[Nonviolenza] Telegrammi. 2512
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- Date: Mon, 24 Oct 2016 21:29:23 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2512 del 25 ottobre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Approssimandosi la XV giornata del dialogo cristiano-islamico
2. Alcuni testi del mese di aprile 2014 (parte seconda)
3. Verso il 25 aprile: con Rosa Luxemburg, Simone Weil, Hannah Arendt
4. Al Presidente del Consiglio dei Ministri per l'immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
5. Una conversazione su Herman Melville
6. Un incontro sulla figura e l'opera di Leone Ginzburg
7. Edith Stein, Etty Hillesum, Anne Frank: testimoni della Shoah
8. Alla Ministra della Salute per l'immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
9. Breve una lettera ad alcuni amici (a sostegno dell'iniziativa del 25 aprile a Verona)
10. Iqbal Masih, nell'anniversario della morte
11. All'ascolto di Milena Jesenska', Margarete Buber-Neumann, Germaine Tillion. Verso il 25 aprile
12. "Pensare l'antifascismo e la nonviolenza con Luce Fabbri, Laura Conti, Franca Ongaro Basaglia"
13. Al Ministro della Giustizia per l'immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. APPROSSIMANDOSI LA XV GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO
Mentre la guerra divora innumerevoli esseri umani, mentre i poteri dominanti asserviti alla guerra nel loro delirio di potenza si adoperano a distruggere l'umanita' e la biosfera, mentre infelici vittime delle ideologie e delle strutture assassine si fanno carnefici e cooperano al male comune, vi sono fortunatamente altri esseri umani che pongono mano a fermare la guerra e le stragi, a salvare le vite, a soccorrere, accogliere, assistere le persone bisognose di aiuto.
Esseri umani che riconoscono l'umanita' di tutti gli esseri umani e di tutti gli esseri umani rispettano e difendono e sostengono la vita, la dignita', i diritti.
Esseri umani in dialogo e in cammino, che preferiscono soffrire anziche' far soffrire, che all'ingiustizia oppongono la misericordia e la condivisione, all'esclusione oppongono la convivenza, all'indifferenza oppongono la solidarieta', al dominio oppongono la comune liberazione e la reciproca responsabilita', alla violenza oppongono la nonviolenza.
Esseri umani persuasi che l'umanita' e' una e plurale; che la liberta' e' indivisibile, e nessuno vive libero finche' qualcuno e' oppresso e negato; che la giustizia e' nel riconoscimento del diritto altrui pari al proprio; che la verita' e' nell'azione buona.
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Si avvicina il 27 ottobre, giorno in cui si svolgera' la XV giornata del dialogo cristiano-islamico.
Di questa giornata, che muovendo dal dialogo tra due grandi religioni invita al dialogo tra tutte le religioni e tutte le visioni del mondo, sono promotrici molte persone di diverse opinioni, alcune che aderiscono a una religione ed altre no, ma tutte persuase del dovere di opporre il bene al male, di opporre la nonviolenza alla violenza, di agire per opporsi a tutte le uccisioni, di agire per salvare tutte le vite.
Ed e' bene che in questa giornata ovunque possibile si promuovano iniziative d'incontro, di pace, di nonviolenza; di riconoscimento, difesa e promozione della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; di difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita'.
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Vi e' una sola umanita', e nella pluralita' delle persone e quindi delle visioni del mondo tutte le meditate esperienze esistenziali come tutte le grandi tradizioni di pensiero convergono nel riconoscimento di alcune fondamentali verita': che ogni essere umano ha diritto alla vita; e quindi che uccidere e' un male assoluto; e quindi che rispettare, difendere, salvare le vite e' il primo dovere.
In questa giornata si uniscano tutte le persone di volonta' buona per riaffermare il primo diritto: il diritto alla vita; e il primo dovere: l'aiuto reciproco.
Contro la guerra e tutte le uccisioni.
Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
In difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
In difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2014 (PARTE SECONDA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2014.
3. VERSO IL 25 APRILE: CON ROSA LUXEMBURG, SIMONE WEIL, HANNAH ARENDT
Si e' svolto la mattina di domenica 13 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Verso il 25 aprile: pensare e praticare l'antifascismo e la nonviolenza oggi ricordando la riflessione e l'opera di Rosa Luxemburg, Simone Weil, Hannah Arendt".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dalle opere delle tre grandi pensatrici e militanti per la liberazione dell'umanita'.
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Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore, Milano 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977.
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Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stante la persecuzione antiebraica). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
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Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.
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Le persone partecipanti all'incontro, ribadendo l'impegno contro il totalitarismo e contro l'abbrutimento, contro la guerra e contro il razzismo, contro le uccisioni e contro le persecuzioni, contro il maschilismo e contro lo sfruttamento, contro la violenza sugli esseri viventi e contro la devastazione della biosfera, hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
4. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PER L'IMMEDIATA ABOLIZIONE DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti
5. UNA CONVERSAZIONE SU HERMAN MELVILLE
Si e' svolta nel pomeriggio di lunedi' 14 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una conversazione su Herman Melville.
Nel corso dell'incontro e' stata ripercorsa la vicenda biografica e l'intera opera letteraria del grande scrittore americano e sono state lette e commentate in particolare alcune pagine da Moby Dick, Benito Cereno, Bartleby lo scrivano e Billy Budd, come anche alcune illuminanti pagine critiche su Melville di Lewis Mumford, di C.L.R. James, di Cesare Pavese e di Beniamino Placido.
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Concludendo la conversazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato una volta di piu' come i capolavori di Melville costituiscano un possente appello alla solidarieta' umana, alla lotta per la dignita' e per la verita', all'impegno contro la menzogna e l'oppressione.
La durezza e la chiarezza con cui Melville smaschera, anatomizza ed affronta il male; il coraggio con cui denuncia le forme tutte dell'ingiustizia ed impavido descrive quanto vi e' di piu' doloroso, i soprusi piu' feroci, le sofferenze piu' lancinanti, le piu' intime contraddizioni, i piu' laceranti conflitti; ed insieme l'arte magnifica con cui riflette nelle opere sue il mondo grande e terribile, il suo vertiginoso mistero e la sua abbacinante bellezza, la tragedia del caos e della distruzione - di cui l'ordine sanguinario e totalitario dell'oppressione schiavista, classista, sessista, razzista, militarista, capitalista ed imperialista costituisce una delle espressioni piu' torbide e brutali - e l'insopprimibile esigenza di senso ed armonia, di riconoscimento e di pace, di fraternita' liberatrice e di riconciliazione tra umanita' e mondo; ebbene, tutto cio' fa dell'opera di Melville - di tutti i suoi libri, anche i meno celebrati - un'alta e ferma testimonianza per l'umanita'; un impareggiabile strumento di educazione alla liberta', all'uguaglianza, alla democrazia; un profondo richiamo alla consapevolezza ed alla comprensione; una ineludibile esortazione alla lotta nonviolenta contro ogni iniquita', contro ogni potere che sfrutta ed opprime ed assoggetta e mercifica ed annienta altrui, e contro ogni rassegnazione e vilta', contro ogni complicita' col male; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, e per il rispetto dell'intero mondo vivente.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
6. UN INCONTRO SULLA FIGURA E L'OPERA DI LEONE GINZBURG
Si e' svolto la sera di lunedi' 14 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Leone Ginzburg, il grande intellettuale e militante antifascista assassinato dai nazisti nel 1944.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Leone Ginzburg.
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Leone Ginzburg, eroe antifascista, nato a Odessa nel 1909 e trasferitosi ben presto a Torino, fu fin da giovanissimo punto di riferimento morale ed intellettuale per l'antifascismo attivo. Mori' a Roma nel carcere di Regina Coeli il 5 febbraio 1944 a seguito delle torture naziste. Dal sito dell'Anpi (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Nato a Odessa (Ucraina) il 4 aprile 1909, morto nel carcere di Regina Coeli a Roma il 5 febbraio 1944, letterato. Di famiglia ebrea di origine russa ma naturalizzato italiano, Leone aveva frequentato tra il 1914 e il 1919 le scuole elementari a Viareggio, localita' di vacanza dei Ginzburg. I primi anni delle secondarie li aveva pero' seguiti in una scuola russa di Berlino, dove la famiglia si era trasferita, per continuare poi al liceo "d'Azeglio", quando i Ginzburg si stabilirono a Torino. Leone frequenta ancora il liceo quando comincia a scrivere lunghi racconti, traduce da Gogol Taras Bul'ba, scrive un saggio su Anna Karenina. Non sorprende, quindi, che dopo essersi iscritto alla facolta' di Legge, l'abbia abbandonata l'anno dopo per Lettere. Non sorprende nemmeno se le frequentazioni con Norberto Bobbio, Augusto Monti e altri intellettuali torinesi (a Parigi, dove si era recato per completare la tesi di laurea, aveva anche avuto modo di incontrare Croce, Carlo Rosselli, Salvemini), hanno in qualche modo influenzato i suoi orientamenti politici. E' cosi' che Leone Ginzburg, che dopo la laurea in lettere moderne aveva subito ottenuto la libera docenza e che con Giulio Einaudi aveva appena costituito l'omonima casa editrice, viene estromesso dall'Universita': l'8 gennaio del 1934, infatti, rifiuta di prestare giuramento di fedelta' al regime fascista. Non solo: intensifica l'attivita' clandestina nel movimento di Giustizia e Liberta' e poche settimane dopo viene arrestato con Carlo Levi, Augusto Monti ed altri. Il Tribunale speciale condanna Ginzburg a quattro anni di reclusione. Un'amnistia gliene risparmia due, e lui esce dal carcere di Civitavecchia il 13 marzo del 1936. Come sorvegliato speciale non puo' svolgere attivita' pubblicistica, cosi' svolge, con Cesare Pavese, un intenso lavoro alla Einaudi. Si sposa nel '38 e lo stesso anno, a causa delle leggi razziali, perde la cittadinanza italiana. Quando, nel 1940 l'Italia entra nel conflitto Ginzburg e' arrestato e confinato, come "internato civile di guerra" in Abruzzo, a Pizzoli. Con la caduta del fascismo il giovane intellettuale ritorna a Roma ed e' tra gli organizzatori del Partito d'Azione e poi delle formazioni partigiane di Giustizia e Liberta'. Lavora alla sede romana dell'Einaudi e, durante l'occupazione, adotta il nome di copertura di Leonida Gianturco. Dirige "Italia Libera", giornale del Partito d'Azione, sino a che viene sorpreso nella tipografia clandestina. E' il 20 novembre del 1943. A Regina Coeli i fascisti scoprono presto chi e' davvero Leonida Gianturco e il 9 dicembre Leone Ginzburg viene trasferito nel braccio controllato dai tedeschi. Interrogatori, torture, una mascella fratturata. Nel gennaio del 1944 il prigioniero e' trasferito, quasi incosciente, nell'infermeria del carcere. Un mese dopo, mentre i suoi compagni stanno organizzando un'improbabile evasione, Leone Ginzburg viene trovato morto". Opere di Leone Ginzburg: Scritti, Einaudi, Torino 1964, nuova edizione 2000. Opere su Leone Ginzburg: AA. VV. (a cura di Nicola Tranfaglia), L'itinerario di Leone Ginzburg, Bollati Boringhieri, Torino 1996.
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Ovviamente le persone partecipanti all'incontro hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona.
7. EDITH STEIN, ETTY HILLESUM, ANNE FRANK: TESTIMONI DELLA SHOAH
Si e' svolto nel pomeriggio di martedi' 15 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Edith Stein, Etty Hillesum, Anne Frank: testimoni della Shoah, punti di riferimento per una cultura e una prassi dell'antifascismo e della nonviolenza oggi".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dalle opere, dalle lettere e dai diari delle tre grandi testimoni dell'umanita' assassinate nei campi di sterminio nazisti.
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Edith Stein, filosofa tedesca, e' nata a Breslavia il 12 ottobre 1891 ed e' deceduta nel lager di Auschwitz il 9 agosto 1942. Di famiglia ebraica, assistente di Husserl, pensatrice tra le menti piu' brillanti della scuola fenomenologica, abbraccio' il cattolicesimo e nel 1933 entro' nella vita religiosa. I nazisti la deportarono ed assassinarono. Tra le opere di Edith Stein: le opere fondamentali sono Il problema dell'empatia, Franco Angeli (col titolo L'empatia) e Studium; Psicologia e scienze dello spirito, Citta' Nuova; Una ricerca sullo Stato, Citta' Nuova; La fenomenologia di Husserl e la filosofia di san Tommaso d'Aquino, Memorie Domenicane, poi in La ricerca della verita', Citta' Nuova; Introduzione alla filosofia, Citta' Nuova; Essere finito e Essere eterno, Citta' Nuova; Scientia crucis, Postulazione generale dei carmelitani scalzi. Cfr. anche la serie di conferenze raccolte in La donna, Citta' Nuova; e la raccolta di lettere La scelta di Dio, Citta' Nuova, Roma 1974, poi Mondadori, Milano 1997. Tra le opere su Edith Stein: per un sintetico profilo cfr. l'"invito alla lettura" di Angela Ales Bello, Edith Stein, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo 1999 (il volumetto contiene un breve profilo, un'antologia di testi, una utile bibliografia di riferimento). Lavori sul pensiero della Stein: Carla Bettinelli, Il pensiero di Edith Stein, Vita e Pensiero, Milano 1976; Luciana Vigone, Introduzione al pensiero filosofico di Edith Stein, Citta' Nuova, Roma 1991; Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero di Padova, 1998, 2003; Angela Ales Bello, Edith Stein. Patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000. Per la biografia: Edith Stein, Storia di una famiglia ebrea, Citta' Nuova, Roma 1994, 1999; Elio Costantini, Edith Stein. Profilo di una vita vissuta nella ricerca della verita', Libreria Editrice Vaticana, Citta' del Vaticano 1987, 1998; Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.
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Etty Hillesum e' nata a Middelburg il 15 gennaio 1914 e deceduta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004; Luciana Breggia, Parole con Etty, Claudiana, Torino 2011.
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Annelies Marie Frank nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte; emigro' con la famiglia in Olanda nel 1933. Dal 1942 al 1944 visse segregata nell'alloggio segreto per sfuggire ai nazisti. A seguito di una segnalazione spionistica tutti i rifugiati nell'alloggio furono arrestati; deportata ad Auschwitz, poi trasferita a Bergen Belsen, vi mori' nel marzo 1945, poche settimane dopo le truppe inglesi liberavano i sopravvissuti del campo. Opere di Anne Frank: il Diario (in italiano edito da Einaudi e negli Oscar Mondadori; ovviamente l'edizione di riferimento e' adesso la nuova edizione integrale, Einaudi, Torino 1993, 2003) fu trovato nell'alloggio segreto e consegnato dopo la guerra al padre, unico sopravvissuto della famiglia; fu pubblicato nel 1947. Cfr. anche i Racconti, Cappelli, 1966, poi Racconti dell'alloggio segreto, Einaudi, Torino 1983; l'edizione critica dei Diari, Einaudi, Torino 2002. Tra le opere su Anne Frank: Melissa Mueller, Anne Frank. Una biografia, Einaudi, Torino 2000; C. Ann Lee, Storia di Anne Frank, Rizzoli, Milano 1998; segnaliamo anche l'interessante lavoro di Willy Lindwer, Gli ultimi sette mesi di Anna Frank, Newton Compton, Roma 1989, 1995; e la testimonianza di Miep Gies, Si chiamava Anne Frank, Mondadori, Milano 1988.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro impegno contro il fascismo e contro la guerra, contro le uccisioni e contro le persecuzioni, contro il razzismo e contro la schiavitu', contro la devastazione e la distruzione del mondo vivente.
Hanno quindi espresso ancora una volta il loro impegno per l'immediata cessazione dell'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan ed alle altre illegali e criminali missioni militari all'estero che gia' hanno provocato uccisioni di esseri umani; per la smilitarizzazione e la sostituzione dell'apparato militare con i Corpi civili di pace e la Difesa popolare nonviolenta; per il disarmo e la riconversione dell'industria bellica a produzioni esclusivamente civili.
Hanno quindi altresi' espresso il loro impegno per l'immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste, persecutorie e assassine che governi disumani e golpisti hanno imposto in Italia; per abolire i campi di concentramento, per abolire le deportazioni, per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.
Hanno quindi infine espresso il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona, iniziativa il cui appello di convocazione si apre col motto: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
8. ALLA MINISTRA DELLA SALUTE PER L'IMMEDIATA ABOLIZIONE DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Alla Ministra della Salute
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Gentile Ministra della Salute,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti
9. BREVE UNA LETTERA AD ALCUNI AMICI (A SOSTEGNO DELL'INIZIATIVA DEL 25 APRILE A VERONA)
Il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo, presso l'arena di Verona si svolgera' un incontro nazionale di tutte le persone amiche della nonviolenza persuase del fatto che la guerra e' il suicidio dell'umanita', e quindi - come recita il motto di apertura dell'appello di convocazione - persuase che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza, e che la Liberazione oggi si chiama disarmo.
*
Sara' un incontro per commemorare degnamente tutte le vittime delle guerre e delle dittature, per riaffermare il valore della Resistenza, della Liberazione dal nazifascismo, e - aggiungo - della Costituzione della Repubblica Italiana (che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto, delle nostre liberta' la prima difesa, e del nostro ordinamento giuridico democratico il fondamento).
Un incontro per opporsi alle guerre e alle uccisioni, per salvare le vite, per proporre due indispensabili scelte: il disarmo, la nonviolenza.
*
Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica a mio modesto avviso un impegno immediato al fine di:
- far cessare immediatamente l'illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana e le altre "missioni" militari fuori del territorio italiano;
- cessare di sperperare i pubblici denari per l'acquisto di armi, cominciando naturalmente con l'immediata definitiva rinuncia alla criminale e insensata realizzazione e al criminale e insensato acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35;
- vietare la presenza in Italia di bombe atomiche;
- rinegoziare le alleanze internazionali, ed in primo luogo adoperarsi per lo scioglimento della Nato e chiedere che siano messi sotto processo i suoi responsabili per gli illegittimi e criminali interventi militari svolti negli scorsi anni in palese conflitto con i principi del diritto internazionale, con la Carta delle Nazioni Unite, con le Costituzioni di almeno alcuni degli stati membri (l'Italia, ad esempio), e - last but not least - con i suoi stessi originari fini cosi' come esplicitamente statuiti e dichiarati.
Ed implica altresi' un impegno immediato al fine di far cessare la persecuzione razzista dei migranti; un impegno immediato per l'immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste, persecutorie e assassine che governi disumani e golpisti hanno imposto in Italia in questi ultimi decenni; e quindi in primo luogo un impegno immediato per abolire i campi di concentramento, per abolire le deportazioni, per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; un impegno immediato per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.
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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica inoltre a mio modesto avviso un'azione continua e progressiva al fine di:
- cessare di produrre, commerciare, usare (ed addestrare persone ad usare) le armi; e riconvertire a produzioni esclusivamente civili, di pace e di utilita' sociale le industrie belliche ed armiere;
- abolire l'apparato militare sostituendolo con la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace;
- recuperare ed utilizzare a fini civili, di pace e di utilita' sociale le attuali strutture logistiche militari;
- sciogliere le alleanze militari internazionali e sostituirle con forme nonviolente di cooperazione internazionale e di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
- praticare politiche nonviolente di pace e di giustizia su scala planetaria, essendovi una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, una sola umanita' composta di esseri umani tutti diversi e tutti eguali in diritti, tutti parimenti titolari del diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Poiche' negli scorsi anni in nome di ipocriti appelli ad una unita' che di fatto si rivelava subalternita' a poteri, pratiche e logiche di violenza molti si sono lasciati indurre a diventare ad un tempo complici sia di politicanti immorali (pretesamente pacifisti quando si trovano all'opposizione ed effettualmente guerrafondai quando si trovano al governo), sia di squadristi e mandanti che sul sangue fatto versare agli altri hanno costruito le loro carriere, mi e' sembrato opportuno scrivere queste parole e proporle alla riflessione.
Ed ugualmente opportuno mi sembra concludere questa lettera citando integralmente la carta programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, carta programmatica che ancora mi persuade: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".
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La Resistenza continua nella nonviolenza.
La Costituzione repubblicana s'invera nella nonviolenza.
La liberazione dell'umanita' richiede il disarmo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
10. IQBAL MASIH, NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Ricorre oggi, 16 aprile, l'anniversario della morte di Iqbal Masih, il bambino pakistano che si oppose alla schiavitu' del lavoro minorile e per questo fu assassinato il 16 aprile 1995. Era nato nel 1983.
Nel suo ricordo prosegua la lotta per abolire la schiavitu', prosegua la lotta per il rispetto dei diritti dei bambini, prosegua la lotta contro lo sfruttamento e la violenza, prosegua la lotta per una societa' inclusiva dell'intera umanita' che sia libera, giusta, responsabile, fraterna e sororale.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
La nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
11. ALL'ASCOLTO DI MILENA JESENSKA', MARGARETE BUBER-NEUMANN, GERMAINE TILLION. VERSO IL 25 APRILE
Si e' svolto la sera di mercoledi' 16 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione "All'ascolto di Milena Jesenska', Margarete Buber-Neumann, Germaine Tillion. Verso il 25 aprile per il disarmo e la nonviolenza".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dagli scritti delle tre grandi intellettuali e militanti antifasciste deportate nei lager.
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Milena Jesenska' (Praga, 1896 - Ravensbrueck, 1944), intellettuale praghese, amata ed ammirata da Kafka; impegnata contro il nazismo, quando la Cecoslovacchia fu invasa si adopero' per salvare i perseguitati, pubblico' una rivista clandestina, incito' alla resistenza; arrestata dalla Gestapo, deportata nel lager di Ravensbrueck, vi mori' nel 1944. Scritti di Milena Jesenska': Tutto e' vita, Guanda, Parma 1986; Milena di Praga. Lettere di Milena Jesenska (1912-1940), Citta' Aperta, Troina 2002. Tra gli scritti a e su Milena Jesenska': Franz Kafka, Lettere a Milena, Mondadori, Milano; Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1999; Jana Cerna', Vita di Milena, Garzanti, Milano 1986; Jana Cerna', Lettera a Milena, Forum, Udine 2009; Alena Wagnerova', Milena Jesenska', Archinto, Milano 2004; Marie Jiraskova', Una scelta tradita, Forum, Udine 2007.
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Margarete Buber-Neumann (1901-1989), intellettuale strenuamente impegnata per i diritti umani, e' stata una delle fondamentali testimoni della dignita' umana nel secolo dei totalitarismi; moglie del figlio del grande filosofo Martin Buber, poi compagna del dirigente comunista tedesco - che morira' vittima dello stalinismo - Heinz Neumann; partecipa alle vicende culturali e alla lotta politica in Germania; costretta all'esilio dal nazismo, emigra col marito in Urss. Nel 1937 viene internata in un campo di concentramento russo e nel 1940 consegnata alla Gestapo e deportata nel lager nazista di Ravensbrueck; sopravvissuta, scrivera' libri di memorie che lumeggiano potentemente cruciali decenni di storia europea e testimoniano di un intransigente impegno per la dignita' umana. Opere di Margarete Buber Neumann: Da Potsdam a Mosca, il Saggiatore, Milano 1966, poi Il Mulino, Bologna 2000; Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna 1994, 2005; Milena. L'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1986, 1999. Opere su Margarete Buber Neumann: cfr. per un'introduzione le pagine a lei dedicate in Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001.
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Germaine Tillion (1907-2008) e' una delle piu' grandi figure morali del Novecento; allieva di Marcel Mauss, etnologa e antropologa, ricercatrice in Algeria e solidale col popolo algerino, poi animatrice in Francia della Resistenza, deportata nel lager di Ravensbrueck; antirazzista ed anticolonialista, impegnata contro tutti i totalitarismi, contro la guerra, contro la tortura, nella solidarieta' con i popoli oppressi, per i diritti delle donne, per i diritti umani; ha condotto e preso parte a iniziative di pace, di verita' e giustizia, e scritto libri fondamentali. E' ancora incredibilmente pressoche' sconosciuta in Italia. Su Germaine Tillion hanno scritto testi notevoli tra altri Jean Lacouture e Tzvetan Todorov. Cfr. anche i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 562 e 654.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
12. "PENSARE L'ANTIFASCISMO E LA NONVIOLENZA CON LUCE FABBRI, LAURA CONTI, FRANCA ONGARO BASAGLIA"
Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 17 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione su "Pensare l'antifascismo e la nonviolenza con Luce Fabbri, Laura Conti, Franca Ongaro Basaglia".
L'incontro era parte di una serie di iniziative in preparazione del 25 aprile.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi delle tre grandi intellettuali e militanti.
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Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, un punto di riferimento per tutte le persone amiche della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica alla pagina web: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm; ora anche nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli). Opere su Luce Fabbri: un punto di partenza e' l'utilissimo dossier, Ricordando Luce Fabbri, in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org).
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Laura Conti, nata a Udine nel 1921, partigiana, deportata e sopravvissuta al lager. Medico, parlamentare, rappresentante autorevole dell'ambientalismo scientifico e del movimento ecologista. E' scomparsa nel 1993. Opere di Laura Conti: Assistenza e previdenza sociale, Feltrinelli, Milano 1958; Cecilia e le streghe, Einaudi, Torino 1963; La condizione sperimentale, Mondadori, Milano 1965; Sesso e educazione, Editori Riuniti, Roma 1975; Visto da Seveso, Feltrinelli, Milano 1978; Una lepre con la faccia di bambina, Editori Riuniti, Roma 1978; Che cos'e' l'ecologia, Mazzotta, Milano 1977, 1981; Il tormento e lo scudo, Mazzotta, Milano 1981; Ambiente terra, Mondadori, Milano 1988. Opere su Laura Conti: un breve profilo e' nel libro di Andrea Poggio, Ambientalismo, Bibliografica, Milano 1996. Presso l'Ecoistituto del Veneto e' istituito un Premio ecologia "Laura Conti" a persone autrici di tesi di laurea impegnate concretamente per un futuro sostenibile.
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Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, pensatrice di profondita', finezza e acutezza straordinarie, insieme al marito Franco Basaglia e' stata tra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica; e' deceduta nel gennaio 2005. Tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982; Manicomio perche'?, Emme Edizioni, Milano 1982; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo, Editori Riuniti, Roma 1987; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata, Che cos'e' la psichiatria, e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia. Dalla recente antologia di scritti di Franco Basaglia, L'utopia della realta', Einaudi, Torino 2005, da Franca Ongaro Basaglia curata, riprendiamo la seguente notizia biobibliografica, redatta da Maria Grazia Giannichedda, che di entrambi fu collaboratrice: "Franca Ongaro e' nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul "Corriere dei Piccoli" tra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell'Odissea, Le avventure di Ulisse, illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell'ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno. Nella seconda meta' degli anni '60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi - "Commento a E. Goffman. La carriera morale del malato di mente" e "Rovesciamento istituzionale e finalita' comune" - fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos'e' la psichiatria (1967) e L'istituzione negata (1968). E' sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, editi da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972). Dagli anni '70 Franca Ongaro e' coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), da Crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate. Nel 1981 e 1982 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia. Franca Ongaro e' anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, la condizione della donna, le pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Tra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi, Torino 1979), raccolta delle voci di sociologia della medicina scritte per l'Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, Milano 1982) che include la voce "Donna" dell'Enciclopedia Einaudi; Manicomio perche'? (Emme Edizioni, Milano 1982); Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo (Editori Riuniti, Roma 1987). Tra i saggi, Eutanasia, in "Democrazia e Diritto", nn. 4-5 (1988); Epidemiologia dell'istituzione psichiatrica. Sul pensiero di Giulio Maccacaro, in Conoscenze scientifiche, saperi popolari e societa' umana alle soglie del Duemila. Attualita' del pensiero di Giulio Maccacaro, Cooperativa Medicina Democratica, Milano 1997; Eutanasia. Liberta' di scelta e limiti del consenso, in Roberta Dameno e Massimiliano Verga (a cura di), Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella societa' contemporanea, Angelo Guerrini, Milano 2001. Dal 1984 al 1991 e' stata, per due legislature, senatrice della sinistra indipendente, e in questa veste e' stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l'applicazione dei principi posti dalla riforma psichiatrica, tra l'altro come autrice del disegno di legge di attuazione della "legge 180" che diventera', negli anni successivi, testo base del primo Progetto obiettivo salute mentale (1989) e di diverse disposizioni regionali. Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health, e nell'aprile 2001 l'Universita' di Sassari le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. E' morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005".
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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha evidenziato che l'antifascismo e la nonviolenza sono la stessa cosa.
Il fascismo e' infatti adorazione della violenza, regime della violenza, barbarie oppressiva e distruttrice; la nonviolenza e' lotta contro tutte le menzogne e le violenze, e' riconoscimento, difesa e promozione della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona, iniziativa il cui appello di convocazione si apre con il motto: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
13. AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PER L'IMMEDIATA ABOLIZIONE DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Al Ministro della Giustizia
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Egregio Ministro della Giustizia,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Luigi Tomassini (a cura di), Prima guerra mondiale, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Alessandro Galante Garrone, Amalek. Il dovere della memoria, Rizzoli, Milano 1989, pp. 208.
*
Riedizioni
- Piero Calamandrei, Lo Stato siamo noi, Chiarelettere, Milano 2011, 2016, pp. XX + 140, euro 8,50.
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2512 del 25 ottobre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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