[Nonviolenza] Telegrammi. 2469
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- Date: Sun, 11 Sep 2016 20:20:05 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2469 del 12 settembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
2. Lazzaro Casusceri: Il professor Dracula
3. Alcuni testi del mese di aprile 2016 (parte quarta)
4. "Il primo dovere". Un incontro di riflessione a Viterbo
5. Per farla finita con la strage e le menzogne. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica
6. Opporsi alla guerra, salvare le vite
7. Un invito a Livorno
8. Approssimandosi il 25 aprile (con una proposta d'azione concreta)
9. "D'un volgo disperso che nome non ha". Un incontro di studio sul primo coro dell'Adelchi
10. Un ringraziamento e un saluto ai promotori del convegno di Livorno del 29 aprile 2016 su "Nonviolenza e forze dell'ordine"
11. Associazione "Respirare": Per il convegno di Livorno su "Nonviolenza e forze dell'ordine"
12. Per Alfio Pannega, nella ricorrenza del 25 aprile ed approssimandosi il sesto anniversario della morte
13. Questo 25 aprile, le domande necessarie, i compiti dell'ora. Un comizio a Viterbo
14. Soccorrere, accogliere, assistere
15. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" per il convegno nazionale di Livorno su "Nonviolenza e forze dell'ordine"
16. Associazione "Respirare": In memoria di Alfio Pannega
17. Al Sindaco di Viterbo. Proposta che il Comune di Viterbo promuova una mostra delle opere di Mario Onofri dedicate ad Alfio Pannega
18. Una proposta ad alcune persone amiche
19. Segnalazioni librarie
20. La "Carta" del Movimento Nonviolento
21. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
2. RACCONTI AUTUNNALI DELL'ORRORE. LAZZARO CASUSCERI: IL PROFESSOR DRACULA
Il professor Dracula, che adesso si fa chiamare Humbert Humbert, insegna francese al liceo della citta'.
E' stimato da tutti per le sue capacita' didattiche ed anche per quel certo non so che, per quello charme (voici le mot juste) del suo tratto aristocratico e della sua pronuncia mitteleuropea. Nonostante lo svantaggio di quel nome, diciamolo francamente, un po' ridicolo con la sua reduplicazione buffa e inquietante (quale e' il nome, quale il cognome?), da doppio, da sosia, da specchio. Ma anche il professor Asor Rosa ha un cognome palindromo, no? Il che non gli ha impedito una brillante carriera accademica. Anzi, vi e' chi sostiene che quel nome incrementi il suo fascino proprio perche' cosi' piccolo borghese: poi quando incontri il professore ti fa ancora piu' impressione.
Assomiglia a Bela Lugosi, quell'attore dei film horror quando a Hollywood sapevano ancora fare il cinema. Non so se lo imiti consapevolmente, o se e' soltanto per la comune origine in quel pezzo d'Europa che e' Europa due volte ed insieme e' l'Europa del mondo di ieri, quando tutti eravamo viennesi, e polacchi e magiari. La classe non e' acqua.
A scuola ha fatto subito colpo sulle colleghe e sulle allieve, con la sua dolcezza, la sua mitezza, e quel retrogusto di nostalgia, di segreto dolore, di letture kafkiane. Ma strano a dirsi non suscita invidia tra noi colleghi maschi (che invece per solito ci odiamo con anima e corpo e non perdiamo occasione per esercitare l'un contro l'altro l'arte sottile e divoratrice della maldicenza, specialmente nei confronti di chi sembra avere un qualche successo mondano con l'altra meta' del cielo). Pallido ed emaciato, non posa a Byron o a Keats, a Baudelaire o a Rimbaud, come fa la maggior parte dei docenti di letteratura; e non si mette orecchini e non si fa tatuaggi, come invece quasi tutto il corpo insegnante di sesso maschile, che cercano di ringiovanirsi con grevi espedienti masochistici e poi finiscono sempre per tradire la loro tarda eta' parlando di Lou Reed o di Iggy Pop. No, il professore veste con taglio classico e classico e' il suo portamento, il suo aspetto, guanti e monocolo compresi, da compito gentiluomo.
E le sue lezioni, bisogna ammetterlo, sono capolavori di buon gusto. Riesce a parlare a bassa voce in un silenzio che definirei sepolcrale, mentre tutti noi dobbiamo usare la frusta per riuscire a far tacere quelle belve ululanti e affamate solo di sesso e violenza, che mentre ci sforziamo di dispensar loro il pane degli angeli sotto il banco sbirciano i porno su youtube o giocano a Dungeon and Dragons.
Per quel che se ne sappia non fa vita sociale. Arriva a scuola praticamente prima dell'alba che nessuno la mattina e' mai riuscito a metter piede in sala professori senza gia' trovarcelo, ed esce dopo il tramonto, perche' il pomeriggio fa i corsi di recupero fino a sera e tanto di cappello perche' io con quegli zucconi i miei pomeriggi non ce li spreco di sicuro, e invece lui si'. Ed e' l'eroe dei bidelli, degli inservienti di mensa, degli applicati di segreteria: quando esce dall'aula puoi star tranquillo che non c'e' una cartaccia o una lattina per terra o sotto i banchi, e non e' che dica niente, e' che gli studenti sanno che ci tiene alla pulizia e al decoro e si adeguano spontaneamente (con me, invece, meglio che non vi dica niente, sono dei barbari, dei barbari); a mensa non mangia nulla ma siede tra gli studenti e nei tavoli intorno a lui cessano le battaglie di molliche di pane, non s'ode schiamazzo alcuno, e quando i commensali si alzano sembra il refettorio di un monastero benedettino, mentre di solito e' il risveglio dal baccanale; e quando un amministrativo ha un problema di interpretazione di una circolare ministeriale, o ha una rogna con qualche genitore - e i genitori dei nostri allievi, non so com'e', ma sono tutti lottatori di sumo e pendagli da forca -, ebbene, gli chiede un consiglio, o di interporre i suoi buoni uffici, e di colpo ogni nodo si scioglie, ogni ringhio si fa festoso uggiolio, il giorno s'illumina.
Tutti noi che facciamo questo mestiere quando abbiamo cominciato eravamo animati da sacro furore, Barbiana o morte; e' bastato un trimestre per convincerci alla misantropia piu' nera e a dedicare ogni nostro sforzo in orario scolastico alla lettura del Corriere dello sport. Invece lui sembra la vocazione del pedagogo fatta persona, l'imperativo categorico in marsina, il magister vitae asceso in cattedra. E proprio qui nel nostro istituto, che i teppisti del Seme della violenza in confronto sembrano il circolo Pickwick, o Tre uomini in barca (per non parlar del cane).
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Siamo restati tutti stupefatti quando abbiamo saputo.
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2016 (PARTE QUARTA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2016.
4. "IL PRIMO DOVERE". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
Si e' svolto lunedi' 18 aprile 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione.
Quattro i temi: l'analisi dell'esito del referendum del 17 aprile; l'impegno per il prossimo referendum di ottobre; l'opposizione alla guerra; la solidarieta' con i migranti.
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L'incontro si e' aperto con un ricordo di Pietro Pinna, l'obiettore di coscienza e fondatore del Movimento Nonviolento deceduto pochi giorni fa. E' stato letto un brano dal suo libro "La mia obbiezione di coscienza" ed e' stato osservato un minuto di silenzio in sua memoria.
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Sull'esito del referendum del 17 aprile e' stato ribadito che si e' trattato di "una grave sconfitta per la democrazia, per l'ambiente, per l'umanita'", come evidenziato nel comunicato diffuso dalla struttura nonviolenta viterbese subito dopo la notizia del mancato raggiungimento del quorum. Ma si e' rilevato altresi' che il mancato raggiungimento del quorum non pregiudica la possibilita' di altre iniziative sul tema specifico oggetto del quesito (mentre se avesse vinto il "no" sarebbe stato impossibile per un quinquennio modificare lo scandaloso disposto normativo vigente); e che il passaggio dalle fonti fossili ed altamente inquinanti alle fonti rinnovabili e pulite e' comunque una urgente necessita' per l'umanita' che gli stessi governi nella recente conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici hanno dovuto ammettere, e l'accordo raggiunto a Parigi per contenere al di sotto dei due gradi Celsius l'incremento del riscaldamento globale richiede di ridurre a zero entro pochi anni l'emissione antropica di gas serra. La lotta in difesa di ambiente e salute, per l'umanita' presente e futura, pertanto continua nonostante la sconfitta del 17 aprile.
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Quanto al referendum di ottobre sulla riforma costituzionale la situazione sara' assai diversa: i golpisti non potranno contare a loro vantaggio sull'astensionismo (che il regime della deriva antidemocratica ed eversore dall'alto, della corruzione e dell'imbarbarimento, ha ormai reso un dato costante nel nostro paese), e si andra' quindi a un confronto di merito senza quella sorta di "rendita di posizione": il nostro impegno in difesa della Costituzione repubblicana, e quindi per il "no" al colpo di stato, deve pertanto proseguire ed intensificarsi per contribuire a fare in modo che in ottobre il maggior numero possibile di cittadini sia adeguatamente informato e possa pertanto in scienza e coscienza opporre il proprio "no" alla deriva autoritaria, irresponsabile e corruttrice in corso.
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Ma l'impegno ora e sempre piu' necessario e' perseverare nell'opposizione alla guerra e alle uccisioni, e quindi nell'opposizione agli strumenti che la guerra e le uccisioni realizzano: le armi e le organizzazioni armate. Mentre e' in corso quella che il pontefice cattolico ha definito "la terza guerra mondiale a pezzi", e' assolutamente indispensabile intensificare l'azione nonviolenta per salvare le vite, per disarmare i conflitti, per promuovere pace, giustizia, solidarieta', per difendere il diritto di tutti gli esseri umani alla vita e alla dignita'.
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E connesso all'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni vi e' ovviamente l'impegno a soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto: in primo luogo i migranti che dalla fame e dalle guerre sono costretti ad abbandonare i loro paesi. I governi europei sono i primi responsabili della strage in corso nel Mediterraneo: poiche' basterebbe che riconoscessero a tutte le persone il diritto ad usare mezzi di trasporto legali e sicuri lungo il cammino che dai luoghi dell'orrore li porta ai luoghi ove poter vivere senza paura di essere aggrediti ed uccisi, ed ipso facto cesserebbe la strage e sarebbe annientata la mafia dei trafficanti. Gli stati europei rispettino finalmente le loro stesse leggi che stabiliscono il dovere di soccorrere chi e' in pericolo, che riconoscono il diritto d'asilo per chi vede violati i propri fondamentali diritti, che sanciscono il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani - ed il primo di tutti i diritti e' il diritto alla vita. Si aprano le frontiere, si contrasti il razzismo e lo schiavismo, si riconosca che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha riaffermato ancora una volta che "la violenza assassina si contrasta salvando le vite. L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e' il primo dovere. Come afferma la Costituzione della Repubblica Italiana: l'Italia ripudia la guerra; come chiedeva Sandro Pertini: si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai; come Piero Pinna ha testimoniato con la sua intera, integra vita: occorre abolire gli eserciti e le armi. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera".
5. PER FARLA FINITA CON LA STRAGE E LE MENZOGNE. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Egregio Presidente della Repubblica,
avendo apprezzato alcune sue dichiarazioni di vicinanza al sentire e all'agire del pontefice cattolico, che tra i "grandi della Terra" sembra essere l'unico pienamente consapevole della tragedia in corso e che incessantemente - con la parola ed ancor piu' con gli atti - denuncia "la terza guerra mondiale a pezzi", il ruolo nefasto dei produttori e mercanti di armi, la necessita' di soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano nel bisogno e in pericolo, mi permetto da semplice cittadino italiano di sollecitare un suo impegno concreto e coerente al fine di far cessare la strage dei migranti nel Mediterraneo con l'unico intervento immediato adeguato e indispensabile: consentire a tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre di giungere nel nostro paese e quindi nel nostro continente in modo legale e sicuro attraverso un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
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1. Le cause
Chiare sono le cause dell'esodo biblico in corso: la fame e i disastri ambientali provocati da un ordine economico internazionale iniquissimo, colonialista, rapinatore e schiavista; le guerre e le dittature terroriste che opprimono tanta parte dei continenti africano ed asiatico.
E chiaro e' che occorre un impegno dell'umanita' intera per far cessare la fame e le guerre, per realizzare quella universale convivenza che e' da sempre il fine della civilta' umana. Nessuno abbandonerebbe la sua casa, i suoi beni, le persone che conosce, il paese in cui e' nato, se potesse restare li' e vivervi una vita degna: abolire la fame e le guerre, e le strutture e gli strumenti che fame e guerre impongono, e' il fine necessario, il dovere ineludibile dell'umanita' intera per impedire la catastrofe comune.
La si faccia finita allora con certe pretestuose etichettature che pretendono di separare "profughi politici" e "migranti economici": sempre e solo sono esseri umani in pericolo, in fuga dall'estrema ingiustizia e dall'estrema sofferenza ed in cerca di un luogo in cui poter vivere in pace e in serenita'; tutti sono vittime di una violenza politica perche' realizzata da poteri umani (siano essi politici, economici, militari, criminali).
E chiare sono le cause della strage nel Mediterraneo: sono i governi europei che impedendo l'ingresso in Europa in modo legale e sicuro a chi e' in fuga dall'orrore e dalla morte hanno creato il mercato illegale e sanguinoso su cui si arricchiscono i trafficanti mafiosi e schiavisti. Ripetiamolo una volta ancora: la mafia dei trafficanti l'hanno creata ed alimentata i governi europei che impediscono a chi e' in fuga dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro con mezzi di trasporto pubblici. Gli stessi governi dei paesi europei che de jure riconoscono il diritto d'asilo, e sanzionano come reato l'omissione di soccorso, ma che de facto quel diritto negano e quel reato commettono erigendo barriere, negando soccorso, costringendo chi e' in disperata fuga per salvare la propria vita a gettarsi tra gli artigli delle mafie dei trafficanti effettualmente favoreggiate dai governi europei.
Basterebbe questo, solo questo, e le stragi nel Mediterraneo cesserebbero istantaneamente: che i governi europei consentissero a tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro attraverso un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
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2. Ergo
Si vede allora quanto ipocriti e menzogneri siano i proclami di "lotta ai trafficanti" quando e' proprio l'effettuale politica dei governi europei a creare il mercato su cui i trafficanti mafiosi lucrano immensi profitti.
E si vede altresi' quanto ipocrite e menzognere siano le proposte di "azione umanitaria" quando tali proposte non intendono realmente soccorrere i fuggiaschi ma soltanto creare ulteriori ostacoli alla loro fuga dall'orrore e dalla morte.
La politica europea dello sfruttamento schiavista delle persone e della rapina ecocida delle risorse, la politica europea dell'interventismo militare e del riarmo, del sostegno alle dittature e del fomentare le guerre regionali, dei bombardamenti stragisti e della fornitura di armi agli assassini, non costituisce un crimine contro l'umanita'?
La politica europea dei muri e del filo spinato, del razzismo e del neocolonialismo, la politica europea dei campi di concentramento e delle deportazioni, della negazione di solidarieta' e della riconsegna degli innocenti fuggiaschi agli aguzzini, non e' una flagrante forma di complicita' con gli stragisti, e il culmine dell'abiezione?
E l'infamissima proposta di aiutare i gia' devastati paesi del sud del Mediterraneo a condizione che essi si trasformino in giganteschi lager per i migranti non e' l'orrore nazista che torna?
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3. Quello che occorre
Quello che occorre e' soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in pericolo di morte.
E quindi: ingressi legali e sicuri, servizio di trasporto pubblico e gratuito.
So bene che dire questo spaventa i poteri dominanti nel nostro continente: ma questo e' il primo dovere di ogni essere umano ed a maggior ragione di ogni ordinamento giuridico democratico: salvare le vite. E solo questo spingerebbe l'Europa a cessare di eseguire, imporre, promuovere e sostenere guerre e sfruttamento, schiavitu' e spoliazione, devastazione e desertificazione: questo e solo questo, che le vittime della nostra violenza politica, economica e militare globale potessero finalmente giungere qui dove noi viviamo dei proventi della rapina ai loro danni esercitata (come e' noto il cosiddetto Nord ricco del mondo consuma l'80% delle risorse planetarie, ma ne produce solo il 20%: non basta questo macroscopico dato a denunciare e smascherare l'iniquita', la criminalita' di un ordine mondiale che si regge sulla rapina e sulla violenza?).
Solo decidendo - come e' giusto, necessario e urgente - di soccorrere, accogliere ed assistere tutti i fuggiaschi in pericolo di morte, i governi europei sarebbero indotti dalla forza delle cose alle altre azioni necessarie per fermare la catastrofe comune: aiuti umanitari nei luoghi della violenza e del dolore; fermare le guerre con il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti; contrastare i poteri criminali e le dittature promuovendo i diritti umani ovunque in modo concreto e coerente, ovvero restituendo le ricchezze da secoli rapinate e sostenendo le esperienze nonviolente di solidarieta' e di liberazione.
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4. Un esempio
Pochi giorni fa e' scomparso Piero Pinna, che lei, egregio Presidente, sicuramente ricordera'. Ha dedicato l'intera sua vita alla nonviolenza, ovvero ad opporsi alla guerra ed a tutte le uccisioni, ovvero ad operare per la pace con mezzi di pace; ovvero ad agire per salvare le vite umane.
Sarebbe una grande gioia se lei volesse raccogliere il suo messaggio e riproporlo al paese di cui e' il primo magistrato. Ed il primo atto di una politica nonviolenta che sola puo' inverare la lettera e lo spirito della Costituzione della Repubblica Italiana sarebbe certamente affermare in modo concreto e coerente, ovvero realizzare, quanto sancito nei principi fondamentali della nostra Carta: il dovere di salvare tutte le vite.
Egregio Presidente della Repubblica,
ad adoperarsi a tal fine questa lettera la esorta.
Voglia gradire distinti saluti
6. OPPORSI ALLA GUERRA, SALVARE LE VITE
Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre, dalle devastazioni e dalle dittature.
Ogni giorno operare per far cessare le guerre, abolire gli eserciti e le armi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
7. UN INVITO A LIVORNO
Care amiche e cari amici, gentili signore e signori,
vi segnaliamo una importante iniziativa che si svolgera' il 29 aprile a Livorno di riflessione sulla formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori e delle risorse della nonviolenza, argomento che come sapete ci sta molto a cuore e che e' oggetto di varie proposte di legge depositate in Parlamento e purtroppo non ancora giunte alla calendarizzazione per l'esame nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi saremmo assai grati se voleste contribuire all'iniziativa di Livorno nelle forme che riterrete opportune; ad esempio:
a) contribuendo a far circolare l'informazione sull'incontro;
b) inviando alla segreteria organizzativa un contributo scritto di sostegno e/o di riflessione;
c) partecipando personalmente all'incontro;
d) sostenendo in altri modi ancora l'impegno per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza.
Il recapito postale ed e-mail della segreteria organizzativa del convegno di Livorno e': "Centro Studi Nonviolenza" di Livorno, tel. 0586424637, e-mail: centrostudinonviolenza at nonviolenti.org
Grazie fin d'ora per la vostra attenzione e per quanto vorrete fare.
La nonviolenza e' in cammino.
8. APPROSSIMANDOSI IL 25 APRILE (CON UNA PROPOSTA D'AZIONE CONCRETA)
Si avvicina la ricorrenza del 25 aprile, anniversario della Liberazione dalla barbara dominazione fascista, memoria della Resistenza che ha salvato e liberato l'umanita' dall'orrore dei campi di sterminio.
Ma la Resistenza contro la violenza assassina deve continuare: la barbarie nazifascista continuamente si ripresenta nel mondo, e la Resistenza deve proseguire finche' l'intera umanita' sara' libera e solidale, nella pace e nella giustizia.
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La Resistenza prosegue con la nonviolenza
Oggi la Resistenza antifascista e' la nonviolenza che si oppone alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Oggi la Liberazione si celebra, si difende e continua con la lotta nonviolenta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; con la lotta nonviolenta in difesa della biosfera, l'unico mondo vivente casa comune dell'intera famiglia umana.
Oggi il 25 aprile ci convoca a difendere da ogni tentativo golpista la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza antifascista, la Costituzione della Repubblica Italiana frutto della nostra comune Liberazione e messaggio di liberta', uguaglianza e fraternita' per l'umanita' intera, programma politico coerente e solidale con la Carta delle Nazioni Unite e con la Dichiarazione universale dei diritti umani.
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Abolire le guerre, gli eserciti e le armi
Ricordare e proseguire la Resistenza, essere riconoscenti e fedeli alla Liberazione, difendere ed inverare la Costituzione repubblicana e l'impegno di democrazia progressiva che essa indica, celebrare il 25 aprile e continuare la lotta antifascista con la scelta concreta e coerente dell'azione nonviolenta significa opporsi a tutte le guerre assassine, a tutti i terrorismi assassini, a tutte le dittature assassine, a tutti i sistemi di potere, di dominazione e di sfruttamento assassini.
E per opporsi alla violenza assassina occorre innanzitutto opporsi alle armi ed alle organizzazioni armate. Occorre lottare con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per abolire gli eserciti e le armi.
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Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto
Ricordare e proseguire la Resistenza, essere riconoscenti e fedeli alla Liberazione, difendere ed inverare la Costituzione repubblicana e l'impegno di democrazia progressiva che essa indica, celebrare il 25 aprile e continuare la lotta antifascista con la scelta concreta e coerente dell'azione nonviolenta significa opporsi a tutte le persecuzioni, a tutti i razzismi, a tutte le schiavitu'.
E per opporsi alla violenza persecutrice, razzista, schiavista, occorre innanzitutto impegnarsi per salvare le vite; per soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto. Qui ed ora occorre in primo luogo accogliere tutte le persone in fuga dalla fame e dalla guerra, riconoscendo ad ogni essere umano il diritto di salvare la propria vita, consentendo a tutte le persone in fuga dall'orrore di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, organizzando a tal fine un servizio di trasporto pubblico e gratuito che salvi tutte le vite in pericolo, che faccia cessare la strage nel Mediterraneo, che annienti le mafie dei trafficanti nell'unico modo possibile, ragionevole, adeguato.
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Opporsi alla violenza maschilista, prima radice di tutte le altre violenze
Ricordare e proseguire la Resistenza, essere riconoscenti e fedeli alla Liberazione, difendere ed inverare la Costituzione repubblicana e l'impegno di democrazia progressiva che essa indica, celebrare il 25 aprile e continuare la lotta antifascista con la scelta concreta e coerente dell'azione nonviolenta significa opporsi alla violenza maschilista, che e' il primo modello e la prima radice di tutte le altre violenze.
E per opporsi alla violenza maschilista la cosa piu' urgente da fare e' sostenere l'azione dei movimenti di liberazione delle donne, che liberando se stesse liberano l'umanita' intera; e qui e adesso sostenere le esperienze come l'"One Billion Rising", la piu' grande iniziativa nonviolenta planetaria; e soprattutto sostenere i centri antiviolenza realizzati dal movimento delle donne, ed a Viterbo in particolare sostenere il centro antiviolenza "Erinna" che e' fondamentale punto di riferimento per ogni donna bisognosa di aiuto e per ogni persona di volonta' buona.
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Una proposta d'azione concreta per questo 25 aprile
Per celebrare questo 25 aprile e rendere attuale ed operativa la memoria e l'eredita' della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione, formuliamo una proposta d'azione concreta: sottoscrivere un contributo per sostenere il centro antiviolenza "Erinna".
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
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Ogni vittima ha il volto di Abele
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la pace salva le vite.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' intera.
La Resistenza continua.
La nonviolenza e' in cammino.
9. "D'UN VOLGO DISPERSO CHE NOME NON HA". UN INCONTRO DI STUDIO SUL PRIMO CORO DELL'ADELCHI
Si e' svolto la sera di giovedi' 21 aprile 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di lettura e commento del primo coro della tragedia "Adelchi" di Alessandro Manzoni (il coro dal celebre incipit "Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti" e dall'altrettanto celebre explicit "D'un volgo disperso che nome non ha").
L'incontro e' stato occasione per riflettere anche sulla vita, sull'opera e sul pensiero dell'autore dei "Promessi sposi", ma ovviamente anche sulle questioni storiche, etiche e politiche che la lettura del coro propone, in un atteggiamento di ascolto attivo e di attualizzazione della ricezione e dell'interpretazione dell'opera come stimolo all'impegno presente per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena...
10. UN RINGRAZIAMENTO E UN SALUTO AI PROMOTORI DEL CONVEGNO DI LIVORNO DEL 29 APRILE 2016 SU "NONVIOLENZA E FORZE DELL'ORDINE"
Carissime amiche e carissimi amici del "Centro studi nonviolenza" di Livorno,
carissime e carissimi promotori del convegno livornese del 29 aprile,
formulo i piu' fervidi auguri per la miglior riuscita del convegno nazionale che si svolgera' il 29 aprile a Livorno su "Nonviolenza e forze dell'ordine" e vi rinnovo la mia gratitudine per il vostro impegno.
Auspico che esso oltre a dare un prezioso contributo di testimonianza, di riflessione e di proposta possa servire anche a dare rinnovato e decisivo impulso all'impegno legislativo affinche' la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori e delle risorse della nonviolenza divenga al piu' presto il cuore stesso del percorso formativo e della strumentazione teorica e pratica di tutte le operatrici e di tutti gli operatori delle forze dell'ordine nel nostro paese.
Ve ne e' grande necessita' ed urgenza, in Italia come ovunque nel mondo. Una legge che vada in tal senso costituirebbe un reale passo avanti nel cammino della civilta'. Che al piu' presto il Parlamento esamini ed unifichi i vari disegni di legge gia' depositati a tal fine.
Di nuovo grazie, con i migliori auguri di buon lavoro. Un cordiale saluto
11. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": PER IL CONVEGNO DI LIVORNO SU "NONVIOLENZA E FORZE DELL'ORDINE"
L'associazione "Respirare" esprime vivo apprezzamento ed augura un pieno successo al convegno nazionale che si svolgera' il 29 aprile 2016 a Livorno su "Nonviolenza e forze dell'ordine".
Che il convegno possa richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni sulla decisiva tematica che esso propone, e possa altresi' costituire la spinta decisiva affinche' il Parlamento legiferi finalmente l'introduzione della teoria e della prassi della nonviolenza nella formazione di tutte le forze dell'ordine a tutti i livelli.
Formare tutte le operatrici e tutti gli operatori della sicurezza pubblica - dalle polizie municipali fino ai vari corpi di polizia statali - alla conoscenza delle proposizioni e dei valori teoretici, ermeneutici, etici e pragmatici, cosi' come all'uso delle tecniche comunicative, interpretative, deliberative ed operative della nonviolenza, costituisce una viva necessita' e un reale progresso culturale e civile.
A livello locale varie esperienze di accostamento e formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza sono state effettuate nel corso degli anni con esiti unanimemente apprezzati; occorre che tali esperienze si generalizzino e le risorse che la nonviolenza mette a disposizione divengano sapere e competenza comune di tutti gli operatori di polizia. A tal fine a partire dal 2001 sono state presentate un numero crescente di proposte di legge sia al Senato della Repubblica che alla Camera dei Deputati; proposte di legge che e' ormai non piu' procrastinabile calendarizzare per la discussione nelle competenti commissioni parlamentari cosi' da addivenire a un testo unificato da sottoporre all'esame e al voto delle Camere affinche' divenga legge dello Stato.
Ad ogni persona ragionevole, e massime a chi opera nel campo dell'impegno per la sicurezza comune ovvero per la difesa dei diritti di tutti, e' del tutto evidente che la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza e' un bisogno e un impegno non piu' rinviabile: si legiferi in merito; si compia questo passo di civilta'.
12. PER ALFIO PANNEGA, NELLA RICORRENZA DEL 25 APRILE ED APPROSSIMANDOSI IL SESTO ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Tra pochi giorni, il 30 aprile, ricorre il sesto anniversario della scomparsa di Alfio Pannega. E nell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo che si celebra il 25 aprile e' grato ricordare la sua indimenticabile, luminosa figura di antifascista.
Le persone che non solo lo hanno conosciuto (e l'intera citta' di Viterbo lo conosceva almeno di vista), ma gli sono state amiche ed allieve e compagne di lotta, lo ricordano con immutato dolore per la sua assenza e con immutata gratitudine per la sua esistenza tutta donata all'impegno per la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione e da ogni menzogna.
Alfio Pannega non e' stato solo l'innamorato e sapiente e sottile poeta della citta', della sua storia civile, della sua arte e della sua natura, della sua tradizione popolare creativa e resistente, ma anche e soprattutto un esempio di antifascismo vivente ed invincibile, un militante politico comunista e libertario amico della nonviolenza, la cui testimonianza di pensiero e di azione si e' concretizzata nella pienezza della sua vita di semplicita' volontaria e di generosita' assoluta, nella sua totale condivisione di ogni suo bene, nel suo rivolgimento amoroso in aiuto di ogni persona e di ogni vita e dell'intero mondo vivente.
In questo 25 aprile in cui si rinnova la memoria degli eroi della Resistenza che al nazifascismo seppero opporsi allora ed oggi e sempre, il ricordo di Alfio ci indica e ci illumina ancora la via della lotta per la dignita' umana, per la Liberazione comune dell'umanita' intera, in difesa dell'intero mondo vivente.
Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la difesa della biosfera, l'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' di cui l'umanita' stessa e' parte; per la verita' che libera e per la liberazione che rende vera l'esistenza; con la scelta della nonviolenza che e' l'antifascismo vivente e in cammino, ricordando Alfio Pannega e tutti coloro che alla barbarie nazifascista si sono opposti, noi testimoniamo il dovere di continuarne la lotta.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la comune liberazione.
La nonviolenza e' in cammino.
*
Una breve notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" n. 687-691.
13. QUESTO 25 APRILE, LE DOMANDE NECESSARIE, I COMPITI DELL'ORA. UN COMIZIO A VITERBO
[Il testo seguente e' una sintesi del discorso commemorativo tenuto la mattina del 25 aprile 2016 dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, all'incontro organizzato dalla struttura nonviolenta viterbese]
Una domanda
La Liberazione dal nazifascismo si e' definitivamente compiuta una volte per sempre?
Piacerebbe poter dire di si', ed invece occorre dire di no.
La lotta contro il nazifascismo deve proseguire poiche' tragicamente tuttora continua la scellerata barbarie del nazifascismo nel mondo, ed in luoghi in cui sembrava sconfitto per sempre esso nuovamente torna. E finche' l'umanita' non estinguera' quel mostro la liberazione comune non sara' compiuta, l'umanita' non potra' vivere in pace e dignita', secondo giustizia e solidarieta'.
Per questo celebrare il 25 aprile costituisce non soltanto una rievocazione del passato, ma anche e soprattutto una dichiarazione di impegno per il presente e per l'avvenire.
*
Una seconda domanda
E come si manifesta oggi il nazifascismo?
In primo luogo con la violenza contro gli esseri umani nella forma piu' vasta e brutale: con la guerra e le uccisioni di massa.
In primo luogo con il razzismo che nega la dignita' umana e l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, e condanna alla schiavitu', al terrore, all'abbandono e alla morte innumerevoli persone che l'azione solidale dell'umanita' invece potrebbe e dovrebbe salvare, soccorrere, accogliere, assistere.
In primo luogo con il maschilismo, che e' la forma piu' pervasiva e piu' feroce, il primo modello e la prima radice di tutte le violenze e di tutte le ingiustizie.
In primo luogo con la devastazione della biosfera, che avvelenando e distruggendo il mondo vivente mette a rischio la stessa esistenza dell'umanita'.
In primo luogo con lo sfruttamento che riduce gli esseri umani a oggetti e strumenti del potere altrui, che nega la loro piena umanita' ed i loro fondamentali diritti sussumendoli ed asservendoli al fine della massimizzazione del profitto di pochi rapinatori a danno dell'umanita' nel suo insieme.
*
Una terza domanda
E come si contrasta oggi il nazifascismo?
Innanzitutto con la scelta della nonviolenza, dell'azione nonviolenta, della lotta nonviolenta, che e' l'antifascismo che prosegue nelle forme adeguate alla situazione presente, che e' l'antifascismo nella sua essenza e nella sua pienezza, che e' l'antifascismo concreto e coerente. Poiche' essendo il fascismo violenza e barbarie, la nonviolenza - che alla violenza e alla barbarie e' l'opposizione piu' nitida e piu' intransigente, piu' concreta e piu' coerente - e' l'antifascismo intero, integro, integrale.
Innanzitutto difendendo e inverando la Costituzione della Repubblica Italiana, che della Resistenza antifascista e' figlia e che dell'antifascismo, ovvero della nonviolenza, assume i valori e il programma di democrazia progressiva che include il riconoscimento dei diritti di tutti gli esseri umani, il dovere dell'universale solidarieta'.
Innanzitutto ponendosi ancora e ancora alla scuola della Resistenza: con la memoria e lo studio delle esperienze e delle riflessioni, innanzitutto ascoltandone e meditandone le grandi testimonianze: dalle lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea alle opere di Primo Levi, da tutti i libri di Nuto Revelli alla raccolta di testimonianze realizzata da Bianca Guidetti Serra, dai fondamentali lavori storici di Anna Bravo e di Claudio Pavone ai tanti capolavori non solo storiografici, memorialistici e filosofici ma anche specificamente letterari ispirati dall'esperienza partigiana direttamente vissuta - da Italo Calvino a Beppe Fenoglio, a Luigi Meneghello, a molti altri autori ed autrici.
E innanzitutto con un programma concreto di azione nonviolenta che il fascismo odierno contrasti in ogni campo; ed a tal fine occorre almeno:
I. Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni: e per questo occorre in primo luogo abolire le armi e le organizzazioni armate, realizzare progressivamente il programma del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, cominciando con l'opporsi alle spese militari, con l'opporsi alla produzione - e al commercio e alla detenzione - delle armi che sempre sono nemiche dell'umanita', promuovendo la riconversione dell'industria bellica a produzioni civili di pubblica utilita', promuovendo la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace.
II. Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni: e per questo occorre in primo luogo accogliere tutti i migranti, riconoscerne e difenderne i diritti umani, realizzando gli impegni della Carta di Lampedusa, ed inverando finalmente la Dichiarazione universale dei diritti umani proclamata dall'assemblea generale dell'Onu nel 1948.
III. Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni: e per questo occorre in primo luogo sostenere i centri antiviolenza del movimento delle donne, ed ottenere la piena e adeguata applicazione della Convenzione di Istanbul che e' anche legge dello stato italiano.
IV. Opporsi alla devastazione della biosfera: e per questo occorre in primo luogo realizzare subito - e non tra anni o decenni - gli impegni della Conferenza di Parigi poi ribaditi a New York per contenere immediatamente l'innalzamento del clima e gli sconvolgimenti ambientali locali e globali provocati da un modello di sviluppo dissennato, rapinatore e distruttivo che va fermato al piu' presto avviando una riconversione dell'economia centrata sul primato della conservazione della vita, della dignita' delle persone e del mondo vivente.
V. Opporsi all'economia che uccide: e per questo occorre in primo luogo abolire la schiavitu', proteggere i beni comuni, socializzare il controllo dei mezzi di produzione e delle scelte e strategie di gestione delle risorse e di produzione e consumo (e questa socializzazione e' parte cruciale della democrazia), redistribuire la ricchezza sociale secondo criteri di giustizia e di solidarieta' ovvero di riconoscimento dell'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, affinche' i diritti degli esseri umani prevalgano sulla rapina capitalistica che sta portando il pianeta alla catastrofe.
*
Noi ricordiamo
Celebrando la Liberazione del nostro paese dal barbaro dominio fascista noi ricordiamo.
Noi ricordiamo tutte le vittime del nazifascismo, del terrorismo e delle guerre fasciste, ed in primo luogo le vittime della Shoah - i campi di sterminio essendo il nucleo e l'essenza e il vettore dell'ideologia e del piano fascista di dominazione del mondo e di annientamento dell'umanita'.
Noi ricordiamo tutti i martiri della Resistenza.
Noi ricordiamo tutte le persone che al fascismo si sono opposte.
Noi ricordiamo tutte le persone che ovunque nel mondo si sono opposte e si oppongono alla guerra e alle stragi, che al fascismo resistono ovunque la barbarie fascista agisca e comunque essa si travesta.
E noi ricordiamo i nostri maestri, amici e compagni di lotta antifascista, quindi nonviolenta, che ci hanno lasciato e che pur vivono ancora nei nostri cuori.
E tra loro ricordiamo Sauro Sorbini, Achille Poleggi, Vittorio Emanuele Giuntella, che cosi' tanto ci hanno insegnato e che anche se sono scomparsi da molti anni restano vivi nel nostro ricordo e nel nostro agire.
E ricordiamo Alfio Pannega di cui tra pochi giorni ricorre il sesto anniversario della scomparsa, ricordiamo Gianni Fiorentini che ci ha lasciato cinque anni fa, ricordiamo Mario Onofri che ci ha lasciato un anno fa, ricordiamo Giuseppe Tacconi che ci ha lasciato da pochi giorni, indimenticabili compagni di lotta, amici preziosi da cui molto abbiamo imparato, e con loro tante e tanti altri compagni di esperienze e di riflessioni, di azione nonviolenta, di impegno antifascista.
E ricordiamo Nanni Salio, ricordiamo Fulvio Cesare Manara, ricordiamo Piero Pinna, amici della nonviolenza e costruttori di pace, tra le figure piu' autorevoli della nonviolenza in Italia, che ci hanno lasciato in queste ultime settimane ma la cui testimonianza, la cui opera, il cui impegno, il cui legato illuminano ed illumineranno il nostro presente e futuro lavoro per la pace e la dignita' umana, per la liberazione dell'umanita'.
*
Il nostro 25 aprile
Questo e' il nostro 25 aprile: di memoria e di riflessione, ma soprattutto di pensiero e azione. Di impegno antifascista, di azione nonviolenta. Di fedelta' ai valori della Resistenza, di difesa della Costituzione repubblicana, di lotta per la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, di inveramento delle scelte, delle speranza, del lascito dei martiri della lotta antifascista. Come ha scritto Piero Calamandrei nell'epigrafe posta sulla tomba dei fratelli Rosselli: "Giustizia e liberta'/ Per questo morirono/ Per questo vivono".
La Resistenza continua.
La nonviolenza e' in cammino.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita'.
14. SOCORRERE, ACCOGLIERE, ASSISTERE
Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.
Salvare le vite.
Il primo dovere.
15. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" PER IL CONVEGNO NAZIONALE DI LIVORNO SU "NONVIOLENZA E FORZE DELL'ORDINE"
Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" esprime apprezzamento, adesione e sostegno al convegno nazionale su "Nonviolenza e forze dell'ordine" che si svolgera' venerdi' 29 aprile presso la Sala Consiliare del Comune di Livorno per iniziativa del "Centro Studi Nonviolenza" livornese ed altre prestigiose associazioni, organizzazioni sindacali ed istituzioni, con autorevoli patrocini tra cui quello del Ministero dei Beni e delle attivita' culturali.
Invita le e gli studiosi che si occupano dei temi della sicurezza e dei diritti, le associazioni e le istituzioni impegnate nella peace-research e per i diritti umani, le ed i rappresentanti delle istituzioni democratiche ad aderire, contribuire e partecipare all'importante occasione di riflessione e proposta (per tutti i dettagli contattare la segreteria organizzativa presso il "Centro Studi Nonviolenza" di Livorno: tel. 0586424637, e-mail: centrostudinonviolenza at nonviolenti.org).
Auspica che il convegno nazionale sia occasione di ulteriore e decisivo impulso affinche' il Parlamento al piu' presto legiferi l'introduzione nei curricula formativi e di aggiornamento di tutte le forze dell'ordine (dalle polizie comunali fino ai cinque corpi di polizia statali) della conoscenza teorica e pratica dei valori e delle tecniche della nonviolenza, costituendo la nonviolenza una risorsa di straordinaria efficacia e reale necessita' per tutti gli operatori pubblici addetti alla sicurezza comune, ovvero alla difesa dei diritti di tutti.
Giacciono da anni in Parlamento varie proposte di legge a tal fine, sottoscritte da parlamentari di tutti gli schieramenti politici: e' tempo che siano esaminate nelle competenti commissioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, e che si giunga quindi a un testo unificato da portare all'approvazione dei due rami dell'organo legislativo affinche' la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine divenga finalmente legge dello Stato, inverando pienamente gli impegni gia' esplicitamente previsti (ma talora fin tragicamente disattesi) nella Costituzione della Repubblica Italiana e conseguentemente - e sia pur implicitamente - nella legislazione gia' vigente in materia.
Al piu' presto una legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle strategie e delle risorse della nonviolenza. E frattanto prosegua la sperimentazione della formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza, formazione gia' avviata con esiti assai apprezzati presso diversi corpi di polizia locale e statale in varie citta' d'Italia, esperienze da estendere fin d'ora ovunque possibile valorizzando la normativa gia' vigente.
16. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA
L'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega, di cui tra pochi giorni, il 30 aprile, ricorre il sesto anniversario della scomparsa.
Della nostra esperienza Alfio e' stato uno dei fondatori e degli ispiratori, e se con la sua morte e' venuta a mancarci la sua saggia parola e il suo fermo consiglio, resta tuttavia la sua nitida testimonianza, la luminosa sua memoria, ad orientarci nei compiti dell'ora, a guidarci nell'impegno necessario, a tener fermi i concreti valori e gli ineludibili doveri propri di ogni persona di retto discernimento e di volonta' buona: sentirsi sempre responsabili del bene comune, rispondere ad ogni richiesta di aiuto, agire sempre per salvare le vite, opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano, difendere il mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Alfio Pannega e' stato un esempio dell'umanita' come dovrebbe essere; fedele per sempre alla scelta antifascista fatta in gioventu', militante comunista e libertario, amico della nonviolenza, per tutta la vita generosamente impegnato nella lotta per la liberazione delle oppresse e degli oppressi, nella lotta per difendere la biosfera e la civilta', per la liberta' fra tutti condivisa, l'eguaglianza di diritti, la fraternita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la fraternita' responsabile ed accudente con ogni essere e con l'intero mondo vivente.
Nel ricordarlo lo ringraziamo ancora, poeta e maestro di verita', amico e compagno di lotte.
17. AL SINDACO DI VITERBO. PROPOSTA CHE IL COMUNE DI VITERBO PROMUOVA UNA MOSTRA DELLE OPERE DI MARIO ONOFRI DEDICATE AD ALFIO PANNEGA
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza: ai consiglieri comunali di Viterbo, ai mezzi d'informazione
Oggetto: Proposta che il Comune di Viterbo promuova una mostra delle opere di Mario Onofri dedicate ad Alfio Pannega
Egregio Sindaco,
fra tre giorni, il 30 aprile, ricorre il sesto anniversario della scomparsa di Alfio Pannega, una delle figure piu' amate dal popolo viterbese; e fra meno di due mesi, il 13 giugno, ricorre il primo anniversario della scomparsa di Mario Onofri, il grande fotografo viterbese che ad Alfio Pannega fu legato da viva amicizia e che gli dedico' numerosi ritratti, in grandissima parte tuttora inediti.
Certi di interpretare il desiderio di molte persone che di Alfio come di Mario sono state amiche, ma anche un comune sentire e l'unanime voto dell'intera cittadinanza di Viterbo affinche' si ricordino e si valorizzino figure cosi' rilevanti per la cultura e la vita civile come quella del poeta a braccio Alfio Pannega e come quella dell'artista visuale Mario Onofri, proponiamo che il Comune di Viterbo promuova la realizzazione di una mostra delle opere di Mario Onofri dedicate ad Alfio Pannega.
Cordialmente,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 27 aprile 2016
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Una breve notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754.
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Una breve notizia su Mario Onofri
Mario Onofri e' deceduto a Viterbo, la sua citta', il 13 giugno 2015, aveva 64 anni. Era un uomo dolce e mite, sapiente e generoso. Fotografo, artista, viandante e ricercatore, studioso e testimone, militante per i diritti umani, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto alle persone sofferenti, alle persone oppresse. E' stato uno dei migliori compagni di lotte di quanti a Viterbo si sono battuti e ogni giorno si battono contro i poteri criminali e contro il regime della corruzione, contro la devastazione della natura e della cultura, contro la guerra e contro la violenza, contro il razzismo e contro il maschilismo, contro lo sfruttamento e l'oppressione; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la liberazione dell'umanita' intera; in difesa di quest'unico mondo vivente. Anche grazie all'azione di Mario Onofri la nonviolenza e' in cammino. All'indomani della sua scomparsa scrissero di lui alcuni degli amici e compagni di lotte che piu' gli furono vicini: "Grande artista, fotografo e visionario, dagli anni '60-'70 Mario ci ha donato luminose visioni di persone e luoghi con i suoi scatti - di grande perizia tecnica - intrisi di bellezza e malinconia, dolcezza e saggezza, espressione di un cuore e di un occhio sapientemente sensibili e sempre alla ricerca di quei caratteri e paesaggi autentici ed evocativi che sapeva cogliere esprimendo la profonda essenza della vita, dell'umanita', della storia e della natura. Grande viaggiatore, profondo conoscitore dell'India, Mario Onofri lascia un grande patrimonio artistico e documentario, storico ed umano, che - dal bianco e nero al colore - ci permettera' di rivedere, senza mai banalita', la metamorfosi socio-culturale e paesaggistica di Viterbo impressa in cinquant'anni di fotografie. Oltre all'altra sua grande passione, quella dell'India, di questo meraviglioso paese di cui era innamorato e del quale ha magistralmente colto e restituito la poesia, i colori e la magia".
18. UNA PROPOSTA AD ALCUNE PERSONE AMICHE
Carissime e carissimi,
come forse gia' saprete, si svolgera' a Livorno venerdi' 29 aprile 2016 un convegno su "Nonviolenza e forze dell'ordine".
Si tratta di un'iniziativa importante, che sicuramente contribuira' a riproporre all'attenzione tanto dell'opinione pubblica quanto delle istituzioni l'improcrastinabile necessita' che tutti gli operatori delle forze dell'ordine (dalle polizie comunali fino ai cinque corpi di polizia statali) siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Sapete gia' come dal 2000 siamo impegnati per una legge a tal fine, e come nel 2001 e nel 2014 vari disegni di legge siano stati presentati in Parlamento da decine di parlamentari di tutti gli schieramenti politici.
Ci sembra che il convegno di Livorno, ai cui organizzatori siamo assai grati, possa essere un momento rilevante del comune impegno; vi saremmo quindi assai grati se a quel convegno voleste e poteste partecipare o perlomeno contribuire inviando un vostro messaggio di saluto e di sostegno alla segreteria organizzativa, che e' presso il "Centro Studi Nonviolenza" di Livorno, tel. 0586424637, e-mail: centrostudinonviolenza at nonviolenti.org
Di seguito alleghiamo il programma.
Grazie fin d'ora per quanto potrete fare, un cordiale saluto.
19. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., Texas, l'America futura, "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 8, agosto 2016, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2008, pp. 208 (+ 12 tavole fuori testo), euro 14.
*
Riletture
- Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2006, Nuova iniziativa editoriale, Roma 2008, pp. 340.
*
Riedizioni
- Grazia Deledda, Racconti, Il sole 24 ore, Milano 2016, pp. 80, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").
20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
21. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2469 del 12 settembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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