[Nonviolenza] Telegrammi. 2489
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- Date: Sun, 2 Oct 2016 03:23:46 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2489 del 2 ottobre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Una conversazione a Vetralla per la Giornata della nonviolenza
2. Alcuni testi del mese di settembre 2015 (parte terza)
3. Donne e uomini in cammino. Parole dette in piazza a Viterbo la mattina dell'11 settembre 2015
4. In questi giorni, in questi gironi
5. Che fare
6. Sul piatto della bilancia
7. Non solum, sed etiam
8. La compassione, virtu' politica e idea nuova per l'Europa
9. Ancora una strage degli innocenti
10. Un incontro a Viterbo contro il razzismo e per la pace
11. Dalla parte dell'umanita'
12. Fermare la strage nel Mediterraneo, fermare la guerra, fermare il razzismo in Europa. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'
13. In memoria di Alfio Pannega, approssimandosi il novantesimo anniversario della nascita
14. Se prendessimo sul serio i nostri pensieri
15. In memoria delle vittime di Sabra e Chatila
16. Il primo assioma
17. L'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega, nell'imminenza del XC genetliaco
18. Per far cessare la fuga dalla fame, dalle guerre e dalle dittature occorre evidentemente...
19. L'onomaturgia nazista, i suoi nuovi seguaci
20. Soccorrere, accogliere, assistere tutti. E abolire le guerre e la rapina
21. La pace e i diritti umani
22. Giu' le mani dalla Costituzione repubblicana
23. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" ricorda Alfio Pannega
24. Il disco rotto
25. Per le vittime dell'eccidio di Boves
26. "Viterbo oltre il muro": In memoria di Alfio Pannega
27. L'ora
28. Ancora
29. Nelo Risi
30. Accogliere tutti, abolire la guerra
31. Alfio
32. Se l'Europa apre gli occhi
33. Segnalazioni librarie
34. La "Carta" del Movimento Nonviolento
35. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. UNA CONVERSAZIONE A VETRALLA PER LA GIORNATA DELLA NONVIOLENZA
La sera di sabato primo ottobre 2016 a Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha tenuto una conversazione sulla Giornata internazionale della nonviolenza.
In essa sono state proposte alcune coordinate per una definizione della nonviolenza e sono state formulate alcune proposte d'iniziativa, essendo la nonviolenza analisi concreta della situazione concreta ed impegno pratico di lotta contro la violenza.
*
La nonviolenza e' una prassi; una prassi e la teoria ad essa collegata, che su quella prassi riflette, che quella prassi orienta. Ergo: la nonviolenza non si insegna, bensi' si sperimenta, si testimonia. Non si educa alla nonviolenza se non praticando la nonviolenza, testimoniando la nonviolenza. La nonviolenza e' la lotta contro la violenza, senza quella lotta nonviolenza non si da'.
Ci si accosta alla nonviolenza attraverso molte vie, ma tra esse la principale e' quella che mette insieme l'indignazione per l'ingiustizia, la compassione per la sofferenza, l'amore per il sapere (il sapere che sempre e' atto di rivolgimento amoroso ed operosa sollecitudine per l'umanita' e per il mondo).
Che si sia ateisti o teisti, la nonviolenza e' ricerca del vero, del giusto, del buono.
Che si sia sistematici o errabondi, la nonviolenza e' relazione all'altro e all'infinito.
Militante e contemplativa, la nonviolenza convoca a un agire che rispetta e preserva, a un conflitto che riconosce e comunica, a trovare accordi e cooperazioni che riducano il male.
Salda sui suoi principii e costitutivamente aperta, la nonviolenza e' affermazione di umanita', difesa di umanita', disvelamento di umanita', inveramento di umanita'. Riconoscimento e riconoscenza. Empatia e resistenza. Antifascismo, antibarbarie.
La nonviolenza e' il movimento di lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' giunto alla sua autocomprensione, alla piena responsabilita', all'universale solidarieta'.
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Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni: e quindi costruire pace, disarmo, smilitarizzazione.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni: e quindi difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni: e quindi realizzare, nel farsi stesso della lotta, una societa' di persone libere ed eguali in diritti, diverse e coscienti di essere nella loro infinita personale alterita' una sola umanita'; una societa' sobria e accudente, socialista e libertaria, rispettosa di ogni singola persona e dell'intero mondo vivente.
*
La Giornata internazionale della nonviolenza non e' una celebrazione rituale e museale di un pantheon di uomini e donne illustri; non e' una retorica professione di buone maniere e belle speranze; non e' una festicciola tra amici, uno spettacolino, un carnevaletto "semel in anno" e poi si torna alle basse opere.
La Giornata internazionale della nonviolenza e' un invito alla lotta contro tutte le menzogne, contro tutte le ingiustizie, contro tutte le violenze.
*
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
La nonviolenza e' lotta, concreta e coerente, nitida e intransigente, per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2015 (PARTE TERZA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2015.
3. DONNE E UOMINI IN CAMMINO. PAROLE DETTE IN PIAZZA A VITERBO LA MATTINA DELL'11 SETTEMBRE 2015
[Ricostruite a memorie queste sono le cose essenziali dette la mattina dell'11 settembre 2015 a Viterbo a conclusione dell'iniziativa per la "marcia delle donne e degli uomini scalzi"]
1. Anche a Viterbo questa mattina abbiamo voluto camminare in solidarieta' con le donne e gli uomini in fuga dalla fame e dalle guerre, affinche' tutte e tutti siano accolti in Italia e in Europa.
Ed in questa nostra camminata viterbese, che si univa a quella di tante altre persona in tante altre citta' italiane che da ieri sera a questa sera aderiscono all'appello che promuove la "marcia delle donne e degli uomini scalzi", abbiamo voluto sostare in quattro luoghi in cui alcune lapidi e "pietre d'inciampo" ricordano i martiri della Resistenza, le vittime della Shoah, le persone massacrate dal nazifascismo.
Perche' noi crediamo che oggi occorre proseguire la lotta contro il nazifascismo, contro l'ordine dei lager, contro il totalitarismo genocida, contro il razzismo che nega l'eguaglianza di diritti e dignita' di tutti gli esseri umani.
E proseguire qui ed ora la lotta che fu della Resistenza significa lottare per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; significa soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre; significa lottare per abolire tutte le infami e scellerate misure razziste che governi criminali hanno imposto nel nostro paese negli ultimi decenni; significa riaffermare la fedelta' alla Costituzione della Repubblica italiana; significa impegnarsi per salvare le vite, impegnarsi per la legalita' che salva le vite, impegnarsi per la democrazia che salva le vite, impegnarsi per la civilta' che salva le vite.
E la prima cosa che occorre ottenere e' che il Parlamento italiano legiferi immediatamente il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani a giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese: con questo semplice provvedimento facendo cessare la strage oggi in corso nel Mediterraneo; con questo semplice provvedimento facendo scomparire il criminale mercato nelle mani delle mafie dei trafficanti schiavisti e assassini; con questo semplice provvedimento facendo tornare l'Italia al rispetto della Costituzione repubblicana, democratica, antifascista; facendo tornare l'Italia al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani; facendo tornare l'Italia un paese civile, un luogo in cui sia possibile vivere senza vergogna, senza orrore.
*
2. Ancora una volta torniamo ad affermare queste evidenti, fondamentali verita': che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che il primo dovere e' salvare le vite; che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ancora una volta torniamo ad affermare che occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Ancora una volta torniamo ad affermare che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano in pericolo; che ogni vittima ha il volto di Abele.
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3. E poiche' siamo a Viterbo torniamo a chiedere al Comune di Viterbo di adempiere agli impegni che il sindaco dichiaro' pubblicamente di sostenere oltre un anno fa in un incontro con il "Tavolo per la pace" cittadino: l'istituzione della consulta comunale delle persone immigrate; la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini stranieri che vivono a Viterbo; atti amministrativi intesi a difendere e promuovere la vita, il rispetto della dignita' e i diritti democratici di tutte le persone che vivono a Viterbo.
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4. E poiche' siamo in Italia torniamo a chiedere al Parlamento italiano di legiferare immediatamente il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani a giungere in modo legale e sicuro in Italia e quindi in Europa.
Torniamo a chiedere al Parlamento italiano di abrogare immediatamente tutte le antileggi razziste, incostituzionali, criminali e criminogene tragicamente e scelleratamente oggi vigenti in Italia.
Torniamo a chiedere al Parlamento italiano di riconoscere immediatamente il diritto di voto per le elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
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5. Occorre parlare chiaro: la migrazione in corso e' conseguenza delle guerre e della rapina che il Nord rapinatore del mondo commette ai danni del Sud rapinato; e' conseguenza delle guerre e della rapina che le classi ricche e potenti perche' violente e rapinatrici commettono ai danni delle classi sfruttate e dei popoli impoveriti, impoveriti perche' rapinati. Per far si' che ogni persona possa vivere una vita degna nei luoghi in cui e' nato ed ha i suoi affetti occorre che cessino le guerre e la rapina, occorre che ovunque prevalgano giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta', il diritto alla vita che e' il primo e il fondamentale di tutti i diritti.
Solidarieta' immediata, concreta e coerente con i migranti significa allora anche impegno contro la guerra e contro la rapina; impegno immediato, concreto e coerente per il disarmo e la smilitarizzazione; impegno immediato, concreto e coerente contro il razzismo, lo schiavismo, il maschilismo, la mafia, il colonialismo, l'imperialismo; contro il modo di produzione fondato sulla massimizzazione del profitto dei rapinatori, sulla riduzione in schiavitu' degli esseri umani sfruttati, sulla distruzione delle risorse fino alla catastrofe della biosfera.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e difendere la natura sono uno stesso impegno.
Salvare le vite umane e salvare il mondo vivente sono uno stesso impegno.
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6. Ed ancora una parola occorre aggiungere: che per contrastare la guerra e' necessaria la smilitarizzazione ed e' necessario il disarmo.
L'Italia sperpera 72 milioni di euro al giorno in spese militari: e' uno scandalo abominevole.
L'Italia continua ad essere complice di regimi dittatoriali e poteri criminali: e' uno scandalo abominevole.
L'Italia continua a far parte di un'organizzazione responsabile di crimini gravissimi come la Nato: e' uno scandalo abominevole.
L'Italia continua a partecipare a guerre che sempre e solo consistono di stragi e che sono vietate dalla Costituzione che "ripudia la guerra": e' uno scandalo abominevole.
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7. Ed ancora una parola occorre aggiungere: che per contrastare il razzismo occorre abolire i campi di concentramento, occorre abolire le deportazioni, occorre abolire tutte le misure, le procedure e le strutture vessatorie e persecutorie nei confronti dei migranti.
Ed occorre contrastare le forze politiche neonaziste, le organizzazioni criminali schiaviste, i propagandisti dell'odio, gli organizzatori dei pogrom, quei rappresentanti delle istituzioni che abusano dei loro poteri di governo del territorio per promuovere ideologie e pratiche razziste e fasciste, che propugnano, favoreggiano e praticano flagranti ed infami violazioni dei diritti umani.
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8. Ed ancora una parola occorre aggiungere: che per contrastare la guerra e il razzismo e' indispensabile opporsi alla violenza maschilista e patriarcale, essendo la violenza maschilista e patriarcale la prima radice di tutte le altre violenze.
Ed occorre quindi in primo luogo sostenere i centri antiviolenza realizzati dal movimento delle donne; occorre ottenere la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne; occorre contrastare ogni ideologia e pratica maschilista - militarista, razzista, gerarchica, autoritaria, predatoria - che negando pienezza di diritti a meta' del genere umano nega l'umanita' dell'intera umanita'.
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9. Porsi in cammino al fianco delle "donne e degli uomini scalzi" che sono in marcia per salvare la propria vita significa opporsi ad ogni violenza nell'unico modo in cui e' possibile e necessario opporsi ad ogni violenza: contrastando il male facendo il bene; resistendo alla barbarie difendendo la civile convivenza; combattendo la violenza praticando la nonviolenza; opponendosi al fascismo con l'antifascismo, ovvero con la forza della verita' e del diritto, della democrazia e della solidarieta', della dignita' umana e della legalita' che salva le vite.
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10. Questa mattina abbiamo ascoltato ancora una volta le parole di Primo Levi; abbiamo reso omaggio ancora una volta alle persone viterbesi assassinate dal nazifascismo, alle persone viterbesi che al nazifascismo si opposero a prezzo della propria vita; abbiamo ricordato le vittime del colpo di stato in Cile del 1973, e le vittime dell'attentato alle torri gemelle di New York del 2001; abbiamo camminato in silenzio per esprimere la nostra solidarieta' alle vittime di tutte le guerre, per esprimere la nostra solidarieta' a tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, per esprimere la nostra solidarieta' a tutti i migranti.
Prima di lasciarci diciamo ancora una volta che questo cammino non comincia ne' finisce oggi; che la nostra lotta contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo continua; che la solidarieta' con l'umanita' affamata e perseguitata continua; che l'impegno contro la violenza e per la liberazione dell'umanita' continua.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Vi e' una sola umanita'.
4. IN QUESTI GIORNI, IN QUESTI GIRONI
Il muro del pianto
il gioco del fuoco
la voce di pietra
il vento di foglie
la strada dell'orco.
La spada di cristallo
lo sguardo di ferro
il volto del nulla
la fame di sabbia
l'albero della paura.
I bambini presi a calci
le donne e gli uomini in gabbia
le gole recise
il bastone sul volto che rompe le ossa
il rogo e nel rogo sfrigola e grida la carne umana.
E la conflagrazione universale
la rotta, la rottura
la notte senza occhi tutta orecchie
il deserto che soffia e dilava
l'alto respiro del mare e i suoi draghi.
La grotta di Polifemo
le case di filo spinato
gli scarponi ferrati, i vagoni
piombati, il rimbombo
del passo dell'oca.
La voragine chiamata Europa
il fosforo bianco sulle lame dei coltelli
il grido muto dell'annegato
il nome senza nome
il cammino senza piedi.
Tu scrivi queste righe
e sai che altro e' da fare
da rovesciare da riscattare
questo lago di sangue
questo tempo di dolore.
5. CHE FARE
"Dopo tante pene e tanti lutti, tante lacrime e tante piaghe, tanto odio, tante ingiustizie e tanta disperazione, che fare?"
(Ignazio Silone, Fontamara)
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
6. SUL PIATTO DELLA BILANCIA
Occorre che irrompa nello spazio pubblico la solidarieta' non solo come generoso personale sentimento di umanita' riconoscente ma come coscienza ed azione collettiva, come forza morale, sociale, politica e giuriscostituente che sappia, che possa, che riesca a contrastare e sconfiggere la guerra, il razzismo, il maschilismo.
Occorre che irrompa nello spazio pubblico la nonviolenza non solo come feconda testimonianza di piccoli gruppi persuasi ma come coscienza ed azione collettiva, come forza morale, sociale, politica e giuriscostituente che sappia, che possa, che riesca a contrastare e sconfiggere la guerra, il razzismo, il maschilismo.
Occorre che irrompa nello spazio pubblico la civilta' non solo come percezione chiara e nutriente del lascito e della tensione del passato e del futuro dell'umana vicenda, ma come coscienza ed azione collettiva, come forza morale, sociale, politica e giuriscostituente che sappia, che possa, che riesca a contrastare e sconfiggere la guerra, il razzismo, il maschilismo.
*
Occorre che i segni di risveglio in Europa della dignita' umana e dell'impegno antifascista di questi giorni si sviluppino e si generalizzino e si oppongano in modo adeguato alla violenza bellicista, razzista, neofascista troppo a lungo incontrastata.
Solo l'umanita' puo' sconfiggere la disumanita'.
Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza.
Solo il bene puo' sconfiggere il male.
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Ancora una volta riproponiamo i compiti dell'ora, minimo un programma: salvare le vite.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
7. NON SOLUM, SED ETIAM
Accogliere tutti. Abolire la guerra.
Ed accogliendo tutti si riesce a contrastare i poteri criminali, i poteri totalitari, i poteri terroristi, i poteri razzisti, i poteri schiavisti, i poteri mafiosi.
Ed abolendo la guerra si riesce a contrastare i poteri criminali, i poteri totalitari, i poteri terroristi, i poteri razzisti, i poteri schiavisti, i poteri mafiosi.
Accogliere tutti. Abolire la guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita'.
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Ancora una volta riproponiamo i compiti dell'ora, minimo un programma: salvare le vite.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
8. LA COMPASSIONE, VIRTU' POLITICA E IDEA NUOVA PER L'EUROPA
Occorre accogliere tutte le persone bisognose di aiuto.
Occorre contrastare e sconfiggere razzismo e schiavismo.
Occorre cessare di fare, armare, promuovere, favoreggiare le guerre e le dittature.
La politica necessaria e' la politica della compassione.
La politica necessaria e' la politica della nonviolenza.
*
Ancora una volta riproponiamo i compiti dell'ora, minimo un programma: salvare le vite.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
9. ANCORA UNA STRAGE DEGLI INNOCENTI
Ancora una strage nel Mediterraneo. Tra le decine di vittime molti i bambini.
Di questa oscena ecatombe i responsabili primi sono i governi europei che continuando a impedire l'ingresso legale e sicuro nel nostro continente alle vittime in fuga dalla fame e dalla guerra le costringono a porsi nelle mani dei trafficanti mafiosi, schiavisti, assassini, a mettere ancora a rischio la vita.
E' possibile, e' necessario, e' urgente far cessare la strage nel Mediterraneo: l'Italia riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Salvare le vite: il primo dovere.
10. UN INCONTRO A VITERBO CONTRO IL RAZZISMO E PER LA PACE
Si e' svolto nel pomeriggio di lunedi' 14 settembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza contro il razzismo e per la pace.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Hannah Arendt, di Nelson Mandela, di Bertrand Russell, di Vandana Shiva, di Tiziano Terzani (del quale ricorreva l'anniversario della nascita) ed e' stato rivolto ancora una volta un appello al Parlamento italiano affinche' legiferi il diritto di ogni essere umano ad entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese, cosi' facendo cessare la strage dei migranti nel Mediterraneo e contrastando le mafie schiaviste e assassine sottraendo loro il lucroso mercato del traffico di esseri umani (mercato illegale che esiste per responsabilita' dei governi europei che insensatamente e scelleratamente impediscono l'ingresso legale e sicuro in Europa agli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte che hanno pieno diritto ad essere soccorsi, accolti e assistiti).
*
Al termine dell'incontro e' stato letto altresi' il documento che di seguito si trascrive.
Minimo un programma nonviolento per salvare le vite
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
11. DALLA PARTE DELL'UMANITA'
Continuano le stragi nel Mediterraneo, e torna a montare la violenza razzista di governi e movimenti neofascisti.
A maggior ragione occorre un piu' energico e persuaso impegno a salvare le vite.
A soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame, dalle guerre, dalle dittature.
Ad opporsi alla guerra che sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Ad opporsi al razzismo che nega la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Ad opporsi al maschilismo, prima radice di tutte le altre violenze.
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Riproponiamo ancora una volta un minimo programma nonviolento per salvare le vite.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
12. FERMARE LA STRAGE NEL MEDITERRANEO, FERMARE LA GUERRA, FERMARE IL RAZZISMO IN EUROPA. OGNI ESSERE UMANO HA DIRITTO ALLA VITA, ALLA DIGNITA', ALLA SOLIDARIETA'
Invece di tanto vaniloquio, questo deve immediatamente legiferare il parlamento italiano: riconoscere subito a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in Italia in modo legale e sicuro; cessare subito di partecipare alle guerre, di armare gli uccisori, di partecipare ad alleanze stragiste, di sostenere regimi e gruppi criminali; abolire subito i campi di concentramento, le deportazioni e tutte le altre scellerate misure razziste attualmente imposte in Italia; tornare subito al rispetto della Costituzione della Repubblica italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani; soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in pericolo.
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Riproponiamo ancora una volta un minimo necessario programma nonviolento.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
13. IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA, APPROSSIMANDOSI IL NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA
Ricorre il 21 settembre il novantesimo anniversario della nascita di Alfio Pannega, che ci ha lasciato cinque anni fa. Nacque infatti a Viterbo il 21 settembre 1925 ed a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010.
Di Viterbo e' stato uno dei simboli: conosciuto da tutti, con tutti benevolo, generoso e gentile sempre. Ed insieme fieramente indignato e impegnato contro tutte le ingiustizie e le vilta'; nitido e intransigente militante politico del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera, comunista libertario, amico della nonviolenza.
La sua testimonianza di antifascista concreto e coerente illumina ancora le esistenze di quanti hanno avuto la fortuna di essergli stati amici e compagni di lotte.
Il suo amore per l'umanita', per tutti gli animali, per la natura vivente, si fondava su un vasto, profondo, prezioso sapere: un sapere pratico, frutto dell'esperienza di una vita di lavoro operaio ed agricolo, ed un sapere teorico - umanistico e scientifico -, frutto degli studi scolastici, poi da autodidatta fino all'ultima ora, con la forte coscienza del militante del movimento operaio che sa che la liberazione comune comincia dal sapere, con la viva tensione dell'uomo moralmente e civilmente impegnato che sa che lo studio e' tanta parte della lotta per affermare la dignita' di tutti. Cosi' ti sapeva dire tutto della coltivazione di ogni frutta ed ogni verdura come dell'allevamento di ogni animale, sapeva fare tutti i lavori e riparare ogni cosa con mezzi di fortuna, e ti sapeva recitare con prodigiosa memoria - le lacrime agli occhi - interi canti della Divina commedia, ed improvvisare perfette ottave di endecasillabi.
Per molti anni - dopo la scomparsa della madre amatissima - abito' in solitudine, poi intorno a lui nacque e fiori' l'esperienza del centro sociale occupato autogestito di Viterbo e tra il 1993 e il 2010 decine, centinaia di ragazze e ragazzi ebbero modo di condividere con lui le opere e i giorni, di vivere con lui esperienze fondamentali di solidarieta' e di liberazione, di pensiero e di azione.
Mai permise che la cognizione del dolore, l'esperienza del dolore, soffocasse la sorgiva sua capacita' di sentire e donare gioia; mai permise che i torti subiti offuscassero la luminosa bellezza della sua anima; sempre lotto' per il bene comune, i diritti di tutti, la dignita' e la liberazione dell'umanita' intera, la bellezza del mondo vivente, l'esistenza di un mondo vivibile.
Volle e seppe essere un uomo come ogni uomo dovrebbe essere, come l'umanita' tutta dovrebbe essere: sollecito sempre della dignita' propria ed altrui, pronto sempre a recare soccorso - con il braccio e con il cuore - all'oppresso, al sofferente, all'indifeso; responsabile e riconoscente, coraggioso e gentile, capace di discernere il bene dal male e di scegliere il bene senza esitare.
Molte sofferenze certo conobbe, e la felicita' di essere una persona buona.
Ricordarne la testimonianza e' continuarne la lotta.
*
Una breve notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino"...
14. SE PRENDESSIMO SUL SERIO I NOSTRI PENSIERI
Opporsi a un massacro e' un dovere, si' o no?
Una persona in pericolo, va soccorsa si' o no?
Una persona costretta alla fuga dalla fame, dalla guerra, dalla persecuzione, va soccorsa si' o no?
Una persona innocente e indifesa come lo sono tutti i bambini, va soccorsa si' o no?
La vita umana ha un valore, si o no?
Le persone hanno diritto a vivere, si o no?
Omettere di soccorrere una persona che rischia di morire e' immorale e illegale, si o no?
Salvare le vite e' un dovere, si' o no?
Se prendessimo sul serio i nostri pensieri, quanti errori ed orrori sarebbero evitati, quante menzogne e vilta' smascherate.
*
Ripetiamolo una volta di piu' quello che e' necessario ed urgente fare.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
15. IN MEMORIA DELLE VITTIME DI SABRA E CHATILA
Dal 16 al 18 settembre 1982 nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila centinaia di persone inermi furono massacrate dalle milizie falangiste con la complicita' dell'esercito di Israele.
*
Anche nel ricordo delle vittime di Sabra e Chatila proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
16. IL PRIMO ASSIOMA
La prima cosa da fare per salvare le vite e' cessare di sopprimerle.
E quindi cessare di fare le guerre, cessare di organizzare eserciti, cessare di produrre armi.
*
Di ogni essere umano questo tu sai: che non deve essere ucciso. Ed in due modi si uccide una persona: colpendolo a morte o negandogli soccorso quando di soccorso ha estremo bisogno.
*
Quando sento l'infame distinguo tra noi indigeni e loro migranti mi chiedo come si possa negare la flagrante evidenza che tutti siamo esseri umani. Ed essendo esseri umani abbiamo tutti il medesimo diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
I sostenitori dei lager e delle deportazioni hanno una genealogia: hitleriana.
*
I sostenitori delle "missioni di pace" a suon di bombardamenti quando dicono di voler fare la pace intendono dire fare un deserto, sterminare tutti.
*
Appresi a lezione di retorica che ogni essere umano fa parte dell'unica umanita'. L'intera scienza morale e' uno svolgimento di questo primo assioma.
*
Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano in pericolo.
Alla barbarie opporre la civilta'.
Alla violenza opporre la nonviolenza.
Al male opporre il bene.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
17. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" RICORDA ALFIO PANNEGA, NELL'IMMINENZA DEL XC GENETLIACO
L'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega (Viterbo, 21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), di cui il prossimo 21 settembre ricorre il novantesimo genetliaco.
Con Alfio Pannega abbiamo fondato il comitato e condotto la lotta che salvo' la preziosa area termale del Bullicame, un bene naturalistico, storico e terapeutico di immenso valore, che uno scellerato e dissennato progetto mega-aeroportuale avrebbe devastato per sempre.
Con Alfio Pannega abbiamo condiviso esperienze e riflessioni, momenti di convivialita' e iniziative di lotta per la pace, la giustizia sociale, la difesa della natura, i diritti di tutti gli esseri umani.
Da Alfio Pannega abbiamo ricevuto il dono della sua profonda saggezza e sottile sapienza, della sua generosa ospitalita', della sua incondizionata bonta', della sua capacita' di ascolto e di accudimento, del suo incitamento costante ai degni pensieri e alle opere buone attraverso l'esempio.
In Alfio Pannega abbiamo trovato un compagno e un maestro, un testimone e un esempio di antifascismo e di nonviolenza.
Fedeli alla memoria di Alfio Pannega continuiamo la lotta contro ogni oppressione, contro ogni menzogna, contro ogni violenza; continuiamo la lotta per il bene comune; continuiamo la lotta per la liberta', l'eguaglianza di diritti e la fraternita' e sororita' fra tutti gli esseri umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per non lasciar distruggere il mondo vivente e gli esseri viventi tutti.
18. PER FAR CESSARE LA FUGA DALLA FAME, DALLE GUERRE E DALLE DITTATURE OCCORRE EVIDENTEMENTE...
Per far cessare la fuga dalla fame, dalle guerre e dalle dittature occorre evidentemente por fine alla fame, alle guerre e alle dittature.
Ebbene, la fame, le guerre e le dittature si possono far cessare agevolmente: basta por fine alla rapina delle risorse del Sud del mondo da parte del Nord imperialista e colonialista e dei poteri e regimi suoi vassalli e sicari; basta por fine al crimine della produzione di armi e alle follia degli eserciti; basta riconoscere a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani.
Questo occorre: una politica di pace, di giustizia, di riconoscimento dei diritti umani - delle persone, delle comunita' e dei popoli -, di salvaguardia della biosfera. Una politica nonviolenta, una politica dal punto di vista dell'umanita', una politica come dovrebbe essere: civile, solidale, semplicemente umana.
*
E nell'attuale frangente ancora una volta riproponiamo questo minimo indispensabile urgente programma nonviolento per salvare le vite hic et nunc.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
19. L'ONOMATURGIA NAZISTA, I SUOI NUOVI SEGUACI
Lo slogan "rimpatriare i clandestini".
Chiamano rimpatri le deportazioni. Tra poco: rimpatriate.
Chiamano clandestino l'essere umano ridotto a nuda vita, fragilita' e bisogno, esposto ad ogni offesa.
Tu senti dire "rimpatriare i clandestini" e sai che significa: carne umana da macellare, lontano da sguardi indiscreti.
*
Lo slogan "distinguere tra profughi politici e migranti economici" occulta che la fuga dalla fame e dalle devastazioni non e' altra cosa dalla fuga dalla guerra e dalle persecuzioni: la stessa morte minaccia chi e' vittima delle dittature economiche e chi e' vittima delle dittature politiche, lo stesso ordine assassino presiede alle due dittature che sono una sola.
Tu senti dire "distinguere tra profughi politici e migranti economici" e sai che chi queste parole pronuncia ha gia' caricato i fucili del plotone di esecuzione.
20. SOCCORRERE, ACCOGLIERE, ASSISTERE TUTTI. E ABOLIRE LE GUERRE E LA RAPINA
Soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in pericolo, nel dolore e nel bisogno.
Chi sostiene che si puo' omettere il soccorso per qualcuno, ha gia' deciso per lo sterminio di tutti.
*
Abolire le guerre e la rapina.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
Una sola umanita'. Un mondo comune. Chi non salva le vite le estingue.
21. LA PACE E I DIRITTI UMANI
Per questo occorre battersi ora: per far cessare le guerre in corso, per accogliere tutti i migranti, per salvare tutte le vite.
*
Ripetiamolo ancora una volta cio' che occorre innanzitutto fare.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
22. GIU' LE MANI DALLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
Non ci dovrebbe essere bisogno di scriverlo, ma scriviamolo lo stesso.
Tutte le riforme istituzionali e costituzionali degli scorsi anni sono state un disastro e un orrore.
E le riforme istituzionali e costituzionali del governo in carica intendono recare a compimento un golpe autoritario che fa strame della democrazia.
Giunti ormai sull'orlo dell'abisso, si fermino e riflettano finalmente i parlamentari: le poche persone ragionevoli in parlamento presenti persuadano i loro insipienti colleghi a difendere la democrazia e la Costituzione dall'assalto degli oligarchi e degli apprendisti stregoni.
23. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" RICORDA ALFIO PANNEGA
Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" ricorda Alfio Pannega, di cui tra pochi giorni ricorre il novantesimo anniversario della nascita.
Con Alfio abbiamo condiviso le esperienze e le riflessioni che hanno dato luogo alla nascita del nostro gruppo di ricerca, sorto come sviluppo del ciclo di incontri di accostamento alla nonviolenza che per anni si sono svolti con cadenza settimanale presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo, incontri cui Alfio prese costantemente parte fin dall'inizio, dando ad essi una impronta profonda col dono grande della sua testimonianza di militante antifascista, di militante del movimento operaio, di uomo libero e solidale, limpido e generoso, e il dono non meno grande del suo contributo di idee di persona sensibile e colta, educato ai classici della letteratura di cui serbava memoria vivissima e intatta - Dante in primis et ante omnia - come alla rigorosa creativita' della poesia a braccio, ma anche all'analisi marxista della societa' ed alla morale leopardiana, intrecciando analisi sociale e coscienza ecologica, etica della responsabilita' e politica della relazione che riconosce e che libera.
In Alfio abbiamo avuto non solo un maestro di condotta civile nitida e intransigente e di riflessione veritiera e appassionata, ma anche un compagno di lotte concrete e coerenti: per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la difesa dell'ambiente e della cultura bene comune, per la pace e contro il razzismo, contro il regime della corruzione e contro la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio.
Il suo antifascismo era tutt'uno con la sua nonviolenza; ed infatti essendo il fascismo innanzitutto vile adorazione della violenza, la nonviolenza e' l'esatto opposto del fascismo, l'unico autentico integrale avversario del fascismo; la nonviolenza e' riconoscimento e difesa dell'umanita', lotta per la liberazione da ogni menzogna, da ogni oppressione, da ogni violenza.
Con Alfio abbiamo lottato contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per l'umanita' e in difesa della biosfera.
Sono cinque anni che Alfio ci ha lasciato e la sua lezione e' piu' viva che mai.
Anche nel suo ricordo, fedeli alla sua memoria, alla sua testimonianza, alla sua lotta diuturna, continua il nostro impegno, in primo luogo contro il razzismo e contro la guerra.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
24. IL DISCO ROTTO
Anche questo giorno questa parole aprano questo foglio.
Salvare le vite, abolire la guerra.
*
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
25. PER LE VITTIME DELL'ECCIDIO DI BOVES
Il 19 settembre 1943 i nazisti massacrarono
l'inerme popolazione di Boves.
Di quell'orrore non si estingua la memoria.
Di quelle vittime il lutto sia seme
di impegno incessante per la pace e i diritti
di tutti gli esseri umani.
26. "VITERBO OLTRE IL MURO": IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA
Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ricorda Alfio Pannega, che della nostra esperienza fu partecipe fin dall'inizio e fino all'ora della sua scomparsa.
Alfio Pannega e' deceduto cinque anni fa, il 30 aprile 2010; era nato il 21 settembre 1925; tra pochi giorni ricorre quindi il novantesimo anniversario della sua nascita.
Era un simbolo del popolo di Viterbo, da tutti conosciuto, da tutti amato. Ma chi ha avuto la fortuna di condividere con lui un tratto di vita, le lotte necessarie, un vero colloquio, ne reca un ricordo vieppiu' profondo, ed incancellabile.
*
Era una persona generosa con tutti; le sofferenze ed i torti subiti non lo avevano reso peggiore, aveva saputo restare una persona buona e giusta, ferma e gentile; era un lottatore indignato contro ogni soperchieria, contro ogni vilta', e sapeva lottare senza risentimenti; era un uomo di tenace concetto che sapeva ascoltare le ragioni di tutti, restando saldo nel vero e compassionevole sempre; ed era arguto ed aguzzo un poeta improvvisatore, un declamatore squisito e commosso, un educatore con la forza dell'esempio e con la chiarezza, coerenza e lealta' dell'argomentazione. E fermo un antifascista, e un amico della nonviolenza, un militante comunista e libertario, un difensore del mondo vivente che con la natura aveva una relazione profonda, intima, da uomo sapientissimo di tutte le erbe e le piante, da amico degli animali tutti, accudente, empatico, capace di interpretare tutte le lingue di tutti i viventi come avesse l'anello di Salomone.
*
Se decine e decine - e forse centinaia - di giovani in ricerca o in difficolta' hanno trovato un luogo ove poter liberamente e responsabilmente condurre esperienze e riflessioni nonviolente, prendere parte a lotte buone e giuste, studiare e discutere insieme le piu' importanti e ardue questioni, ed ascoltare, leggere, interpretare Dante e Primo Levi, i vangeli e Marx, Hannah Arendt e Mohandas Gandhi, e' anche per merito suo, del suo impegno - della sua presenza, della sua testimonianza - che ha caratterizzato l'esperienza del centro sociale occupato autogestito di Viterbo.
Se l'area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame non e' stata devastata dall'assalto furioso degli speculatori e' anche per merito suo, della sua lotta che ha difeso e salvato quel bene prezioso.
Se non poche persone senza un tetto hanno trovato dove ripararsi e potersi nutrire senza essere umiliate, e' stato ancora una volta anche per merito suo, della sua generosita' che sempre metteva a disposizione di tutti il poco che aveva, e che anche ad altri ha insegnato che la solidarieta' e la condivisione non ammettono barriere, che ogni essere umano ha diritto all'aiuto degli altri esseri umani.
Se a Viterbo sono state condotte cruciali esperienze di lotta contro il razzismo e contro la guerra, e' stato ancora una volta anche per merito suo, che mai esito' a schierarsi in difesa di ogni persona oppressa, contro ogni oppressione.
*
Sapeva e insegnava che sei tu che devi accogliere la persona disperata.
Sapeva e insegnava che sei tu che devi opporti ad ogni violenza.
Sapeva e insegnava che non devi aspettare che altri facciano la cosa giusta, sei tu che devi farla.
La sua amicizia, il suo consiglio, il suo discernimento e il suo coraggio, sono stati per noi un insegnamento non piu' dimenticato.
Cosi' dovrebbe essere ogni essere umano.
27. L'ORA
Continua nel Mediterraneo la strage degli innocenti.
Continua lo sfruttamento schiavista e la persecuzione razzista in Italia e in Europa.
Continua la rapina e la devastazione terrorista e stragista del "nuovo ordine mondiale" ai danni dei popoli e della natura, della biosfera e dell'umanita', della civilta' e del mondo vivente.
Continuano le guerre neocoloniali e neohitleriane, mafiose e totalitarie, dall'Afghanistan alla Libia, dal Medio Oriente all'Africa subsahariana; continuano gli orrori delle stragi commesse dai tagliagole e dai droni, coi mitra, coi gas, con le bombe; la produzione di armi continua a mietere profitti e vite umane; ovunque le guerre divorano persone, natura, civilta'.
Fermare la strage occorre.
Disarmo e smilitarizzazione subito.
Soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime subito.
Solo la pace ferma la guerra.
Solo la nonviolenza contrasta la violenza.
Solo l'umanita' si oppone alla disumanita'.
Solo il bene sconfigge il male.
Ogni vittima il volto di Abele.
28. ANCORA
Ancora morti in mare, ancora vittime della guerra, ancora violenze razziste e assassine, ancora indicibili atti di disumanita'.
Cessi la guerra. Cessi la strage e l'orrore. Si rechi soccorso a tutte le vittime. Salvare le vite e' il primo dovere. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
Ed ancora una volta, ancora una volta, ripetiamo cio' che occorre innanzitutto fare.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
29. NELO RISI
E' deceduto Nelo Risi, poeta, cineasta, traduttore, fratello di Dino Risi, marito di Edith Bruck.
Ne ricordiamo la testimonianza, l'arte, l'impegno civile.
30. ACCOGLIERE TUTTI, ABOLIRE LA GUERRA
Questo e' cio' che occorre fare: accogliere tutti, abolire la guerra.
31. ALFIO
Ricorre oggi il novantesimo anniversario della nascita di Alfio Pannega.
Un suo amico e compagno di lotte ha scritto per il nostro foglio il seguente ricordo.
*
Ho conosciuto Alfio Pannega negli anni '70 del secolo scorso.
Ero all'epoca un giovane militante della sinistra rivoluzionaria, e lui era gia' un vecchio compagno antifascista, comunista, libertario.
A Viterbo era conosciutissimo ed amatissimo, ma pochi avevano con lui un rapporto di riflessione condivisa.
Mi capito' invece di ragionare con lui dei compiti dell'ora e delle piu' ardue questioni teoriche e pratiche del nostro movimento - il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' -, e di cogliere quanto profonda fosse la sua sapienza, quanto acuta e complessa la sua riflessione, come nella sua vita di proletario e nella sua cultura di autodidatta avesse svolto ragionamenti essenziali, si fosse costruito un metodo, si ponesse gli stessi problemi che ci ponevamo noi giovani giunti al marxismo e al comunismo consiliare e antiautoritario attraverso la critica non solo del capitalismo e dell'imperialismo ma anche di ogni totalitarismo e delle vecchie e nuove ideologie e prassi dell'alienazione su cui avevano continuato a riflettere i pensatori della scuole di Francoforte, ed Ivan Illich, ed Ernst Bloch, ed Hannah Arendt, e Murray Bookchin, ed il femminismo che tutti ci interrogava e chiamava ad un approfondimento ed impegno ulteriore, piu' profondo, piu' decisivo.
In quel tempo nella sinistra storica gia' prevalevano burocrazie subalterne all'ideologia borghese ed alle macchine weberiane della ragione strumentale; ma anche nella sinistra di provenienza studentesca o intellettuale vi era una sottovalutazione - coperta da una mitizzazione non meno alienata e alienante - del sapere delle classi oppresse. Si leggeva certo Mariategui e Gramsci, De Martino e la migliore antropologia - e sociologia - fondata sull'osservazione partecipante e la ricerca sul campo, Nuto Revelli e le altre ricerche degli storici orali, i rendiconti delle esperienze operaie di Castellanza e non solo, e Basaglia naturalmente. Ma restava un atteggiamento in sostanza paternalistico, avanguardistico, dirigenziale.
Meno vanto di essere stato un funzionario di partito - un "rivoluzionario di professione" - che invece volle e seppe ascoltare. Sara' per questo che non ho fatto carriere. E ascoltandolo seppi quanto acuto, quanto profondo fosse Alfio Pannega.
Fu per anni un'amicizia di scarsi incontri e lunghe chiacchierate.
*
Poi nell'estate del '93 accadde una cosa che cambio' le nostre vite.
Un gruppo di ragazzi decise di occupare l'ex gazometro da decenni abbandonato, a ridosso delle mura cittadine di Viterbo nella Valle di Faul. E a ridosso dell'area del gazometro c'era la minuscola casa di Alfio.
Ero di molti anni piu' vecchio di quei giovani; partecipai all'occupazione pensando che la presenza di un pubblico amministratore (ero all'epoca consigliere provinciale) e giornalista (erano gli anni in cui redigevamo il settimanale "Sottovoce" che a Viterbo si batteva contro il regime della corruzione e la penetrazione mafiosa) sarebbe stata utile a impedire eventuali intenzioni di sgombero violento; cosi' fin dalla prima mattina fui uno degli occupanti, e mi trovai a condurre le trattative con le istituzioni - con esito positivo: il centro sociale esiste ancora (il che ovviamente non mi risparmio' di essere il primo dei condannati per l'occupazione).
Quella prima mattina avevamo iniziato a ripulire l'area dalle sterpaglie che Alfio usci' di casa e si uni' a noi. Fu un incontro gioioso per entrambi, e per tutti. Se il centro sociale esiste ancora, Alfio ne reca il merito maggiore.
Dal primo giorno iniziammo la formazione alla nonviolenza, e la nonviolenza ha caratterizzato il centro sociale di Viterbo per anni. Ma di questo diro' in un'altra occasione.
Per Alfio il centro sociale fu una rinascita: dopo anni di dura solitudine si ritrovo' una famiglia allargata di giovani e giovanissimi che in lui, attraverso lui, scoprirono un mondo: l'antifascismo negli anni della dittatura, la poverta' e l'oppressione perdurante sotto il regime democristiano corrotto e ladro, la storia della Viterbo popolare che resisteva, il marxismo pensato e vissuto dal proletariato come solidarieta' e come riscatto, come lotta e speranza di un'umanita' finalmente libera e riconciliata. E la storia e le storie "di lunga durata" della citta', del suo popolo, dei suoi monumenti e della sua natura. E la cultura grande dei classici che Alfio aveva appreso bambino in collegio e ancora riteneva a memoria e sapeva recitare col gesto ampio, la voce commossa, gli occhi in lacrime, da Dante a Carducci, in un percorso in cui cultura e lotta di liberazione erano tutt'uno.
E con Alfio e con il centro sociale abbiamo condotto nel corso degli anni Novanta e Duemila - Alfio e' deceduto nel 2010 - lotte nitide e decisive, promosso movimenti e manifestazioni indispensabili. Talora sconfitti e talora vittoriosi - come e' ovvio che accada -, ma quando vittoriosi (come nel caso della lotta che impedi' che un illegale e dissennato mega-aeroporto distruggesse per sempre l'area del Bullicame di dantesca memoria, uno dei piu' importanti beni naturalistici, culturali e terapeutici di Viterbo) con la gioia di avere salvato un bene comune e il bene di tutti; ed anche quando sconfitti con la coscienza comunque di aver fatto la cosa giusta.
*
Di Alfio mi ha sempre soprattutto commosso la generosita' e la concretezza, il primato della relazione di accoglienza e di aiuto, e la consapevolezza che la lotta da condurre e' insieme - come si usa ora dire - locale e globale, ovvero immediata e di prospettiva: attenta a recare aiuto subito a chi soffre dolore o patisce ingiustizia, ed insieme collocata coerentemente e dinamicamente in un orizzonte generale di lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa del mondo vivente.
Dopo la sua morte ho temuto che con il trascorrere degli anni prendesse il sopravvento nella memoria comune della citta', ma anche nella memoria collettiva dei compagni aggrediti e non di rado colonizzati dalla societa' dello spettacolo, una immagine di lui stereotipata, pittoresca, folclorica, alienata e falsificata; e per quanto e' stato in mio potere ho cercato di contrastare questa deriva che ne sfigurava il volto, il pensiero, l'azione, il lascito. Talora ho vissuto come una bruciante ferita anche a me inferta certi tentativi infami di offenderne la memoria da parte dei poteri contro cui lui sempre combatte'. E sovente mi sembra che sempre piu' difficile si faccia tramandare ai giovani la sua testimonianza, la sua lotta, il suo - chiedo venia - messaggio. Chi e' giovane oggi fatica a capire la nostra lotta ed e' frequentemente in balia di retoriche immemori e demagoghi ripugnanti. Nel contesto attuale ricordare Alfio e' un atto di ecologia morale e politica, di resistenza al nichilismo, di resistenza al fascismo che torna.
Sono trascorsi cinque anni dalla sua morte, e ricorre ora il novantesimo suo genetliaco: vorrei che questa occasione fosse propizia a promuovere la costituzione di quell'"Archivio Alfio Pannega" che fin dal decesso con alcuni compagni riteniamo necessario creare, e creare presto, prima che documenti importanti (registrazioni, fotografie, manoscritti) si perdano e le memorie di chi lo ha conosciuto svaniscano ovvero si metamorfosino ed omologhino sotto l'incessante azione del tempo, quel lavoro dell'oblio che rielabora e semplifica ed infine travisa, e travolge, ed annienta. Alcuni segnali a mio avviso inquietanti si sono gia' dati. Occorrerebbe fare presto, e bene.
Credo anche, e credo che come me molte altre persone lo credano, che sarebbe cosa buona e giusta che anche le istituzioni - quelle culturali, quelle civiche - avviino un percorso sincero e adeguato di confronto con la sua figura, di riconoscimento del suo valore e della sua importanza. Ciascuno trovi la sua via per rendergli omaggio, per mettere a disposizione di tutti i doni che Alfio ha recato, a Viterbo, all'umanita'.
32. SE L'EUROPA APRE GLI OCCHI
Forse solo adesso in Europa ci si comincia ad accorgere degli esiti mostruosi delle guerre e delle dittature che Stati Uniti d'America, paesi dell'Unione Europea e l'organizzazione terrorista e stragista della Nato hanno portato ed imposto in tante aree del mondo. Adesso che milioni di donne e di uomini spogliati di tutto da guerre, dittatori, terroristi e mafiosi - milioni di donne e di uomini in disperata fuga da quell'immane orrore e sterminio, milioni di donne e di uomini innocenti, vittime sacrificali dell'abominevole "nuovo ordine mondiale" - premono per trovare scampo in Europa.
Se finalmente in Europa si comincia ad aprire gli occhi sulle nefande conseguenze dei crimini nostri, due cose diventa evidente a chiunque che occorre immediatamente fare: soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre; e cessare di fare, armare, fomentare, favoreggiare le guerre e le dittature e la rapina infinita che ne e' il movente.
*
Ripetiamolo dunque ancora una volta quali siano i compiti dell'ora, il nostro primo dovere, la politica necessaria e urgente.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere...
33. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Enzo Collotti, Oskar Negt, Franco Zannino (a cura di), Lelio Basso. Teorico marxista e militante politico, Franco Angeli, Milano 1979, pp. IV + 226.
- Andrea Mulas (a cura di), Lelio Basso: la ricerca dell'utopia concreta, Edup, Roma 2006, Il sole 24 ore, Milano 2013, pp. 288.
- AA. VV., Lelio Basso, Edizioni Punto Rosso, Milano 2012, pp. 418 (+ un'appendice fotografica di 18 pp.).
34. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
35. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2489 del 2 ottobre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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