[Nonviolenza] Telegrammi. 2541
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- Date: Wed, 23 Nov 2016 00:16:48 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2541 del 23 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. "Voglio fare il gentiluomo". Una conversazione in cinque tratti oggi all'Ellera per il No al referendum
2. "Chi ha paura della Costituzione?". Un incontro di riflessione con Paolo Arena a Viterbo
3. Alcuni testi del mese di dicembre 2014 (parte prima)
4. Un incontro di studio a Viterbo su "Pensare l'educazione con Virginia Woolf, Simone Weil, Hannah Arendt"
5. Un modello di lettera ai Comuni per un'iniziativa degli enti locali verso il Parlamento italiano per il riconoscimento dello Stato di Palestina
6. Per Christa Wolf, a tre anni dalla scomparsa
7. "Lev Tolstoj, pensatore e promotore della nonviolenza". Un incontro di studio
8. In memoria di Ivan Illich
9. Nell'anniversario della morte di Duccio Galimberti
10. Per Nelson Mandela, un anno dopo
11. Felicia Bartolotta Impastato
12. Anche a Viterbo commemorata Felicia Bartolotta Impastato nel decimo anniversario della scomparsa
13. Una lettera aperta a tutti i parlamentari e i ministri italiani
14. "Anna Achmatova e Marina Cvetaeva". Un incontro di studio a Viterbo
15. Il Comune e la Provincia di Viterbo chiedano al Parlamento e al Governo italiani il riconoscimento dello Stato di Palestina
16. Una richiesta a chi ci legge
17. Concluso il ricovero ospedaliero, don Dante Bernini e' tornato a casa
18. Per la Giornata dei diritti umani. Un incontro a Viterbo
19. E' giusto e necessario lo sciopero generale
20. Un incontro di studio su Franco Fortini
21. Una lettera aperta al governo italiano
22. Segnalazioni librarie
23. La "Carta" del Movimento Nonviolento
24. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. "VOGLIO FARE IL GENTILUOMO". UNA CONVERSAZIONE IN CINQUE TRATTI OGGI ALL'ELLERA PER IL NO AL REFERENDUM
La mattina di martedi' 22 novembre 2016 nel quartiere dell'Ellera a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle ragioni del No allo stravolgimento della Costituzione repubblicana, democratica, antifascista.
La struttura nonviolenta viterbese sta conducendo una campagna di informazione e coscientizzazione concentrata sui contenuti concreti e del tutto autonoma da partiti e succedanei che mettono insieme posizioni eterogenee ed incoerenti, talora deliranti e sovente subalterne alla retorica dominante sparsa a piene mani dal governo degli apprendisti stregoni, retorica funzionale allo scopo di introdurre nel nostro paese un sistema politico ed istituzionale oligarchico ed autoritario, infame obiettivo verso cui convergono sia il blocco del regime della corruzione, che i neonazisti variamente riverniciati, che i vecchi e nuovi complici dei poteri criminali, che le centrali di comando del capitale finanziario transnazionale che fa del motto "pecunia non olet" - il denaro non puzza - la sua bandiera e il suo credo (senza esitare a sacrificare sugli altari di Mammona innumerevoli vite umane innocenti).
Al referendum del 4 dicembre noi votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni, votiamo No al fascismo, votiamo No alla barbarie.
Al referendum del 4 dicembre noi votiamo No a chi vuole rottamare la legge fondamentale dell'ordinamento giuridico repubblicano, democratico, antifascista.
Di seguito una sinossi dei principali argomenti svolti nel corso della conversazione.
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1. Di cosa stiamo parlando
Il 4 dicembre si vota si' o no alla riforma che stravolge la Costituzione della Repubblica italiana, ovvero che massacra la legge fondamentale del nostro paese da cui dipendono tutte le altre leggi, i nostri diritti, la civile convivenza.
Vediamo quali sono i cambiamenti essenziali che la riforma costituzionale (e la nuova legge elettorale che con essa fa corpo, il cosiddetto Italicum) intende realizzare:
a) il Senato non sara' piu' eletto dai cittadini, ma solo da membri del ceto politico: una delle due Camere che esercitano la funzione legislativa non sara' piu' espressione diretta del voto dei cittadini, negando cosi' la sovranita' popolare, ovvero il fondamento del nostro ordinamento giuridico. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato;
b) alla Camera dei deputati una "minoranza organizzata" si appropriera' della maggioranza assoluta dei seggi, violando il principio della rappresentanza proporzionale, ovvero il fondamento della democrazia. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato;
c) il governo si appropriera' di fatto di poteri che non competono all'esecutivo, infrangendo la separazione, l'equilibrio e il controllo dei poteri, ovvero annientando il fondamento stesso dello stato di diritto. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato;
d) da una democrazia parlamentare in cui la sovranita' appartiene al popolo si passera' a una oligarchia, ovvero a un regime esplicitamente non piu' democratico in cui una minoranza opprime la maggioranza della popolazione senza alcun freno. In lingua italiana questo si chiama colpo di stato.
Noi crediamo che questi cambiamenti siano sciagurati e scellerati, e quindi votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni.
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2. Quel che c'e' scritto sulla scheda, e quel che ne pensiamo
La domanda scritta sulla scheda su cui si vota il 4 dicembre non rende precisamente l'idea di cio' su cui realmente si vota, anzi distorce abbondantemente la verita' dei fatti; ma cominciamo con l'esaminarla attentamente e con l'esprimerci compiutamente senza essere subalterni all'ingannevole retorica del collegio degli ipocriti.
a) "Superamento del bicameralismo paritario": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' riteniamo che sia meglio che tutte le leggi siano esaminate ed approvate da due Camere invece che da una sola, soprattutto se quella sola Camera sara' eletta in modo tale che una minoranza si appropriera' della maggioranza assoluta dei seggi, violando sfacciatamente la sovranita' popolare.
b) "Riduzione del numero dei parlamentari": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' se il Parlamento e' l'organo legislativo e deve rappresentare la volonta' popolare occorre che abbia una composizione ampia, qualificata e diversificata, e non sia una congrega di "yes-men" che votano si' quando il padrone glielo ordina. L'Italia e' la repubblica delle "cento citta'" e di una vivace tradizione di pensiero politico e di esperienze civili, crediamo sia giusto che in parlamento sia rappresentata l'intera popolazione e non soltanto i cortigiani di questo o quel capo carismatico, di questo o quell'infausto "uomo della Provvidenza", di questo o quell'autocrate vizioso, di questo o quell'illusionista al servizio degli impresari che operano dietro le quinte.
c) "Contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' non si stravolge la legge fondamentale del nostro paese con la scusa di risparmiare pochi spiccioli; noi sosteniamo che un vero e rilevante contenimento dei costi delle istituzioni si deve e si puo' ottenere con leggi ordinarie: e per cominciare, con una legge ordinaria che riduca drasticamente gli astronomici emolumenti a tutti i parlamentari e a tutti i consiglieri regionali.
d) "Soppressione del Cnel": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' anche se fino ad oggi il Cnel e' stata un carrozzone e un cimitero degli elefanti, la verita' e' che con una legge ordinaria che lo riformi profondamente potrebbe divenire un utile e prestigioso centro studi pubblico (come ve ne sono in altri Paesi), dare effettiva rappresentanza alle parti sociali che lo compongono e che costituiscono presenze assai significative nel paese reale, ed essere di efficace contributo all'opera legislativa.
e) "revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione": votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' non solo non ridurra' i contenziosi tra Stato e Regioni (la cui responsabilita' non e' della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista del 1948, ma della riforma malvagia e scempia approvata in fretta e furia pochi anni fa), e soprattutto perche' con la cosiddetta "clausola di supremazia" imporra' alle popolazioni locali scelte inique, nocive e fin catastrofiche con decisioni autoritarie di poteri lontani e piu' facilmente corrompibili dai messeri del malaffare.
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3. Quel che sulla scheda non c'e' scritto ed invece e' cio' che conta
a) Volete "rottamare" un terzo della Costituzione (47 articoli su 119)? Noi diciamo No.
b) Volete togliere al popolo italiano il diritto di eleggere meta' del Parlamento? Noi diciamo No.
c) Volete permettere che una minoranza si appropri della maggioranza assoluta dei seggi della Camera dei deputati? Noi diciamo No.
d) Volete permettere che il governo si appropri di fatto di poteri che non ha diritto di avere? Noi diciamo No.
e) Volete che al posto della democrazia vi sia una oligarchia? Noi diciamo No.
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4. Ancora due parole sulla solita propaganda ingannevole
La propaganda del governo degli apprendisti stregoni e' un classico esempio di mistificazione. Vediamone alcuni esempi.
a) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "abbiamo bisogno di piu' velocita'". Noi rispondiamo: l'eccesso di velocita' provoca incidenti, quando si fanno le leggi e' meglio pensarci bene e a lungo.
b) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "abbiamo bisogno di piu' semplificazione". Noi rispondiamo: a forza di semplificare si passa dal governo di tutti al governo di uno, dalla democrazia alla dittatura.
c) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "abbiamo bisogno di risparmiare". Noi rispondiamo: ebbene, si faccia una legge che riduca le scandalose retribuzioni a tutti i parlamentari ed a tutti i consiglieri regionali, e lasciate in pace la Costituzione.
d) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "Se non si fa come diciamo noi non cambia mai niente". Noi rispondiamo: se una cosa e' sbagliata si ha il diritto e il dovere di non farla.
e) Dice il governo degli apprendisti stregoni: "La seconda parte della Costituzione l'e' tutta sbagliata, l'e' tutta da rifare". Noi rispondiamo: ma e' la Costituzione a cui voi stessi avete giurato fedelta', e non e' una cosa bella essere spergiuri.
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5. Senza odio, senza violenza, senza paura
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni per difendere la Costituzione democratica, le liberta' repubblicane, i diritti di ogni persona.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' vogliamo che in questo paese resti un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' quando vediamo qualcuno che sta per gettarsi in un abisso abbiamo il dovere di fermarlo.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' vogliamo il bene comune.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' impedire che si commetta un atto stolto e iniquo e' diritto e dovere di tutti.
Votiamo No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni perche' vogliamo che prevalga la ragione, la prudenza, la solidarieta', il riconoscimento della dignita' di ogni persona: senza odio, senza violenza, senza paura, cosi' come le nostre sorelle ed i nostri fratelli cileni votarono No "sin odio, sin violencia, sin miedo" nel referendum del 1988 che mise fine alla dittatura di Pinochet.
Senza odio, senza violenza, senza paura: difendiamo la Costituzione della Repubblica Italiana.
2. INCONTRI. "CHI HA PAURA DELLA COSTITUZIONE?". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON PAOLO ARENA A VITERBO
Si e' svolto la sera di martedi' 22 novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Chi ha paura della Costituzione?".
Nel corso dell'incontro sono state approfondite le vere, forti, inconfutabili ragioni per cui al referendum del 4 dicembre occorre votare No alla sgangherata e sciagurata riforma costituzionale degli apprendisti stregoni.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2014 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2014.
4. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SU "PENSARE L'EDUCAZIONE CON VIRGINIA WOOLF, SIMONE WEIL, HANNAH ARENDT"
Si e' svolto domenica 30 novembre 2014 a Viterbo un incontro di studio su "Pensare l'educazione con Virginia Woolf, Simone Weil, Hannah Arendt".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi delle tre fondamentali pensatrici.
All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".
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Una breve notizia su Virginia Woolf
Virginia Woolf, scrittrice tra le piu' grandi del Novecento, nacque a Londra nel 1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande rilievo, oltre alle sue splendide opere narrative scrisse molti acuti saggi, di cui alcuni fondamentali anche per una cultura della pace. Mori' suicida nel 1941. E' uno dei punti di riferimento della riflessione dei movimenti delle donne, di liberazione, per la pace. Opere di Virginia Woolf: le sue opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i romanzi (in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un atto e l'altro) e' stata qualche anno fa pubblicata in una collana ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma; una pregevolissima edizione sia delle opere narrative che della saggistica e' stata curata da Nadia Fusini nei volumi dei Meridiani Mondadori alle opere di Virginia Woolf dedicati (ai quali rinviamo anche per la bibliografia). Tra i saggi due sono particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per se', Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987 (ma ambedue sono disponibili anche in varie altre edizioni). Numerosissime sono le opere su Virginia Woolf: segnaliamo almeno Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974; Mirella Mancioli Billi, Virginia Woolf, La Nuova Italia, Firenze 1975; Paola Zaccaria, Virginia Woolf, Dedalo, Bari 1980; Nadia Fusini, Possiedo la mia anima. Il segreto di Virginia Woolf, Mondadori, Milano 2006; Liliana Rampello, Il canto del mondo reale. Virginia Woolf, la vita nella scrittura, Il saggiatore, Milano 2005. Segnaliamo anche almeno le pagine di Erich Auerbach, "Il calzerotto marrone", in Mimesis, Einaudi, Torino 1977.
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Una breve notizia su Simone Weil
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stante la persecuzione antiebraica). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Wanda Tommasi (a cura di), Weil, Rcs, Milano 2014; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
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Una breve notizia su Hannah Arendt
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009; Olivia Guaraldo, Arendt, Rcs, Milano 2014. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.
5. UN MODELLO DI LETTERA AI COMUNI PER UN'INIZIATIVA DEGLI ENTI LOCALI VERSO IL PARLAMENTO ITALIANO PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA
Al Sindaco del Comune di ...
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Proposta che il Comune di ... deliberi un ordine del giorno con cui chieda al Parlamento italiano di riconoscere lo Stato di Palestina
Signor sindaco,
signore assessore e signori assessori,
signore consigliere e signori consiglieri,
e' di assoluta evidenza la necessita' e l'urgenza del riconoscimento dello Stato di Palestina.
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Proponiamo che il Comune di ... deliberi a tal fine un ordine del giorno del seguente tenore:
"Il Consiglio Comunale di ...,
ribadendo il proprio impegno per la pace, i diritti umani, la nonviolenza;
ribadendo il proprio impegno per il diritto di tutti gli esseri umani alla vita e alla dignita';
ribadendo il proprio impegno contro il razzismo ed ogni forma di persecuzione ed oppressione;
riaffermando il diritto di tutte le persone e di tutti i popoli a vivere liberi in pace e dignita', nel rispetto reciproco e nella cooperazione per il bene comune;
riaffermando che vi e' una sola umanita', di cui tutti i popoli e tutte le persone fanno ugualmente parte;
riaffermando i principi ed i valori della Dichiarazione Universale dei diritti umani, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, della Costituzione della Repubblica Italiana;
chiede al Parlamento italiano di riconoscere lo Stato di Palestina".
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Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, distinti saluti
Firma, luogo, data,
recapiti e-mail, telefonici e postali del proponente
6. PER CHRISTA WOLF, A TRE ANNI DALLA SCOMPARSA
Tre anni fa, il primo dicembre 2011, scompariva Christa Wolf.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo la ricorda per il suo luminoso impegno femminista e pacifista, per la sua lucida testimonianza, per i suoi libri che ancora convocano all'ascolto delle oppresse e degli oppressi, alla lotta per la dignita' e la liberazione di tutti gli esseri umani, alla solidarieta' e alla nonviolenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Christa Wolf, nata il 18 marzo 1929 e deceduta il primo dicembre 2011, e' considerata la maggiore scrittrice tedesca contemporanea; impegnata nel movimento femminista e pacifista, le sue opere hanno dato un rilevante contributo alla riflessione e alle pratiche di pace e di solidarieta'. Tra le opere di Christa Wolf segnaliamo almeno Il cielo diviso (1963), Edizioni e/o, Roma 1983, poi Mondadori, Milano 1987; Riflessioni su Christa T. (1968), Mursia, Milano 1973, poi Edizioni e/o, Roma 2003; Sotto i tigli (1974), Edizioni e/o, Roma 1986, 2009; Nessun luogo. Da nessuna parte (1979), Edizioni e/o, Roma 1997, 2009; Cassandra (1983), Edizioni e/o, Roma 1984; Premesse a Cassandra (1983), Edizioni e/o, Roma 1984; Che cosa resta (1990), Edizioni e/o, Roma 1991, 2009; Medea. Voci (1996), Edizioni e/o, Roma 1996; Un giorno all'anno (2003), Edizioni e/o, Roma 2006. Tra le opere su Christa Wolf: Joerg Magenau, Christa Wolf. Una biografia, Edizioni e/o, Roma 2004.
7. "LEV TOLSTOJ, PENSATORE E PROMOTORE DELLA NONVIOLENZA". UN INCONTRO DI STUDIO
Si e' svolto lunedi' primo dicembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Lev Tolstoj, pensatore e promotore della nonviolenza".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi sia saggistici che narrativi del grande scrittore, pensatore e riformatore, autore di capolavori della letteratura come Guerra e pace, Anna Karenina, Resurrezione.
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Lev Tolstoj, nato nel 1828 e scomparso nel 1910, non solo grandissimo scrittore, ma anche educatore e riformatore religioso e sociale, propugnatore della nonviolenza. Opere di Lev Tolstoj: tralasciando qui le opere letterarie (ma cfr. almeno Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze 1967; e Tutti i racconti, Mondadori, Milano 1991, 2005), della gigantesca pubblicistica tolstojana segnaliamo particolarmente almeno Quale scuola, Emme, Milano 1975, Mondadori, Milano 1978; La confessione, SE, Milano 1995; Perche' la gente si droga? e altri saggio su societa', politica, religione, Mondadori, Milano 1988; Il regno di Dio e' in voi, Bocca, Roma 1894, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova 1988; l'antologia Tolstoj verde, Manca, Genova 1990; La vera vita, Manca, Genova 1991; La legge della violenza e la legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1998; Il cammino della saggezza, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2010. Opere su Lev Tolstoj: dal nostro punto di vista segnaliamo particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1985; Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1991; Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1995; Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta, Il segno dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano (Vr) 2000.
8. IN MEMORIA DI IVAN ILLICH
Ricorrendo l'anniversario della scomparsa di Ivan Illich,avvenuta il 2 dicembre 2002, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con inestinguibile gratitudine e ne ripropone la profonda riflessione e le preziose iniziative come contributi e punti di riferimento indispensabili all'impegno nonviolento per il bene comune dell'umanita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Una breve notizia su Ivan Illich
Ivan Illich e' nato a Vienna il 4 settembre 1926; laurea in mineralogia a Firenze, studi ulteriori di psicologia, arte, storia (dottorato a Salisburgo); ordinato sacerdote nel 1951, per cinque anni opera in una parrocchia portoricana a New York, poi e' prorettore dell'Universita' Cattolica di Portorico; a Cuernavaca (Messico) fonda il Cidoc (Centro interculturale di documentazione); docente in varie universita', conferenziere, studioso costantemente impegnato nella critica delle istituzioni e nella indicazione di alternative che sviluppino la creativita' e dignita' umana; pensatore originale, ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia, la medicina, il lavoro. E' scomparso a Brema il 2 dicembre 2002. Tra le opere di Ivan Illich: Descolarizzare la societa', Mondadori; La convivialita', Mondadori, poi Red; Rovesciare le istituzioni, Armando; Energia ed equita', Feltrinelli; Nemesi medica: l'espropriazione della salute, Mondadori, poi Red; Il genere e il sesso, Mondadori; Per una storia dei bisogni, Mondadori; Lavoro-ombra, Mondadori; H2O e le acque dell'oblio, Macro; Nello specchio del passato, Red; Disoccupazione creativa, Red; Nella vigna del testo, Cortina, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri. Raccoglie i materiali di un seminario con Illich il volume Illich risponde dopo "Nemesi medica", Cittadella, Assisi 1978. Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994. Utile anche il volume di AA. VV., Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978 (che si apre con un intervento di Illich). Da "A. rivista anarchica", anno 33, n. 294, novembre 2003 riprendiamo la seguente scheda su Ivan Illich: "Ivan Illich (1926-2002). Nato nel 1926 a Vienna da un padre di nobili origini dalmate e da una madre ebrea sefardita, fin da piccolo compi' frequenti viaggi in Europa e rimase fino all'ultimo un instancabile viaggiatore. La sua formazione avvenne tra Salisburgo, Firenze, Roma, ma Illich non ebbe mai un buon rapporto con le scuole, ne' con le discipline. Era sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue), teologo, ma forse piu' di ogni altra cosa uno storico delle istituzioni. Dopo la formazione teologica all'Universita' Gregoriana in Vaticano, fu ordinato prete ed ebbe come primo incarico la cura di una parrocchia a prevalenza portoricana vicino a Manhattan. E' li' forse che nel cuore del primo mondo a contatto con i reietti, gli ultimi, comincio' a capire i meccanismi dell'esclusione e dell'alienazione degli individui attraverso l'istituzionalizzazione della vita. Nel 1956 divenne vicerettore dell'Universita' di Puerto Rico, e nel 1961 fondo' il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) a Cuernavaca in Messico, un centro in cui passo' gran parte dell'intellettualita' radicale degli anni Sessanta e Settanta, centro che avrebbe dovuto formare i volontari e missionari per i paesi del terzo mondo. Qui nasce la critica di Illich allo sviluppo, all'idea stessa di paesi in via di sviluppo, condannati a un'eterna poverta' dall'impari confronto con i paesi gia' sviluppati. Contemporaneamente Illich si impegnava contro la guerra, le banche, le grandi corporation, e percio' riusci' facilmente a divenire sospetto alla Cia, al governo americano e al Vaticano. Il Santo Uffizio comincia un procedimento contro di lui e Illich abbandona il proprio abito, la funzione sacerdotale e la Chiesa. Gli anni Settanta furono quelli della notorieta' per la pubblicazione dei suoi scritti piu' noti e polemici sulla critica alle istituzioni, della scuola, della salute, per una rivoluzione nonviolenta verso un modello sociale di convivialita'. Nei decenni successivi continuo' a lavorare secondo uno stile diverso: conferenze in ogni parte del mondo, brevi saggi che esploravano nuovi campi dei suoi multiformi interessi, seminari interdisciplinari con gruppi di collaboratori scelti al di fuori dell'istituzione accademica, provenienti da ogni parte del mondo, soprattutto alle universita' di Brema e della Pennsylvania. Ecco alcuni dei temi affascinanti dei suoi ultimi scritti: la velocita', l'esperienza del dolore nella contemporaneita', i mutamenti nello sguardo nell'epoca delle immagini, la mente alfabetizzata e l'impatto con il computer. Tra i suoi libri tradotti in italiano, ma in parte non piu' disponibili, si possono ricordare: Descolarizzare la societa' (Mondadori, 1972), La convivialita' (Mondadori, 1974), Nemesi medica (Mondadori, 1977), Il genere e il sesso (Mondadori, 1984), Lavoro ombra (Mondadori, 1985), Nello specchio del passato (Red, 1992), Nella vigna del testo (Cortina, 1994). Particolarmente interessante per avere un'immagine del percorso di Illich e' il libro Conversazioni con Ivan Illich (a cura di David Cayley), Eleuthera 1994". Una piu' ampia notizia biografica di Ivan Illich e' nel n. 1262 de "La nonviolenza e' in cammino", e nel n. 1263 una piu' ampia bibliografia; altri utili materiali sono in "Voci e volti della nonviolenza" n. 17 e ne "La domenica della nonviolenza" n. 68; ulteriori materiali nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 229.
9. NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DUCCIO GALIMBERTI
Il 4 dicembre 1944 moriva assassinato dai fascisti Duccio Galimberti.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ricorda l'eroe della Resistenza e il suo messaggio all'umanita'.
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Una breve notizia su Duccio Galimberti
Duccio Galimberti (nato a Cuneo il 30 aprile 1906, ucciso a Centallo (Cuneo) il 4 dicembre 1944) e' uno degli eroi della Resistenza.
Dal sito dell'Anpi (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Nato a Cuneo il 30 aprile 1906, ucciso a Centallo (Cuneo) il 4 dicembre 1944, avvocato, Medaglia d'oro della Resistenza, proclamato eroe nazionale dal Cln piemontese, Medaglia d'oro al valor militare. Suo padre, Tancredi, era stato ministro delle Poste con Giovanni Giolitti e poi senatore fascista; la madre, l'inglese Alice Schanzer, era una poetessa. A Duccio erano stati imposti i nomi di Tancredi, Achille, Giuseppe, Olimpio, ma per tutta la vita sarebbe stato, appunto, Duccio, il vezzeggiativo familiare che gli e' rimasto pure e, soprattutto, dopo la morte, anche se per un certo periodo nella Resistenza fu conosciuto come professor Garnera. Duccio, considerato un valente penalista gia' in giovane eta', non venne mai, nonostante la posizione del padre, a compromessi con il fascismo. Quando giunse il momento della leva, non pote' fare il corso di allievo ufficiale perche' per frequentarlo avrebbe dovuto iscriversi al fascio; fece cosi' il servizio da soldato semplice. Negli anni tra il 1940 e il 1942 tento' di organizzare a Cuneo, lui mazziniano fervente, gli antifascisti del luogo. E' con la caduta di Mussolini che Duccio viene clamorosamente allo scoperto: il 26 luglio del 1943 arringa la folla dalla finestra del suo studio che dava sulla Piazza Vittorio a Cuneo; nello stesso giorno parla in un comizio a Torino. Riferendosi al proclama del generale Badoglio grida: "Si', la guerra continua fino alla cacciata dell'ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista". Queste parole gli valgono subito un mandato di cattura delle autorita' badogliane, che sara' revocato soltanto tre settimane dopo. L'8 settembre lo Studio Galimberti a Cuneo si trasforma in centro operativo per l'organizzazione della lotta armata popolare, dopo che Duccio non riesce a convincere il Comando militare di Cuneo ad opporsi in armi ai tedeschi. Tre giorni dopo Galimberti, con Dante Livio Bianco ed altri dieci amici e' gia' in Val di Gesso, dove costituisce il primo nucleo della banda "Italia Libera" (analoga banda viene formata in Valle Grana da Giorgio Bocca, Benedetto Dalmastro ed altri amici di Duccio), dalla quale nasceranno le brigate di Giustizia e Liberta'. Nel gennaio del 1944 Duccio, durante un rastrellamento, viene ferito; e' curato sommariamente da una dottoressa, ebrea polacca, sfuggita ai nazisti e riparata tra i partigiani. Ma le ferite sono troppo gravi e Galimberti viene trasportato, su una slitta, sino all'ospedale di Canale. Quando si ristabilisce, viene nominato comandante di tutte le formazioni GL del Piemonte e loro rappresentante nel Comitato militare regionale. In tale veste, il 22 maggio del 1944, conclude a Barcelonette un patto di collaborazione e di amicizia con i "maquisards" francesi. In veste di "diplomatico" tratta pure l'unificazione e il coordinamento delle bande operanti in Val d'Aosta. Si sposta poi a Torino ed e' qui che viene localizzato e bloccato dai repubblichini. E' il 28 novembre del 1944. Inutili i frenetici tentativi delle forze della Resistenza di operare uno scambio con i tedeschi. I repubblichini considerano Duccio una loro preda, tanto che quattro giorni dopo, nel pomeriggio del 2 dicembre, un gruppo di fascisti dell'Ufficio politico di Cuneo arriva a Torino e lo preleva dal carcere. Lo trasportano nella caserma delle brigate nere di Cuneo: qui Galimberti viene interrogato e ridotto in fin di vita dalle sevizie, ma non parla. Il mattino del 4 dicembre, l'eroico comandante di Giustizia e Liberta' viene caricato su un camioncino, trasportato nei pressi di Centallo e abbattuto dai suoi aguzzini con una raffica alla schiena".
10. PER NELSON MANDELA, UN ANNO DOPO
Un anno fa, il 5 dicembre 2013, moriva Nelson Mandela.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con gratitudine che non si estingue.
Nel ricordo di Nelson Mandela continui la lotta contro il razzismo e contro tutte le oppressioni; continui la lotta per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; continui la lotta per la liberazione dell'umanita'.
Giustizia e liberta'. Pace e solidarieta'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
La nonviolenza e' in cammino.
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Una breve notizia su Nelson Mandela
Nelson Mandela e' stato uno dei piu' grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignita' di ogni essere umano; nato nel 1918, tra i leader principali dell'African National Congress, nel 1964 e' condannato all'ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo; uscira' dal carcere l'11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compira' il miracolo della riconciliazione; e' deceduto nel 2013.
Opere di Nelson Mandela: fondamentale e' l'autobiografia Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995; tra le raccolte di scritti ed interventi pubblicate prima della liberazione cfr. La lotta e' la mia vita, Comune di Reggio Emilia, 1985; La non facile strada della liberta', Edizioni Lavoro, Roma 1986; tra le raccolte pubblicate successivamente alla liberazione: Tre discorsi, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991; Contro ogni razzismo, Mondadori, Milano 1996; Mai piu' schiavi, Mondadori, Milano 1996 (il volume contiene un intervento di Nelson Mandela ed uno di Fidel Castro); Io, Nelson Mandela, Sperling & Kupfer, Milano 2010, 2013; Bisogna essere capaci di sognare, Rcs, Milano 2013.
Opere su Nelson Mandela: Mary Benson, Nelson Mandela: biografia, Agalev, Bologna 1988; Francois Soudan, Mandela l'indomabile, Edizioni Associate, Roma 1988; Jean Guiloineau, Nelson Mandela, Mondadori, Milano 1990; John Vail, I Mandela, Targa Italiana, Milano 1990; Fatima Meer, Il cielo della speranza, Sugarco, Milano 1990; John Carlin, Mandela. Ritratto di un sognatore, Sperling & Kupfer, Milano 2013; Christo Brand, Mandela. L'uomo che ha cambiato il mondo, Newton Compton, Roma 2014. Si veda anche: Winnie Mandela, Finche' il mio popolo non sara' libero, Sugarco, Milano 1986; Nancy Harrison, Winnie Mandela, Jaca Book, Milano 1987; ed ancora: Desmond Tutu, Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001; Desmond Tutu, Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004; ed anche: Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990; ed ancora almeno: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della Commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri, Roma 1999.
11. FELICIA BARTOLOTTA IMPASTATO
A dieci anni dalla scomparsa ricordiamo Felicia Bartolotta Impastato.
La lotta continua.
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Felicia Bartolotta Impastato e' la madre di Giuseppe Impastato che lo ha sostenuto nella sua lotta, lotta che ha proseguito dopo l'uccisione del figlio; e' deceduta nel dicembre 2004. Opere di Felicia Bartolotta Impastato: La mafia in casa mia, intervista di Anna Puglisi e Umberto Santino, La Luna, Palermo 1987. Tra le opere su Felicia Bartolotta Impastato: Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2005; Cfr. anche il profilo scritto da Anna Puglisi per l'Enciclopedia delle donne e ripubblicato anche in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 311.
Si vedano anche i libri dedicati a Giuseppe Impastato, nato nel 1948, militante della nuova sinistra di Cinisi (Pa), straordinaria figura della lotta contro la mafia, di quel nitido e rigoroso impegno antimafia che Umberto Santino defini' "l'antimafia difficile"; fu assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Tra le raccolte di scritti di Peppino Impastato: Lunga e' la notte. Poesie, scritti, documenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2002, 2008. Tra le opere su Peppino Impastato: Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il depistaggio, Centro Impastato, Palermo 1998; Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo 1986; Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti, Mondadori, Milano 1994; AA. VV., Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001, 2006 (pubblicazione della relazione della commissione parlamentare antimafia presentata da Giovanni Russo Spena; con contributi di Giuseppe Lumia, Nichi Vendola, Michele Figurelli, Gianfranco Donadio, Enzo Ciconte, Antonio Maruccia, Umberto Santino); Marco Tullio Giordana, Claudio Fava, Monica Zapelli, I cento passi, Feltrinelli, Milano 2001 (sceneggiatura del film omonimo); Umberto Santino (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato. Le sentenze di condanna dei mandanti del delitto Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2008; Giovanni Impastato e Franco Vassia, Resistere a mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato, Stampa Alternativa, Viterbo 2009.
Naturalmente sono fondamentali le molte altre ottime pubblicazioni del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"; per contatti: Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it
Ugualmente fondamentale l'attivita' dell'"Associazione casa memoria Felicia e Peppino Impastato"; per contatti: corso Umberto I 220, 90045 Cinisi (Pa), e-mail: info at casamemoria.it, sito: www.peppinoimpastato.com
12. ANCHE A VITERBO COMMEMORATA FELICIA BARTOLOTTA IMPASTATO NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' svolta questa mattina, domenica 7 dicembre 2014, una commemorazione di Felicia Bartolotta Impastato, deceduta dieci anni fa, madre di Peppino Impastato, sostenitrice e continuatrice della sua lotta contro la mafia.
Nel corso della commemorazione sono state lette alcune pagine dal libro-intervista "La mafia in casa mia" e dal volume "Cara Felicia".
Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha evidenziato la straordinaria importanza dell'esperienza e della riflessione di Peppino Impastato, di Felicia Bartolotta Impastato, del "Centro Impastato" di Palermo, dell'associazione "Casa memoria Felicia e Peppino Impastato" di Cinisi, dell'annuale "Forum antimafia"; l'immenso valore dell'impegno culturale, sociale, morale e politico delle compagne e dei compagni di Peppino e Felicia che ne recano la memoria e ne proseguono la lotta, una memoria e una lotta condivise da tutte le persone che anche nell'Alto Lazio come ovunque sono impegnate contro i poteri criminali, contro il regime della corruzione, contro il sistema dello sfruttamento; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, per la liberazione dell'umanita' da ogni menzogna, da ogni oppressione, da ogni violenza.
Le persone partecipanti all'incontro viterbese hanno inviato un messaggio di solidarieta' e di gratitudine all'associazione "Casa memoria Felicia e Peppino Impastato" che oggi a Cinisi realizza una "Giornata di impegno e di memoria".
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Per saperne di piu'...
13. UNA LETTERA APERTA A TUTTI I PARLAMENTARI E I MINISTRI ITALIANI
Egregi parlamentari, egregi ministri,
l'appello ai parlamenti europei per il riconoscimento dello Stato di Palestina promosso da illustri personalita' della cultura e della vita civile israeliana, tra cui gli scrittori David Grossman, Amos Oz ed Abraham Yehoshua, deve trovare ascolto, sostegno, realizzazione.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina e' un passo indispensabile per promuovere pace, giustizia e diritti umani in Medio Oriente e nel mondo.
Chiediamo al Parlamento e al Governo italiani una immediata risposta positiva a questa giusta richiesta.
Distintamente
14. "ANNA ACHMATOVA E MARINA CVETAEVA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto nel pomeriggio di lunedi' 8 dicembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Anna Achmatova e Marina Cvetaeva: poesia e verita'".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni versi delle due grandi poetesse russe, ne sono state ricostruite le luminose figure e le drammatiche vicende, si e' riflettuto sul messaggio che le loro opere, le loro testimonianze, consegnano all'umanita'.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta un corale e persuaso impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
15. IL COMUNE E LA PROVINCIA DI VITERBO CHIEDANO AL PARLAMENTO E AL GOVERNO ITALIANI IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA
Al Sindaco del Comune di Viterbo
al Presidente della Provincia di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
ai Presidenti del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale
a tutti i Consiglieri del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale
a tutti gli Assessori della Giunta Comunale e della Giunta Provinciale
al Prefetto di Viterbo
al Presidente della Regione Lazio
ai Presidenti della Camera e del Senato
al Presidente del Consiglio dei Ministri
Oggetto: Reiterazione della proposta al Comune e alla Provincia di Viterbo di deliberare un ordine del giorno con cui chiedere al Parlamento e al Governo italiani di riconoscere lo Stato di Palestina
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Signor Sindaco,
Signor Presidente,
e' di assoluta evidenza la necessita' e l'urgenza del riconoscimento dello Stato di Palestina.
Ed e' di grande rilevanza in tal senso il recentissimo appello ai parlamenti europei per il riconoscimento dello Stato di Palestina promosso da illustri personalita' della cultura e della vita civile israeliana, tra cui gli scrittori David Grossman, Amos Oz ed Abraham Yehoshua; questo appello deve trovare ascolto, sostegno, realizzazione.
Gli enti locali, fondamentale articolazione democratica nell'ordinamento giuridico della repubblica italiana, possono sollecitare il parlamento e il governo del nostro paese ad accogliere l'appello corale per il riconoscimento dello Stato di Palestina, e contribuire cosi' a promuovere pace, democrazia e diritti umani in Medio Oriente e nel mondo.
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Reiteriamo pertanto la proposta che sia il Comune che la Provincia di Viterbo deliberino a tal fine un ordine del giorno del seguente tenore:
"Il Consiglio Comunale/Provinciale di Viterbo,
ribadendo il proprio impegno per la pace, i diritti umani, la nonviolenza;
ribadendo il proprio impegno per il diritto di tutti gli esseri umani alla vita e alla dignita';
ribadendo il proprio impegno contro il razzismo ed ogni forma di persecuzione ed oppressione;
riaffermando il diritto di tutte le persone e di tutti i popoli a vivere liberi in pace e dignita', nel rispetto reciproco e nella cooperazione per il bene comune;
riaffermando che vi e' una sola umanita', di cui tutti i popoli e tutte le persone fanno ugualmente parte;
riaffermando i principi ed i valori della Dichiarazione Universale dei diritti umani, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, della Costituzione della Repubblica Italiana;
chiede al Parlamento e al Governo italiani di riconoscere lo Stato di Palestina".
Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, distinti saluti
16. UNA RICHIESTA A CHI CI LEGGE
E' stato ricoverato ieri presso l'ospedale di Belcolle a Viterbo don Dante Bernini, cui il 4 ottobre scorso in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza la citta' di Viterbo con una solenne cerimonia presso il Comune ha espresso la sua riconoscenza per il suo straordinario impegno di costruttore di pace.
Monsignor Bernini ha 92 anni, e' stato vescovo di Albano, e chiunque in Italia si e' impegnato per la pace e la nonviolenza ne conosce e ne ammira la figura, il pensiero e l'azione.
Crediamo che sarebbe cosa buona in questo frangente fargli sentire la nostra vicinanza.
Le persone che volessero fargli giungere un messaggio di affetto e di gratitudine possono farlo attraverso la dottoressa Antonella Litta, che gli e' molto vicina; l'e-mail della dottoressa Litta e' antonella.litta at gmail.com
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Riproduciamo qui di seguito la motivazione dell'attribuzione del riconoscimento della Citta' di Viterbo:
A monsignor Dante Bernini,
vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno,
la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.
17. CONCLUSO IL RICOVERO OSPEDALIERO, DON DANTE BERNINI E' TORNATO A CASA
Il 18 dicembre don Dante Bernini e' stato dimesso dall'ospedale di Belcolle a Viterbo ed e' tornato a casa, a La Quercia.
E' naturalmente affaticato, ma l'emergenza sembra essere superata.
E' stato commosso dalle numerose testimonianze di vicinanza e sollecitudine che ha ricevuto nei giorni del ricovero ospedaliero, e crediamo che nei prossimi giorni col progressivo migliorare delle condizioni di salute potra' rispondere direttamente a tutte le persone che gli hanno attestato il loro affetto inviandogli delle lettere.
Per inviargli messaggi e per avere informazioni costantemente aggiornate si puo' contattare la dottoressa Antonella Litta: e-mail: antonella.litta at gmail.com ; tel. 3383810091.
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Una minima notizia su don Dante Bernini
Don Dante Bernini e' nato nella frazione de La Quercia, nel comune di Viterbo, il 20 aprile 1922; vescovo emerito di Albano, e' una delle maggiori personalita' della cultura e della prassi della pace e della solidarieta', della difesa concreta della dignita' e dei diritti umani, della nonviolenza intimamente vissuta ed effettualmente agita.
Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la citta' di Viterbo con una solenne cerimonia nella Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha voluto esprimere la propria profonda riconoscenza per la sua testimonianza.
Trascriviamo qui di seguito il testo della motivazione del riconoscimento conferitogli per le mani del sindaco a nome della citta' unanime:
"A monsignor Dante Bernini,
vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno,
la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".
18. PER LA GIORNATA DEI DIRITTI UMANI. UN INCONTRO A VITERBO
Nella ricorrenza della Giornata mondiale dei diritti umani, si e' svolto il 10 dicembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sulla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, e di impegno affinche' questi diritti siano riconosciuti, rispettati e difesi ovunque.
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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha proposto le seguenti tesi.
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I. La piu' grave violazione dei diritti umani e' l'uccisione delle persone: e la guerra, che dell'uccisione delle persone consiste, va quindi abolita.
Per abolire la guerra occorre abolire altresi' gli eserciti e le armi.
Il primo impegno di chi vuole essere fedele alla Dichiarazione universale dei diritti umani e' quindi quello di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Occorre operare per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione, e innanzitutto per realizzare qui e adesso la Difesa popolare nonviolenta e i Corpi civili di pace.
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II. La piu' grave violazione dei diritti umani e' la negazione della dignita' umana degli esseri umani: e il razzismo, che e' la forma piu' flagrante di questo crimine contro l'umanita', va quindi contrastato, sconfitto, abolito.
Per abolire il razzismo occorre in primo luogo abolire il razzismo degli stati, come quello italiano, che fa strage di migranti, che li sfrutta e li perseguita in forme mafiose e naziste, che favoreggia la schiavitu'.
Il primo impegno di chi vuole essere fedele alla Dichiarazione universale dei diritti umani e' quindi quello di opporsi al razzismo ed a tutte le persecuzioni.
Occorre operare per un'umanita' di persone tutte libere e tutte eguali in diritti, tutte responsabili e tutte solidali, e innanzitutto per realizzare qui e adesso tutte le iniziative enunciate nella Carta di Lampedusa.
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III. La piu' grave violazione dei diritti umani e' il maschilismo, l'ideologia e la prassi dell'oppressione delle donne da parte degli uomini, oppressione che priva di diritti, liberta' e felicita' meta' del genere umano e trasforma l'altra meta' in carnefici ovvero complici del sistema di potere dei carnefici, cosi' disumanizzando anche coloro che col loro pensare ed agire pretendono disumanizzare gli altri esseri umani. Il maschilismo e' la prima radice di tutte le altre violenze, di tutte le altre oppressioni, di tutte le altre ingiustizie.
Per abolire il maschilismo, di cui il femminicidio e' la punta estrema e la piu' nuda e feroce manifestazione, occorre abolire tutte le strutture culturali, sociali e politiche della violenza patriarcale e misogina, e quindi tutte le ideologie totalitarie e tutte istituzioni totali, tutte le organizzazioni militari, tutti i regimi gerarchici, oppressivi e sfruttatori che negano la qualita' umana e l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.
Il primo impegno di chi vuole essere fedele alla Dichiarazione universale dei diritti umani e' quindi quello di opporsi al maschilismo ed a tutte le oppressioni.
Occorre operare per abolire il maschilismo e il patriarcato, e innanzitutto per applicare qui e adesso integralmente la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, convenzione che e' anche gia' legge dello stato italiano.
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IV. La piu' grave violazione dei diritti umani e' la devastazione della biosfera che oltre a negare i diritti umani di tanta parte dell'umanita' oggi vivente compromette i diritti umani delle generazioni future e finanche minaccia la prosecuzione dell'esistenza stessa dell'umanita'.
Per fermare la distruzione della biosfera occorre avviare subito a tutti i livelli buone pratiche responsabili e sostenibili di difesa dei beni comuni e del bene comune, di tutela degli ecosistemi e della biodiversita', una politica ecologica, equa, solidale e nonviolenta.
Il primo impegno di chi vuole essere fedele alla Dichiarazione universale dei diritti umani e' quindi quello di opporsi a tutte le forme di avvelenamento, devastazione e distruzione della biosfera.
Occorre operare per realizzare subito una cultura, un'economia, una societa' e una politica rispettose del mondo vivente, coscienti che l'umanita' stessa e' parte della natura e distruggendo la natura si distrugge l'umanita'.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
19. E' GIUSTO E NECESSARIO LO SCIOPERO GENERALE
E' giusto e necessario lo sciopero generale: il movimento delle classi sfruttate ed oppresse denuncia e contrasta la violenza di una politica economica tutta a vantaggio di speculatori e sfruttatori, denuncia e contrasta la violenza di una politica economica tutta a danno della stragrande maggioranza della popolazione.
E' giusto e necessario opporsi al regime della corruzione, ai poteri criminali, alle politiche affamatrici e schiaviste, alle politiche che saccheggiano e distruggono i beni comuni, alle politiche che negano la dignita' umana.
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Occorre invece una politica economica democratica, della giustizia sociale, della solidarieta', della condivisione, del bene comune, che riconosca la dignita' e sostenga i diritti di tutti gli esseri umani; occorre una politica economica coerente con i principi della Costituzione della Repubblica Italiana a cominciare dall'articolo 1.
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Dallo sciopero generale scaturisca una ripresa del movimento per la giustizia sociale, per la dignita' umana, per la democrazia: che ogni essere umano riconosce e sostiene.
Dallo sciopero generale si avvii un'iniziativa delle classi sfruttate ed oppresse per una politica nonviolenta della pace e della solidarieta', della legalita' democratica e costituzionale, della difesa della biosfera e del rispetto e della promozione dei diritti di tutti gli esseri umani.
Una politica egualitaria, liberatrice, nonviolenta: la politica necessaria per il presente e il futuro dell'umanita'.
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Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Pace, giustizia, solidarieta'.
Avanti con lo sciopero generale.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
20. UN INCONTRO DI STUDIO SU FRANCO FORTINI
Si e' svolto lunedi' 15 dicembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Franco Fortini, poeta, saggista, militante politico per la liberazione dell'umanita'", in occasione della pubblicazione del volume di Tutte le poesie (Mondadori, Milano 2014, pp. LXIV + 888).
Franco Fortini (Firenze, 1917 - Milano, 1994) e' stato uno dei piu' grandi poeti e saggisti italiani del Novecento, e un maestro di impegno morale e politico.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni suoi testi.
L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, che ha rievocato alcuni tratti della figura e del magistero di Fortini.
21. UNA LETTERA APERTA AL GOVERNO ITALIANO
Una lettera aperta al governo italiano
Oggetto: lo Stato italiano riconosca al piu' presto lo Stato di Palestina
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri
Egregie Ministre ed egregi Ministri,
dopo l'autorevole pronunciamento del Parlamento Europeo rinnoviamo la richiesta che lo Stato italiano riconosca al piu' presto lo Stato di Palestina.
Tutti sappiamo che il riconoscimento dello Stato di Palestina e' un passo indispensabile per promuovere pace, giustizia e diritti umani in Medio Oriente e nel mondo.
Distinti saluti
22. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., Anna Freud. La psicologia dell'Io, Hachette, MIlano 2016, pp. 144, euro 9,90.
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Riletture
- Gerhard Ritter, Il volto demoniaco del potere, Il Mulino, Bologna 1958, 1997, pp. XII + 246.
23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
24. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2541 del 23 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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