[Nonviolenza] Telegrammi. 2319
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- Date: Thu, 14 Apr 2016 22:48:55 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2319 del 15 aprile 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. E' deceduto Piero Pinna
2. Oggi a Firenze
3. Il Movimento Nonviolento ricorda Piero Pinna
4. Tonio Dell'Olio ricorda Piero Pinna
5. Guido Ghiani ricorda Piero Pinna
6. Giuseppe Moscati ricorda Piero Pinna
7. Enrico Peyretti: I nostri morti
8. Una lettura dei "Sepolcri" del Foscolo. Un incontro di studio a Viterbo
9. A Villanova un'iniziativa per il si' al referendum
10. Al referendum del 17 aprile voteremo si'
11. Dieci ragioni piu' una per il si' al referendum del 17 aprile
12. Due siti utili per l'informazione sul referendum del 17 aprile
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'
1. LUTTI. E' DECEDUTO PIERO PINNA
E' deceduto Piero Pinna, primo obiettore di coscienza al servizio militare e fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento.
Una delle figure piu' vive dell'Italia civile del Novecento e uno degli animatori piu' illustri dell'impegno piu' necessario per il futuro dell'umanita': l'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, e quindi a tutti gli eserciti e a tutte le armi.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La testimonianza di Piero Pinna che l'intera sua vita ha dedicato all'azione nonviolenta per la pace illumini l'umanita' intera.
2. LUTTI. OGGI A FIRENZE
Oggi a Firenze l'ultimo saluto a Piero Pinna.
Veglia di incontro nonviolento: sabato 16 aprile 2016, ore 14-15,30, Centro Comunitario Valdese, via Manzoni 19.
Funerale religioso aperto: sabato 16 aprile 2016, ore 16,30, Chiesa di San Francesco, Piazza Savonarola.
I due luoghi sono vicini, a venti minuti di distanza a piedi. Stazione di riferimento: Firenze Campo di Marte.
3. COMPRESENZA. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO RICORDA PIERO PINNA
Pietro Pinna ha concluso il suo cammino.
Nella storia della nonviolenza italiana grande rilievo ha la storia di Pietro Pinna, che insieme ad Aldo Capitini fu il fondatore del Movimento Nonviolento.
Ricordato come il primo obiettore di coscienza "politico" italiano - la sua storia e' raccolta nel libro autobiografico "La mia obbiezione di coscienza" - ha speso la sua vita per la costruzione della nonviolenza organizzata nel nostro Paese, a partire dalla sua obiezione a vent'anni, proseguita in un'azione coerente e decisa volta al disarmo unilaterale, rifiuto assoluto della guerra e cioe' della "carneficina di massa" in cui consiste.
Dopo gli anni di carcere militare a cui fu sottoposto per il suo rifiuto del servizio militare obbligatorio, si impegno' attivamente per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza. La sua presenza accanto a Capitini ha consentito la nascita e il caratterizzarsi del piccolo e tenace Movimento del quale e' stato per decenni il principale responsabile e animatore, e nel 1964 la nascita della rivista "Azione nonviolenta", della quale e' stato fino ad oggi direttore responsabile.
Non si nascondeva le difficolta': gia' contenere le spese militari e proporre un diverso modello di difesa gli sembravano obiettivi importanti da perseguire, senza tacere pero' un fine piu' alto e risolutivo e per quello lavorare. Fino all'ultimo non ci ha fatto mancare la sua attenzione e il suo consiglio.
In un libro, "Nonviolenza in cammino", ha narrato la storia del Movimento nel primo trentennio, dal 1962 al 1992, che sono stati gli anni del suo maggiore impegno diretto. L'elaborazione delle posizioni del Movimento attraverso i congressi, la rivista, il gruppo di azione nonviolenta, le marce antimilitariste, le riprese non rituali della Perugia-Assisi, le marcie che chiamavamo "specifiche" perche' caratterizzate da una precisa scelta nonviolenta, i campi internazionali di lavoro, studio, addestramento alla nonviolenza, le vacanze-studio per famiglie e altro ancora, sono stati possibili in quegli anni principalmente per la sua iniziativa. Dopo di allora abbiamo cercato di proseguire il cammino della nonviolenza. Da lui costante ci e' giunta la richiesta, che era anche di Capitini, di far si' che il presente sia meglio del passato. Ci proviamo, spesso non ci riusciamo.
Ci ammoniva: "Non dobbiamo essere i ripetitori di noi stessi. La realta' vive nel presente, e il tuo essere e' qui, null'altro che con le tue forze attuali, impegnato a soddisfare le esigenze col tuo modesto ma rigoroso contributo, e riconoscente che altri vi siano a darne uno piu' rilevante e meritevole".
Pietro Pinna - Piero, per tutti - ha avuto sempre chiaro che non si puo' sconfiggere la guerra senza eliminarne lo strumento che la rende possibile, gli eserciti. E in questo impegno per la nonviolenza specifica - fatto di disobbedienze civili, marce antimilitariste, azioni dirette nonviolente per il disarmo unilaterale - ha speso ogni momento della sua esistenza, coerente e rigoroso soprattutto con se stesso, sempre aperto all'incontro con l'altro nella tensione e familiarita' della ricerca della verita'. La vita lo ha sottoposto a prove terribili, il suo corpo e' stato colpito duramente, ma il suo animo non si e' mai piegato, sempre rivolto alla ricerca della bellezza nelle persone come nell'arte, nella musica, nella letteratura e nella poesia.
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Breve biografia di Pietro Pinna
Pietro Pinna (Finale Ligure, 1927 - Firenze, 13 aprile 2016), attivista della nonviolenza.
Pietro Pinna, nato a Finale Ligure nel 1927 e deceduto a Firenze il 13 aprile 2016, e' stato il primo obiettore di coscienza al servizio militare per motivazioni non confessionali ma specificamente nonviolente, e' una delle figure di riferimento per i movimenti e le iniziative per la pace e una delle personalita' piu' illustri della vita civile italiana.
Di origine sarda, Pinna viveva a Ferrara quando, alla fine del 1948, fu chiamato alle armi. Diventato fortemente antimilitarista dopo aver vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale, e influenzato dal pensiero di Aldo Capitini, decise di rifiutare di prestare il servizio di leva, passando alla storia come il primo obiettore di coscienza d'Italia per motivi politici.
Processato per disobbedienza, fu condannato al carcere una prima volta per dieci mesi, e successivamente per altri otto. Al processo venne difeso dall'avvocato Bruno Segre, che diventera' uno dei piu' famosi difensori italiani nel campo dell'obiezione di coscienza. Venne infine riformato per "nevrosi cardiaca".
Pinna in seguito divenne uno dei piu' stretti collaboratori di Capitini, con cui organizzo' la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961 (e dopo la scomparsa del filosofo perugino le tre successive), e con Capitini fu fondatore del Movimento Nonviolento di cui fu anche segretario nazionale dal 1968 al 1976. Ha continuato ad operare nel Movimento Nonviolento per tutta la vita e ad essere direttore responsabile della rivista "Azione nonviolenta".
Infaticabile promotore della nonviolenza, per le sue storiche, luminose azioni dirette nonviolente per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, pago' piu' volte in prima persona con il carcere le sue scelte.
Il 17 gennaio 1973, gia' segretario del Movimento Nonviolento, in seguito ad una affissione contro la celebrazione delle Forze armate il 4 novembre ("Non festa ma lutto"), fu arrestato a Perugia e condannato per direttissima per vilipendio alle Forze armate. In seguito alle manifestazioni avvenute in suo sostegno in diverse citta', venne liberato quattro settimane dopo su istanza di grazia dell'allora Presidente della Repubblica.
Nell'aprile del '79 fu condannato dalla Corte d'Appello di Trieste ad una pena di otto mesi di reclusione per blocco stradale, pena successivamente condonata.
Fu tra gli organizzatori della Marcia Catania-Comiso (24 dicembre 1982 - 3 gennaio 1983) per protestare contro l'installazione della base missilistica statunitense, prima azione concreta di lotta nonviolenta contro le installazioni militari in Italia.
Nel 2008 e' stato insignito del Premio Nazionale Nonviolenza.
Nel 2012 la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Pisa gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze per la Pace.
Tra le opere di Pietro Pinna, fondamentale e' "La mia obbiezione di coscienza", Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1994; numerosi suoi contributi sono stati pubblicati in vari volumi, oltre ai molti suoi scritti apparsi su "Azione Nonviolenta".
4. COMPRESENZA. TONIO DELL'OLIO RICORDA PIERO PINNA
Come un sasso nello stagno. Questo e' stato Pietro Pinna, classe 1927, che si e' spento ieri nella sua casa di Firenze.
Nel 1948 si rifiuto' di servire la patria con le armi e fu condannato a dieci mesi di carcere dal tribunale militare di Torino. Si trattava del primo caso di obiezione di coscienza al servizio militare di cui la stampa dava notizia. Fu grazie al gesto coraggioso e nonviolento di quel ventenne di origini sarde che nel nostro Paese si diede inizio a un dibattito sull'obiezione di coscienza. Anzi, proprio nel novembre 1949 Umberto Calosso, deputato socialista che aveva seguito tutta la vicenda giudiziaria di Pinna, e Igino Giordani, democristiano, presentarono la prima proposta di legge per il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare. Si deve arrivare al 1972 per vedere sancito quel diritto in una legge dello Stato!
Ma il merito di Pinna sta soprattutto nell'aver contribuito all'elaborazione di una teoria della lotta nonviolenta insieme ad Aldo Capitini che peraltro era stato citato come testimone in quel primo processo. Ragioni profonde che insegnano a vivere, a superare i conflitti, a rispettare l'avversario e a servire la verita'. Una teoria e una pratica che proprio la scomparsa di Pietro Pinna rende oggi piu' attuali di ieri.
Per lui il sentimento del riconoscimento e della gratitudine che si deve ai testimoni scomodi che hanno contribuito a far crescere l'umanita' e a farci crescere in umanita'.
5. COMPRESENZA. GUIDO GHIANI RICORDA PIERO PINNA
Ho appreso con profonda commozione della dipartita di Pietro (o meglio Piero) Pinna.
Oltre a cio' che hanno scritto Mao e altri esponenti del nostro Movimento che condivido, da parte mia come sardo ricordo la sua sardita' (cui teneva molto essendo la sua famiglia residente nell'oristanese). Lo ricordo bene la prima volta che lo incontrai nell'agosto del 1976, in occasione della Marcia internazionale degli antimilitaristi nonviolenti che era partita da Cagliari facendo poi tappa a Decimomannu (aereoporto interforze Nato) poi a Orgosolo (a 15 Km da Nuoro) per ricordare la storica lotta nonviolenta del 1968 contro i poligoni militari (lotta che risulto' vincente grazie alla mobilitazione di tutta la popolazione orgolese), poi a Olbia, Arzachena e a La Maddalena (la base americana per sommergibili nucleari) dove la marcia fini' a mare per le benefiche "carezze" della polizia sui marciatori... In tutte quelle tappe della marcia Piero Pinna era sempre li' a dare consigli, calmare gli animi dei marciatori con parole sempre appropriate, il tono di voce un po' sommesso ma autorevole.
A me aveva chiesto di inviargli ancora qualche articolo per "Azione nonviolenta", dopo il primo che inviai (e pubblico') nel numero di settembre-ottobre 1975. Per me era un onore collaborare alla prestigiosa rivista fondata da Capitini e vedere rinnovata la fiducia di Piero era stata un'emozione, sempre rinnovata negli anni successivi. Avere a che fare con un uomo che era stato il piu' stretto collaboratore di Capitini in Perugia era davvero bello e stimolante per la mia crescita di militante nonviolento.
Con gli anni lo rividi diverse volte alle riunioni del Movimento Nonviolento e a quelle della nascente "Lega per il Disarmo Unilaterale" a Firenze con lo scrittore Carlo Cassola presidente e Davide Melodia segretario. Ecco, ripensando a Davide Melodia (segretario per due anni, 1980-1981, anche del Movimento Nonviolento) penso proprio a loro due: Piero e Davide come colonne ben salde e fattive per la nonviolenza in Italia. Ora sono entrambi nel giardino dei giusti e ci seguono nella compresenza quotidiana con la loro anima benevola e sapiente.
6. COMPRESENZA. GIUSEPPE MOSCATI RICORDA PIERO PINNA
Ciao Pietro,
ho ancora nelle orecchie il suono a vuoto del tuo telefono quando, qualche giorno fa, avevo provato a chiamarti. Non a vuoto andranno i suoni e i segni che ci hai lasciato, tu compresente il nostro Aldo Capitini, per una nonviolenza autentica, integrale, senza sconti e senza compromessi.
Un abbraccio di quella nonviolenza,
Giuseppe Moscati con la Fondazione Centro studi Aldo Capitini e con l'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini
7. COMPRESENZA. ENRICO PEYRETTI: I NOSTRI MORTI
Con la morte di Pietro Pinna, salgono a tre, in due mesi e mezzo, con Nanni Salio e Fulvio Cesare Manara, i nostri compagni e guide sulla via della nonviolenza, della cultura attiva gandhiana e capitiniana, che ci lasciano soli.
Ma ci lasciano soli?
Essi si aggiungono a tanti promotori ed esploratori del nostro cammino, che li hanno preceduti.
Nanni amava che in gennaio, nell'anniversario di Domenico Sereno Regis, li ricordassimo tutti, consapevoli della loro compresenza nel nostro lavoro, nello spirito che anima la nostra speranza attiva, nella nostra amicizia impegnata.
Continuiamo a ricordarli, perche' sono doni vivi dati a noi, ed e' nostro debito trasmetterne lo spirito e il lavoro.
Davanti alla morte ognuno di noi ha i suoi interrogativi e le sue piccole o grandi luci.
Tutti insieme abbiamo la decisione di non rassegnarci alla morte data dalla violenza delle armi, delle ingiustizie, delle culture inumane.
Se l'umanita' arrivera' a non aggiungere morte alla morte, arriveremo forse a imparare che la morte naturale non ci fa perdere nessuna vita che sia viva, che viva per gli altri, per cio' che e' giusto.
Ci abbracciamo tra noi con forza, con i nostri amici "andati avanti".
8. INCONTRI. UNA LETTURA DEI "SEPOLCRI" DEL FOSCOLO. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto la sera di giovedi' 14 aprile 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio centrato sulla lettura e il commento dei "Sepolcri" del Foscolo.
L'incontro si e' aperto con un ricordo di Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza nonviolento e del Movimento Nonviolento fondatore, deceduto ieri.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
9. INIZIATIVE. A VILLANOVA UN'INIZIATIVA PER IL SI' AL REFERENDUM
Giovedi' 14 aprile nel quartiere viterbese di Villanova il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha diffuso un appello per il si' al referendum di domenica 17 aprile per difendere l'ambiente marino e le coste italiane.
Nelle ultime settimane la struttura nonviolenta viterbese ha raggiunto tutti i principali quartieri e tutte le principali frazioni del territorio del comune di Viterbo diffondendo materiale di documentazione ed interloquendo con numerosi cittadini. Quante persone sono state raggiunte da un'informazione adeguata, tante hanno espresso la volonta' di votare si'.
Come e' noto, poiche' si vota questa domenica la campagna d'informazione si conclude venerdi'. Anche oggi il responsabile del centro per la pace e i diritti umani viterbese, Peppe Sini, ha rivolto un invito a tutti gli interlocutori ad un impegno comune per far giungere l'informazione e la documentazione alle persone che ancora ignorano quale sia l'oggetto del referendum e quindi l'importanza del voto. "Tra oggi e domani occorre fare un ultimo sforzo in difesa dell'ambiente e della salute, in difesa della legalita' e della democrazia, in difesa dei diritti di tutti comprese le generazioni future; un ultimo sforzo per far si' che domenica almeno il 50% piu' uno degli elettori si rechi alle urne, per far si' che la maggioranza del popolo italiano voti si' al bene comune; un ultimo sforzo affinche' il 17 aprile la volonta' corale del popolo italiano sconfigga la lobby dei devastatori e degli avvelenatori, sconfigga l'economia illecita, sconfigga il regime della corruzione, sconfigga l'indifferenza e la menzogna, il sopruso e la rapina. Il referendum di domenica ha lo stesso valore dei referendum con cui negli scorsi anni si fermo' per due volte la follia atomica e si difese l'acqua come diritto umano e come pubblico bene. Che ogni persona persuasa del diritto e del dovere di partecipare alle decisioni che tutti riguardano si adoperi in queste ultime ore ad invitare le altre persone con cui e' in contatto a recarsi anch'esse domenica a votare per il bene di tutti".
10. REPETITA IUVANT. AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'
Al referendum del 17 aprile voteremo si'.
Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.
Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.
Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.
Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.
Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.
Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.
Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.
Per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'.
Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune.
Al referendum del 17 aprile voteremo si'.
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Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi, Peppe Sini
11. REPETITA IUVANT. DIECI RAGIONI PIU' UNA PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE
La prima ragione
La prima ragione e' quasi ovvia: con il referendum si chiede che le concessioni a trivellare in mare nei pressi delle coste italiane in cerca di combustibili fossili non abbiano di fatto una durata pressoche' illimitata, ma limiti certi e insormontabili, come ogni legittimo negozio giuridico.
Votare si' a regole certe e limiti rigorosi e' quindi un atto di puro e semplice buon senso.
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La seconda ragione
La seconda ragione e' che l'unico quesito referendario su cui si vota (gli altri proposti - e proposti non solo da movimenti di cittadini, ma da istituzioni dello stato italiano come le Regioni che si affacciano su ambienti marini devastati dagli impianti di trivellazione) assume obiettivamente un significato piu' ampio: esso ha infatti il valore di difesa dell'ecosistema marino, delle coste italiane, dei legittimi interessi e dei diritti soggettivi delle popolazioni (e delle istituzioni di esse rappresentative) che nelle aree immediatamente interessate dalle conseguenze delle trivellazioni vivono e lavorano.
Votare si' per difendere legittimi diritti e interessi collettivi di primaria rilevanza e' un dovere ineludibile di impegno per la legalita', per la civilta' giuridica, per il bene comune della popolazione (e delle istituzioni democratiche) del nostro paese.
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La terza ragione
La terza ragione e' che il referendum pone in termini stringenti un caso concreto di difesa dell'ambiente, e quindi del diritto degli esseri umani a un ambiente vivibile, non inquinato, non devastato.
Votare si' per proteggere la natura, il mondo vivente che e' la casa comune dell'umanita', e' un diritto e un dovere di tutte le persone ragionevoli e responsabili.
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La quarta ragione
La quarta ragione e' che il referendum pone quindi anche - per il medesimo motivo - un caso concreto di difesa della salute, ovvero del diritto di tutti gli esseri umani a vivere in un ambiente salubre, ergo non inquinato e non devastato; giacche' il benessere psicofisico delle persone e' ovviamente correlato all'ambiente in cui vivono.
Votare si' significa quindi difendere il diritto di tutti alla salute e al benessere.
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La quinta ragione
La quinta ragione e' che su cio' che tutti riguarda - le questioni concernenti l'ambiente, la salute, la civile convivenza, la sicurezza comune - e' giusto e necessario che tutti possano e debbano esprimersi; e che se devono essere prese delle decisioni importanti e impegnative, esse siano prese da tutti insieme: e' la democrazia come metodo e come sistema, e' la democrazia come potere del popolo. Chi invita a non votare, ad astenersi, in realta' vuole che decisioni che riguardano tutti siano prese solo da pochi avidi potentati economici e politici a danno della stragrande maggioranza della popolazione.
Votare al referendum e' quindi un atto di democrazia e di difesa della democrazia.
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La sesta ragione
La sesta ragione e' che le trivellazioni sono finalizzate ad estrarre fonti energetiche fossili. Ma l'umanita' ormai sa che le fonti energetiche fossili non solo sono perlopiu' altamente inquinanti ma anche esauribili, e sa anche che tanta parte della crisi ambientale globale che minaccia l'intera umanita' e' legata a un'economia fondata sulle fonti fossili; e sa quindi che e' necessario ed urgente passare a fonti pulite e rinnovabili, in primis l'energia solare.
Votare si' al referendum e' un modo concreto per sostenere il passaggio da un modello di approvvigionamento energetico - e da un modello di sviluppo - ecologicamente insostenibile a uno sostenibile, da una societa' dell'avvelenamento e della devastazione della biosfera ad una societa' solidale e responsabile.
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La settima ragione
La settima ragione e' che la scelta referendaria implica anche una scelta su quale modello di economia debba presiedere al presente e al futuro dell'umanita': se si debba perseverare in un'economia predatoria, dello sfruttamento fino all'esaurimento delle risorse, dell'avvelenamento del mondo vivente fino alla desertificazione, della violenza dell'uomo sull'uomo per l'accaparramento di beni che dovrebbero essere e restare comuni, del primato dell'arricchimento individuale ai danni della vita, della dignita' e dei diritti della generalita' degli esseri umani viventi, o se invece si debba finalmente uscire da questa preistoria e sviluppare la civilta' umana nella direzione di una economia (etimologicamente: le regole condivise della casa comune) - ovvero ecologia (etimologicamente: la conoscenza condivisa della casa comune) - della solidarieta', della responsabilita', dell'eguaglianza di diritti, della condivisione dei doveri, della cura reciproca, del rispetto per il mondo vivente, del bene comune.
Votare si' al referendum significa impegnarsi per far cessare l'economia della rapina, della sopraffazione e della devastazione, e per costruire insieme l'economia della condivisione, del rispetto, della responsabilita'.
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L'ottava ragione
L'ottava ragione e' la difesa dei diritti delle generazioni future: poiche' decederemo noi se lasciare loro un mondo vivibile o irreversibilmente devastato; giacche' le generazioni future ancora non esistono, non hanno potere di voto: cosicche' ogni volta che si vota per decisioni pubbliche di interesse collettivo dobbiamo saperci porre anche dal punto di vista dei loro diritti e dei loro interessi: dobbiamo essere noi oggi a rappresentare e salvaguardare i diritti e gli interessi degli esseri umani che verranno. E ponendoci la domanda di come difendere i diritti dell'umanita' futura noi in realta' ci poniamo anche la domanda su come essere fedeli all'umanita' passata: poiche' se noi lasceremo un mondo vivibile all'umanita' futura allora un'umanita' futura vi sara', e l'esistenza delle generazioni passate avra' ancora un senso e un valore nell'impresa comune dell'umanita'; ma se noi distruggiamo oggi il mondo vivente cosi' da mettere a rischio non solo il benessere ma la vita stessa dell'umanita' futura, allora con la fine dell'umanita' futura sara' annichilita per sempre tutta la storia, tutta la memoria, tutta la civilta' umana dalle sue origini.
Votare si' al referendum significa agire nell'interesse delle generazioni future, e quindi nell'interesse dell'umanita' intera: siamo una sola famiglia umana, ogni persona si senta quindi responsabile per l'umanita' intera ed agisca di conseguenza.
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La nona ragione
La nona ragione e' che ogni essere umano in quanto capace di pensare ha il dovere di dire la verita'. Coloro che stanno cercando di indurre la popolazione a non partecipare al referendum mentono sapendo di mentire, e con la loro menzogna offendono e umiliano l'intelligenza e quindi la dignita' delle persone a cui si rivolgono, delle persone che vogliono ingannare per meglio sottometterle ai loro voleri. Ci indigna un governo che mente alla popolazione. Dire la verita' e' la condotta indispensabile per la civile convivenza.
Votiamo si' al referendum anche per questo: per affermare il diritto alla verita', per opporci a chi ci mente e pretende ingannarci, ed ingannandoci vuole aggredire e diminuire la nostra umana dignita'.
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La decima ragione
La decima ragione e' relativa a quel criterio epistemologico noto come principio di precauzione, che afferma che anche se non si avesse certezza che un'attivita' provochera' dei danni, e' sufficiente il dubbio che essa possa provocarli per opporvisi. Noi sappiamo che le trivellazioni marine producono gravi danni; noi sappiamo che l'utilizzo delle fonti fossili produce gravi danni; noi sappiamo che il modello di sviluppo fondato sul profitto privato a detrimento del bene comune dell'umanita' e della biosfera produce gravi danni; noi sappiamo che questa logica predatrice, questo sistema di potere sfruttatore e devastatore, sono la stessa e lo stesso che presiedono alle guerre (e non solo a quelle per il petrolio), all'ecocidio (fino al disastro ambientale globale che ormai tutti i governi sono costretti a riconoscere), alla riduzione alla fame e alla schiavitu' di tanta parte dell'umanita': ed a questa logica e a questo sistema dobbiamo e vogliamo opporci in difesa dell'umanita' e del mondo vivente. Ma anche se non sapessimo tutto cio', ed avessimo solo il fondato dubbio che queste attivita' estrattive, questo modello di sviluppo, questa logica di dominio e questo sistema di sopraffazione possano essere - come in effetti sono - dannosi per l'umanita', ebbene, basterebbe questo ragionevole dubbio a persuaderci all'impegno per contrastare queste attivita', questo modello, questa logica e questo sistema in nome del principio di precauzione che convoca ogni essere umano a fare e permettere solo quello che non danneggia gli esseri umani.
Votiamo si' al referendum anche per questo: per il principio di precauzione, per esercitare la virtu' della prudenza, per l'amore e il rispetto che dobbiamo all'umanita' e al mondo, per il principio responsabilita'.
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L'undicesima ragione
L'undicesima ragione e' che le trivellazioni deturpano e distruggono la bellezza dei nostri mari e delle nostre coste. Ed anche la bellezza e' un bene comune e tanta parte della felicita' accessibile agli esseri umani. Difendere la bellezza significa difendere il mondo e la civilta' umana - in questo senso "la bellezza salvera' il mondo".
Votiamo si' al referendum anche per difendere la bellezza e quindi l'esistenza del mondo vivente e dell'umanita' in esso.
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Ergo
Votiamo si' al referendum del 17 aprile in difesa del vero, del bello, del bene.
Votiamo si' al referendum del 17 aprile perche' vi e' una sola umanita' in unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Votiamo si' al referendum del 17 aprile per far prevalere il bene comune con la forza della verita', con la forza della ragione, con la forza della democrazia.
12. STRUMENTI. DUE SITI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUL REFERENDUM DEL 17 APRILE
Per l'informazione e la riflessione sul referendum del 17 aprile molti utili materiali sono disponibili sui siti internet www.fermaletrivelle.it e www.notriv.com
13. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Francesco Paolo Memmo, Invito alla lettura di Aldo Palazzeschi, Mursia, Milano 1976, pp. 132.
- Mario Miccinesi, Aldo Palazzeschi, La Nuova Italia, Firenze 1974, pp. 140.
- Giorgio Pullini, Aldo Palazzeschi, Mursia, Milano 1965, 1972, pp. 272.
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Riedizioni
- Robin Norwood, Donne che amano troppo, Feltrinelli, Milano 1989, 2008, 2013, Mondadori, Milano 2016, pp. XII + 308, euro 7,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
15. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2319 del 15 aprile 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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