[Nonviolenza] Telegrammi. 2311
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 2311
- From: "nbawac at tin.it" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 6 Apr 2016 22:55:29 +0200 (CEST)
- Reply-to: "nbawac at tin.it" <nbawac at tin.it>
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2311 del 7 aprile 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Comitato Nepi per la Pace: In ricordo di Giuseppe Tacconi costruttore di pace
2. Un vademecum di noi sarchiaponi
3. Al referendum del 17 aprile voteremo si'
4. Dieci ragioni piu' una per il si' al referendum del 17 aprile
5. Di Eucardio Malvolenti sei ruminazioni
6. Due siti utili per l'informazione sul referendum del 17 aprile
7. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre
8. Hic et nunc, quid agendum
9. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. MAESTRI E COMPAGNI. COMITATO NEPI PER LA PACE: IN RICORDO DI GIUSEPPE TACCONI COSTRUTTORE DI PACE
[Dal Comitato Nepi per la Pace riceviamo e diffondiamo.
Giuseppe Tacconi (15 agosto 1937 - 5 aprile 2016), antifascista, architetto, docente universitario, fondatore del Comitato "Nepi per la Pace", presidente della sezione di Nepi dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, e' stato un autentico costruttore di pace, una persona sapiente e saggia, un uomo buono e giusto, uno straordinario compagno di lotte in difesa della Costituzione, della pace, dei diritti umani e dei popoli, dell'ambiente e della civilta']
Sono giorni di tristezza e nostalgia perche' martedi' 5 aprile 2016 ci ha lasciato il nostro compagno ed amico Giuseppe Tacconi.
Nel 2003 si costituiva il Comitato Nepi per la Pace e Giuseppe era tra i fondatori e principali animatori, un vero costruttore di pace.
Da allora tantissime iniziative: concerti, presentazioni di libri, fiaccolate, convegni, feste, una rassegna cinematografica, incontri con gli studenti, con le comunita' dei migranti, iniziative in difesa dell'ambiente e della salute, e tutto questo per far comprendere come la pace, la liberta', l'uguaglianza, il rispetto dei diritti umani siano le condizioni indispensabili, come l'aria e l'acqua e il cibo, per una vita dignitosa e giusta per tutti gli esseri umani.
I tratti della persona di Giuseppe erano la generosita', sempre pronto ad aprire la sua casa a tutti, l'altruismo, sempre pronto ad aiutare tutti, la mitezza e delicatezza nell'ascolto e nei consigli, la passione che metteva in ogni cosa, e poi un vero e proprio innato talento artistico capace oltre che nel dipingere, disegnare e progettare in modo eccelso, anche nel vedere sempre oltre, e soprattutto oltre il male e le sofferenze di ogni giorno, oltre ogni meschinita' e ingiustizia, oltre la violenza; capace di sognare e di trascinare con l'esempio anche i piu' riluttanti nella buona battaglia, quella per un mondo migliore, giusto e in pace, prima sognato e poi realizzato.
Giuseppe e' stato anche l'amato presidente della sezione Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) di Nepi e soleva ripeterci continuamente: "Leggete e rileggete sempre le lettere dei condannati a morte della Resistenza; e' a loro che dobbiamo la nostra Costituzione da amare e difendere sempre, quella Costituzione che ripudia la guerra, ogni guerra, e invoca sempre la pace".
Siamo grati a Giuseppe per la sua vita, per il suo saper andare oltre, per il suo insegnamento che cercheremo di seguire ed onorare.
2. RATIO STUDIORUM. UN VADEMECUM DI NOI SARCHIAPONI
Mare morto o mare vivo?
Mare vivo, grazie.
*
Quaranta ladroni o democrazia?
Democrazia, grazie.
*
Veleno o salute?
Salute, grazie.
*
Zitti e mosca o referendum?
Referendum, grazie.
*
Il 17 aprile noi votiamo si'.
3. REPETITA IUVANT. AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'
Al referendum del 17 aprile voteremo si'.
Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.
Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.
Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.
Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.
Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.
Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.
Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.
Per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'.
Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune.
Al referendum del 17 aprile voteremo si'.
*
Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi, Peppe Sini
4. REPETITA IUVANT. DIECI RAGIONI PIU' UNA PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE
La prima ragione
La prima ragione e' quasi ovvia: con il referendum si chiede che le concessioni a trivellare in mare nei pressi delle coste italiane in cerca di combustibili fossili non abbiano di fatto una durata pressoche' illimitata, ma limiti certi e insormontabili, come ogni legittimo negozio giuridico.
Votare si' a regole certe e limiti rigorosi e' quindi un atto di puro e semplice buon senso.
*
La seconda ragione
La seconda ragione e' che l'unico quesito referendario su cui si vota (gli altri proposti - e proposti non solo da movimenti di cittadini, ma da istituzioni dello stato italiano come le Regioni che si affacciano su ambienti marini devastati dagli impianti di trivellazione) assume obiettivamente un significato piu' ampio: esso ha infatti il valore di difesa dell'ecosistema marino, delle coste italiane, dei legittimi interessi e dei diritti soggettivi delle popolazioni (e delle istituzioni di esse rappresentative) che nelle aree immediatamente interessate dalle conseguenze delle trivellazioni vivono e lavorano.
Votare si' per difendere legittimi diritti e interessi collettivi di primaria rilevanza e' un dovere ineludibile di impegno per la legalita', per la civilta' giuridica, per il bene comune della popolazione (e delle istituzioni democratiche) del nostro paese.
*
La terza ragione
La terza ragione e' che il referendum pone in termini stringenti un caso concreto di difesa dell'ambiente, e quindi del diritto degli esseri umani a un ambiente vivibile, non inquinato, non devastato.
Votare si' per proteggere la natura, il mondo vivente che e' la casa comune dell'umanita', e' un diritto e un dovere di tutte le persone ragionevoli e responsabili.
*
La quarta ragione
La quarta ragione e' che il referendum pone quindi anche - per il medesimo motivo - un caso concreto di difesa della salute, ovvero del diritto di tutti gli esseri umani a vivere in un ambiente salubre, ergo non inquinato e non devastato; giacche' il benessere psicofisico delle persone e' ovviamente correlato all'ambiente in cui vivono.
Votare si' significa quindi difendere il diritto di tutti alla salute e al benessere.
*
La quinta ragione
La quinta ragione e' che su cio' che tutti riguarda - le questioni concernenti l'ambiente, la salute, la civile convivenza, la sicurezza comune - e' giusto e necessario che tutti possano e debbano esprimersi; e che se devono essere prese delle decisioni importanti e impegnative, esse siano prese da tutti insieme: e' la democrazia come metodo e come sistema, e' la democrazia come potere del popolo. Chi invita a non votare, ad astenersi, in realta' vuole che decisioni che riguardano tutti siano prese solo da pochi avidi potentati economici e politici a danno della stragrande maggioranza della popolazione.
Votare al referendum e' quindi un atto di democrazia e di difesa della democrazia.
*
La sesta ragione
La sesta ragione e' che le trivellazioni sono finalizzate ad estrarre fonti energetiche fossili. Ma l'umanita' ormai sa che le fonti energetiche fossili non solo sono perlopiu' altamente inquinanti ma anche esauribili, e sa anche che tanta parte della crisi ambientale globale che minaccia l'intera umanita' e' legata a un'economia fondata sulle fonti fossili; e sa quindi che e' necessario ed urgente passare a fonti pulite e rinnovabili, in primis l'energia solare.
Votare si' al referendum e' un modo concreto per sostenere il passaggio da un modello di approvvigionamento energetico - e da un modello di sviluppo - ecologicamente insostenibile a uno sostenibile, da una societa' dell'avvelenamento e della devastazione della biosfera ad una societa' solidale e responsabile.
*
La settima ragione
La settima ragione e' che la scelta referendaria implica anche una scelta su quale modello di economia debba presiedere al presente e al futuro dell'umanita': se si debba perseverare in un'economia predatoria, dello sfruttamento fino all'esaurimento delle risorse, dell'avvelenamento del mondo vivente fino alla desertificazione, della violenza dell'uomo sull'uomo per l'accaparramento di beni che dovrebbero essere e restare comuni, del primato dell'arricchimento individuale ai danni della vita, della dignita' e dei diritti della generalita' degli esseri umani viventi, o se invece si debba finalmente uscire da questa preistoria e sviluppare la civilta' umana nella direzione di una economia (etimologicamente: le regole condivise della casa comune) - ovvero ecologia (etimologicamente: la conoscenza condivisa della casa comune) - della solidarieta', della responsabilita', dell'eguaglianza di diritti, della condivisione dei doveri, della cura reciproca, del rispetto per il mondo vivente, del bene comune.
Votare si' al referendum significa impegnarsi per far cessare l'economia della rapina, della sopraffazione e della devastazione, e per costruire insieme l'economia della condivisione, del rispetto, della responsabilita'.
*
L'ottava ragione
L'ottava ragione e' la difesa dei diritti delle generazioni future: poiche' decederemo noi se lasciare loro un mondo vivibile o irreversibilmente devastato; giacche' le generazioni future ancora non esistono, non hanno potere di voto: cosicche' ogni volta che si vota per decisioni pubbliche di interesse collettivo dobbiamo saperci porre anche dal punto di vista dei loro diritti e dei loro interessi: dobbiamo essere noi oggi a rappresentare e salvaguardare i diritti e gli interessi degli esseri umani che verranno. E ponendoci la domanda di come difendere i diritti dell'umanita' futura noi in realta' ci poniamo anche la domanda su come essere fedeli all'umanita' passata: poiche' se noi lasceremo un mondo vivibile all'umanita' futura allora un'umanita' futura vi sara', e l'esistenza delle generazioni passate avra' ancora un senso e un valore nell'impresa comune dell'umanita'; ma se noi distruggiamo oggi il mondo vivente cosi' da mettere a rischio non solo il benessere ma la vita stessa dell'umanita' futura, allora con la fine dell'umanita' futura sara' annichilita per sempre tutta la storia, tutta la memoria, tutta la civilta' umana dalle sue origini.
Votare si' al referendum significa agire nell'interesse delle generazioni future, e quindi nell'interesse dell'umanita' intera: siamo una sola famiglia umana, ogni persona si senta quindi responsabile per l'umanita' intera ed agisca di conseguenza.
*
La nona ragione
La nona ragione e' che ogni essere umano in quanto capace di pensare ha il dovere di dire la verita'. Coloro che stanno cercando di indurre la popolazione a non partecipare al referendum mentono sapendo di mentire, e con la loro menzogna offendono e umiliano l'intelligenza e quindi la dignita' delle persone a cui si rivolgono, delle persone che vogliono ingannare per meglio sottometterle ai loro voleri. Ci indigna un governo che mente alla popolazione. Dire la verita' e' la condotta indispensabile per la civile convivenza.
Votiamo si' al referendum anche per questo: per affermare il diritto alla verita', per opporci a chi ci mente e pretende ingannarci, ed ingannandoci vuole aggredire e diminuire la nostra umana dignita'.
*
La decima ragione
La decima ragione e' relativa a quel criterio epistemologico noto come principio di precauzione, che afferma che anche se non si avesse certezza che un'attivita' provochera' dei danni, e' sufficiente il dubbio che essa possa provocarli per opporvisi. Noi sappiamo che le trivellazioni marine producono gravi danni; noi sappiamo che l'utilizzo delle fonti fossili produce gravi danni; noi sappiamo che il modello di sviluppo fondato sul profitto privato a detrimento del bene comune dell'umanita' e della biosfera produce gravi danni; noi sappiamo che questa logica predatrice, questo sistema di potere sfruttatore e devastatore, sono la stessa e lo stesso che presiedono alle guerre (e non solo a quelle per il petrolio), all'ecocidio (fino al disastro ambientale globale che ormai tutti i governi sono costretti a riconoscere), alla riduzione alla fame e alla schiavitu' di tanta parte dell'umanita': ed a questa logica e a questo sistema dobbiamo e vogliamo opporci in difesa dell'umanita' e del mondo vivente. Ma anche se non sapessimo tutto cio', ed avessimo solo il fondato dubbio che queste attivita' estrattive, questo modello di sviluppo, questa logica di dominio e questo sistema di sopraffazione possano essere - come in effetti sono - dannosi per l'umanita', ebbene, basterebbe questo ragionevole dubbio a persuaderci all'impegno per contrastare queste attivita', questo modello, questa logica e questo sistema in nome del principio di precauzione che convoca ogni essere umano a fare e permettere solo quello che non danneggia gli esseri umani.
Votiamo si' al referendum anche per questo: per il principio di precauzione, per esercitare la virtu' della prudenza, per l'amore e il rispetto che dobbiamo all'umanita' e al mondo, per il principio responsabilita'.
*
L'undicesima ragione
L'undicesima ragione e' che le trivellazioni deturpano e distruggono la bellezza dei nostri mari e delle nostre coste. Ed anche la bellezza e' un bene comune e tanta parte della felicita' accessibile agli esseri umani. Difendere la bellezza significa difendere il mondo e la civilta' umana - in questo senso "la bellezza salvera' il mondo".
Votiamo si' al referendum anche per difendere la bellezza e quindi l'esistenza del mondo vivente e dell'umanita' in esso.
*
Ergo
Votiamo si' al referendum del 17 aprile in difesa del vero, del bello, del bene.
Votiamo si' al referendum del 17 aprile perche' vi e' una sola umanita' in unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Votiamo si' al referendum del 17 aprile per far prevalere il bene comune con la forza della verita', con la forza della ragione, con la forza della democrazia.
5. REPETITA IUVANT. DI EUCARDIO MALVOLENTI SEI RUMINAZIONI
[Nuovamente diffondiamo]
Regime della corruzione e lobby del petrolio
Benedetta magistratura. Benedetta separazione dei poteri. Benedetto stato di diritto.
*
Una ragione in piu' per votare si' al referendum del 17 aprile
L'indagine della magistratura che ha rivelato come personaggi della lobby del petrolio commettessero gravi reati, e come per i loro interessi godessero di scandalosi sostegni fin nel governo, dimostra una volta di piu' la necessita' di contrastare i poteri inquinatori e devastatori e il regime della corruzione con la scelta e gli strumenti della legalita' e della democrazia.
Anche per questo il 17 aprile votiamo si' al referendum contro le trivellazioni.
Si' alla difesa dell'ambiente.
Si' alla difesa della salute.
Si' alla difesa della verita'.
Si' alla difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future.
*
Il fidanzato di Cesare
In quel remoto paese di Bengodi il governo non si faceva scrupolo di confermare il suo totale sostegno alla lobby dei petrolieri proprio mentre i magistrati indagavano sull'ipotesi di reato di disastro ambientale a carico di prominenti personaggi di essa ad esso legati per vincoli financo sentimentali.
Ed in quel remoto paese di Bengodi il governo dei giovini zuzzurelloni rimetteva in auge l'argomento principe di tutti gli speculatori, di tutti i devastatori, di tutti gli inquinatori e finanche di tutti gli schiavisti: "cosi' costi' creiamo dei posti di lavoro; e piu' noi ci arricchiamo, piu' briciole i poveri lazzari potranno raccattare dalle nostre mense cadute, se sanno starsene come devono al loro posto in ginocchio; quanto alla natura, che ce ne frega a noi? siamo persone di cultura, mica selvaggi".
Al tempo in cui ero un esploratore, insieme al signor Stanlio e al dottor Suppongo visitai anch'io il paese di Bengodi, e il confinante paese dei Balocchi (che vi e' chi afferma essere altro nome del medesimo luogo) ove potei dimolte osservare persone dalle lunghe svettanti orecchie, altre dalle non meno lunghe ed agili mani, e talune dall'ancor piu' lungo e ligneo naso: e ad esse per antico privilegio - o forse sortilegio - delegavasi il governo della cosa pubblica.
*
La solita minestra (e noi ingrati)
Non lo sanno i troppo giovani odierni governanti, ma noi gente d'eta' lo abbiamo gia' sentito, e tante e tante volte, l'argomento lor favorito: "Cosi' creiamo posti di lavoro". E giu' scorpioni e frustate, e giu' saccheggi e deserto. O stagioni, o castelli.
"Cosi' creiamo posti di lavoro". Ce lo dicevano anche i nonni e i genitori loro, padroni delle ferriere, prima di Germinale.
"Cosi' creiamo posti di lavoro". Ce lo dicevano - me lo ricordo bene poiche' in anni lontani io ero uno di quei refrattari (e pubblico amministratore per giunta) su cui si esercitavano alla carica dei ragazzuoli in divisa armati di moschetto dinanzi alla costruenda centrale di Montalto - ai tempi in cui i gran signori del bel mondo, i consiglieri segreti del principe e gli usignoli dell'imperatore volevano imporci le centrali nucleari come suprema panacea, e il motto di lorsignori era "Senza nucleare si torna alla candela, alle caverne, alla preistoria", ed anche "Il nucleare e' sicuro, piu' che sicuro, sicurissimo", come poi si e' ben visto.
"Cosi' creiamo posti di lavoro". Ce lo hanno sempre detto e ce lo dicono sempre i faraoni quando dobbiamo trascinare pietre squadrate a loro maggior gloria al canto dello staffile, ce lo dicono sempre i capitani coraggiosi mentre i tamburi ci danno il ritmo a noi forzati ai remi delle galee, ce lo dicono sempre tutti i conquistadores, tutti i tenenti di prima nomina al comando dei plotoni d'esecuzione, e tutti gli altri solerti funzionari del fardello dell'uomo bianco, dell'accumulazione del capitale, della massimizzazione del profitto, delle magnifiche sorti e progressive.
E noi, ingrati, preferiamo il fiore vivo alle catene.
*
Errare humanum est, perseverare diabolicum
Quando si dice che la toppa e' peggiore del buco.
Una ministra del governo che da' un aiutino ad imprese e personaggi che per guadagnarsi la pagnotta (e un ricco companatico che basterebbe a sfamare i popoli dell'impero austroungarico) si avvalgono di metodi appresi leggendo Spillane ed Ellroy, non trova di meglio che dichiarare alla stampa che "i poteri forti" cospirano contro il governo, il quale signor governo (e nessuno di noi tapini se ne era fin qui accorto) difende all'arma bianca i deboli e gli indifesi mentre le orde cosacche, o gli zuavi con i loro chassepots, o Fasolt e Fafner, le provano tutte per conquistare l'ultimo ridotto della nostrale civilta' e di essa far strame. Applausi. Sipario.
E fin qui sarebbe solo cabaret. Dire che e' tutta colpa dei poteri forti, o del grande vecchio, o della congiura soviettista, o delle mene dei gesuiti, o del megacomplotto megagalattico, ebbene, e' un esercizio di parole in liberta' che non si nega a nessuno. Naturalmente a condizione che degli eventuali reati concretamente commessi lorsignori rispondano poi nelle aule di giustizia, e li' si astengano dalle fanfaluche e rendano conto nel merito: e il merito e' quello che le indagini della magistratura hanno gia' accertato e documentato, e non e' un bel vedere.
Ma quando il presidente del consiglio dei ministri rivendica a se' la responsabilita' del pubblico aiuto ai privati devastatori, ovvero ai manigoldi sulle cui gesta la magistratura indaga per fattispecie di reato assai gravi, e per sovrammercato rinnova l'invito a non andare a votare - per non disturbare gli affari dei medesimi e dei loro affini, in buona sostanza -, ebbene, dal pittoresco si passa al sublime.
L'Italia e' una repubblica democratica fondata sul lavoro, attesta il primo articolo della nostra Costituzione: e' qundi alquanto bizzarro che chi la repubblica si trova a governare esibisca un tale disprezzo per il diritto di voto, continuamente irrida le rappresentanze della classe lavoratrice, faccia mostra di preferire la sveltezza autoritaria col suo cadenzato passo di marcia al paziente confronto parlamentare con il lento ed attento suo ascolto delle altrui ragioni, sostituisca il pubblico dibattito sulle scelte che tutti riguardano coi proclami televisivi, gli insulti superstiziosi, o l'imperioso e infastidito invito ad andare a smanettare e sondaggiare su internet. Ed e' vieppiu' disdicevole che non perda occasione per tesser le lodi o favorire gli interessi di consorterie di gentiluomini di ventura che non sarebbero affatto dispiaciuti a Long John Silver e alla sua ciurma.
Il 17 aprile votiamo si' al referendum anche per contrastare la lobby del petrolio, il regime della corruzione, il saccheggio e la distruzione dei beni comuni e la stolta ed irresponsabile (o callida e cinica - l'esito non muta) complicita' di un governo di effettuali manutengoli.
Il 17 aprile votiamo si' al referendum anche per riaffermare la legalita', la democrazia, la nostra dignita' di cittadini e di esseri pensanti, il bene comune.
*
Un film gia' visto
In questo antico e nobile paese di Cuccagna accadono cose sempre sorprendenti, e sempre uguali.
Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che insultare i magistrati che indagano su gravi ipotesi di reato, e' un film gia' visto.
Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che invitare i cittadini a rinunciare al diritto di voto, e' un film gia' visto.
Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che usare la formula "se queste e' reato, allora io lo ho commesso", formula che ricalca quella "allora io ne sono il capo", e' un film gia' visto.
Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che favoreggiare i devastatori e gli speculatori a danno dell'intera popolazione, e menarne vanto, e' un film gia' visto.
In questo antico e nobile paese di Cuccagna accadono cose sempre sorprendenti, e sempre uguali.
La chiamano arte di governo; e' un'altra cosa.
6. STRUMENTI. DUE SITI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUL REFERENDUM DEL 17 APRILE
Per l'informazione e la riflessione sul referendum del 17 aprile molti utili materiali sono disponibili sui siti internet www.fermaletrivelle.it e www.notriv.com
7. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione e' un crimine.
Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civilta'.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
9. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Rene' Girard, Miti d'origine. Persecuzioni e ordine culturale, Transeuropa, Massa 2005, Feltrinelli, Milano 2016, pp. XXX + 158, euro 10.
*
Riletture
- Julio Cortazar, I racconti, Einaudi, Torino 1994, 2015, pp. XXX + 1288.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2311 del 7 aprile 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
- Prev by Date: [Nonviolenza] Coi piedi per terra. 817
- Next by Date: [Nonviolenza] Coi piedi per terra. 818
- Previous by thread: [Nonviolenza] Coi piedi per terra. 817
- Next by thread: [Nonviolenza] Coi piedi per terra. 818
- Indice: