[Nonviolenza] Telegrammi. 2256



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2256 del 12 febbraio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Le donne insorgono e danzano a Viterbo in piazza San Lorenzo il 14 febbraio alle ore 15

2. Centro antiviolenza "Erinna": "Agisci, balla, ribellati", One Billion Rising 2016 il 14 febbraio a Viterbo

3. Verso il 14 febbraio: riferimenti utili

4. Contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo. Un incontro di riflessione a Viterbo nel ricordo di don Lorenzo Milani

5. A Viterbo il sesto incontro di studio su "L'ebraismo italiano nell'eta' moderna"

6. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

7. Hic et nunc, quid agendum

8. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

9. Manlio Dinucci: Libia, il piano della conquista

10. Alex Zanotelli: Italia-Libia, basta guerre!

11. Manlio Dinucci: Bandiera Usa sull'Europa

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. LE DONNE INSORGONO E DANZANO A VITERBO IN PIAZZA SAN LORENZO IL 14 FEBBRAIO ALLE ORE 15

[Dal centro antiviolenza "Erinna" (per contatti: tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998) riceviamo e diffondiamo la seguente locandina]

 

Agisci, danza, ribellati

14 febbraio 2016

One Billion Rising

Le donne insorgono e danzano a Viterbo in piazza San Lorenzo (piazza del Duomo), davanti al Palazzo dei Papi.

Raggiungeteci alle ore 15.

 

2. INIZIATIVE. CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA": "AGISCI, BALLA, RIBELLATI", ONE BILLION RISING 2016 IL 14 FEBBRAIO A VITERBO

[Dal centro antiviolenza "Erinna" (per contatti: tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998) riceviamo e diffondiamo]

 

Ciao a tutte,

One Billion Rising 2016 sta arrivando.

Ci vediamo a Viterbo in piazza del Duomo, davanti al Palazzo dei Papi, domenica 14 febbraio ale ore 15.

Dress code, come tutti gli anni, rosso e nero, e in piu' portate una sciarpa rossa.

Non piovera', ma portate ombrelli rossi e/o neri.

Coraggiose, piene di grazia, numerose...

vi aspettiamo

Associazione Erinna

http://www.onebillionrising.org/events/one-billion-rising-viterbo

Per favore, diffondete a tutte e tutti i vostri contatti e a mezzo social network...

 

3. MATERIALI. VERSO IL 14 FEBBRAIO: RIFERIMENTI UTILI

 

Per informazioni e contatti a livello internazionale:

Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/

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Per informazioni e contatti a livello nazionale:

Telefono: 3475320420

Skype: ni_nico

E-mail: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com

Facebook: https://www.facebook.com/obritalia

Tumblr: http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/

Twitter: @OBRItalia

Hashtag: #Rise4Revolution #1billionrising

Sito: http://obritalia.livejournal.com/

*

Per informazioni e contatti a livello locale:

Recapito: "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo

Telefono: 0761342056

E-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com

Sito: http://erinna.it

Facebook: associazioneerinna1998

 

4. INCONTRI. CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL MASCHILISMO. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO NEL RICORDO DI DON LORENZO MILANI

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 11 febbraio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione "Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni".

Nel corso dell'incontro e' stata analizzata la drammatica situazione internazionale attuale ed e' stata ribadita la necessita' e l'urgenza di un impegno di pace e di solidarieta' per fermare la catastrofe che minaccia l'intera famiglia umana e l'intero mondo vivente.

Le persone partecipanti all'incontro hanno confermato il loro sostegno all'appello affinche' il governo receda dall'assurda, illegale e funesta decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul in Iraq.

Le persone partecipanti all'incontro hanno confermato il loro sostegno all'iniziativa "One Billion Rising" che il 14 febbraio si svolgera' anche a Viterbo organizzata dal centro antiviolenza "Erinna" con inizio alle ore 15 in piazza San Lorenzo.

Nel corso dell'incontro e' stata letta e commentata la "Lettera ai cappellani militari" scritta da don Lorenzo Milani nel febbraio 1965, uno dei grandi testi della cultura della pace e della nonviolenza.

 

5. INCONTRI. A VITERBO IL SESTO INCONTRO DI STUDIO SU "L'EBRAISMO ITALIANO NELL'ETA' MODERNA"

 

Si e' svolto la sera di giovedi' 11 febbraio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" il sesto incontro di studio sul tema: "L'ebraismo italiano nell'eta' moderna. Lineamenti storiografici, cultura, societa' e storie di vita".

Il ciclo di incontri e' parte di una iniziativa di riflessione e di commemorazione collegata al Giorno della Memoria.

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.

 

6. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

7. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

8. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"

 

Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".

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Il comitato si prefigge di:

1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;

2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;

3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;

4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;

5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

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Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.

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Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it

 

9. INFORMAZIONE. MANLIO DINUCCI: LIBIA, IL PIANO DELLA CONQUISTA

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 12 gennaio 2016]

 

"Il 2016 si annuncia molto complicato a livello internazionale, con tensioni diffuse anche vicino a casa nostra. L'Italia c'e' e fara' la sua parte, con la professionalita' delle proprie donne e dei propri uomini e insieme all'impegno degli alleati": cosi' Matteo Renzi ha comunicato agli iscritti del Pd la prossima guerra a cui partecipera' l'Italia, quella in Libia, cinque anni dopo la prima.

Il piano e' in atto: forze speciali Sas - riporta "The Daily Mirror" - sono gia' in Libia per preparare l'arrivo di circa mille soldati britannici. L'operazione - "concordata da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia" - coinvolgera' circa 6.000 soldati e marine statunitensi ed europei con l'obiettivo di "bloccare circa 5.000 estremisti islamici, che si sono impadroniti di una dozzina dei maggiori campi petroliferi e, dal caposaldo Isis di Sirte, si preparano ad avanzare fino alla raffineria di Marsa al Brega, la maggiore del Nordafrica".

La gestione del campo di battaglia, su cui le forze Sas stanno istruendo non meglio identificati "comandanti militari libici", prevede l'impiego di "truppe, carrarmati, aerei e navi da guerra". Per bombardare in Libia la Gran Bretagna sta inviando altri aerei a Cipro, dove sono gia' schierati 10 Tornado e 6 Typhoon per gli attacchi in Siria e Iraq, mentre un cacciatorpediniere si sta dirigendo verso la Libia. Sono gia' in Libia - conferma "Difesa Online" - anche alcuni team di Navy Seal Usa.

L'intera operazione sara' formalmente "a guida italiana". Nel senso che l'Italia si addossera' il compito piu' gravoso e costoso, mettendo a disposizione basi e forze per la nuova guerra in Libia. Non per questo avra' il comando effettivo dell'operazione. Esso sara' in realta' esercitato dagli Stati Uniti attraverso la propria catena di comando e quella della Nato, sempre sotto comando Usa.

Un ruolo chiave avra' lo U.S. Africa Command, il Comando Africa degli Stati Uniti: esso ha appena annunciato, l'8 gennaio, il "piano quinquennale" di una campagna militare per "fronteggiare le crescenti minacce provenienti dal continente africano". Tra i suoi principali obiettivi, "concentrare gli sforzi sullo Stato fallito della Libia, contenendo l'instabilita' nel paese". Fu il Comando Africa degli Stati Uniti, nel 2011, a dirigere la prima fase della guerra, poi diretta dalla Nato sempre sotto comando Usa, che con forze infiltrate e 10.000 attacchi aerei demoli' la Libia trasformandola in uno "Stato fallito".

Ora il Comando Africa e' pronto a intervenire di nuovo per "contenere l'instabilita' nel paese", e lo e' anche la Nato che, ha dichiarato il segretario generale Stoltenberg, e' "pronta a intervenire in Libia". E di nuovo l'Italia sara' la principale base di lancio dell'operazione. Due dei comandi subordinati dello U.S. Africa Command si trovano in Italia: a Vicenza quello dello U.S. Army Africa (Esercito Usa per l'Africa), a Napoli quello  delle U.S. Naval Forces Africa (Forze navali Usa per l'Africa).

Quest'ultimo e' agli ordini di un ammiraglio Usa, che e' anche a capo delle Forze navali Usa in Europa, del Jfc Naples (Comando Nato con quartier generale a Lago Patria) e, ogni due anni, della Forza di risposta Nato. L'ammiraglio e' a sua volta agli ordini del Comandante supremo alleato in Europa, un generale Usa nominato dal Presidente, che allo stesso tempo e' a capo del Comando europeo degli Stati Uniti.

In tale quadro si svolgera' la "guida italiana" della nuova guerra in Libia, il cui scopo reale e' l'occupazione delle zone costiere economicamente e strategicamente piu' importanti. Guerra che, come quella del 2011, sara' presentata quale "operazione di peacekeeping e umanitaria".

 

10. APPELLI. ALEX ZANOTELLI: ITALIA-LIBIA, BASTA GUERRE!

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Siamo alla vigilia di un'altra guerra contro la Libia, "a guida italiana" questa volta. Sembra ormai assodato che le forze speciali Sas sono gia' in Libia, per preparare l'arrivo di mille soldati britannici. L'operazione complessiva, capitanata dall'Italia, dovrebbe coinvolgere seimila soldati americani ed europei per bloccare i cinquemila soldati dell'Isis. Il tutto verra' sdoganato come "un'operazione di peacekeeping e umanitaria".

L'Italia, dal canto suo, ha gia' trasferito a Trapani quattro cacciabombardieri Amx pronti a intervenire. Il nostro paese - cosi' sostiene il governo Renzi - attende pero' per intervenire l'invito del governo libico di unita' nazionale, presieduto da Fayez el Serray. E altrettanto chiaro che sia il ministro degli Esteri, Gentiloni, come la ministra della Difesa, Pinotti, premono invece per un rapido intervento.

Sarebbe pero' ora che il popolo italiano - tramite il Parlamento - si interrogasse, prima di intraprendere un'altra guerra contro la Libia. Infatti, se c'e' un popolo che la Libia odia, siamo proprio noi che, durante l'occupazione coloniale, abbiamo impiccato o fucilato centomila libici. A questo dobbiamo aggiungere la guerra del 2011 contro Gheddafi per "esportare la democrazia", ma in realta' per mettere le mani sull'oro nero di quel paese. Come conseguenza, abbiamo creato il disastro, facendo precipitare la Libia in una spaventosa guerra civile, di tutti contro tutti, dove hanno trovato un terreno fertile i nuclei fondamentalisti islamici. Con questo passato, abbiamo, noi italiani, ancora il coraggio di intervenire alla testa di una coalizione militare?

Il "New York Times" del 26 gennaio scorso afferma che gli Usa da parte loro, sono pronti ad intervenire. Per cui possiamo ben presto aspettarci una guerra. Questo potrebbe anche spiegare perche' in questo periodo gli Usa stiano dando all'Italia armi che avevano dato solo all'Inghilterra. L'Italia sta infatti ricevendo dagli Usa missili e bombe per armare i droni Predator Mq-9 Reaper, armi che ci costano centinaia di milioni di dollari. Non dimentichiamo che la base militare di Sigonella (Catania) e' oggi la capitale mondiale dei droni usati oggi anche per spiare la Libia. L'Italia non solo riceve armi, ma a sua volta ne esporta tante soprattutto all'Arabia Saudita e al Qatar, che armano i gruppi fondamentalisti islamici come l'Isis. I viaggi di Renzi lo scorso anno in quei due paesi hanno propiziato la vendita di armi. Questo in barba alla legge 185 che proibisce al governo italiano di vendere armi a paesi in guerra e che non rispettano i diritti umani. L'Arabia Saudita non rispetta i diritti umani e fa la guerra in Yemen.

Per cui diventa pura ipocrisia per l'Italia intervenire militarmente in Libia per combattere l'Isis, quando appare chiaro che siamo noi ad armarlo. E' cosi' che siamo noi a creare i mostri e poi facciamo nuove guerre per distruggerli. "La guerra - ha detto recentemente Papa Francesco - e' proprio la scelta per le ricchezze. Facciamo armi: cosi' l'economia si bilancia un po' e andiamo avanti con il nostro interesse. C'e' una brutta parola del Signore. Maledetti coloro che operano per la guerra, che fanno le guerre: sono maledetti, sono delinquenti!".

Basandoci su questa lettura sapienziale, dobbiamo dire no a questa nuova guerra contro la Libia. Quello che ai poteri forti interessa non e' la tragica situazione del popolo libico, ma il petrolio di quel paese. Dobbiamo tutti mobilitarci!

In questo momento cosi' grave e' triste vedere il movimento per la pace frantumato in mille rivoli. Oseremo metterci tutti insieme per esprimere con un'unica voce il nostro no alla guerra contro la Libia, un no a tutte le guerre che insanguinano il nostro mondo. E' possibile un incontro a Roma di tutte le realta' di base per costruire un coordinamento o un Forum nazionale contro le guerre? E' possibile pensare a una manifestazione nazionale contro tutte le guerre, contro la produzione bellica italiana, contro la vendita di armi all'Arabia Saudita e al Qatar, in barba alla legge 185? E contro le nuove bombe atomiche in arrivo all'Italia, le B61-12. E' possibile pensare a una Perugia-Assisi 2016, retaggio storico di Capitini, sostenuta e voluta da tutto il movimento per la pace?

Smettiamola di 'farci la guerra' l'un con l'altro e impariamo a lavorare in rete contro questo Sistema di morte. "La guerra - ha detto recentemente Papa Francesco - e' un affare. I terroristi fabbricano armi? Chi da' loro le armi? C'e' tutta una rete di interessi, dove dietro ci sono i soldi o il potere. Io penso che le guerre sono un peccato, distruggono l'umanita', sono la causa di sfruttamento, traffici di persone. Si devono fermare".

Alex Zanotelli

Napoli, 29 gennaio 2016

 

11. INFORMAZIONE. MANLIO DINUCCI: BANDIERA USA SULL'EUROPA

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 febbraio 2016]

 

Partecipando (come ormai d'obbligo) all'incontro dei ministri della difesa Ue il 5 febbraio ad Amsterdam, il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha lodato "il piano degli Stati Uniti di accrescere sostanzialmente la loro presenza militare in Europa, quadruplicando i finanziamenti a tale scopo". Gli Usa possono cosi' "mantenere piu' truppe nella parte orientale dell'Alleanza, preposizionarvi armamenti pesanti, effettuarvi piu' esercitazioni e costruirvi piu' infrastrutture". In tal modo, secondo Stoltenberg, "si rafforza la cooperazione Ue-Nato".

Ben altro lo scopo. Subito dopo la fine della guerra fredda, nel 1992, Washington sottolineava la "fondamentale importanza di preservare la Nato quale canale della influenza e partecipazione statunitensi negli affari europei, impedendo la creazione di dispositivi unicamente europei che minerebbero la struttura di comando dell'Alleanza", ossia il comando Usa.

Missione compiuta: 22 dei 28 paesi della Ue, con oltre il 90% della popolazione dell'Unione, fanno oggi parte della Nato sempre sotto comando Usa, riconosciuta dalla Ue quale "fondamento della difesa collettiva". Facendo leva sui governi dell'Est, legati piu' agli Usa che alla Ue, Washington ha riaperto il fronte orientale con una nuova guerra fredda, spezzando i crescenti legami economici Russia-Ue pericolosi per gli interessi statunitensi. In tutta l'Europa orientale sventola, sul pennone piu' alto, la bandiera a stelle e strisce assieme a quella della Nato.

In Polonia, la nuova premier Beata Szydlo ha ammainato dalla sue conferenze stampa la bandiera della Ue, spesso bruciata nelle piazze da "patrioti" che sostengono il governo nel rifiuto di ospitare i rifugiati (frutto delle guerre Usa/Nato), definiti "invasori non-bianchi". In attesa del Summit Nato, che si terra' a Varsavia in luglio, la Polonia crea una brigata congiunta di 4.000 uomini con Lituania e Ucraina (di fatto gia' nella Nato), addestrata dagli Usa.

In Estonia il governo annuncia "un'area Schengen militare", che permette alle forze Usa/Nato di entrare liberamente nel paese.

Sul fronte meridionale, collegato a quello orientale, gli Stati Uniti stanno per lanciare dall'Europa una nuova guerra in Libia per occupare, con la motivazione di liberarle dall'Isis, le zone costiere economicamente e strategicamente piu' importanti.

Una mossa per riguadagnare terreno, dopo che in Siria l'intervento russo a sostegno delle forze governative ha bloccato il piano Usa/Nato di demolire questo Stato usando, come in Libia nel 2011, gruppi islamici armati e addestrati dalla Cia, finanziati dall'Arabia Saudita, sostenuti dalla Turchia e altri.

L'operazione in Libia "a guida italiana" - che, avverte il Pentagono, richiede "boots on the ground", ossia forze terrestri - e' stata concordata dagli Stati Uniti non con l'Unione Europea, inesistente su questo piano come soggetto unitario, ma singolarmente con le potenze europee dominanti, soprattutto Francia, Gran Bretagna e Germania. Potenze che, in concorrenza tra loro e con gli Usa, si uniscono quando entrano in gioco gli interessi fondamentali.

Emblematico quanto emerso dalle mail di Hillary Clinton, nel 2011 segretaria di Stato: Usa e Francia attaccarono la Libia anzitutto per bloccare "il piano di Gheddafi di usare le enormi riserve libiche di oro e argento per creare una moneta africana in alternativa al franco Cfa", valuta imposta dalla Francia a sue 14 ex colonie. Il piano libico (dimostravamo sul "Manifesto" nell'aprile 2011) mirava oltre, a liberare l'Africa dal dominio del Fmi e della Banca mondiale. Percio' fu demolita la Libia, dove le stesse potenze si preparano ora a sbarcare per riportare "la pace".

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Giambattista Vico, Opere filosofiche, Sansoni, Firenze 1971, pp. LX + 872.

- Giambattista Vico, Opere giuridiche, Sansoni, Firenze 1974, pp. XLIV + 940.

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Riedizioni

- Pier Paolo Pasolini, Romans, Guanda, Milano 1994, 2015, Rcs Milano 2016, pp. 180, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2256 del 12 febbraio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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