[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 623



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 623 del 15 novembre 2016

 

In questo numero:

1. L'appello "Non una di meno"

2. "Non una di meno": verso il 26 e 27 novembre

3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

4. Alcuni testi del mese di giugno 2015 (parte prima)

5. Una persona, un voto

6. Un uomo in mare

7. In memoria di Elizabeth Blackwell

8. Il 2 giugno, la repubblica

9. In memoria di Giuseppe Ungaretti

10. In memoria di Albertina Sisulu

11. La sfilata

12. Per Alain

13. In memoria di Giovanni XXIII

14. In ricordo delle vittime del massacro di piazza Tien An Men

15. "Fermare la strage nel Mediterraneo". Un incontro di riflessione e di testimonianza a Viterbo

16. In memoria di Federico Garcia Lorca

17. Parole dette a Viterbo nella giornata mondiale per la difesa dell'ambiente

18. In memoria di Vladimir Jankelevitch

19. Una ragionevole proposta al Presidente del Consiglio dei Ministri: "Una persona, un voto"

20. Ricordando Isaiah Berlin

21. Dal punto di vista dell'umanita'

22. In memoria di Pauline Roland e di Gwendolyn Brooks

23. Come sconfiggere il partito hitleriano e salvare innumerevoli vite

24. Ricordando Julien Benda

25. "Una persona, un voto". E' necessario e urgente riprendere l'iniziativa per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti

26. In memoria di Jessie Bernard

27. In breve

28. Per dirsela tutta

29. Un semplice calcolo

30. In memoria di Bertha von Suttner

31. In primis

32. In memoria dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, ricorrendo l'anniversario della morte

33. Nell'anniversario della morte di Giacomo Matteotti

 

1. HIC ET NUNC. L'APPELLO "NON UNA DI MENO"

[Dal sito nonunadimeno.wordpress.com riprendiamo il seguente appello]

 

Non una di meno!

Tutte insieme contro la violenza maschile sulle donne

Verso una grande manifestazione: il 26 novembre tutte a Roma

*

Il 25 novembre e' la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Vogliamo che sabato 26 novembre Roma sia attraversata da un corteo che porti tutte noi a gridare la nostra rabbia e rivendicare la nostra voglia di autodeterminazione.

Non accettiamo piu' che la violenza condannata a parole venga piu' che tollerata nei fatti. Non c'e' nessuno stato d'eccezione o di emergenza: il femminicidio e' solo l'estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica. E' una fenomenologia strutturale che come tale va affrontata.

La liberta' delle donne e' sempre piu' sotto attacco, qualsiasi scelta e' continuamente giudicata e ostacolata. All'aumento delle morti non corrisponde una presa di coscienza delle istituzioni e della societa' che anzi continua a colpevolizzarci.

I media continuano a veicolare un immaginario femminile stereotipato: vittimismo e spettacolo, neanche una narrazione coerente con le vite reali delle donne. La politica ci strumentalizza senza che ci sia una concreta volonta' di contrastare il problema: si riduce tutto a dibattiti spettacolari e trovate pubblicitarie. Non c'e' nessun piano programmatico adeguato. La formazione nelle scuole e nelle universita' sulle tematiche di genere e' ignorata o fortemente ostacolata, solo qualche brandello accidentale di formazione e' previsto per il personale socio-sanitario, le forze dell'ordine e la magistratura. Dai commissariati alle aule dei tribunali subiamo l'umiliazione di essere continuamente messe in discussione e di non essere credute, burocrazia e tempi d'attesa ci fanno pentire di aver denunciato, spesso ci uccidono.

Dal lavoro alle scelte procreative si impone ancora la retorica della moglie e madre che sacrifica la sua intera vita per la famiglia.

Di fronte a questo scenario tutte siamo consapevoli che gli strumenti a disposizione del piano straordinario contro la violenza del governo, da subito criticato dalle femministe e dalle attiviste dei centri antiviolenza, si sono rivelati alla prova dei fatti troppo spesso disattesi e inefficaci se non proprio nocivi. In piu' parti del paese e da diversi gruppi di donne emerge da tempo la necessita' di dar vita ad un cambiamento sostanziale di cui essere protagoniste e che si misuri sui diversi aspetti della violenza di genere per prevenirla e trovare vie d'uscita concrete.

E' giunto il momento di essere unite ed ambiziose e di mettere insieme tutte le nostre intelligenze e competenze.

A Roma da alcuni mesi abbiamo iniziato a confrontarci individuando alcune macro aree - il piano legislativo, i Cav e i percorsi di autonomia, l'educazione alle differenze, la liberta' di scelta e l'Ivg - sappiamo che molte altre come noi hanno avviato percorsi di discussione che stanno concretizzandosi in mobilitazioni e dibattiti pubblici.

Riteniamo necessario che tutta questa ricchezza trovi un momento di confronto nazionale che possa contribuire a darci i contenuti e le parole d'ordine per costruire una grande manifestazione nazionale il 26 novembre prossimo.

Proponiamo a tutte la data di sabato 8 ottobre per incontrarci in una assemblea nazionale a Roma, e quella del 26 novembre per la manifestazione.

Proponiamo anche che la giornata del 27 novembre sia dedicata all'approfondimento e alla definizione di un percorso comune che porti alla rapida revisione del Piano Straordinario Nazionale Anti Violenza.

Queste date quindi non sono l'obiettivo ma l'inizio di un percorso da fare tutte assieme.

Realta' promotrici: Rete IoDecido, D.i.Re - Donne in Rete Contro la violenza, UDI - Unione Donne in Italia

 

2. HIC ET NUNC. "NON UNA DI MENO": VERSO IL 26 E 27 NOVEMBRE

[Dal sito nonunadimeno.wordpress.com riprendiamo il seguente appello]

 

Verso la manifestazione nazionale del 26 novembre contro la violenza maschile sulle donne.

Per la costruzione dell'assemblea nazionale con tavoli tematici del 27 novembre.

*

Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai suoi figli. Dall'inizio dell'anno decine e decine di donne sono state uccise in Italia per mano maschile. La violenza maschile sulle donne non e' un fatto privato ne' un'emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra societa', un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nella disparita' di potere fra i sessi. Le politiche di austerity e riforme come quelle del lavoro e della scuola, in continuita' con quanto accaduto negli ultimi dieci anni, non fanno altro che minare i percorsi di autonomia delle donne e approfondire le discriminazioni sociali, culturali e sessuali.

La violenza attraversa ogni aspetto dell'esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all'universita', per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web.

La violenza maschile sulle donne puo' essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l'esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza, che da trent'anni resistono a ogni tentativo delle istituzioni di trasformarli in servizi di accoglienza neutri, negando la loro natura politica e di cambiamento.

Adesso basta! e' il grido che si alza da piu' parti nel mondo.

In Polonia, in Argentina, in Spagna gli scioperi e le proteste delle donne che si ribellano alla violenza e al femminicidio e lottano per l'autodeterminazione femminile hanno paralizzato interi paesi. I corpi delle donne invadono le strade, costruiscono ponti e narrazioni comuni da una parte all'altra del mondo. La mobilitazione dilaga ben al di la' dei confini nazionali e porta alla ribalta la potenza politica delle donne.

Anche a Roma lo scorso 8 ottobre, dopo mesi di mobilitazione, un'assemblea affollata da centinaia di donne ha deciso di scendere in piazza, di riprendere parola di fronte alla strage di donne e alle tante forme di quotidiana violenza.

Questa lotta appartiene a tutte, cancella i confini e non conosce geografie. Va in tal senso rispedita al mittente qualsiasi strumentalizzazione razzista che tenti di ridurre la violenza a un problema di ordine pubblico. Con la stessa forza va denunciata ogni forma di violenza contro lesbiche e transessuali, tesa a imporre un modello eteronormato di societa' non rispondente ne' alla realta' ne' ai desideri delle persone. Se toccano una toccano tutte!

Per queste ragioni il prossimo 26 novembre, in corrispondenza con la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, scenderemo in piazza a Roma da tutta Italia dietro lo striscione comune con lo slogan Non Una di Meno!, per una grande manifestazione delle donne aperta a tutt* coloro che riconoscono nella fine della violenza maschile una priorita' nel processo di trasformazione dell'esistente.

Il corteo partira' da piazza della Repubblica alle 14, attraversera' le vie del centro di Roma toccando alcuni luoghi simbolici, e terminera' in Piazza San Giovanni. Non saranno accettati all'interno del corteo bandiere, slogan, striscioni istituzionali di organizzazioni di partito e sindacali. L'obiettivo sara' al contrario di articolare, diffondere e comunicare, nel modo piu' efficace possibile, i contenuti e le parole d'ordine emersi nella costruzione condivisa a livello nazionale e territoriale della mobilitazione. A questo scopo, il blog https://nonunadimeno.wordpress.com/ si mette a disposizione come spazio di confronto e di condivisione di materiali comunicativi e contributi di approfondimento in vista del 26 novembre.

Consideriamo il 26 la prima tappa di un percorso capace di proporre un Piano Femminista contro la violenza  maschile e una grande mobilitazione che affermi e allarghi l'autodeterminazione femminile.

E' quindi convocata per il 27 novembre dalle 10, nella scuola elementare Federico Di Donato (via Nino Bixio 83), una nuova assemblea nazionale, articolata per tavoli tematici, definiti nel corso dell'assemblea dell'8 ottobre, e che si concludera' con una plenaria in cui discutere di come dare continuita' e respiro al percorso di elaborazione, di confronto e proposta.

#NonUnaDiMeno!

 

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2015 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2015.

 

5. UNA PERSONA, UN VOTO

 

Questa campagna occorrerebbe avviare e condurre con la massima urgenza, riprendendo il filo di un impegno che sul finire del secolo scorso era a un passo dal tradursi in legge: la campagna affinche' a tutti gli stranieri residenti in Italia sia riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative.

Sono oltre cinque milioni gli stranieri legalmente residenti in Italia, che qui lavorano e con il loro lavoro danno un forte contributo all'economia e alla previdenza sociale di questo paese, che qui mandano a scuola i loro figli, che qui pagano le tasse.

Oltre cinque milioni di esseri umani cui sono negati fondamentali diritti da una legislazione tuttora razzista.

Se queste persone potessero votare nelle elezioni amministrative darebbero un grande contributo alla democrazia e alla buona amministrazione.

Negare loro questo diritto fa del nostro paese un regime razzista, segregazionista, schiavista.

Questa campagna occorrerebbe avviare e condurre con la massima urgenza: la campagna affinche' a tutti gli stranieri residenti in Italia sia riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative.

Cessi l'apartheid nel nostro paese.

Una persona, un voto.

 

6. UN UOMO IN MARE

 

I governi europei, e tra essi anche solo quello italiano, potrebbero con una sola alzata di mano salvare tutte le vite degli innocenti che oggi muoiono nel Mediterraneo: basterebbe riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in modo legale e sicuro in Europa, in Italia.

Di colpo sparirebbe l'enorme mercato illegale dei trafficanti di esseri umani: nessuno affiderebbe la propria vita a gruppi criminali se potesse viaggiare in modo legale e sicuro.

Di colpo i paesi europei, e l'Italia tra essi, tornerebbero al rispetto della legalita' che oggi violano con le infami e scellerate misure razziste vigenti.

Di colpo si rivelerebbe la verita' che tutti gia' conosciamo nel profondo delle nostre coscienze: che la migliore politica, e la sola degna, e' quella che salva le vite.

Di colpo s'imporrebbe in tutta evidenza la necessita' di una politica internazionale di pace e di cooperazione affinche' in ogni parte del mondo siano rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

I governi europei, e tra essi anche solo quello italiano, potrebbero con una sola alzata di mano salvare tutte le vite degli innocenti che oggi muoiono nel Mediterraneo: basterebbe riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in modo legale e sicuro in Europa, in Italia.

 

7. IN MEMORIA DI ELIZABETH BLACKWELL

 

Ricorreva ieri, 31 maggio, l'anniversario della scomparsa di Elizabeth Blackwell (1821-1910), che dopo secoli di esclusione (e di brutale negazione del sapere medico e dei diritti umani delle donne da parte del potere dei maschi con pratiche violente e fin assassine) fu la prima donna occidentale a laurearsi in medicina nell'Ottocento e ad esercitare la professione di medico superando la dura opposizione della cultura maschilista; fu anche educatrice, docente, promotrice di iniziative di riforma sociale, filantropa.

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Anche nel ricordo di Elizabeth Blackwell proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. IL 2 GIUGNO, LA REPUBBLICA

 

Il 2 giugno e' la festa della Repubblica.

Se e' la festa della repubblica, e' la festa dell'opposizione al potere del solo o dei pochi che opprimono i molti.

E se e' la festa della repubblica italiana, e' la festa della Costituzione della repubblica italiana, che difende i diritti umani e ripudia la guerra.

E se e' la festa dell'Italia repubblicana, e quindi della sua Costituzione democratica ed antifascista, e' insieme giornata di festa e di lotta, di impegno persuaso e corale contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per il disarmo e la smilitarizzazione; per la pace e i diritti umani; per la legalita' che salva le vite; per la difesa della biosfera casa comune dell'intera umanita'.

Repubblica significa la cosa di tutti; repubblica significa il bene comune; repubblica significa la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, significa la comune responsabilita' per il bene di tutti, significa la condivisione dei beni e del bene, la convivenza nel mutuo soccorso, nel reciproco aiuto.

La festa della Repubblica e' la festa della pace e dei diritti umani; e' la festa dell'umanita'.

La festa della Repubblica e' la festa della nonviolenza in cammino.

 

9. IN MEMORIA DI GIUSEPPE UNGARETTI

 

Ricorreva ieri l'anniversario della scomparsa di Giuseppe Ungaretti.

"Dalle trincee della prima guerra mondiale, la voce di un poeta denuncia la follia e l'orrore di ogni guerra, e convoca all'umana solidarieta'", ripetendo queste parole lo ricordiamo una volta ancora.

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Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto 1888 - Milano 1970) e' uno dei maggiori poeti del Novecento. Nei Meridiani Mondadori sono apparsi i volumi Vita d'un uomo. Tutte le poesie, a cura di Leone Piccioni; Vita d'un uomo. Saggi e interventi, a cura di Mario Diacono e Luciano Rebay; Vita d'un uomo. Viaggi e lezioni, a cura di Paola Montefoschi; ed un Album Ungaretti, con iconografia ordinata e commentata da Paola Montefoschi e un saggio biografico di Leone Piccioni. Per un avvio alla conoscenza cfr. anche almeno: Leone Piccioni (a cura di), Per conoscere Ungaretti, Mondadori, Milano 1971, 1979; Giuseppe Faso, La critica e Ungaretti, Cappelli, Bologna 1977.

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Anche nel ricordo di Giuseppe Ungaretti proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

10. IN MEMORIA DI ALBERTINA SISULU

 

Ricorre oggi, 2 giugno, l'anniversario della scomparsa di Albertina Sisulu (Tsomo, 21 ottobre 1918 - Johannesburg, 2 giugno 2011), una delle piu' grandi figure della lotta contro il razzismo.

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Nel ricordo di Albertina Sisulu proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. LA SFILATA

 

Mi sono sempre chiesto cosa diamine c'entri la sfilata militare con il 2 giugno.

Poiche' il 2 giugno si celebra la festa della Repubblica nella ricorrenza del referendum del 2 e 3 giugno 1946 con cui il popolo italiano finalmente a suffragio universale abbatte' la monarchia e scelse la repubblica.

Non ci fu uso delle armi, ma del voto.

La piu' grande, la piu' bella rivoluzione del nostro paese fu fatta con lo strumento nonviolento per eccellenza: contare le teste invece di romperle.

E cosi' come la scelta della Repubblica fu il frutto prezioso della Resistenza e della Liberazione dal fascismo assassino, analogamente frutto prezioso della scelta repubblicana fu la Costituzione della Repubblica Italiana, che difende i diritti umani e ripudia la guerra, guerra che sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani.

Ne consegue che la Repubblica nasce con un gesto di pace: il libero voto delle cittadine e dei cittadini tutti.

Ne consegue che la Repubblica proclama come sua legge fondamentale, come sua Costituzione, il riconoscimento dei diritti di tutti gli esseri umani, l'opposizione alla guerra che e' sempre assassina.

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E dunque: che diamine c'entrano con la festa della Repubblica l'esibizione delle armi, la parata degli armati? La Repubblica ripudia la guerra, e ripudiando la guerra la Repubblica si oppone altresi' agli eserciti e alle armi che alla preparazione ed all'esecuzione della guerra sono ordinati.

E poiche' la Repubblica riconosce e tutela i diritti umani, che diamine c'entrano con la festa della Repubblica i messeri che da decenni al governo di questo paese i diritti umani hanno costantemente violato decidendo guerre e riarmo, imponendo misure razziste e assassine come ad esempio le scellerate ed incostituzionali antinorme che impedendo a chi e' in fuga dalla fame e dall'orrore di entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese sono le prime responsabili della strage in corso nel Mediterraneo?

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Vi e' un solo modo per essere fedeli alla Repubblica: abolire le guerre, gli eserciti, le armi; riconoscere, difendere e promuovere il diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'.

Vi e' un solo modo per essere fedeli alla Repubblica: realizzare la politica dettata dalla Costituzione, che e' la politica della nonviolenza in cammino.

 

12. PER ALAIN

 

Ricorreva ieri l'anniversario della scomparsa di Emile-Auguste Chartier, universalmente noto col nom de plume di Alain (1868-1951), filosofo e saggista, strenuamente impegnato per la pace, maestro di umanita'.

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Nel ricordo e alla scuola di Alain proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

13. IN MEMORIA DI GIOVANNI XXIII

 

Ricorreva ieri l'anniversario della scomparsa di Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, nato a Sotto il Monte il 25 novembre 1881 e deceduto in Vaticano il 3 giugno 1963), "il papa buono" del Concilio e della Pacem in Terris, che parlava "a tutti gli uomini di buona volonta'" e che in vicende e momenti drammatici di estremo rischio per la sorte comune dell'umana famiglia seppe parlare all'umanita' intera in nome dell'intera umanita' e dire le parole vere, giuste e necessarie, esortando alla pace e alla fraternita', alla convivenza, alla comune responsabilita' per il bene comune, al ripudio delle armi e della violenza.

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Nel ricordo di Giovanni XXIII proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. IN RICORDO DELLE VITTIME DEL MASSACRO DI PIAZZA TIEN AN MEN

 

Ricorre oggi, 4 giugno, l'anniversario del massacro di piazza Tien An Men del 1989.

Ricordiamo tutte le vittime della strage e della repressione, ricordiamo tutte le persone che si impegnarono per la democrazia e i diritti umani con la scelta della nonviolenza.

Un'immagine tutte le rappresenta: quella del giovane che ferma la colonna dei carri armati opponendo il suo corpo inerme.

Possa l'umanita' essere degna di quel giovane, possa al piu' presto abolire tutte le guerre e tutte le dittature, possa al piu' presto abolire tutti gli eserciti e tutte le armi, possa al piu' presto affermare, rispettare, difendere e promuovere il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso, oppresso, umiliato; possa l'umanita' al piu' presto divenire finalmente, pienamente, luminosamente umana.

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Nel ricordo delle vittime del massacro di piazza Tien An Men proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

15. "FERMARE LA STRAGE NEL MEDITERRANEO". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E DI TESTIMONIANZA A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 4 giugno 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza sul tema: "Fermare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro".

Nel corso dell'incontro e' stato letto e commentato un recente scritto di Raniero La Valle, "Per una umanita' indivisa", e si e' fatto riferimento altresi' alla "Carta di Lampedusa", cosi' come alla Dichiarazione universale dei diritti umani ed alla Costituzione della Repubblica Italiana.

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta ricordato che "i governi europei, il governo italiano, possono far cessare immediatamente la strage nel Mediterraneo semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro. Questo occorre fare, questo chiediamo al governo e al parlamento del nostro paese, per questo occorre si impegni ogni persona di retto sentire e di volonta' buona".

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi; alla politica della folle violenza assassina sostituire la razionale e coerente politica della nonviolenza che riconosce e salva le persone e che fonda la civile, umana convivenza.

Soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in pericolo di morte.

Riconoscere concretamente a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

 

16. IN MEMORIA DI FEDERICO GARCIA LORCA

 

Ricorre oggi l'anniversario della nascita di Federico Garcia Lorca, che combatté il fascismo con la poesia e dai fascisti fu assassinato. Non muore la sua appassionata e luminosa poesia. Non muore la sua sincera e tenace lotta per un'umanita' di persone finalmente libere, eguali in diritti, solidali, felici della bellezza del mondo, felici di una vita finalmente fraterna e sororale, colma e degna, pienamente umana.

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Nel ricordo di Federico Garcia Lorca proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

17. PAROLE DETTE A VITERBO NELLA GIORNATA MONDIALE PER LA DIFESA DELL'AMBIENTE

 

Il primo nemico

Il primo nemico e' la guerra: che tutto devasta, che tutto distrugge, che dove era vita reca morte.

Il primo nemico sono le armi: macchine il cui fine e' uccidere gli esseri umani, macchine il cui fine e' ridurre l'essere al nulla.

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Il primo dovere

Il primo dovere e' salvare le vite. Le vite umane, ma anche l'intero mondo vivente.

Il primo dovere e' sentire la responsabilita' che e' propria di ogni essere umano: la responsabilita' di riconoscere, rispettare, difendere, promuovere, accudire, confortare, onorare, salvare la vita altrui.

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Il primo sapere

Il primo sapere e' sapere di essere parte dell'unico mondo vivente, sapere di essere parte dell'unica umanita', sapere di essere parte della civilta' e della natura che sono sia il luogo mentale e fisico in cui abitiamo, sia la trama e la stoffa di cui noi stessi consistiamo.

Il primo sapere e' la coscienza della relazione che tutte e tutti ci lega e sostiene, memoria e progetto, coessenziale pluralita', infinita apertura.

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Il primo miracolo

Il primo miracolo e' l'essere, l'esserci: che qualcosa vi sia anziche' il nulla.

Il primo miracolo e' la nascita: che rinnova e preserva e infutura il nostro mondo comune, il mondo comune che noi stessi siamo.

Il primo miracolo e' la solidarieta': senza la quale ne' io ne' tu saremmo sopravvissuti all'ingresso nel mondo, senza la quale ne' tu ne' io avremmo pensieri e parole.

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Ancora della virtu' del limite

Riconoscere l'altrui esistenza e' riconoscere il proprio limite.

E' la cognizione del limite che fonda la liberta', la giustizia, la misericordia.

Tutti dobbiamo affrontare la sofferenza e la morte: e' ragionevole unirsi a mutuo sostegno; e' ragionevole unirsi per salvare le vite; e' ragionevole unirsi per condividere il bene.

La stessa biosfera ha dei limiti: e quindi un modo di produzione fondato sul principio della crescita infinita, della massimizzazione del profitto, dell'asservimento della vita all'accumulo delle ricchezze, della trasformazione in merci inerti di cio' che era vivente svolgimento ed incontro, della frantumazione ai fini dell'appropriazione privata di cio' che era integro bene comune, ebbene, questo modo di produzione rapinatore flagrantemente confligge con i limiti della natura, ed e' quindi irrazionale e immorale ad un tempo, insostenibile e mortifero.

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Concreta utopia, realismo operante

Il "modello di sviluppo" dominante sta imbarbarendo e degradando l'umanita', avvelenando e desertificando la biosfera.

Cio' che la "globalizzazione" oggi globalizza e' la rapina e la distruzione, l'inquinamento e la sopraffazione, il dolore e la morte.

Non e' questa la vocazione, la missione, il compito dell'umanita'.

Compito dell'umanita' e' realizzare una societa' giusta che riconosca e garantisca il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Compito dell'umanita' e' realizzare una societa' giusta che rispetti e preservi quest'unico mondo vivente, che e' insieme la casa comune dell'umanita' ed il tutto di cui l'umanita' stessa e' parte.

Alla violenza che rompe, corrompe ed annienta occorre opporre la nonviolenza che ripara, risana e preserva.

Alla guerra opporre la pace.

Al male opporre il bene.

Abolire la guerra, gli eserciti e le armi.

Uscire dal sistema dello sfruttamento e delle stragi, ed inaugurare la societa' solidale della convivenza.

Una sola umanita', un unico mondo vivente: sii tu a prendertene cura.

La nonviolenza e' la via.

 

18. IN MEMORIA DI VLADIMIR JANKELEVITCH

 

Ricorre oggi l'anniversario della scomparsa di Vladimir Jankelevitch, resistente antifascista, filosofo e musicologo, acutissimo indagatore della trama e dei nodi dell'esistenza umana, nitido esploratore ed assertore dei doveri morali che fondano l'umana dignita', il giusto condursi, la civile convivenza.

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Vladimir Jankelevitch, nato il 31 agosto 1903 a Bourges, deceduto a Parigi il 6 giugno 1985, ha preso parte alla Resistenza ed e' stato docente di filosofia morale alla Sorbona, la sua riflessione e le sue ricerche in ambito filosofico, morale, musicale, costituiscono grandi contributi alla cultura contemporanea. Tra le opere di Vladimir Jankelevitch: Henri Bergson, Morcelliana; L'ironia, Il Melangolo; Trattato delle virtu', Garzanti (traduzione parziale); Il non-so-che e il quasi-niente, Marietti; L'avventura, la noia, la serieta', Marietti; Perdonare?, Giuntina; Il paradosso della morale, Hopefulmonster; La coscienza ebraica, Giuntina; Pensare la morte?, Cortina; La menzogna e il malinteso, Cortina. Opere su Vladimir Jankelevitch: un buon punto di partenza e' il fascicolo monografico di "Aut aut", n. 270, novembre-dicembre 1995, Vladimir Jankelevitch. Pensare al margine, a cura di Enrica Lisciani-Petrini, con vari contributi ed un'ampia bibliografia (estratta da questa fonte, la bibliografia delle opere di Jankelevitch apparse in volume e' stata riportata anche ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 413 del 12 novembre 2002).

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Anche nel ricordo e alla scuola di Vladimir Jankelevitch proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

19. UNA RAGIONEVOLE PROPOSTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI: "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

vivono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone che non avendo la cittadinanza italiana sono escluse dal diritto di voto e quindi dalla partecipazione alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Ma queste persone contribuiscono al bene del nostro paese con la loro umana presenza, con il loro lavoro, con le tasse che pagano, con l'educazione dei figli che saranno l'Italia di domani.

Non vi è nessun impedimento logico a riconoscere loro almeno il diritto di voto nelle elezioni amministrative. Vi è anzi il dovere morale di riconoscere subito a tutti loro l'elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative: poiché è indubitabile che delle comunità locali queste persone facciano parte a pieno titolo.

Continuare a negare il diritto di voto nelle elezioni amministrative ad una parte così rilevante della popolazione che in questo paese vive configura una flagrante violazione di un fondamentale diritto umano: il diritto a partecipare alle decisioni che riguardano tutti.

Continuare a negare questo essenziale diritto ha effetti nefasti per chi ne è privato ma anche per l'intera collettività che avrebbe tutto da guadagnare dal pieno dispiegarsi della democrazia.

Tutte le persone di retto sentire e di volontà buona ne sono persuase da decenni.

Mi permetto pertanto di segnalarle non solo l'opportunità, ma la necessità e l'urgenza, di un impegno legislativo in tal senso.

"Una persona, un voto".

Voglia gradire distinti saluti

 

20. RICORDANDO ISAIAH BERLIN

 

Ricorreva ieri, 6 giugno, l'anniversario della nascita di Isaiah Berlin (Riga, 6 giugno 1909 - Oxford, 5 novembre 1997), l'illustre pensatore e saggista che ha dato rilevanti contributi alla storia delle idee ed alla filosofia politica contemporanea.

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Anche nel ricordo di Isaiah Berlin proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

21. DAL PUNTO DI VISTA DELL'UMANITA'

 

Tutto diventa semplice e chiaro se ci si colloca dal punto di vista dell'umanita'.

Poiche' ponendoci dal punto di vista dell'umanita' crollano tutti i sofismi, cadono tutte le menzogne, si dissolve ogni ignoranza, cessa ogni rassegnazione al male.

Poiche' ponendoci dal punto di vista dell'umanita' la verita' smaschera e denuncia e contrasta e prevale su tutti i crimini e tutte le vilta'.

Poiche' ponendoci dal punto di vista dell'umanita' ci riconosciamo per quello che siamo: esseri umani, tutti diversi ed insieme tutti eguali in diritti, uniti da un comune destino, tutti responsabili della vita altrui, tutti partecipi di un mondo comune, a realizzare il bene comune tutti ugualmente chiamati.

Poiche' ponendoci dal punto di vista dell'umanita' immediatamente riconosciamo che il primo dovere e' non uccidere, che il primo dovere e' salvare le vite, che il primo dovere e' condividere il bene, che il primo dovere e' riconoscere, rispettare ed aiutare le altre persone cosi' come vorremmo essere riconosciuti, rispettati ed aiutati noi stessi.

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Dal punto di vista dell'umanita' e' evidente che occorre salvare le vite umane.

Dal punto di vista dell'umanita' e' evidente che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Dal punto di vista dell'umanita' e' evidente che siamo un'unica famiglia umana in un'unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

 

22. IN MEMORIA DI PAULINE ROLAND E DI GWENDOLYN BROOKS

 

Ricorre oggi, 7 giugno, l'anniversario della nascita di Pauline Roland (Falaise, 7 giugno 1805 - Lione, 15 dicembre 1852), giornalista e militante socialista e femminista francese, e di Gwendolyn Brooks (Topeka, 7 giugno 1917 - Chicago, 3 dicembre 2000), illustre poetessa afroamericana, docente universitaria e Premio Pulitzer.

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Anche nel ricordo di Pauline Roland e di Gwendolyn Brooks proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

23. COME SCONFIGGERE IL PARTITO HITLERIANO E SALVARE INNUMEREVOLI VITE

 

1. Riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di spostarsi in modo legale e sicuro sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

E quindi cominci l'Italia col consentire a tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, trovando nel nostro paese cio' che la Costituzione della Repubblica stabilisce: rispetto dei diritti umani, accoglienza e assistenza per chiunque ne abbia bisogno, giustizia e solidarieta'.

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2. Riconoscendo a tutti gli esseri umani residenti in un territorio il diritto di voto nel territorio in cui realmente vivono.

E quindi cominci l'Italia col riconoscere immediatamente il diritto di voto amministrativo a tutti i residenti nei Comuni e nelle Regioni d'Italia. "Una persona, un voto": e' il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia lo strumento nonviolento che puo' sconfiggere il razzismo e la schiavitu', che puo' sconfiggere i poteri criminali e il regime della corruzione, che puo' far cessare nel nostro paese l'apartheid oggi subìto da cinque milioni di persone regolarmente residenti (e che fanno del bene a questo paese) cui e' negato di poter partecipare democraticamente alle decisioni che riguardano anche le loro stesse vite.

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3. Riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto a non essere uccisi.

E quindi cominci l'Italia ad opporsi a tutte le guerre e a tutte e uccisioni. E per opporsi a tutte le guerre ed a tutte le uccisioni occorre abolire gli eserciti e le armi: cominci subito la smilitarizzazione, cominci subito il disarmo, si salvino innumerevoli vite. Cessi in Italia l'attuale sperpero mostruoso, scellerato ed infame di oltre 70 milioni di euro al giorno per le spese militari, e siano utilizzati invece quei fondi pubblici per garantire una vita degna all'intera popolazione.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

24. RICORDANDO JULIEN BENDA

 

Ricorreva ieri, 7 giugno, l'anniversario della scomparsa di Julien Benda (1867-1956), l'autore di quella "Trahison des clercs" che e' uno dei libri che occorre aver letto.

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Anche nel ricordo di Julien Benda proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

25. "UNA PERSONA, UN VOTO". E' NECESSARIO E URGENTE RIPRENDERE L'INIZIATIVA PER IL DIRITTO DI VOTO NELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A TUTTE LE PERSONE RESIDENTI

 

"Una persona, un voto". E' necessario e urgente riprendere l'iniziativa per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti nel nostro paese.

Per far cessare il regime di apartheid che insensatamente priva del diritto di voto anche solo nelle elezioni amministrative (elezioni comunali e regionali) cinque milioni di persone regolarmente residenti nel nostro paese.

Per denunciare e sconfiggere le pratiche di supersfruttamento e fin di riduzione in schiavitu' di cui troppe persone sono vittime nel nostro paese, e sono vittime anche perche' non hanno propri rappresentanti nelle istituzioni democratiche elettive.

Per contrastare adeguatamente ed efficacemente i poteri criminali e il regime della corruzione.

Per contribuire ad abrogare tutte le infami, criminali, incostituzionali misure e pratiche razziste tuttora vigenti in Italia imposte da governi razzisti, neofascisti e filomafiosi.

Per opporsi al razzismo e al fascismo con la forza della democrazia, della partecipazione, della legalita'.

Cessi il regime dell'apartheid in Italia. Una persona, un voto.

 

26. IN MEMORIA DI JESSIE BERNARD

 

Ricorre oggi, 8 giugno, l'anniversario della nascita di Jessie Bernard (Minneapolis, 8 giugno 1903 - Washington, 6 ottobre 1996), illustre sociologa, docente, intellettuale femminista.

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Anche nel ricordo di Jessie Bernard proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

27. IN BREVE

 

Tutta la questione si riduce a questo: se salvare o non salvare la vita dei bambini, delle donne e degli uomini che per sfuggire alla fame e alla guerra, alla miseria e alle persecuzioni, all'orrore e alla morte, abbandonano le loro case e i loro paesi, i loro averi e le loro comunita', e cercano di giungere in un luogo ove poter vivere in pace.

Tutta la questione si riduce a questo: salvarle o non salvarle queste vite innocenti, queste vite gia' cosi' brutalmente violate.

In breve: noi diciamo di si', che queste vite, queste persone, vanno salvate.

In breve: noi preferiamo essere solidali con le vittime piuttosto che con i carnefici.

 

28. PER DIRSELA TUTTA

 

La questione cosiddetta "dell'immigrazione" e' ovviamente una questione di oppressione di classe.

Ovvero e' la conseguenza dell'imposizione della rapina capitalistica sull'intero pianeta, con gli ovvi suoi effetti: sfruttamento degli esseri umani e della natura fino alla riduzione in schiavitu' degli uni e fino alla desertificazione dell'altra.

La fame e' insieme l'effetto della riduzione in schiavitu' e lo strumento per imporla, l'effetto della desertificazione e lo strumento per estenderla.

La guerra e' insieme lo strumento per imporre e mantenere il regime del massimo sfruttamento (della "massimizzazione del profitto" si dice nelle aule e nei salotti, intendendo il massacro degli esseri umani e del mondo per ricavarne l'appropriazione privata della ricchezza sociale), e per punire i popoli e le persone che rivendicano invece la propria dignita', la comune umanita', il bene comune.

I solerti funzionari imperiali, ed i barbari capi tribali di piccole patrie mafiose e hitleriane, sanno bene quel che vogliono: che i migranti - esseri umani innocenti costretti a una disperata fuga dalla fame e dalle guerre - siano schiavi, o che siano uccisi. Tertium non datur.

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Cosa ne consegua per noi, fratelli e sorelle, compagne e compagni, mi sembra del tutto evidente.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Oppresse ed oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

29. UN SEMPLICE CALCOLO

 

Lo stato italiano spende ogni giorno oltre 70 milioni di euro per le spese militari.

La pensione minima mensile (assegno sociale) in Italia e' di circa 448 euro, importo con cui evidentemente secondo lo stato italiano una persona (una persona senza altri redditi ed in difficolta', altrimenti non riceverebbe l'assegno sociale) dovrebbe essere in grado di sopravvivere.

Dividendo questo importo per 30 (i giorni di un mese) otteniamo circa 15 euro; dividiamo ora 70 milioni (spese militari di un giorno) per 15 (pensione sociale di un giorno): otteniamo 4.666.666, il numero di persone che potrebbero vivere se si abolissero le spese militari.

Le spese militari servono a due cose: ad acquistare (ovvero produrre) armi, armi il cui fine reale e' uccidere gli esseri umani; e ad addestrare degli esseri umani ad usare le armi (e ad usarle realmente quando glielo si ordina), armi il cui uso effettivo consiste nell'uccidere gli esseri umani.

Noi riteniamo ragionevole, giusto, necessario che siano abolite le spese militari e che quei 70 milioni di euro al giorno di soldi pubblici del popolo italiano siano utilizzati non per minacciare o sopprimere ma per far vivere le persone.

Il disarmo salva le vite. Salva le vite che le armi non prodotte e quindi non utilizzate non uccideranno. E salva le vite di quanti possono essere aiutati utilizzando bene i soldi pubblici risparmiati abolendo le sciagurate spese militari.

 

30. IN MEMORIA DI BERTHA VON SUTTNER

 

Ricorre oggi, 9 giugno, l'anniversario della nascita di Bertha von Suttner.

Ogni persona impegnata per la pace e' a lei che ispira la sua azione e il suo pensiero; di ogni movimento per la pace e' lei la scaturigine e lo specchio; e il giorno che la guerra aboliremo sara' la festa di Bertha von Suttner.

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Bertha von Suttner (Praga, 9 giugno 1843 - Vienna, 21 giugno 1914), scrittrice, straordinaria militante pacifista, ricevette il premio Nobel per la pace nel 1905. Opere di Bertha von Suttner: Giu' le armi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989; Abbasso le armi! Storia di una vita, Centro stampa Cavallermaggiore (Torino) 1996. Opere su Bertha von Suttner: Nicola Sinopoli, Una donna per la pace, Fratelli Palombi, Roma 1986. Su Bertha von Suttner segnaliamo anche i testi di Marta Galli (comprensivo di un'utile sitografia) e di Rosangela Pesenti apparsi rispettivamente nei nn. 850 e 845 de "La nonviolenza e' in cammino", l'ampio saggio di Verdiana Grossi ripubblicato in "Voci e volti della nonviolenza" n. 483, la voce di Giancarla Codrignani nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 514.

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Nel ricordo di Bertha von Suttner proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

31. IN PRIMIS

 

Innanzitutto salvare le vite.

Innanzitutto riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita' alla solidarieta'.

Innanzitutto riconoscere ad ogni persona in fuga dalla fame e dalle guerre, dalle devastazioni e dalle persecuzioni, dagli orrori e dalla morte, il diritto di salvare la propria vita, il diritto di essere soccorsa, accolta, assistita.

Innanzitutto riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente nell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

32. IN MEMORIA DEI FRATELLI CARLO E NELLO ROSSELLI, RICORRENDO L'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

 

Ricorreva ieri, 9 giugno, l'anniversario della morte dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, assassinati da sicari fascisti a Bagnoles-de-l'Orne il 9 giugno 1937, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ricorda i due martiri della lotta per la liberazione dell'umanita' con le parole dettate da Piero Calamandrei incise sulla loro tomba:

"GIUSTIZIA E LIBERTA'

PER QUESTO MORIRONO

PER QUESTO VIVONO"

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Carlo Rosselli nacque nel 1899, insieme al fratello Nello - come lui grande intellettuale e limpido antifascista - fu assassinato dai sicari dell'organizzazione fascista dei cagoulards a Bagnoles-de-l'Orne, in Francia, nel 1937. Dal sito www.ossimoro.it riportiamo per estratti la seguente scheda: "16 novembre 1899: Carlo Rosselli nasce a Roma. Il padre Giuseppe Emanuele era compositore e musicologo. La madre, Amelia Pincherle, una scrittrice e autrice affermata di teatro. Sia la famiglia Rosselli che la famiglia Pincherle avevano preso parte al movimento per l'indipendenza e l'unita' nazionale. 1911: Muore il padre. 27 marzo 1916: Il fratello Aldo muore in combattimento nella prima guerra mondiale sui monti della Carnia. Ricevera' la medaglia d'argento alla memoria. 1918: Carlo e' nominato sottotenente e inviato in zona di guerra. 1920: Conosce Claudio Treves, Filippo Turati e Gaetano Salvemini. 1921: Si laurea in scienze politiche con la tesi "Il sindacalismo". 1922: A Roma il XIX congresso del partito socialista decreta l'espulsione dei riformisti di Treves, Turati e Matteotti. Rosselli si schiera con la corrente riformista che da' luogo al partito socialista unitario. Conosce Piero Gobetti e il gruppo di giovani intellettuali che pubblicano il settimanale "La Rivoluzione Liberale". Conosce inoltre Luigi Einaudi, Pasquale Jannacone e Achille Loria. Prende parte alla ristretta attivita' del Circolo di Cultura fiorentino, promosso da Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Ludovico Limentani, Piero Jahier e l'avvocato Alfredo Nicoli, nel cui studio si tenevano le riunioni. 1923: Conosce Gaetano Mosca. Si laurea in legge discutendo la tesi "Prime linee di una teoria economica dei sindacati". Si trasferisce a Londra qualche mese per approfondire il problema trattato nella tesi di laurea. 1924: All'indomani del delitto Matteotti si iscrive al partito socialista unitario. E' chiamato all'Istituto superiore del Commercio di Genova ad insegnare Istituzioni di Economia Politica. I fascisti devastano la sede del Circolo di Cultura fiorentino. 1925: Fonda con il fratello Nello, Salvemini ed Ernesto Rossi il bollettino clandestino "Non Mollare". Casa Rosselli e' devastata dai fascisti. 1926: Carlo e' aggredito dagli squadristi genovesi. A luglio e' costretto a lasciare l'insegnamento. Sposa l'inglese Marion Cave a cui era legato da molti anni. "Il Quarto Stato" e' soppresso. I dirigenti socialisti si convincono della necessita' di costituire un'organizzazione per l'espatrio. Carlo Rosselli, Ferruccio Parri e Riccardo Bauer preparano la fuga di decine di socialisti, tra i quali Treves, Saragat e Turati. 1927: Carlo Rosselli e Parri vengono arrestati per l'espatrio di Turati. Rosselli viene condannato a cinque anni di confino a Lipari per l'intervento diretto di Mussolini. 1930: Viene fondato a Parigi il movimento rivoluzionario antifascista "Giustizia e Liberta'". Volo Bassanesi. L'episodio che ebbe il Cantone Ticino come centro della vicenda e' all'origine di una splendida Lettera aperta all'onorevole Motta, che Alberto Tarchiani e Carlo Rosselli pubblicarono su "Libera Stampa". Esce a Parigi l'edizione francese di Socialismo liberale. 1930-'32: Numerose attivita' antifasciste tra cui la pubblicazione dei "Quaderni di Giustizia e Liberta'". 29 marzo 1932: Muore Filippo Turati. 11 giugno 1933: Muore Claudio Treves. 1934: A Parigi la Concentrazione antifascista si scioglie a causa del profondo dissidio operativo e ideologico tra Giustizia e Liberta' e il Partito socialista, ormai orientato ad un'alleanza con i comunisti. 1935: La questione abissina e' uno dei temi centrali degli scritti di Rosselli ("Perche' siamo contro la guerra d'Africa?"). 1936: Carlo arriva in Spagna per combattere a fianco delle truppe repubblicane. 9 giugno 1937: Carlo e Nello Rosselli sono assassinati a Bagnoles-de-l'Orne, ad opera di affiliati dell'organizzazione terroristica di destra La Cagoule, su preciso mandato dei vertici supremi del regime fascista italiano. Opere di Carlo Rosselli: Socialismo liberale, Einaudi, Torino 1997; Scritti dall'esilio I. "Giustizia e Liberta'" e la Concentrazione antifascista (1929-1934), a cura di Costanzo Casucci, Einaudi, Torino 1988; Scritti dall'esilio II. Dallo scioglimento della Concentrazione antifascista alla guerra di Spagna (1934-1937), a cura di C. Casucci, Einaudi, Torino 1992; Liberal Socialism, edito da Nadia Urbinati, Princeton University Press 1994; Oggi in Spagna, domani in Italia, Einaudi, Torino 1967; Scritti politici e autobiografici, a cura di Z. Ciuffoletti e V. Caciulli, Lacaita, Manduria 1992; Il "Quarto Stato" di Nenni e Rosselli, SugarCo, Milano 1977; Scritti politici, a cura di Z. Ciuffoletti e P. Bagnoli, Guida, Napoli 1988. Epistolari: I Rosselli. Epistolario familiare, a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Mondadori, Milano 1997; Politica e affetti familiari. Lettere dei Rosselli ai Ferrero (1917-1943), a cura di Marina Calloni e Lorella Cedroni, Feltrinelli, Milano 1997; Dall'esilio. Lettere alla moglie 1929-1937, a cura di Costanzo Casucci, Passigli, Firenze 1997; Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di "Giustizia e Liberta'", di Emilio Lussu, a cura di Manlio Brigaglia, Ed. Libreria Dessi', Sassari 1979. Opere su Carlo Rosselli: Aldo Garosci, Vita di Carlo Rosselli, 2 voll., Vallecchi, Firenze 1973; Nicola Tranfaglia, Carlo Rosselli, dall'interventismo a "Giustizia e Liberta'", Laterza, Bari 1968; Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Torino 1999; Alessandro Levi, Ricordi dei fratelli Rosselli, La Nuova Italia, Firenze 1947; Stanislao G. Pugliese, Carlo Rosselli: Socialist Heretic and Antifascist Exile, Harvard University Press, 1999; Aldo Rosselli, La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana, Bompiani, Milano 1983; Franco Invernici, L'alternativa di "Giustizia e Liberta'". Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli, Franco Angeli, Milano 1987; Giovanna Angelini, L'altro socialismo, Franco Angeli, Milano 1999; Santi Fedele, E verra' un'altra Italia. Politica e cultura nei "Quaderni di Giustizia e Liberta'", Franco Angeli, Milano 1992; Zeffiro Ciuffoletti, Paolo Bagnoli (a cura di), Il pensiero politico di Carlo Rosselli, Guida, Napoli 1988; Paolo Bagnoli, Rosselli, Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo, La Nuova Italia, Firenze 1996; Giovanni Spadolini, Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero, Passigli, Firenze 1990; Salvo Mastellone, Carlo Rosselli e "la rivoluzione liberale del socialismo", Olschki, Firenze 1999".

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Nello Rosselli nacque nel 1900, insieme al fratello Carlo - come lui grande intellettuale e limpido antifascista - fu assassinato dai sicari dell'organizzazione fascista dei cagoulards a Bagnoles-de-l'Orne, in Francia, nel 1937. Su Nello Rosselli dal sito dell'Anpi di Roma riprendiamo la seguente scheda a cura di Alessandra Campagnan: "Sabatino Rosselli, detto Nello, nacque a Roma il 29 novembre 1900. I genitori, Giuseppe Emanuele e Amelia Pincherle, appartenevano a famiglie della borghesia agiata ebraica con trascorsi risorgimentali: Mazzini era morto sotto il nome di Mr. Brown in casa dei nonni paterni e un nonno materno aveva partecipato alla difesa della repubblica di Venezia nel 1849. Nei primi anni del secolo Amelia coi tre figli, Aldo (morto durante la prima guerra mondiale), Carlo e Nello, si trasferi' a Firenze, entrando ben presto in contatto con gli ambienti culturali piu' vivaci e aperti della citta'. Nel 1917 a Firenze venne fondato, soprattutto per iniziativa di Nello, il giornale per studenti "Noi giovani", sul quale Carlo Rosselli comincio' a scrivere i suoi articoli politici. Nel 1920, insieme ad altri giovani tra i quali il fratello, Piero Calamandrei, Alfredo e Nello Niccoli, Nello fondo' il Circolo di Cultura, luogo di libero dibattito e ricerca sotto l'alto magistero di Gaetano Salvemini. Il Circolo venne chiuso d'autorita' nel 1925. Nel 1923 Nello discusse con Gaetano Salvemini la tesi di laurea "Mazzini e il movimento operaio dal 1861 al 1872", primo passo di quella che avrebbe potuto essere una brillante carriera di studioso del Risorgimento. Studioso di profondi sentimenti liberali, nel 1924 aderi' alla fondazione dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da Giovanni Amendola, e nel 1925 partecipo' col fratello Carlo, Gaetano Salvemini, Nello Traquandi e altri alla fondazione del primo giornale antifascista clandestino "Non mollare". Sempre nel 1924 e' da ricordare la sua partecipazione al Convegno Ebraico di Livorno: per Nello Rosselli, ebreo non ortodosso e non osservante, l'ebraismo non si realizzava nel rispetto formale dei riti e delle tradizioni, ma era fondamento del suo impegno di vita, per cui non sentiva contrasto tra l'essere ebreo e l'essere italiano. Continuava intanto la sua attivita' di studioso testimoniata dalla pubblicazione, tra il 1923 e il 1927, di numerosi articoli su riviste storiche italiane e del saggio Mazzini e Bakunin. Il 3 giugno 1927 venne arrestato e condannato a cinque anni di confino a Ustica, ma nel 1928 venne rilasciato, forse perche' le sue idee liberali non venivano considerate troppo pericolose dal regime. Tuttavia nell'estate del 1929, dopo la fuga da Lipari del fratello, venne nuovamente arrestato e condannato a cinque anni di confino a Ustica e Ponza. Da qui trasse ispirazione per le pagine piu' belle del saggio Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano, che fu poi pubblicato nel 1932. Rilasciato, riprese la sua vita di studioso, con la possibilita' di ottenere il passaporto per recarsi all'estero a compiere le sue ricerche. Cosi' avvenne anche nel mese di maggio 1937: il passaporto gli fu dato con una sollecitudine che ad alcuni amici, fra cui Calamandrei, apparve sospetta. Evidentemente attraverso Nello si sperava di arrivare a Carlo che, per curare una flebite contratta durante la guerra di Spagna, si era recato alle terme di Bagnoles-de-l'Orne in Normandia. Insieme col fratello, il 9 giugno 1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne e i loro corpi furono ritrovati l'11 giugno. Nel 1946 la casa editrice Einaudi pubblico' la raccolta di Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti, in cui sono compresi anche gli scritti minori. Accanto all'attivita' di studioso e di antifascista e' da ricordare anche quella di pittore di grande sensibilita', come testimonia la mostra di suoi quadri allestita nella Sala d'Armi di Palazzo Vecchio nella primavera del 1990". Tra le opere di Nello Rosselli: Mazzini e Bakunin (1927); Carlo Pisacane nel Risorgimento Italiano (1932); Saggi sul Risorgimento e altri scritti (postumo, 1946). Epistolari: I Rosselli. Epistolario familiare, a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Mondadori, Milano 1997; Politica e affetti familiari. Lettere dei Rosselli ai Ferrero (1917-1943), a cura di Marina Calloni e Lorella Cedroni, Feltrinelli, Milano 1997. Opere su Nello Rosselli: ovviamente cfr. anche Aldo Garosci, Vita di Carlo Rosselli, 2 voll., Vallecchi, Firenze 1973; Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Torino 1999; Alessandro Levi, Ricordi dei fratelli Rosselli, La Nuova Italia, Firenze 1947; Aldo Rosselli, La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana, Bompiani, Milano 1983; Giovanni Spadolini, Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero, Passigli, Firenze 1990.

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Nel ricordo di Carlo e Nello Rosselli proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

33. NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIACOMO MATTEOTTI

 

Ricorre oggi, 10 giugno, l'anniversario della morte di Giacomo Matteotti.

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Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine il 22 maggio 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 a Roma venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su "La rivoluzione liberale" poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: "Egli rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio".

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Nel ricordo di Giacomo Matteotti proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

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Numero 623 del 15 novembre 2016

 

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