[Nonviolenza] Telegrammi. 2539
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- Date: Sun, 20 Nov 2016 20:53:15 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2539 del 21 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
2. Il 26 novembre a Roma contro la violenza sulle donne
3. Carogno Mozzarecchi: 'Na bbona parola ar presidente der conzijo
4. Alcuni testi del mese di luglio 2014 (parte sesta)
5. Ad alcune deputate e ad alcuni deputati. Una segnalazione e una richiesta
6. Fermare subito il massacro a Gaza. Fermare subito il massacro nel Mediterraneo
7. Un breve resoconto della riunione del 23 luglio 2014 del "Tavolo per la Pace" di Viterbo
8. Due stragi, che sono una. Una conversazione a Viterbo
9. Difendere i diritti umani. Un incontro per promuovere iniziative concrete
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
2. INIZIATIVE. IL 26 NOVEMBRE A ROMA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Sabato 26 novembre si svolge a Roma la manifestazione nazionale "Non una di meno" contro la violenza sulle donne.
Invitiamo chi ci legge ad aderire, a partecipare, a sostenere l'iniziativa.
Per informazioni: nonunadimeno.wordpress.com
3. ULTIMORA. CAROGNO MOZZARECCHI: 'NA BBONA PAROLA AR PRESIDENTE DER CONZIJO
Sor preside', c'e' scritto sur giornale
che mmo' dite che ssemo 'na cozzaja.
Cozzaja a cchi? Me pozza veni' 'n male
si que' nun e' 'n'offesa da canaja.
E ssi nnue semo cozze, sor gegnale,
ch'ade' quer coso ch'apre bocca e raja?
Ve pare d'essa ganzo a ffa' 'r cignale?
A sgravuja cosi' che cce se scaja?
Pero' io ve capiscio, poro fijo:
e' cche ciavete sempre troppa fretta
e troppa furia; nun me meravijo
che a cchiacchiera' 'gni ggiorno a mmachinetta
senza pote' ffa' mmanco 'no sbadijo
vve capita a schizza' la tavoletta.
4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2014 (PARTE SESTA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2014.
5. AD ALCUNE DEPUTATE E AD ALCUNI DEPUTATI. UNA SEGNALAZIONE E UNA RICHIESTA
Oggetto: una segnalazione e una richiesta per addivenire a una legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
Gentili deputate e deputati,
vi scriviamo per inviarvi una segnalazione e per formularvi una richiesta.
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La segnalazione: che presso il Senato della Repubblica sono state presentate nelle scorse settimane tre proposte di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Precisamente il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014. Le senatrici ed i senatori presentatori sono Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinnà, Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
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La richiesta: di voler presentare anche voi un disegno di legge in tal senso.
Sarebbe infatti opportuno che venissero presentati anche altri disegni di legge in entrambi i rami del Parlamento da unificare poi nelle competenti Commissioni.
Questo favorirebbe una adeguata percezione da parte dell'intera assise e quindi anche una tempestiva calendarizzazione per l'esame nelle Commissioni.
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Non occorre sottolineare l'importanza dell'iniziativa: formare alla conoscenza della nonviolenza e addestrare alle sue modalità operative tutti gli appartenenti alle cinque polizie statali, a tutte le polizie comunali e alle altre forze di polizia locali è di grande utilità, metterebbe a disposizione degli operatori dell'ordine pubblico risorse teoriche e pratiche coerenti ed efficaci, ed aiuterebbe a prevenire abusi inammissibili.
Come è stato più volte evidenziato, "la nonviolenza è una grande risorsa per la democrazia, la legalità, i diritti umani; ed oggi più che mai vi è bisogno dell'impegno di tutti in difesa ed a promozione della legalità, della democrazia, dei diritti umani; e proprio perché le forze dell'ordine svolgono una funzione decisiva di difesa della sicurezza pubblica, di tutela della legalità, di garanzia del rispetto dei diritti di tutte le persone, così come prevede l'ordinamento vigente, è utile e necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo, relazionale ed operativo".
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Confidiamo che in questa legislatura l'impegno possa giungere a buon fine: ricorderete infatti che già nel 2001 numerosi senatori di tutti gli schieramenti politici sottoscrissero congiuntamente una proposta di legge in tal senso, ma essa non fu poi calendarizzata e restò quindi purtroppo lettera morta: nel 2001 tra i membri del Senato della Repubblica espressero impegno tra i primi: Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan; tra i membri della Camera dei Deputati espressero attenzione e sostegno tra i primi: Fulvia Bandoli, Franca Bimbi, Marida Bolognesi, Paolo Cento, Laura Cima, Elettra Deiana, Titti De Simone, Alfiero Grandi, Franco Grillini, Mimmo Lucà, Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Alfonso Pecoraro Scanio, Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Aldo Preda, Ermete Realacci, Carlo Rognoni, Giovanni Russo Spena, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi, Francesco Tolotti, Tiziana Valpiana, Luciano Violante; tra i membri del Parlamento Europeo espressero attenzione e sostegno tra i primi: il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, ed i parlamentari europei Giuseppe Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Giovanni Pittella.
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Restando a disposizione e ringraziandovi fin d'ora per quanto potrete e vorrete fare in merito, alleghiamo alla presente una bozza di proposta di legge, una breve nota informativa e una minima bibliografia essenziale.
Vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, a nome del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 23 luglio 2014
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Allegati:
I. una bozza di proposta di legge;
II. una breve nota informativa;
III. una minima bibliografia essenziale.
I. una bozza di proposta di legge
Bozza di disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia", bozza che non prevede alcun aggravio di spesa ma solo l'inclusione - nelle attuali attività formative e di aggiornamento - della formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
Articolo 1 (Norme di principio)
1. Nell'ambito dell'istruzione, la formazione e l'aggiornamento professionale del personale delle forze di polizia indicate all'articolo 16 della legge 1 aprile 1981, n. 121 e successive modificazioni e integrazioni, svolte mediante programmi ed attività didattiche coerentemente ispirati ai valori della Costituzione della Repubblica con particolare riferimento agli articoli 2 e 27 e ai principi contenuti nella "Carta dei Diritti fondamentali" dell'Unione Europea, si includono anche attività didattiche volte alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza.
Articolo 2 (Direttive del Ministro dell'Interno)
1. Il Ministro dell'Interno, nelle sue attribuzioni di responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e di autorità nazionale di pubblica sicurezza,
- impartisce annualmente le direttive generali per l'attività d'istruzione, formazione e aggiornamento svolte dal sistema degli Istituti e delle Accademie delle forze di polizia introducendo le metodologie didattiche più idonee ad elevare la conoscenza e l'uso dei valori, delle tecniche, delle modalità di servizio e delle strategie della nonviolenza;
- fissa gli obiettivi generali da raggiungere sia annualmente e sia nell'intero ciclo d'istruzione;
- vigila sugli indirizzi didattici e verifica la qualità degli interventi formativi realizzati, relativamente alla promozione della coscienza civica e al rigoroso apprendimento di una deontologia professionale che sia conforme alle funzioni difensive e nonviolente delle forze dell'ordine;
- fissa la durata inderogabile dei corsi di istruzione per le varie qualifiche del personale di nuova assunzione in servizio;
- si avvale della consulenza di docenti e ricercatori esperti in materia di formazione alla nonviolenza e dei responsabili delle strutture formative e addestrative attualmente operanti nelle forze dell'ordine sia per l'approntamento della specifica normativa che per la qualificazione dei docenti.
Articolo 3 (Relazione annuale sull'attività d'istruzione, formazione e aggiornamento)
1. Il Ministro dell'Interno inoltra annualmente alle Camere una particolareggiata relazione sull'attività svolta dal sistema degli istituti d'istruzione delle forze di polizia, nella quale siano esposti:
- gli obiettivi didattici formulati all'inizio dell'anno di gestione;
- gli indirizzi seguiti per il miglioramento continuo della preparazione professionale, nei profili deontologico-valoriale, tecnico operativo e gestionale;
- i modelli di valutazione adottati sia per la programmazione scientifico-didattica e sia per la verifica dei risultati;
- i risultati raggiunti in termini di preparazione del personale delle forze di polizia di ogni ordine e grado ed in termini di miglioramento qualitativo delle metodologie e delle tecniche di insegnamento, ivi comprese metodologie di servizio nonviolento;
- gli obiettivi didattici per l'anno successivo e i programmi di studio e di ricerca previsti a supporto dell'attività degli istituti e del miglioramento continuo della qualità dei curricula formativi.
2. La relazione è trasmessa ai Presidenti della Camera e del Senato.
Articolo 4 (Copertura finanziaria)
1. Consistendo la presente legge unicamente nella mera inclusione nei programmi e nelle attività già previsti di una materia di apprendimento ed addestramento - le risorse teoriche e pratiche della nonviolenza -, essa non comporta alcun ulteriore aggravio di spesa.
Articolo 5 (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
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II. una breve nota informativa
La proposta di legge affinché tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza prevede che nel curricolo formativo e nell'addestramento degli operatori della sicurezza pubblica venga compresa la conoscenza dei valori e dei concetti gnoseologici e deontologici, delle metodologie ermeneutiche, comunicative e relazionali, e delle tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad esse.
Ciò in considerazione della delicatezza del servizio pubblico prestato dalle forze dell'ordine, sulle quali incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumità delle persone, la legalità, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza.
La proposta di legge mira pertanto a:
- mettere a disposizione delle forze dell'ordine strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignità umana nello svolgimento delle proprie mansioni;
- fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalità nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;
- offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;
- mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attività che si svolge.
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La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia
Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" è entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".
In realtà già da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della nonviolenza. E del resto analogo orientamento è possibile leggere in autorevoli documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la nonviolenza è un tema rilevante. E' così a livello internazionale (a partire dalle attività di peace research promosse dall'Onu), ed è così anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza e la formazione ai valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito più generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate formazioni in cui si articola la società civile e particolarmente l'impegno sociale e civile.
Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza è radicata in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di vita e di pensiero di Francesco d'Assisi. E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini, ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a livello internazionale; così come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di Gandhi fu direttamente discepolo); così come Danilo Dolci: personalità italiane che a livello internazionale sono tra le figure più note e più luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresì la coniazione del termine stesso "nonviolenza". Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa tempestività: anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si ispirarono alcune delle figure più nobili e delle attività più profonde e luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.
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Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico
Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi, con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi. Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi è e deve essere il riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro ordinamento giuridico.
E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico è vincolata all'affermazione della legalità, alla difesa della democrazia, alla promozione della sicurezza, dell'incolumità e dei diritti delle persone che nel territorio italiano si trovino.
Sempre più la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno positivo delle funzioni pubbliche.
Si evince pertanto la necessità di una sempre più adeguata formazione del personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento più coerente ed efficace dei compiti che inverino le finalità dalla Costituzione enunciate nell'ambito delle specifiche funzioni, modalità ed aree di intervento. A tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilità.
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Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo
Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza pubblica.
In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.
Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente assai critiche.
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Ambiti formativi in cui si fa già ampio uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza
Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza. Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.
Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello internazionale (in primo luogo dell'Onu); alle cattedre e ai dipartimenti universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio civile.
Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di riferimento già esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che per quel che concerne specificamente l'Italia.
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III. una minima bibliografia essenziale
1. Alcuni testi specifici
- Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, Codice etico per una polizia democratica, Sapere 2000, Roma 2002;
- Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003;
- Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007;
- Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003.
2. Alcuni testi di riferimento
- Vittorino Andreoli, La violenza, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, 2003;
- Hannah Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, 1993;
- Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982;
- Zygmunt Bauman, La società sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005;
- Zygmunt Bauman, Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008, 2009;
- Zygmunt Bauman, David Lyon, Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida, Laterza, Roma-Bari 2014;
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2005;
- Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967), Linea d'ombra, Milano 1989 (ed anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992);
- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007;
- Alessandro Dal Lago, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, Feltrinelli, Milano 1981;
- Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, 1978;
- Erich Fromm, Fuga dalla libertà, Edizioni di Comunità, Milano 1963, 1979;
- Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976;
- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996;
- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986;
- Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982, Libraire Generale Française, Paris 1997;
- Stanley Milgram, Obbedienza all'autorità, Einaudi, Torino 2003;
- Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000;
- Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006;
- Giuliano Pontara, La personalità nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996;
- Stefano Rodotà, La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2007;
- Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001;
- Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2006;
- Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971.
3. Dizionari
- Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971, 1977;
- Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (diretto da), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992;
- Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano 1999, 2003;
- Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.
6. FERMARE SUBITO IL MASSACRO A GAZA. FERMARE SUBITO IL MASSACRO NEL MEDITERRANEO
Fermare subito il massacro a Gaza.
Fermare subito il massacro nel Mediterraneo.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vita umana e' un valore infinito.
Fermare subito tutte le guerre.
Fermare subito tutte le persecuzioni.
Riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere tutte le vittime.
Difendere tutti i perseguitati.
Accogliere tutti i fuggiaschi.
Disarmo subito.
Smilitarizzazione subito.
Rispetto subito dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Accoglienza e assistenza subito a tutte le persone bisognose.
Solo la pace salva le vite.
Solo la pace promuove la giustizia.
Solo la pace consente la civile convivenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
7. UN BREVE RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL 23 LUGLIO 2014 DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO
1. Si è svolta mercoledì 23 luglio 2014 una riunione del "Tavolo per la Pace" promosso dal Comune di Viterbo e cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarietà, i diritti umani e la nonviolenza.
Alla riunione hanno preso parte anche vari amministratori comunali: oltre all'assessore ai servizi sociali Fabrizio Fersini ed ai consiglieri comunali Paolo Moricoli e Christian Scorsi che del Tavolo sono i promotori e partecipano agli incontri fin dall'inizio, anche il consigliere comunale Aldo Fabbrini ed il sindaco Leonardo Michelini, la cui presenza è stata particolarmente preziosa e sinceramente apprezzata.
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2. Le persone partecipanti all'incontro hanno dichiarato ancora una volta il loro dolore e la loro solidarietà con le vittime della continua strage dei migranti nel Mediterraneo, così come con le vittime di tutte le guerre e di tutte le persecuzioni in corso nel mondo; hanno riaffermato il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignità e alla solidarietà; e quindi altresì il dovere di impegnarsi per la pace e i diritti di tutti gli esseri umani, e il dovere di accogliere ed assistere tutte le persone costrette ad abbandonare le loro case e la loro terra per sfuggire a guerre, dittature, devastazioni e fame, per salvare e migliorare le proprie vite e quelle dei familiari.
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3. Nell'ambito della preparazione della partecipazione alla marcia per la pace Perugia-Assisi si è espresso unanime consenso sulla proposta di realizzare a Viterbo un'iniziativa pubblica di presentazione di essa (e quindi dei valori e degli impegni che la marcia ideata da Aldo Capitini esprime); un'iniziativa pubblica con al centro la consegna di un riconoscimento in segno della gratitudine della comunità a concittadine e concittadini che molto hanno operato per la pace e i diritti umani: è stato espresso unanime consenso alla proposta di attribuzione di questo riconoscimento al vescovo Dante Bernini e al professor Osvaldo Ercoli; nel prossimo incontro verranno indicate anche due donne cui attribuire il medesimo riconoscimento nella stessa occasione.
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4. Sempre nell'ambito dell'accostamento alla marcia Perugia-Assisi e del radicamento locale di ciò che essa significa e promuove, e valorizzando altresì l'impegno da tempo in itinere del Consiglio comunale ad aderire alle "Città per la fraternità", si è proposto di valorizzare e far conoscere la "Carta di Lampedusa" approvata il primo febbraio 2014 appunto a Lampedusa, ed operare secondo i valori, le riflessioni e gli impegni che essa propone ad inveramento del rispetto della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.
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5. Ancora valorizzando l'occasione della marcia Perugia-Assisi e sviluppando ulteriormente quanto già realizzato (ed in particolare la deliberazione unanime del Consiglio comunale per il "Diritto alla pace", aderendo all'iniziativa sostenuta dal "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani" e da molti altri soggetti), si è proposto di dare un ulteriore tangibile seguito alla partecipazione alla marcia progettando e realizzando in prosieguo di tempo un'iniziativa annuale a Viterbo alla marcia capitiniana ispirata.
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6. E' stata presentata al sindaco la proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa.
Il sindaco ha espresso apprezzamento ed impegno, svolgendo anche un'ampia riflessione pienamente coerente con la proposta del Tavolo per la pace.
Si procederà ora con la massima celerità concretamente possibile ad incontrare gli altri assessori e gli altri consiglieri comunali per illustrare loro adeguatamente la medesima proposta affinché al più presto essa possa essere esaminata ed auspicabilmente unanimemente approvata del Consiglio comunale.
In calce si riproduce per l'ennesima volta lo schema di delibera proposto.
Con vivissima gioia è stata accolta la notizia che la medesima proposta di deliberazione è stata formulata dal Comitato "Nepi per la pace" al Comune di Nepi. Si auspica che lo stesso avvenga anche in altri Comuni (ed a tal fine nella stessa proposta di delibera si formula uno specifico invito).
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7. Il sindaco ha anche espresso piena condivisione della proposta di attivare al più presto la Consulta comunale per l'immigrazione.
Si auspica unanimemente che, dando seguito a quanto già recentemente deliberato dal Consiglio comunale con l'inclusione della Consulta per l'immigrazione nel novero delle Consulte dell'ente locale, essa possa essere costituita ed iniziare ad operare nel più breve tempo possibile, recuperando un ritardo protrattosi troppo a lungo.
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8. Il sindaco ha accolto altresì la proposta di procedere alla realizzazione di uno specifico "sportello" comunale che aiuti le persone immigrate nelle loro particolari esigenze nel rapporto con la pubblica amministrazione.
Si auspica unanimemente che l'iniziativa si realizzi al più presto.
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9. Il sindaco, esprimendo il proprio profondo apprezzamento per gli incontri già avuti con alcune delle comunità immigrate residenti a Viterbo, ha altresì recepito e rilanciato la proposta di promuovere incontri di conoscenza e condivisione, di riconoscimento della comune appartenenza alla città e quindi alla comunità viterbese di tutte le persone e le comunità culturali variamente aggregate che nel territorio vivono; incontri in cui valorizzare altresì la preziosa ricchezza delle varie culture ed esperienze che tutte concorrono a comporre il mosaico della cultura comune della comunità locale; anche promuovendo iniziative in forma di festa nei luoghi più vivi e significativi del tessuto urbanistico - e quindi storico e memoriale - cittadino con condivisione ad esempio delle tradizioni alimentari e di altre forme della "cultura materiale" delle varie comunità che insieme concorrono a creare l'unica - coerente e variegata, composita e condivisa, articolata e plurale, aperta e responsabile, accogliente ed includente - comunità della città di Viterbo.
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10. E' stata anche nuovamente richiamata l'esigenza, già espressa in precedenti incontri, di revocare gli atti amministrativi pregressi che configurino palesi violazioni dei diritti umani ovvero siano in contrasto con le guarentigie stabilite erga omnes nella Costituzione della Repubblica Italiana. Ancora una volta è stato espresso unanime consenso al riguardo. A tal fine è stato nuovamente indicato che il percorso da seguire consisterà: a) dapprima in una precisa individuazione (attraverso gli uffici preposti) degli atti amministrativi tuttora vigenti che configurino tali violazioni; b) successivamente nel coinvolgimento nel percorso di persuasione della doverosità della revoca di tali atti di tutti gli amministratori comunali, anche e soprattutto di quelli che in un passato remoto o recente per flagranti errori di valutazione li avessero condivisi; c) infine nei relativi atti amministrativi di revoca.
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11. La parte finale dell'incontro è stata dedicata ad un approfondimento della riflessione sulla situazione del massacro in corso a Gaza, sul drammatico conflitto israelo-palestinese, sul contesto globale caratterizzato da guerre e violenze crescenti.
Si è condivisa ancora una volta la persuasione del dovere di opporsi a tutte le uccisioni; e si è condivisa la richiesta a tutti i poteri legittimi di impegnarsi per la cessazione di tutte le guerre, di tutte le uccisioni, di tutte le persecuzioni.
Si è altresì data notizia di alcune iniziative già svolte, in corso e in preparazione.
Un ordine del giorno contro la guerra verrà presentato nella seduta del Consiglio comunale di Viterbo del 24 luglio.
Con specifico riferimento al massacro in corso a Gaza venerdì 25 luglio, con inizio alle ore 19, in piazza del Comune si svolgerà una iniziativa di solidarietà che si concluderà con una fiaccolata.
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12. L'incontro del Tavolo per la pace si è concluso senza fissare la data del prossimo incontro: poiché nei prossimi giorni il Consiglio comunale sarà impegnato in una prolungata sessione di bilancio, si attenderà la fine di essa per verificare (alla luce anche della presenza o meno a Viterbo durante l'estate della generalità delle persone partecipanti al Tavolo) se sarà possibile tenere il prossimo incontro nel mese di agosto (come è stato auspicato anche dal sindaco) o se si andrà direttamente a "dopo Santa Rosa" (ovvero a dopo la fine dei festeggiamenti che culminano nella ricorrenza patronale - o forse più correttamente: matronale - del 4 settembre).
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Per ogni comunicazione il punto di riferimento è Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it
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Come di consueto questo sintetico resoconto della riunione è stato redatto a memoria da una delle persone partecipanti, e non impegna le altre persone presenti; si confida tuttavia che esso riporti correttamente - per quanto sinteticamente - l'essenziale di ciò che è stato esposto e concordato nel corso della riunione; ovviamente si esprime fin d'ora sincera gratitudine a tutte le persone che volessero correggere o aggiungere qualcosa.
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Allegato: testo della proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa (stesura definitiva del 2 luglio 2014)
Il Consiglio Comunale di Viterbo
- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in età da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanità, e pertanto dell'umanità intera sono il bene più prezioso, ed è quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto è in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;
- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana così come di ogni consesso civile è rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignità e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone più fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;
- affermato che Viterbo vuole essere città amica delle bambine e dei bambini;
- riconosciuto che della comunità viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla città il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;
- evidenziato in particolare che della comunità cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;
- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi è una sola umanità e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;
- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;
- dando adempimento agli impegni di solidarietà e quindi di civiltà espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;
- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;
- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;
- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione" (ed è opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziché con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor più adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);
- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parità e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;
- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civiltà umana ed alla sua possibilità di bene;
- intendendo altresì dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresì la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parità e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;
- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, così come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, così come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;
- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verità: che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;
- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanità intera così come espressa dalle più alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:
delibera di
1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:
a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;
b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;
c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinché alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinché i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a ciò non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).
2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalità democratica, della civile convivenza. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunità alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunità cittadina. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
Proposta formulata dal Tavolo per la pace di Viterbo
8. DUE STRAGI, CHE SONO UNA. UNA CONVERSAZIONE A VITERBO
Si e' svolto la mattina di giovedi' 24 luglio 2014 a Viterbo per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza contro la guerra e contro il razzismo, per il diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'.
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Nel suo intervento il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha evidenziato il nesso che lega la recrudescenza della violenza bellica, dittatoriale, terroristica e schiavista in tante parti del mondo e la conseguente fuga di massa dalle aree in cui la vita umana e' maggiormente in pericolo verso paesi in cui i diritti umani sono un po' piu' rispettati.
Un'eruzione di inaudita violenza e un conseguente cumulo di inascoltato dolore che occorre fronteggiare prima che ne siano infrante e sommerse le strutture stesse della civilta'.
E' dovere e interesse comune dell'umanita' intera agire su entrambe i corni della questione per contrastare la violenza e per soccorrere tutte le vittime.
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Da un lato occorre far cessare guerre e dittature, rapine e ingiustizie globali, devastazioni della biosfera e rapporti di produzione e di proprieta' che producono schiavitu' e fame: ovvero, occorre promuovere azioni costruttive di pace e di solidarieta' nei luoghi in cui conflitti e crisi divampano piu' crudelmente; occorre recare soccorsi umanitari a tutte le vittime; occorre promuovere il disarmo e la smilitarizzazione; occorre rafforzare la democrazia tanto negli istituti quanto nei costumi, attraverso aiuti materiali che garantiscano una dignitosa sussistenza per tutte le persone e promuovano e favoriscano processi di dialogo, di fiducia, di convivenza, di reciproco riconoscimento e di mutuo soccorso.
Dall'altro lato occorre accogliere ed assistere tutte le persone in fuga da guerre, dittature, schiavitu', devastazioni, crisi, fame.
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Come fermare concretamente le stragi nel Mediterraneo?
Realizzando un servizio di trasporto pubblico e gratuito, legale e sicuro, che in ottemperanza all'art. 10 della Costituzione della Repubblica Italiana garantisca accoglienza e assistenza a tutte le persone in fuga dall'orrore.
Abrogando tutte le scellerate misure razziste che negli scorsi decenni in Europa e in Italia hanno imposto per gli immigrati condizioni di lavoro schiaviste, patti leonini e forche caudine per ottenere e mantenere il permesso di soggiorno, vessazioni abominevoli fino all'infamia dei campi di concentramento, fino all'orrore assoluto della deportazione nelle mani dei carnefici cui erano sfuggiti, fino all'abbandono negli artigli delle mafie, fino alle violenze piu' perfide e atroci.
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Come fermare concretamente le guerre in corso?
Cessando di rifornire di armi tutti i poteri belligeranti.
Operando per disarmare e smilitarizzare i conflitti, i territori, le relazioni internazionali, i rapporti sociali, le culture stesse.
Soccorrendo subito tutte le vittime.
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Come contrastare le dittature?
Con un programma costruttivo di azioni positive, in primo luogo con gli aiuti materiali alle persone, alle comunita' ed ai popoli oppressi; e' solo migliorando le concrete condizioni di vita delle comunita' che si favorisce la crescita dal basso di esperienze democratiche, che si promuove la legalita' rispettosa dei diritti umani, che si svuotano gli invasi di disperazione terreno di reclutamento cui attingono tutti i poteri criminali, tutte le milizie assassine, tutti i regimi terroristici.
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Con quali principi fondamentali?
Che ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.
Che ogni essere umano ha diritto all'aiuto degli altri esseri umani
Chi vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.
Che il male non si puo' contrastare con il male, ma solo con il bene.
Che il nocciolo della questione e' la violenza del maschilismo, radice e paradigma di ogni violenza assassina, motore e modello di ogni totalitarismo, onnidistruttivo generatore di ogni disprezzo per la vita e per umanita': occorre quindi in primo luogo contrastare e sconfiggere il maschilismo, e riconoscere e difendere l'uguaglianza di diritti e l'infinito ed insostituibile valore di ogni persona umana.
*
Opporsi alle guerre e al razzismo.
Pace e disarmo, accoglienza e solidarieta' per tutti gli esseri umani.
Solo la pace salva le vite.
Fermiamo il massacro a Gaza, in Afghanistan, in Iraq, in Siria, in Ucraina, in Sudan, in Nigeria, ed ovunque nel mondo esseri umani sono uccisi e perseguitati.
Fermiamo il massacro nel Mediterraneo, accogliamo ed aiutiamo tutti i migranti.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
9. DIFENDERE I DIRITTI UMANI. UN INCONTRO PER PROMUOVERE INIZIATIVE CONCRETE
Nella serata di giovedi' 24 luglio 2014 il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha preso parte a un incontro per promuovere iniziative concrete di solidarieta' in difesa dei diritti umani.
In riferimento a dolorose vicende specifiche di sopraffazione, sono stati analizzati e programmati interventi nonviolenti adeguati.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni essere umano ha il dovere di recare soccorso alle persone oppresse e sofferenti.
Vi e' una sola umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Antonio Melis, Federico Garcia Lorca, La Nuova Italia, Firenze 1976, pp. 144.
- Piero Menarini, Introduzione a Garcia Lorca, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. IV + 204.
*
Fantascienza
- Barry N. Malzberg, Il replicante di Sigmund Freud, Mondadori, Milano 2016, pp. 266, euro 6,50.
*
Gialli
- Bill Pronzini, I dissimulatori, Mondadori, Milano 2015, pp. 210, euro 4,90.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2539 del 21 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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