[Nonviolenza] Telegrammi. 2404
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- Date: Fri, 8 Jul 2016 22:25:47 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2404 del 9 luglio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. "Momenti, figure ed analisi della lotta antirazzista in America". A Viterbo un incontro di studio e di testimonianza
2. Un convegno a Firenze il 29 ottobre
3. "Azione nonviolenta" di maggio-giugno 2016
4. Mao Valpiana: Nonviolenza e polizia, polis e politica
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre
8. Hic et nunc, quid agendum
9. Volare fa male alla salute (2007)
10. Mozione per la riduzione del trasporto aereo approvata all'unanimita' dal congresso nazionale del Movimento Nonviolento tenutosi a Verona dal primo al 3 novembre 2007
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. "MOMENTI, FIGURE ED ANALISI DELLA LOTTA ANTIRAZZISTA IN AMERICA". A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA
Si e' svolto venerdi' 8 luglio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio (ma anche di testimonianza e di impegno contro tutte le uccisioni) sul tema "Momenti, figure ed analisi della lotta antirazzista in America", con particolar riferimento a Martin Luther King, Malcolm X, George Jackson, il composito movimento del Black Power, e particolarmente valorizzando anche le testimonianze, le ricerche e le riflessioni di Amiri Baraka, Angela Davis, Cornel West, bell hooks.
Sono stati letti e commentati alcuni brevi testi delle autrici e degli autori citati, ed evidenziati confronti e convergenze con l'esperienza della lotta antiapartheid in Sud Africa, con le pensatrici ed i pensatori del movimento anticolonialista, con le elaborazioni e le pratiche - diffuse in varie parti del mondo e sempre piu' interconnesse - dei movimenti socialisti e libertari, femministi, pacifisti, ecologisti, nonviolenti, di solidarieta' tra e con le oppresse e gli oppressi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per tutte le vittime delle uccisioni e delle stragi di questi ultimi drammatici giorni, a cominciare dalla giovane donna viterbese assassinata a Dacca (nel cui ricordo oggi la popolazione viterbese si e' unita in un giorno di lutto cittadino), a cominciare dal giovane uomo nigeriano assassinato a Fermo (che era riuscito a scampare alla furia omicida dell'organizzazione terrorista Boko Haram che aveva sterminato gran parte della sua famiglia, era riuscito a giungere in salvo in Italia e qui e' stato ucciso dai colpi di un razzista italiano), a cominciare dalle persone uccise nelle ultime ore negli Stati Uniti d'America, a cominciare dalle quotidiane vittime dell'ecatombe nel Mediterraneo.
*
L'incontro si e' concluso rinnovando ancora una volta un appello al Parlamento affinche' legiferi due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; una legge che riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sintetizzato i compiti dell'ora di ogni persona di retto sentire e di volonta' buona capace di porsi all'ascolto delle vicende e dei pensieri, delle voci e dei volti delle tante e dei tanti testimoni del bene che seppero opporsi all'iniquita', ed ancor piu' all'ascolto delle vittime, di tutte le vittime della menzogna e dell'ignoranza, di tutte le vittime dell'ingiustizia e della violenza, e soprattutto di quelle vittime cui tutto e' stato sottratto per sempre spezzando loro la vita.
Alla barbarie assassina occorre opporre la cultura, la cultura che rende consapevoli del legame che unisce l'intera umanita', una umanita' - come diceva Hannah Arendt - costitutivamente plurale, composta di persone tutte diverse e tutte eguali in diritti, tutte irriducibilmente uniche, tutte infinitamente preziose.
"Homo sum, et nihil humani a me alienum puto", recita la tanto citata ed ancor piu' inascoltata massima di Terenzio: "Sono un essere umano, e quindi nulla di umano mi e' estraneo"; in ogni essere umano riconosco me stesso, i miei bisogni e le mie paure, il mio dolore e la mia fatica, ma anche la mia capacita' di percepire e realizzare il bene, la mia capacita' di pensiero e di azione che la vita degnifica, e quindi l'affinita' profonda che ci accomuna e ci convoca alla reciproca solidarieta', all'universale fratellanza e sororita', alla condivisione dei beni, al bene comune.
Dalla coscienza di essere tutte e tutti noi esseri umani egualmente esposti al dolore, alla malattia, alla morte, discende la verita' che forse nessuno ha enunciato con la medesima forza euristica del Leopardi della "Ginestra": che proprio per questo abbiamo il diritto e il dovere di unirci recandoci mutuo soccorso, che proprio per questo dobbiamo agire per contrastare, ridurre e lenire la sofferenza impostaci dal nostro statuto biologico, e soprattutto che proprio per questo dobbiamo agire per abolire - per abolire, si' - la violenza storica frutto dell'oppressione e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, frutto delle ingiustizie dagli esseri umani compiute contro altri esseri umani. Come ebbe a dire memorabilmente Heinrich Boll: "ogni vittima ha il volto di Abele".
La conseguenza da trarre da questa consapevolezza, da questo ragionamento, e' il dovere di contrastare la violenza con la nonviolenza; e di agire in modo concreto e coerente per salvare le vite. E per salvare le vite alcune cose da fare sono cosi' evidenti che chiunque se ne avvede: occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi; occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; occorre difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
"Tu non uccidere, tu salva le vite": questo e' l'appello che leggiamo in tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita'.
Questo e' l'appello che leggiamo nel volto muto di tutte le vittime.
Questo e' l'appello che leggiamo nel pensiero di tutte le grandi pensatrici ed i grandi pensatori dell'umanita'.
Questo e' l'appello che leggiamo nei gesti di tutte e tutti i grandi testimoni della dignita' umana.
Da Socrate ateniese a Gesu' di Nazareth, da Confucio a Buddha, da Olympe de Gouges a Mary Wollstonecraft, da Clara Zetkin a Rosa Luxemburg, da Lev Nikolaevic Tolstoj a Mohandas K. Gandhi, da Virginia Woolf a Simone Weil, da Etty Hillesum a Edith Stein, da Gunther Anders a Ernesto Balducci, da Laura Conti a Franca Ongaro Basaglia, da Luce Fabbri a Germaine Tillion, da Primo Levi a Bianca Guidetti Serra, da Emmanuel Levinas a Marianella Garcia Villas, da Assia Djebar a Nelson Mandela, da Ernst Bloch ad Hans Jonas, da Bertha von Suttner a Edward W. Said, da Alice Paul a Wangari Maathai, ad innumerevoli altre ed altri.
Siamo convocati alla responsabilita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
2. INIZIATIVE. UN CONVEGNO A FIRENZE IL 29 OTTOBRE
[Riceviamo e diffondiamo]
Prima Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo
Firenze, sabato 29 ottobre 2016
L'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment) promuove per sabato 29 ottobre 2016 a Firenze la prima Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo.
La giornata di studio sara' anche occasione per un proficuo confronto e scambio di esperienze e per individuare e consolidare strategie comuni di azione finalizzate ad impedire l'apertura di nuove strutture aeroportuali, ad impedire l'ampliamento di quelle gia' esistenti e per la riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo.
Responsabile dell'iniziativa la dottoressa Antonella Litta, referente nazionale e coordinatrice del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute" dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde.
Questa iniziativa si svolgera' presso l'Hotel 500 (www.hotel500firenze.com), ove per chi ne avesse necessita' sara' possibile anche pernottare.
Quanto prima sara' diffuso il programma dei lavori.
Le adesioni devono essere comunicate a Nadia Conti, responsabile della segreteria organizzativa: tel. 3358162370, e-mail: n.conti at hotmail.it
3. RIVISTE. "AZIONE NONVIOLENTA" DI MAGGIO-GIUGNO 2016
[Riceviamo e diffondiamo]
E' uscito il numero di maggio-giugno 2016 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, bimestrale di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
In questo numero: Editoriale di Mao Valpiana: Nonviolenza e polizia, polis e politica. Numero monografico sul Convegno "Nonviolenza e Forze dell'Ordine": Dimostrazioni pubbliche e polizia, di Pietro Pinna; Nonviolenza e forze dell'ordine, di Rocco Pompeo; Una formazione oltre il pregiudizio, di Giampaolo Trevisi; Politica e polizia una radice comune, di Luca Filippi; Scontri e incontri, di Mao Valpiana; Tra formazione e difesa dei diritti, di Luciano Mennonna; Una riflessione aperta dopo il Convegno, di Rocco Pompeo; Maestri di pace, oltre la divisa, a cura della Redazione. Memoria: La nascita del G.A.N., di Pietro Pinna; Compresenza di Marco Pannella; La guerra "tira", l'informazione e' superficiale, di Angela Dogliotti Marasso; Ricordare Nanni Salio, di Giuliano Pontara. Documentazione: 2 giugno, Festa della Repubblica che ripudia la guerra. Riparte la Campagna per la Difesa civile e nonviolenta. Rubriche: Educazione e stili di vita, a cura di Gabriella Falcicchio. A titolo libero e gratuito, di Angela Martiradonna; La nonviolenza nel mondo, a cura di Caterina Bianciardi e Ilaria Nannetti. Meno armi piu' sicurezza; Attivissimamente, a cura di Daniele Taurino. Ragionando (coi droni) sulla compresenza. In copertina: Nonviolenza e Forze dell'Ordine. In seconda di copertina: Indice. In settima: Biani alla settima. In terza di copertina: Materiale disponibile. In quarta di copertina: Le occasioni per il 2016.
Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19).e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.azionenonviolenta.it
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento
Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
4. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: NONVIOLENZA E POLIZIA, POLIS E POLITICA
[Riceviamo e diffondiamo l'editoriale che apre il fascicolo di "Azione nonviolenta" di maggio-aprile 2016.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' stato fondamentale ideatore, animatore e portavoce dell'"Arena di pace e disarmo" del 25 aprile 2014 e coordina la campagna "Un'altra Difesa e' possibile". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
Anche questo numero e' dedicato alla formazione alla nonviolenza per le forze dell'ordine. Lo avevamo gia' fatto nel gennaio-febbraio 2015, con un fascicolo monografico che riprendeva le varie proposte di legge sollecitate dai movimenti nonviolenti dopo la tragica esperienza del G8 a Genova, per avere adeguati strumenti normativi volti ad includere nei percorsi formativi di tutto il personale di polizia la conoscenza e l'uso della risorse della nonviolenza. E ne approfondivamo gli aspetti torici ed esperienziali. Ora, poco piu' di un anno dopo, facciamo un altro importante passo in avanti, fornendo ai nostri lettori un resoconto ampio e completo del convegno su "Nonviolenza e forze dell'ordine" che il 29 aprile si e' svolto nella sala consiliare del Comune di Livorno, su iniziativa del Centro studi nonviolenza del Movimento Nonviolento, del sindacato Silp Cgil della Toscana e della nostra rivista. Un convegno importante, il primo in Italia di questi tipo, che e' stato preceduto ed ha aperto la strada al confronto diretto tra polizia e nonviolenti sulla formazione.
La nonviolenza va avanti, con i tempi lunghi e tortuosi della storia, ma non demorde dagli obiettivi che si pone, e passo dopo passo raggiunge gli obiettivi delle proprie campagne. Quei settori del movimento che quindici anni fa volevano "conquistare le zone rosse" non hanno ottenuto altro che lo sfascio dell'allora nascente movimento no global, e quella parte di polizia che ha deviato dalle regole democratiche, assumendo comportamenti delinquenziali, e' stata condannata dalla giustizia dei tribunali. Gli uni e gli altri sono rimasti al palo (magari tentando di ripetere lo stesso copione in Val di Susa). Mentre chi ha percorso tenacemente e coerentemente il cammino del dialogo, del confronto, delle proposte costruttive, ora puo' presentare risultati significativi, a vantaggio di tutti.
La seconda parte di questo numero, invece, la dedichiamo a tre amici della nonviolenza che quest'anno hanno concluso la loro vita terrena, dai quali tanto abbiamo ricevuto e dalle cui testimonianze di vita, azione e pensiero, ancora tanto riceveremo: Nanni Salio, Pietro Pinna, Marco Pannella.
Stiamo anche pensando a dei numeri specifici, ma un primo ricordo lo vogliamo anticipare.
Pietro Pinna, cofondatore con Capitini del Movimento, e' stato anche colui che ha 'inventato' "Azione nonviolenta", come organo di collegamento e di stimolo alle attivita' del Movimento stesso, e ne ha dato l'imprinting che ancor oggi ci accompagna. Pietro ha curato personalmente l'uscita della nostra rivista dal 1964 fino al 1979, seguendone poi l'evoluzione da vicino, con attenzione paterna, fino all'ultimo numero. Ci teneva moltissimo, non mancando mai di sollecitare gli amici all'abbonamento, e a farlo puntualmente lui stesso. Per questo ci e' parso bello ripubblicare in apertura di questo numero proprio il primo articolo che Pinna ha scritto per "Azione nonviolenta". A cui abbiamo fatto seguire un suo articolo del 1964 sul tema di questo fascicolo monografico, i rapporti tra la polizia e la nonviolenza. Come a dire che il filo della storia e dell'oggi viene da lontano.
La capacita' di analisi, di studio, di ampia visione che aveva Nanni Salio, ci manca e ci manchera' molto. Era un raffinato intellettuale della nonviolenza, oltre che tenace uomo d'azione con grande sensibilita' d'animo. Una personalita' nonviolenta, come direbbe il filosofo Giuliano Pontara. E proprio l'ultimo carteggio tra Pontara e Salio e' il ricordo che affidiamo ai lettori.
Marco Pannella ha interpretato una nonviolenza in parte diversa dalla nostra tradizione, ma il suo contributo allo sviluppo dell'azione politica nonviolenta e' imprescindibile, e il cerchio della sua esistenza terrena si e' chiuso tornando ai fondamenti iniziali. Lo ricordiamo con grande affetto con un'intervista e una sua cronaca di una bella azione nonviolenta. Grazie a Piero, Nanni, Marco.
5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
7. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione e' un crimine.
Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civilta'.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
9. REPETITA IUVANT. VOLARE FA MALE ALLA SALUTE (2007)
1. Volare fa male alla salute
E innanzitutto alla salute di chi non vola.
Fa male alla salute dell'intera umanita' che subisce gli effetti del surriscaldamento del clima - la principale emergenza globale odierna - cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevantissima.
Fa male alla salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli aeroporti che subiscono il pesantissimo inquinamento atmosferico e il non meno pesante inquinamento acustico.
Fa male alla salute dei cittadini dei Paesi come l'Italia (e come molti altri) che vedono lo Stato regalare immensi capitali alle compagnie aeree (sia elargendo giganteschi contributi diretti, sia concedendo scandalose ed incredibili esenzioni ed agevolazioni fiscali); lo stesso Stato che taglia spietatamente i servizi pubblici e il diritto alla salute e all'assistenza.
E fa male alla salute di chi vola, visto che e' una modalita' di trasporto non coerente con la stessa costituzione psicofisica ed esistenzial-culturale dell'essere umano.
Infine fa male anche alla salute degli altri animali: che anch'essi sono esseri viventi e provano sofferenza. Ma come volete che si preoccupino degli altri animali quei potenti rapinatori che non si preoccupano neppure delle sofferenze che - per arricchirsi e sperperare, per appropriarsi privatamente ed egoisticamente consumare cio' che e' di tutti, a tutti rubandolo - infliggono tanti e tali danni agli altri esseri umani?
*
2. Volare fa male all'ambiente
Il trasporto aereo danneggia enormemente l'ecosistema planetario nella sua globalita'.
Danneggia enormemente gli ecosistemi locali.
Impedisce la realizzazione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati, con tecnologie appropriate, ecologicamente sostenibili, economicamente adeguati ai bisogni e alle culture delle popolazioni, e democraticamente controllabili.
*
3. Volare e' antieconomico
Perche' e' estremamente energivoro, mentre l'umanita' ha bisogno di un'economia della sobrieta' e della condivisione che consideri il dato di fatto dei limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse.
Perche' e' il modo di trasporto piu' costoso: non ve ne e' una adeguata percezione pubblica perche' i costi vengono esternalizzati: gli Stati sovvenzionano le compagnie aeree con fiumi di denaro ed agevolazioni; i costi ambientali e sociali vengono pagati dalle popolazioni; i lavoratori sono spesso precari e quindi costantemente sotto minaccia. La maggior parte della popolazione e' tenuta del tutto all'oscuro del fatto che ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte ai diritti e al benessere delle persone, vengono sperperate a profitto delle compagnie aeree e dei prominenti che ruotano intorno al grande affare.
Perche' danneggia le economie locali, imponendo nocivita', costi, relazioni sociali insostenibili.
*
4. Volare e' pericoloso
Il trasporto aereo e' pericoloso per il pianeta.
Il trasporto aereo e' pericoloso per l'ambiente naturale e per i beni storici e culturali.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le persone: danni certi alla salute, estrema pericolosita' degli incidenti, degrado della qualita' della vita.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le liberta' civili: specialmente dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 esso implica un enorme incremento dei controlli e quindi una crescente militarizzazione degli impianti, sui territori, nei confronti delle comunita' locali e della vita quotidiana delle persone.
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5. Volare e' alienante
Volare fa male alla percezione di se' e del mondo.
Aeroporti ed aerei sono cio' che l'antropologia contemporanea chiama "nonluoghi": in cui decisive esperienze umane, sia percettive che conoscitive nel senso piu' ampio e profondo, vengono inibite e represse; in cui vige e viene imposto un modello di presenza al mondo, di essere nel mondo (l'in-der-welt-sein di heideggeriana memoria) tendenzialmente dereistico, pesantemente deresponsabilizzante, fortemente eterodiretto.
Quell'esperienza decisiva della cultura umana che e' il viaggio, come iniziazione e scoperta, come ricerca di se' e dialogo con l'altro da se', qui si annienta nel vuoto di ambienti tutti uguali in una logica che si modella su schemi di condotta coatti e tendenzialmente totalitari.
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6. Finanziare il trasporto aereo significa togliere risorse dove sono necessarie
Il trasporto aereo toglie risorse alla mobilita' sostenibile.
Il trasporto aereo toglie risorse al turismo responsabile.
Il trasporto aereo toglie risorse ai servizi pubblici a beneficio delle persone bisognose.
Il trasporto aereo toglie risorse a politiche di giustizia e di solidarieta'.
Il trasporto aereo toglie risorse alle possibilita' di un'occupazione sicura e dignitosa.
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7. Della virtu' del limite
Il volo lasciamolo agli uccelli.
Il cielo lasciamolo alle stelle.
Cessiamo di volere tutto e tutto distruggere.
E' l'unica Terra che abbiamo.
Vi e' una sola umanita'.
10. REPETITA IUVANT. MOZIONE PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO APPROVATA ALL'UNANIMITA' DAL CONGRESSO NAZIONALE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO TENUTOSI A VERONA DAL PRIMO AL 3 NOVEMBRE 2007
Il Congresso del Movimento Nonviolento
- impegnato nella difesa della biosfera fortemente minacciata dal surriscaldamento del clima;
- consapevole del pesante contributo che al surriscaldamento del clima da' il trasporto aereo;
- cosciente altresi' che il trasporto aereo costituisce una forma di mobilita' altamente inquinante e devastante per l'ambiente e dannosa per la salute e il benessere delle persone, fortemente energivora, interna ad un modello di sviluppo ecologicamente insostenibile, assai costosa per l'intera collettivita' locale e l'intera umanita' vivente che in larghissima parte neppure ne fruisce;
esprime sostegno ai movimenti che si impegnano per la drastica riduzione del trasporto aereo;
ed in tal ambito sostiene i movimenti e le iniziative che con la scelta della nonviolenza e la forza della democrazia, in difesa della legalita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani:
a) si oppongono alla realizzazione di nuovi aeroporti (e all'ampliamento degli aeroporti esistenti) laddove non ve ne sia una vera necessita' ma essi siano realizzati per promuovere forme di turismo "mordi e fuggi" legate a una fruizione consumista, alienata, usurante e mercificata dei beni ambientali e culturali, e ad un'esperienza del viaggiare che non sia arricchimento di conoscenza ma asservimento agli imperativi delle agenzie della narcosi pubblicitaria;
b) si impegnano per la riduzione drastica ed immediata del carico di voli dei sedimi aeroportuali collocati a ridosso di centri abitati gia' pesantemente gravati e fin soffocati dall'attivita' aeroportuale;
c) chiedono la cessazione dello sperpero di pubblico denaro per finanziare le compagnie aeree;
d) chiedono che cessino le agevolazioni e le esenzioni fiscali alle compagnie aeree;
e) si oppongono alle condotte gravemente antisindacali e violatrici dei diritti dei lavoratori messe in atto da eminenti compagnie aeree;
f) difendono il diritto alla salute, i beni culturali e ambientali, gli ecosistemi locali e l'ecosistema planetario, i diritti dell'umanita' presente e delle generazioni future, minacciati dal dissennato incremento del trasporto aereo;
g) si impegnano per il rigoroso rispetto della legislazione in materia di difesa dell'ambiente, della salute, dei beni comuni;
h) chiedono che tutte le strutture aeroportuali realizzate e realizzande siano sottoposte senza eccezioni alla dirimente verifica della compatibilita' con quanto disposto dalla vigente legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale (Via) e di Valutazione ambientale strategica (Vas);
i) si oppongono alle attivita' militari che violano l'art. 11 della Costituzione e ad ogni ampliamento delle basi aeronautiche militari, e particolarmente alla presenza e all'ampliamento di basi aeronautiche militari di stati stranieri e di coalizioni intese a, o impegnate in, attivita' belliche che la Costituzione ripudia;
l) promuovono forme di mobilita' sostenibile, modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate, scelte economiche ecocompatibili, eque e solidali;
m) promuovono una cultura della mobilita' e del viaggio sostenibile, conviviale, solidale, aperta all'incontro e all'ascolto reciproco, rispettosa delle persone e dell'ambiente;
n) si impegnano per la riduzione del surriscaldamento climatico e per la difesa della biosfera.
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Tzvetan Todorov, Di fronte all'estremo, Garzanti, Milano 1992, 2011, pp. 312.
- Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene. Inchiesta su un secolo tragico, Garzanti, Milano 2001, pp. 406.
- Tzvetan Todorov, Una tragedia vissuta. Scene di guerra civile, Garzanti, Milano 1995, pp. 158.
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Riedizioni
- Paolo Monelli, Le scarpe al sole, Rcs, Milano 2016, pp. 272, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2404 del 9 luglio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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