[Nonviolenza] Telegrammi. 2504
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- Date: Sun, 16 Oct 2016 20:17:13 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2504 del 17 ottobre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Ricordate a Viterbo le vittime del rastrellamento nazista nel ghetto di Roma del 16 ottobre 1943
2. Alcuni testi del mese di gennaio 2014 (parte terza)
3. Il contributo della storiografia alla riflessione sulla Shoah. Le opere di Poliakov, Mosse, Hilberg
4. Da Janusz Korczak a noi. La pedagogia contro il razzismo e il totalitarismo
5. Il Giorno della Memoria a Montefiascone (Vt)
6. Volti e voci di donne resistenti nella Shoah. Anne Frank, Etty Hillesum, Milena Jesenska', Edith Stein
7. Nel Giorno della Memoria, cessi la criminale persecuzione dei migranti
8. All'ascolto dei resistenti. Le voci e l'azione di Jean Amery, Albert Camus, Rene' Cassin, Andre' Chouraqui, Stephane Hessel, Vladimir Jankelevitch
9. Nel Giorno della Memoria ricordato a Viterbo Vittorio Emanuele Giuntella. Un appello affinche' cessi la criminale persecuzione dei migranti
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. RICORDATE A VITERBO LE VITTIME DEL RASTRELLAMENTO NAZISTA NEL GHETTO DI ROMA DEL 16 OTTOBRE 1943
Si e' svolta domenica 16 ottobre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione delle vittime del rastrellamento nazista nel ghetto di Roma del 16 ottobre 1943: furono rapite 1.259 persone e di esse 1.023 furono deportate nel campo di sterminio di Auschwitz, da cui fecero ritorno solo in sedici.
Dopo un minuto di silenziosa meditazione sono state rilette con profonda commozione alcune delle indimenticabili pagine scritte da Giacomo Debenedetti su quella tragedia. Successivamente sono stati letti alcuni brani dalle opere di Primo Levi.
Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta espresso la condivisa persuasione che il ricordo delle vittime del male e' gia' appello alla lotta contro il male; che la memoria delle vittime della Shoah e' gia' impegno alla lotta contro il nazismo che sempre risorge, e' gia' gesto che chiama alla lotta contro tutte le dittature, contro tutte le guerre, contro tutte le oppressioni, contro tutte le violenze; e' gia' invito alla resistenza e quindi resistenza in atto, testimonianza che esorta all'azione in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Fare memoria delle vittime significa opporsi a chi uccidendole pretendeva annichilirle per sempre: col nostro ricordo noi ne teniamo viva la presenza nella memoria dell'umanita'; col nostro ricordo delle vittime noi ci opponiamo ancora agli assassini, a tutti gli assassini.
Ed e' ponendoci all'ascolto delle vittime, all'ascolto del silenzio delle vittime, all'ascolto del dolore fatto pietra delle vittime, che noi riaffermiamo la nostra comune umanita'; che noi riaffermiamo il nostro comune dovere a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa d'aiuto; il nostro comune dovere a resistere alla violenza; il nostro comune dovere ad opporci alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; il nostro comune dovere di difendere l'umanita' che e' una, di difendere la biosfera casa comune dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La resistenza antifascista continua nella lotta nonviolenta per salvare tutte le vite.
Nel ricordo delle vittime della Shoah lottiamo oggi per la pace, per la vita di ogni persona, per la liberazione dell'umanita' intera, per la solidarieta' che tutti gli esseri umani riconosce e conforta e sostiene, sorelle e fratelli tutte e tutti, tutte e tutti parte dell'unica umana famiglia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2014 (PARTE TERZA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2014.
3. IL CONTRIBUTO DELLA STORIOGRAFIA ALLA RIFLESSIONE SULLA SHOAH. LE OPERE DI POLIAKOV, MOSSE, HILBERG
Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 23 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul contributo della storiografia alla riflessione sulla Shoah. In particolare sono stati considerati i fondamentali lavori di illustri storici come Leon Poliakov, George L. Mosse e Raul Hilberg, e sono stati letti e commentati alcuni brani dalle loro opere.
L'incontro era parte di un ciclo di dieci giorni di incontri di studio, riflessione e mobilitazione contro il razzismo, in preparazione del Giorno della memoria della Shoah del 27 gennaio; ciclo di incontri nel corso del quale sono gia' stati effettuati nei giorni scorsi incontri di lettura e commento di alcuni testi di Theodor W. Adorno, Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Edith Bruck, Margarete Buber Neumann, Elias Canetti, Norbert Elias, Hans Jonas, Primo Levi, Emmanuel Levinas, i martiri della "Rosa Bianca", Jorge Semprun, Tzvetan Todorov, Elie Wiesel, Annette Wieviorka, Michel Wieviorka.
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Una breve notizia su Leon Poliakov
Leon Poliakov, nato a Leningrado nel 1910, vissuto in Francia dal 1920, e' scomparso nel 1997. Prese parte alla Resistenza; successivamente fondo' il "Centro di documentazione ebraica contemporanea", e prese parte come esperto al processo di Norimberga contro i criminali nazisti. E' stato direttore di ricerche al Cnrs. Tra i massimi storici contemporanei, autore di fondamentali opere sull'antisemitismo e sul nazismo e lo sterminio degli ebrei, i suoi lavori costituiscono un fondamentale punto di riferimento per la cultura democratica. Tra le opere di Leon Poliakov: Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, Einaudi, Torino 1955, 1971; Dall'antisionismo all'antisemitismo, La Nuova Italia, Firenze 1971; Storia dell'antisemitismo, 4 voll., La Nuova Italia, Firenze 1974, 1990.
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Una breve notizia su George L. Mosse
George L. Mosse (1918-1999), illustre storico, tra i maggiori del Novecento, ha dato un contributo decisivo all'analisi del nazionalismo, del razzismo, del totalitarismo. Opere di George L. Mosse: tra molti altri testi segnaliamo particolarmente Le origini culturali del Terzo Reich, Il Saggiatore, Milano 1968, 2003; Il razzismo in Europa, Laterza, Roma-Bari 1985, Mondadori, Milano 1992. Un interessante saggio in cui Mosse riflette sulla sua vita e la sua opera e' nel volume La nazione, le masse e la "nuova politica", Di Renzo, Roma 1999 (in cui oltre al testo autobiografico di Mosse vi e' un ampio saggio di Giuseppe Galasso su di lui). Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente - purtroppo assai insufficiente - scheda: "George Lachmann Mosse (Berlino, 20 settembre 1918 - Madison, 22 gennaio 1999) e' stato uno storico tedesco naturalizzato statunitense che si e' occupato prevalentemente di nazismo, ma ha approfondito anche molti altri temi della storia contemporanea, unendo alla prospettiva storica anche quella sociologica e antropologica. Date le sue origini ebraiche, con l'avvento del nazismo emigro' prima in Inghilterra, e studio' a Cambridge, poi negli Stati Uniti, perfezionandosi a Harvard. Ha insegnato all'Universita' del Wisconsin-Madison ed e' stato visiting professor della Hebrew University di Gerusalemme. Da ricordare i suoi numerosi saggi sul nazionalismo tedesco, sui movimenti di massa, sui totalitarismi e sul razzismo in Europa. Alla sua morte ha devoluto parte del suo patrimonio per l'istituzione di corsi di storia alla Wisconsin-Madison University e alla Hebrew University di Gerusalemme. Tra le sue opere, pubblicate in italiano, si ricordano: Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Laterza, 2005; La nazionalizzazione delle masse, Il Mulino, 2004; Intervista sul nazismo, Laterza, 2004; Le origini culturali del Terzo Reich, Net, 2003; Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto, Laterza, 2003; L'Europa del Cinquecento, Laterza, 1999; La nazione, le masse e la nuova politica, Di Renzo Editore, 1999; Sessualita' e nazionalismo, Laterza, 1996; L'uomo e le masse nelle ideologie nazionaliste, Laterza, 2002. Opere su George L. Mosse: Emilio Gentile, Il fascino del persecutore. George Mosse e i totalitarismi, Carocci, Roma 2007; Donatello Aramini, George L. Mosse, l'Italia e gli storici, Franco Angeli, Milano, 2010".
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Una breve notizia su Raul Hilberg
Raul Hilberg e' uno dei piu' grandi storici della Shoah; la sua opera fondamentale, La distruzione degli ebrei d'Europa, e' un testo la cui lettura e' semplicemente imprescindibile. Raul Hilberg, nato a Vienna nel 1926, esule negli Stati Uniti con la famiglia dal 1939, nel 1944 come volontario nell'esercito americano combatte' in Europa nella guerra contro il nazismo. Allievo di Franz Neumann, docente universitario, storico, e' il piu' autorevole studioso dello sterminio degli ebrei compiuto dai nazisti. E' deceduto nell'agosto 2007. L'opera storica di Hilberg e' essa stessa un atto di Resistenza. Opere di Raul Hilberg: la sua opera fondamentale e' La distruzione degli Ebrei d'Europa, Einaudi, Torino 1995 ed edizioni successive (con approfondimenti ed ampliamenti alla luce della nuova documentazione via via disponibile), un libro che e' indispensabile leggere. Cfr. anche Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994.
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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito una volta ancora che la memoria della Shoah illumina e persuade ogni persona di volonta' buona all'adempimento del primo dovere di ogni essere umano: recare aiuto agli altri esseri umani; la memoria della Shoah persuade e vincola ogni persona, ogni associazione democratica, ogni ordinamento giuridico legittimo ad impegnarsi contro tutte le persecuzioni e contro tutte le uccisioni; a riconoscere, rispettare e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo delle vittime della Shoah dobbiamo impegnarci qui ed ora contro ogni violazione dei diritti umani.
Nel ricordo dei Giusti che a rischio della propria vita salvarono le vite altrui dobbiamo impegnarci qui ed ora contro ogni violazione dei diritti umani.
Nel ricordo della Resistenza antifascista che si oppose all'orrore assoluto dell'universo concentrazionario dobbiamo impegnarci qui ed ora contro ogni violazione dei diritti umani.
Nel ricordo di tutte le vittime del razzismo e del totalitarismo dobbiamo impegnarci qui ed ora contro ogni violazione dei diritti umani.
Nel ricordo di tutti coloro che hanno lottato contro il razzismo e contro il totalitarismo dobbiamo impegnarci qui ed ora contro ogni violazione dei diritti umani.
Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.
Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte in eguaglianza e pienezza di diritti.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno rinnovato il loro sostegno ai tre recenti appelli contro il razzismo rivolti a governo e parlamento affinche' in Italia cessi la scellerata persecuzione razzista dei migranti e siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Alleghiamo in calce i testi dei tre appelli...
4. DA JANUSZ KORCZAK A NOI. LA PEDAGOGIA CONTRO IL RAZZISMO E IL TOTALITARISMO
Si e' svolto venerdi' 24 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul contributo della pedagogia alla riflessione sulla Shoah ed alla lotta contro il razzismo ed il totalitarismo. Nel corso dell'incontro in particolare si e' riflettuto sulla figura e sull'opera del grande educatore Janusz Korczak assassinato dai nazisti nel lager di Treblinka nel 1942. Di Korczak sono stati letti e commentati alcuni scritti.
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Dieci giorni di riflessione
L'incontro era parte di un ciclo di dieci giorni di incontri di studio, riflessione e mobilitazione contro il razzismo, in preparazione del Giorno della memoria della Shoah del 27 gennaio; ciclo di incontri nel corso del quale sono gia' stati effettuati nei giorni scorsi incontri di lettura e commento di alcuni testi di Theodor W. Adorno, Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Edith Bruck, Margarete Buber Neumann, Elias Canetti, Norbert Elias, Raul Hilberg, Hans Jonas, Primo Levi, Emmanuel Levinas, George L. Mosse, Leon Poliakov, i martiri della "Rosa Bianca", Jorge Semprun, Tzvetan Todorov, Elie Wiesel, Annette Wieviorka, Michel Wieviorka.
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Una breve notizia su Janusz Korczak
Janusz Korczac, nato a Varsavia nel 1878, medico, pedagogista, scrittore, eroico difensore dei diritti dei bambini, e' stato "uno dei piu' grandi educatori di tutti i tempi" (Bruno Bettelheim), mori' assassinato dai nazisti nel campo di sterminio di Treblinka nel 1942 insieme ai duecento bambini ed al personale della "Casa degli Orfani" che aveva diretto per trent'anni. Opere di Janusz Korczak: Come amare il bambino, Emme, Milano 1979. Fu anche autore di molti libri per bambini, tra cui cfr. Re Matteuccio I, Emme, Milano 1978. Opere su Janusz Korczak: si veda almeno il filo di Wajda a lui dedicato.
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Concludendo l'incontro
Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato una volta di piu' la necessita' del ricordo delle vittime che fonda l'impegno per il riconoscimento e la difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, ed ha rimarcato una volta di piu' come solo l'azione buona sia educativa, e come ogni autentica educazione sia gia' azione buona. Educare e' educare alla verita', alla dignita', alla solidarieta': o non e' nulla; educare e' educare alla pace, alla giustizia, all'empatia: o non e' nulla; educare e' educare alla responsabilita', all'aiuto reciproco, alla condivisione: o non e' nulla. Si educa con l'esempio, col ricordo, con l'ascolto, con la proposta del bene.
La memoria delle vittime della Shoah, la memoria dei Giusti, la memoria della Resistenza, convocano ad un impegno, sono gia' educazione e formazione umana, sono gia' lotta contro il male. Studiare la storia, la genesi, la fenomenologia dell'orrore, e' gia' lotta contro l'orrore, e' gia' lotta in difesa dell'umanita'.
Ogni volta che una persona ripensa alla Shoah trova in questo tremendo ricordo l'appello a contrastare ogni violazione della dignita' umana, trova in questo tremendo ricordo la ragione delle ragioni della lotta che e' da condurre: tu non permettere che questi orrori accadano ancora; tu non permettere mai che sia usata violenza su un essere umano; tu non permettere mai uccisioni e persecuzioni; tu opponiti sempre ad ogni violenza.
La memoria dell'orrore nazista ci convoca a rompere ogni sottomissione, ogni rassegnazione, ogni complicita' con ogni potere, struttura ed azione criminale, con ogni potere, struttura ed azione che minaccia e che lede la dignita' e i diritti di ogni essere umano; la memoria dell'orrore nazista ci obbliga a non essere mai acquiescenti, mai corrivi, mai indifferenti dinanzi all'oppressione, dinanzi all'inflizione di sofferenze, dinanzi all'abbandono di un essere umano nel dolore e nel bisogno; la memoria dell'orrore nazista ci impone di lottare qui e adesso per difendere ogni persona umiliata e offesa. Ogni volta che si tace, ogni volta che si guarda da un'altra parte, ogni volta che si fa finta di niente mentre una persona viene calpestata, ebbene, proprio allora - ed e' un allora tenacemente incistato nel presente, nella vita quotidiana di ogni persona -, si diviene (sia pure per mera omissione di soccorso, sia pure per mera inerzia e passivita') complici e per cosi' dire anelli di una catena di atteggiamenti, di atti e di fatti che sappiamo gia' dove porta, a quale abisso di male.
Quando ricordiamo la Shoah, da questo insostenibile ricordo ricaviamo l'imperativo morale di opporci noi, oggi e qui, ad ogni uccisione, ad ogni persecuzione, ad ogni violenza; l'imperativo morale di opporci noi, oggi e qui, al razzismo e alla guerra, alla violenza maschilista, allo sfruttamento schiavista, alla distruzione della biosfera e della civile convivenza.
Nel ricordo di quell'orrore troviamo l'appello alla coscienza - il comando interiore cogente, il dovere liberamente eletto e costitutivo della dignita' umana - ad opporci noi, noi, oggi e qui, alla scellerata persecuzione razzista dei migranti, alla guerra e al riarmo assassini, al femminicidio e ad ogni violenza maschilista, alle mafie, all'economia schiavista ed onnidevastatrice, al regime della corruzione e della progressiva desensibilizzazione morale, alla disumanita'.
Nel ricordo delle vittime della Shoah sentiamo di essere convocati a proseguire noi la Resistenza contro l'inumano, a proseguire noi la lotta per salvare le vite, per sconfiggere finalmente la barbarie nazista che torna.
Valgono per noi per sempre le parole scritte da Primo Levi per il Memoriale in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti (il testo e' ora in Primo Levi, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. I, pp. 1335-1336).
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Alcune parole di Primo Levi
Ha scritto Primo Levi:
"La storia della Deportazione e dei campi di sterminio, la storia di questo luogo, non puo' essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: dai primi incendi delle Camere del Lavoro nell'Italia del 1921, ai roghi di libri sulle piazze della Germania del 1933, alla fiamma nefanda dei crematori di Birkenau, corre un nesso non interrotto. E' vecchia sapienza, e gia' cosi' aveva ammonito Heine, ebreo e tedesco: chi brucia libri finisce col bruciare uomini, la violenza e' un seme che non si estingue.
"E' triste ma doveroso rammentarlo, agli altri ed a noi stessi: il primo esperimento europeo di soffocazione del movimento operaio e di sabotaggio della democrazia e' nato in Italia. E' il fascismo, scatenato dalla crisi del primo dopoguerra, dal mito della "vittoria mutilata", ed alimentato da antiche miserie e colpe; e dal fascismo nasce un delirio che si estendera', il culto dell'uomo provvidenziale, l'entusiasmo organizzato ed imposto, ogni decisione affidata all'arbitrio di un solo.
"Ma non tutti gli italiani sono stati fascisti: lo testimoniamo noi, gli italiani che siamo morti qui. Accanto al fascismo, altro filo mai interrotto, e' nato in Italia, prima che altrove, l'antifascismo. Insieme con noi testimoniano tutti coloro che contro il fascismo hanno combattuto e che a causa del fascismo hanno sofferto, i martiri operai di Torino del 1923, i carcerati, i confinati, gli esuli, ed i nostri fratelli di tutte le fedi politiche che sono morti per resistere al fascismo restaurato dall'invasore nazionalsocialista.
"E testimoniano insieme a noi altri italiani ancora, quelli che sono caduti su tutti i fronti della II Guerra Mondiale, combattendo malvolentieri e disperatamente contro un nemico che non era il loro nemico, ed accorgendosi troppo tardi dell'inganno. Sono anche loro vittime del fascismo: vittime inconsapevoli.
"Noi non siamo stati inconsapevoli. Alcuni fra noi erano partigiani; combattenti politici; sono stati catturati e deportati negli ultimi mesi di guerra, e sono morti qui, mentre il Terzo Reich crollava, straziati dal pensiero della liberazione cosi' vicina.
"La maggior parte fra noi erano ebrei: ebrei provenienti da tutte le citta' italiane, ed anche ebrei stranieri, polacchi, ungheresi, jugoslavi, cechi, tedeschi, che nell'Italia fascista, costretta all'antisemitismo dalle leggi di Mussolini, avevano incontrato la benevolenza e la civile ospitalita' del popolo italiano. Erano ricchi e poveri, uomini e donne, sani e malati.
"C'erano bambini fra noi, molti, e c'erano vecchi alle soglie della morte, ma tutti siamo stati caricati come merci sui vagoni, e la nostra sorte, la sorte di chi varcava i cancelli di Auschwitz, e' stata la stessa per tutti. Non era mai successo, neppure nei secoli piu' oscuri, che si sterminassero esseri umani a milioni, come insetti dannosi: che si mandassero a morte i bambini e i moribondi. Noi, figli di cristiani ed ebrei (ma non amiamo queste distinzioni) di un paese che e' stato civile, e che civile e' ritornato dopo la notte del fascismo, qui lo testimoniamo.
"In questo luogo, dove noi innocenti siamo stati uccisi, si e' toccato il fondo delle barbarie. Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell'odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, ne' domani ne' mai".
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Tre appelli
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno ai tre recenti appelli contro il razzismo rivolti a governo e parlamento affinche' in Italia cessi la scellerata persecuzione razzista dei migranti e siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Alleghiamo in calce una volta ancora i testi dei tre appelli...
5. IL GIORNO DELLA MEMORIA A MONTEFIASCONE (VT)
La mattina di sabato 25 gennaio 2014 presso l'Istituto d'Istruzione Superiore Statale "Carlo Alberto dalla Chiesa" di Montefiascone (Vt), che comprende gli indirizzi del liceo classico e scientifico, dell'istituto tecnico Costruzioni, Ambiente e Territorio e dell'istituto tecnico Amministrazione, Finanza e Marketing, si e' svolta con la partecipazione degli studenti del biennio, ovvero delle prime due classi di tutti i corsi, la prima delle due giornate di incontri dedicati alla celebrazione del Giorno della Memoria.
La seconda giornata si svolgera' lunedi' 27 gennaio con la partecipazione degli studenti del triennio, ovvero delle ultime tre classi di tutti i corsi.
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Sabato 25 gennaio presso la palestra dell'istituto, per iniziativa del comitato studentesco, si e' svolta un'assemblea nel corso della quale e' stato proiettato un video, si e' tenuto un concerto, sono state lette testimonianze e poesie di superstiti della Shoah, sono state presentate meditazioni originali: video, concerto, letture ed interventi sono stati realizzati dagli stessi studenti della scuola.
L'incontro e' stato concluso dall'intervento del responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, Peppe Sini, che ha proposto alcuni temi di riflessione ricordando alcuni dei grandi testimoni della Shoah, alcuni dei grandi resistenti che si opposero al fascismo, alcuni dei grandi pensatori e delle grandi pensatrici che hanno dedicato uno strenuo impegno alla lotta contro il razzismo e contro il totalitarismo, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La memoria della Shoah ci convoca ad impegnarci qui ed ora per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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La partecipazione all'assemblea di sabato 25 gennaio e' stata corale e vivissima, con una straordinaria e prolungata concentrazione da parte di tutti i presenti, e con momenti di profonda, intensa commozione.
Sara' certamente altrettanto per l'assemblea di lunedi' 27 gennaio, per la quale sono previste alcune importantissime partecipazioni di testimoni della Shoah e dell'impegno antimafia.
Un ringraziamento particolare per l'esito dell'incontro di sabato 25 va rivolto ai giovani del comitato studentesco ed alla professoressa Alberta Tortolini.
6. VOLTI E VOCI DI DONNE RESISTENTI NELLA SHOAH. ANNE FRANK, ETTY HILLESUM, MILENA JESENSKA', EDITH STEIN
Si e' svolto nel pomeriggio di sabato 25 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione delle vittime della Shoah, nel corso del quale sono stati letti e commentati alcuni luminosi testi di Anne Frank, Etty Hillesum, Milena Jesenska', Edith Stein.
L'incontro era parte di un ciclo di dieci giorni di incontri di studio, riflessione e mobilitazione contro il razzismo, in preparazione del Giorno della memoria della Shoah del 27 gennaio; ciclo di incontri nel corso del quale sono gia' stati effettuati nei giorni scorsi incontri di lettura e commento di alcuni testi di Theodor W. Adorno, Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Edith Bruck, Margarete Buber Neumann, Elias Canetti, Norbert Elias, Raul Hilberg, Hans Jonas, Janusz Korczak, Primo Levi, Emmanuel Levinas, George L. Mosse, Leon Poliakov, i martiri della "Rosa Bianca", Jorge Semprun, Tzvetan Todorov, Elie Wiesel, Annette Wieviorka, Michel Wieviorka.
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Una breve notizia su Anne Frank
Annelies Marie Frank nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte; emigro' con la famiglia in Olanda nel 1933. Dal 1942 al 1944 visse segregata nell'alloggio segreto per sfuggire ai nazisti. A seguito di una segnalazione spionistica tutti i rifugiati nell'alloggio furono arrestati; deportata ad Auschwitz, poi trasferita a Bergen Belsen, vi mori' nel marzo 1945, poche settimane dopo le truppe inglesi liberavano i sopravvissuti del campo. Opere di Anne Frank: il Diario (in italiano edito da Einaudi e negli Oscar Mondadori; ovviamente l'edizione di riferimento e' adesso la nuova edizione integrale, Einaudi, Torino 1993, 2003) fu trovato nell'alloggio segreto e consegnato dopo la guerra al padre, unico sopravvissuto della famiglia; fu pubblicato nel 1947. Cfr. anche i Racconti, Cappelli, 1966, poi Racconti dell'alloggio segreto, Einaudi, Torino 1983; l'edizione critica dei Diari, Einaudi, Torino 2002. Tra le opere su Anne Frank: Melissa Mueller, Anne Frank. Una biografia, Einaudi, Torino 2000; C. Ann Lee, Storia di Anne Frank, Rizzoli, Milano 1998; segnaliamo anche l'interessante lavoro di Willy Lindwer, Gli ultimi sette mesi di Anna Frank, Newton Compton, Roma 1989, 1995; e la testimonianza di Miep Gies, Si chiamava Anne Frank, Mondadori, Milano 1988.
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Una breve notizia su Etty Hillesum
Etty Hillesum e' nata a Middelburg il 15 gennaio 1914 e deceduta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004; Luciana Breggia, Parole con Etty, Claudiana, Torino 2011.
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Una breve notizia su Milena Jesenska'
Milena Jesenska' (Praga, 1896 - Ravensbrueck, 1944), intellettuale praghese, amata ed ammirata da Kafka; impegnata contro il nazismo, quando la Cecoslovacchia fu invasa si adopero' per salvare i perseguitati, pubblico' una rivista clandestina, incito' alla resistenza; arrestata dalla Gestapo, deportata nel lager di Ravensbrueck, vi mori' nel 1944. Scritti di Milena Jesenska': Tutto e' vita, Guanda, Parma 1986; Milena di Praga. Lettere di Milena Jesenska (1912-1940), Citta' Aperta, Troina 2002. Tra gli scritti a e su Milena Jesenska': Franz Kafka, Lettere a Milena, Mondadori, Milano; Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1999; Jana Cerna', Vita di Milena, Garzanti, Milano 1986; Jana Cerna', Lettera a Milena, Forum, Udine 2009; Alena Wagnerova', Milena Jesenska', Archinto, Milano 2004; Marie Jiraskova', Una scelta tradita, Forum, Udine 2007.
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Una breve notizia su Edith Stein
Edith Stein, filosofa tedesca, e' nata a Breslavia il 12 ottobre 1891 ed e' deceduta nel lager di Auschwitz il 9 agosto 1942. Di famiglia ebraica, assistente di Husserl, pensatrice tra le menti piu' brillanti della scuola fenomenologica, abbraccio' il cattolicesimo e nel 1933 entro' nella vita religiosa. I nazisti la deportarono ed assassinarono. Tra le opere di Edith Stein: le opere fondamentali sono Il problema dell'empatia, Franco Angeli (col titolo L'empatia) e Studium; Psicologia e scienze dello spirito, Citta' Nuova; Una ricerca sullo Stato, Citta' Nuova; La fenomenologia di Husserl e la filosofia di san Tommaso d'Aquino, Memorie Domenicane, poi in La ricerca della verita', Citta' Nuova; Introduzione alla filosofia, Citta' Nuova; Essere finito e Essere eterno, Citta' Nuova; Scientia crucis, Postulazione generale dei carmelitani scalzi. Cfr. anche la serie di conferenze raccolte in La donna, Citta' Nuova; e la raccolta di lettere La scelta di Dio, Citta' Nuova, Roma 1974, poi Mondadori, Milano 1997. Tra le opere su Edith Stein: per un sintetico profilo cfr. l'"invito alla lettura" di Angela Ales Bello, Edith Stein, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo 1999 (il volumetto contiene un breve profilo, un'antologia di testi, una utile bibliografia di riferimento). Lavori sul pensiero della Stein: Carla Bettinelli, Il pensiero di Edith Stein, Vita e Pensiero, Milano 1976; Luciana Vigone, Introduzione al pensiero filosofico di Edith Stein, Citta' Nuova, Roma 1991; Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero di Padova, 1998, 2003; Angela Ales Bello, Edith Stein. Patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000. Per la biografia: Edith Stein, Storia di una famiglia ebrea, Citta' Nuova, Roma 1994, 1999; Elio Costantini, Edith Stein. Profilo di una vita vissuta nella ricerca della verita', Libreria Editrice Vaticana, Citta' del Vaticano 1987, 1998; Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.
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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha messo in rilievo ancora una volta come dalla memoria delle vittime della Shoah, dalla Memoria dei Giusti che si impegnarono a salvare le vite, dalla memoria della Resistenza che si oppose alla barbarie fascista, scaturisca la piu' viva consapevolezza e il piu' forte appello al dovere di proseguire la lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso il loro sostegno ai tre recenti appelli contro il razzismo rivolti a governo e parlamento affinche' in Italia cessi la scellerata persecuzione razzista dei migranti e siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Alleghiamo i testi dei tre appelli...
7. NEL GIORNO DELLA MEMORIA, CESSI LA CRIMINALE PERSECUZIONE DEI MIGRANTI
Nel Giorno della Memoria, cessi la criminale persecuzione dei migranti.
Nel Giorno della Memoria, l'Italia torni al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel Giorno della Memoria, siano abrogate tutte le infami e scellerate misure razziste e assassine imposte nel nostro paese da governi barbari e golpisti.
Nel Giorno della Memoria, l'Italia torni al rispetto della Costituzione della Repubblica democratica ed antifascista che "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2) e stabilisce che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica" (art. 10).
Vi e' una sola umanita'.
Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
8. ALL'ASCOLTO DEI RESISTENTI. LE VOCI E L'AZIONE DI JEAN AMERY, ALBERT CAMUS, RENE' CASSIN, ANDRE' CHOURAQUI, STEPHANE HESSEL, VLADIMIR JANKELEVITCH
Si e' svolto la mattina di domenica 26 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro nel corso del quale sono state ricordate alcune illustri figure di resistenti antifascisti che continuarono per l'intera loro vita la lotta per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Nel corso dell'incontro in particolare sono stati letti e commentati alcuni testi di Jean Amery, Albert Camus, Rene' Cassin, Andre' Chouraqui, Stephane Hessel, Vladimir Jankelevitch.
L'incontro era parte di un ciclo di dieci giorni di incontri di studio, riflessione e mobilitazione contro il razzismo, in preparazione del Giorno della memoria della Shoah del 27 gennaio; ciclo di incontri nel corso del quale sono gia' stati effettuati nei giorni scorsi incontri di lettura e commento di alcuni testi di Theodor W. Adorno, Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Edith Bruck, Margarete Buber Neumann, Elias Canetti, Norbert Elias, Anne Frank, Raul Hilberg, Etty Hillesum, Milena Jesenska', Hans Jonas, Janusz Korczak, Primo Levi, Emmanuel Levinas, George L. Mosse, Leon Poliakov, i martiri della "Rosa Bianca", Jorge Semprun, Edith Stein, Tzvetan Todorov, Elie Wiesel, Annette Wieviorka, Michel Wieviorka.
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Una breve notizia su Jean Amery
Jean Amery, pseudonimo di Hans Mayer. Nasce a Vienna nel 1912. A seguito dell'annessione dell'Austria alla Germania, si trasferisce in Belgio e partecipa alla Resistenza. Catturato dai nazisti, deportato ad Auschwitz. Sopravvissuto, si toglie la vita nel 1978. Ha scritto saggi di straordinaria acutezza, semplicemente ineludibili. Opere di Jean Amery: segnaliamo particolarmente Intellettuale a Auschwitz, Rivolta e rassegnazione, Levar la mano su di se', tutti presso Bollati Boringhieri. Opere su Jean Amery: si veda almeno il capitolo de I sommersi e i salvati in cui Primo Levi parla di Jean Amery (e' a seguito di questo capitolo di Levi, che l'opera di Amery iniziera' ad essere adeguatamente tradotta in italiano).
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Una breve notizia su Albert Camus
Albert Camus, nato a Mondovi (Algeria) nel 1913, nel 1940 a Parigi, impegnato nella Resistenza con il movimento "Combat" (dopo la liberazione sara' redattore-capo del quotidiano con lo stesso titolo), premio Nobel per la letteratura nel 1957, muore nel 1960 per un incidente automobilistico. Lo caratterizzo' un costante impegno contro il totalitarismo e per i diritti umani, che espresse sia nell'opera letteraria e saggistica, sia nel giornalismo e nelle lotte civili (oltre che nella partecipazione alla Resistenza). In un articolo a lui dedicato ha scritto Giovanni Macchia (citiamo da "Camus e la letteratura del dissenso", in Giovanni Macchia, Il mito di Parigi, Einaudi): "L'assurdo fu per Camus un punto di partenza... Poiche' non si puo' immaginare una vita senza scelta, e tutto ha un significato nel mondo, anche il silenzio, e vivere 'en quelque maniere' significa pur riconoscere l'impossibilita' della negazione assoluta, la prima cosa che noi non possiamo negare e' la vita degli altri. Nell'interno dell'esperienza assurda nasce come prima evidenza (credere al proprio grido) la rivolta: slancio irragionevole contro una condizione incomprensibile e ingiusta, e che pur rivendica l'ordine nel caos. E ricordo la gioiosa impressione che provoco' la formula cartesiana di Camus, con la sua aria di limpido giuoco, quando la leggemmo la prima volta. Non 'je me revolte, donc je suis': ma 'je me revolte, donc nous sommes'. Risollevare gli uomini dalla loro solitudine, dare una ragione ai loro atti; mettersi non dalla parte degli uomini che fanno la storia ma di coloro che la subiscono... Rivolta come fraternita'". Opere di Albert Camus: tra le opere di Camus particolarmente significative dal nostro punto di vista ci sembrano Il mito di Sisifo, Caligola, La peste, L'uomo in rivolta, tutti piu' volte ristampati da Bompiani. Utile anche la lettura dei Taccuini (sempre presso Bompiani) e delle corrispondenze per "Combat" 1944-1947 raccolte col titolo Questa lotta vi riguarda (ancora Bompiani). Si veda anche (con Arthur Koestler), La pena di morte, Newton Compton, Roma 1981. Opere su Albert Camus: numerose sono le monografie su Camus; si vedano almeno la testimonianza di Jean Grenier, Albert Camus, souvenirs, Gallimard, e per una sommaria introduzione: Pol Gaillard, Camus, Bordas; Roger Grenier, Albert Camus, soleil et ombre, Gallimard; Francois Livi, Camus, La Nuova Italia; una recente vasta biografia e' quella di Olivier Todd, Albert Camus, una vita, Bompiani.
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Una breve notizia su Rene' Cassin
Rene' Cassin, nato a Bayonne nel 1887 e deceduto a Parigi nel 1976, e' una delle piu' grandi figure della cultura della pace del Novecento; insigne giurista, docente universitario, autore di molte pubblicazioni, autorevole figura della Resistenza, tra i fondatori dell'Unesco, principale ispiratore ed estensore della Dichiarazione universale dei diritti umani, presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, premio Nobel per la pace nel 1968.
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Una breve notizia su Andre' Chouraqui
Nathan Andre' Chouraqui (1917-2007), intellettuale di profondissima cultura, prese parte alla Resistenza, emigrato in Israele fu consigliere personale di Ben Gurion e vicesindaco di Gerusalemme, autore di una giustamente celebrata traduzione in francese della Bibbia in 26 volumi, traduttore e commentatore del Corano, ha dedicato un impegno straordinario al dialogo interreligioso e interculturale tra ebraismo, cristianesimo e islam ed ha fatto parte del comitato esecutivo del Congresso delle religioni per la pace. Dal sito di Festivaletteratura riprendiamo, con minime modifiche e integrazioni, la seguente notizia biografica: "Andre' Chouraqui e' nato nel 1917 a Ain-Temouchent in Algeria. Ha compiuto gli studi di diritto in Francia, dove ha partecipato attivamente alla Resistenza. Viveva a Gerusalemme dal 1958. E' deceduto il 9 luglio 2007, riposa a Gerusalemme. Nella sua opera letteraria vasta e multiforme, che gli e' valsa importanti riconoscimenti, come la Medaille d'or de la langue francaise, il Prix Renaudot pour Jerusalem, e il Prix international per il dialogo fra gli universi culturali, hanno un posto di particolare rilievo le sue traduzioni in francese della Bibbia ebraica, del Nuovo Testamento e del Corano, testi di cui si e' impegnato a mettere in luce le radici comuni. Sono queste radici ad alimentare in lui la speranza di una composizione delle dispute spesso cruente che hanno diviso e ancora dividono i seguaci delle tre religioni monoteiste, per giungere ad un'umanita' pacificata. A cavallo tra mondo occidentale e orientale, Chouraqui non ha mai ignorato il lato politico della societa': e' stato vicesindaco di Gerusalemme e consigliere del presidente Ben Gurion dal 1959 al 1963. Partendo da posizioni non sempre facili, ha dedicato tutta la sua vita a promuovere il dialogo tra giudaismo, islam e cristianesimo, percio' e' stato chiamato "uomo delle tre culture". Tra le opere di Andre' Chouraqui: Ritorno alle radici, Jaca Book, 1983; Il pensiero ebraico, Queriniana, 1989; Forte come la morte e' l'amore. L'uomo dei tre mondi. Un'autobiografia, San Paolo Edizioni, 1994; Mose'. Viaggio ai confini di un mistero rivelato e di una utopia possibile, Marietti, 1996; Gesu' e Paolo. Figli d'Israele, Qiqajon, 2000; I dieci comandamenti. I doveri dell'uomo nelle tre religioni di Abramo, Mondadori, 2001; Il mio testamento. Il fuoco dell'alleanza, Queriniana, 2002; Storia del giudaismo, Gribaudi, 2002". Cfr. anche il sito: www.Andrechouraqui.com
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Una breve notizia su Stephane Hessel
Stephane Hessel e' nato a Berlino nel 1917 da una famiglia ebraica (il padre fu il traduttore tedesco di Proust, mentre la madre fu il personaggio che ispiro' Roche' - e poi Truffaut - per la celebre Catherine di Jules e Jim), ed e' cresciuto nella Francia degli anni Trenta. Ha partecipato eroicamente alla Resistenza francese (catturato dai nazisti e deportato nel campo di sterminio di Buchenwald riusci' a evadere e continuare la lotta) e dopo la guerra ha lavorato al Segretariato generale dell'Onu ed e' stato uno dei principali redattori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Diplomatico, attivista e scrittore, e' stato costantemente impegnato in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Nel 2010 il suo opuscolo Indignatevi! ha favorito il sorgere di una vasta mobilitazione sociale nonviolenta in vari paesi. E' deceduto a Parigi il 27 febbraio 2013. Tra le opere di Stephane Hessel: Danza con il secolo, Add Editore, Torino 2011; Indignatevi!, Add Editore, Torino 2011; Impegnatevi!, Salani, Milano 2011; (con Jean-Michel Helvig), Dalla parte giusta, Rcs, Milano 2011; Vivete!, Castelvecchi, Roma 2012; A conti fatti... o quasi, Bompiani, Milano 2012; (con Edgar Morin), Il cammino della speranza, Chiarelettere, Milano 2012.
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Una breve notizia su Vladimir Jankelevitch
Vladimir Jankelevitch, nato il 31 agosto 1903 a Bourges, deceduto a Parigi il 6 giugno 1985, ha preso parte alla Resistenza ed e' stato docente di filosofia morale alla Sorbona, la sua riflessione e le sue ricerche in ambito filosofico, morale, musicale, costituiscono grandi contributi alla cultura contemporanea. Tra le opere di Vladimir Jankelevitch: Henri Bergson, Morcelliana; L'ironia, Il Melangolo; Trattato delle virtu', Garzanti (traduzione parziale); Il non-so-che e il quasi-niente, Marietti; L'avventura, la noia, la serieta', Marietti; Perdonare?, Giuntina; Il paradosso della morale, Hopefulmonster; La coscienza ebraica, Giuntina; Pensare la morte?, Cortina; La menzogna e il malinteso, Cortina. Opere su Vladimir Jankelevitch: un buon punto di partenza e' il fascicolo monografico di "Aut aut", n. 270, novembre-dicembre 1995, Vladimir Jankelevitch. Pensare al margine, a cura di Enrica Lisciani-Petrini, con vari contributi ed un'ampia bibliografia (estratta da questa fonte, la bibliografia delle opere di Jankelevitch apparse in volume e' stata riportata anche ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 413 del 12 novembre 2002).
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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, riprendendo una cruciale argomentazione svolta da Giuliano Pontara ha messo in evidenza come alla barbarie di cui il nazismo e' stato manifestazione estrema occorre contrapporre l'antibarbarie che nella nonviolenza trova la sua concretizzazione piu' nitida e adeguata; e come quindi la nonviolenza, l'attiva e rigorosa lotta nonviolenta contro tutte le violenze, sia l'erede naturale e specifica della Resistenza antifascista.
Ha posto poi in evidenza altresi', riprendendo lo schema di un classico testo di Hannah Arendt, come dalla memoria della Shoah discenda direttamente ed ineludibilmente il dovere di lottare ora e sempre contro tutte le violazioni dei diritti umani, ed in primo luogo contro razzismo, imperialismo, totalitarismo.
Infine ha evidenziato una volta ancora la necessita' e l'urgenza di un impegno concreto e coerente che hic et nunc difenda ad un tempo diritti umani e biosfera, che si opponga ad un tempo alle mafie e alla guerra, che contrasti parimenti razzismo e maschilismo ed ogni forma di sfruttamento e di oppressione.
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La commemorazione si e' conclusa con la meditazione di alcune indimenticabili parole di Primo Levi, che di seguito riportiamo.
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Alcune parole di Primo Levi: La vergogna del mondo
Ha scritto Primo Levi:
"E c'e' un'altra vergogna piu' vasta, la vergogna del mondo. E' stato detto memorabilmente da John Donne, e citato innumerevoli volte, a proposito e non, che "nessun uomo e' un'isola", e che ogni campana di morte suona per ognuno. Eppure c'e' chi davanti alla colpa altrui, o alla propria, volge le spalle, cosi' da non vederla e non sentirsene toccato: cosi' hanno fatto la maggior parte dei tedeschi nei dodici anni hitleriani, nell'illusione che il non vedere fosse un non sapere, e che il non sapere li alleviasse dalla loro quota di complicita' o di connivenza. Ma a noi lo schermo dell'ignoranza voluta, il "partial shelter" di T. S. Eliot, e' stato negato: non abbiamo potuto non vedere. Il mare di dolore, passato e presente, ci circondava, ed il suo livello e' salito di anno in anno fino quasi a sommergerci. Era inutile chiudere gli occhi o volgergli le spalle, perche' era tutto intorno, in ogni direzione fino all'orizzonte. Non ci era possibile, ne' abbiamo voluto, essere isole; i giusti fra noi, non piu' ne' meno numerosi che in qualsiasi altro gruppo umano, hanno provato rimorso, vergogna, dolore insomma, per la colpa che altri e non loro avevano commessa, ed in cui si sono sentiti coinvolti, perche' sentivano che quanto era avvenuto intorno a loro, ed in loro presenza, e in loro, era irrevocabile. Non avrebbe potuto essere lavato mai piu'; avrebbe dimostrato che l'uomo, il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire una mole infinita di dolore; e che il dolore e' la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare".
(Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, pp. 1157-1158).
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Alcune parole di Primo Levi: E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo
Ha scritto Primo Levi:
"L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (...).
"Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di quanto abbiamo da dire".
(Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, pp. 1149-1150).
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso una volta di piu' il loro sostegno ai tre recenti appelli contro il razzismo rivolti a governo e parlamento affinche' in Italia cessi la scellerata persecuzione razzista dei migranti e siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Di seguito i testi dei tre appelli.
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I. Un appello al parlamento italiano
Rivolgiamo un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.
Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.
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II. Un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri
Egregio signore,
i campi di concentramento costituiscono o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia vi sono campi di concentramento.
Le deportazioni di perseguitati, riconsegnati nelle mani dei persecutori cui erano sfuggiti, costituiscono o no un crimine contro l'umanita'? Eppure l'Italia attua queste deportazioni.
La riduzione in schiavitu' costituisce o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia si consente la riduzione in schiavitu' dei lavoratori immigrati, ed anzi lo stato la favoreggia con le sue scellerate misure razziste.
L'imprigionamento di persone che non hanno commesso nulla di male, costituisce o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia vengono imprigionate persone che non hanno commesso nulla di male, solo perche' sono venute nel nostro paese cercando salvezza e futuro in fuga da guerre e dittature, da miseria e fame.
Negare accoglienza ed assistenza a chi ne ha estremo bisogno per salvare la propria vita, costituisce o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia anche questo accade.
La Costituzione della Repubblica Italiana, cui lei ha giurato fedelta', all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo". Perche' lei consente che quei diritti siano invece violati?
La Costituzione della Repubblica Italiana, cui lei ha giurato fedelta', all'articolo 10 dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Perche' lei consente che quel diritto sia invece violato?
Governi scellerati negli scorsi anni e decenni hanno imposto nel nostro paese misure razziste criminali e criminogene, in flagrante conflitto con la Costituzione della Repubblica Italiana, democratica ed antifascista. Perche' lei non si adopera per la loro immediata abolizione?
Egregio signore,
il governo che lei presiede puo' e deve finalmente abrogare le criminali antileggi razziste; puo' e deve tornare al rispetto della legalita' costituzionale e dei diritti umani; puo' e deve attuare i principi stabiliti nella Dichiarazione universale dei diritti umani; puo' e deve restituire riconoscimento e rispetto ad innumerevoli esseri umani. Perche' non lo fa? Si adoperi finalmente, immediatamente, per questo.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita'.
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III. Un appello alla Presidente della Camera dei Deputati
Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,
avendo apprezzato la sua pregressa attivita' presso l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, vorremmo sollecitare il suo impegno.
Vorremmo sollecitare il suo impegno affinche' siano aboliti in Italia i campi di concentramento per i migranti.
Vorremmo sollecitare il suo impegno affinche' siano abolite le deportazioni dei migranti.
Vorremmo sollecitare il suo impegno affinche' sia abolito l'insensato, criminale e criminogeno "reato di clandestinita'".
Vorremmo sollecitare il suo impegno affinche' siano abolite tutte le scellerate misure razziste che favoreggiano la riduzione in schiavitu'.
Vorremmo sollecitare il suo impegno affinche' siano abolite tutte le scellerate misure razziste che favoreggiano i poteri criminali.
Vorremmo sollecitare il suo impegno affinche' siano abolite tutte le scellerate misure razziste che negano i diritti sanciti dagli articoli 2 e 10 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Vorremmo sollecitare il suo impegno, e l'impegno dell'intero Parlamento, affinche' l'Italia torni al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Confidiamo nella sua attenzione.
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Appendice: La legge istitutiva del Giorno della Memoria
Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177, 31 luglio 2000).
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonche' coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto e' accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche' simili eventi non possano mai piu' accadere.
9. NEL GIORNO DELLA MEMORIA RICORDATO A VITERBO VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA. UN APPELLO AFFINCHE' CESSI LA CRIMINALE PERSECUZIONE DEI MIGRANTI
La mattina di lunedi' 27 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di testimonianza e di riflessione nella ricorrenza del Giorno della Memoria della Shoah, il giorno in cui si ricordano le vittime della barbarie nazifascista e coloro che a quell'orrore si opposero.
Nel corso dell'incontro e' stata rievocata in particolare la luminosa figura di Vittorio Emanuele Giuntella, ufficiale degli alpini che dopo l'8 settembre fu un internato militare italiano in lager e che ha dedicato l'intera sua esistenza all'impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel corso dell'incontro sono anche state lette e commentate alcune pagine della fondamentale opera di Vittorio Emanuele Giuntella su Il nazismo e i Lager (Edizioni Studium, Roma 1979).
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Vittorio Emanuele Giuntella (Soriano nel Cimino, 8 luglio 1913 - Roma, 27 novembre 1996) e' uno dei grandi maestri di vita e testimoni della dignita' umana del Novecento. Ufficiale degli alpini, dopo l'8 settembre rifiuto' di porsi al servizio dei nazisti e fu internato in lager. Docente di storia dell'eta' dell'Illuminismo all'Universita' di Roma, ha formato generazioni di studenti all'amore per il sapere e per l'umanita', al rigore intellettuale e morale, all'impegno culturale e civile. Fondatore dell'Opera Nomadi ed impegnato in numerose iniziative di solidarieta', ha sempre difeso i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha scritto saggi e libri di incomparabile profondita', la cui lettura rende migliori. E' stato un uomo coraggioso e generoso, un luminoso esempio di amore per la verita', un autentico maestro di nonviolenza.
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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha rievocato con profonda commozione i suoi personali incontri sia con l'indimenticabile maestro sia con altri testimoni della Shoah ormai da anni deceduti ed alla cui memoria si sente legato da un dovere di fedelta' che si concretizza nel proseguirne la lotta contro la violenza, ha ancora una volta rivolto un appello al Parlamento italiano affinche' cessi la criminale persecuzione dei migranti e siano immediatamente abrogate le scellerate misure razziste che ancor oggi provocano sofferenze indicibili e finanche la morte a tante persone innocenti.
La memoria della Shoah, la memoria delle vittime dei campi di sterminio, la memoria dei Giusti che lottarono per salvare le vite, la memoria della Resistenza che al nazifascismo si oppose, ci illumini e ci guidi: questa memoria ci convoca a lottare qui ed ora contro tutte le uccisioni e contro tutte le persecuzioni, contro il razzismo e il totalitarismo, contro la guerra e la miseria, contro tutte le iniquita', contro tutte le violenze. Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte. Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Hubert Heyries (a cura di), Guerra franco-prussiana, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Lanfranco Binni, Dario Fo, La Nuova Italia, Firenze 1977, pp. 110.
- Chiara Valentini, La storia di Dario Fo, Feltrinelli, Milano 1977, pp. 200 (+ un inserto fotografiico di 16 pp.).
- Michele L. Straniero, Giullari & Fo, Lato Side, Roma 1978, pp. 160.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2504 del 17 ottobre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
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