[Nonviolenza] Telegrammi. 2445



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2445 del 19 agosto 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. No

2. Il "Comitato per il No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione" (ottobre 2015)

3. "Tecniche narrative e coscienza civile nella letteratura europea otto-novecentesca". Un incontro di studio a Viterbo

4. Contro tutte le uccisioni

5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

7. Giacomo Leopardi: La ginestra o il fiore del deserto

8. Primo Levi: La bambina di Pompei

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. SCORCIATOIE. NO

 

Senza odio, senza violenza, senza paura.

Al referendum sulla riforma costituzionale noi votiamo No.

*

No al golpe degli apprendisti stregoni.

No a chi vuole smantellare la Costituzione repubblicana frutto della Resistenza antifascista.

No a chi vuole ridurre il parlamento a una corte di yes-men.

No a chi vuole annientare la separazione e l'equilibrio dei poteri.

No a chi vuole distruggere la democrazia parlamentare ed instaurare un regime autocratico.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale noi votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

2. DOCUMENTI. IL "COMITATO PER IL NO NEL REFERENDUM SULLE MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE" (OTTOBRE 2015)

[Dal sito www.referendumcostituzionale.online]

 

Il Senato ha votato il testo della legge costituzionale di cui al d.d.l. Renzi-Boschi 1429 S. e 2613/b C. e il governo Renzi e' intenzionato a farla approvare al piu' presto.

Contando sulla possibilita' che si svolga il referendum previsto dall'articolo 138 della Costituzione e' stato costituito il "Comitato per il No nel referendum sulle modifiche della Costituzione" il 30 ottobre 2015 a Roma, nella forma di Associazione presso il notaio Atlante.

Il Comitato per il No nel referendum previsto dall'articolo 138 si e' costituito sulla base della seguente piattaforma politica.

Il disegno di legge costituzionale Renzi-Boschi di riforma della Parte II della Costituzione dissolve l'identita' della Repubblica nata dalla Resistenza. E' inaccettabile per il metodo e per i contenuti e lo e' ancor di piu' in rapporto alla legge elettorale (52/2015) gia' approvata.

Nel metodo: e' stato costruito per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimita' del "Porcellum". Molteplici forzature di prassi e regolamenti hanno determinato in parlamento spaccature insanabili tra le forze politiche, portando all'approvazione da parte di maggioranze raccogliticce e occasionali, rese possibili unicamente dal premio di maggioranza dichiarato illegittimo.

Nei contenuti: la cancellazione della elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti - lasciando immutato il numero del deputati -, la composizione fondata su persone selezionate per la titolarita' di un diverso mandato (e tratta da un ceto politico di cui l'esperienza dimostra la prevalente bassa qualita') colpiscono irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale.

Non basta l'argomento del taglio dei costi, che piu' e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse.

Ne' basta l'intento dichiarato di costruire una piu' efficiente Repubblica delle autonomie, smentito dal complesso e farraginoso procedimento legislativo, e da un rapporto Stato-Regioni che solo in piccola parte realizza obiettivi di razionalizzazione e semplificazione, determinando per contro rischi di neo-centralismo.

Il vero obiettivo della riforma e' lo spostamento dell'asse istituzionale a favore dell'esecutivo.

Una prova si trae dalla introduzione in Costituzione di un governo dominus dell'agenda dei lavori parlamentari.

Ma ne e' soprattutto prova la sinergia con la legge elettorale "Italicum", che aggiunge all'azzeramento della rappresentativita' del senato l'indebolimento radicale della rappresentativita' della camera dei deputati. Ballottaggio, premio di maggioranza alla singola lista, soglie di accesso, voto bloccato sui capilista consegnano la camera nelle mani del leader del partito vincente - anche con pochi voti - nella competizione elettorale, secondo il modello dell'uomo solo al comando.

Ne vengono effetti collaterali negativi anche per il sistema di checks and balances.

Ne risente infatti l'elezione del capo dello Stato, dei componenti della corte costituzionale, del Csm.

E ne esce indebolita la stessa rigidita' della Costituzione.

La funzione di revisione rimane bicamerale, ma i numeri necessari sono alla Camera artificialmente garantiti alla maggioranza di governo, mentre in Senato troviamo membri privi di qualsiasi legittimazione sostanziale a partecipare alla delicatissima funzione di modificare la Carta fondamentale.

L'incontro delle forze politiche antifasciste in Assemblea Costituente trovo' fondamento nella condivisione di essenziali obiettivi di eguaglianza e giustizia sociale, di tutela di liberta' e diritti. Sul progetto politico fu costruita un'architettura istituzionale fondata sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica, sull'equilibrio tra i poteri.

Il disegno di legge Renzi-Boschi stravolge radicalmente l'impianto della Costituzione del 1948, ed e' volto ad affrontare un momento storico difficile e una pesante crisi economica concentrando il potere sull'esecutivo, riducendo la partecipazione democratica, mettendo il bavaglio al dissenso.

Non basta certo in senso contrario l'argomento che la proposta riguarda solo i profili organizzativi.

L'impatto sulla sovranita' popolare, sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica, sul diritto di voto e' indiscutibile.

Piu' in generale, l'assetto istituzionale e' decisivo per l'attuazione dei diritti e delle liberta' di cui alla prima parte, come e' stato reso evidente dalla sciagurata riforma dell'articolo 81 della Costituzione.

Bisogna dunque battersi contro questa modifica della Costituzione.

Ora facendo mancare il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti in seconda deliberazione.

E poi con una battaglia referendaria come quella che fece cadere nel 2006, con il voto del popolo italiano, la riforma - parimenti stravolgente - approvata dal centrodestra.

Per queste ragioni il Comitato per il No nel referendum sulle modifiche della Costituzione ritiene che occorra impedire che questa "riforma" cambi il volto costituzionale delle nostra Repubblica.

Su queste basi si e' proceduto a costituire Il Comitato per il No nel referendum costituzionale che si propone di difendere i principi della vigente Costituzione Repubblicana; e si propone inoltre di promuovere nelle forme previste il referendum previsto dall'art. 138 Cost. contro la legge costituzionale di cui al d.d.l. Renzi-Boschi 1429 5 e 2613/b C. qualora questa venisse definitivamente approvata, sempre che nel frattempo le Camere non abbiano eliminato o modificato gli articoli palesemente contrari ai principi supremi della Costituzione che al momento la caratterizzano.

A questo scopo si e' costituita una Associazione senza scopo di lucro denominata: "Comitato per il No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione".

L'associazione e' stata promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.

Sede legale: Roma, Corso d'Italia 97, presso lo studio dell'avvocato Pietro Adami.

L'associazione e' regolata dallo statuto ed ha come scopo immediato quello di promuovere la vittoria dei No nel futuro referendum costituzionale.

Il consiglio direttivo dell'Associazione "Comitato per il No nel referendum costituzionale" e' composto da: Gustavo Zagrebelsky (presidente onorario), Alessandro Pace (presidente), Pietro Adami, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti, Francesco Baicchi, Vittorio Bardi, Mauro Beschi (comitato esecutivo), Felice Besostri, Francesco Bilancia, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Sergio Caserta, Antonio Caputo, Francesca Chiavacci, Claudio De Fiores, Riccardo De Vito, Carlo Di Marco, Antonio Di Pietro, Giulio Ercolessi, Anna Falcone (vice presidente), Antonello Falomi (tesoriere), Gianni Ferrara, Tommaso Fulfaro (cassiere), Domenico Gallo (comitato esecutivo), Alfonso Gianni, Alfiero Grandi (vice presidente vicario), Maurizio Landini, Raniero La Valle, Paolo Maddalena, Giovanni Palombarini, Vincenzo Palumbo, Francesco Pardi, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Marta Pirozzi, Ugo Giuseppe Rescigno, Stefano Rodota', Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Cesare Salvi, Mauro Sentimenti, Carlo Smuraglia (comitato esecutivo), Enrico Solito, Armando Spataro, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Volpi.

 

3. INCONTRI. "TECNICHE NARRATIVE E COSCIENZA CIVILE NELLA LETTERATURA EUROPEA OTTO-NOVECENTESCA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di giovedi' 18 agosto 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Tecniche narrative e coscienza civile nella letteratura europea otto-novecentesca".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

4. LE ULTIME COSE. CONTRO TUTTE LE UCCISIONI

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

7. TESTI. GIACOMO LEOPARDI: LA GINESTRA O IL FIORE DEL DESERTO

 

E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce

Giovanni, III, 19

 

Qui su l'arida schiena

Del formidabil monte

Sterminator Vesevo,

La qual null'altro allegra arbor ne' fiore,

Tuoi cespi solitari intorno spargi,

Odorata ginestra,

Contenta dei deserti. Anco ti vidi

De' tuoi steli abbellir l'erme contrade

Che cingon la cittade

La qual fu donna de' mortali un tempo,

E del perduto impero

Par che col grave e taciturno aspetto

Faccian fede e ricordo al passeggero.

Or ti riveggo in questo suol, di tristi

Lochi e dal mondo abbandonati amante,

E d'afflitte fortune ognor compagna.

Questi campi cosparsi

Di ceneri infeconde, e ricoperti

Dell'impietrata lava,

Che sotto i passi al peregrin risona;

Dove s'annida e si contorce al sole

La serpe, e dove al noto

Cavernoso covil torna il coniglio;

Fur liete ville e colti,

E biondeggiar di spiche, e risonaro

Di muggito d'armenti;

Fur giardini e palagi,

Agli ozi de' potenti

Gradito ospizio; e fur citta' famose

Che coi torrenti suoi l'altero monte

Dall'ignea bocca fulminando oppresse

Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno

Una ruina involve,

Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi

I danni altrui commiserando, al cielo

Di dolcissimo odor mandi un profumo,

Che il deserto consola. A queste piagge

Venga colui che d'esaltar con lode

Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto

E' il gener nostro in cura

All'amante natura. E la possanza

Qui con giusta misura

Anco estimar potra' dell'uman seme,

Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,

Con lieve moto in un momento annulla

In parte, e puo' con moti

Poco men lievi ancor subitamente

Annichilare in tutto.

Dipinte in queste rive

Son dell'umana gente

Le magnifiche sorti e progressive.

 

Qui mira e qui ti specchia,

Secol superbo e sciocco,

Che il calle insino allora

Dal risorto pensier segnato innanti

Abbandonasti, e volti addietro i passi,

Del ritornar ti vanti,

E procedere il chiami.

Al tuo pargoleggiar gl'ingegni tutti,

Di cui lor sorte rea padre ti fece,

Vanno adulando, ancora

Ch'a ludibrio talora

T'abbian fra se. Non io

Con tal vergogna scendero' sotterra;

Ma il disprezzo piuttosto che si serra

Di te nel petto mio,

Mostrato avro' quanto si possa aperto:

Ben ch'io sappia che obblio

Preme chi troppo all'eta' propria increbbe.

Di questo mal, che teco

Mi fia comune, assai finor mi rido.

Liberta' vai sognando, e servo a un tempo

Vuoi di novo il pensiero,

Sol per cui risorgemmo

Della barbarie in parte, e per cui solo

Si cresce in civilta', che sola in meglio

Guida i pubblici fati.

Cosi' ti spiacque il vero

Dell'aspra sorte e del depresso loco

Che natura ci die'. Per questo il tergo

Vigliaccamente rivolgesti al lume

Che il fe' palese: e, fuggitivo, appelli

Vil chi lui segue, e solo

Magnanimo colui

Che se schernendo o gli altri, astuto o folle,

Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.

 

Uom di povero stato e membra inferme

Che sia dell'alma generoso ed alto,

Non chiama se ne' stima

Ricco d'or ne' gagliardo,

E di splendida vita o di valente

Persona infra la gente

Non fa risibil mostra;

Ma se di forza e di tesor mendico

Lascia parer senza vergogna, e noma

Parlando, apertamente, e di sue cose

Fa stima al vero uguale.

Magnanimo animale

Non credo io gia', ma stolto,

Quel che nato a perir, nutrito in pene,

Dice, a goder son fatto,

E di fetido orgoglio

Empie le carte, eccelsi fati e nove

Felicita', quali il ciel tutto ignora,

Non pur quest'orbe, promettendo in terra

A popoli che un'onda

Di mar commosso, un fiato

D'aura maligna, un sotterraneo crollo

Distrugge si', che avanza

A gran pena di lor la rimembranza.

Nobil natura e' quella

Che a sollevar s'ardisce

Gli occhi mortali incontra

Al comun fato, e che con franca lingua,

Nulla al ver detraendo,

Confessa il mal che ci fu dato in sorte,

E il basso stato e frale;

Quella che grande e forte

Mostra se nel soffrir, ne' gli odii e l'ire

Fraterne, ancor piu' gravi

D'ogni altro danno, accresce

Alle miserie sue, l'uomo incolpando

Del suo dolor, ma da' la colpa a quella

Che veramente e' rea, che de' mortali

Madre e' di parto e di voler matrigna.

Costei chiama inimica; e incontro a questa

Congiunta esser pensando,

Siccome e' il vero, ed ordinata in pria

L'umana compagnia,

Tutti fra se confederati estima

Gli uomini, e tutti abbraccia

Con vero amor, porgendo

Valida e pronta ed aspettando aita

Negli alterni perigli e nelle angosce

Della guerra comune. Ed alle offese

Dell'uomo armar la destra, e laccio porre

Al vicino ed inciampo,

Stolto crede cosi', qual fora in campo

Cinto d'oste contraria, in sul piu' vivo

Incalzar degli assalti,

Gl'inimici obbliando, acerbe gare

Imprender con gli amici,

E sparger fuga e fulminar col brando

Infra i propri guerrieri.

Cosi' fatti pensieri

Quando fien, come fur, palesi al volgo,

E quell'orror che primo

Contra l'empia natura

Strinse i mortali in social catena,

Fia ricondotto in parte

Da verace saper, l'onesto e il retto

Conversar cittadino,

E giustizia e pietade, altra radice

Avranno allor che non superbe fole,

Ove fondata probita' del volgo

Cosi' star suole in piede

Quale star puo' quel ch'ha in error la sede.

 

Sovente in queste rive,

Che, desolate, a bruno

Veste il flutto indurato, e par che ondeggi,

Seggo la notte; e sulla mesta landa

In purissimo azzurro

Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,

Cui di lontan fa specchio

Il mare, e tutto di scintille in giro

Per lo voto seren brillare il mondo.

E poi che gli occhi a quelle luci appunto,

Ch'a lor sembrano un punto,

E sono immense, in guisa

Che un punto a petto a lor son terra e mare

Veracemente; a cui

L'uomo non pur, ma questo

Globo ove l'uomo e' nulla,

Sconosciuto e' del tutto; e quando miro

Quegli ancor piu' senz'alcun fin remoti

Nodi quasi di stelle,

Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo

E non la terra sol, ma tutte in uno,

Del numero infinite e della mole,

Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle

O sono ignote, o cosi' paion come

Essi alla terra, un punto

Di luce nebulosa; al pensier mio

Che sembri allora, o prole

Dell'uomo? E rimembrando

Il tuo stato quaggiu', di cui fa segno

Il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte,

Che te signora e fine

Credi tu data al Tutto, e quante volte

Favoleggiar ti piacque, in questo oscuro

Granel di sabbia, il qual di terra ha nome,

Per tua cagion, dell'universe cose

Scender gli autori, e conversar sovente

Co' tuoi piacevolmente, e che i derisi

Sogni rinnovellando, ai saggi insulta

Fin la presente eta', che in conoscenza

Ed in civil costume

Sembra tutte avanzar; qual moto allora,

Mortal prole infelice, o qual pensiero

Verso te finalmente il cor m'assale?

Non so se il riso o la pieta' prevale.

 

Come d'arbor cadendo un picciol pomo,

Cui la' nel tardo autunno

Maturita' senz'altra forza atterra,

D'un popol di formiche i dolci alberghi,

Cavati in molle gleba

Con gran lavoro, e l'opre

E le ricchezze che adunate a prova

Con lungo affaticar l'assidua gente

Avea provvidamente al tempo estivo,

Schiaccia, diserta e copre

In un punto; cosi' d'alto piombando,

Dall'utero tonante

Scagliata al ciel profondo,

Di ceneri e di pomici e di sassi

Notte e ruina, infusa

Di bollenti ruscelli,

O pel montano fianco

Furiosa tra l'erba

Di liquefatti massi

E di metalli e d'infocata arena

Scendendo immensa piena,

Le cittadi che il mar la' su l'estremo

Lido aspergea, confuse

E infranse e ricoperse

In pochi istanti: onde su quelle or pasce

La capra, e citta' nove

Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello

Son le sepolte, e le prostrate mura

L'arduo monte al suo pie' quasi calpesta.

Non ha natura al seme

Dell'uom piu' stima o cura

Che alla formica: e se piu' rara in quello

Che nell'altra e' la strage,

Non avvien cio' d'altronde

Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde.

 

Ben mille ed ottocento

Anni varcar poi che spariro, oppressi

Dall'ignea forza, i popolati seggi,

E il villanello intento

Ai vigneti, che a stento in questi campi

Nutre la morta zolla e incenerita,

Ancor leva lo sguardo

Sospettoso alla vetta

Fatal, che nulla mai fatta piu' mite

Ancor siede tremenda, ancor minaccia

A lui strage ed ai figli ed agli averi

Lor poverelli. E spesso

Il meschino in sul tetto

Dell'ostel villereccio, alla vagante

Aura giacendo tutta notte insonne,

E balzando piu' volte, esplora il corso

Del temuto bollor, che si riversa

Dall'inesausto grembo

Su l'arenoso dorso, a cui riluce

Di Capri la marina

E di Napoli il porto e Mergellina.

E se appressar lo vede, o se nel cupo

Del domestico pozzo ode mai l'acqua

Fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,

Desta la moglie in fretta, e via, con quanto

Di lor cose rapir posson, fuggendo,

Vede lontano l'usato

Suo nido, e il picciol campo,

Che gli fu dalla fame unico schermo,

Preda al flutto rovente,

Che crepitando giunge, e inesorato

Durabilmente sovra quei si spiega.

Torna al celeste raggio

Dopo l'antica obblivion l'estinta

Pompei, come sepolto

Scheletro, cui di terra

Avarizia o pieta' rende all'aperto;

E dal deserto foro

Diritto infra le file

Dei mozzi colonnati il peregrino

Lunge contempla il bipartito giogo

E la cresta fumante,

Che alla sparsa ruina ancor minaccia.

E nell'orror della secreta notte

Per li vacui teatri,

Per li templi deformi e per le rotte

Case, ove i parti il pipistrello asconde,

Come sinistra face

Che per voti palagi atra s'aggiri,

Corre il baglior della funerea lava,

Che di lontan per l'ombre

Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.

Cosi', dell'uomo ignara e dell'etadi

Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno

Dopo gli avi i nepoti,

Sta natura ognor verde, anzi procede

Per si' lungo cammino,

Che sembra star. Caggiono i regni intanto,

Passan genti e linguaggi: ella nol vede:

E l'uom d'eternita' s'arroga il vanto.

 

E tu, lenta ginestra,

Che di selve odorate

Queste campagne dispogliate adorni,

Anche tu presto alla crudel possanza

Soccomberai del sotterraneo foco,

Che ritornando al loco

Gia' noto, stendera' l'avaro lembo

Su tue molli foreste. E piegherai

Sotto il fascio mortal non renitente

Il tuo capo innocente:

Ma non piegato insino allora indarno

Codardamente supplicando innanzi

Al futuro oppressor; ma non eretto

Con forsennato orgoglio inver le stelle,

Ne' sul deserto, dove

E la sede e i natali

Non per voler ma per fortuna avesti;

Ma piu' saggia, ma tanto

Meno inferma dell'uom, quanto le frali

Tue stirpi non credesti

O dal fato o da te fatte immortali.

 

8. TESTI. PRIMO LEVI: LA BAMBINA DI POMPEI

 

Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra

Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna

Che ti sei stretta convulsamente a tua madre

Quasi volessi ripenetrare in lei

Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.

Invano, perche' l'aria volta in veleno

E' filtrata a cercarti per le finestre serrate

Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti

Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.

Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata

A incarcerare per sempre codeste membra gentili.

Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,

Agonia senza fine, terribile testimonianza

Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.

Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,

Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura

Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:

La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,

La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.

Nulla rimane della scolara di Hiroshima,

Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,

Vittima sacrificata sull'altare della paura.

Potenti della terra padroni di nuovi veleni,

Tristi custodi segreti del tuono definitivo,

Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.

Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

 

20 novembre 1978

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Vittorio H. Beonio-Brocchieri (a cura di), Guerra civile inglese, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Vercors, Il silenzio del mare, Einaudi, Torino 1945, 1981, pp. 176.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2445 del 19 agosto 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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