[Nonviolenza] Telegrammi. 2450



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2450 del 24 agosto 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Opporsi alle uccisioni

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

4. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

5. Una bozza di lettera da inviare ai parlamentari

6. "Dal Novellino al Decameron. Alle origini della novella". Un incontro di studio a Viterbo

7. Malvolio Straccani: Coltellate. Un racconto dell'orrore

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. SCORCIATOIE. OPPORSI ALLE UCCISIONI

 

Accogliendo lo straniero nella propria casa.

Rifiutandosi di imbracciare un fucile.

Ripudiando ogni potere assassino.

Seminando perche' altri possano mangiare.

Spegnendo ogni incendio, abbattendo ogni muraglia.

Raccontando storie per mille e una notte.

Ad ogni menzogna, ad ogni violenza resistendo.

Riconoscendo l'altrui dignita', l'altrui paura, l'altrui bisogno.

Non perdendo la meraviglia e la gratitudine.

Amando la vita di tutte e di tutti.

Con pazienza, senza pigrizia.

Sconfiggendo il male facendo il bene.

Insegnando cio' che e' giusto con l'esempio.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

A tutte le uccisioni opponiti tu.

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

4. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

5. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI

 

Al/alla parlamentare ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine

Gentile parlamentare ...,

le scriviamo per formularle la richiesta di un suo personale impegno affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine.

Come gia' sapra', dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe. Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.

Ricordera' anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.

Le segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.

Non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.

Con questa lettera vorremmo sollecitare il suo personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.

Distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

 

6. INCONTRI. "DAL NOVELLINO AL DECAMERON. ALLE ORIGINI DELLA NOVELLA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 23 agosto 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Dal Novellino al Decameron. Alle origini della novella".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

7. RACCONTI PER L'ESTATE. MALVOLIO STRACCANI: COLTELLATE. UN RACCONTO DELL'ORRORE

[Dall'amico Malvolio Straccani riceviamo e pubblichiamo questo nuovo racconto]

 

Innanzitutto vorrei mettere in chiaro una cosa. Si', si', a verbale. Io non credo negli spiriti. C'entra, c'entra. Poi vi spiego.

Allora, comincio' cosi', anzi, no, comincio' parecchio prima, parecchio. Ma e' meglio che vi spiego tutto passo passo. Pero' comincio dalla fine, che e' quello che v'interessa a voi, no?

E la fine e' questa: si', il coltello e' il mio, e lo vede chiunque che e' stata scannata con quel coltello, si', il mio. No, non sto confessando un bel niente, se aspettate capite. No che non accuso nessuno. Ma quali ignoti, quali ignoti, io non conosco nessuno. No. No, ho detto. Ah beh, allora facciamo cosi', io non dico piu' una parola e il verbale ve lo scrivete da soli che siete tanto bravi. No? Allora un po' di pazienza, e di rispetto. Rispetto, si'. Si', si vede che non avete capito niente, proprio niente. No che non s'e' ammazzata da sola, neppure Mandrache - come sarebbe a dire che si dice Mandreic? io dico Mandrache, quello che fa il mago. Ma no, no, e' un modo di dire. Ma quali spiriti, l'ho detto prima che io agli spiriti non ci credo. Vi sembra che se credevo agli spiriti potevo fare il guardiano notturno? Si', ho fatto il guardiano notturno, una specie. Ma quali allucinazioni. Ma quale droga, ve la siete presa voi la droga che dite certe castronerie. Ma quale oltraggio e oltraggio. Dovrei essere io a denunciare a voi. Si', a voi. Ma che ne so, la trova l'avvocato l'imputazione, m'avete strappato mezzo orecchio prima insieme all'orecchino, sara' reato, no? Lesioni - che ne so -, ma se lo dico all'avvocato lui lo sa. Ma no che non cerco grane, pero' voi tenete giu' le mani, conosco i miei diritti. Si', me li hanno insegnati proprio loro, pensa un po'. Ma no che non confesso, che confesso? Che faccio il prete, che confesso? Vilipendio? Me ne frego io della religione. Ma adesso vorrei sapere se sono qui per l'ammazzamento di Ninetta mia o per chiacchierare dell'inferno e del paradiso. Ah, e io che dicevo? Lo dicevo io. Insomma, scriviamo il verbale e poi fate quello che dovete fare. Dov'eravamo? Ma quali spiriti! Il coltello.

*

Innanzi a noi, Marziano Marziali, sovrintendente di PS, e Esposito Gennari, agente di PS, e' comparso il signor Francesco Antonio Strolighi, detto Francanto', detto anche Fra' Sveltone, nullafacente e pregiudicato, il quale a domanda risponde: "Mi professo innocente del delitto di Giovanna Amalia Abacozzi, coniuge separata, avvenuto iersera in casa della vittima". A.D.R.: "Riconosco per mio il coltello rinvenuto in loco, arma del delitto". A.D.R.: "Trovavomi la sera in oggetto presso la trattoria Al pappagallo blu in via Eroi della Cirenaica ove desinai, successivamente mi portai presso la mia abitazione, stanza ammobiliata in affitto sita presso la pensione Belvedere in via Tripoli, adiacente a via Eroi della Cirenaica. Alla trattoria fui visto da personale e avventori, rientrando in casa fui visto dal portiere di notte. Evidenzio che la casa della mia coniuge separata trovasi in via Belsole a oltre due chilometri di distanza dal luogo in cui mi trovavo e che non essendo automunito ero impossibilitato a cola' recarmivici". A.D.R.: "Mi correggo: mi era possibile cola' recarmivici ma avrebbe richiesto una lunga camminata ed io ero molto stanco e assonnato data l'ora tarda". A.D.R.: "Non avendo guidato un veicolo e' del tutto privo di importanza che fossi o non fossi ubriaco". A.D.R.: "Preferisco non rispondere alla domanda se nutrissi risentimento per la mia ex-moglie. Ma voglio comunque dichiarare che e' la madre dei miei figli, anche se non li vedo piu' da tempo". A.D.R.: "Non vedo i miei figli - due femmine e un maschietto - per disposizione del magistrato. Ma resto comunque un padre di famiglia". A.D.R.: "Sconosco perche' il coltello di mia proprieta' trovavasi presso la vittima". A.D.R.: "Suppongo essermi stato il coltello sottratto o averlo io perduto ma sconosco quando e dove". A.D.R.: "Vengo notiziato in questo momento il coltello essere di dimensioni illegali. Sconoscevo la normativa de quo. Qualora fossi stato preventivamente notiziato non avrei acquistato quel coltello che peraltro non acquistai in quanto trattasi di bene di famiglia appartenuto a mio padre fu Ruggero Strolighi". A.D.R.: "Notiziato che sarei stato condannato per aver accoltellato un uomo in una rissa col medesimo coltello due anni fa, prendo atto della notizia ma mi dichiaro innocente del fatto de quo essendosi trattato di errore giudiziario in quanto si tratto' di legittima difesa come il mio avvocato chiari' in tribunale". A.D.R.: "Si', fui condannato ma si tratto' di errore giudiziario". A.D.R. "No, non esercito piu' la professione di lenone, che d'altra parte non esercitavo neppure allora trattandosi di errore giudiziario per scambio di persona". A.D.R.: "Tengo a precisare che dell'omicidio della prostituta albanese fui assolto, essendo stato accusato ingiustamente per errore giudiziario". A.D.R.: "Non ricordavo che fosse per insufficienza di prove, prendo atto del documento che mi viene teste' osteso e confermo comunque la mia precedente dichiarazione". A.D.R.: "Non ho mai abusato dei miei figli. Accettai il patteggiamento non perche' colpevole, essendosi trattato di errore giudiziario, ma perche' ricattato dalla mia ex-moglie". A.D.R.: "Il ricatto consistette nella minaccia di rivolgermi accuse inventate". A.D.R.: "Quali accuse dovete chiederlo a lei". A.D.R.: "Lo so che e' morta, con tutte quelle coltellate".

*

Illustrissimo Signor Presidente, Gentilissime Signore e Gentilissimi Signori della Giuria,

amicus Plato, sed magis veritas. La verita' prima di tutto.

Non vi diro' che il mio cliente e' un fior di galantuomo: non lo e'.

L'avvocato di parte civile nell'interrogare i testimoni ha voluto rammemorare i ben poco edificanti trascorsi del mio cliente: e sinceramente lo ringrazio, se non lo avesse fatto lui lo avrei fatto io. La verita' e' dolorosa, ma e' la verita'. E'  vero, il mio assistito ha subito l'onta del carcere, e qui non conta se dei reati a lui ascritti fosse innocente, come si e' sempre protestato. Dura lex, sed lex. Quel che qui rileva, Illustrissimo Signor Presidente, Gentilissime Signore e Gentilissimi Signori della Giuria, e' che quei tristi fatti, che lumeggiano una vita sordida e sventurata di stenti e sofferenze, nulla hanno a che vedere con quanto qui oggi viene giudicato.

Poiche' qui oggi, hic et nunc, non si giudica della vita misera ed emarginata di un ragazzo che non ebbe il sostegno e la guida di una buona famiglia, di un giovine che le cattive compagnie traviarono, si', traviarono - la verita' innanzitutto -, di un uomo colpito da molteplici lutti e rovesci, un uomo che, si', e' caduto e si e' rialzato, si', talvolta si e' perso nello sconforto e fin nell'abbrutimento, poiche' puo' accadere a chi ha perso tutto di perdere anche se stesso, come disse un illustre scrittore, un grandissimo scrittore che fu recluso in un campo di - oso dire - concentramento dall'alleato germanico e che era - si stenta a crederlo - del tutto innocente. Il mio assistito e' stato in passato recluso in carcere? Si'. Ma se cosi' e', allora ha pagato il suo debito con la societa'. E noi oggi qui non lo dobbiamo giudicare per fatti per cui ha gia' pagato, ma unicamente per un fatto che non ha commesso. Poiche' questo processo, lei mi insegna, Illustrissimo Signor Presidente, voi mi insegnate, Gentilissime Signore e Gentilissimi Signori della Giuria, solo questo concerne e riguarda: l'individuazione dello sciagurato, dello scellerato responsabile dell'efferato, dell'abominevole delitto di via Belsole. Sic et simpliciter. E quel criminale, quel pervertito, quel sadico estraneo al consorzio umano, quel vile mostro senza rispetto ne' di Dio ne' della Patria e delle sacre sue leggi, ebbene, esso non e' il mio assistito. Repetita iuvant: il turpe sicario su cui io per primo invoco il meritato castigo previsto dalle leggi umane (e mi rammarico dell'abolizione della pena capitale, ognun vede a quale abisso ci hanno condotti certi buonismi ipocriti e insensati) e soprattutto, soprattutto da quelle divine, esse si' inesorabili e giuste, giustissime oltre ogni istanza; ebbene, quell'infame perpetratore di delitti non e' il mio assistito. E quindi - giacche' la logica qui ci soccorre: luminosa, radiosa coadiutrice di chi cerca verita' e giustizia - il mio assistito e' innocente. del tutto innocente, di quel brutale delitto, come e' stato gia' perfettamente dimostrato nel corso di questo dibattimento - e non me ne voglia il mio esimio collega di parte civile, e non se ne adonti l'eccellente pubblico ministero. Gia' lo Stagirita rilevava, e Marco Tullio squadernava al mondo, e dopo di lui San Tommaso, il Doctor Angelicus, ribadiva coram populo che una qualsivoglia cosa non puo' essere se stessa e il suo contrario, "per la contradizion che nol consente" come scrisse il sommo padre della lingua nostra, e tertium non datur. Ergo: non essendo stato individuato il colpevole e non essendo quindi esso presente in questa sacra aula ove si amministra la giustizia secondo verita' e giustizia, severi ma giusti, ne consegue che il mio assistito e' innocente senza ombra alcuna di dubbio, senza macchia alcuna sul capo, o nel cuore. Innocente, del tutto innocente, per flagrante evidenza, per oggettiva necessita', a fil di logica, in punto di diritto, in tutta verita': de jure e de facto.

Illustrissimo Signor Presidente, Gentilissime Signore e Gentilissimi Signori della Giuria,

incombera' pertanto a me in questa elementare, stringente ricapitolazione e conclusione il compito semplicissimo - sancta simplicitas - di riassumere in poche semplici parole quanto e' stato irrefragabilmente, e ripeto: irrefragabilmente, costi' dimostrato.

Primo: il signor Francesco Antonio Strolighi non si trovava e non poteva trovarsi sul luogo del delitto, trovandosi quella sera altrove e ben lungi, ben lungi, in via Eroi della Cirenaica (gloriosa pagina di storia patria) indi in via Tripoli (Ah, Tripoli bel suol d'amore).

Secondo: l'arma del delitto non era quella sera nella disponibilita' del signor Francesco Antonio Strolighi, che l'aveva perduta ovverosia gli era stata sottratta in epoca antecedente i fatti, come dallo stesso dichiarato e da nessuno, e ripeto nessuno, smentito.

Terzo: ne' lo Strolighi aveva alcun motivo o interesse a sopprimere la povera, infelice signora, dalla quale si era da tempo separato; ed anzi avrebbe piuttosto desiderato sovvenirla se le sue risorse glielo avessero consentito, ma ad impossibilia nemo tenetur.

Quarto: nulla rileva il fatto che sull'arma ci fossero le sue impronte, e solo le sue impronte. Ho infatti dimostrato dapprima in via congetturale e successivamente con riscontro documentale e testimoniale che il feroce assassino aveva cancellato le sue impronte - come era ovvio - dopo aver commesso l'efferato delitto, e che gli improvvidi investigatori, nella frustrazione di non trovare impronte sull'oggetto, con callido inganno indussero il mio assistito a prendere in mano il reperto mentre lo trattenevano in questura, con la scusa che verificasse se fosse proprio il suo coltello, e cosi' ottennero le impronte post factum, post mortem. Ho dimostrato altresi' che nel lasso di tempo in cui il mio cliente fu trattenuto in questura esso fu vittima di maltrattamenti gravissimi -e la nostra e' pur la Patria di quella eccelsa anima di Cesare Beccaria! -, maltrattamenti gravissimi, dico, vedasi refertata lesione all'orecchio sinistro provocata dall'agente Gennari Esposito con lo strappargli - incredibile dictu - barbaramente e sadicamente l'orecchino ricordo dell'amatissima mamma buonanima alla cui memoria lo Strolighi e' legato da si' profonda affezione che tutti lo avete visto commuoversi fino alle lacrime nel rievocarne in quest'aula il nome onorato e la santa figura. Di mamma ce n'e' una sola. Quod erat demonstrandum.

Ergo, Illustrissimo Signor Presidente, Gentilissime Signore e Gentilissimi Signori della Giuria, ergo: di palmare evidenza e' l'innocenza del mio assistito, che ha dovuto subire questo penoso calvario, proprio lui gia' cosi' duramente provato da questo tremendo lutto familiare: hanno un bel dire i fautori delle separazioni, dei divorzi, del libero amore: una moglie e' sempre una moglie, e' la madre dei propri figli che sono carne della propria carne e sangue del proprio sangue, la si ama per sempre, per sempre. E il mio assistito, vero pater familias, il qui presente signor Strolighi, ha pianto calde lacrime alla notizia della sua morte, calde, calde lacrime, da vero uomo, da vero marito, ancorche' separato.

In via subordinata chiedo il non luogo a procedere per manifesta infermita' mentale: avete tutti ascoltato le farneticazioni dello Strolighi sul fatto che il coltello da solo abbia ucciso la sventurata vittima per misteriosa forza propria. Una mente sconvolta, Signore e Signori, abbisogna di cure, non di punizione.

Ho finito. Alea iacta est.

*

Quegli imbecilli della giuria, ma come si fa a ingoiare con tutta la lenza le idiozie di quel trombone? Ti verrebbe voglia di alzarti i piedi, toglierti la maschera dell'afflizione e cavarti lo sfizio di dirglielo in faccia quanto ci hai goduto a lavorartela quella bagascia, che si credeva, che non l'avrebbe pagata? Era mia, e lo sapeva. E colla roba mia ci faccio quello che mi pare, e quando mi va la sfascio, e la butto nel cesso. E non l'ho fatto mica solo per lei, no, l'ho fatto per metterle in riga tutte. E secondo me se e' vero come e' vero che quegli imbecilli della giuria non hanno capito un bel niente e da veri imbecilli si sono lasciati abbindolare da quel ciarlatano col suo latinorum, il giudice invece ha capito tutto, eccome se ha capito, e mi e' parso a un certo punto che mi facesse un cenno d'intesa - e' stato un attimo, quasi impercettibile, uno strizzar d'occhio istantaneo e istantaneo un ghigno - come a dirmi: guarda che io ti ho capito e sono d'accordo, cosi' si fa. Se da giovane avessi studiato adesso avrei potuto essere io a fare il giudice, le sistemavo io quelle cagne. Ma anche senza fare il giudice non me la cavo poi male.

Certo, se immaginavo che era cosi' facile me la risparmiavo la scemenza del coltello che ammazza da solo per arcano e inesplicabile incantesimo (che e' una scemenza cosi' scema che gia' non aveva funzionato l'altra volta, quella della rissa), ma si poteva rinunciare a tenersi aperta una seconda via di fuga? Io dico di no, ho una mente strategica, manageriale, si deve avere sempre un piano B. Sono un uomo d'affari, io. Adesso devo lasciar passare un po' di tempo, poi regolo i conti pure con quelle squinzie delle mie figlie. Glielo devo insegnare una volta per tutte il comandamento "onora il padre". Magari prima di farle sparire trovo il modo di divertirmici ancora un po' e di farci pure qualche soldino.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Benedetto Croce, Etica e politica, Laterza, Bari 1931, 1973, pp. 400.

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2450 del 24 agosto 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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