[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 162
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- Date: Thu, 1 Sep 2016 17:17:55 +0200 (CEST)
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 162 del primo settembre 2016
In questo numero:
1. Alcune poesie di Ingeborg Bachmann
2. Tonio Dell'Olio: La nonviolenza politica
3. "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 2016
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. Preparare la Giornata internazionale della nonviolenza e la marcia Perugia-Assisi
6. Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
7. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe
8. Una bozza di lettera da inviare ai parlamentari
9. Lucio Emilio Piegapini: A ramino
10. Lucio Emilio Piegapini: Un volontario
11. Lucio Emilio Piegapini: I due atei. Un racconto dell'orrore
12. Lucio Emilio Piegapini: Lo scrittore turbato
1. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI INGEBORG BACHMANN
[I seguenti testi - gia' piu' volte ripubblicati nel nostro notiziario - sono estratti da Ingeborg Bachmann, Poesie, Guanda, Parma 1978, Tea, Milano 1996 (traduzioni di Maria Teresa Mandalari) e da Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999 (traduzioni di Luigi Reitani).
Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Tra le opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Su Ingeborg Bachmann un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.]
Il tempo dilazionato
S'avanzano giorni piu' duri.
Il tempo dilazionato e revocabile
gia' appare all'orizzonte.
Presto dovrai allacciare le scarpe
e ricacciare i cani ai cascinali:
le viscere dei pesci nel vento
si sono fatte fredde.
Brucia a stento la luce dei lupini.
Lo sguardo tuo la nebbia esplora:
il tempo dilazionato e revocabile
gia' appare all'orizzonte.
Laggiu' l'amata ti sprofonda nella sabbia,
che le sale ai capelli tesi al vento,
le tronca la parola,
le comanda di tacere
la trova mortale
e proclive all'addio
dopo ogni amplesso.
Non ti guardare intorno.
Allacciati le scarpe.
Rimanda indietro i cani.
Getta in mare i pesci.
Spengi i lupini!
S'avanzano giorni piu' duri.
*
Tutti i giorni
La guerra non viene piu' dichiarata,
ma proseguita. L'inaudito
e' divenuto quotidiano. L'eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
e' trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi e' la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.
Viene conferita
quando non accade piu' nulla,
quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,
quando il nemico e' divenuto invisibile
e l'ombra d'eterno riarmo
ricopre il cielo.
Viene conferita
per la diserzione dalle bandiere,
per il valore di fronte all'amico,
per il tradimento di segreti obbrobriosi
e l'inosservanza
di tutti gli ordini.
*
Nella bufera di rose
Ovunque ci volgiamo nella bufera di rose,
la notte e' illuminata di spine, e il rombo
del fogliame, cosi' lieve poc'anzi tra i cespugli,
ora ci segue alle calcagna.
*
Discorso ed epilogo
Non varcare le nostre labbra,
parola che semini il drago.
E' vero, l'aria e' soffocante,
la luce schiuma di acidi e fermenti,
sulla palude nereggia un velo di zanzare.
Ama le biccherate la cicuta.
E' in mostra una pelle di gatto:
la serpe s'avventa soffiando,
lo scorpione inizia la danza.
Non raggiungere le nostre orecchie,
fama dell'altrui colpa:
parola, muori nella palude
da cui la pozzanghera sgorga.
Parola, stai al nostro fianco
tenera di pazienza
e d'impazienza. Bisogna
che questa semina abbia fine!
Non domera' la bestia colui che ne imita il verso.
Chi rivela segreti d'alcova, rinunzia per sempre all'amore.
La parola bastarda serve al frizzo per immolare uno stolto.
Chi ti richiede un giudizio su questo straniero?
Se non richiesto lo formuli, prosegui tu il suo cammino
da una nottata all'altra con le sue piaghe ai piedi: va'! e non ritornare.
Parola, sii nostra,
libera, chiara, bella.
Certo, dovra' avere fine
ogni cautela.
(Il gambero si ritrae,
la talpa dorme troppo,
l'acqua dolce dissolve
la calce, che pietre ha filato).
Vieni, benevolenza fatta di voci e d'aliti,
questa bocca fortifica
quando la sua fralezza
si inorridisce e inceppa.
Vieni e non ti negare,
poiche' in conflitto siamo con tanto male.
Prima che sangue di drago protegga l'avversario
questa mano cadra' dentro il fuoco.
O mia parola, salvami!
*
Prender paese
Nella terra del pascolo giunsi
quand'era gia' notte,
fiutando le cicatrici nei prati
e il vento, prima che si levasse.
L'amore piu' non pascolava,
le campane erano spente
e i cespugli affranti.
Un corno piantato nel terreno,
ostinato dalla guidaiola,
confitto nel buio.
Dalla terra lo presi,
al cielo lo levai
con piena forza.
Per colmare
questo paese con suoni
soffiai nel corno,
volendo nel vento incombente
e tra steli increspati
vivere di ogni origine!
*
Colle di cocci
Giardini in amplessi col gelo -
il pane bruciato nei forni -
fiabesco il serto di messi
e' miccia tra le tue mani.
Taci! Conserva i tuoi stracci,
le frasi, sgomente di lacrime,
ai piedi del colle di cocci
che i solchi sempre succinge.
Se tutte le brocche s'infrangono,
che resta nella brocca del pianto?
Giu' in basso crepe roventi
e lingue guizzanti di fuoco.
Si creano ancora vapori
tra clamori di acqua e di fuoco.
O scala di nubi, di frasi,
affidata al monte dei cocci!
*
Ombre rose ombre
Sotto un cielo straniero
ombre rose
ombre
su una terra straniera
tra rose e ombre
in un'acqua straniera
la mia ombra
*
Dai Canti lungo la fuga
XV.
L'amore ha un trionfo e la morte ne ha uno,
il tempo e il tempo che segue.
Noi non ne abbiamo.
Solo tramontare intorno a noi di stelle. Riflesso e silenzio.
Ma il canto sulla polvere dopo,
alto si levera' su di noi.
2. RIFLESSIONE. TONIO DELL'OLIO: LA NONVIOLENZA POLITICA
[Riceviamo e diffondiamo.
Tonio Dell'Olio e' infaticabile animatore di tante iniziative nonviolente e prosecutore dell'opera di Tonino Bello. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Tonio Dell'Olio (Bisceglie, 6 febbraio 1960) e' un presbitero italiano. E' membro dell'ufficio di presidenza e responsabile del settore internazionale di Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie. Fa parte della Pro Civitate Christiana di Assisi. E' stato coordinatore nazionale (1993-2005) e membro del consiglio nazionale (1993-2009) di Pax Christi - movimento cattolico internazionale per la pace. Attualmente e' membro del direttivo del Cipax (Centro Interconfessionale per la pace). Suoi scritti sono apparsi su numerose testate, tra cui Jesus, Famiglia Cristiana, Micromega, Aggiornamenti Sociali, Carta, Confronti, Rinascita, Solidarieta' Internazionale. Per il quindicinale Rocca cura Camineiro. Ha scritto editoriali per il quotidiano Liberazione. E' redattore di Mosaico di Pace - rivista promossa da Pax Christi e fondata da don Tonino Bello, di cui e' stato direttore. Per questo mensile pubblica una rubrica quotidiana online dal titolo Mosaico dei giorni. Per la Emi (Editrice Missionaria Italiana) dirige la collana Zoom Italia. Sacerdote della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, fra il 1985 e il 1993 ha avuto modo di collaborare con Antonio Bello, meglio conosciuto come don Tonino (Alessano, 18 marzo 1935 - Molfetta, 20 aprile 1993), vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi. E' stato cappellano del carcere di massima sicurezza di Trani (Ba) e in quel contesto ha approfondito sul campo le dinamiche legate alla cultura delinquenziale e alle grandi famiglie criminali. Ha operato in quartieri segnati da degrado e marginalita' come i Quartieri Spagnoli di Napoli, dedicandosi ai minori e al recupero dei tossicodipendenti, anche attraverso la fondazione del Centro Giovanile Metropolis a Bisceglie nel 1987. Diventato coordinatore di Pax Christi nel 1993, e' stato tra i promotori di molte campagne, attivita' e iniziative sui temi dell'economia di giustizia e del disarmo. Ha coordinato, tra le altre, la mobilitazione per la difesa della legge 185/90 per il controllo del commercio delle armi, e' stato portavoce della Campagna per la pace in Sudan, ha contribuito a costituire la Rete Disarmo ed e' stato tra i promotori della Campagna Italiana contro le Mine. Ha organizzato incontri e momenti di dialogo tra rappresentanti di diverse tradizioni religiose come contributo delle fedi alla costruzione della pace, fra cui il forum "Il cammino di liberazione delle fedi del Mediterraneo" tenutosi a Bari nel dicembre 2005. Ha contribuito all'organizzazione di molte mobilitazioni in difesa dei diritti umani, contro la guerra e per il disarmo. Come membro del direttivo della Tavola della Pace, ha contribuito a organizzare le edizioni dell'Assemblea dell'Onu dei popoli e la Marcia per la pace Perugia-Assisi dal 1993. Come responsabile dell'area internazionale di Libera, partecipa a incontri internazionali anche presso le istituzioni comunitarie europee e presso le Nazioni Unite (in particolare l'agenzia United Nations Office Drugs and Crime) dove a Libera e' riconosciuto lo status consultivo. In questo contesto nel 2007 ha tenuto una relazione sul contributo della societa' civile nel contrasto alla criminalita' organizzata. Ha contribuito a dar vita a Medlink, una rete di associazioni italiane impegnate nel tessere intrecci e reti di conoscenza, di scambio e di promozione dei diritti nel bacino del Mediterraneo con altre realta' della societa' civile. Ha promosso la costituzione di una rete europea di organizzazioni di societa' civile contro le mafie denominata Flare - Freedom Legality And Rights in Europe. Ha dato vita a una rete latinoamericana per la legalita' e contro la criminalita' organizzata denominata Alas - America Latina Alternativa Social. Attualmente il network comprende organizzazioni e coordinamenti di Argentina, Brasile, Ecuador, Colombia, Messico, Guatemala e Honduras. Libri: Dell'Olio ha pubblicato per le Edizioni Paoline Parola a rischio: alla scuola di Bartimeo (2005), pubblicato anche in Francia col titolo A l'ecole de Bartimee e per la Emi ha pubblicato Pace nella collana Le parole delle fedi (2009). Ha inoltre contribuito a Dizionario di teologia della pace (Edb 1997), New global (Zelig 2003), Il coraggio di cambiare (Cittadella 2004), No alla guerra (Piemme 2005), Quaderno africano (Frassinelli 2005), Strappare un abbraccio difficile (Cittadella 2006), Quando la coscienza non e' addormentata (Cittadella 2008), Chiesa del Concilio dove sei? (Cittadella 2009), Quale sicurezza nella citta' degli uomini (Cittadella 2010), e scritto le prefazioni di Profeta... abbastanza (di Tonino Bello, La Meridiana), Nei sandali degli ultimi (N. Capovilla ed E. Tusset, Paoline 2005), Per una solidarieta' intelligente (A. Sala, Emi 2007), Il fuoco della pace (T. Bello, Romena 2007), Gli Africani salveranno Rosarno (a cura di A. Mangano, Terrelibere.org 2009), Tutta colpa di Robben (N. Tanno, Ensemble 2012), Disturbare il manovratore (S. Magarelli, Emi 2013), Siciliani si diventa (U. Di Maggio, Coppola Ed. 2013), Marcelo di fronte ad un mondo di banchieri e guerrafondai (Wim Dierckxsens, ed. autorinediti, 2013), Anche Dio lavora e noi non gli mettiamo i contributi (A. Armenante, Areablu ed. 2014)"]
Per la cinquantesima Giornata mondiale della pace del primo gennaio Papa Francesco ha scelto come tema di riflessione "La nonviolenza: stile di una politica di pace". Non solo la nonviolenza fa il suo ingresso in un documento ufficiale del magistero della Chiesa cattolica, ma soprattutto viene proposta per regolare i rapporti politici, ovvero nella politica internazionale, nelle relazioni tra le nazioni e tra i popoli.
Don Tonino Bello, in un discorso del 1990, denunciava una schizofrenia che le Chiese sono chiamate a superare: "Nel privato e' raccomandato il disarmo unilaterale del perdono ed e' condannata la ritorsione violenta" ma nella sfera pubblica il Discorso della Montagna e' ridotto a buon senso. Quanti uomini impegnati nelle istituzioni hanno dovuto pagare il prezzo della derisione e dell'incomprensione per aver tentato di proporre e vivere il valore della nonviolenza come stile di una politica di pace!
Esattamente un mese fa ci lasciava Gugliemo Minervini che, tra l'altro, ha contribuito in maniera profetica a dar vita a "Mosaico di pace". Tutta la sua esistenza e' stata spesa per questa sfida: fare del Vangelo della nonviolenza la misura di ogni scelta privata e pubblica. Oggi per noi il suo ricordo diventi impegno a proseguire nella stessa strada che conduce alla convivenza nonviolenta tra i popoli.
3. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI LUGLIO-AGOSTO 2016
[Riceviamo e diffondiamo]
E' uscito il numero di luglio-agosto 2016 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964. Numero monografico: Filosofia per la nonviolenza come condotta di vita, di Mao Valpiana; Quale pace? Giusta, stabile e duratura, di Giuliano Pontara; Dialogare o perire, di Franco Ferrarotti; Critica alla violenza, di Franco Ferrarotti; Da Leopardi a Gandhi, passando per Kant, di Mario Martini; Agire senza offesa, di Pasquale Pugliese; Il principio nonviolenza, di Jean-Marie Muller; Genesi della difesa nonviolenta, di Fulvio Cesare Manara; La nonviolenza della fede, di Enrico Peyretti; L'insegnamento nella scuola, di Antonio Vigilante; Maestri di pace, Aldo Capitini filosofo della nonviolenza, a cura della redazione; Seminario internazionale sulla nonviolenza, di Andrea Maori.
La rivista sara' presentata e diffusa nel corso del Festival della Filosofia di Modena, dove il Movimento Nonviolento sara' presente con una propria mostra ed installazione.
Il 16, 17 e 18 settembre il Movimento Nonviolento partecipera' con una propria mostra sulle "Strategie di opposizione nonviolenta" al Festival della Filosofia 2016 di Modena, che quest'anno ha come tema la parola "agonismo". La mostra, dal titolo "Senza offesa", sara' inaugurata venerdi' 16 settembre alle ore 19,30.
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455). Abbonamento solo in formato elettronico: 20 euro. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una email all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
5. REPETITA IUVANT. PREPARARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA E LA MARCIA PERUGIA-ASSISI
Come ogni anno ricorre il 2 ottobre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.
E quest'anno il 9 ottobre si svolgera' la marcia della pace Perugia-Assisi, la piu' importante iniziativa di pace nel nostro paese ideata da Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza in Italia.
Occorre che le istituzioni, le associazioni, i movimenti, le persone che vogliono contribuire a fermare l'orrore della "terza guerra mondiale a pezzi" in corso, che vogliono salvare le vite, che vogliono costruire la pace, si adoperino fin d'ora a preparare la partecipazione piu' ampia e piu' consapevole possibile a queste due iniziative.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo rinnova l'invito a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione repubblicana che ripudia la guerra, ad un impegno immediato e comune contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Facciamo del 2 e del 9 ottobre occasioni corali e persuase d'impegno comune per la salvezza dell'umanita'.
E fin d'ora adoperiamoci ovunque, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione; per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
6. REPETITA IUVANT. UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
7. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
*
Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.
Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.
Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.
*
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
8. REPETITA IUVANT. UNA BOZZA DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI
Al/alla parlamentare ...
Oggetto: proposta di un impegno suo personale affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine
Gentile parlamentare ...,
le scriviamo per formularle la richiesta di un suo personale impegno affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine.
Come gia' sapra', dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe. Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricordera' anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Le segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
Non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
Con questa lettera vorremmo sollecitare il suo personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
Distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
9. RACCONTI PER L'ESTATE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: A RAMINO
[Riceviamo e diffondiamo]
Questa storia me l'ha raccontata Marione, una sera che giocavamo a ramino. Sono diversi anni che Marione e' morto. E' morto pure Paolone, e' morto pure Marco. Forse sono l'ultimo che ancora la sa. Se poi e' una storia vera, perche' Marione si calmava e riusciva a giocare a ramino solo dopo il quinto o il sesto cicchetto, e gli occhi gli brillavano, e la rabbia svaniva e cominciava a raccontare. Ma le cose che raccontava non si capiva mai se erano vere, se se le era sognate, o se era il suo modo di minacciarti e di vendicarsi del mondo. E io credo che avesse degli ottimi motivi per volersi vendicare del mondo. Ma questa non e' la storia di Mario, e' la storia di Curzio come la raccontava Mario.
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Quando mia moglie mi lascio' andai nella legione straniera. Non mi ricordo se quello lo avevo gia' ammazzato o se lo ammazzai quando tornai dall'Africa. Ma neanche alla legione straniera stavo bene. Non dormivo mai, e prendevo fuoco per niente. Per niente davvero, perche' come potevo offendermi? Non capivo una parola di quello che dicevano, e allora dovevano essere gli sguardi a darmi fastidio, o forse perche' bevevo troppo pure li'. Non fosse per quello non mi ci trovavo male. Che si faceva? Si marciava. E qualche volta si rompeva qualche testa. Intendo dire: si rompeva qualche testa per ordine del comandante. Perche' di nostra iniziativa le teste le rompevamo spesso. Bastava che non fossero europei, e non gliene fregava niente a nessuno. Se erano europei, invece, poi ti dovevi arrangiare a nascondere il cadavere. Io non mi ci trovavo male. Ero andato li' perche' non ci volevo pensare piu' alla vita di prima. O forse perche' ero dovuto scappare, lo sai che non mi ricordo piu'? Poi, non so com'e', me ne andai anche dalla legione. Una notte, con un camion. E sul camion c'era pure 'sto Curzio, che era italiano e che mi racconto' una bella storia. Adesso non sono sicuro di ricordarmela bene, pero' te la voglio raccontare lo stesso. Dove andammo col camion? Mica me lo ricordo. Ma era sempre in Africa, credo che era roba di contrabbando o un lavoro da mercenari, non me lo ricordo piu'. Mi ricordo che ammazzavamo la gente, gli africani, e ci pagavano certi biondini tutti eleganti, pieno d'oro e di brillocchi. Ma Curzio lo incontrai sul camion, e dopo non l'ho visto piu'.
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Allora, Mario, ti chiamo Mario hai detto? E di dove sei? Ah, non ci sono mai stato. A Roma si', una volta sono stato a Roma e sono andato al cinema. Ci pensi? Uno va a Roma e invece di andare al Colosseo, a San Pietro, a tutti quei monumenti, che fa? Va al cinema. Ero giovane. Se sei su questo camion vai dai belgi? o dai portoghesi? Bestiacce gli uni e gli altri. Ammazzano 'sta gente e neppure ci si arricchiscono. Dovrebbero essere tutti miliardari con quello che rubano qui, e invece restano pezzenti. Per me, hanno ragione i negri, li dovrebbero far fuori tutti. No, no, pur'io ho lavorato per i belgi, e alla fine se e' o noi o loro allora io sono per noi, ci mancherebbe altro, e se si spara io sparo per primo e sparo due volte. Non faccio il santarellino, ne ho sbudellati diversi. Pero' penso che abbiano ragione loro. E infatti me ne vado. Siamo sullo stesso camion, e' vero, ma tu vai verso i guai e io me ne torno a casa. Pure questo e' vero, pure questo e' vero, i guai sono pure li'. E' stato cosi' pure per me, che ci sono venuto a fare in questa fogna? Ma adesso e' passato tanto di quel tempo che mi sembra che si sta meglio la' che qui. Per te si vede che ancora non e' passato abbastanza tempo. E poi ogni dieci anni c'e' un'amnistia, su con la vita. Perche' me ne vado? Di sicuro non perche' ho fatto i soldi, mi vedi qui come sono: con una mano davanti e l'altra di dietro. Vent'anni, ed eccomi qui: con una mano davanti e l'altra di dietro. No, il motivo e' che non ne posso piu'. Di che? Di tutto. Viene il momento che uno dice basta. Per me il momento e' venuto un pomeriggio di tre mesi fa, quando mi hanno raccontato una storia, e in quella storia... insomma, e' come se ci avessi visto rispecchiata... non e' una cosa semplice da dire. La cosa migliore e' che ti racconto la storia, la storia di Amadu'. Amadu' e' quello che mi ha raccontato quella storia. Stavo per sparargli e quello mi racconta la storia. E' una bella storia, se ti va di sentirla. Io l'ho sentita e non l'ho piu' ammazzato, tanto lo avra' ammazzato qualcun altro.
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Puoi anche sparare. Non me ne frega niente. Se mi spari mi fai un favore. Ci puoi scommettere. Ci puoi scommettere. Se il fucile ce l'avevo io ti avevo gia' sparato. Invece ce l'hai tu, e allora spara e facciamola finita. No, non ci parlo coi colonialisti. Italiano? Allora sei pure fascista. Era meglio se ti davo una coltellata io, era meglio. I tuoi padroni. I tuoi padroni mi hanno ammazzato la moglie e i figli, mi hanno bruciato la casa, e rapinano il mio paese di tutte le sue ricchezze. Guardati, fai il cane da guardia per i tuoi padroni. Ti dovresti fare schifo. Io almeno mi sono ribellato. Sei proprio un fascista, fascista e servo come tutti i fascisti. E adesso spara. No, bisogna che spari, perche' se non mi spari io prima o poi mi sciolgo, e la prima cosa che faccio e' trovare un bastone appuntito e te lo ficco in un occhio. Prima di scappare, sicuro. E poi scappare dove? No, io non scappo piu', io resto qui, sono loro, siete voi che dovete scappare. Tu sparami perche' se non mi spari se mi libero quando dormi la prima cosa che faccio ti ammazzo come un cane, e ti levo il fucile, e vi sparo fino all'ultima cartuccia e poi chi se ne frega, tanto, peggio di cosi'... No, io non ci voglio parlare con te, colonialista e fascista. Con le parole ci impiccate la gente. La sai la storia di quello che impiccava la gente con le parole e gli mangiava il cuore? Me la raccontavano alla missione. Si', alla missione, i compari vostri, che mentre voi ci scannavate loro ci insegnavano che dovevamo pure essere contenti, "grazie signore, grazie signore". La raccontava suor Margherita. La vuoi sapere la storia di suor Margherita?
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Un uomo di nome Mario aveva una moglie dolce come lo zucchero e buona come il pane. Era mia sorella. Parlava con gli angeli da quanto era buona. Ma aveva un difetto: era troppo bella. E tutti gli uomini che la guardavano la guardavano con gli occhi rossi, con gli occhi del diavolo. E Mario se ne accorgeva. Ed era geloso. E pensava che era colpa di mia sorella. E una volta all'ora di pranzo arriva a casa con l'accetta, lei era in cucina che cucinava, e cantava le lodi del Signore. E lui arrivo', e lei gli sorrise, e lui le divise in due il viso. Con un colpo secco. Poi scappo' in Africa e nessuno lo ha piu' visto. Ma la sapete la storia di quello che impiccava la gente con le parole e gli mangiava il cuore? Ve la racconto se state buoni.
10. RACCONTI PER L'ESTATE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: UN VOLONTARIO
[Riceviamo e diffondiamo]
Sono un volontario. Tiratore scelto.
A casa ho una stanza piena di coppe e di medaglie. Se non era per il lavoro che non lo posso lasciare mai, dicono tutti che avevo una carriera davanti, magari arrivavo alle olimpiadi. Ma all'officina siamo solo in due, e mio padre e' vecchio, non mi posso allontanare. Tanto tanto se abitavamo in citta', ma da qui solo per arrivare alla stazione del treno e' gia' un'ora di macchina, poi da li' per arrivare a Roma o a Orte e' un'altr'ora, un'ora e mezza, poi tutto il viaggio per arrivare nei posti dove fanno le gare... e la bottega chi la tiene aperta? Mio padre e' vecchio, se m'assento mezz'ora, un'ora, va bene, se proprio serve va bene pure mezza giornata, ma di piu' proprio non e' possibile. E quindi fine della carriera sportiva. Pure a caccia ci vado poco, e' che gli amici sono tutti pescatori, e allora se la domenica voglio stare una mezza giornata con loro bisogna che vado a pesca pure io, che pescare non mi piace per niente e m'annoio da morire. Ma almeno si fanno quattro chiacchiere, a casa siamo solo io, mio padre e la televisione, e parla solo la televisione. Certo, se m'ero sposato... ma li' per li' uno non se ne accorge che il tempo passa e quando te ne accorgi e' gia' passato. Ormai ho sessant'anni, e chi se lo piglia un rottame di sessant'anni. E senza un soldo, che con l'officina non si fa piu' una lira. Io glielo avevo detto a mio padre di vendere quando era il momento. Ma lui niente. E adesso non la vuole nessuno neppure se gliela regali.
Cosi' si tira avanti male, e se non fosse quella miseria della pensione di mio padre neppure alla fine del mese arriveremmo. Certe volte ci penso: quando mio padre muore vendo tutto, mi dessero pure solo cinque centesimi. Vendo tutto e vado in citta', mi spendo tutto, poi m'ammazzo. Sono cose che si dicono. La sera guardiamo la televisione, io vorrei vedere lo sport ma fanno quasi sempre i film, film complicati che non si capisce che succede, io m'annoio e lascio accesa la televisione perche' mio padre dorme solo con la televisione accesa. Se gli dico di andare a mettersi a letto lui ci va buono buono ma dopo mezz'ora s'alza e non riesce piu' a dormire. Invece sta li' in cucina, s'appoggia sul tavolino e dorme mentre la televisione chiacchiera, chiacchiera e non s'azzitta mai. Neppure io vado a letto presto, l'ho detto prima, sono un volontario.
Carico la carabina, salgo sul camion e vado a sparare agli invasori stranieri. Sono un volontario, difendo il mio paese. Sono un tiratore scelto. Padroni a casa nostra.
11. RACCONTI PER L'ESTATE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: I DUE ATEI. UN RACCONTO DELL'ORRORE
[Riceviamo e diffondiamo]
Ci sono due tipi di atei: quelli ragionevoli come me, e quelli ricchi come Lindoro.
Quelli come me sono intelligenti, amano la virtu' anche se sanno che e' solo una parola, ascoltano le altre persone e s'interrogano incessantemente su cosa significhino per loro le loro percezioni, le loro interpretazioni, le loro concezioni, le loro produzioni di segni, le narrazioni che fanno delle loro esistenze, le loro esistenze stesse. Io e gli atei come me pensiamo che tutti gli esseri umani pensano all'incirca gli stessi pensieri, hanno le stesse paure, fanno gli stessi errori. E ci diamo da fare per farli soffrire di meno, questa infetta carrettata di morituri strepitanti.
Quelli come Lindoro, e Lindoro prima di ogni altro, sono presuntuosi, tronfi da far vomitare, piu' clericali dei clericali, e piu' sono ricchi e piu' sono fascisti, e tu li vedi che se ne avessero le forze la loro massima aspirazione sarebbe di essere insieme il Grande fratello, il Grande inquisitore, il Divin marchese e il comandante di ogni plotone d'esecuzione sulla faccia della terra.
E' sempre cosi', tutto si divide in due, e' la dialettica della dialettica, e ogni intero spezzatosi in due meta' riproduce la lotta piu' furiosa tra i mezzi, tra i doppi, ed a loro volta anche ogni meta', anche ogni doppio, si scindono e ancora e ancora, e l'universo si sbriciola, e questo sbriciolarsi ci sembra generazione, proliferazione, ed invece e' solo sfasciarsi, infinitesimarsi, un brulicante annichilirsi.
Solo Lucrezio e Leopardi hanno detto quel che occorreva dire. Mi fanno ridere gli spiriti forti alla Lindoro, l'unico spirito forte che hanno e' quello che trincano a damigiane e poi sgocciolano nel pannolone. Perche' poi Violante mi abbia lasciato per mettersi con quel pagliaccio io non lo so. E invece lo so, lo so: i soldi, tutti quei maledetti soldi che a quel buffone inceronato e impomatato gli escono dalle orecchie - e dico orecchie per parlar pulito, ho uno stile io. E da dove vengono fuori che non ha mai mosso una paglia con quelle manine di porcellana? Lo so io da dove vengono fuori: chi gliela pagava la rivista? chi lo inzeppava all'universita'? Il libertino in vagone letto, il moralista a un tanto al chilo, il sottuttio dei miei stivali: la famigliola col doppio cognome, il partito dei rubbarubba, la camorra dei baroni. E poi ci sono i fessi che leggono quei suoi libri rachitici e lo prendono per il filosofo che danza, si', la danza del ventre. E quella cretinetta di Violante. Ma chi se ne frega, dico io, chi se ne frega. Povera e nuda vai filosofia.
*
Io no, io non ho ceduto. Io sono ancora un militante del movimento delle oppresse e degli oppressi. L'undicesima tesi su Feuerbach. Carriere non ne ho fatte, e come avrei potuto? La tolleranza repressiva, l'industria culturale, la societa' dello spettacolo. I manoscritti economico-filosofici del '44. Chi se ne frega se sono restato in miseria e ci sono diventato vecchio, incurvato, sdentato, pelato. Certo, adesso neppure io al posto di Violante degnerei di uno sguardo questo rudere che sono diventato. Ma ancora venti, trent'anni fa, non ero cosi'. E anche Violante adesso non e' invecchiata? Pero' lei e' ancora bellissima, sara' sempre bellissima. Glielo dicevo ai bei tempi che era una dea.
C'e' ateismo e ateismo, questa e' la tesi che voglio sostenere. Un ateismo militante, che lotta per la liberazione dell'umanita' e che del fatto religioso e della sfera del sacro sa dare una lettura complessa e dialettica, come Feuerbach, come Marx ed Engels, e poi Ernst Bloch, se proprio vogliamo dirlo. E poi c'e' quel corto circuito, quel pastrocchio, quel nulla di nulla, pero' incartato nel suo elegante armani, nel suo dolceevvoltagabbana, coi lustrini da bordello ottocentesco, e quello sarebbe ateismo? Quell'alibi infame per ogni cinismo, per ogni turpitudine, e mentre il principino zirla il carpe diem intanto strappa il cuore a chi sta in basso e lo trangugia crudo con un po' di limone. Ma quale ateismo, quello e' solo l'ultima maschera dei rampolli dell'ancien regime che si riciclano e continuano a vampirizzare le classi oppresse e ad ipnotizzare i babbei con i loro ridicoli sofismi da avanspettacolo, da Ambra-Jovinelli, da Domenica sportiva, e che ci vuole, che ci vuole, con tutti quei soldi.
*
Giunto al punto in cui mi trovo, certo, anch'io vorrei essere finalmente ricco. Sarebbe un fatto di giustizia, in questo schifo di mondo senza senso e senza decoro. Avro' il diritto di pagarmi il dentista? Una volta all'anno, dico: una volta all'anno, potro' farlo anch'io un viaggio non dico a Venezia, o a Firenze, ma almeno a Tarquinia, e starmene un paio di giorni al mare? Che poi neppure mi piace, il mare. E piuttosto che spogliarmi per farmi cuocere dal sole mi chiudo in un frigorifero. No, non e' invidia. Me ne frego, io. E' solo per non finire cosi', sempre in questo buco, solo come un cane, a campare della carita' di questi quattro amici che fanno finta di avere bisogno di lezioni private o di recensioni per avere la scusa di pagarmi l'affitto o invitarmi a pranzo o regalarmi un libro. La botte di Diogene, dice la gente, e questo sottoscala vi sembra tanto meglio? E almeno mi pagassero per quello che faccio per tutto il condominio, no, non se ne accorgono neppure. Ma io non dico niente. Ma quale orgoglio luciferino. E' che se per le scale vedo una lampadina fulminata non mi metto a scrivere all'amministratore, vado al supermercato qui davanti, ne compro una buona e la cambio. Se trovo nell'androne una deiezione canina - si dice cosi', adesso - non mi metto a fotografarla col telefonino (neanche ce l'ho, il telefonino) e mandarla ai quotidiani cittadini o postarla su facebook; prendo un paio di fogli di giornale, la raschio via e la butto nel secchio dell'immondizia. E con tutto cio' lo so che i coinquilini non mi possono vedere, che dicono che puzzo, e l'avro' dovuta cancellare cento volte l'opera grafica di tema anatomico che qualche poppante che diventera' un fascista - o qualche fascista che restera' in eterno poppante - continua a vergare con agile tratto col suo carboncino sul muro di fianco alla porta del mio appartamento nel sottoscala. Lasciamo perdere. Il popolo delle scimmie. L'ideologia delle ghiande. Certo non mi metto a giocare al gratta e vinci, o al lotto, o al quiz televisivo. Ho una dignita'. Non ho ceduto. E' chiaro che quattro baiocchi farebbero comodo pure a me. Campateci voi con la pensione minima sociale, poi me lo raccontate. Non per me, per i miei libri, che me ne accorgo che si rovinano, l'umidita' li riduce a uno straccio e li incolla, i lepismi se li pasteggiano, li tengo impilati serrati pila a pila che certe volte rinuncio a rileggere un brano o controllare una citazione per non dover fare la fatica di spostarne una torre col rischio di farne cadere non una pila soltanto ma dieci, ma venti. Effetto domino. E la polvere, poi, e io sono pure asmatico. Siccome non riesco a dormire e alla radio non c'e' piu' verso di sentire un bel radiodramma, un po' di buona musica, passo la notte vestito, con tutte le scarpe, al buio, e ogni mezz'ora accendo di colpo la luce e dappertutto e' un fuggi fuggi di pesciolini d'argento e dove arrivo li schiaccio, e poi devo pulire questo schifo. Ma io ci sono abituato, e' che mi dispiace per i libri. Che dovrebbero stare sugli scaffali, come cristo comanda, con il dorso a vista e sul dorso il titolo. Invece stanno li' impilati che ammuffiscono. Di venderli non mi va, sono i miei libri. E neppure di donarli a qualche istituzione. In passato ne ho regalati a biblioteche, a centri culturali, a scuole, a organizzazioni del movimento operaio, a comuni agricole. Poi nove volte su dieci finiva che li mettevano in un magazzino ad ammuffire li'. Allora tanto vale che ammuffiscano qui. Ma certo con due soldarelli potrei affittare un appartamento spazioso, cogli scaffali. Ai libri gli voglio bene. Piu' di quanto ne voglia a me stesso. Ma non ne faccio un feticcio, sia chiaro. Sono solo fogli di carta cuciti insieme. Volere bene veramente, volevo bene a Violante, ma e' andata come e' andata, mannaggia a lei, che le possa venire un canchero.
*
Ci sono due ateismi, quello delle persone oneste e serie, come me, e quello dei porci sfruttatori, come Lindoro. E c'e' una sola lotta di classe. Per questo l'ho rapito quell'imbecille di Lindoro. E sia che la famiglia paghi il riscatto, sia che non lo paghi, io non ci ho perso tempo, l'ho gia' fatto fuori, l'ho segato a pezzetti che ho incartato nel giornale, e in capo a una settimana l'ho sparso un po' per la citta' a tocchetti saporiti dove le gattare lasciano i bocconcini ai gatti randagi, e un po' a pezzettoni piu' grossi nelle campagne alla periferia, dove i cani inselvatichiti cacciano a branchi e sembrano lupi. Se poi il riscatto lo pagano, meglio, mi tolgo pure qualche soddisfazione. Vado alla libreria Herder e compro tutta la Patrologia greca e latina.
12. RACCONTI PER L'ESTATE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: LO SCRITTORE TURBATO
[Riceviamo e diffondiamo]
Tu scrivi invenzioni, fantasie, memorie e allucinazioni, e le introduci nel mondo: Ma nel mondo non c'e' gia' fin troppa sofferenza, non ci sono gia' fin troppi deliri? Non dovresti piuttosto adoperarti a ridurre le sofferenze e le menzogne? Se fai qualcosa di cui dubiti tu stesso, perche' la fai? Quel dubbio non e' sufficiente a persuaderti a non farla? Se proprio devi scrivere, non dovresti scrivere la verita' invece che queste finzioni? Tu racconti storie, favole, miraggi, e invece dovresti riferire i fatti, e chiamare alla lotta contro l'orrore che ogni giorno ci sommerge.
Trovo innumerevoli, incontrovertibili, luminosi argomenti a sostegno della tesi che dovresti smettere di scrivere questi racconti biechi e stralunati di paure e delitti, e tornare alla lotta, a scrivere per denunciare la violenza dei potenti, al giornalismo d'inchiesta, al saggio che smaschera e spiega. E' quello che devi fare, lo sai fare, fallo. E smettila di perdere tempo con queste idiozie, con queste trivialita', con questi fantasmi. Ah si', conosco una montagna, un diluvio, una galassia di argomenti a sostegno della tesi che dovresti smettere di scrivere queste scemenze.
E un solo argomento contrario: mi pagano per scrivere queste scempiaggini. Mi pagano bene. Ed e' sempre meglio che dover lavorare.
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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