[Nonviolenza] Telegrammi. 2326
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- Date: Thu, 21 Apr 2016 23:50:47 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2326 del 22 aprile 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Approssimandosi il 25 aprile (con una proposta d'azione concreta)
2. "D'un volgo disperso che nome non ha". Un incontro di studio sul primo coro dell'Adelchi
3. "Nonviolenza e forze dell'ordine". Un convegno nazionale a Livorno il 29 aprile
4. Raniero La Valle: Come lucciole nella notte
5. No allo stravolgimento della Costituzione: al referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco
6. Il sito del Coordinamento per la democrazia costituzionale
7. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre
8. Hic et nunc, quid agendum
9. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. APPROSSIMANDOSI IL 25 APRILE (CON UNA PROPOSTA D'AZIONE CONCRETA)
Si avvicina la ricorrenza del 25 aprile, anniversario della Liberazione dalla barbara dominazione fascista, memoria della Resistenza che ha salvato e liberato l'umanita' dall'orrore dei campi di sterminio.
Ma la Resistenza contro la violenza assassina deve continuare: la barbarie nazifascista continuamente si ripresenta nel mondo, e la Resistenza deve proseguire finche' l'intera umanita' sara' libera e solidale, nella pace e nella giustizia.
*
La Resistenza prosegue con la nonviolenza
Oggi la Resistenza antifascista e' la nonviolenza che si oppone alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Oggi la Liberazione si celebra, si difende e continua con la lotta nonviolenta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; con la lotta nonviolenta in difesa della biosfera, l'unico mondo vivente casa comune dell'intera famiglia umana.
Oggi il 25 aprile ci convoca a difendere da ogni tentativo golpista la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza antifascista, la Costituzione della Repubblica Italiana frutto della nostra comune Liberazione e messaggio di liberta', uguaglianza e fraternita' per l'umanita' intera, programma politico coerente e solidale con la Carta delle Nazioni Unite e con la Dichiarazione universale dei diritti umani.
*
Abolire le guerre, gli eserciti e le armi
Ricordare e proseguire la Resistenza, essere riconoscenti e fedeli alla Liberazione, difendere ed inverare la Costituzione repubblicana e l'impegno di democrazia progressiva che essa indica, celebrare il 25 aprile e continuare la lotta antifascista con la scelta concreta e coerente dell'azione nonviolenta significa opporsi a tutte le guerre assassine, a tutti i terrorismi assassini, a tutte le dittature assassine, a tutti i sistemi di potere, di dominazione e di sfruttamento assassini.
E per opporsi alla violenza assassina occorre innanzitutto opporsi alle armi ed alle organizzazioni armate. Occorre lottare con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per abolire gli eserciti e le armi.
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Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto
Ricordare e proseguire la Resistenza, essere riconoscenti e fedeli alla Liberazione, difendere ed inverare la Costituzione repubblicana e l'impegno di democrazia progressiva che essa indica, celebrare il 25 aprile e continuare la lotta antifascista con la scelta concreta e coerente dell'azione nonviolenta significa opporsi a tutte le persecuzioni, a tutti i razzismi, a tutte le schiavitu'.
E per opporsi alla violenza persecutrice, razzista, schiavista, occorre innanzitutto impegnarsi per salvare le vite; per soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto. Qui ed ora occorre in primo luogo accogliere tutte le persone in fuga dalla fame e dalla guerra, riconoscendo ad ogni essere umano il diritto di salvare la propria vita, consentendo a tutte le persone in fuga dall'orrore di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, organizzando a tal fine un servizio di trasporto pubblico e gratuito che salvi tutte le vite in pericolo, che faccia cessare la strage nel Mediterraneo, che annienti le mafie dei trafficanti nell'unico modo possibile, ragionevole, adeguato.
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Opporsi alla violenza maschilista, prima radice di tutte le altre violenze
Ricordare e proseguire la Resistenza, essere riconoscenti e fedeli alla Liberazione, difendere ed inverare la Costituzione repubblicana e l'impegno di democrazia progressiva che essa indica, celebrare il 25 aprile e continuare la lotta antifascista con la scelta concreta e coerente dell'azione nonviolenta significa opporsi alla violenza maschilista, che e' il primo modello e la prima radice di tutte le altre violenze.
E per opporsi alla violenza maschilista la cosa piu' urgente da fare e' sostenere l'azione dei movimenti di liberazione delle donne, che liberando se stesse liberano l'umanita' intera; e qui e adesso sostenere le esperienze come l'"One Billion Rising", la piu' grande iniziativa nonviolenta planetaria; e soprattutto sostenere i centri antiviolenza realizzati dal movimento delle donne, ed a Viterbo in particolare sostenere il centro antiviolenza "Erinna" che e' fondamentale punto di riferimento per ogni donna bisognosa di aiuto e per ogni persona di volonta' buona.
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Una proposta d'azione concreta per questo 25 aprile
Per celebrare questo 25 aprile e rendere attuale ed operativa la memoria e l'eredita' della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione, formuliamo una proposta d'azione concreta: sottoscrivere un contributo per sostenere il centro antiviolenza "Erinna".
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
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Ogni vittima ha il volto di Abele
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la pace salva le vite.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' intera.
La Resistenza continua.
La nonviolenza e' in cammino.
2. INCONTRI. "D'UN VOLGO DISPERSO CHE NOME NON HA". UN INCONTRO DI STUDIO SUL PRIMO CORO DELL'ADELCHI
Si e' svolto la sera di giovedi' 21 aprile 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di lettura e commento del primo coro della tragedia "Adelchi" di Alessandro Manzoni (il coro dal celebre incipit "Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti" e dall'altrettanto celebre explicit "D'un volgo disperso che nome non ha").
L'incontro e' stato occasione per riflettere anche sulla vita, sull'opera e sul pensiero dell'autore dei "Promessi sposi", ma ovviamente anche sulle questioni storiche, etiche e politiche che la lettura del coro propone, in un atteggiamento di ascolto attivo e di attualizzazione della ricezione e dell'interpretazione dell'opera come stimolo all'impegno presente per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
*
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
3. INCONTRI. "NONVIOLENZA E FORZE DELL'ORDINE". UN CONVEGNO NAZIONALE A LIVORNO IL 29 APRILE
[Riceviamo e diffondiamo]
Il "Centro studi nonviolenza" di Livorno organizza questo importante momento di confronto il 29 aprile dalle 16 alle 19,30 a Livorno.
Anche nel nostro paese si pone con drammatica urgenza una riflessione di livello qualificato, attenta ed approfondita, sulle modalita' di intervento delle forze dell'ordine nelle varie situazioni di conflitto, da quelli interpersonali a quelli sociali e collettivi.
Molti elementi strutturali, istituzionali, ed emozionali rischiano di distorcere l'avvio di un esame ponderato della questione di una formazione alla nonviolenza degli agenti delle forze dell'ordine: la molteplicita' di diverse "forze dell'ordine", ciascuna con le sue specificita' e le sue peculiari forme di operativita'; la complessita' sia dei concetti di "ordine" e "sicurezza" sia dei livelli istituzionali di competenza, segnati da sovrapposizioni, duplicazioni, reciproche interferenze se non addirittura reciproci freni ed ostacoli; le numerose situazioni che quotidianamente vengono portate all'attenzione dell'opinione pubblica, spesso in modo distorto e fortemente orientato, in ordine ai comportamenti anomali di agenti delle varie forze dell'ordine in Italia ed in altri paesi, sia in negativo che in positivo.
Occorre recuperare, soprattutto in ragione della rilevanza e della delicatezza della questione in esame, il criterio galileiano delle sensate esperienze e certe dimostrazioni, vale a dire una continua verifica tra i comportamenti, le scelte di orientamento ed i valori di riferimento.
Le varie ed articolate presenze nazionali e territoriali della nonviolenza in Italia - ed in particolare il Centro Studi Nonviolenza del Movimento Nonviolento - hanno con continuita' privilegiato per il proprio impegno ed il proprio lavoro il campo dell'educazione e della formazione acquisendo ampio titolo per avanzare una propria interferenza nella formazione delle forze dell'ordine.
L'opportunita' del Convegno deriva anche dalle proposte di legge avanzate alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica finalizzate appunto all'introduzione della nonviolenza e delle sue tecniche nella formazione delle forze dell'ordine, e che saranno presentate in una scheda comparativa.
Il Convegno, per iniziativa di Silp-Cgil Toscana, assume altresi' il carattere di aggiornamento professionale, coinvolgendo in una fase preparatoria Agenti di Polizia, e loro rappresentanze.
Il confronto, assicurando spazio a contributi, testimonianze ed interventi, e' affidato ad interlocutori qualificati e competenti:
- il direttore della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda Giampaolo Trevisi ("Se un agente colpisce una persona inerme smette di rappresentare lo stato, e' un fallimento della nostra formazione");
- il direttore della rivista "Azione Nonviolenta" Massimo Valpiana (un numero specifico della rivista affronta il tema della formazione alla nonviolenza degli agenti delle forze dell'ordine);
- il responsabile del "Centro Studi Nonviolenza" Rocco Pompeo, formatore alla nonviolenza;
- il rappresentante della Segreteria regionale Toscana Silp-Cgil Luca Filippi;
- il giornalista di "Polizia e Democrazia" Leandro Abeille.
Tutti sono invitati a partecipare ed intervenire.
Sala Consiliare, Comune di Livorno, Piazza del Municipio.
Venerdi' 29 aprile 2016, ore 16-19,30.
L'evento ha ottenuto il patrocinio dal Ministero dei Beni e delle attivita' culturali e del turismo e dal Comune di Livorno.
Per informazioni e contatti: Centro Studi Nonviolenza, tel. 0586424637, e-mail: centrostudinonviolenza at nonviolenti.org
4. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: COME LUCCIOLE NELLA NOTTE
[Da Raniero La Valle riceviamo e diffondiamo la seguente lettera inviata il 18 aprile 2016 all'avv. Francesco Di Matteo, Presidente del Comitato del No di Bologna, dal titolo "I Comitati Dossetti per la Costituzione nel referendum costituzionale: La societa' senza diritti vuole la sua Costituzione".
Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso intellettuale, giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia", direttore di "Vasti - scuola di ricerca e critica delle antropologie", presidente del Comitato per la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla parte di Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano 1978; Dossier Vietnam-Cambogia, 1981; (con Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983; Pacem in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte alle grazie, Milano 2003; Chi e' dunque l'uomo?, Servitium, 2004; Agonia e vocazione dell'Occidente, Terre di mezzo, 2005; Se questo e' un Dio, Ponte alle grazie, Milano 2008; Paradiso e liberta', Ponte alle grazie, Milano 2010; Quel nostro Novecento, Ponte alle Grazie, Milano 2011; Un Concilio per credere, Emi, Bologna 2013; Chi sono io, Francesco?, Ponte alle Grazie, Milano 2015]
Caro Francesco,
con l'iniziativa popolare che abbiamo avviato in Cassazione per il referendum oppositivo alla nuova Costituzione del governo, la corsa per decidere della sorte della democrazia parlamentare in Italia e' giunta all'ultimo tratto.
Sul piano militante i cittadini dei Comitati del No, i Cattolici del No e molti altri sono gia' in campo. Il loro giudizio e' gia' formato e chiaro: il Potere cerca di sgombrare ogni ostacolo dinnanzi a se', di togliere di mezzo ogni porta tagliafuoco per dilagare e governare incontrastato. Ci sono riusciti gli ultimi residui della vecchia classe politica, comunque mascherati col nuovo, approfittando di una legge elettorale ufficialmente incostituzionale che gia' aveva distrutto il sistema politico italiano, e innescando un processo extrapartitico di presa del potere che ha permesso a un cittadino e al suo gruppo di far proprio un vecchio partito gia' gonfiato in Parlamento da un enorme premio di maggioranza, pretendendo "primarie aperte" in cui hanno votato tre milioni di persone quando gli iscritti a quel partito erano 500.000.
Tutto questo e' chiaro. Ma i Comitati Dossetti per la Costituzione possono fermarsi a questo? Non dovrebbero porsi domande piu' profonde e chiedersi come sia potuto accadere che un pur rovinoso ma contingente dissesto del sistema politico abbia permesso l'attacco alle strutture stesse dell'ordinamento parlamentare, sulla scia di una sorta di silenzio-assenso del sistema culturale mediatico e informativo del Paese? Non si deve cercare il motivo di una crisi piu' vasta, che spiega l'apparente successo di Renzi, al di la' delle sue spregiudicate capacita' di manovra politica?
Credo che la risposta sia da cercare nella corrispondenza tra la Costituzione e lo spirito del Paese. Le costituzioni non precedono le societa', ne sono l'espressione proiettata in avanti. La Costituzione del '48 fu la conseguenza della grande rigenerazione spirituale e sociale prodotta dall'immenso dolore della guerra, e sentimenti come eguaglianza, liberta', dignita', solidarieta' erano nelle masse prima di giungere alla formulazione costituzionale. Ma l'errore e' di ritenere che solo i valori fossero legati allo spirito pubblico di quel tempo, e non anche le scelte dei costituenti sulle forme e le regole del sistema politico.
Al contrario, e' evidente ad esempio che il ritrovato pluralismo politico affratellato nel sangue della Resistenza e nel percorso verso la Costituente, faceva ritenere cosi' scontata, da non doversi nemmeno menzionare (bensi' presupporre in tutti gli articoli della Costituzione) la proporzionale come metodo normale per le elezioni.
Ne' meno forte e' stato il rapporto tra il sentimento diffuso e la scelta bicamerale. Il passaggio alla Repubblica e quindi la rivalsa su tutta la forma politica che l'Italia aveva avuto fino allora, aveva la sua massima espressione simbolica e reale nel Parlamento; caduto il re, questo era il sovrano, ovvero la sovranita' visibile del popolo. E proprio perche' c'era stato un Senato del Regno doveva esserci un Senato della Repubblica (mentre non era concepibile, e sembra non lo sia anche oggi, un Senato delle autonomie). Pero' il Senato, che era di nominati a vita (e per questo c'erano rimasti dei senatori non fascisti nel tempo di Mussolini), doveva essere anch'esso di eletti dal popolo, e cosi' realizzare un parlamentarismo differenziato e ricco, non solo in rapporto al governo, ma ancora di piu' in rapporto al territorio. In questo senso le decisioni dei Costituenti erano fortemente influenzate dal sentire comune, che non solo voleva la democrazia, ma una democrazia abbondante.
Ma c'erano delle ragioni ancora piu' profonde che spingevano la Costituente alla scelta di un parlamentarismo leale e di una proporzionale senza forzature ed esclusioni. La prima era il grande prestigio di cui era circondata la prima rappresentanza repubblicana, che veniva dall'impegno politico, dalle carceri e dalla clandestinita', conduceva vita austera, era mal pagata (Teresa Mattei voleva darle il salario di un operaio romano) e certo non poteva essere sospettata di intenzioni di carrierismo. E la seconda era la grande stima che non solo circondava la rappresentanza politica in generale, anche per il legame di importanti masse popolari con i loro partiti e i loro leaders, ma altresi' caratterizzava i rapporti degli stessi rappresentanti, pur avversari politici, tra loro; basti ricordare le parole di altissima considerazione che il partigiano Dossetti ebbe a pronunciare riferendo la testimonianza di un partigiano comunista del Reggiano.
Infine c'era il senso comune che l'uscita dell'Italia dall'amarissima situazione del dopoguerra era possibile solo grazie a uno sforzo comune, e con la rinunzia di ciascuno a una parte del proprio egoismo nonche' alla pretesa di attuare esclusivamente i propri interessi e le proprie idee personali e di gruppo.
Cosi' la Costituente scrisse la prima parte e, indissolubile da questa, la seconda parte della Costituzione; era la Costituzione naturale, omogenea, anche se "presbite", dell'Italia e della società di allora.
La prospettiva era che l'Italia, lo spirito pubblico e la Costituzione crescessero insieme, e che mentre la societa' andasse verso un maggior incivilimento, le istituzioni repubblicane si rafforzassero e aprissero a nuovi piu' moderni sviluppi.
Invece questa armonia si e' rotta. Uno sviluppo economico tumultuoso, un mutamento importante di costumi, ripetuti sovvertimenti dell'ordine politico ed economico internazionale ed infine lo tsunami mediatico hanno cambiato radicalmente il quadro, hanno inaridito e reciso i legami sociali senza che le grandi agenzie religiose culturali e informative fornissero la linfa per rigenerarli. Ne' le dottrine politiche, ne' il pensiero politico comune, ne' i comportamenti dei cittadini si sono portati all'altezza delle nuove sfide. Sopratutto dopo l'89, finita la guerra fredda, non si sono prodotte analisi adeguate ne' postulate conversioni. Nessuno ha denunciato la presa del potere da parte del Denaro, nessuno ha accusato la societa' mondiale dell'esclusione, nessuno l'economia che uccide. Nessuno fino a Papa Francesco.
Oggi la societa' e' piu' barbara di quella nella quale e' stata concepita e stipulata la Costituzione del '48. Secondo le ultime statistiche europee in Italia ci sono 7 milioni di poveri: ma, come i profughi, sono dei numeri, non dei visi, delle storie, delle famiglie. Il costo di produzione che si cerca di abbattere, fino a renderlo residuale, e' il costo del lavoro. Cio' toglie ragione alla stessa produzione e alla stessa economia, lasciando il primato alla finanza e alla speculazione. Sessantadue persone nel mondo hanno una ricchezza pari a quella di tre miliardi e mezzo di persone. E l'Europa dopo aver compiuto il reato di omissione di soccorso, ovvero di stragi, nei suoi mari, spara sui profughi e i fuggiaschi sopravvissuti. Spara, per ora, con proiettili di gomma, perche' gli invasori sono venuti senza asce e bastoni. E con rozzo bizantinismo discrimina tra chi, avendo fame, non ha alcun diritto e chi, provenendo da mattatoi piu' violenti, puo' implorare asilo dalle burocrazie europee; e su queste basi firma con la Turchia un contratto di deportazione dei senza speranza.
Cosa ci sta a fare in un mondo cosi' la Costituzione italiana, il bicameralismo, il Senato, la democrazia abbondante, il controllo parlamentare degli atti di governo? Ci vuole una Camera unica, e li' un deputato unico con 340 seggi che risponda a chi l'ha nominato e forse lo nominera' ancora. Ci vuole un partito unico, ci vuole un comando unico di governo e partito, ci vuole un capo unico che decida avendo al suo fianco la Bugia. E non importa nemmeno che questo solo al comando sia di destra o di sinistra; ai riformatori della Costituzione questo appare del tutto irrilevante, e dal loro punto di vista infatti lo e'.
La riflessione durante la battaglia referendaria dovra' prendere in carico e approfondire l'analisi di questo scarto che si e' venuto a creare tra la Costituzione italiana e la natura barbara di questa fase della storia d'Italia, d'Europa e del mondo, scarto che politici zelanti vorrebbero cancellare abbassando la Costituzione a specchio dell'esistente e addirittura a regressione al passato pre-costituzionale.
Io credo che a noi tocchi un'altra scelta: tenere alto il disegno etico e istituzionale della Costituzione del '48, richiamando la coscienza pubblica a onorarlo e a mantenerlo come traguardo sempre da raggiungere; e nello stesso tempo rimettere radicalmente in questione le attuali scelte politiche e di civilta' che ci stanno riportando nella notte.
I nostri Comitati dovrebbero accendersi come lucciole nella notte.
5. REPETITA IUVANT. NO ALLO STRAVOLGIMENTO DELLA COSTITUZIONE: AL REFERENDUM DI OTTOBRE VOTIAMO NO AL GOLPE BIANCO
In tutta Italia si stanno costituendo i comitati locali per la democrazia costituzionale in vista del referendum che si svolgera' in ottobre.
Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco, votiamo no allo stravolgimento della Costituzione, votiamo no alla deriva autoritaria; difendiamo la democrazia, difendiamo l'ordinamento repubblicano nato dalla resistenza antifascista.
6. REPETITA IUVANT. IL SITO DEL COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE
No allo stravolgimento della Costituzione.
Informazioni e materiali utili per il referendum di ottobre per impedire lo stravolgimento della Costituzione sono nel sito del Coordinamento per la democrazia costituzionale: http://coordinamentodemocraziacostituzionale.net
7. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione e' un crimine.
Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civilta'.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
9. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Andres Martinez Lorca, La filosofia medioevale. Da Al-Farabi ad Ockham, Hachette, Milano 2015, 2016, pp. 144, euro 9,99.
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Riletture
- Serge Moscovici (a cura di), La relazione con l'altro, Raffaello Cortina Editore, Milano 1997, pp. XLII + 374.
*
Riedizioni
- Gianni Rodari, La gondola fantasma, Rcs, Milano 2016, pp. 96, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2326 del 22 aprile 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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