[Nonviolenza] Archivi. 229



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 229 del 3 dicembre 2016

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di novembre 2016 (parte prima)

2. L'unica via per far cessare le stragi

3. L'associazione "Respirare" aderisce all'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele"

4. Tina Anselmi

5. La tragedia del terremoto ci avvicina...

6. "Contro la guerra, contro il razzismo, contro la mafia". Un incontro di memoria e di riflessione

7. "Nostra sorella Antigone". Alcune parole dette a Viterbo il 2 novembre 2016

8. Il nostro 4 novembre. Il volto di Abele. Le tre verita' di Hiroshima

9. Cantata per il 4 novembre

10. Si e' tenuta a Viterbo la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre

11. Un altro quattro novembre

12. Dopo il 4 novembre

13. I cadaveri recuperati in mare

14. "Alla scuola di Giuseppe Dossetti, difendiamo la Costituzione repubblicana ed antifascista". Un incontro di testimonianza e di riflessione a Viterbo

15. Ciccio Cicorini: Si mme ciarrabbio? essi' che mme ciarrabbio

16. "L'insegnamento di Ferruccio Parri: la Resistenza continua". Un incontro di commemorazione a Viterbo

17. Uomini che bruciano le donne

18. Leonard Cohen

19. Umberto Veronesi

20. L'associazione "Respirare" aderisce all'iniziativa "Non una di meno"

21. Robert Vaughn

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2016 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2016.

 

2. L'UNICA VIA PER FAR CESSARE LE STRAGI

 

E' la scelta della nonviolenza.

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Riconoscere, rispettare, sostenere, difendere la vita, la dignita', i diritti di tutti gli esseri umani.

Questo significa la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" ADERISCE ALL'INIZIATIVA NONVIOLENTA "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

 

L'associazione "Respirare" aderisce all'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" promossa dai movimenti nonviolenti per il 4 novembre.

Da quindici anni in un numero crescente di citta' persone amiche della nonviolenza commemorano le vittime di tutte le guerre con cerimonie silenziose che attestano altresi' un persuaso impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Come e' scritto nell'appello che promuove l'iniziativa, "il 4 novembre, anniversario della fine dell''inutile strage' della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".

Opportunamente i  movimenti nonviolenti promotori sottolineano che "queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani".

Quest'anno i movimenti promotori invitano anche particolarmente a partecipare agli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta" che si svolgeranno a Trento ed a contribuire alla campagna "Un'altra difesa e' possibile" (per informazioni visitare il sito www.difesacivilenonviolenta.org o contattare la segreteria organizzativa presso il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail:an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it).

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Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. TINA ANSELMI

 

E' deceduta Tina Anselmi, partigiana.

La Resistenza continua.

 

5. LA TRAGEDIA DEL TERREMOTO CI AVVICINA...

 

La tragedia del terremoto ci avvicina alle donne e agli uomini che tremende catastrofi (non naturali, ma prodotte dalla violenza degli esseri umani) hanno costretto ad abbandonare le loro case, ogni loro bene, e ad un lungo viaggio tra mille pericoli e orrori per poter salvare la propria nuda vita.

Hanno bisogno del nostro aiuto quei fuggiaschi dalla guerra e dalla fame, dalle dittature e dal terrorismo, dalla schiavitu' e dalla barbarie; hanno diritto al nostro aiuto; mettono nelle nostre mani le loro vite, confidando nella nostra umanita'.

La tragedia del terremoto ci avvicina a quell'immane tragedia che sono le guerre in corso ("la terza guerra mondiale a pezzi", come l'ha definita Bergoglio), la miseria e la disperazione frutto della globale rapina da parte dei ricchi e degli armati, la migrazione forzata di innumerevoli esseri umani in pericolo.

Nessun egoismo e' ammissibile quando degli esseri umani hanno bisogno del nostro aiuto.

Siamo una sola umanita', in un unico pianeta vivente casa comune dell'umanita' intera.

La regola d'oro e' la semplice constatazione del nesso tra il tuo diritto e il tuo dovere: agisci verso le altre persone come vorresti che esse agissero verso di te.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

6. "CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO LA MAFIA". UN INCONTRO DI MEMORIA E DI RIFLESSIONE

 

Si e' svolto la sera di martedi' primo novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di memoria e di riflessione sul tema: "Contro la guerra, contro il razzismo, contro la mafia. Esperienze di lotta per i diritti umani e dei popoli".

Nel corso dell'incontro e' stato commemorato Beniamino Serafini, recentemente deceduto, antifascista, militante del movimento operaio, maestro, sindaco, persona onesta e generosa.

Dall'incontro un invito a partecipare il 4 novembre alla commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre "Ogni vittima ha il volto di Abele", iniziativa che quest'anno avra' il suo riferimento principale negli "Stati generali della difesa civile non armata e nonviolenta" che si svolgeranno a Trento promossi dalla campagna "Un'altra difesa e' possibile".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena...

 

7. "NOSTRA SORELLA ANTIGONE". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO IL 2 NOVEMBRE 2016

 

Mercoledi' 2 novembre 2016 una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' recata in alcuni luoghi della citta' che ricordano le vittime delle guerre e del fascismo ed ha reso omaggio in commosso silenzio alle persone li' ricordate.

L'iniziativa ha aperto a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre che da quindici anni si realizzano il 4 novembre e nei giorni immediatamente precedenti e successivi con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele".

La delegazione della struttura nonviolenta viterbese ha sostato in silenzioso raccoglimento dinanzi alle tombe.

Successivamente si e' tenuto nel quartiere di Santa Barbara un incontro di riflessione, nel corso del quale il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha proposto alcune meditazioni "dalla parte di Antigone".

*

Una sintesi del discorso tenuto dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Siamo qui per testimoniare due verita' e due impegni.

Che ogni vittima ha il volto di Abele.

Che Antigone e' la nostra prima maestra.

Che occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Che per opporsi alla guerra e alla violenza occorre scegliere la nonviolenza; occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; occorre lottare con la forza della verita' per abolire le guerre, gli eserciti e le armi; occorre lottare con la forza della verita' per abolire le strutture, le prassi e le ideologie della sopraffazione e dello sfruttamento, dell'asservimento e della dissipazione, della rapina e della devastazione; occorre agire in modo concreto e coerente per realizzare una societa' libera, giusta, solidale, una societa' sobria, responsabile, accudente, che ogni persona riconosca, accolga, sostenga, che rispetti gli esseri viventi e la biosfera, che inveri la coscienza che il primo dovere e' salvare le vite.

*

Non solo le vittime di tutte le guerre noi ricordiamo.

Il nostro pensiero va anche in questo momento alle vittime ed ai superstiti della serie di terremoti che ha colpito il nostro paese in questi ultimi mesi, tante vittime e tante devastazioni provocando.

E proprio dinanzi alla tragica realta' del terremoto sovvengono quelle mirabili parole di verita' di Giacomo Leopardi nella "Ginestra" in cui ricordando quanto fragile sia il nostro statuto biologico e come basti un lieve sommovimento sotterraneo per distruggere intere citta' e regioni e vite innumerevoli esortava l'umanita' ad unirsi in un impegno comune in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano; e sovvengono altresi' le altrettanto mirabili parole di Primo Levi ne "La bambina di Pompei" in cui allineando le mute testimonianze delle bambine vittime dell'eruzione del Vesuvio, della Shoah, della bomba di Hiroshima convocava l'umanita' intera a cessare per sempre di fare le guerre.

E quindi una e una stessa solidarieta' noi oggi esprimiamo alle vittime del terremoto e alle vittime delle guerre, ed affermiamo quindi il dovere di recare aiuto ai superstiti dell'una come dell'altra tragedia, il dovere di soccorrere, accogliere, assistere sia le vittime superstiti del sisma, sia le vittime superstiti della guerra e della fame, delle dittature e del terrorismo, vittime innocenti che tutto hanno perso e che hanno bisogno del nostro aiuto per salvare le loro vite. Ogni essere umano ha diritto alla vita, ogni essere umano ha il dovere di salvare le vite.

*

Affermare che ogni vittima ha il volto di Abele significa riconoscere che vi e' una sola umanita', che tutti gli esseri umani ne fanno parte, che un unico destino tutti ci unisce.

E significa anche riconoscere che deve cessare lo scandalo di esseri umani che uccidono altri esseri umani, che deve cessare la violenza e l'indifferenza, che il nostro agire deve ispirarsi a quel "principio responsabilita'" che non resta inerte dinanzi al dolore dell'altro, al volto dell'altro che soffre, alla muta sua richiesta di aiuto, ma sente e sa che aiuto deve recargli con tutte le sue forze.

Siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ci sta a cuore la vita degli esseri umani e del mondo. E ci sta a cuore perche' noi stessi siamo esseri umani, senzienti e pensanti, e sentiamo e sappiamo che la regola aurea dell'umana condotta e' agire nei confronti degli altri cosi' come vorremmo che gli altri agissero verso di noi.

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Affermare che Antigone e' la nostra prima maestra significa riconoscere l'empatia che tutti ci lega, e la responsabilita' dinanzi al dolore degli altri, e il dovere a fare il bene perche' e' bene.

Significa affermare la pieta' verso i vivi e verso i morti, e altresi' verso i venturi, ponendosi come esempio del giusto condursi nelle tragiche distrette.

Significa affermare che tutti i fratelli sono fratelli, tutte le sorelle sorelle, e tutti e tutte - a cominciare dai piu' deboli, dai piu' indifesi - meritano la nostra pieta', il nostro aiuto.

Significa affermare che se la legge positiva della citta' e' empia, tu devi comunque fare la cosa giusta, esercitare la bonta', inverare l'umanita', difendere la civilta', fossi pure tu l'unica persona che lo fa (come diceva Gandhi: sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo).

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Concreto e coerente deve essere questo nostro impegno dalla parte delle vittime, questo nostro disporci all'ascolto delle vittime, questo nostro scegliere la nonviolenza come lotta nitida e intransigente contro tutte le violenze, contro tutte le menzogne, contro tutte le oppressioni, contro tutte le vilta' complici del male.

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Qui ed ora dobbiamo lottare contro la guerra e tutte le  uccisioni, per l'abolizione degli eserciti e delle armi che servono a uccidere gli esseri umani; e proprio questo 4 novembre a Trento si svolgeranno gli "Stati generali della difesa civile non armata e nonviolenta" promossi dalla campagna "Un'altra difesa e' possibile", e proprio l'iniziativa di Trento quest'anno costituisce il fulcro delle nostre commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, indicando la reale, necessaria, urgente alternativa alla cosiddetta "difesa" armata che non difende ma uccide; l'alternativa finalmente coerente col dettato della Costituzione della Repubblica italiana che "ripudia la guerra": la difesa popolare nonviolenta e i corpi civili di pace.

Occorre l'immediata cessazione della illegale e criminale partecipazione italiana alle guerre in corso.

Occorre un'immediata drastica riduzione delle spese militari dello stato italiano e un immediato ingente trasferimento di risorse per avviare la difesa civile non armata e nonviolenta.

Occorre denunciare la Nato come organizzazione terrorista e stragista ed operare per il suo immediato scioglimento ed affinche' i suoi responsabili siano tratti in giudizio dinanzi a una corte di giustizia internazionale per i reati commessi, promossi ed avallati.

Occorre far cessare la produzione di armi e far rispettare la legge che proibisce di fornire armi ad assassini, ad organizzazioni criminali, a stati in guerra ed a regimi che violano i diritti umani.

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Qui ed ora dobbiamo lottare contro le stragi nel Mediterraneo, contro il vero e proprio regime di apartheid che si sta realizzando in Italia ai danni di milioni di persone, contro le condizioni di schiavitu' in cui innumerevoli persone sono costrette nel nostro paese.

Occorre ottenere subito due provvedimenti legislativi indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

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Qui ed ora dobbiamo lottare contro il maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza.

Dobbiamo ottenere la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

Dobbiamo sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento delle donne.

Dobbiamo sostenere la campagna internazionale "One billion rising".

Ed a Viterbo in particolare dobbiamo sostenere l'esperienza del centro antiviolenza "Erinna".

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Qui ed ora dobbiamo lottare in difesa dell'ambiente e del diritto alla salute, ed opporci quindi ad ogni opera nociva, ad ogni devastazione e ad ogni inquinamento, nella consapevolezza che devastare la biosfera e' sia un crimine in se', sia un crimine contro l'umanita'.

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Qui ed ora dobbiamo lottare in difesa della legalita' che salva le vite e protegge il debole dall'abuso del forte, dobbiamo difendere la Costituzione della Repubblica italiana, la Costituzione democratica ed antifascista.

E dobbiamo difenderla nel referendum del 4 dicembre con il No al golpe, con il No al fascismo, con il No alla barbarie.

Dobbiamo difendere la Costituzione il 4 dicembre votando No alla scellerata riforma che mira a mutilare e asservire il parlamento eletto dal popolo; votando No alla scellerata riforma che mira ad annichilire lo stato di diritto nel suo stesso fondamento: la separazione e il controllo dei poteri; votando No alla scellerata riforma che mira a cancellare la democrazia costituzionale frutto prezioso ed irrinunciabile della Resistenza antifascista.

Dobbiamo votare No, senza odio, senza violenza, senza paura, e sconfiggere il golpe degli apprendisti stregoni cosi' come il popolo cileno sconfisse e abbatte' la dittatura di Pinochet votando No nel referendum nel 1988.

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Siamo esseri umani, fragili e perituri; e siamo esseri viventi sociali che sanno che solo nella solidarieta', nella condivisione, nella convivenza e' possibile condurre una vita degna.

Siamo esseri umani, e sappiamo che il primo dovere morale, giuridico, politico, e' rispettare, sostenere, difendere, salvare le vite altrui.

Siamo esseri umani e sappiamo che dobbiamo opporci alla disumanita', alla barbarie, alle guerre e alle stragi.

La nonviolenza e' la scelta necessaria ed urgente per difendere la civilta' umana e con essa le nostre stesse vite dalla catastrofe.

Alla scuola di Rosa Luxemburg e di Virginia Woolf, di Lelio Basso e di Albert Camus, di Simone Weil e di Hannah Arendt, di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, di Simone de Beauvoir e di Ginetta Sagan, di Primo Levi e di Germaine Tillion, di Franca Ongaro Basaglia e di Laura Conti, di Aldo Capitini e di Danilo Dolci, di Bianca Guidetti Serra e di Tina Anselmi, di Nelson Mandela e delle madri di Plaza de Mayo, di Wangari Maathai e di Luce Fabbri, delle immumerevoli persone che si sono battute e si battono per l'umanita' contro ogni violenza.

Nel ricordo e all'ascolto delle vittime di tutte le guerre noi riaffermiamo il dovere di opporci a tutte le uccisioni.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita', per una societa' di persone libere, solidali, eguali in diritti.

La nonviolenza e' in cammino.

 

8. IL NOSTRO 4 NOVEMBRE. IL VOLTO DI ABELE. LE TRE VERITA' DI HIROSHIMA

 

Dopo l'immane catastrofe della prima guerra mondiale nel nostro paese fu istituita nella data del 4 novembre la "Festa delle Forze Armate", ovvero la festa delle macchine assassine che quell'immane massacro avevano eseguito.

Alcuni decenni fa i movimenti nonviolenti hanno iniziato a porre pubblicamente in discussione la "festa" del 4 novembre, con il motto "Non festa, ma lutto", ricordando le vittime delle guerre e denunciando il militarismo e la macchina bellica di quelle vittime responsabile.

All'inizio degli anni 2000 e' maturata l'idea di passare dalla subalterna contestazione delle cerimonie militariste all'autonoma realizzazione di commemorazioni nonviolente di tutte le vittime di tutte le guerre: questa e' l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele".

"Affinche' - come e' scritto nell'appello di convocazione - il 4 novembre, anniversario della fine dell''inutile strage' della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".

Il senso dell'iniziativa e' infatti uscire dalla subalternita' alle cerimonie militariste e scioviniste, e realizzare invece una degna commemorazione delle vittime delle guerre: esplicitando che solo se ci si oppone alla guerra si puo' onestamente e onorevolmente fare memoria e rendere omaggio alle sue vittime. Ovvero che ponendosi all'ascolto della voce estinta per sempre ed insieme per sempre insopprimibile delle innumerevoli persone dalla guerra uccise un appello si sente profondo, fermo e alto, nitido e accorato: che occorre cessare di fare le guerre, occorre cessare di uccidere, occorre cessare di organizzare armigeri e di produrre armi; occorre piuttosto adoperarsi a salvare le vite anziche' sopprimerle; occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; nella ineludibile consapevolezza che siamo una sola umanita', e la regola aurea che deve presiedere alle nostre relazioni a tutti i livelli deve essere "agisci nei confronti degli altri cosi' come vorresti che gli altri agissero nei tuoi confronti".

Le vittime della guerra ci convocano unanimi ad abolire la guerra, ci chiedono questo atto di verita', di giustizia, di umanita'.

*

Nell'epocale disastro provocato dal dominio della violenza, se vogliamo salvare l'umanita' occorre che la nonviolenza diventi finalmente la norma e la prassi di ogni sociale rapporto.

Meditiamo ancora una volta le tre verita' di Hiroshima di cui parlava Ernesto Balducci in un indimenticabile suo ragionamento: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.

"La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.

"La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l''accadimento' funesto generava l''avvenimento' fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".

Questo diceva padre Balducci nel 1981, e le sue parole ci illuminano ancora.

La nonviolenza puo' e deve divenire la politica dell'umanita', e quindi essere anche una adeguata politica della sicurezza e della cooperazione, ovvero di difesa dei beni comuni, della biosfera e della civilta' umana; ed e' per questo che essa si pone anche come alternativa concreta e immediata alla difesa armata (che poi difesa non e', ma preparazione ad uccidere ed effettuale commissione di stragi; e si e' visto a quale tremenda distretta ha condotto l'umanita'). La nonviolenza propone di passare alla difesa civile non armata e nonviolenta, ai corpi civili di pace, a una politica internazionale dei diritti umani e dei popoli. La nonviolenza invera la promessa del costituzionalismo moderno. La nonviolenza realizza la civilta' umana che ogni essere umano riconosce e comprende.

*

E quest'anno l'iniziativa delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre promossa col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" coinvolgera' ancora una volta diverse citta' ma in particolare avra' il suo luogo centrale a Trento, citta' in cui si svolgeranno gli "Stati generali della difesa civile non armata e nonviolenta" promossi dalla campagna "Un'altra difesa e' possibile": e questo incontro costituira' un ulteriore passo nella direzione della concreta e via via piu' estesa realizzazione e verifica di un programma costruttivo che dovrebbe divenire al piu' presto programma di governo di ogni paese civile: appunto la difesa popolare nonviolenta, la creazione dei corpi civili di pace, la gestione e risoluzione nonviolenta delle crisi e dei conflitti nella prospettiva della sicurezza comune e del condiviso benessere, attraverso la coerente operosa solidarieta' esercitata nei confronti di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

9. CANTATA PER IL 4 NOVEMBRE

 

"E tra di noi divideremo - lavoro, amore, liberta'.

E insieme ci riprenderemo - la parola e la verita'"

(Franco Fortini, Sull'aria dell'Internazionale)

 

I. Alla festa del 4 novembre

 

Ogni strage e' un'inutile strage

ogni guerra e' una stupida guerra

ogni morte e' una morte e' una morte

e tu non sai piu' dire scibbolet.

 

Il lepisma che osa traversare

l'infinito pavimento della stanza

e di colpo una luce e una scarpa

spegne il mondo per sempre e per sempre.

 

Alla festa del 4 novembre

esibiscono collane di denti e diamanti i padroni

si gloriano di aver fatto morire

tanti innocenti, cantano meccaniche

le salmodie dell'odio e dell'abuso,

della menzogna assassina ripetono il rito.

 

Alla festa del 4 novembre

si banchetta con cartocci di carne

umana, si bevono colmi

boccali di sangue, si ride, si scherza.

 

Alla festa del 4 novembre

il fascismo risorge e rivomita

le parole che uccidono, le lingue

rigide come coltelli segano gole.

 

Il pifferaio guida allo strapiombo

e tu non sai piu' dire scibbolet.

 

*

 

II. Cantata per Hannah

 

Invece della spada il flauto

invece delle catene la gerla

un lento ascoltare con l'occhio del cuore

l'umanita' come dovrebbe essere.

 

Con volto, con voce di donna

opporsi al fascismo, spezzare

le sbarre e i fucili, liberare

tutte le persone schiave.

 

Con volto, con voce di donna

il socialismo libertario

la nonviolenza in cammino.

 

*

 

III. El otro, el mismo

 

Un cosi' immane cumulo di uccisi

ne vedo lividi disfatti i visi

ne sento il peso, il peso insostenibile

e la parola muta ormai per sempre

che ancora brucia e brucia in un roveto.

 

So cosa dice quello sguardo, quel silenzio

so che risposta ancora e ancora attende:

che noi si ponga fine finalmente

a tutte, a tutte, a tutte le uccisioni.

E questo e' l'altro, e questo e' il nostro giorno.

 

Quest'altro 4 novembre

di lutto e non di festa

di memoria addolorata

di resistenza che continua.

 

Quest'altro 4 novembre

dalla parte delle vittime

all'ascolto delle vittime

alla scuola delle vittime

che vuole salvare tutte le vite.

 

Soccorrere, accogliere, assistere

ogni persona bisognosa di aiuto.

 

A tutte le guerre e a tutte le uccisioni opporsi.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Una sola umanita'.

 

Avendo udito e non avendo piu' scordato

la voce delle vittime che chiama

alla lotta per l'umanita':

la Rosa rossa spartachista

la Rosa bianca antinazista

la nonviolenza in cammino.

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi,

unitevi.

 

10. SI E' TENUTA A VITERBO LA COMMEMORAZIONE NONVIOLENTA DELLE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE

 

Come di consueto da quindici anni a questa parte la mattina del 4 novembre 2016 si e' tenuta a Viterbo la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre, iniziativa promossa col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha reso omaggio alle vittime sostando in silenzio dinanzi alle lapidi che ricordano le persone uccise della barbarie della guerra e della dittatura.

L'iniziativa si e' svolta come sempre in orario distinto e distante dalla grottesca cerimonia degli alienati prominenti che laidamente festeggiano le macchine assassine e l'ideologia sciovinista con retorica vacua e dereistica e scellerata insipienza e protervia.

*

Dopo il silenzioso e addolorato omaggio alle vittime nei luoghi di Viterbo che ne recano traccia, la commemorazione nonviolenta e' proseguita con un incontro di testimonianza e meditazione presso la sede della struttura nonviolenta viterbese.

Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha descritto ancora una volta il senso e il fine dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele", che da Viterbo nel corso degli anni si e' estesa a varie citta' italiane ed e' divenuta una campagna nazionale promossa da alcuni dei principali movimenti pacifisti e nonviolenti, e come l'intento dei promotori sia di smascherare e denunciare la stoltezza e l'immoralita' della "Festa delle Forze Armate" e di fare del 4 novembre - giorno anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale - un giorno di lutto, di consapevolezza e di impegno: lutto per tutte le vittime di tutte le guerre, consapevolezza che il ricordare e rendere omaggio a quelle innumerevoli vittime se non vuole essere un infame esercizio di ipocrisia e di complicita' con i poteri che le assassinarono, deve tradursi in impegno attuale e cogente ad opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a  tutte le armi; deve tradursi in impegno di pace, di solidarieta' con l'umanita' intera, di nonviolenza operosa.

Il nostro 4 novembre - ha evidenziato Peppe Sini - e' fedelta' nitida e intransigente alle vittime affinche' non vi siano piu' vittime; fedelta' nitida e intransigente alla Costituzione della Repubblica italiana che "ripudia la guerra" ed alla legalita' che solo e' legalita' quando salva le vite e non le violenta o sopprime; fedelta' nitida e intransigente all'umanita' sofferente che lotta per far cessare ogni oppressione, ogni violenza.

Affermare che "ogni vittima ha il volto di Abele" significa riconoscere l'unita' del genere umano; riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'; riconoscere che vi e' un solo mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; riconoscere che il primo dovere di ogni persona e' rispettare, aiutare, salvare le altre persone.

Affermare che "ogni vittima ha il volto di Abele" significa impegnarsi contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera e della civilta' contro ogni barbarie e ogni devastazione.

Affermare che "ogni vittima ha il volto di Abele" significa qui ed ora opporsi alla macchina bellica che sempre e solo ha la funzione di menare strage di esseri umani; significa qui ed ora opporsi alla violenza razzista e schiavista di mafie e governi che hanno fatto del Mediterraneo un immane cimitero e che pretendono imporre in Italia e in Europa un regime di apartheid; significa qui ed ora far cessare il femminicidio ed affermare finalmente l'eguaglianza di dignita' e di diritti di tutti gli esseri umani.

Cessi lo scandalo osceno della partecipazione italiana alle guerre in violazione della Costituzione repubblicana.

Cessi lo scandalo osceno delle decine di milioni di euro delle casse dello stato italiano ogni giorno sperperate per le spese militari.

Cessi lo scandalo osceno della partecipazione del nostro paese ad alleanze che costituiscono associazioni a delinquere, complicita' assassine; ed in particolare ed innanzitutto l'Italia si adoperi finalmente per lo scioglimento della Nato, organizzazione terrorista e stragista, ed affinche' i suoi responsabili siano processati per i crimini commessi.

Cessi lo scandalo osceno della produzione e del commercio di armi.

Cessi lo scandalo osceno della negazione del diritto agli esseri umani in fuga dalle guerre e dalla fame di entrare nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Cessi lo scandalo osceno della negazione del diritto di voto a milioni di persone che nel nostro paese vivono e lavorano.

Cessi lo scandalo osceno dell'assolutamente inadeguato impegno pubblico a contrastare il femminicidio ed ogni altra forma di violenza maschilista, dell'assolutamente inadeguato impegno pubblico a sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento delle donne, dell'assolutamente inadeguato impegno pubblico ad applicare integralmente la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

*

Nel ricordo di Rosa Luxemburg e di Nelson Mandela, nel ricordo di Virginia Woolf e di Simone Weil, nel ricordo di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, nel ricordo di Hannah Arendt e di Wangari Maathai, nel ricordo di Aldo Capitini e di Danilo Dolci, nel ricordo di Laura Conti e di Bianca Guidetti Serra, nel ricordo di Nanni Salio e di Pietro Pinna, nel ricordo di tutte le Resistenze all'inumano e delle innumerevoli persone che si sono battute per salvare le vite, la nonviolenza e' in cammino.

La nonviolenza e' il cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Il 4 novembre cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

 

11. UN ALTRO QUATTRO NOVEMBRE

 

Sfilano sciabole, moschetti, mitra

ed attaccati ad essi

come cani al guinzaglio esseri umani

ridotti a pezzi della macchina che uccide.

 

Un prominente dice buono e giusto

che tante vite siano state estinte

perche' lui abbia il comodo suo scranno

al desco ove si mesce sangue e oro.

Mai non si estingue la sete di sangue

e di rapina dei potenti e mai la sete

dell'ossequio da parte degli schiavi

al tritacarne destinati a maggior gloria

di chi sta in alto e succhia loro il sangue.

 

Questa e' la Festa delle Forze Armate

tra inchini solenni e urla sguaiate

tra squilli di tromba e conati di vomito

degli ingozzati della carne dei morti.

 

Questa e' la Festa del Potere che Uccide

che neppure dinanzi alle tombe delle vittime

ha ritegno ad esibire la sua tronfia

proterva violenza di lenone e di iena

che ride e pasteggia il 4 novembre.

 

*

 

Ma un altro e' gia' nato quattro novembre

non festa ma lutto

che sa che ogni vittima

ha il volto di Abele

e che questo orrore

occorre far cessare.

 

E tu fallo cessare

con la tua azione nonviolenta

e tu entra nella lotta

contro tutte le uccisioni

nel nome delle vittime

all'ascolto delle vittime

dalla parte delle vittime

per salvare tutte le vite

per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto

per abolire le guerre, gli eserciti, le armi

per abolire tutti i poteri assassini

affinche' sotto il cielo stellato finalmente risplenda

la legge morale.

 

La nonviolenza e' in cammino.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi

unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Una sola umanita' di persone libere ed eguali

in un solo mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

 

12. DOPO IL 4 NOVEMBRE

 

Giungono le prime notizie delle commemorazioni nonviolente delle vittime delle guerre che si sono tenute ieri in varie citta' d'Italia. Non molte, non tutte pienamente coerenti con l'appello promosso da alcuni movimenti nonviolenti. A quindici anni dall'avvio della campagna "Ogni vittima ha il volto di Abele" siamo ancora lontani da una sua adeguata ricezione ed estensione.

Ma a maggior ragione le iniziative realizzate sono state un segno, una testimonianza importante. E una spinta ulteriore a perseverare nell'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni.

Dopo il 4 novembre viene il 5 novembre: ogni giorno e' quello giusto per opporsi alla guerra e alle stragi; ogni giorno la nonviolenza e' in cammino.

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

13. I CADAVERI RECUPERATI IN MARE

 

"Dalla zattera della Medusa uno straccio rosso sventolava

ancora in piedi un superstite, da lungi

lo vedemmo e sentimmo che cantava

un canto che chiamava all'ideale

dell'internazionale futura umanita'"

(Roderigo Uscheri, Memorie dell'anno 1816)

 

I cadaveri recuperati in mare

ci parlano delle nostre guerre

delle nostre armi, dei nostri affari

che ancora tengono in schiavitu'

popoli interi, persone innumerevoli.

 

I cadaveri recuperati in mare

ci parlano della nostra rapina delle loro risorse

del nostro razzismo, del nostro regime

di apartheid planetario.

 

I cadaveri recuperati in mare

ci parlano dell'ora presente dell'umanita'

di come il potere imperiale col suo raffio

tutti ci tragga all'abisso.

 

I cadaveri recuperati in mare

ci chiamano alla lotta

per la comune liberazione

per la salvezza di tutte le vite.

 

Alla scuola del dolore abbiamo appreso

che il primo dovere e' salvare le vite.

Alla scuola del pianto abbiamo pianto

e quelle lacrime piantato come semi

perche' ne nasca la solidarieta'

che unisca e liberi l'umanita' intera.

 

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Abbattere finalmente il fascismo.

E' in cammino la nonviolenza.

Costruire finalmente la societa' della condivisione

del pane dell'amore della liberta'.

E' in cammino la nonviolenza.

Unitevi oppresse ed oppressi di tutti i paesi

solo le catene avete da perdere

ed un mondo da guadagnare.

E' in cammino la nonviolenza.

 

14. "ALLA SCUOLA DI GIUSEPPE DOSSETTI, DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA ED ANTIFASCISTA". UN INCONTRO DI TESTIMONIANZA E DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Lunedi' 7 novembre 2016 si e' svolto a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", un incontro di testimonianza e di riflessione sul tema: "Alla scuola di Giuseppe Dossetti, difendiamo la Costituzione repubblicana ed antifascista".

L'incontro era parte di un ciclo finalizzato a fornire testimonianze concrete, riferimenti teorici e strumenti analitici per la campagna informativa per il No alla riforma costituzionale - riforma che costituisce un vero e proprio golpe - nel referendum del prossimo 4 dicembre.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni scritti e discorsi di Dossetti (1913-1996), una delle figure piu' luminose della vita civile, morale e spirituale del nostro Novecento, partigiano, costituente e successivamente presbitero, infaticabile operatore di pace e difensore della democrazia e dei diritti umani, che alla strenua difesa della Costituzione della Repubblica italiana di cui era stato uno degli estensori dedico' tante energie negli estremi anni della sua vita.

*

Le persone partecipanti all'incontro invitano a votare No al referendum del 4 dicembre: senza odio, senza violenza, senza paura; per difendere il parlamento eletto dal popolo, per difendere lo stato di diritto, per difendere la democrazia costituzionale.

*

In allegato riproponiamo un "appello nonviolento per il No" e una "guida minima per il referendum" predisposta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese.

*

Allegato primo: Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Allegato secondo: Peppe Sini: Dieci coltellate. Minima una guida al referendum

Intitolare questi brevi ragionamenti "dieci coltellate" e' un espediente retorico: a indicare la necessita' e l'urgenza di squarciare la cortina delle menzogne ed uscire dalla subalternita' al discorso dominante che e' il discorso falso e fraudolento della classe dominante che tutte e tutti ci opprime.

Indicheremo qui di seguito tre trappole in cui non cadere (la trappola delle velocita', la trappola del risparmio, la trappola della governabilita'), formuleremo tre elogi (del perfetto bicameralismo, della rappresentanza proporzionale, del costituzionalismo nemico dell'assolutismo), dichiareremo tre beni irrinunciabili (la repubblica parlamentare; lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri; la democrazia, ovvero la sovranita' popolare) e giungeremo a una conclusione che ci sembra coerente e doverosa: il 4 dicembre votare No al golpe degli apprendisti stregoni; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.

E valga il vero.

1. La trappola della velocita'

Quando si prendono decisioni importanti non si discute mai abbastanza. Quando si fanno le leggi, piu' ci si pensa e meglio e'. La democrazia e' un processo decisionale lento e paziente; come scrisse Guido Calogero si contano tutte le teste invece di romperle. Solo le dittature sono veloci, velocissime, e il frutto di quella velocita' e' sempre e solo la schiavitu' e la morte di innumerevoli esseri umani.

2. La trappola del risparmio

Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre massacrare la Costituzione, che e' la legge a fondamento di tutte le nostre leggi, la base del nostro ordinamento giuridico e quindi della nostra civile convivenza? Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre distruggere la forma istituzionale repubblicana del nostro paese e sostituirla con la dittatura del governo, ovvero con la dittatura del capitale finanziario transnazionale di cui il governo in carica e' servo sciocco? Per ridurre i costi dell'attivita' parlamentare basterebbe una legge ordinaria che riduca gli emolumenti a tutti i parlamentari portandoli a retribuzioni ragionevoli.

3. La trappola della governabilita'

Cio' che si nasconde dietro la parola magica - ovvero la cortina fumogena - della "governabilita'" altro non e' che il potere dei potenti di imporre la loro volonta' e i loro abusi senza opposizioni e senza controlli. La governabilita' non e' ne' un valore ne' un bisogno in nome del quale devastare la democrazia, lo stato di diritto, i diritti civili, politici e sociali che ad ogni persona appartengono.

4. Elogio del perfetto bicameralismo

In un parlamento due camere sono meglio di una: se nell'una si commette un errore l'altra puo' correggerlo; se nell'una prevale un'alleanza di malfattori, l'altra puo' contrastarla. Due camere si controllano reciprocamente. Cosi' si sbaglia di meno. Benedetto sia il bicameralismo perfetto.

5. Elogio della rappresentanza proporzionale

In una democrazia il potere e' del popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Il parlamento che fa le leggi in nome del popolo deve essere rappresentativo di esso in modo rigorosamente proporzionale. Se invece una minoranza si appropria della maggioranza dei seggi quel parlamento non e' piu' democratico, diventa solo la foglia di fico di un regime oligarchico. E se il governo si sostituisce al parlamento nella sua funzione legislativa non solo quel parlamento diventa una foglia di fico a tentar di occultare l'oscenita' del potere reale, ma quel potere non e' piu' ne' democratico ne' repubblicano, e' diventato un'autocrazia. Benedetta sia la rappresentanza proporzionale.

6. Elogio del costituzionalismo, nemico dell'assolutismo

Il fine e il senso di ogni Costituzione e' impedire o almeno limitare gli abusi dei potenti. Nelle societa' divise in classi di sfruttatori e sfruttati, di proprietari ed espropriati, di governanti e governati, chi esercita funzioni di governo e' costantemente esposto alla forza corruttiva del potere. Nessun potere deve essere assoluto, ogni potere deve avere limiti e controlli. Benedetto sia il costituzionalismo, nemico dell'assolutismo.

7. Una repubblica parlamentare, non una dittatura

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) mutila ed esautora il parlamento e si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, viene meno la repubblica parlamentare. Ma per noi la repubblica parlamentare e' un bene irrinunciabile.

8. Uno stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, annienta la separazione e il controllo dei poteri, che sono il fondamento dello stato di diritto. Ma per noi lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri, e' un bene irrinunciabile.

9. Una democrazia, ovvero la sovranita' popolare

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) riduce il parlamento a un giocattolo nelle sue mani, si fa un senato non piu' eletto dal popolo, si fa una camera dei deputati in cui una minoranza rapina la maggioranza assoluta dei seggi, si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, la sovranita' popolare e' annichilita e con essa la democrazia. Ma per noi la democrazia, ovvero la sovranita' popolare, e' un bene irrinunciabile.

10. No al golpe, difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana

Nel referendum del 4 dicembre si vota per dire si' o no al golpe. Chi vota si', come vuole il governo degli apprendisti stregoni, accetta il golpe che distrugge il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale. Chi vota no, contro la volonta' del governo degli apprendisti stregoni, difende il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale, e quindi si oppone al golpe. No al golpe. No al fascismo. No alla barbarie. Al referendum votiamo No. Senza odio, senza violenza, senza paura. Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.

 

15. CICCIO CICORINI: SI MME CIARRABBIO? ESSI' CHE MME CIARRABBIO

 

Si mme ciarrabbio? essi' che mme ciarrabbio

a sta' a ssenti' ma 'n tutte 'ste bucie

che vomiteno 'nde ll'orecchie mie

e mme le iempono tutte de stabbio.

 

Si mme ciarrabbio? porco sambarabbio

so' ccose da cristiane 'st'eresie?

'sti sor ministri de le rubberie

piu' rubbeno e ppiu' je danno de 'nzabbio.

 

Ce leveno 'r diritto de vota'

se fanno 'r parlamento su mmisura

e a fforza de bucie e de quiqquoqua

 

ce vonno da' 'sta bella fregatura.

E io je voto No a 'sti baccala'

senz'odio, ne' violenza, ne' paura.

 

16. "L'INSEGNAMENTO DI FERRUCCIO PARRI: LA RESISTENZA CONTINUA". UN INCONTRO DI COMMEMORAZIONE A VITERBO

 

Mercoledi' 9 novembre 2016 si e' svolto a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", un incontro commemorativo e di riflessione sul tema: "L'insegnamento di Ferruccio Parri: la Resistenza continua".

L'incontro era parte di un ciclo finalizzato a fornire testimonianze concrete, riferimenti teorici e strumenti analitici per la campagna informativa per il No alla riforma costituzionale - riforma che costituisce un vero e proprio golpe - nel referendum del prossimo 4 dicembre.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni scritti e discorsi di Parri (1890-1981), leggendario dirigente della Resistenza italiana, costituente, figura insigne delle istituzioni repubblicane, della cultura democratica e della vita civile del nostro paese.

Le persone partecipanti all'incontro invitano a votare No al referendum del 4 dicembre: senza odio, senza violenza, senza paura; per difendere il parlamento eletto dal popolo, per difendere lo stato di diritto, per difendere la democrazia costituzionale.

In allegato riproponiamo ancora una volta un "appello nonviolento per il No" e una "guida minima per il referendum" predisposta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese...

 

17. UOMINI CHE BRUCIANO LE DONNE

 

Un uomo massacra di botte e poi brucia viva la moglie che aveva chiesto la separazione.

Nel suo orrore e' la sintesi della situazione presente dell'umanita'.

*

La dura verita' e' che non e' possibile abolire la guerra se non si sconfigge il maschilismo.

Non e' possibile abolire il razzismo e lo schiavismo se non si sconfigge il maschilismo.

Non e' possibile ottenere riconoscimento, rispetto e protezione dei diritti di tutti gli esseri umani se non si sconfigge il maschilismo.

Non e' possibile impedire la catastrofe ecologica se non si sconfigge il maschilismo.

Perche' la violenza maschile - la sua prassi e la sua ideologia, le sue strutture e il suo linguaggio - e' la prima radice e il primo modello di ogni violenza.

E' il maschilismo il nocciolo duro del militarismo e del razzismo.

E' il maschilismo l'ideologia profonda di ogni potere gerarchico e assassino.

E' il maschilismo lo schema di ogni relazione fondata sullo sfruttamento, sull'oppressione e sul disprezzo dell'altro.

E quindi non e' possibile realizzare una societa' pacifica e giusta, responsabile e solidale, dell'empatia e della condivisione, della civile convivenza, se non si sconfigge il maschilismo.

*

Molte sono le cose che possiamo e dobbiamo fare. Tra esse, innanzitutto, sostenere i centri antiviolenza realizzati dal movimento delle donne. Ad esempio a Viterbo il centro antiviolenza "Erinna" (per contatti e sottoscrizioni: "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo, tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998, contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042).

*

Tra pochi giorni ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Che non resti l'evento di un giorno ma sia piuttosto occasione suscitatrice di sempre piu' vasta e profonda consapevolezza ed appello a un impegno persuaso e crescente, un impegno indispensabile per la liberazione dell'umanita' intera.

*

Perche' cessino i roghi, siano spezzate le catene e le armi, l'umanita' si riconosca umana.

Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.

 

18. LEONARD COHEN

 

E' deceduto Leonard Cohen, poeta e musicista, canto' la tristezza e l'amore, lotto' per l'umanita'.

 

19. UMBERTO VERONESI

 

E' deceduto Umberto Veronesi, medico, uomo di scienza e d'impegno civile.

 

20. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" ADERISCE ALL'INIZIATIVA "NON UNA DI MENO"

 

L'associazione "Respirare" aderisce alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne che si svolgera' a Roma sabato 26 novembre, promossa da varie associazioni di donne per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne.

Il maschilismo e' la prima radice e il primo modello di ogni violenza, di ogni rapporto di dominazione e sfruttamento, di ogni denegazione dell'altrui verita' e dignita'.

Solo contrastando e sconfiggendo il sistema di potere, l'ideologia e le pratiche del maschilismo e' possibile la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione, e' possibile la difesa della biosfera casa comune dell'umanita', e' possibile realizzare una societa' finalmente libera e solidale, responsabile ed accudente, della convivenza e della condivisione, finalmente umana e non piu' ferina.

La lotta per l'eliminazione della violenza sulle donne e' il primo dovere di ogni persona impegnata per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della natura.

La lotta per l'eliminazione della violenza sulle donne e' il primo indispensabile passo per opporsi concretamente e coerentemente alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, alla devastazione del mondo vivente e ad ogni regime e rapporto sociale dittatoriale e schiavista.

La lotta per l'eliminazione della violenza sulle donne e' la chiave di volta per realizzare una politica della nonviolenza, la politica necessaria e urgente per contrastare la barbarie che sta mettendo in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' e della biosfera.

Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.

*

Per ulteriori informazioni sull'iniziativa "Non una di meno": https://nonunadimeno.wordpress.com

 

21. ROBERT VAUGHN

 

E' deceduto Robert Vaughn, che recito' in innumerevoli serie televisive, fu uno dei Magnifici sette, e si impegno' contro la guerra del Vietnam.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 229 del 3 dicembre 2016

 

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