[Nonviolenza] Telegrammi. 2252
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 2252
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- Date: Sun, 7 Feb 2016 22:22:57 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2252 dell'8 febbraio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. A una settimana dall'"One Billion Rising" del 14 febbraio 2016
2. One Billion Rising Revolution 2016
3. Verso il 14 febbraio: come aderire alla campagna One Billion Rising 2016
4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
5. Un modello di lettera ai parlamentari
6. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
7. L'ultimo saluto del Centro studi "Sereno Regis" a Nanni Salio
8. Pasquale Pugliese ricorda Nanni Salio
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. A UNA SETTIMANA DALL'"ONE BILLION RISING" DEL 14 FEBBRAIO 2016
Tra una settimana, il 14 febbraio 2016, si svolgera' ancora una volta l'"One Billion Rising", l'azione nonviolenta globale contro la violenza sulle donne promossa dalla poetessa, drammaturga e attivista per i diritti umani Eve Ensler.
Gia' nelle precedenti edizioni del 2013, 2014 e 2015 in innumerevoli citta', paesi e villaggi di tutto il mondo il 14 febbraio innumerevoli donne si sono sollevate, sono scese in piazza ed hanno danzato per opporsi alla violenza maschilista, e con loro un numero crescente di uomini di volonta' buona determinati a rompere ogni complicita' con la violenza di genere.
Anche quest'anno tra una settimana sara' cosi', ed ancora una volta questa iniziativa sara' un appello per l'umanita' intera.
Ed ancora una volta, all'ascolto e alla scuola del movimento di liberazione delle donne, anche il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo dichiara il suo sostegno e la sua partecipazione all'iniziativa ed invita ad aderire ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele al compito di riconoscere, rispettare e difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
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Per informazioni e contatti a livello internazionale:
Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/
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Per informazioni e contatti a livello nazionale:
Telefono: 3475320420
Skype: ni_nico
E-mail: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com
Facebook: https://www.facebook.com/obritalia
Tumblr: http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
Twitter: @OBRItalia
Hashtag: #Rise4Revolution #1billionrising
Sito: http://obritalia.livejournal.com/
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Per informazioni e contatti a livello locale:
Recapito: "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo
Telefono: 0761342056
E-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com
Sito: http://erinna.it
Facebook: associazioneerinna1998
2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING REVOLUTION 2016
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Insieme a 200 nazioni nel mondo, in piu' di 90 citta' e paesi in Italia il 14 febbraio 2016 si ballera' di nuovo per dire basta alla violenza contro le donne e le bambine.
Torna per il quarto anno consecutivo "One Billion Rising", la campagna ideata da Eve Ensler che spinge oltre un miliardo di persone a danzare e manifestare la volonta' di cambiamento, scegliendo l'arte, la musica e la poesia come segno di sfida e di celebrazione.
One Billion Rising Revolution e' un movimento globale, una rivoluzione che comincia dal corpo; e' spontaneita' e rumore, energia, ritmo di tamburi, per trasformare il dolore in potere, per affermare che ogni donna ha il diritto di vivere e decidere del proprio corpo e del proprio destino.
Iniziata nel 2013 e diventata da subito la piu' grande manifestazione di massa della storia dell'umanita', One Billion Rising rinnova alle donne e agli uomini di tutto il mondo l'appuntamento per il 14 febbraio 2016, il giorno di San Valentino: non fiori e cioccolatini, quindi, ma ancora una volta la testimonianza dell'impegno e della volonta' profonda di fermare con ogni mezzo culturale, legale e civile la violenza sulle donne e sulle bambine.
One Billion Rising nasce da un'idea della scrittrice statunitense Eve Ensler, fondatrice del movimento V-Day e autrice de I monologhi della vagina, partendo dalla sconvolgente statistica delle Nazioni Unite che stimano che una donna su tre sul pianeta sara' picchiata o stuprata nel corso della vita.
Questo significa un miliardo di donne e bambine.
Dopo l'exploit del 2013, nel 2014 e nel 2015 One Billion Rising ha continuato la sua battaglia con un'adesione crescente a livello globale, aprendo un nuovo dibattito sui diritti, il razzismo, le disuguaglianze economiche e le guerre dichiarate sui corpi delle donne in tutto il mondo.
Il 14 febbraio 2016 sara' il giorno del quarto appuntamento con One Billion Rising e il tema della Rivoluzione, gia' protagonista nel 2015, continua anche quest'anno. In Italia l'attenzione si concentrera' sulle donne che vivono una condizione di paura ed emarginazione come le donne migranti, che costrette ad abbandonare il loro paese per sfuggire a guerre e condizioni di vita inaccettabili, subiscono violenza fisica e psicologica durante i loro lunghi e dolorosi spostamenti.
Ricco e ampio e' l'elenco degli eventi che animeranno questa giornata di festa e di impegno in tutto il territorio nazionale. Cortei, concerti, flash mob, danze, spettacoli, proiezioni e canti si susseguiranno in tutte le regioni italiane, da Trieste a Palermo, da Trento a Sassari da Galatina a Rimini, idealmente unite in un corpo unico, in un'unica voce potente ma gentile, che il 14 febbraio prendera' vita tra le strade del mondo intero.
"One Billion Rising Italia" vede l'adesione e la partecipazione di Differenza Donna, D.I.Re, Emergency, Cgil, Terre des hommes, ArciLesbica e molte altre associazioni e scuole.
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Video One Billion Rising 14 febbraio 2016:
https://youtu.be/HjA80QcwpxQ
Per scaricarlo:
https://www.dropbox.com/s/ncvx95k7e6k5jrg/OBR%20spot%20italiano%202016_B.mp4.zip?dl=0
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Per maggiori informazioni e per aderire alla campagna:
http://www.onebillionrising.org/
https://www.facebook.com/obritalia
http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
https://twitter.com/OBRItalia
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Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini, Coordinamento One Billion Rising Italia
Per contatti:
nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com
#1billionrising #rise4revolution
tel.: 3475320420
skype ni_nico
3. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: COME ADERIRE ALLA CAMPAGNA ONE BILLION RISING 2016
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
La danza di One Billion Rising Italia e' cominciata!
In attesa dell'evento del 14 febbraio 2016 in cui tutti insieme nel mondo diremo il nostro no alla violenza, si mette in moto l'organizzazione vera e propria degli eventi che porteranno alla chiamata globale del 14.
Per questo chiediamo alle associazioni e a tutti coloro che vogliono organizzare un evento di seguire alcune semplici indicazioni, per uniformarci tutti e far si' che l'iniziativa One Billion Rising del 14 febbraio sia veramente un "evento comune":
- Iscriviti al sito (link sotto) per organizzare un evento
http://www.onebillionrising.org/sign-up/thank-you-for-signing-up-with-1-billion-rising/
e inoltra queste informazioni ad associazioni in tema con il nostro, singoli cittadini, amministrazioni, ecc, piu' siamo, meglio e'!
- Diffondi i nostri riferimenti, seguici sui social, condividi i contenuti che troverai e invita i tuoi contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio:
Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/
Facebook: https://www.facebook.com/obritalia
Tumblr: http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
Twitter: @OBRItalia e usa sempre gli hashtag #Rise4Revolution #1billionrising
- Cambia la tua immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube e utilizza i loghi ufficiali che puoi scaricare cliccando sul link qui sotto
https://www.dropbox.com/s/ghjy8uqaaausctq/OBR_ITA.zip?dl=0
- Crea una pagina o un gruppo facebook One Billion Rising della tua citta' per aggiornare, condividere informazioni e notizie con altri gruppi One Billion Rising e con tutte le persone interessate.
- Organizza un flash mob "Break the Chain" durante l'evento del 14 febbraio, seguendo il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia e ricorda che l'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche o momenti di lettura. Qualsiasi atto e' rivoluzione!
Per le letture, qui di seguito troverai alcuni suggerimenti:
Alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale"
https://www.facebook.com/notes/726985350769036/
"L'insurrezione"
https://www.facebook.com/notes/420568794744028/
"La mia rivoluzione"
https://www.facebook.com/notes/614106738723565/
"Preghiera di un uomo"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/preghiera-di-un-uomo/420567628077478
"Fino a quando"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/un-miliardo-di-persone-si-solleveranno-contro-lingiustizia-_-eve-ensler/420562104744697
"E poi saltavamo"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/e-poi-saltavamo/420564564744451
Traduzione di "Break the chain" credits Tena Clar- Musiche Tena Clark/Tim Heintz, di M. G. Di Rienzo
https://www.facebook.com/notes/420570218077219/
Se vuoi qui puoi trovare altre idee:
http://www.onebillionrising.org/resources/toolkit/
Attenzione: Essendo il 14 febbraio una domenica, l'evento si puo' organizzare anche nei giorni precedenti 12-13 febbraio, per esempio il sabato nelle scuole e la domenica nelle piazze cittadine.
Per dichiarare l'adesione o ricevere maggiori informazioni puoi inviare un messaggio al seguente indirizzo: nico at onebillionrising.org
Saremo molto contenti di fornirti tutte le indicazioni necessarie.
Grazie!
Ascolta! Agisci! Partecipa! 14 febbraio 2016
Coordinamento Italia One Billion Rising
Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini
#1billionrising #rise4revolution
4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
5. MATERIALI. UN MODELLO DI LETTERA AI PARLAMENTARI
Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
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Sapete gia' che quella decisione governativa e' profondamente errata e inammissibile sotto ogni punto di vista: logico e giuridico, politico e morale, finanche strategico e tattico; sapete gia' che quella decisione governativa espone gratuitamente, assurdamente, scelleratamente a un gravissimo pericolo di morte quei nostri soldati; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le maestranze della diga; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le popolazioni dei dintorni ed a valle dell'impianto; e sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche la popolazione residente in Italia.
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E valga il vero.
La diga di Mosul si trova nei pressi della citta' di Mosul, una roccaforte dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.
La presenza di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul sara' presentata dalla propaganda dell'Isis come "invasione crociata" e quei soldati diverranno ipso facto un fin troppo facile bersaglio di attentati stragisti.
Non solo: con essi anche il nostro paese diverra' primario bersaglio di attentati stragisti che verranno presentati dalla delirante propaganda dell'organizzazione terrorista come pretesa "reazione" alla nostra presunta "invasione crociata".
Col duplice e doppiamente atroce risultato che molte persone verranno assassinate dai terroristi, e che questi massacri avranno anche come effetto di alimentare il consenso nei confronti dell'Isis da parte dell'uditorio cui la sua propaganda si rivolge, uditorio diffuso su piu' continenti che ci percepisce come un paese occidentale membro del sistema di alleanze militari responsabile delle guerre e delle occupazioni militari, dei massacri e delle rapine, che da decenni stanno insanguinando il Medio e il Vicino Oriente.
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Vi e' anche noto che Mosul e' bersaglio dei massicci bombardamenti di paesi nostri alleati, bombardamenti che non distruggono solo strutture e materiali ma uccidono vite umane, ed uccidono non solo dirigenti e miliziani dell'organizzazione terrorista, ma anche civili innocenti e due volte vittime, vittime della dittatura terrorista e schiavista dell'Isis e vittime dei bombardamenti dei nostri alleati.
I nostri soldati dispiegati alla diga di Mosul corrono un enorme rischio di divenire le probabilissime vittime sacrificali della rappresaglia dei terroristi per i bombardamenti dei nostri alleati sulla citta' di Mosul.
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Inoltre, non puo' sfuggirvi che utilizzare le forze armate del nostro paese in funzione di "polizia privata" di private imprese e' in flagrante contraddizione con la funzione istituzionale di un'articolazione del nostro ordinamento giuridico; e gia' in passato questo uso improprio dei militari italiani come "security" di aziende private ha dato luogo a vicende gravissime, come l'assurda uccisione di due innocenti pescatori indiani (un terribile, immedicabile lutto), con la conseguente privazione della liberta' di due nostri soldati da anni in attesa di processo (che peraltro potrebbero essere innocenti del reato loro ascritto e comunque devono essere presunti tali fino a sentenza definitiva, ma che dati i significati politici e le utilizzazioni propagandistiche di cui si e' caricata la drammatica vicenda nulla garantisce che avranno un processo equo) e la profonda controversia internazionale che ci oppone all'India (controversia che ha gia' dato luogo a ulteriori episodi indegni, del tutto riprovevoli, assai nocivi e gravidi di ulteriori pericoli).
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Infine, sapete benissimo che interventi militari unilaterali stranieri - italiani o di altri paesi - in Iraq o nelle altre zone di brutale, sanguinario conflitto sono peggio che inutili, sono del tutto dannosi.
Sapete benissimo che per contrastare l'Isis occorre un'operazione di polizia internazionale con le caratteristiche definite dall'Onu nel suo piu' recente pronunciamento.
Sapete benissimo che il terrorismo che oggi insanguina non solo il Medio Oriente ma vari paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa e' stato generato anche e innanzitutto dalle sciagurate guerre realizzate o promosse da coalizioni militari in cui tragicamente siamo stati e siamo coinvolti.
E sapete anche che la guerra non solo genera terrorismo, ma e' gia' terrorismo essa stessa, consistendo in effetti nell'uccisione massiva di esseri umani.
E ricordate certo che l'Italia in Iraq ha gia' preso parte ai bombardamenti stragisti della prima guerra del Golfo; ed ha gia' preso parte altresi' all'occupazione militare seguita alla conclusione della seconda guerra del Golfo (occupazione militare nel corso della quale da parte di personale di paesi nostri alleati furono commessi gravissimi crimini contro l'umanita').
E ricordate infine che il nostro paese in Iraq ha gia' pagato un tremendo tributo di sangue: nessuno puo' dimenticare la strage di Nassiriya.
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Da tutto cio' consegue che l'annunciata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto irrazionale, immorale, illegale; ed espone gratuitamente, assurdamente e sciaguratamente quei giovani, quell'impianto e chi vi lavora, e chi vive nei dintorni ed a valle dello stesso, ed il nostro paese infine, a un enorme rischio di essere fatti bersaglio di attentati stragisti dalle tragiche conseguenze di proporzioni fin inimmaginabili.
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Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
in ragione di tutto cio' vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di sodati italiani alla diga di Mosul.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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E' questa un'ora, un "kairos", in cui e' richiesto di agire secondo verita', secondo giustizia, secondo scienza e coscienza, per il bene comune, per salvare le vite innocenti in pericolo.
Sperando in un vostro tempestivo, persuaso, adeguato intervento, vogliate gradire distinti saluti.
6. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"
Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
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Il comitato si prefigge di:
1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;
2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;
3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;
4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;
5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
*
Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;
e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
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Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.
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Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
7. MAESTRI E COMPAGNI. L'ULTIMO SALUTO DEL CENTRO STUDI "SERENO REGIS" A NANNI SALIO
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo questo saluto]
Caro Nanni,
giustamente le tue figlie, Mariolina e Chiara, hanno pensato che ti sarebbe piaciuto essere avvolto nella bandiera della pace, nel momento in cui ti davamo l'ultimo saluto.
E' stata la tua bandiera, dalle prime manifestazioni per il riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza al servizio militare, alla campagna per l'obiezione alle spese militari, all'impegno antinucleare ed ecologista.
Ma ben presto hai compreso e sostenuto con sempre maggiore convinzione che per costruire la pace non bastano le manifestazioni, le azioni sporadiche, le aggregazioni che si creano e si sciolgono in un batter d'ali, ma che ci vogliono strutture, organizzazione, lavoro quotidiano; che "se vuoi la pace, prepara la pace"; che e' necessario saldare la ricerca con l'azione e la formazione; che bisogna saper contare solo sulle proprie forze, per essere liberi da condizionamenti, che "un euro al giorno, toglie la guerra di torno"... E cosi' e' nata l'avventura, temeraria e un po' folle, di creare un Centro capace di offrire spazi aperti nei quali ricercare e sperimentare la nonviolenza a diversi livelli: interpersonale, sociale, internazionale, nei confronti della natura.
Sono cosi' nati la Biblioteca, Il Gruppo di Educazione alla Pace, l'Ecoistituto e tutte le iniziative, le collaborazioni, le attivita' del Centro, per approfondire e diffondere, in questi anni, la cultura della nonviolenza.
A noi che ti abbiamo conosciuto, che abbiamo collaborato con te, restano nel cuore il calore della tua umanita', della tua attenzione per tutte e tutti, la riconoscenza e la gratitudine per quanto ci hai donato e l'esempio della tua testimonianza rigorosa e coerente. "Vivere semplicemente, per permettere agli altri semplicemente di vivere" e' diventato un po' il motto del Centro. E tu lo hai perseguito con costanza e determinazione.
Nel 2010 scrivevi queste riflessioni sulla morte, ricordando tre diverse persone mancate in quello stesso anno, Elise Boulding, Enzo Tiezzi e Rina Gagliardi: "La 'grande livellatrice', l''eterna vincitrice', ci ricorda la nostra fragilita' e l'impermanenza di tutte le cose, suggerendoci di essere piu' umili, saggi, distaccati, profondi. Pur nella continua incertezza esistenziale delle nostre vite, ci e' di conforto pensare e percepire, care e cari Elise, Enzo, Rina, la vostra presenza nel grande oceano della compresenza capitiniana, dell'inter-essere, delle onde di coscienza individuali nel quale un giorno anche noi confluiremo".
In questi anni hai accompagnato nell'ultimo saluto anche alcune persone a te molto vicine e prematuramente scomparse.
Tra queste, Domenico, alla cui memoria di instancabile suscitatore di partecipazione e azione dal basso il Centro è dedicato; Marilena, prima responsabile del Gruppo di Educazione alla Pace; Luca, precedente Direttore del Centro e, da ultima, Daci.
Ora noi accompagnamo te in questo tuo viaggio.
Siamo certi che, nel seguire le tue orme, ti avremo sempre al nostro fianco.
La morte non e' la nostra fine,
Perche' piu' grande di noi
E' il nostro desiderio, che raggiunge
Quello dell'Inizio,
Desiderio di Vita.
Ciao Nanni, tutti gli amici e i collaboratori del Centro Studi Sereno Regis ti salutano in un grande abbraccio.
8. MAESTRI E COMPAGNI. PASQUALE PUGLIESE RICORDA NANNI SALIO
[Dal sito www.azionenonviolenta.it riprendiamo questo ricordo]
E cosi' il primo febbraio se ne e' andato Nanni Salio, fondatore e presidente del Centro Studi Sereno Regis di Torino, nonche' insostituibile punto di riferimento delle persone di buona volonta' impegnate per la pace e la nonviolenza.
*
Qualche ricordo personale
Avevo poco piu' di vent'anni quando conobbi Nanni, nella comunita' carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto, dove partecipavo al mio primo corso di formazione alla nonviolenza da "aspirante" obiettore di coscienza presso la Caritas di Messina, con questo "fisico nonviolento" venuto da Torino. Da allora in avanti, la lucidita' della sua analisi - che gia' nel 1991 parlava, al plurale, de "Le guerre del Golfo" (Edizioni Gruppo Abele) - e la generosità del suo impegno, hanno fatto si' che diventasse anche per me un preciso riferimento culturale e politico. Alcuni anni dopo, eletto nel Coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento - di cui lui era da tempo una delle guide "scientifiche" - organizzammo insieme due seminari sul tema "Economia e nonviolenza" (nel 1998 a Desenzano del Garda, nel 1999 all'Impruneta di Firenze): per il Movimento Nonviolento furono alla base dell'impegno decennale nella Rete Lilliput per un'economia di giustizia, per Nanni probabilmente anche il pretesto per buttare giu' "Elementi di economia nonviolenta" (Quaderni di "Azione nonviolenta", 2001). Molte volte, inoltre, l'avevo invitato a Reggio Emilia - dove vivo - per condurre momenti di formazione alla teoria ed alla pratica della nonviolenza (di particolare rilevanza il Seminario di studio sui "Modelli di sviluppo e sviluppo delle guerre" svolto a Salvarano di Quattro Castella, tra il 30 settembre e il primo ottobre del 2000), fino a coinvolgerlo - insieme all'Amministrazione Comunale - nel percorso di accompagnamento alla costituzione della Scuola di Pace di Reggio Emilia. L'ultima volta l'ho incontrato giusto il primo febbraio di due anni fa, al Congresso del Movimento Nonviolento, ospitato a Torino nel "suo" Centro Studi Sereno Regis. Le sue parole furono volte a indicare quel che c'e' ancora da fare, anziche' a celebrare quanto gia' fatto. Come sempre guardava avanti e invitava tutti a fare altrettanto.
*
Il movimento per la pace e' un movimento che non c'e'. Ancora
Chiamato a parlare in giro per l'Italia in tantissime grandi e piccole inziative - viaggiando, senza risparmiarsi, zaino in spalla, sui treni di notte per essere puntuale agli incontri del giorno dopo - Nanni Salio introduceva i suoi interventi dicendo provocatoriamente, ma non troppo, che "il movimento per la pace e' un movimento che non c'e'". Troviamo esplicitato questo pensiero - oltre che in numerosi articoli - nel suo testo piu' completo, "Il potere della nonviolenza" (Edizioni Gruppo Abele, 1995): non si puo' chiamare "movimento per la pace" un insieme di occasionali - e sempre inefficaci - manifestazioni contro la guerra convocate all'ultimo momento, quando i cacciabombardieri sono gia' in volo. Cio' che manca e' "una struttura organizzata e permanente, con un suo preciso programma di azione politica proiettato nel tempo, non soltanto contingente e genericamente contrario alla guerra, ma costruttivo, che si basa su un'ampia riflessione teorica e culturale". Ricerca, educazione e azione sono per Nanni Salio i filoni fondamentali - e strettamente interconnessi - lungo i quali deve svilupparsi l'impegno per la pace, e sui quali ha impostato il lavoro del Centro Studi Sereno Regis (che oggi, non a caso, contiene la più grande biblioteca tematica italiana).
*
Andare alle radici, culturali e scientifiche, dei modelli di difesa e di sviluppo
Per anni ricercatore di fisica all'universita' di Torino, Salio e' stato in realta' per tutta la vita un ricercatore di nonviolenza, venendo presto in contatto e stabilendo una proficua e duratura collaborazione con Johan Galtung, uno dei padri della peace research internazionale e fondatore del metodo e della rete Transcend per la risoluzione dei conflitti con mezzi pacifici. Nanni Salio, che ne era il punto di riferimento italiano, ha fatto tradurre le piu' importanti opere di Galtung, contribuendo cosi' ad introdurre, anche nell'approccio della nonviolenza italiana, una innovazione fondamentale: la consapevolezza di dover costruire le alternative - contemporaneamente - alla violenza culturale, strutturale e diretta. "Se vogliamo realmente estirpare la guerra dalla storia umana" - scriveva in un pezzo pubblicato recentemente su "il manifesto" - "dobbiamo andare alle radici, culturali e teoriche, dei modelli di difesa e di sviluppo che stanno a monte dell'intera catena di comando della macchina da guerra. Le dottrine del falso realismo che vengono insegnate nelle accademie sia civili, le universita', sia militari, le scuole di guerra, sono inadeguate e continuano a provocare il sacrificio incessante di vite umane con la violenza diretta della guerra e con quella strutturale dei modelli di sviluppo, delle spese militari, delle priorita' che ignorano i bisogni fondamentali delle popolazioni". Per questo Salio ha continuato per tutta la vita ad animare iniziative e impegni per il disarmo e la riconversione ecologica dell'economia; per la ricerca, la formazione e l'educazione alla pace ed alla trasformazione nonviolenta dei conflitti, nelle dimensioni micro, meso e macro; per la promozione dell'arte per la pace e il sostegno alle azioni dirette nonviolente e di disobbedienza civile in giro per il mondo, che lo portarono tra l'altro anche ad affrontare un pellegrinaggio a Kailash, la montagna sacra del Tibet.
*
Un decalogo contro i due terrorismi, patologia mortale dell'umanita'
Anche di fronte ai "due terrorismi" - quello degli Stati, che viene chiamato guerra, e quello degli insorti - che si alimentano reciprocamente, di cui parla nell'ultimo scritto pubblicato su "Azione nonviolenta", dopo gli attentati di Parigi dello scorso novembre, Nanni Salio ricorda che la via di uscita sta nel lavorare, con lungimiranza, a progetti di medio e lungo periodo, proponendone un decalogo (che riproponiamo in sintesi):
"1. Costituire e addestrare Corpi Civili di Pace con compiti di mediazione, interposizione e prevenzione.
2. Riconvertire le industrie belliche e l'intero complesso militare-industriale in industrie civili e centri di ricerca per la pace e la sperimentazione di tecniche di risoluzione nonviolenta dei conflitti.
3. Promuovere percorsi di educazione alla pace e alla nonviolenza sia nel mondo della scuola sia nella societa' in generale.
4. Riconversione ecologica e intellettuale dell'economia mondiale verso forme di economia gandhiana nonviolenta ispirate al paradigma della semplicita' volontaria.
5. Utilizzare al meglio le attuali capacita' di comunicazione su scala globale per costruire un "giornalismo di pace" alternativo al "giornalismo di guerra".
6. Dialogo tra le religioni per riscoprire il comune fondamento basato sulla nonviolenza. Far conoscere in particolare le componenti piu' coerentemente nonviolente presenti in ciascuna religione.
7. La cultura scientifica e la tecnoscienza svolgono una funzione cruciale nei processi evolutivi dell'umanita', ma occorre orientarle anch'esse verso la cultura della nonviolenza.
8. La cultura artistica, in tutte le sue principali manifestazioni, puo' e deve essere orientata verso lo sviluppo di una creativita' che favorisca la ricerca di soluzioni nonviolente ai conflitti umani.
9. Affrontare la grave crisi delle democrazie rappresentative e partitiche occidentali. Promuovere la partecipazione attiva e diffusa e l'autogoverno della cittadinanza.
10. Considerare i due terrorismi come una malattia mentale, una patologia mortale dell'umanita'".
*
Diventare liberi di sperimentare la nonviolenza
Ricostruire integralmente la biografia culturale e politica di Nanni - uno dei maestri della nonviolenza italiana - e' dunque un compito che richiedera' molto tempo. Personalmente, tra i molti ricordi, mi rimane anche quello di un Seminario a Bologna con Johan Galtung di una decina di anni fa, nel quale il grande sociologo e matematico norvegese citava Salio, dandone per scontata la conoscenza da parte di tutti i presenti e, ad una partecipante che chiedeva chi fosse, rispose con incredulita': "Lei non sa chi e' Nanni Salio? E' un santo e vive a Torino!". Al movimento per la pace, consegna molti impegni da portare avanti: ricerca, educazione e azione, per sperimentare a tutti i livelli il "potere della nonviolenza". Tuttavia, avverte, "per poter camminare lungo il sottile crinale che separa l'ordine autoritario dal disordine creativo occorre coltivare alcune caratteristiche che ci permettono di essere piu' liberi: liberi dal pregiudizio, liberi dalla menzogna, liberi dall'attaccamento, liberi dalla violenza, liberi dall'angoscia dell'incertezza, liberi dalla preoccupazione della certezza. Tutto questo per diventare via via piu' liberi di sperimentare la nonviolenza, al fine di autorealizzarci reciprocamente nella crescita del rapporto tra il se' personale e il Se' transpersonale, come suggeriscono i lavori e le esperienze, tra gli altri, di Arne Naess, di Gandhi, di Thich Nhat Hanh". E - appunto - di Nanni Salio.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresi, Einaudi, Torino 1956, Il sole 24 ore, Milano 2012, pp. XXVIII + 282.
- Giorgio Bassani, Dietro la porta, Einaudi, Torino 1964, Mondadori, Milano 1984, 1988, pp. 144.
- Giorgio Bassani, Di la' dal cuore, Mondadori, Milano 1984, 2003, pp. 400.
- Giorgio Bassani, Gli occhiali d'oro, Einaudi, Torino 1958, Mondadori, Milano 1980, 1988, pp. 120.
- Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, Einaudi, Torino 1962, pp. 296.
- Giorgio Bassani, Italia da salvare, Einaudi, Torino 2005, pp. XX + 256.
- Giorgio Bassani, L'airone, Mondadori, Milano 1968, Feltrinelli, Milano 1013, pp. 144.
- Giorgio Bassani, L'odore del fieno, Mondadori, Milano 1972, 1980, 1992, pp. 112.
- Massimo Grillandi, Invito alla lettura di Giorgio Bassani, Mursia, Milano 1972, 1973, pp. 144.
- Giorgio Varanini, Giorgio Bassani, La Nuova Italia, Firenze 1970, 1975, pp. 120.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2252 dell'8 febbraio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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