[Nonviolenza] Telegrammi. 2299
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- Date: Fri, 25 Mar 2016 23:32:44 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2299 del 26 marzo 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Commemorato Renato Solmi nel primo anniversario della scomparsa
2. Il 2 aprile a Torino un seminario in omaggio a Renato Solmi
3. Al referendum del 17 aprile voteremo si'
4. Costituito il Comitato nazionale "Vota si' per fermare le trivelle"
5. No allo stravolgimento della Costituzione: al referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco
6. Il sito del Coordinamento per la democrazia costituzionale
7. Presentazione di "Leda. La memoria che resta" di Anna Paola Moretti e Maria Grazia Battistoni
8. Lidia Menapace: Prefazione a "Leda. La memoria che resta" di Anna Paola Moretti e Maria Grazia Battistoni
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. MAESTRI. COMMEMORATO RENATO SOLMI NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Il 25 marzo 2016 a Viterbo il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha commemorato Renato Solmi nel primo anniversario della scomparsa.
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Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta, e' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del volume in cui sono raccolti taluni dei frutti maggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Th. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)". Opere di Renato Solmi: segnaliamo particolarmente la sua straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha aperto il suo intervento affermando che "ricordare Renato Solmi significa non solo riconoscere con profonda gratitudine quanto della nostra formazione morale e politica e del nostro morale e politico agire dobbiamo a lui; quanto della nostra comprensione del mondo al suo concreto e coerente lavoro intellettuale, al suo dialogico e dialettico insegnamento, al suo nitido e sofferto esempio e' dovuto; significa non solo ricordare l'uomo, lo studioso, il testimone, il pensatore e il militante nonviolento impegnato per la liberazione dell'umanita': significa accoglierne il lascito e proseguirne l'impegno.
E ricostruendo la vita e l'azione di Renato Solmi si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui la piu' brillante mente del marxismo critico del secondo Novecento in Italia giunge alla scelta della nonviolenza come necessario sviluppo e banco di prova dell'impegno teoretico e pratico per la liberazione dell'umanita'; si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui l'erede piu' consapevole della cultura filosofica europea - dai Greci ad oggi - giunge a cogliere nell'opposizione alla guerra il compito attuale dell'umanita' intera; si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui una persona che ha piena cognizione del dolore e vuole fortissimamente la verita' e la giustizia, ed ha gli strumenti intellettuali adeguati per ragionare compiutamente sull'eta' aperta da Auschwitz e da Hiroshima, e la tempra morale per rinunciare ad ogni illusione e predisporsi a una lotta necessaria ma del cui esito nulla puo' garantire, al culmine della sua travagliata vicenda esistenziale - e dell'intensamente sentita e meditata crisi storica contemporanea - trova e indica nella militanza nonviolenta la meta e il cuore del suo originario agire e dell'evoluzione intera del suo fare - cosi' come dell'impegno comune di ogni persona di volonta' buona -, e nella rivoluzione nonviolenta la missione storica e attuale dell'umanita' oppressa, l'inveramento della storia come storia della liberta', della responsabilita', della solidarieta', il senso e il fine della civilta', ovvero dell'umana convivenza nel riconoscimento del valore di ogni esistenza e dell'intero mondo vivente".
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Dopo aver ripercorso alcune principali vicende biografiche ed illustrato alcuni testi fondamentali di Renato Solmi, la commemorazione si e' conclusa con la conferma dell'impegno a proseguirne la lotta: opponendosi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
2. INCONTRI. IL 2 APRILE A TORINO UN SEMINARIO IN OMAGGIO A RENATO SOLMI
Centro Studi Sereno Regis, Fondazione Luigi Micheletti e Centro Studi Piero Gobetti, in collaborazione con Cittacomune (Piacenza), Giulio Einaudi editore, "Indice dei libri del mese", Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Quodlibet Edizioni (Macerata), rivista "Lo Straniero" (Roma), Unione Culturale Franco Antonicelli, presentano "Il vento della storia. Seminario in omaggio a Renato Solmi".
Sabato 2 aprile 2016, ore 15-18,30, sala Gabriella Poli, Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13, Torino.
Ingresso libero.
Programma
ore 15.00: Introduzione di Enzo Ferrara e Massimo Cappitti;
ore 15.15: saluto di Luca Baranelli;
ore 15.30: Tommaso Munari, Il lavoro editoriale;
ore 16.00: Simone Scala, Storia di una mediazione culturale;
ore 16.30: tavola rotonda con interventi di Francesco Ciafaloni, Giovanni Ramella, Cesare Pianciola, Enrico Peyretti;
ore 18.00: dibattito e interventi liberi;
ore 18.30: chiusura.
Renato Solmi (1927-2015) e' stato filosofo, militante politico, pacifista, consulente editoriale, insegnante di liceo attento alla laicita' della scuola e dello Stato, collaboratore di numerose riviste, curatore e traduttore di Minima Moralia di Theodor Adorno, Angelus Novus di Walter Benjamin ed Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki di Guenther Anders. La sua opera e' raccolta nella Autobiografia documentaria, Scritti 1950-2004 (Quodlibet 2007), interventi pubblicati nell'arco di oltre cinquant'anni, testimonianze di un impegno intellettuale che, dal lavoro con la scuola di Francoforte, ha attraversato gli anni del conflitto sociale, il Movimento studentesco, l'antipsichiatria, il pacifismo, l'ecologismo. Un percorso contrassegnato da profonde riflessioni su avvenimenti che hanno coinvolto piu' generazioni e da insegnamenti che restano validi e attuali, importanti per comprendere il presente e per tornare a immaginare il futuro senza farsi intimorire dagli sbalzi a volte si' improvvisi, ma non sempre imprevedibili, del vento della storia.
Per informazioni: Centro Studi Sereno Regis: 011532824, Enzo Ferrara: 3398555744 enzoferrara at serenoregis.org
3. REPETITA IUVANT. AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'
Al referendum del 17 aprile voteremo si'.
Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.
Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.
Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.
Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.
Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.
Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.
Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.
Per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'.
Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune.
Al referendum del 17 aprile voteremo si'.
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Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi, Peppe Sini
4. REPETITA IUVANT. COSTITUITO IL COMITATO NAZIONALE "VOTA SI' PER FERMARE LE TRIVELLE"
E' stato costituito il Comitato nazionale "Vota si' per fermare le trivelle".
Per informazioni cfr. il sito del "Coordinamento nazionale No Triv": www.notriv.com
Attenzione: al referendum del 17 aprile per votare contro le trivellazioni occorre votare si'.
5. REPETITA IUVANT. NO ALLO STRAVOLGIMENTO DELLA COSTITUZIONE: AL REFERENDUM DI OTTOBRE VOTIAMO NO AL GOLPE BIANCO
In tutta Italia si stanno costituendo i comitati locali per la democrazia costituzionale in vista del referendum che si svolgera' in ottobre.
Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco, votiamo no allo stravolgimento della Costituzione, votiamo no alla deriva autoritaria; difendiamo la democrazia, difendiamo l'ordinamento repubblicano nato dalla resistenza antifascista.
6. REPETITA IUVANT. IL SITO DEL COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE
No allo stravolgimento della Costituzione.
Informazioni e materiali utili per il referendum di ottobre per impedire lo stravolgimento della Costituzione sono nel sito del Coordinamento per la democrazia costituzionale: http://coordinamentodemocraziacostituzionale.net
7. LIBRI. PRESENTAZIONE DI "LEDA. LA MEMORIA CHE RESTA" DI ANNA PAOLA MORETTI E MARIA GRAZIA BATTISTONI
[Riceviamo e diffondiamo]
Anna Paola Moretti e Maria Grazia Battistoni, Leda. La memoria che resta, Anpi, Fano 2015.
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Attraverso fonti d'archivio, testimonianze, documenti fotografici, le autrici ricostruiscono la storia di Leda Antinori, giovane staffetta partigiana fanese morta in seguito ai maltrattamenti subiti. Finora la sua storia era rimasta viva nella memoria della citta' soltanto con un racconto orale.
Leda aveva 18 anni, faceva la staffetta e faceva parte dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti; venne arrestata il 20 luglio '44 dai tedeschi mentre con altri ragazzi stava facendo un trasporto d'armi. Tenuta prigioniera a Mondolfo e Novilara, condotta poi nelle carceri SS di Forli' e Bologna, venne condannata a morte; riusci' pero' a fuggire quando un bombardamento fece in parte crollare il carcere. Attraversando la linea del fronte, riusci' faticosamente a tornare a casa a dicembre, ma gravemente ammalata, mori' il 3 aprile 1945.
Al momento dell'arresto si fece prendere per permettere agli altri di fuggire, mentre era prigioniera le fu prospettata la possibilita' di un'azione dei partigiani per liberarla, ma lei rifiuto' per evitare rappresaglie alla popolazione; conosceva i nomi dei suoi delatori (con riferimento alla gravita' delle accuse che le erano rivolte), ma chiese fermamente ai familiari di non esercitare vendette. Soprattutto queste sue scelte la rendono degna di ricordo, non solo il fatto di essere stata vittima. La sua e' una storia di "sangue risparmiato", secondo la definizione coniata dalla storica Anna Bravo.
Leda abbozzo' un tentativo di diario, che rimase incompiuto a causa della sua malattia e della morte precoce.
Oltre alla storia di Leda, un capitolo del libro e' dedicato alla presenza femminile nella Resistenza, attraverso le voci delle protagoniste.
Il libro puo' essere utilizzato per attivita' nelle scuole.
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Per richieste: Anna Paola Moretti, via Lanza 138, 61122 Pesaro, cell. 3299303045, e-mail: apmoretti at virgilio.it
8. LIBRI. LIDIA MENAPACE: PREFAZIONE A "LEDA. LA MEMORIA CHE RESTA" DI ANNA PAOLA MORETTI E MARIA GRAZIA BATTISTONI
[Riceviamo e diffondiamo.
Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nel 2006-2008 e' stata senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004; Lettere dal palazzo, Marea - Erga Edizioni, Genova 2007; ... A furor di popolo, Marea, Genova 2012. Nel 2006 questo foglio promosse una campagna per la sua elezione alla Presidenza della Repubblica che ottenne molte adesioni]
Questo libro e' assai degno di rilievo e di segnalazione, per due ben fondati motivi: in primo luogo e' scritto secondo tutti i canoni e i crismi di un libro che risponde ai criteri dettati dalla tradizione storiografica: ricerca di notizie e loro discussione critica, controllo delle stesse, discussione sulla versione piu' probabile ecc. ecc.. Non insisto, ma basta sfogliare il libro e vedere l'apparato delle note a pie' di pagina e l'ordinatissima bibliografia, per rendersene conto.
Non si tratta di un dato insignificante, perche' essendo la storiografia una delle scienze dette "morali o storiche" per l'appunto, la scientificita' si basa sulla presenza delle notizie cercate analizzate e discusse, sapendo che un testo che fosse rimasto in un cassetto, ritrovato ora, potrebbe sempre ribaltare o modificare la narrazione, il che non puo' succedere con le scienze che si basano sulla logica deduttiva dei concetti o sulla forza dimostrativa dell'esperimento.
Suggerito cio' sul valore scientifico del libro, resta da dire subito che un'altra delle caratteristiche assai pregevoli del lavoro e' che questa accuratezza scientifica e' applicata e usata per raccontare la storia di una giovanissima staffetta marchigiana.
E' ancora piu' sorprendente, perche' quando una storia e' narrata da una donna, si da' per scontato che i caratteri storici importanti sono quelli gia' noti e che la narrazione -come si dice- "al femminile" riempie qualche vuoto, colma la ricchezza dei dati, aggiunge particolari magari notevoli o importanti, ma non muta i fondamenti della immagine storiografica nota.
Qui e' il secondo merito del libro. Che non solo cioe' una vicenda che riguarda una ragazza giovanissima e' narrata, ma che la narrazione e' cosi' ricca e precisa e studiata dalle ricercatrici che la firmano, da mutare almeno in parte, il racconto della Resistenza in generale.
Venendo percio' a dare un forte appoggio, una base solidamente scientifica all'assunto che le autrici dimostrano e che l'ufficialita' per solito accoglie quasi con una retorica gentilezza nei confronti delle donne, quasi un complimento, e cioe' che senza la nostra presenza, non ci sarebbe stata la Resistenza. Siccome le ragazze allora non avevano obblighi di leva ne' erano ammesse come volontarie, ne' erano incluse nei bandi di arruolamento che la repubblica di Salo' emano' con la firma di Graziani, le ragazze rispetto ai ragazzi erano obbligate a decidere "da che pare stare" con motivazioni proprie per esserci.
Dunque un libro come questo e' necessario a formare una immagine piu' vera, piu' storiograficamente fondata, della stessa Resistenza. Oltre dunque alla presenza di donne che facevano le staffette, che lottavano alla pari, per i ragazzi o gli uomini deferiti e o ricercati dalla polizia fascista, bisogna incominciare a ricordare anche le donne che li rifornirono di abiti borghesi o che li nascosero nelle case cantine soffitte ecc. ecc.
E' l'inizio di un racconto che dimostra insufficienti i racconti fin qui fatti, reticenti le narrazioni, addirittura falsa la narrazione "eroica" della Resistenza: chi non vuole che ci si dia da fare per soccorrere se stessa con possibile danno ai compagni e' quasi un'"altra" resistenza.
E fa si' che quel decisivo evento della nostra storia recente si palesi per quello che veramente fu: appunto un evento che include di necessita' anche la presenza, l'accento, un gesto che illumina anche le piu' atroci pericolose faticose dolorose vicende, insomma le donne. E cio' consente anche di dare una risposta scientificamente fondata alla antiscientifica domanda di costruire una "memoria condivisa", cioe' falsa. Non puo' esaurirsi solo in racconti militareschi, se il primo evento di massa della Resistenza fu - come fu - il fatto che le donne sottrassero alla cattura e fucilazione, rivestirono di abiti borghesi, ospitarono l'intero esercito italiano in disfacimento dopo l'8 settembre, abbandonato dal re e da Badoglio. Quelle donne "presero parte", non "si schierarono", ma li salvarono a rischio della loro vita nascosta e casalinga.
La Resistenza e' un glorioso fatto della nostra storia, proprio perche' le donne ne sono un elemento non dimenticabile, non una cornice o un aggiustamento o un dato esornativo, bensi' strutturale.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Laura Ballio e Giusi Fasano (a cura di), Maternita'. Il tempo delle nuove mamme, Rcs, Milano 2016, pp. 350, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Giuseppe Grassano, La critica e Fenoglio, Cappelli, Bologna 1978, pp. 300.
- Gina Lagorio, Beppe Fenoglio, La Nuova Italia, Firenze 1970, 1982, pp. II + 180.
- Davide Lajolo, Fenoglio, Rizzoli, Milano 1978, pp. 336.
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Riedizioni
- Gianni Rodari, Gip nel televisore e altre storie in orbita, Rcs, Milano 2016, pp. 160, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Strumenti
- Pietro Ichino (a cura di), Codice del lavoro, Novecento-ItaliaOggI-Erinne, Milano 2016, pp. XLVIII + 972, euro 11,90.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2299 del 26 marzo 2016
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