[Nonviolenza] Telegrammi. 2453
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- Date: Fri, 26 Aug 2016 20:36:00 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2453 del 27 agosto 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. "La Ginestra di Leopardi". Un incontro di studio e di testimonianza a Viterbo
2. Luciano Bonfrate: Quando il padrone chiama all'unita'
3. Alcuni testi del mese di luglio 2016 (parte prima)
4. Abolire le armi, salvare le vite
5. Tutte le stragi
6. "Tutte le vittime...". Alcune parole dette a Viterbo la mattina del 3 luglio 2016
7. La nostra strage quotidiana
8. L'ora della nonviolenza
9. Al Sindaco di Viterbo, ancora una reiterazione della proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
10. Abbas Kiarostami
11. La catena
12. L'urgenza delle urgenze
13. Tutte le stragi
14. I flagelli dell'umanita'
15. Il rapporto. Un incontro di riflessione a Viterbo a partire dal rapporto Chilcot
16. Una citta' si ferma in meditazione nel dolore e nella solidarieta'. Una riflessione per la giornata di lutto cittadino a Viterbo
17. Segnalazioni librarie
18. La "Carta" del Movimento Nonviolento
19. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. "LA GINESTRA DI LEOPARDI". UN INCONTRO DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA A VITERBO
Si e' svolto venerdi' 26 agosto 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "La Ginestra di Leopardi. Un manifesto per la rivoluzione nonviolenta necessaria".
Nel corso dell'incontro e' stato letto e commentato il testo de "La ginestra o il fiore del deserto", uno dei capolavori di Giacomo Leopardi e una delle vette della poesia e della filosofia dell'umanita'.
*
Per le vittime del terremoto
L'incontro si e' aperto - e non poteva essere altrimenti - con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto che ha devastato l'Italia centrale.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha poi richiamato il convincimento proprio di Leopardi, ed espresso in modo sublime nella "Ginestra", che proprio perche' lo statuto biologico degli esseri umani e' costitutivamente fragile e perituro, ed ogni persona e' quindi ineludibilmente costantemente esposta alla malattia, alla sofferenza e alla morte, ne discende il dovere primo di non aggiungere altra sofferenza alla sofferenza biologicamente determinata, e quindi il principio etico di non far soffrire le altre persone ed anzi il dovere di recare loro aiuto. Tutte le grandi tradizioni sapienziali, religiose e filosofiche dell'umanita' convergono nell'affermare il dovere di non uccidere, il dovere di salvare le vite, il dovere di recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno. Riprendendo in particolare la riflessione di Hannah Arendt e di Emmanuel Levinas e svolgendone sommariamente le cruciali articolazioni ed implicazioni, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha concluso rinnovando l'invito all'universale solidarieta'. "Tu non uccidere; tu salva le vite: e' l'imperativo categorico che con formulazioni diverse - e straordinaria quella di Kant nella Critica della ragion pratica - ogni persona senziente e pensante condivide, fondamento della civilta' umana; e' quella regola aurea che tutte le culture riconoscono per vera, buona, giusta: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che esse agissero nei tuoi confronti. E per dirlo con le parole del capolavoro leopardiano: tutti fra se confederati estima / gi uomini, e tutti abbraccia / con vero amor, porgendo / valida e pronta ed aspettando aita [aiuto] / negli alterni perigli e nelle angosce".
*
Tre appelli
Le persone partecipanti all'incontro, impegnate per la pace e i diritti umani, rinnovano l'appello ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione democratica e ad ogni civile istituto a contribuire all'impegno comune in soccorso delle vittime del sisma.
Rinnovano altresi' l'appello affinche' cessino le stragi nel Mediteraneo.
E rinnovano anche l'appello a difendere la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza, presidio delle nostre comuni liberta', della nostra civile convivenza.
*
In calce si allega:
a) il testo integrale della poesia di Giacomo Leopardi;
b) l'appello "Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia";
c) l'appello "Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe".
* * *
A) Giacomo Leopardi: La ginestra o il fiore del deserto
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce
Giovanni, III, 19
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor ne' fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell'impietrata lava,
Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covil torna il coniglio;
Fur liete ville e colti,
E biondeggiar di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti;
Fur giardini e palagi,
Agli ozi de' potenti
Gradito ospizio; e fur citta' famose
Che coi torrenti suoi l'altero monte
Dall'ignea bocca fulminando oppresse
Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
Una ruina involve,
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola. A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
E' il gener nostro in cura
All'amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potra' dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e puo' con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gl'ingegni tutti,
Di cui lor sorte rea padre ti fece,
Vanno adulando, ancora
Ch'a ludibrio talora
T'abbian fra se. Non io
Con tal vergogna scendero' sotterra;
Ma il disprezzo piuttosto che si serra
Di te nel petto mio,
Mostrato avro' quanto si possa aperto:
Ben ch'io sappia che obblio
Preme chi troppo all'eta' propria increbbe.
Di questo mal, che teco
Mi fia comune, assai finor mi rido.
Liberta' vai sognando, e servo a un tempo
Vuoi di novo il pensiero,
Sol per cui risorgemmo
Della barbarie in parte, e per cui solo
Si cresce in civilta', che sola in meglio
Guida i pubblici fati.
Cosi' ti spiacque il vero
Dell'aspra sorte e del depresso loco
Che natura ci die'. Per questo il tergo
Vigliaccamente rivolgesti al lume
Che il fe' palese: e, fuggitivo, appelli
Vil chi lui segue, e solo
Magnanimo colui
Che se schernendo o gli altri, astuto o folle,
Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
Che sia dell'alma generoso ed alto,
Non chiama se ne' stima
Ricco d'or ne' gagliardo,
E di splendida vita o di valente
Persona infra la gente
Non fa risibil mostra;
Ma se di forza e di tesor mendico
Lascia parer senza vergogna, e noma
Parlando, apertamente, e di sue cose
Fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
Non credo io gia', ma stolto,
Quel che nato a perir, nutrito in pene,
Dice, a goder son fatto,
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicita', quali il ciel tutto ignora,
Non pur quest'orbe, promettendo in terra
A popoli che un'onda
Di mar commosso, un fiato
D'aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge si', che avanza
A gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura e' quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra se nel soffrir, ne' gli odii e l'ire
Fraterne, ancor piu' gravi
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma da' la colpa a quella
Che veramente e' rea, che de' mortali
Madre e' di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome e' il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra se confederati estima
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede cosi', qual fora in campo
Cinto d'oste contraria, in sul piu' vivo
Incalzar degli assalti,
Gl'inimici obbliando, acerbe gare
Imprender con gli amici,
E sparger fuga e fulminar col brando
Infra i propri guerrieri.
Cosi' fatti pensieri
Quando fien, come fur, palesi al volgo,
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole,
Ove fondata probita' del volgo
Cosi' star suole in piede
Quale star puo' quel ch'ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
Che, desolate, a bruno
Veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
Seggo la notte; e sulla mesta landa
In purissimo azzurro
Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,
Cui di lontan fa specchio
Il mare, e tutto di scintille in giro
Per lo voto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
Ch'a lor sembrano un punto,
E sono immense, in guisa
Che un punto a petto a lor son terra e mare
Veracemente; a cui
L'uomo non pur, ma questo
Globo ove l'uomo e' nulla,
Sconosciuto e' del tutto; e quando miro
Quegli ancor piu' senz'alcun fin remoti
Nodi quasi di stelle,
Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
E non la terra sol, ma tutte in uno,
Del numero infinite e della mole,
Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle
O sono ignote, o cosi' paion come
Essi alla terra, un punto
Di luce nebulosa; al pensier mio
Che sembri allora, o prole
Dell'uomo? E rimembrando
Il tuo stato quaggiu', di cui fa segno
Il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte,
Che te signora e fine
Credi tu data al Tutto, e quante volte
Favoleggiar ti piacque, in questo oscuro
Granel di sabbia, il qual di terra ha nome,
Per tua cagion, dell'universe cose
Scender gli autori, e conversar sovente
Co' tuoi piacevolmente, e che i derisi
Sogni rinnovellando, ai saggi insulta
Fin la presente eta', che in conoscenza
Ed in civil costume
Sembra tutte avanzar; qual moto allora,
Mortal prole infelice, o qual pensiero
Verso te finalmente il cor m'assale?
Non so se il riso o la pieta' prevale.
Come d'arbor cadendo un picciol pomo,
Cui la' nel tardo autunno
Maturita' senz'altra forza atterra,
D'un popol di formiche i dolci alberghi,
Cavati in molle gleba
Con gran lavoro, e l'opre
E le ricchezze che adunate a prova
Con lungo affaticar l'assidua gente
Avea provvidamente al tempo estivo,
Schiaccia, diserta e copre
In un punto; cosi' d'alto piombando,
Dall'utero tonante
Scagliata al ciel profondo,
Di ceneri e di pomici e di sassi
Notte e ruina, infusa
Di bollenti ruscelli,
O pel montano fianco
Furiosa tra l'erba
Di liquefatti massi
E di metalli e d'infocata arena
Scendendo immensa piena,
Le cittadi che il mar la' su l'estremo
Lido aspergea, confuse
E infranse e ricoperse
In pochi istanti: onde su quelle or pasce
La capra, e citta' nove
Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello
Son le sepolte, e le prostrate mura
L'arduo monte al suo pie' quasi calpesta.
Non ha natura al seme
Dell'uom piu' stima o cura
Che alla formica: e se piu' rara in quello
Che nell'altra e' la strage,
Non avvien cio' d'altronde
Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde.
Ben mille ed ottocento
Anni varcar poi che spariro, oppressi
Dall'ignea forza, i popolati seggi,
E il villanello intento
Ai vigneti, che a stento in questi campi
Nutre la morta zolla e incenerita,
Ancor leva lo sguardo
Sospettoso alla vetta
Fatal, che nulla mai fatta piu' mite
Ancor siede tremenda, ancor minaccia
A lui strage ed ai figli ed agli averi
Lor poverelli. E spesso
Il meschino in sul tetto
Dell'ostel villereccio, alla vagante
Aura giacendo tutta notte insonne,
E balzando piu' volte, esplora il corso
Del temuto bollor, che si riversa
Dall'inesausto grembo
Su l'arenoso dorso, a cui riluce
Di Capri la marina
E di Napoli il porto e Mergellina.
E se appressar lo vede, o se nel cupo
Del domestico pozzo ode mai l'acqua
Fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,
Desta la moglie in fretta, e via, con quanto
Di lor cose rapir posson, fuggendo,
Vede lontan l'usato
Suo nido, e il picciol campo,
Che gli fu dalla fame unico schermo,
Preda al flutto rovente,
Che crepitando giunge, e inesorato
Durabilmente sovra quei si spiega.
Torna al celeste raggio
Dopo l'antica obblivion l'estinta
Pompei, come sepolto
Scheletro, cui di terra
Avarizia o pieta' rende all'aperto;
E dal deserto foro
Diritto infra le file
Dei mozzi colonnati il peregrino
Lunge contempla il bipartito giogo
E la cresta fumante,
Che alla sparsa ruina ancor minaccia.
E nell'orror della secreta notte
Per li vacui teatri,
Per li templi deformi e per le rotte
Case, ove i parti il pipistrello asconde,
Come sinistra face
Che per voti palagi atra s'aggiri,
Corre il baglior della funerea lava,
Che di lontan per l'ombre
Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.
Cosi', dell'uomo ignara e dell'etadi
Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno
Dopo gli avi i nepoti,
Sta natura ognor verde, anzi procede
Per si' lungo cammino,
Che sembra star. Caggiono i regni intanto,
Passan genti e linguaggi: ella nol vede:
E l'uom d'eternita' s'arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Gia' noto, stendera' l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Ne' sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma piu' saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.
* * *
B) L'appello "Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia"
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
* * *
C) L'appello "Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe"
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
*
Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.
Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.
Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.
*
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
2. LE PAROLE E LE COSE. LUCIANO BONFRATE: QUANDO IL PADRONE CHIAMA ALL'UNITA'
Quando il padrone chiama all'unita'
che' siamo tutti sulla stessa barca
non so dimenticare
che lui si sta sul ponte di comando
ed io sono in catene nella stiva.
Quando mi dice siamo tutti uguali
il pingue sorvegliante
che unge del mio sangue la sua frusta
non credo che quella parola uguali
significhi per lui e per me lo stesso.
Quando mi parlano di civilta'
dalla televisione i benvestiti
io guardo fisso nelle loro bocche
e vedo come stanno masticando
la carne e il sangue della gente mia.
Saremo uguali quando sara' uguale
la nostra sorte, quando cesserete
di farci schiavi e di darci la morte
saremo uguali allora
adesso vi dobbiamo contrastare.
E nel nostro contrastarvi
vi saremo assai migliori
non la guerra vorrem darvi
non le pene ed i dolori
che voi sempre c'infliggeste.
No. Soltanto quelle ceste
colme di cio' che rubaste
toglieremo a voi ladroni
per ridarle ai rapinati.
Cessera' lo sfruttamento.
Spezzeremo ogni catena
bruceremo ogni divisa
le muraglie abbatteremo
e ogni cosa condivisa
sara' fra chi ne ha bisogno.
Nostra legge sara' che non si uccida
nessuno, che nessuno sia lasciato
esposto al dolore o alla paura,
che mai nessuno piu' sia abbandonato,
che ogni sofferente sia accudito.
Aboliremo guerra e schiavitu'
sara' un mondo migliore, e li' potremo
respirare finalmente
incontrarci all'osteria
e guardandoci negli occhi
bere insieme il bicchiere della pace.
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2016 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2016
4. ABOLIRE LE ARMI, SALVARE LE VITE
Abolire le armi.
Salvare le vite.
*
Nulla e' piu' urgente, nulla e' piu' necessario: abolire le armi, salvare le vite.
*
La sola politica degna, la sola politica vera: e' quella che salva le vite, che si oppone a tutte le uccisioni.
*
Abolire le armi.
Salvare le vite.
5. TUTTE LE STRAGI
Tutte le stragi uccidono degli esseri umani.
Tutte le stragi sono contro l'umanita'.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
6. "TUTTE LE VITTIME...". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO LA MATTINA DEL 3 LUGLIO 2016
[Ricostruite a memoria queste di seguito sono alcune delle parole dette parlando a braccio questa mattina di domenica 3 luglio 2016 in una piazza del quartiere di Santa Barbara a Viterbo dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" per commemorare le vittime delle stragi di questi ultimi giorni]
Tutte le vittime fanno parte dell'unica umanita'.
E cosi' ogni uccisione ci colpisce tutte e tutti.
Nessuna causa, nessuna ragione, nessun sistema di valori, nessuna visione del mondo puo' giustificare l'uccisione di un essere umano, poiche' sottrarre la vita a un essere umano, ridurre una persona a corpo inerte, a muto oggetto, a polvere e nulla, con cio' stesso rompe ogni patto di convivenza, distrugge ogni forma di civilta', travolge ed annienta ogni valore, ogni ragione, ogni significato.
*
Gli esseri umani hanno sempre saputo che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso, poiche' senza questo diritto nessun altro diritto si da', e quindi cade ogni patto sociale, ogni forma di convivenza, ogni barlume di civilta'.
Gli esseri umani hanno sempre saputo che rispettare, aiutare e salvare le vite e' il primo comune dovere.
Gli esseri umani hanno sempre saputo che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; che l'ospitalita', l'accudimento, il prendersi cura del bene dell'altra persona e' il primo istituto civile, l'inizio reale dell'umanizzazione dell'umanita'.
Poiche' ogni essere umano sente, e quindi sa, che l'unica speranza di essere rispettato nel suo diritto a vivere consiste nel suo proprio impegno a rispettare il diritto a vivere degli altri esseri umani; senza del quale impegno vi e' solo l'orrore della guerra di tutti contro tutti, del massacro insensato che puo' trovar fine soltanto con l'universale ecatombe: il delirio del dittatore che cosi' acutamente indago' Elias Canetti.
Tutto cio' gli esseri umani lo hanno sempre saputo, ma mille poteri vampiri e mille sofismi assassini li hanno ottenebrati ed indotti a dilaniarsi senza pieta'. E questo strazio tuttora perdura.
*
Ma nell'epoca aperta da Auschwitz e da Hiroshima, l'epoca dell'organizzazione scientifica e burocratica della disumanizzazione genocida, l'epoca delle armi in grado di cancellare l'intera civilta' umana, quella che Guenther Anders ha chiamato "l'eta' atomica" e che e' il tempo in cui viviamo le nostre vite sospese, non possiamo piu' sottrarci a questa necessaria coscienza, a questa decisiva responsabilita', alla scelta morale e politica fondamentale: non uccidere. Il comandamento "Non uccidere" deve divenire il principio e il criterio del nostro agire, se vogliamo evitare il rischio ogni giorno crescente dell'annichilimento totale dell'umanita'.
*
Occorre illuminare tutte le intelligenze, risvegliare tutte le coscienze: persuadere ogni essere umano del suo diritto alla vita (ed alla dignita', ed alla solidarieta') e quindi dell'eguale diritto alla vita (ed alla dignita', ed alla solidarieta') di ogni altro essere umano.
Ed occorre avviare le azioni costruttive indispensabili ed urgenti.
Innanzitutto il disarmo: poiche' le armi servono a uccidere gli esseri umani.
Innanzitutto la smilitarizzazione: dei conflitti, dei territori, delle societa' e delle culture; all'organizzazione sociale (ed alla formazione della personalita') modellata sulla guerra, sulla gerarchia, sullo sfruttamento e sull'inimicizia occorre opporre e sostituire il paradigma della pace, dell'eguaglianza di diritti, della cooperazione e della condivisione dei beni.
All'adorazione irrazionale della violenza occorre opporre e sostituire la scelta razionale della nonviolenza.
*
E' proprio riconoscendo il carattere fragile e perituro della nostra esistenza che possiamo e dobbiamo scegliere, come indicava Giacomo Leopardi, la piena solidarieta' fra tutti gli esseri umani.
E' proprio riconoscendo l'essenziale pluralita' e la peculiare capacita' creativa degli esseri umani che possiamo e dobbiamo scegliere la via indicata da Hannah Arendt.
E' proprio riconoscendo che secoli di barbarie maschilista e militarista ci hanno portato sull'orlo dell'abisso che possiamo e dobbiamo scegliere la via indicata da Virginia Woolf.
Ponendoci all'ascolto e alla sequela delle grandi figure del nostro tempo testimoni della dignita' umana, da Primo Levi a Nelson Mandela, da Rosa Luxemburg a Germaine Tillion, da Mohandas Gandhi a Martin Luther King, da Simone de Beauvoir a Danilo Dolci, da Dorothy Day a Bianca Guidetti Serra, a innumerevoli altre tutte egualmente luminose.
Ponendoci all'ascolto e alla scuola delle grandi pensatrici e dei grandi pensatori dell'epoca nostra, da Hannah Arendt a Simone Weil, da Emmanuel Levinas a Ernesto Balducci, da Martin Buber a Michel Foucault, da Edith Stein ad Hans Jonas, da Luce Fabbri a Franca Ongaro Basaglia, a tante altre e tanti altri egualmente illuminanti, dalla scuola di Francoforte al movimento femminista.
Occorre scegliere la via del dialogo, della comprensione, della convivenza, del mutuo soccorso, del bene comune.
*
Nel dire il nostro dolore per le sorelle ed i fratelli trucidati, nel dire il nostro orrore per ogni assassinio, in nome di tutte le vittime, in nome dell'umanita' intera, noi chiediamo che cessi questo insensato massacro.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro la guerra e contro tutte le uccisioni.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro il razzismo e contro tutte le persecuzioni.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro il maschilismo e contro tutte le oppressioni.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro ogni ideologia e prassi terrorista e totalitaria, in difesa della dignita' umana.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro ogni ideologia e prassi imperialista e schiavista, in difesa della dignita' umana.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro ogni ideologia e prassi ecocida, in difesa di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita'.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
7. LA NOSTRA STRAGE QUOTIDIANA
Istanbul, Dacca, Bagdad, le orrende stragi che arrivano in televisione.
E quelle non meno orrende compiute dall'esercito iracheno e da quello siriano e da tutti i regimi e tutte le milizie che usano il terrore e i massacri come arte di governo; e quelle altrettanto orrende compiute dai bombardamenti della coalizione guidata dagli americani, e dai bombardamenti della coalizione guidata dai russi.
E quelle in Afghanistan, in Yemen, nei tanti paesi dell'Africa e dell'Asia di cui non si parla mai.
E quelle in America e in Europa, che riscuotono maggior attenzione ma non suscitano la comprensione e l'empatia necessarie a promuovere ed ottenere i provvedimenti che tutti sappiamo essere necessari (come il divieto della produzione, del commercio, della detenzione e dell'uso delle armi, ed il sequestro e la distruzione delle armi gia' in circolazione).
E lo sterminio dei migranti che culmina nel Mediterraneo.
E la mattanza delle donne nel nostro paese eseguita casa per casa dai maschi-padroni.
E le legioni di adulti e bambini che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto muoiono di fame e di stenti per poter mantenere l'ordine mondiale del lusso e dello spreco, l'apartheid planetario.
E' la nostra strage globale e quotidiana, la dittatura fascista sul mondo, l'assurda ora presente dell'umanita', dell'umanita' sul crinale apocalittico.
*
E potremmo farlo cessare questo orrore, subito.
Con il disarmo; poiche' le armi servono a uccidere gli esseri umani, il disarmo e' indispensabile affinche' l'umanita' possa sopravvivere.
Con la smilitarizzazione; poiche' ogni organizzazione militare e' costitutivamente assassina, la smilitarizzazione e' indispensabile affinche' l'umanita' possa sopravvivere.
Con la nonviolenza, che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Con scelte economiche e politiche di solidarieta' e di giustizia che contrastino la dittatura dei rapinatori che pretendono di tenere in condizioni di schiavitu' i quattro quinti dell'umanita'.
Con scelte educative fondate sul riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani che contrastino le gerarchie dominanti e la loro selvaggia violenza strutturale e ideologica, disumanante e onnicida.
Con il riconoscimento che vi e' una sola umanita' e che tutti gli esseri umani ne sono parte con eguali diritti; e quindi con l'impegno ad aiutare ogni persona che si trovi in pericolo, nel bisogno, nella paura, nel dolore.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre cessare di uccidere.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la vita e la liberazione di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
8. L'ORA DELLA NONVIOLENZA
Ogni vittima ha il volto di Abele.
C'e' un solo modo per fermare la barbarie onnicida: contrastare la violenza con la nonviolenza.
Contrastare le uccisioni salvando le vite.
Opporre alle armi assassine il disarmo integrale.
Estinguere la guerra con la pace e la solidarieta'.
Estinguere gli eserciti con i corpi civili di pace e la difesa popolare nonviolenta.
Riconoscere l'umanita' di tutti gli esseri umani.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Cessare di uccidere.
C'e' un solo modo per fermare la barbarie onnicida: contrastare la violenza con la nonviolenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
9. AL SINDACO DI VITERBO, ANCORA UNA REITERAZIONE DELLA PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI STRANIERI AGGIUNTI
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: ancora una reiterazione della proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
Signor Sindaco,
mentre il Parlamento italiano continua assurdamente e sciaguratamente a procrastinare una legge che riconosca finalmente il diritto di voto a tutte le persone che vivono, lavorano e contribuiscono al bene comune nel nostro paese, e' sempre piu' evidente che gli enti locali potrebbero e dovrebbero impegnarsi affinche' nel pieno rispetto della legislazione vigente siano realizzate forme per quanto possibile adeguate di partecipazione politica e istituzionale alla gestione della cosa pubblica da parte di tutti gli esseri umani che effettualmente sono presenti nel nostro paese.
Da un lato pertanto occorre che anche gli enti locali premano sul Parlamento per una nuova legge che riconosca ed inveri il principio-cardine della democrazia: "una persona, un voto"; dall'altro occorre che gli enti locali istituiscano tutte le possibili, efficaci, positive forme di partecipazione anche in ambito amministrativo alla comunita' locale di tutte le persone che di essa comunita' locale fanno parte indipendentemente dal luogo di provenienza.
A tal fine nuovamente reitero la proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti, gia' formulata nelle lettere - che allego in calce - del 4 luglio 2015 e prima ancora del primo giugno 2014 (ma e' proposta che gia' formulai fin dagli anni '90 del secolo scorso).
Reitero altresi' la richiesta che si dia finalmente seguito e positiva conclusione all'impegno assunto dal Comune di Viterbo per l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione, affinche' - in attesa dell'istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti - sia almeno resa possibile una sia pur parziale ma diretta partecipazione (e sia pure solo in funzione consultiva) all'attivita' dell'amministrazione comunale da parte di rappresentanti designati dalle numerose persone che pur vivendo e lavorando a Viterbo - e in molti casi da molti anni - ancora sono prive del diritto di voto.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 4 luglio 2016
*
Allegato primo: Una lettera del 4 luglio 2015
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Reiterazione della proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
Signor Sindaco,
a Viterbo vivono e lavorano molte persone straniere, che contribuiscono con la loro presenza, il loro lavoro ed i loro tributi al bene comune della citta'; ma queste persone non avendo la cittadinanza italiana non vedono riconosciuto il loro diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche che tutte le persone riguardano;
mentre prosegue la pluridecennale iniziativa affinche' il Parlamento italiano finalmente renda effettivo il fondamentale diritto democratico "una persona, un voto" con una legge ordinaria che riconosca l'elettorato attivo e passivo agli oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia perlomeno per quanto riguarda le elezioni amministrative comunali e regionali (per le elezioni politiche occorrerebbe invece una modifica costituzionale), in vari Comuni d'Italia gia' da alcuni decenni e' stata istituita la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", proprio per consentire a rappresentanti dei residenti stranieri - eletti dagli stessi stranieri residenti nel territorio comunale - di partecipare ai lavori dei consigli comunali e delle commissioni consiliari con pieno diritto di parola, quand'anche senza diritto di voto deliberativo.
Mentre siamo ancora in attesa che il Consiglio comunale di Viterbo deliberi l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione (ricordera' che in un incontro con il "Tavolo per la pace" di un anno fa lei espresse il suo persuaso sostegno alla proposta, ricordera' anche che gia' da un anno il Consiglio comunale ha incluso detta consulta nel novero delle consulte comunali, e ricordera' altresi' che una dettagliata proposta di regolamento ad hoc e' stata formalmente presentata da diversi mesi ma ancora non e' giunta al definitivo voto del Consiglio comunale), e questo ritardo va colmato al piu' presto, propongo altresi' - come gia' piu' volte in passato - che il Comune di Viterbo istituisca anche (oltre alla Consulta, che ha caratteristiche diverse) la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", prendendo a modello una o piu' delle deliberazioni a tal fine assunte gia' da molti anni da vari Comuni d'Italia (tra cui il Comune di Roma).
Allego in calce una lettera che le indirizzai un anno fa nella quale formulavo gia' la medesima proposta.
Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, ed in attesa di un sollecito riscontro, voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 4 luglio 2015
*
Allegato secondo: Una lettera del primo giugno 2014
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Istituire al piu' presto la Consulta comunale per l'immigrazione ed i consiglieri comunali stranieri aggiunti.
Signor Sindaco,
credo che lei si renda conto di quanto numerosa ed importante sia la presenza a Viterbo di persone qui residenti nate in altri paesi e non cittadine italiane.
Esse svolgono lavori indispensabili particolarmente nei settori produttivi agricolo ed artigiano, cosi' come nell'assistenza alle persone in condizioni di difficolta'.
Costituiscono una preziosa risorsa per l'economia locale e svolgono una essenziale funzione di solidarieta' sociale. Ma sovente subiscono condizioni di sfruttamento assai gravi, che violano i piu' fondamentali diritti umani.
Quanti di questi lavoratori dispongono di regolari contratti contribuiscono altresi' al sistema previdenziale a vantaggio della popolazione italiana.
Non pochi di loro hanno ricongiunto o stanno ricongiungendo qui le loro famiglie scegliendo di essere concittadini viterbesi a tutti gli effetti per il presente e per l'avvenire. E vi sono famiglie i cui figli sono nati a Viterbo e quindi a maggior ragione sono nostri concittadini in primis et ante omnia.
Ebbene, occorre che queste persone, che a Viterbo sono migliaia in un comune di sessantamila abitanti, abbiano finalmente voce in capitolo nelle politiche locali, abbiano modo di partecipare alla vita pubblica locale, siano messe in condizione di prendere parte ai processi decisionali dell'amministrazione comunale.
Sono pertanto a proporre nuovamente che:
1. sia al piu' presto istituita a Viterbo la Consulta comunale per l'immigrazione, che sia primo strumento di promozione della partecipazione alla vita pubblica ed all'amministrazione locale;
2. sia al piu' presto istituita una rappresentanza di consiglieri comunali stranieri aggiunti, adottando una delle forme gia' ampiamente sperimentate in vari Comuni d'Italia, da Nonantola (che diede avvio all'esperienza nel secolo scorso) fino a Roma.
Personalmente ritengo che il Parlamento debba procedere celermente con legge ordinaria al riconoscimento del diritto di voto amministrativo per tutti i residenti; e che debba altresi' procedere celermente con legge di rilevanza costituzionale al riconoscimento del diritto di voto politico per tutti i residenti trascorso un ragionevole lasso di tempo (vi sono esperienze europee significative: un tempo adeguato potrebbe essere di sei mesi di residenza effettiva); cosi' come in merito alla cittadinanza il Parlamento debba anche legiferare il passaggio dal criterio dello ius sanguinis al criterio dello ius soli; ma in attesa che il Parlamento assuma questi provvedimenti di civilta' necessari in un mondo sempre piu' interconnesso, credo sia bene che fin d'ora a livello locale e nell'ambito delle leggi vigenti si sperimentino buone pratiche di partecipazione democratica: la Consulta comunale per l'immigrazione e l'istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti sono appunto due buone pratiche da avviare al piu' presto.
Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, distinti saluti
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Viterbo, primo giugno 2014
10. ABBAS KIAROSTAMI
E' deceduto Abbas Kiarostami.
Un poeta, un maestro.
11. LA CATENA
La catena delle uccisioni si spezza solo cessando di uccidere.
Il contagio del male si ferma soltanto facendo il bene.
A chi nega l'altrui diritto alla vita occorre opporre la difesa della vita di ogni essere umano.
A chi vuole ridurre tutto a guerra e stragi occorre opporre la pace e la solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
12. L'URGENZA DELLE URGENZE
L'urgenza delle urgenze: cessare di uccidere, salvare le vite.
Abolire le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire le armi.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Abolire le armi.
Opporsi a tutte le uccisioni, opporsi a tutte le persecuzioni, opporsi a tutte le oppressioni.
Abolire le armi.
Una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Abolire le armi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
13. TUTTE LE STRAGI
Tutte le stragi, chiunque le compia, sono la stessa strage.
Tutte le stragi, chiunque le compia, uccidono degli esseri umani.
Tutte le stragi, chiunque le compia, sono contro l'umanita'.
*
Poiche' le armi servono a uccidere, abolire le armi occorre.
Poiche' gli eserciti servono a uccidere, abolire gli eserciti occorre.
*
Una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
14. I FLAGELLI DELL'UMANITA'
Maschilismo, razzismo, schiavismo, militarismo, totalitarismo, specismo.
Sono i flagelli dell'umanita'.
Solo la nonviolenza puo' sconfiggerli.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Abolire le armi.
Soccorrere tutte le persone nel dolore, nella paura, nel bisogno, nell'oppressione.
Riconoscere ed inverare l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.
Una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Il primo dovere e' salvare le vite.
15. IL RAPPORTO. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO A PARTIRE DAL RAPPORTO CHILCOT
Si e' svolto mercoledi' 6 luglio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul rapporto presentato oggi da sir John Chilcot che denuncia l'illegalita' e criminalita' della seconda guerra del Golfo.
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per le vittime di quella guerra, di tutte le guerre, di tutte le stragi.
Successivamente e' stata data lettura di alcuni estratti del rapporto come riportati dalle piu' qualificate agenzie di stampa internazionali.
E' poi intervenuto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, del cui ragionamento riportiamo di seguito una sinossi.
*
Il rapporto della commissione d'inchiesta inglese sulla seconda guerra del Golfo conferma quello che tutti gia' sapevamo: quella guerra terrorista e stragista, come sono terroriste e stragiste tutte le guerre, e' stata un crimine contro l'umanita' che ha anche originato un'ulteriore serie di stragi e di orrori che tuttora continuano.
*
Due conseguenze occorre trarne.
La prima e' che i decisori responsabili di quella guerra, come di tutte le guerre, devono essere perseguiti secondo la vigente legge penale per il crimine commesso, devono essere processati per le innumerevoli persone fatte morire, devono essere condannati in modo esemplare: affinche' tutti i governanti del mondo sappiano che nessuno puo' impunemente far uccidere degli esseri umani, e che dei crimini commessi, delle uccisioni fatte commettere, delle morti provocate, anche le persone piu' potenti della Terra saranno chiamate a rispondere in una corte di giustizia e non potranno evitare la pena prevista.
La seconda e decisiva: che occorre abolire gli eserciti e le armi.
*
Due riflessioni e' inoltre necessario aggiungere.
La prima: che la seconda guerra del Golfo (e l'occupazione militare dell'Iraq seguita ad essa) e' la causa principale (o una delle principali) della nascita dell'Isis, e quindi delle stragi dall'Isis successivamente commesse. Cosi' come la scelta statunitense di creare e sostenere l'organizzazione di Bin Laden in Afghanistan per combattere il governo afgano sostenuto dall'Armata Rossa e' stata la causa principale (o una delle principali) della nascita di Al-Quaeda, e quindi delle stragi da Al-Quaeda successivamente commesse, tra cui quella di New York dell'11 settembre 2001.
La seconda: quando verra' una commissione d'inchiesta anche in Italia che denunci la flagrante illegalita' ad esempio della guerra dei Balcani del 1999, o di quella libica del 2011? Quando verranno messi sotto processo i governanti italiani che in violazione della Costituzione della Repubblica Italiana hanno coinvolto l'Italia nelle guerre terroriste e stragiste dall'Iraq all'Afghanistan, dalla Jugoslavia alla Libia?
E quando verranno processati i vertici della Nato per i crimini di guerra e contro l'umanita' commessi? E quando si sciogliera' la Nato, che e' palesemente sempre piu' divenuta un'organizzazione terrorista e stragista?
E quando si decidera' di cessare di produrre e mettere a disposizione degli assassini le armi di cui si servono per aggredire, terrorizzare ed uccidere innumerevoli esseri umani innocenti? Cosa si aspetta a capire che le armi sono nemiche dell'umanita', che e' indispensabile ed urgente il disarmo a tutti i livelli?
*
Giova ripetere ancora una volta alcuni semplici ed ineludibili ragionamenti che da anni ogni persona di volonta' buona condivide, ma che sciaguratamente ancora non trovano ascolto nei palazzi in cui un ceto politico e burocratico di insipienti ed irresponsabili (e sovente di corrotti, e talora di criminali tout court) prende a danno di tutti decisioni scellerate.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione e' un crimine.
Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civilta'.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Al termine dell'incontro le persone partecipanti, come di consueto, hanno ancora una volta espresso un appello al Parlamento affinche' legiferi due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; una legge che riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Concludendo l'incontro il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha riproposto ancora una volta alcuni ragionamenti su cui la struttura nonviolenta viterbese e' da decenni impegnata.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa del mondo vivente; in difesa del bene comune dell'umanita'.
Solo la nonviolenza si oppone alla violenza in modo adeguato, concreto e coerente.
Solo compiendo il bene si puo' contrastare il male.
Solo salvando le vite si pone fine alle stragi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Alla disumanita' opporre la civilta'.
Alla barbarie opporre la convivenza.
La nonviolenza e' in cammino.
16. UNA CITTA' SI FERMA IN MEDITAZIONE NEL DOLORE E NELLA SOLIDARIETA'. UNA RIFLESSIONE PER LA GIORNATA DI LUTTO CITTADINO A VITERBO
Domani, venerdi' 8 luglio, Viterbo osservera' una giornata di lutto per la concittadina assassinata a Dacca.
E questo fermarsi in meditazione nel dolore e nella solidarieta' deve richiamare ogni persona di retto sentire e di volonta' buona ad una assunzione di responsabilita': alla coscienza che solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza, che solo il bene puo' sconfiggere il male; e quindi all'azione buona che salva le vite ed a tutte le uccisioni si oppone.
*
E nel ricordo addolorato della concittadina uccisa Viterbo ricorda anche tutte le altre vittime della strage di Dacca, e tutte le altre vittime di tutte le stragi, di tutte le uccisioni.
A cominciare dal nostro fratello che dopo essere scampato alla violenza assassina dell'organizzazione terroristica Boko Haram in Nigeria e' stato ucciso a Fermo, percosso a morte da un picchiatore razzista.
A cominciare dalle donne che quasi ogni giorno anche nel nostro paese vengono assassinate da uomini che le ritengono non persone ma oggetti di loro proprieta' su cui infierire con la piu' vile e brutale ferocia.
A cominciare dalle vittime delle guerre in corso in tante parti del mondo, dalle vittime delle dittature dominanti su tanta parte del mondo, dalle vittime della miseria e della fame, della riduzione in schiavitu' e delle catastrofi ambientali, immani violenze imposte in tanta parte del mondo da un ordine economico, politico e militare rapinatore, devastatore e stragista.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
*
Il ricordo delle persone assassinate ci illumini e persuada al dovere comune: e questo dovere e' di adoperarci con tutte le nostre forze in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro la guerra e tutte le uccisioni.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro le dittature e la schiavitu'.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro i poteri criminali e il terrorismo.
Di adoperarci con tutte le nostre forze in difesa della civile convivenza.
Di adoperarci con tutte le nostre forze in difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Di adoperarci con tutte le nostre forze per la democrazia che si oppone al dispotismo e alla barbarie, per la legalita' che salva le vite, per il bene comune dell'umanita' e del mondo vivente.
*
Occorre abolire la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso delle armi, poiche' le armi, tutte le armi, servono a minacciare e uccidere gli esseri umani.
Ed occorre abolire tutte le organizzazioni armate che in quanto tali hanno come fine di minacciare e di uccidere gli esseri umani.
Ed occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto: vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte in eguaglianza di diritti.
La Costituzione della Repubblica Italiana riconosce e protegge i diritti di tutti gli esseri umani: che questo impegno trovi piena realizzazione.
Il primo dovere di ogni essere umano, ed a maggior ragione di ogni umano istituto, e' salvare le vite.
*
Tutti gli esseri umani appartengono a un'unica famiglia; tutti hanno lo stesso diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima ogni persona senziente e pensante sa che l'umanita' e' unita in un unico destino di vita o di morte; ogni persona senziente e pensante sa che e' indispensabile la pace, il disarmo, la smilitarizzazione, il ripudio assoluto della violenza; ogni persona senziente e pensante sa che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ad ogni disumanata ideologia, ad ogni prassi della barbarie, occorre opporre virtu' e conoscenza, comprensione e compassione, riconoscimento del valore infinito di ogni essere umano e riconoscenza per il dono della vita di generazione in generazione, la contemplazione della verita' - della solidarieta', della condivisione - e l'azione buona che la realizza.
*
In nome dell'intera umanita' passata, la cui esistenza sarebbe annientata del tutto e per sempre - come se non fosse mai stata - qualora non vi fosse piu' un'umanita' a recarne memoria ed a proseguire l'umana vicenda: si cessi di uccidere.
In nome dell'intera umanita' presente, la cui esistenza e' sull'orlo di un abisso, su un crinale apocalittico, in un pericolo estremo: si cessi di uccidere.
In nome dell'intera umanita' futura, che esistera' solo se noi non distruggeremo la civilta' e il mondo: si cessi di uccidere.
In nome di tutti i possibili venturi, si cessi di uccidere.
In nome di tutti i viventi, si cessi di uccidere.
In nome di tutte le vittime, si cessi di uccidere.
17. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.
18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
19. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2453 del 27 agosto 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
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