d) da una democrazia parlamentare in cui la sovranita' appartiene al popolo si passera' a una oligarchia, ovvero a un regime esplicitamente non piu' democratico in cui una minoranza opprime la maggioranza della popolazione senza alcun freno. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato.
Noi crediamo che questi cambiamenti siano sciagurati e scellerati, e quindi votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni.
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2. Quel che c'e' scritto sulla scheda, e quel che ne pensiamo
La domanda scritta sulla scheda su cui si vota il 4 dicembre non rende precisamente l'idea di cio' su cui realmente si vota, anzi distorce abbondantemente la verita' dei fatti; ma cominciamo con l'esaminarla attentamente e con l'esprimerci compiutamente senza essere subalterni all'ingannevole retorica del collegio degli ipocriti.
a) "Superamento del bicameralismo paritario": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' riteniamo che sia meglio che tutte le leggi siano esaminate ed approvate da due Camere invece che da una sola, soprattutto se quella sola Camera sara' eletta in modo tale che una minoranza si appropriera' della maggioranza assoluta dei seggi, violando sfacciatamente la sovranita' popolare.
b) "Riduzione del numero dei parlamentari": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' se il Parlamento e' l'organo legislativo e deve rappresentare la volonta' popolare occorre che abbia una composizione ampia, qualificata e diversificata, e non sia una congrega di "yes-men" che votano si' quando il padrone glielo ordina. L'Italia e' la repubblica delle "cento citta'" e di una vivace tradizione di pensiero politico e di esperienze civili, crediamo sia giusto che in parlamento sia rappresentata l'intera popolazione e non soltanto i cortigiani di questo o quel capo carismatico, di questo o quell'infausto "uomo della Provvidenza", di questo o quell'autocrate vizioso, di questo o quell'illusionista al servizio degli impresari che operano dietro le quinte.
c) "Contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' non si stravolge la legge fondamentale del nostro paese con la scusa di risparmiare pochi spiccioli; noi sosteniamo che un vero e rilevante contenimento dei costi delle istituzioni si deve e si puo' ottenere con leggi ordinarie: e per cominciare, con una legge ordinaria che riduca drasticamente gli astronomici emolumenti a tutti i parlamentari e a tutti i consiglieri regionali.
d) "Soppressione del Cnel": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' anche se fino ad oggi il Cnel e' stata un carrozzone e un cimitero degli elefanti, la verita' e' che con una legge ordinaria che lo riformi profondamente potrebbe divenire un utile e prestigioso centro studi pubblico (come ve ne sono in altri Paesi), dare effettiva rappresentanza alle parti sociali che lo compongono e che costituiscono presenze assai significative nel paese reale, ed essere di efficace contributo all'opera legislativa.
e) "revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' non solo non ridurra' i contenziosi tra Stato e Regioni (la cui responsabilita' non e' della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista del 1948, ma della riforma malvagia e scempia approvata in fretta e furia pochi anni fa), e soprattutto perche' con la cosiddetta "clausola di supremazia" imporra' alle popolazioni locali scelte inique, nocive e fin catastrofiche con decisioni autoritarie di poteri lontani e piu' facilmente corrompibili dai messeri del malaffare.
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3. Quel che sulla scheda non c'e' scritto ed invece e' cio' che conta
a) Volete "rottamare" un terzo della Costituzione (47 articoli su 119)? Noi diciamo No.
b) Volete togliere al popolo italiano il diritto di eleggere meta' del Parlamento? Noi diciamo No.
c) Volete permettere che una minoranza si appropri della maggioranza assoluta dei seggi della Camera dei deputati? Noi diciamo No.
d) Volete permettere che il governo si appropri di fatto di poteri che non ha diritto di avere? Noi diciamo No.
e) Volete che al posto della democrazia vi sia una oligarchia? Noi diciamo No.
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4. Ancora due parole sulla solita propaganda ingannevole
La propaganda del governo degli apprendisti stregoni e' un classico esempio di mistificazione. Vediamone alcuni esempi.
a) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "abbiamo bisogno di piu' velocita'". Noi rispondiamo: l'eccesso di velocita' provoca incidenti, quando si fanno le leggi e' meglio pensarci bene e a lungo.
b) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "abbiamo bisogno di piu' semplificazione". Noi rispondiamo: a forza di semplificare si passa dal governo di tutti al governo di uno, dalla democrazia alla dittatura.
c) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "abbiamo bisogno di risparmiare". Noi rispondiamo: ebbene, si faccia una legge che riduca le scandalose retribuzioni a tutti i parlamentari ed a tutti i consiglieri regionali, e lasciate in pace la Costituzione.
d) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "Se non si fa come diciamo noi non cambia mai niente". Noi rispondiamo: se una cosa e' sbagliata si ha il diritto e il dovere di non farla.
e) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "La seconda parte della Costituzione l'e' tutta sbagliata, l'e' tutta da rifare". Noi rispondiamo: ma e' la Costituzione a cui voi stessi avete giurato fedelta', e non e' una cosa bella essere spergiuri.
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5. Senza odio, senza violenza, senza paura
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni per difendere la Costituzione democratica, le liberta' repubblicane, i diritti di ogni persona.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' vogliamo che in questo paese resti un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' quando vediamo qualcuno che sta per gettarsi in un abisso abbiamo il dovere di fermarlo.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' vogliamo il bene comune.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' impedire che si commetta un atto stolto e iniquo e' diritto e dovere di tutti.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' vogliamo che prevalga la ragione, la prudenza, la solidarieta', il riconoscimento della dignita' di ogni persona: senza odio, senza violenza, senza paura, cosi' come le nostre sorelle ed i nostri fratelli cileni votarono No "sin odio, sin violencia, sin miedo" nel referendum del 1988 che mise fine alla dittatura di Pinochet.
Senza odio, senza violenza, senza paura: difendiamo la Costituzione della Repubblica Italiana.
9. UN INCONTRO DI STUDIO SU TRE CAPOLAVORI DI HANNAH ARENDT
Si e' svolto mercoledi' 23 novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su tre capolavori di Hannah Arendt: Le origini del totalitarismo, La banalita' del male, La vita della mente.
Nel corso dell'incontro sono state sinteticamente illustrate le tre opere e lette e commentate varie pagine di ognuna di esse.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso tre appelli:
- a partecipare sabato 26 novembre a Roma alla manifestazione nazionale contro la violenza sule donne "Non una di meno";
- a votare No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni nel referendum del 4 dicembre; un No per difendere la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista, "senza odio, seza violenza, senza paura";
- per richiedere al parlamento italiano due provvedimenti indispensabili e urgenti per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Una breve notizia su Hannah Arendt
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009; Olivia Guaraldo, Arendt, Rcs, Milano 2014. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.
10. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 26 NOVEMBRE A ROMA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne sabato 26 novembre si svolgera' a Roma una manifestazione nazionale promossa dai movimenti delle donne.
Nell'esprimere gratitudine, apprezzamento, sostegno e adesione all'iniziativa riaffermiamo ancora una volta alcuni nostri intimi convincimenti.
1. Ogni persona, associazione o istituzione che voglia essere impegnata per la pace e i diritti umani deve porsi all'ascolto e alla scuola del movimento di liberazione delle donne;
2. nulla e' piu' necessario ed urgente che contrastare il maschilismo, che e' la prima radice e il primo modello di ogni violenza;
3. per contrastare la violenza maschile occorre innanzitutto sostenere i centri antiviolenza promossi dai movimenti delle donne;
4. urge altresi' ottenere la piena attuazione dei provvedimenti disposti dalla Convenzione di Istanbul (che e' anche legge dello stato italiano) contro la violenza sulle donne;
5. il movimento di liberazione delle donne e' la corrente calda e l'esperienza storica concreta decisiva della nonviolenza in cammino;
6. se non si lotta contro la violenza maschile, le sue pratiche, le sue ideologie, le sue strutture, non c'e' speranza alcuna di poter contrastare e sconfiggere la guerra e il militarismo, il razzismo e le persecuzioni, la schiavitu' e la devastazione della biosfera.
7. Solo la vittoria del movimento di liberazione delle donne apre la via alla liberazione dell'umanita' da ogni oppressione; solo la vittoria del movimento di liberazione delle donne apre la via a una societa' di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, una societa' della convivenza e della condivisione, del bene comune e dell'aiuto reciproco, in cui da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
11. UN INCONTRO DI LETTURA INTEGRALE E COMMENTO SISTEMATICO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE
Si e' svolto la sera di giovedi' 24 novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di lettura integrale e commento sistematico della riforma costituzionale.
Dall'incontro e' emersa una volta di piu' la necessita' di votare No al referendum del 4 dicembre, per difendere il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale. Un No alla riforma golpista. Un No per difendere la Costituzione repubblicana, democratica, antifascista. Un No ragionato e appassionato, per i diritti di tutti, per il bene comune. Senza odio, senza violenza, senza paura.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena...
12. "IL SIGNOR NO A PORTA ROMANA". UNA CONVERSAZIONE IN DODICI DITA SENZA IL VENDITORE DI ALMANACCHI
La mattina di venerdi' 25 novembre 2016 nei pressi di Porta Romana a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle ragioni del No allo stravolgimento della Costituzione repubblicana, democratica, antifascista.
Di seguito un riassunto dei principali argomenti svolti nel corso della conversazione (che si e' dipanata parlando a braccio come si usa tra persone amiche - ma con sotto gli occhi il testo della Costituzione repubblicana, e quello della riforma golpista).
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1. Tra scacchisti
Vale per il sistema delle leggi quello che vale per il gioco degli scacchi: lo spostamento di un solo pezzo muta la configurazione sull'intera scacchiera. Il 4 dicembre si vota sulle modifiche alla Costituzione, ma quelle modifiche non cambiano solo 47 articoli su 139 della nostra carta fondamentale, cambiano l'intera Costituzione, poiche' anche il contenuto degli altri articoli ne viene modificato; cosi' come il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della riforma elettorale (il cosiddetto "Italicum", che con la riforma costituzionale fa corpo) muta profondamente il significato di singole proposizioni che restano apparentemente inalterate. L'esempio piu' flagrante: cosa resta della "sovranita' popolare" dell'art. 1 (formalmente non modificato) quando il popolo non elegge piu' direttamente meta' del Parlamento e nell'altra meta' una "minoranza organizzata" si appropria della maggioranza assoluta dei seggi?
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2. Il ritorno del "radioso maggismo"
Ed entriamo nel merito e nel dettaglio delle modifiche.
Con il nuovo art. 78 il potere di deliberare lo stato di guerra, ovvero di votare l'entrata in guerra (che peraltro l'articolo 11 della Costituzione repubblicana dovrebbe esser sufficiente a inibire per sempre, ma purtroppo sappiamo che nella realta' dagli anni '80 questo articolo e' stato tragicamente, proditoriamente violato piu' volte da governi e parlamenti fedifraghi) e' attribuito alla sola Camera dei deputati in cui una "minoranza organizzata" con la nuova legge elettorale avra' la maggioranza assoluta dei seggi. Follia piu' atroce e demente non sapremmo immaginare.
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3. Dalle aule sorde e grigie al bivacco di manipoli, ovvero come si svuotano le istituzioni repubblicane
Con la soppressione del Senato eletto direttamente dal popolo e la sua sostituzione con un consesso dai limitati e confusi poteri composto da consiglieri regionali e sindaci in gita a Roma, il Senato diventa una macchietta e una prebenda. Cosi' meta' dell'organo legislativo e' amputata e gettata nel tritacarne.
Con la Camera dei deputati in cui una "minoranza organizzata" si appropria della maggioranza assoluta dei seggi grazie all'"Italicum", si va verso un regime a partito unico e un'autocrazia, poiche' il partito del governo dispone della maggioranza assoluta dei seggi della Camera e puo' far approvare ogni misura senza dibattito e sostanzialmente senza controlli e senza contrappesi (su gran parte della produzione legislativa la nuova Camera decide da sola indipendentemente dalle eventuali obiezioni del nuovo Senato).
Le opposizioni vengono confinate in un recinto di assoluta ininfluenza. Il voto di chi vota per una forza di opposizione di fatto non conta piu' nulla.
Viene meno la divisione e il controllo dei poteri: il governo decide tutto.
E' arrivato Fortunello. E Gargantua trinca ancora.
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4. Il trionfo della volonta', ovvero il manuale del perfetto oligarca
Col nuovo art. 83 una maggioranza dei due terzi non del plenum dell'assemblea ma dei soli votanti dal settimo scrutinio elegge il Presidente della Repubblica, che puo' divenire cosi' anch'esso espressione della "minoranza organizzata" che si e' appropriata della maggioranza dei seggi alla Camera.
Col nuovo art. 94 la fiducia al governo e' espressa dalla sola Camera dei deputati in mano alla "minoranza organizzata" che si e' appropriata della maggioranza dei seggi.
- Col nuovo art. 135 un Senato non eletto dal popolo ma espressione lottizzata del ceto politico nomina due giudici costituzionali; e una Camera dei deputati in mano a una "minoranza organizzata" altri tre.
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5. Chi fa da se' fa per tre
Col nuovo art. 71 per poter presentare una proposta di legge d'iniziativa popolare non bastano piu' le firme di cinquantamila elettori, ne occorrono centocinquantamila: cioe' il triplo. Salute.
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6. Il referendum di sua maesta', ovvero della "minoranza organizzata"
Col nuovo art. 75 si abbatte il criterio che per la validita' di un referendum deve esprimersi la maggioranza degli aventi diritto al voto. In tempi di imperante astensionismo anche il referendum diviene strumento di una "minoranza organizzata" invece che ultima risorsa del popolo sovrano.
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7. Nel paese degli azzeccagarbugli
Tutta la parte della riforma relativa al titolo V della seconda parte della Costituzione non solo non risolvera' i contenzioni esistenti tra Stato e Regioni, ma li moltiplichera' esponenzialmente, con esiti devastanti per la certezza del diritto e per l'ordinato svolgimento della pubblica amministrazione.
Quanto alla cosiddetta "clausola di supremazia" per cui il Governo si sostituisce nelle decisioni alle Regioni ed agli enti locali essa puo' essere utilizzata per imporre autoritariamente, in totale spregio della democrazia, sciagurate decisioni che possono recare grave danno alle popolazioni dei territori interessati.
Ripetiamolo ancora una volta: le Costituzioni servono a limitare il potere assoluto; con la sua riforma golpista il governo degli apprendisti stregoni viola il principio stesso del costituzionalismo e pretende di appropriarsi di poteri che non gli competono; cosi' peraltro violando il cardine stesso dello stato di diritto: ovvero la separazione e l'equilibrio dei poteri.
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8. Dell'incontinenza verbale, ovvero ancora della neolingua e del bispensiero
Il nuovo art. 70 come formulato dalla riforma degli apprendisti stregoni e' il microcosmo che riflette il macrocosmo.
Ripetiamolo ancora una volta: alla chiarezza cartesiana ed alla limpida brevita' del testo della Costituzione repubblicana che recita lapidariamente "La funzione legislativa e' esercitata collettivamente dalle due Camere", la riforma degli apprendisti stregoni sostituisce un mastodonte barocco di oltre quattrocento parola nelle cui volute si perde la chiarezza, semplicita' ed inequivocabilita' che dovrebbe contraddistinguere ogni legge.
C'e' del metodo in questa follia: basta leggere il nuovo art. 70 per comprendere perfettamente che c'e' del marcio in Danimarca.
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9. La cartomanzia al potere, ovvero del consenso a scatola chiusa
Parti sostanziali dei mutamenti introdotti dalla riforma degli apprendisti stregoni rinviano a leggi ordinarie e a regolamenti che sono ancora da fare (e su cui si sa solo che saranno fatti dal Parlamento riformato, ovvero dal Governo oligarchico): ergo il governo chiede un atto di fiducia su una riforma - che esso stesso riconosce avere parti assai discutibili e presentare ampie lacune - con la promessa che poi porra' rimedio ai vuoti e ai disastri con leggi e regolamenti su cui nulla e' oggi dato sapere.
Quando si dice abusare un po' troppo dell'altrui pazienza e bonomia.
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10. Minimi paralipomeni su anticaglie come la sovranita' popolare, la dignita', il diritto di voto, la fedelta' agli impegni assunti
Nell'art. 1 della Costituzione repubblicana e' scritto che "La sovranita' appartiene al popolo". Ma con la riforma degli apprendisti stregoni il Senato non viene piu' eletto dal popolo e diventa un parlatorio pressoche' privo di poteri e la Camera sara' dominata da una "minoranza organizzata" che non rappresenta affatto la maggioranza del popolo.
Nell'art. 3 della Costituzione repubblicana e' scritto che "Tutti i cittadini hanno pari dignita' e sono eguali davanti alla legge". Ma con la riforma degli apprendisti stregoni la dignita' di chi si oppone al governo e' a dir poco umiliata e irrisa, e l'eguaglianza e' quella della Fattoria degli animali di Orwell.
Nell'art. 48 della Costituzione repubblicana e' scritto che "Il voto e' personale ed eguale, libero e segreto". Ma con la riforma degli apprendisti stregoni il voto di chi non vota per il partito del governo vale cosi' poco da essere del tutto ininfluente e cessa quindi di fatto di essere eguale e libero.
Nell'art. 54 della Costituzione repubblicana e' scritto che "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi". Il governo ed i parlamentari che hanno approvato lo stravolgimento della Costituzione le sono restati fedeli?
E ancora: nel medesimo art. 54 della Costituzione repubblicana e' scritto che "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore". Del governo che massacra la Costituzione, e del parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale che non solo persiste ma vota lo stravolgimento della Costituzione, e dei parlamentari eletti con una forza politica ed avendo sottoscritto un programma e che poi hanno cambiato casacca per motivi che chiunque e' in grado di valutare, ebbene, si puo' dire che abbiano adempiuto le loro funzioni "con disciplina ed onore"?
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11. L'arte dell'ingiuria secondo Borges, ovvero: cio' su cui non si vota
Il 4 dicembre non si vota sull'ipertrofia dell'ego del presidente del Consiglio dei ministri, non si vota sull'ignobile turpiloquio di Grillo, non si vota sui funambolismi del pregiudicato Berlusconi, non si vota sui deliri dei razzisti della Lega, non si vota sulle lugubri scempiaggini dei neofascisti. Si vota Si' o No alle modifiche alla Costituzione repubblicana contenute nella riforma golpista degli apprendisti stregoni.
Chi parla d'altro, chi la butta in caciara, cerca di impedire che ci si pronunci nel merito della riforma golpista degli apprendisti stregoni. A chi pretende di distrarci dal merito della questione in discussione, e' agevole replicare con quanto ebbe a scrivere Jorge Luis Borges ne "L'arte di ingiuriare" (citando De Quincey che citava un certo dottor Henderson): "Questo, signore, e' una digressione, attendo il suo argomento".
Nel merito occorre pronunciarsi: e nel merito della riforma golpista degli apprendisti stregoni noi ci pronunciamo, e diciamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
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12. Quidam de populo
- Quidam de populo: Ma non c'e' proprio niente di buono in questa riforma?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma senz'altro anche lei riconoscera' che le istituzioni attuali sono lente, e invece dovrebbero diventare rock.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma almeno la riforma e' risparmiosa.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ce lo chiede l'Europa, suvvia facciamole questo omaggio.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ce lo chiedono i mercati, perche' non farli contenti?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ce lo chiede l'America, e se ce lo chiede l'America bisogna obbedire.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma se lei vota no, allora e' un complice dei vecchi poteri, dei poteri forti, della casta, dell'accozzaglia, e le puzza anche il fiato. Lo ammetta, e' un nostalgico dei forchettoni?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: E sia pure, non tutto e' perfetto, non tutto e' compiuto, non tutto e' convincente nella riforma, ma e' pur sempre meglio di niente, e' pur sempre meglio che restare fermi alla Costituzione scritta piu' di mezzo secolo fa in un mondo che non c'e' piu'.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Chi vota no e' uno sfascista, un mentecatto, uno scarafaggio praghese. Lo ha detto tanta bella gente alla televisione, e la televisione dice sempre la verita', anzi: e' la verita'.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Quindi lei non vuole semplificare, non si straccia le vesti per la governabilita', non le si stringe il cuore al grido di dolore di J.P. Morgan?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Se votate No, e' chiaro, non cambia niente, non cambiera' mai niente. Non vi vergognate, voi e sua eccellenza il principe di Salina?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma almeno riconoscerete che il bicameralismo paritario e' la schifezza delle schifezze.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma almeno ammetterete che il Cnel va abolito, sono tutti d'accordo.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma almeno converrete che la riforma risolve il contenzioso tra Stato e Regioni.
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Insomma, caro signore, a lei e ai suoi sodali non vi sta bene proprio niente di quel che il governo vuol fare per il bene del popolo bue?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Ma almeno riconoscerete che il governo ha fatto tante cose buone, il "jobs act", il salvataggio delle banche, "la buona scuola", gli interventi militari in giro per il mondo e le forniture di armi ai governi amici per le loro politiche malthusiane... Non sono forse cose buone e giuste, nostro dovere e fonte di petrolio?
- Il signor No: No.
- Quidam de populo: Visto che vi piace tanto la Costituzione communista scritta da quella gentaglia che era stata in galera, al confino, in esilio, che si era ribellata ai poteri costituiti, al duce e a sua maesta' l'imperatore, perche' non vi trasferite in Siberia e la piantate di dar fastidio ai galantuomini?
- Il signor No: No.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 231 del 5 dicembre 2016
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