[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 774
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- Date: Thu, 19 May 2016 17:04:06 +0200 (CEST)
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Numero 774 del 19 maggio 2016
In questo numero:
1. Rinsavisca la Ministra. Il governo receda dalla folle e criminale decisione di dispiegare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul
2. Presidente, ci ripensi. Una lettera aperta contro l'invio di centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul
3. Un appello al popolo della pace affinche' si opponga a una scelta dissennata e funesta del governo italiano
4. Vi chiediamo
5. "Bersagli di attacchi". Una lettera aperta al Consiglio dei Ministri
6. Breve una lettera al Presidente del Senato
7. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
8. Il 21 maggio a Viterbo
9. Il 21 e 22 maggio a Blera
10. Il 26 maggio a Nepi
1. REPETITA IUVANT. RINSAVISCA LA MINISTRA. IL GOVERNO RECEDA DALLA FOLLE E CRIMINALE DECISIONE DI DISPIEGARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL
La Ministra della Difesa ha dichiarato oggi che l'Italia dispieghera' entro poche settimane centinaia di soldati alla diga di Mosul.
E' una decisione folle e criminale.
Mesi addietro, quando il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva annunciato per la prima volta una tale insensata e sciagurata decisione, un vasto movimento d'opinione espresse le ragioni per cui occorreva che il governo italiano recedesse da tale intenzione i cui possibili esiti terribilmente funesti sono a tutti evidenti.
*
Scrivevamo il 29 dicembre 2015 alla stessa Ministra:
"Lei sa che l'Italia in Iraq e' ricordata come uno dei paesi che ha preso parte ai bombardamenti nella prima guerra del Golfo e all'occupazione militare successiva alla seconda; lei sa che i soldati italiani in Iraq sono gia' stati vittime di un attentato stragista a Nassiriya; lei sa che Mosul e' nelle mani dell'Isis e che l'Isis non perdera' l'occasione che gli si offre di poter far strage di soldati italiani ricavandone anche propaganda e consenso tra quanti ci vedono come "invasori crociati" o "occupanti colonialisti ed imperialisti, razzisti e rapinatori, stragisti e torturatori" (naturalmente noi crediamo bene di non esserlo affatto, ma in Iraq purtroppo siamo stati parte di una coalizione bellica e di occupazione che ha commesso atroci ed infami crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e quindi inevitabilmente da molte, moltissime persone veniamo percepiti cosi').
Lei sa quindi che la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul espone gratuitamente ed assurdamente a un enorme rischio i nostri soldati, e con essi i lavoratori della diga e le popolazioni nei dintorni e a valle della diga, e finanche i cittadini italiani nel nostro stesso paese poiche' la presenza di soldati italiani a Mosul rendera' anche il nostro paese bersaglio privilegiato di attentati dei terroristi dell'Isis o che all'Isis si richiamano.
Per tutto cio' e' necessario recedere al piu' presto dalla decisione del dispiegamento di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, che lungi dal garantire adeguata protezione alle maestranze civili, le espone vieppiu' alla furia omicida dei terroristi che in tutti i modi cercheranno di fare strage dei nostri soldati, dei nostri connazionali, di quanti si troveranno nelle nostre vicinanze.
L'Italia puo' e deve contribuire a contrastare il terrorismo, ma inviare truppe italiane in Iraq e' assolutamente irragionevole ed effettualmente controproducente; la nostra presenza militare invece di contrastarli favorira' gli apocalittici disegni, gli scellerate crimini e l'abominevole propaganda degli assassini dell'Isis; e mettera' in pericolo, in estremo pericolo, le vite di tanti innocenti, militari e civili.
Altro e' cio' che possiamo e dobbiamo fare: non atti di guerra o percepiti come tali, non l'insensata esposizione di altre persone al massacro, ma il sostegno a un'azione di polizia internazionale adeguata, un indispensabile aiuto umanitario alle popolazioni vittime dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, un contributo economico e politico alla ricostruzione in Iraq come in Siria come in Libia di infrastrutture e servizi sociali fondamentali nel quadro di ordinamenti giuridici legittimi, democratici, rispettosi dei diritti umani".
Questo scrivevamo alla Ministra della Difesa sul finire dello scorso anno, sperando di essere ascoltati.
*
Oggi la Ministra della Difesa conferma invece quella decisione stoltissima, rischiosissima e sciaguratissima; oggi la Ministra della Difesa assurdamente, irresponsabilmente, scandalosamente conferma la volonta' irrazionale, immorale ed illecita di correre il rischio di esporre gratuitamente alla morte innumerevoli vite umane innocenti.
Rinnoviamo la nostra opposizione e chiamiamo tutte le persone di volonta' buona, le associazioni e le istituzioni democratiche ad opporsi a questa folle e criminale decisione; chiediamo ancora una volta che il governo receda immediatamente da una decisione pericolosissima, insensata e scellerata.
2. REPETITA IUVANT. PRESIDENTE, CI RIPENSI. UNA LETTERA APERTA CONTRO L'INVIO DI CENTINAIA DI SOLDATI INCONTRO ALLA MORTE ALLA DIGA DI MOSUL
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Oggetto: Una esortazione a recedere dalla decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, decisione che puo' dar luogo ad esiti funesti e fin catastrofici
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
quando nello scorso dicembre lei annuncio' l'intenzione del governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul - a breve distanza dalla grande citta' irachena che dal 2014 e' nelle mani dei terroristi dell'Isis - le scrissi una lettera per pregarla di recedere da quella decisione, e come me migliaia di altre persone sottoscrissero appelli in tal senso.
Successivamente fu diffusa la notizia che lo stesso governo iracheno avesse posto delle obiezioni a quella decisione e parve che essa non dovesse aver seguito.
Ma dopo alcuni mesi di sostanziale silenzio in questi giorni la Ministra della Difesa ha avviato una roboante campagna mediatica il cui fulcro e' l'annuncio dell'imminente invio dei nostri soldati che in numero di 450-500 e' previsto restino li' per due anni, esplicitando peraltro che motivazione fondamentale e' la richiesta da parte degli Stati Uniti d'America di una maggiore presenza militare italiana nell'area del conflitto, e che esito principale sara' che l'Italia diverra' dopo gli Usa la potenza straniera con la piu' ampia presenza bellica in Iraq; ed evidenziando infine che nel conflitto iracheno l'Italia e' gia' presente non solo con addestratori di truppe combattenti, ma anche con velivoli impegnati in ricognizioni finalizzate all'individuazione di obiettivi (ovvero funzionali ai bombardamenti stragisti, se le parole hanno un senso).
A questo si aggiungano due recenti notizie: la prima, che lo scorso mese un'improvvisa offensiva dell'Isis nel territorio di Mosul sembrerebbe aver travolto le prime linee irachene e curde e che sia stata respinta a fatica; la seconda, che e' in preparazione e si svolgera' nei prossimi mesi una battaglia per la riconquista di Mosul da parte del governo iracheno, battaglia che si preannuncia cruentissima dato che Mosul e' uno snodo strategico, e nella quale le vittime civili saranno verosimilmente ingentissime giacche' nella citta' vivono un milione e mezzo di esseri umani.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei vede bene che quei cinquecento soldati italiani verranno gettati nel centro della fornace, verranno gettati incontro alla morte.
E lei sa perfettamente cio' che gia' mesi fa anch'io volli ricordarle, ovvero che "una presenza militare italiana alla diga di Mosul rendera' sia quel luogo e le persone li' schierate, sia l'Italia intera, un primario bersaglio dell'azione stragista dell'organizzazione terroristica".
Lungi dal proteggere le maestranze della diga, la presenza dei militari italiani rendera' quel sito un obiettivo di attentati, con esiti che potrebbero essere non solo letali per le stesse maestranze ma addirittura apocalittici per le popolazioni a valle della diga. La presenza di militari italiani alla diga di Mosul verrebbe presentata dalla propaganda dell'Isis come una forma di occupazione militare straniera, da parte di un paese - il nostro - che gia' prese parte alla prima guerra del Golfo, all'occupazione militare seguita alla seconda, e quindi corresponsabile dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanita' avvenuti in quei frangenti di cui la popolazione irachena fu ed e' vittima; la presenza di militari italiani esporrebbe cosi' al rischio di un massacro non solo i nostri soldati li' dispiegati, non solo le maestranze civili dell'impresa appaltatrice dei lavori di messa in sicurezza della diga, non solo le popolazioni a valle della diga, ma anche la popolazione residente nel nostro paese poiche' nella efferata logica del terrorismo l'intera popolazione italiana diventerebbe un bersaglio privilegiato di azioni stragiste.
In Iraq l'Italia ha peraltro gia' pagato un tremendo tributo di sangue a Nassiriya: il governo italiano non voglia far morire altri innocenti.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
non vi e' dubbio che abbiamo opinioni diverse su molte cose, ma almeno su questo dovremmo trovarci concordi: che non e' lecito esporre degli innocenti al rischio di essere uccisi.
L'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul implica esattamente questo: esporre degli innocenti al rischio - un elevatissimo rischio - di essere uccisi.
Il governo da lei presieduto non commetta questa sciagurata follia.
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Dal profondo del cuore la prego: receda il governo italiano da quella insensata, inammissibile decisione.
Augurandole ogni bene...
3. REPETITA IUVANT. UN APPELLO AL POPOLO DELLA PACE AFFINCHE' SI OPPONGA A UNA SCELTA DISSENNATA E FUNESTA DEL GOVERNO ITALIANO
Il governo italiano si appresta ad inviare cinquecento soldati per due anni alla diga di Mosul, a pochi chilometri dalla grande citta' dal 2014 occupata dall'Isis.
E' una decisione dissennata e funesta, immorale e illegale.
E' una decisione che espone insensatamente quei soldati, le maestranze della diga, le popolazioni a valle di essa e l'intera popolazione italiana ad un elevatissimo rischio di attentati stragisti.
Essa non e' utile alla lotta contro l'organizzazione terrorista, che va contrastata non con azioni facilmente presentabili da parte della propaganda dell'Isis come atti di guerra neocoloniale, ma con un'operazione di polizia internazionale che in primo luogo tagli le fonti di finanziamento e di rifornimento all'organizzazione criminale.
La presenza militare italiana di fatto favoreggia l'Isis: espone assurdamente ad attentati stragisti un fin troppo agevole bersaglio, ed offre abominevole alimento alla scellerata propaganda dell'organizzazione terrorista.
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Con l'invio di cinquecento soldati a Mosul, che si aggiungono agli ottocento militari italiani gia' presenti a Bagdad e ad Erbil, l'Italia diventa peraltro la seconda presenza militare straniera in Iraq dopo gli Usa - e sono stati proprio gli Usa a richiedere all'Italia un cosi' consistente coinvolgimento bellico in Iraq, quegli Usa che sono i primi responsabili della devastazione e destrutturazione dello stato iracheno e di una seminagione di dolore, di disperazione, di violenza e di odio che dal Medio e Vicino Oriente si sta propagando in tre continenti.
Non possiamo dimenticare che in Iraq l'Italia e' stata partecipe della prima guerra del Golfo e dell'occupazione militare seguita alla seconda, e come parte della coalizione che guerra e occupazione condussero e' quindi corresponsabile dei crimini di guerra e contro l'umanita' commessi allora, cosi' come della devastazione del territorio e delle strutture amministrative del paese, crimini e devastazione di cui la stessa organizzazione terrorista dell'Isis e' uno dei frutti avvelenati. Cosi' come non possiamo dimenticare che in Iraq degli italiani sono gia' stati uccisi a Nassiriya, vittime della violenza terroristica al pari di innumerevoli iracheni.
Ne' possiamo tacere che in Iraq l'Italia e' anche attualmente corresponsabile delle stragi provocate dai bombardamenti della cosiddetta coalizione internazionale a guida statunitense, poiche' per ammissione dello stesso Ministero della Difesa unita' dell'aviazione militare italiana svolgono attivita' di ricognizione finalizzata all'individuazione di obiettivi - che tradotto in lingua corrente significa contribuire ad individuare e indicare i bersagli per i raid aerei stragisti che altri alleati della coalizione poi eseguiranno.
Infine, i mass-media riportano in questi giorni la notizia che si sta preparando la battaglia per la riconquista di Mosul, battaglia che sara' di inaudita violenza poiche' Mosul ha un'importanza strategica decisiva, e che verosimilmente provochera' un'ecatombe di vittime civili - nella citta' sono attualmente presenti un milione e mezzo di abitanti -. In questo contesto e' ancor piu' evidente che la decisione governativa di dispiegare cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto insensata, immorale, illecita: pone in un gravissimo pericolo di morte degli esseri umani innocenti; crea le condizioni che favoriscono la realizzazione di attentati stragisti; non solo non garantisce sicurezza ad alcuno, ma tutti espone al piu' estremo pericolo.
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Per cinici calcoli di piaggeria nei confronti del governo americano il governo italiano e' dunque disposto a far morire tanti innocenti? E' dunque disposto ad effettualmente favoreggiare l'Isis nella commissione dei suoi crimini offrendogli un facile bersaglio? E' dunque disposto a violare il fondamento stesso della legalita' e della democrazia, che consiste nel difendere la vita e i diritti degli esseri umani?
Receda il governo italiano dalla decisione stoltissima e sciaguratissima dell'invio di centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul.
Receda il governo italiano.
Receda.
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A tutte le persone di volonta' buona, a tutte le associazioni democratiche, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica italiana chiediamo di adoperarsi per persuadere il governo italiano a recedere da una decisione dissennata e funesta, immorale e illegale; per persuadere il governo italiano a tornare al rispetto della legge e della morale; per persuadere il governo italiano a non mettere in grave pericolo di morte delle vite umane.
Il primo dovere e' salvare le vite.
4. REPETITA IUVANT. VI CHIEDIAMO
Vi chiediamo di condividere questa cognizione: che l'invio di cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul mette insensatamente ed illecitamente in gravissimo pericolo tante vite umane.
La diga di Mosul e' a pochi chilometri dalla citta' che dal 2014 e' occupata dall'organizzazione terrorista dell'Isis: la presenza alla diga dei soldati italiani, invece di essere utile alla difesa dell'impianto, favorira' l'ideazione e la realizzazione di attentati stragisti, li' e in Italia.
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Vi chiediamo di condividere questo impegno: persuadere il governo italiano a recedere da una decisione irragionevole ed illegittima che puo' provocare conseguenze funeste e fin catastrofiche.
E' scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana (all'articolo 2) che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo": ed il primo diritto e' il diritto a non essere uccisi; vi e' scritto inoltre (all'articolo 11) che "L'Italia ripudia la guerra": la guerra che sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
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Salvare le vite e' il primo dovere: facciamo sentire al governo la voce del popolo italiano che si oppone a tutte le uccisioni.
Il governo italiano non commetta il piu' tragico degli errori.
5. REPETITA IUVANT. "BERSAGLI DI ATTACCHI". UNA LETTERA APERTA AL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Egregi Ministri della Repubblica Italiana,
riferiscono oggi i mass-media che il governo italiano non prevede l'invio di soldati in Libia, poiche' "troppo alti sono i rischi, troppo forte il pericolo che reparti stranieri diventino bersagli di attacchi".
Ed e' saggia considerazione.
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Ne discende una ovvia domanda: perche' allora si persevera insensatamente nella decisione dell'invio di cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul, dove ancora piu' elevati sono i rischi, di gran lunga piu' forte "il pericolo che diventino bersagli di attacchi"?
Chiunque capisce che la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul (a pochi chilometri dalla citta' occupata dall'Isis), invece di essere utile alla difesa dell'impianto, favorira' l'ideazione e la realizzazione di attentati stragisti, li' e in Italia.
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Si faccia uso della ragione: receda il governo italiano dalla sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul.
6. REPETITA IUVANT. BREVE UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO
Al Presidente del Senato della Repubblica
Oggetto: Affinche' si adoperi a persuadere il governo a recedere dalla insensata e sciagurata decisione di inviare cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul
Egregio Presidente del Senato,
rivolgo questo appello a lei, che presiede uno dei due rami dell'organo legislativo ed e' la seconda carica rappresentativa della Repubblica.
Si adoperi affinche' il governo receda dalla insensata e sciagurata decisione di inviare cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul facendo di essi il piu' facile dei bersagli per il terrorismo stragista dell'Isis che ha la sua principale roccaforte irachena proprio a Mosul, a pochi chilometri di distanza dalla diga.
La presenza cola' dei nostri soldati indurra' senza dubbio i terroristi onnicidi a progettare ed eseguire attentati contro i nostri connazionali e non solo, li' e non solo: infatti nella delirante propaganda totalitaria dell'organizzazione stragista quella presenza verra' presentata in guisa di "invasione coloniale" o anche di "occupazione crociata", termini assurdi secondo il nostro giudizio ma non secondo quello di gran parte dell'area di consenso e di reclutamento a cui quell'abominevole propaganda si rivolge. Cosicche' ogni attentato contro di noi - in Iraq come in Italia - sara' per l'organizzazione criminale dell'Isis un successo propagandistico, e quanti piu' innocenti sopprimera' tanto piu' sara' da loro ritenuto vantaggioso. Il pericolo e' quindi enorme: per i nostri militari che venissero li' dispiegati, per le maestranze civili impegnate nella ordinaria gestione come nelle opere straordinarie di messa in sicurezza della diga, per le popolazioni a valle della diga - che qualora venisse fatta crollare provocherebbe un'immane ecatombe -, e per la popolazione che vive nel nostro paese che diverrebbe ipso facto privilegiato obiettivo di azioni terroristiche.
L'invio di truppe italiane alla diga di Mosul non solo non e' di nessuna utilita' per contrastare il terrorismo, non solo non garantisce la sicurezza delle maestranze civili, ma al contrario mette vieppiu' in pericolo quel luogo e quanti vi si trovano - e con essi il nostro paese e l'intera nostra popolazione -, e di fatto quindi favoreggia l'Isis nella sua propaganda e nella sua azione stragista.
Si adoperi dunque, egregio Presidente del Senato, affinche' il governo italiano receda da quella insensata ed inammissibile decisione che con tutta evidenza puo' dare luogo alle conseguenze piu' funeste.
Confidando nel suo discernimento ed auspicando un suo autorevole intervento al fine di salvare innumerevoli vite innocenti che il governo sta mettendo gratuitamente, irresponsabilmente ed illecitamente nel piu' grave dei pericoli...
7. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"
Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
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Il comitato si prefigge di:
1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;
2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;
3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;
4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;
5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;
e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
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Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.
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Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
8. INCONTRI. IL 21 MAGGIO A VITERBO
[Dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente" riceviamo e diffondiamo]
Si svolgera' sabato 21 maggio 2016 presso la sala delle conferenze dell'Ordine dei medici di Viterbo in via Genova 48, il corso su "Agricoltura intensiva. Pesticidi, diserbanti, fertilizzanti: quali danni alla salute e all'ambiente? Quali alternative?".
Il corso Ecm (Educazione continua in medicina) e' rivolto ai medici che possono iscriversi sul sito www.ordinemediciviterbo.it Area Ecm ed e' prevista anche la partecipazione in qualita' di uditori esterni (per informazioni: segreteria dell'Ordine dei medici, tel. 0761342980).
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Ore 8.30: Iscrizione e registrazione al corso.
Ore 9.00: Antonio Maria Lanzetti, presidente dell'Ordine dei Medici di Viterbo: Introduzione ai lavori.
Ore 9.30: Giuseppe Nascetti, direttore del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche dell'Universita' della Tuscia: "Lo stato ecologico del lago di Vico".
Ore 10.15: Gianni Ghirga, pediatra, ospedale San Paolo Asl RmF, Isde-Italia: "Qualita' dei prodotti agricoli raccolti anche a numerosi chilometri di distanza da grandi impianti di combustione di fossili come il carbone".
Ore 11.00: Patrizia Gentilini, oncoematologa, Isde-Italia: "Esposizione cronica a pesticidi e rischi per la salute umana".
Ore 11.45: Antonella Litta, medico di medicina generale, Isde-Italia: "Acqua e agricoltura un legame antico e indissolubile da rinnovare e custodire per la tutela della salute".
Ore 12.30: Giovanna Loria, neurologa, ospedale di Belcolle: "Il ruolo dei pesticidi nella malattia di Parkinson".
Ore 13.15: Pausa pranzo.
Ore 14.00: Teresa Valentina Ranalli, anatomopatologa, ospedale di Belcolle: "Danni renali da tossici ambientali".
Ore 14.45: Andrea Ferrante, dottore in Scienze agrarie, referente dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica: "Trenta anni di agricoltura biologica: un'alternativa possibile".
Ore 15.30: Luciano Sordini, medico di medicina generale, segretario Fimmg Viterbo: "Una alimentazione sana per prevenire, curare e guarire".
Ore 16.00: Chiusura dei lavori e test per la verifica dell'apprendimento.
9. INCONTRI. IL 21 E 22 MAGGIO A BLERA
[Dall'ecovillaggio "Il Vignale" (per contatti: ilvignale at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Il 21 e 22 maggio 2016 l'ecovillaggio "il Vignale" (in provincia di Viterbo, tra Blera e Civitella Cesi) apre le porte con la terza edizione de: "Incontriamo gli ecovillaggi del Lazio... e dintorni".
Stavolta infatti ci piacerebbe ampliare l'invito anche alle altre regioni dal momento che l'"Ecovillaggio a pedali", nostro partner e ideatore dell'evento, si e' trasferito ormai da qualche anno in Umbria e nel Lazio non e' che ci siano tutte queste realta'... Perche'? Questa e' una delle domande su cui ci piacerebbe lavorare in questi due giorni da passare insieme.
L'incontro e' aperto a tutte le realta' comunitarie e alle singole persone interessate e incuriosite da questo stile di vita che vedono in tale esperienza una possibile alternativa per il proprio futuro.
Il nostro intento, altre al relazionarci e confrontarci con i nostri simili e' anche quello di rilanciare il nostro progetto cercando nuovi soci da inserire nella nostra cooperativa agricola. Cerchiamo persone che sono intenzionate a lavorare sulla terra, o che hanno dei progetti da portare avanti.
Sono passati sei anni dall'inizio della nostra avventura e di cose ne sono cambiate assai, tanti passi avanti: abbiamo circa 100.000 litri di acqua di raccolta, un ettaro di orto annaffiato a goccia e a caduta, centinaia di alberi da frutta, siamo sommersi di fragole, piante aromatiche, officinali e tintorie... e poi abbiamo avuto anche qualche caduta: abbiamo nel tempo perso qualche socio e siamo rimasti in pochi, percio' siamo alla ricerca di nuove persone per portare avanti il progetto...
Tante le cose da dire, se siete interessati o incuriositi, venite e fate venire altre persone.
*
Ingresso su prenotazione (entro il 19 maggio).
Per presentare i progetti e/o proporre seminari contattare l'organizzazione.
Sono disponibili posti limitati al chiuso nella sala multiuso, quindi si dorme tutti insieme, tappi per le orecchie consigliati, e per chi volesse puo' portare la tenda e dormire sotto uno splendido cielo e nel silenzio.
Portare sacco a pelo, torcia e tutto quello che vorreste trovare.
Vestitevi comodi e pratici, siamo in piena in campagna.
Se avete problemi con glutine o altre intolleranze, ditecelo prima e ovvieremo.
Contributo per le spese dell'iniziativa 30 euro.
per Informazioni e prenotazioni scrivete a ilvignale at gmail.com o telefonate o messaggiate a Alessandra 339/3685328339 - 3685328
*
Programa delle due giornate (ma e possibile partecipare anche ad una sola giornata):
Sabato 21 maggio 2016:
ore 11:00 arrivo e accoglienza
ore 12:00 cerchio di presentazione
ore 13.30 pranzo
ore 15:00 il Vignale si racconta
ore 16:00 cerchio di condivisione: riflessioni e confronti sulla vita comunitaria, perche' in alcune regioni ci sono tanti ecovillaggi e in altre invece non riescono ad attecchire? Eppure nel Lazio sono tantissime le realta' comunitarie...
ore 18:00 attivita' all'aperto: riconoscimento e raccolta erbe spontanee, piante aromatiche e tintorie
ore 19:30 laboratorio di cucina, preparazione della nostra raccolta, equilibrio fra gli alimenti, cosa metto nel piatto.
ore 21:00 cena
ore 22:00 porta i tuoi strumenti e i tuoi talenti, momento di divertimento
Domenica 22 maggio 2016:
ore 09:00 colazione
ore 10:00 cerchio del buongiorno
ore 11:00 tavoli di lavoro, dagli spunti emersi dal cerchio collettivo si lavora in gruppo sulle varie tematiche
ore 13:30 pranzo
ore 16:00 workshop
ore 17:00 feed back della giornata
ore 19:00 arrivederci alla prossima
... e per chi fosse intenzionato a fermarsi pizzata a sottoscrizione libera.
Il programma puo' essere soggetto a cambiamenti.
10. INCONTRI. IL 26 MAGGIO A NEPI
[Dall'Anpi di Nepi riceviamo e diffondiamo]
Giovedi' 26 maggio 2016, alle ore 17,30, presso la Sala consiliare del Comune di Nepi, la sezione Anpi "Emilio Sugoni", con il patrocinio del Comune di Nepi, promuove una giornata di studi sulla Costituzione della Repubblica Italiana in ricordo di Giuseppe Tacconi, generoso antifascista, acuto intellettuale, costruttore di pace, gia' presidente della sezione.
Interverranno: il sindaco di Nepi, Pietro Soldatelli; l'avvocato Enrico Mezzetti, presidente provinciale dell'Anpi; l'illustre magistrato Ferdinando Imposimato.
Tutta la cittadinanza e' invitata a partecipare.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 774 del 19 maggio 2016
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