[Nonviolenza] Telegrammi. 2524
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- Date: Sat, 5 Nov 2016 19:43:14 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2524 del 6 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Luciano Bonfrate: I cadaveri recuperati in mare
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. Alcuni testi del mese di agosto 2016 (parte seconda)
4. Una lettera al Sindaco di Viterbo
5. Guerra, razzismo, femminicidio
6. Oggi a Viterbo nel ricordo dei martiri della Resistenza
7. Il colpo, la dittatura, l'orrore
8. Hanno ancora sete di sangue
9. Commemorate oggi a Viterbo le vittime del bombardamento atomico di Hiroshima
10. Si e' conclusa la "settimana contro il razzismo" a Viterbo
11. Uccidere e' uccidere
12. Il ragazzo
13. L'unico esito dei bombardamenti americani
14. La regola delle regole
15. Cominciamo
16. Segnalazioni librarie
17. La "Carta" del Movimento Nonviolento
18. Per saperne di piu'
1. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: I CADAVERI RECUPERATI IN MARE
"Dalla zattera della Medusa uno straccio rosso sventolava
ancora in piedi un superstite, da lungi
lo vedemmo e sentimmo che cantava
un canto che chiamava all'ideale
dell'internazionale futura umanita'"
(Roderigo Uscheri, Memorie dell'anno 1816)
I cadaveri recuperati in mare
ci parlano delle nostre guerre
delle nostre armi, dei nostri affari
che ancora tengono in schiavitu'
popoli interi, persone innumerevoli.
I cadaveri recuperati in mare
ci parlano della nostra rapina delle loro risorse
del nostro razzismo, del nostro regime
di apartheid planetario.
I cadaveri recuperati in mare
ci parlano dell'ora presente dell'umanita'
di come il potere imperiale col suo raffio
tutti ci tragga all'abisso.
I cadaveri recuperati in mare
ci chiamano alla lotta
per la comune liberazione
per la salvezza di tutte le vite.
Alla scuola del dolore abbiamo appreso
che il primo dovere e' salvare le vite.
Alla scuola del pianto abbiamo pianto
e quelle lacrime piantato come semi
perche' ne nasca la solidarieta'
che unisca e liberi l'umanita' intera.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abbattere finalmente il fascismo.
E' in cammino la nonviolenza.
Costruire finalmente la societa' della condivisione
del pane dell'amore della liberta'.
E' in cammino la nonviolenza.
Unitevi oppresse ed oppressi di tutti i paesi
solo le catene avete da perdere
ed un mondo da guadagnare.
E' in cammino la nonviolenza.
2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2016 (PARTE SECONDA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2016.
4. UNA LETTERA AL SINDACO DI VITERBO
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
alle assessore ed agli assessori del Comune di Viterbo
alle consigliere ed ai consiglieri del Comune di Viterbo
Oggetto: nuovo invio di tre proposte gia' a suo tempo formulate
Egregio Sindaco,
le scrivo per proporle ancora una volta tre iniziative su due delle quali due anni fa lei stesso gia' espresse il suo consentimento.
La prima: che il Comune attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa.
La seconda: che il Comune istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune".
La terza: che il Comune istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".
*
Sono tre proposte, gia' adottate da diversi anni (in alcuni casi da decenni) da numerosissimi Comuni in tutta Italia, il cui fine primario e' impegnare l'ente locale a riconoscere l'esistenza delle numerose famiglie di persone non native del luogo ma che della nostra comunita' hanno deciso di far parte venendo a vivere con noi recandoci il dono prezioso della loro presenza, dei loro saperi e dei loro talenti, ed esprimere quindi a queste famiglie e persone la vicinanza e la gratitudine del Comune e della comunita' locale tutta, non solo per dovere morale e civile di umana solidarieta' e democratica convivenza ma per persuasa empatia e sincero affetto, massime laddove si tratti di persone e famiglie che le guerre e le sofferenze hanno costretto ad abbandonare i loro paesi - e cui la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico - la Costituzione della Repubblica Italiana - riconosce e garantisce il diritto d'asilo nel nostro paese.
Ma naturalmente sono anche tre proposte di provvedimenti amministrativi che oltre ad avere un valore intrinseco ed effettuale in termini di democrazia e civilta', esprimono anche in forme adeguate, concrete e coerenti, un appello al Parlamento per leggi che finalmente prendano atto della realta' attuale e riconoscano i pieni diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono nel nostro paese, ovvero affinche' anche in Italia viga erga omnes il primo principio democratico, "una persona, un voto", che ad ogni persona presente in una comunita' riconosce il diritto a partecipare alle decisioni che riguardano tutti, nella condivisione dei comuni doveri
*
Egregio Sindaco,
Avevo sperato due anni fa che queste proposte, o almeno le prime due, fossero condivise toto corde dagli amministratori comunali o almeno dalla generalita' delle rappresentanze della societa' civile; e l'avvio dell'iter per l'istituzione della Consulta degli immigrati con ampio consenso del Consiglio Comunale, cosi' come la condivisione unanime della proposta della cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini da parte di tutte le associazioni presenti nell'allora "Tavolo per la pace" dal Comune promosso, inducevano a credere che si potessero realizzare queste ragionevoli proposte (e forse sara' non inutile ricordare che per quanto riguarda la proposta dei consiglieri stranieri aggiunti ci fu un impegno per la loro istituzione gia' vent'anni fa presso il Consiglio Provinciale di Viterbo).
Nell'incontro che avemmo il 23 luglio 2014, e che certo anche lei ricordera', lei stesso e gli altri amministratori comunali presenti esprimeste una significativa consonanza ed un esplicito consenso alle proposte avanzate allora dal "Tavolo per la pace" che in questa lettera sono riprese. A due anni da quell'incontro con questa lettera vorrei sollecitare ancora una volta che finalmente quelle proposte giungano alla discussione ed al voto del Consiglio comunale.
Allego in calce le tre proposte di deliberazione, restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento (e segnalando che per quanto concerne la Consulta il "Tavolo per la pace" istituito dal Comune di Viterbo a suo tempo - oltre un anno fa - ha formulato una dettagliata proposta di regolamento).
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 3 agosto 2016
*
Oggetto: proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa
Signor Sindaco,
signor Presidente del Consiglio comunale,
vi inviamo la seguente proposta di delibera.
Il Consiglio Comunale di Viterbo
- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;
- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;
- affermato che la citta' di Viterbo vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;
- riconosciuto che della comunita' di Viterbo fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;
- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;
- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;
- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;
- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;
- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;
- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;
- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);
- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;
- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;
- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;
- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;
- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;
- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione di Viterbo e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:
delibera di
1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:
a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;
b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;
c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).
2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
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Oggetto: Istituzione della Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune
Signor Sindaco,
signor Presidente del Consiglio comunale,
vi inviamo la seguente proposta di delibera.
Il Consiglio Comunale di Viterbo,
premesso che il Comune di Viterbo riconosce l'importanza della partecipazione della popolazione ai processi decisionali attraverso cui l'ente locale assume gli atti di sua competenza relativi all'amministrazione della citta';
considerato che della comunita' cittadina di Viterbo fanno parte a pieno titolo le persone immigrate da altri paesi e regolarmente residenti ovvero domiciliate nel territorio comunale ma che non hanno la cittadinanza italiana;
riaffermato l'impegno a promuovere il dialogo e il confronto democratico fra la popolazione tutta e l'amministrazione comunale valorizzando anche il ruolo delle associazioni quali componenti essenziali del processo di coinvolgimento della popolazione nei procedimenti decisionali;
ritenuto doveroso promuovere interventi adeguati al fine di garantire la partecipazione popolare all'attivita' amministrativa e alla vita pubblica nel suo complesso;
delibera
di istituire la Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune.
Essa sara' regolamentata secondo le modalita' previste ai sensi e per gli effetti del regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali tenuto conto delle ovvie specificita'.
*
Oggetto: proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
Signor Sindaco,
signor Presidente del Consiglio comunale,
nel territorio del Comune di Viterbo vivono e lavorano persone straniere che contribuiscono con la loro presenza, il loro lavoro ed i loro tributi al bene comune della citta'; ma queste persone non avendo la cittadinanza italiana non vedono riconosciuto il loro diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche che tutte le persone riguardano;
mentre prosegue la pluridecennale iniziativa affinche' il Parlamento italiano finalmente renda effettivo il fondamentale diritto democratico "una persona, un voto" con una legge ordinaria che riconosca l'elettorato attivo e passivo agli oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia perlomeno per quanto riguarda le elezioni amministrative comunali e regionali (per le elezioni politiche occorrerebbe verosimilmente una modifica costituzionale), in vari Comuni d'Italia gia' da alcuni decenni e' stata istituita la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", proprio per consentire a rappresentanti dei residenti stranieri - eletti dagli stessi stranieri residenti nel territorio comunale - di partecipare ai lavori dei consigli comunali e delle commissioni consiliari con pieno diritto di parola, quand'anche senza diritto di voto deliberativo.
Si propone pertanto che il Comune di Viterbo istituisca la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", prendendo a modello una o piu' delle deliberazioni a tal fine assunte gia' da molti anni da vari Comuni d'Italia.
5. GUERRA, RAZZISMO, FEMMINICIDIO
Un cumulo di orrori.
Si resta senza respiro.
*
Gli stragisti americani riprendono a bombardare anche la Libia dopo aver provocato (loro e i loro complici, tra cui anche l'Italia) la catastrofe di quel paese con l'abominevole guerra del 2011 ed aver consentito cosi' ai terroristi dell'Isis e ad un pullulare di altre sanguinarie milizie di sbranare la Libia ed imporvi l'inaudita ferocia della loro dominazione. I bombardamenti sono atti di terrorismo assassino che altro terrorismo assassino dissemina e alimenta.
*
Il Mediterraneo si va colmando di cadaveri per responsabilita' dei governi europei che negano alla stragrande maggioranza dell'umanita' il diritto di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro e cosi' condannano a morte innumerevoli esseri umani innocenti. Se i governi europei riconoscessero finalmente il diritto di ogni persona alla vita, cesserebbe immediatamente l'ecatombe nel Mediterraneo, sarebbero annientate le mafie dei trafficanti e degli schiavisti, innumerevoli vite umane sarebbero salvate: e' sufficiente riconoscere ad ogni persona il diritto di venire in questo continente in modo legale e sicuro. Vi e' una sola umanita' in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
*
E in Italia non passa giorno senza avere notizia di uomini che torturano e uccidono donne nei modi piu' atroci. La violenza maschilista e' davvero la prima radice e il primo modello di tutte le violenze; contrastare e sconfiggere la violenza maschilista e' il primo compito di ogni persona, il primo bisogno dell'umanita'.
*
La guerra, il razzismo, il maschilismo. Che uccidono, e uccidono, e uccidono. Uccidono gli esseri umani. Gli esseri umani indifesi e innocenti.
A questo orrore occorre opporre l'azione di ogni persona di volonta' buona per fermare le stragi, per salvare le vite, per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
A questo orrore occorre opporre l'azione di ogni persona di volonta' buona per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
A questo orrore occorre opporre l'azione di ogni persona di volonta' buona per contrastare le guerre e tutte le uccisioni, per contrastare il razzismo e tutte le persecuzioni, per contrastare il maschilismo e tutte le oppressioni.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
6. OGGI A VITERBO NEL RICORDO DEI MARTIRI DELLA RESISTENZA
La mattina di giovedi' 4 agosto 2016 una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' recata e soffermata in meditazione dinanzi alla lapide che in piazza del Sacrario ricorda i resistenti viterbesi caduti nella lotta contro il nazifascismo.
*
Dopo la lettura di tutti i nomi della lapide ed un minuto di silenzio, sono stati letti alcuni testi di Primo Levi, di Piero Calamandrei, di Eve Ensler e di Vandana Shiva.
Successivamente il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha messo in rilievo come la Resistenza non sia un mero episodio storico appartenente a un passato ormai archiviato, ma illumini e impegni ogni successiva generazione a proseguire la lotta contro l'orrore assoluto del nazifascismo, a proseguire la lotta in difesa dell'umanita' intera contro tutti i poteri totalitari e genocidi.
I martiri della Resistenza ci convocano a proseguirne l'impegno morale e civile; a realizzare quella societa' di persone libere, eguali in diritti, fraterne e sororali che ogni essere umano riconosca e includa, quella universale societa' democratica per la cui esistenza le loro stesse vite i resistenti furono pronti a donare, per il bene comune dell'umanita' presente e futura.
Ancor oggi noi assistiamo ad orrori in cui riconosciamo i tratti della barbarie nazifascista: in primo luogo le guerre imperiali e neocoloniali nel Vicino e nel Medio Oriente, il cui esito sono innumerevoli morti, milioni di persone costrette a una disperata fuga, e la crescita esponenziale di regimi dittatoriali e organizzazioni terroriste che sulla scala dei loro mezzi cercano di riprodurre la violenza onnicida delle armate imperiali estendendola su scala planetaria; in primo luogo il razzismo dei governi europei che sta provocando l'ecatombe nel Mediterraneo (e basterebbe che i governi europei finalmente riconoscessero il diritto di ogni essere umano a muoversi e giungere ovunque con mezzi di trasporto legali e sicuri e questo atroce massacro cesserebbe immediatamente, e la mafia dei trafficanti e degli schiavisti sarebbe d'un colpo annientata); in primo luogo il femminicidio che infuria nel nostro stesso paese con quotidiane uccisioni in cui il sadismo raggiunge indicibili abissi di orrore.
A questi orrori occorre opporsi con la stessa determinazione con cui le antifasciste e gli antifascisti si opposero ai crimini infami e mostruosi di Mussolini ed Hitler, ed avendo oggi il vantaggio - almeno noi indigeni italiani - di non dover correre gli stessi rischi di chi si espose alla morte tra il '43 e il '45 per difendere l'umanita' intera dal male assoluto; noi oggi infatti godiamo costi' dei plurimi ed estesi diritti che proprio quella eroica lotta di liberazione dal nazifascismo ci ha procurato, ed in primo luogo la fortuna grande di vivere in uno stato di diritto, con una Costituzione repubblicana che riconosce i diritti umani, una Costituzione che dobbiamo difendere da ogni folle e scellerato stravolgimento poiche' essa e' presidio di tutte le nostre liberta'. Quindi a maggior ragione abbiamo il dovere di lottare, con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della democrazia, con la scelta della nonviolenza, per difendere il diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ed in particolare quest'oggi, ed in questa settimana d'azione contro il razzismo, vogliamo riaffermare una volta ancora il nostro persuaso porre noi stessi all'ascolto e alla scuola di tutti i resistenti che si opposero e si oppongono alla disumanita', alla scuola e all'ascolto di tutte le vittime che i poteri disumani uccisero e uccidono, alla scuola e all'ascolto di tutti quegli esseri umani che nel corso della storia si sono opposti al male e alla morte ed hanno consentito cosi' alla civilta' umana di progredire, all'umana famiglia di non estinguersi, e ad ognuno di noi hanno donato una memoria comune - la cultura umana, un'etica condivisa - e beni d'ogni sorta ed innumerevoli, e in somma delle somme la possibilita' di una vita degna: per la gratitudine che dobbiamo a quanti hanno operato per il bene comune, per la compassione che proviamo per quanti soffrirono e soffrono, per l'empatia e la responsabilita' che ogni essere umano unisce a tutti gli altri esseri umani passati, presenti e venturi, hic et nunc si voglia e si sappia noi agire contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Difendere tutti i diritti di tutti gli esseri umani.
Difendere quest'unico mondo vivente, valore intrinseco e casa comune dell'umanita'.
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In questi giorni la struttura nonviolenta viterbese e' particolarmente impegnata in un'iniziativa di coscientizzazione e testimonianza contro il razzismo e le persecuzioni, iniziativa che ha come elemento centrale la proposta al Parlamento ed ai Comuni di deliberare provvedimenti legislativi ed amministrativi che rendano effettivo quanto gia' stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana ed attraverso un piano costruttivo di intervento istituzionale inverino fondamentali diritti umani.
In particolare al Parlamento si richiede di legiferare per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e riconoscendo il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Ed in attesa degli adeguati ed effettualmente improcrastinabili interventi legislativi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni persona, fin d'ora ai Comuni che non lo abbiano gia' fatto si richiede: 1. che attribuiscano la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli); 2. che istituiscano la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune"; 3. che istituiscano la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".
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L'iniziativa odierna e' stata parte della "settimana d'azione contro il razzismo" promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, settimana iniziata con un incontro a Vetralla sabato 30 luglio, proseguita con iniziative quotidiane, e che si concludera' venerdi' 5 agosto.
7. IL COLPO, LA DITTATURA, L'ORRORE
In Turchia il golpe tentato e quello riuscito. Visibile a tutti e che tutti dobbiamo contrastare.
Ma mi chiedo se in questi anni non vi sia stato un golpe planetario che riguarda anche noi e di cui fatichiamo ad avvederci.
*
Ad esempio: l'ecatombe dei migranti nel Mediterraneo. Che tutti sappiamo essere responsabilita' dei governi europei, come tutti sappiamo che basterebbe riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi con mezzi di trasporto legali e sicuri e quella strage finirebbe di colpo, e di colpo sarebbero annientate le mafie dei trafficanti e degli schiavisti. Tutti sappiamo, a nostra vergogna.
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Ad esempio: le guerre della coalizione euroamericana di cui la Nato e' punta di lancia e di cui Al-Qaida e l'Isis sono uno degli esiti. La Nato che gettata la maschera di "alleanza difensiva" con la quale pretendeva presentarsi ai tempi della guerra fredda, dagli anni Novanta non nasconde di essere il braccio armato, la macchina da stragi, del capitale globalizzato, del potere imperiale americano, del "nuovo ordine mondiale" neocoloniale e neoschiavistico. Al-Qaida, Isis e altre organizzazioni terroristiche fasciste che al livello loro accessibile riproducono la violenza e l'orrore e l'indracarsi che hanno appreso dai loro maestri e donni del terrorismo imperiale, del militarismo totalitario, della planetaria dittatura degli assassini. E da orrore nuovo orrore si genera, in una spirale che sta inabissando l'umanita'. Siamo nel gorgo della "terza guerra mondiale a pezzi", come la definisce uno dei pochi che ha voce pubblica e che dice cio' che occorre dire. E in questa "guerra mondiale a pezzi" il nostro paese c'e' dentro fino al collo per colpa - gravvissima colpa - di governi e parlamenti fedifraghi che hanno fatto strame dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana. Tutti sappiamo, a nostra vergogna.
*
Cosa occorre fare? E' evidente.
Opporci con tutte le nostre forze alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; difendere la biosfera casa comune dell'umanita'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
8. HANNO ANCORA SETE DI SANGUE
Cosi' riprendono i bombardamenti anche in Libia.
9. COMMEMORATE OGGI A VITERBO LE VITTIME DEL BOMBARDAMENTO ATOMICO DI HIROSHIMA
Ricorrendo l'anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima, la mattina del 6 agosto 2016 a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha tenuto, come ogni anno, un discorso commemorativo delle vittime di quell'evento funesto che ha aperto quella che Guenther Anders ha chiamato "l'eta' atomica", ovvero l'epoca in cui l'intera umanita' puo' essere distrutta.
Muovendo dalla lettura di una poesia di Primo Levi, "La bambina di Pompei", il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta invitato a porsi all'ascolto delle vittime, di tutte le vittime, e a disporsi all'impegno contro tutte le uccisioni.
Ogni persona di retto intendimento e di volonta' buona si impegni dunque ad opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; si impegni a riconoscere e difendere il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; si impegni in difesa della biosfera unica casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
10. SI E' CONCLUSA LA "SETTIMANA CONTRO IL RAZZISMO" A VITERBO
Si e' conclusa a Viterbo la "settimana d'azione contro il razzismo" promossa dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".
Tra il 30 luglio e il 6 agosto si sono svolte otto iniziative, di cui quattro manifestazioni pubbliche in piazza e quattro incontri di studio e di testimonianza.
Agli incontri hanno preso parte alcune delle persone da sempre impegnate nell'Alto Lazio contro il razzismo, in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani.
*
Elemento centrale della settimana e' stata la presentazione e diffusione della proposta al Parlamento ed ai Comuni di deliberare provvedimenti legislativi ed amministrativi che rendano effettivo quanto gia' stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana ed attraverso un piano costruttivo di intervento istituzionale inverino fondamentali diritti umani.
In particolare al Parlamento si richiede di legiferare per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e riconoscendo il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Ed in attesa degli adeguati ed effettualmente improcrastinabili interventi legislativi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni persona, fin d'ora ai Comuni che non lo abbiano gia' fatto si richiede: 1. che attribuiscano la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli); 2. che istituiscano la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune"; 3. che istituiscano la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".
*
Valutando le iniziative svolte nel corso della settimana il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha innanzitutto ribadito che proprio mentre a Viterbo e nell'Alto Lazio organizzazioni razziste e neofasciste stavano tentando di fomentare atteggiamenti di odio ed atti persecutori nei confronti di persone del tutto innocenti qui giunte in fuga dalla fame e dalle guerre, era doveroso e necessario contrastare quella propaganda infame e quelle azioni scellerate ripristinando la verita' effettuale ed il morale e civile sentire ed agire, richiamando ogni persona di volonta' buona - cosi' come ogni associazione ed istituzione democratica - ad impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Aver affermato esplicitamente che e' possibile e quindi doveroso far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia e' servito a chiarire a molti cittadini incontrati nel corso delle iniziative svolte in questi giorni di cosa stiamo realmente parlando: di far cessare una immane strage in corso, di far cessare crimini abominevoli, di salvare delle vite umane. E' possibile annientare le mafie dei trafficanti e degli schiavisti, e' possibile salvare tutte le vite oggi spezzate nel Mediterraneo e non solo, semplicemente legiferando il riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere nel nostro paese con mezzi di trasporto legali e sicuri. E' possibile contrastare razzismo e schiavismo, contrastare i poteri criminali che agiscono in Italia, innanzitutto riconoscendo il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese, facendo cessare lo scandaloso regime di apartheid imposto a tante persone del tutto innocenti vittime delle mafie, del caporalato, di imprenditori senza scrupoli, di politicanti neonazisti.
Abbiamo evidenziato nel corso di questa settimana le forti, concrete, coerenti ragioni della solidarieta': proprio perche' ogni essere umano e' esposto alla sofferenza e alla morte ogni essere umano ha diritto all'aiuto altrui e ha il dovere di aiutare gli altri; proprio perche' sono ordinate a garantire la vita, la sicurezza e il benessere delle persone che vivono nel territorio su cui hanno giurisdizione, e' compito delle istituzioni riconoscere, difendere, sostenere e inverare i diritti umani di tutti gli esseri umani in quel territorio presenti; proprio perche' vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, nessun essere umano deve essere abbandonato al dolore e alla morte, ma tutti devono essere soccorsi, confortati, protetti - l'omissione di soccorso essendo un crimine.
Le centinaia di persone raggiunte nel corso della settimana parlando con esse a tu per tu in una interlocuzione attenta ed approfondita, non paternalistica e non ipocrita, non elusiva e non frettolosa, hanno nella stragrande maggioranza condiviso i nitidi ragionamenti esposti e concordato sul comune dovere di contrastare il razzismo e di aiutare persone del tutto innocenti che spesso hanno subito violenze inaudite e corso pericoli estremi per salvare la vita propria e dei propri cari, persone che hanno bisogno di essere aiutate, persone che hanno diritto ad essere aiutate.
In questa settimana la Viterbo civile si e' opposta alla barbarie e al menefreghismo, ed ha riaffermato la civile convivenza, la coscienza morale, l'umanita' come realta' e valore che s'invera nell'azione solidale.
Mentre la partecipazione dei cittadini alle iniziative e' stata significativa - ha concluso Peppe Sini -, la disattenzione, per non dir peggio, delle istituzioni locali e' stata ancora una volta assai grave: gli enti locali cui sono state inviate precise proposte d'impegno hanno fin qui preferito sostanzialmente ignorarle (nonostante che su alcune di queste proposte in passato finanche i piu' autorevoli rappresentanti di quegli enti avessero dichiarato pubblicamente il loro vivo consenso ed il loro persuaso impegno), e purtroppo anche non piccola parte dell'associazionismo democratico che in passato aveva condiviso le medesime proposte si e' rivelata (e non solo in questi giorni) del tutto distratta, forse nell'illusione che sia possibile coltivare irresponsabilmente il proprio "particulare" mentre dinanzi ai tuoi occhi divampa la propaganda razzista, mentre si verificano gravi fatti criminali (come gli atti di vandalismo da parte di ignoti criminali razzisti che in un paese della provincia hanno devastato una struttura abitativa che doveva ospitare dei rifugiati), mentre occorre difendere i piu' elementari diritti di persone innocenti perseguitate da brutali e fin efferati criminali.
*
Naturalmente l'impegno antirazzista e in difesa dei diritti umani deve proseguire, a Viterbo come ovunque. La struttura nonviolenta viterbese auspica che i pubblici amministratori locali cosi' come i membri del Parlamento aprano finalmente gli occhi e si decidano ad impegnarsi energicamente per realizzare quanto la Costituzione gia' indica come dovere comune, come fondamento del nostro ordinamento giuridico: rispetto e promozione dei diritti di tutti gli esseri umani; soccorrere, accogliere ed assistere le persone bisognose di aiuto; opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni; riconoscimento del diritto a partecipare pienamente in condizioni di liberta' ed eguaglianza alla vita sociale e politica per tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni persona decente, ogni associazione civile, ogni istituzione democratica si impegni contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
11. UCCIDERE E' UCCIDERE
La decisione statunitense di riprendere a bombardare anche la Libia non solo non mettera' fine all'orrore ma lo intensifichera' ed estendera'.
Tutti lo sanno.
Ancora innumerevoli innocenti moriranno.
Ancora innumerevoli innocenti subiranno schiavitu' e sevizie.
Ancora innumerevoli innocenti saranno costretti a una disperata fuga.
Ancora i poteri criminali piu' spietati prevarranno.
Uccidere e' uccidere.
La guerra e' il piu' mostruoso dei crimini.
Solo la pace salva le vite.
Solo la pace ripristina la legalita' e la civile convivenza.
Solo la pace consente la democrazia e il rispetto dei diritti umani.
Occorre cessare di uccidere.
Occorre opporsi al terrorismo globale della politica imperiale, coloniale e razzista degli Usa, dei loro alleati, della loro progenie e dei loro emuli.
Occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
12. IL RAGAZZO
Il ragazzo che scrive in chat "ci vediamo
in Paradiso" e se ne va solo e triste
a uccidere altri e se stesso.
Il ragazzo sul tetto che grida
alla persona che lo insulta da un terrazzo
"sono tedesco" ed ha appena compiuto
una strage e sara' presto ucciso.
Il ragazzo col machete o col mitra.
Quello che sale sul tir
quello col trolley, con la cintura
che scoppia e dilania per prime le sue carni
col coltello del pane senza pane
e quello che nella stanza silente
guarda il monitor e preme
il bottone e il drone fulmina
quei lillipuziani senza voce
e dice "Oh si'!" e poi si mette il collirio
e quello che ammazza la moglie, la figlia, la fidanzata, la donna
che l'ha piantato e se non ha piantato lui avra' piantato
qualcun altro ed e' una bagascia e deve comunque
morire.
Il pilota di Hiroshima.
Il giovane hitleriano.
Il guardiano del gulag e del lager.
Il grande pastore con un occhio solo.
L'uomo bianco col suo fardello colmo di cosa
che sgocciola rosso.
E quell'ultimo soffio di voce: l'orrore, l'orrore.
Questa teoria di cadaveri, questa
danza macabra ordita
da attici refrigerati
dalle limousine da cui si ordina
champagne e sterminio con lo stesso sorriso.
O da sordidi sottoscala
dalla radio, dal telefono ordinando
la grande disinfestazione
l'olocausto per il bene della causa
tutta in lettere maiuscole, sfavillanti.
E gli infiniti brulicanti recinti
di noi bestie da soma e da tiro
di noi popolo dell'abisso
tratto al macello semiaddormentato
gia' rotto nelle ossa e nei sogni
sull'orlo del lustro tritacarne.
Geschichte und Klassenbewusstsein.
Scorpioni e frustate per dieta, per legge. Il dito
del ricco puntato sul petto del povero
che col solo crescere dell'unghia gli squarcia
il cuore. Le miti notti
dei bombardamenti che in televisione
sembrano un gioco e una festa
lo spettacolo desolato
dei resecatori di gole che recano
le vittime all'orco. Gli dei
hanno sete. Tu
tu ferma tutto questo.
Tu agisci affinche' siano salve
tutte le vite. Tu
organizza la resistenza alle uccisioni
organizza delle oppresse e degli oppressi
la lotta comune per la comune
salvezza dell'umanita'.
Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas.
13. L'UNICO ESITO DEI BOMBARDAMENTI AMERICANI
L'unico esito dei bombardamenti americani in Libia saranno nuove stragi.
Solo la pace salva le vite, la guerra e' sempre un crimine contro l'umanita'.
Una strage e' sempre e solo una strage, chiunque la commetta, con qualunque ideologia pretenda ammantarla.
Chi uccide e' sempre e solo un assassino.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
14. LA REGOLA DELLE REGOLE
Non uccidere.
Salva le vite.
Tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu.
15. COMINCIAMO
Cominciamo con lo smettere di uccidere.
Cominciamo abolendo le guerre.
Cominciamo abolendo gli eserciti.
Cominciamo abolendo le armi.
*
Cominciamo col salvare le vite.
Cominciamo col soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
*
Cominciamo prima che sia troppo tardi.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
16. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Claus Offe, Lo stato nel capitalismo maturo, Etas Libri, Milano 1977, 1979, pp. VIII + 244.
*
Riedizioni
- Piero Jahier, Con me e con gli alpini, Rcs, Milano 2016, pp. 144, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
18. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2524 del 6 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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