[Nonviolenza] Telegrammi. 2248
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 2248
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- Date: Wed, 3 Feb 2016 22:10:38 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2248 del 4 febbraio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Una lettera alle amiche e agli amici del Centro studi "Sereno Regis"
2. Nanni Salio: I due terrorismi e le alternative della nonviolenza
3. Un modello di lettera ai ministri ed alcuni indirizzi utilizzabili
4. Un modello di lettera ai parlamentari
5. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
6. One Billion Rising Revolution 2016
7. Verso il 14 febbraio: come aderire alla campagna One Billion Rising 2016
8. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. AMICIZIE. UNA LETTERA ALLE AMICHE E AGLI AMICI DEL CENTRO STUDI "SERENO REGIS"
Carissime e carissimi,
vi scrivo per attestarvi la vicinanza mia e del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo in questa ora di lutto per la scomparsa di Nanni Salio.
Sono certo che saprete perseverare nell'impegno che e' stato suo, come gia' di Domenico Sereno Regis, ed anche se ad ogni passo l'ombra di quelle assenze vi pesera', vi soccorrera' la luce, il calore che resta di quelle esistenze dedite al bene.
Anche per me Nanni e' stato un maestro e un compagno assai caro, e mi addolora adesso anche il pensiero di non aver saputo approfittare di piu' della sua generosa amicizia, della sua saggia e fraterna parola; ma anche per me restano vividi e luminosi nella memoria i ricordi dei pochi incontri, delle parole scambiate, dei molti doni che anch'io ho da lui ricevuto, dell'opera sua frugifera, dell'alta sua testimonianza, e resta viva la sua persona, la sua azione, il suo meditare e interloquire.
Soccorre certo nella mesta ora presente quel concetto capitiniano di "compresenza" (comunque lo si interpreti, e so che la mia materialistica interpretazione e' diversa da quella di molte altre persone della nonviolenza amiche), che dell'unita' dell'umanita' - e del mondo vivente - coglie la verita' profonda ed esprime quindi la matrice, il senso e la speranza dell'agire comune per il bene comune, per la comune responsivita', responsabilita' e liberazione, nella coscienza che nulla di cio' che e' buono e' perduto, che ogni esistenza e' un valore, che la morte stessa che tutto sbrana ed estingue non e' annichilimento del bene vissuto e donato.
Nella memoria, nella mente e nel cuore delle persone amiche Nanni resta vivo, e resta vivo nella vicenda, nel cammino, nell'emergere a pieno giorno dell'umana civilta'.
Dai suoi molti doni sapremo trarre ancora e ancora buoni frutti.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Un forte abbraccio,
Peppe Sini, per il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
2. RIFLESSIONE. NANNI SALIO: I DUE TERRORISMI E LE ALTERNATIVE DELLA NONVIOLENZA
[Di Nanni Salio riproponiamo questo intervento del novembre 2015]
Occhio per occhio e il mondo diventa cieco (Gandhi)
*
20 novembre 2015 - I terrorismi sono due: quello dall'alto, degli stati, che viene chiamato guerra, e il terrorismo dal basso, degli insorti, dei ribelli, di coloro che subiscono gli effetti del primo terrorismo. Nasce prima l'uno o l'altro, l'uovo o la gallina? Hanno bisogno l'uno dell'altro, si autoalimentano, in una spirale di violenza crescente, come vediamo ogni giorno in molte aree del mondo, in particolare nel Medio Oriente, ma non solo. Espressioni come "Shock and Awe" (colpisci e terrorizza) e "equilibrio del terrore" (che si riferisce alla minaccia di guerra nucleare) non sono state inventate dagli jihadisti, ma sono il frutto perverso del pensiero strategico delle grandi potenze.
E le vittime? Sono i civili, prevalentemente, ma non dimentichiamo anche i soldati, sottoposti allo stress della guerra, della paura, della morte.
E i burattinai? Siedono comodamente nei parlamenti, nei consigli di amministrazione delle industrie belliche e delle banche che le finanziano, nei centri di ricerca militari, nelle scuole di guerra, nei servizi segreti, nel Pentagono, nel mondo accademico e scientifico che offre i suoi servizi alla guerra, e cosi' via. Loro la guerra non la fanno, la progettano e la fanno fare alla manovalanza.
Dopo ogni strage, come quella di Parigi del 13 novembre scorso, si sentono spesso opinionisti e politici urlare: "dove sono i pacifisti?". Stranamente, questa volta non e' ancora successo. Forse perche' hanno avuto un minimo di pudore, se non di vergogna. Infatti, avrebbero dovuto chiedere "dov'e' la Nato?". Stava giocando con 35.000 uomini alla battaglia navale nel Mediterraneo e a simulare la guerra prossima ventura non contro l'Isis, bensi' contro la Russia, e in prospettiva anche contro la Cina. E dove erano gli agenti dei servizi segreti, le intelligence poco intelligenti, che fingono di non sapere nulla prima, ma sanno tutto dopo?
E' la "grande scacchiera" del "grande gioco" per controllare l'Eurasia, secondo le elucubrazioni di Brzezinski, dove le pedine sono gli eserciti. Non compaiono le vittime, i civili, considerati semplicemente "danni collaterali", ne' i burattinai, che operano ben nascosti.
*
Frankenstein, il dottor Stranamore e l'Isis
Prima era al Qaeda con Bin Laden, ora e' l'Isis con il califfo. Entrambi sono il risultato degli esperimenti di geopolitica condotti nel laboratorio-mondo dai grandi strateghi neocon e del Pentagono.
E' ormai ampiamente risaputo che l'Isis e' una creatura nata dalla politica che gli Usa hanno condotto da almeno un quarto di secolo in Medio Oriente. Insieme a loro non dobbiamo dimenticare Israele, che ha fatto della Palestina e di Gaza in particolare il laboratorio per la sperimentazione di ogni sorta di tecnologia di controllo sociale per incutere terrore nella popolazione.
Se provocano paura le immagini degli uomini in nero dell'Isis che brandiscono in una mano un coltello e nell'altra un kalashnikov, suscitano altrettanta paura i robocop, i soldati e i poliziotti trasformati in robot per uccidere.
I media ci illustrano con grande dovizia di particolari le violenze inflitte ai nostri concittadini, ma si guardano bene dal riportare ciò che avviene quasi quotidianamente con gli attacchi dei droni armati, che uccidono migliaia di civili, nel vano tentativo di colpire i responsabili degli atti di terrorismo. Il rapporto tra le vittime provocate dai nostri eserciti e quelle dei gruppi di jihadisti e' di 1:1000 o, se si vuole essere generosi, di 1:100. E questi sono solo i dati relativi alla violenza diretta, mentre fingiamo di non vedere quella strutturale, di dimensioni ben maggiori.
*
Scontro di civilta'?
Non e' quello prefigurato da Samuel Huntington, ma lo scontro tra la civilta' della violenza, del terrore, della barbarie e della guerra e la civilta' dell'amore, della solidarieta' reciproca, della felicita' e della nonviolenza.
Sta a noi scegliere da che parte stare e quale futuro vogliamo costruire per i nostri figli, nipoti e per l'umanita' intera.
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Le alternative della nonviolenza
E' ormai risaputo, ma va sempre ribadito e documentato, che nonviolenza non vuol dire passivita', ma azione e progetto politico per la creazione di una societa' equa e armonica mediante la trasformazione e risoluzione nonviolenta dei conflitti, dal micro al macro, senza ricorrere all'uso della violenza politica.
Molto cammino e' stato fatto in questa direzione, sebbene quando ci troviamo di fronte a eventi tragici e di estrema violenza, possiamo essere presi dallo sconforto. Ma occorre allargare lo sguardo sia sul piano storico, sia su quello spaziale per vedere le alternative gia' presenti e quelle future. Abbiamo l'obbligo morale di dimostrare che tutti coloro che sono morti nel corso della violenza esercitata dai due terrorismi "non sono morti invano"!
Per rendere concreto questo impegno, possiamo ragionevolmente individuare due principali insiemi di proposte con le quali affrontare le crisi che attualmente lacerano l'umanita': misure non militari da adottare nel breve periodo, immediatamente, e misure nonviolente nel medio e lungo periodo.
*
Misure non militari nel breve periodo
Ecco alcune proposte ragionevoli, di buon senso, su cui c'e' un accordo piuttosto ampio da parte di soggetti diversi, anche istituzionali, che non necessariamente aderiscono a una visione nonviolenta.
1. Interrompere il flusso di armi ai belligeranti, come stabilisce il diritto internazionale largamente disatteso.
2. Interrompere i finanziamenti ai gruppi jihadisti, che provengono in larga misura dall'Arabia Saudita, come ben noto, e dal commercio di petrolio e droga.
3. Affrontare con decisione e concretamente i problemi dei rifugiati, migranti, profughi.
4. Offrire valide alternative ai giovani immigrati nei paesi occidentali che vivono in condizioni di degrado e disagio sociale.
5. Avviare processi di negoziato e dialogo con le controparti. Per chi e' scettico su questa proposta, ricordiamo che in tutte le principali situazioni precedenti, questo e' avvenuto, dapprima con contatti segreti, poi apertamente (Irlanda del Nord, Nepal, Colombia, Paesi Baschi).
6. Affrontare con serieta', impegno e decisione la questione Israele-Palestina, il grande bubbone del Medio Oriente, imponendo al governo israeliano il rispetto del diritto internazionale, con mediatori del conflitto al di sopra delle parti.
7. Istituire una Commissione Verita' e Riconciliazione per facilitare i negoziati e indagare sulle responsabilita' storiche passate e recenti delle grandi potenze occidentali e di molti paesi arabi.
8. Lavorare alla costruzione di una confederazione del Medio Oriente, sulla falsariga di altre confederazioni gia' esistenti e secondo i suggerimenti dati da personalita' come Edgar Morin e Johan Galtung.
9. Coordinare azioni di polizia internazionale, che non sono guerra in senso stretto, per individuare e catturare i responsabili degli attentati e processarli, invece di condannarli a morte o rinchiuderli senza un giusto processo a Guantanamo e Abhu Ghraib. Essi vengono uccisi perche' sono testimoni scomodi, come e' avvenuto con Bin Laden, Saddam Hussein, Gheddafi. Se fossimo intelletualmente onesti dovremmo anche processare uomini politici come Bush jr. e Tony Blair, responsabili di crimini di guerra contro l'umanita'. Ma attualmente questo e' chiedere troppo!
10. Avviare processi di ricostruzione partecipata, per rimediare ai gravi danni inflitti alle popolazioni civili con i bombardamenti.
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Misure nonviolente nel medio e lungo periodo
Le misure non militari nel breve periodo si possono avviare subito, se si crea il consenso tra le istituzioni politiche locali e internazionali.
Ma l'umanita' intera si trova oggi in una fase di profonda trasformazione che dev'essere orientata verso la creazione di una autentica cultura della nonviolenza, se non vogliamo soccombere alle gravi minacce della crisi sistemica globale incombente (economico-finanziaria, alimentare, ecologico-climatica ambientale, sociale-esistenziale-etica-culturale).
Occorre pertanto lavorare a progetti concreti di medio e lungo periodo. Eccone alcuni, frutto degli studi avviati da tempo nel campo della ricerca per la pace.
1. Costituire e addestrare Corpi Civili di Pace con compiti di mediazione, interposizione e prevenzione, ispirandosi alle iniziative ed esperienze in corso da decenni e attuando le proposte presentate nelle principali sedi istituzionali internazionali, dall'Unione Europea alle Nazioni Unite.
2. Riconvertire le industrie belliche e l'intero complesso militare-industriale in industrie civili e centri di ricerca per la pace e la sperimentazione di tecniche di risoluzione nonviolenta dei conflitti.
3. Promuovere percorsi di educazione alla pace e alla nonviolenza sia nel mondo della scuola sia nella societa' in generale, per imparare ad affrontare i conflitti con creativita', concretamente e costruttivamente, senza cadere nella trappola della violenza.
4. Riconversione ecologica e intellettuale dell'economia mondiale verso forme di economia gandhiana nonviolenta ispirate al paradigma della semplicita' volontaria e del "partire dagli ultimi". E' una ricerca in atto, con sperimentazioni diffuse in ogni angolo del mondo, da cui c'e' molto da imparare per superare la ristretta e distruttiva logica del capitalismo finanziario basato sulla crescita illimitata e sul profitto senza scrupoli.
5. Utilizzare al meglio le attuali capacita' di comunicazione su scala globale per costruire un "giornalismo di pace" alternativo al "giornalismo di guerra" tuttora dominante e che vediamo in azione a ogni evento luttuoso.
6. Dialogo tra le religioni per riscoprire il comune fondamento basato sulla nonviolenza. Far conoscere in particolare le componenti piu' coerentemente nonviolente presenti in ciascuna religione, dai Quaccheri ai Sufi, dall'islam nonviolento di Badshah Khan, il "Gandhi musulmano", alle tradizioni nonviolente della cultura ebraica, il Tikkun (aver cura del mondo), e buddhista.
7. La cultura scientifica e la tecnoscienza svolgono una funzione cruciale nei processi evolutivi dell'umanita', ma occorre orientarle anch'esse, in tutta la loro enorme potenzialita', verso la cultura della nonviolenza. La responsabilita' sociale dei tecnoscienziati e' un punto nodale della ricerca scientifica.
8. La cultura artistica, in tutte le sue principali manifestazioni, puo' e deve essere orientata verso lo sviluppo di una creativita' che favorisca la ricerca di soluzioni nonviolente ai conflitti umani. Cinema, teatro, pittura, musica, letteratura sono strumenti da utilizzare per facilitare sia la cura dei traumi subiti sia la elaborazione positiva di visioni del mondo più armoniche.
9. Affrontare la grave crisi delle democrazie rappresentative e partitiche occidentali, che nel corso del tempo si sono trasformate prevalentemente in oligarchie finanziarie e populismi di stampo reazionario. Promuovere la partecipazione attiva e diffusa e l'autogoverno della cittadinanza.
10. Considerare i due terrorismi come una malattia mentale, una patologia mortale dell'umanita'. Utilizzare il paradigma medico della diagnosi, prognosi e terapia (del passato e del futuro) per curare gli attori sociali dei due terrorismi.
Tutte queste azioni possono essere attuate e incrementate dal basso, come e' avvenuto altre volte in passato, dai movimenti di base per la pace, l'ambiente, la giustizia sociale. Oggi questi movimenti, pur presenti, sono poco visibili e gli attentati di Parigi sembrano essere stati progettati appositamente per impedire loro di svolgere un ruolo di primo piano nel cambiamento sociale. Gli attentati sono avvenuti proprio a ridosso dell'importante appuntamento del Cop 21 sul cambiamento climatico e hanno gia' contribuito a ridurre l'attenzione a tale conferenza.
Per tutte queste misure vale quanto abbiamo gia' detto: possono essere ampliate e perfezionate ulteriormente. Per far cio' "non basta la vita" di una singola persona, per quanto geniale, creativa, amorevole come quella dei grandi maestri che ci hanno preceduto, da Gandhi a Martin Luther King, da Danilo Dolci ad Aldo Capitini, da Buddha a Gesu'. E' un compito collettivo dell'intera umanita', possibile, doveroso, entusiasmante, per mettere fine alla violenza nella storia e far compiere un salto evolutivo alla natura umana.
3. MATERIALI. UN MODELLO DI LETTERA AI MINISTRI ED ALCUNI INDIRIZZI UTILIZZABILI
Egregi ministri,
receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.
Ascoltate la voce della vostra stessa coscienza. Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti.
*
Alcuni indirizzi di posta elettronica cui scrivere:
Presidenza del Consiglio dei Ministri: matteo at governo.it; segreteria.presidente.renzi at governo.it; centromessaggi at governo.it; cerimonialedistato at governo.it; segrcd at governo.it; ufficio_stampa at governo.it; segreteriadelportavoce at governo.it; uscm at palazzochigi.it; ucm at palazzochigi.it; urpdfp at funzionepubblica.it; segreteriacd at protezionecivile.it; ddg at governo.it; info at gioventu.it; urp at serviziocivile.it; info at politicheeuropee.it; riformeistituzionali at palazzochigi.it; segreteria.pariop at governo.it; segreteriacapodipartimento.affariregionali at governo.it; rapportiparlamento at governo.it; diset at palazzochigi.it; dipe.segreteriacd at governo.it; segrgen at governo.it; uci at governo.it;
Ministro per gli affari regionali: segreteria.ministrolanzetta at palazzochigi.it; segreteria.fiorentino at governo.it; legislativo.dar at governo.it; ufficiostampa.affariregionali at governo.it;
Dipartimento per i rapporti con il Parlamento: p.aquilanti at governo.it; a.sabbatella at governo.it; rapportiparlamentodipartimento at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio1 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio2 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio3 at governo.it;
Semplificazione e pubblica amministrazione: gabinetto at governo.it; legislativo at governo.it; s.laudisa at governo.it; segreteriasottosegretariorughetti at governo.it; a.damato at governo.it; g.petrelli at governo.it;
Affari Esteri: gabinetto at esteri.it; SGUDC at esteri.it; uap at esteri.it; unita.crisi at esteri.it; ufficio.statistica at esteri.it;
Interno: gabinetto.ministro at interno.it; caposegreteria.ministro at interno.it; segreteriatecnica.ministro at interno.it; segreteriaufficiostampa at interno.it; ufficiocomunicazione at interno.it; responsabile.pubblicazione at interno.it;
Giustizia: callcenter at giustizia.it; redazione at giustizia.it; webmaster at giustizia.it; matteo.bianchi01 at giustizia.it; centrocifra.gabinetto at giustizia.it; responsabiletrasparenza.gabinetto at giustizia.it;
Difesa: spi at gabmin.difesa.it; udc at gabmin.difesa.it;
Economia e Finanze: segreteria.capogabinetto at tesoro.it; alessandro.tonetti at tesoro.it; edoardo.valente at tesoro.it; fabrizio.pagani at tesoro.it; caposegreteria.ministro at tesoro.it; portavoce at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it; segreteria.ucd at tesoro.it; segreteria.aiutantedicampo at tesoro.it; segreteria.direttoregabinetto at tesoro.it; segreteria.sica at tesoro.it; legislativo at tesoro.it; legislativo.finanze at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it;
Sviluppo economico: segreteria.ministro at mise.gov.it; segreteria.capogabinetto at mise.gov.it; segrpanzironi.vcgab at mise.gov.it; barbara.luisi at mise.gov.it; direttore.oiv at mise.gov.it; segreteriatecnica.ministro at mise.gov.it; ufficio.legislativo at mise.gov.it; cons.dip at mise.gov.it; gerardo.orsini at mise.gov.it;
Politiche agricole: ministro at mpaaf.gov.it; capogabinetto.segr at mpaaf.gov.it; vicecapodigabinetto1 at mpaaf.gov.it; vicecapogabinetto.lasalvia at mpaaf.gov.it; ministro.caposegreteria at mpaaf.gov.it; ministro.segreteria at mpaaf.gov.it; gabinetto.segreteriatecnica at mpaaf.gov.it; segreteria.ufficiostampa at mpaaf.gov.it; ufficiostampa at mpaaf.gov.it;
Ambiente: segreteria.capogab at minambiente.it; segreteria.vicecapogab at minambiente.it; cruciani.loredana at minamabiente.it; nardi.franca at minambiente.it; durso.roberto at minambiente.it; calabresi.oriana at minambiente.it; sepe.vittorio at minambiente.it; sciomer.carolina at minambiente.it; segreteria.tecnica at minambiente.it; segr.ufficiostampa at minambiente.it; ufficiostampa at minambiente.it;
Infrastrutture e trasporti: segreteria.ministro at mit.gov.it; ivano.russo at mit.gov.it; giada.fazzalari at mit.gov.it; segreteria.decaro at mit.gov.it; cosimo.durante at mit.gov.it; emmanuele.forlani at mit.gov.it; marcello.dicaterina at mit.gov.it; nicola.bonaduce at mit.gov.it; fpaola.anelli at mit.gov.it; mteresa.dimatteo at mit.gov.it; piero.dalessio at mit.gov.it; raffaele.ditrani at mit.gov.it; lucia.falsini at mit.gov.it; ufficio.stampa at mit.gov.it; enrico.seta at mit.gov.it; legislativo.segr at mit.gov.it; antonella.nicotra at mit.gov.it; pietro.gallo at mit.gov.it; oiv at mit.gov.it; cosimo.caliendo at mit.gov.it; alessandro.molinaro at mit.gov.it; giuseppina.zarra at mit.gov.it; aff.internazionali at mit.gov.it;
Lavoro e politiche sociali: segrgabinetto at lavoro.gov.it; Patrocini at lavoro.gov.it; ufficioconvegniministro at lavoro.gov.it; segreteriatecnica at lavoro.gov.it; ufficiolegis at lavoro.gov.it; ufficiostampa at lavoro.gov.it; cons.dipl.lavoro at lavoro.gov.it;
Salute: segr.capogabinetto at sanita.it; a.camera at sanita.it; segreteriaministro at sanita.it; segr.tecnicaministro at sanita.it; segr.legislativo at sanita.it; ra.dragonetti at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it;
Miur: segreteria.cdg at istruzione.it; segreteria.montesarchio at istruzione.it; segreteria.gargano at istruzione.it; uffstampa at istruzione.it; uffleg.capo at istruzione.it; paolo.sciascia at istruzione.it; e.borelli at istruzione.it; segr.dip.istruzione at istruzione.it; marco.mancini at miur.it; dipprog.segreteria at istruzione.it; segreteria.donghia at istruzione.it; segreteria.reggi at istruzione.it; segreteria.toccafondi at istruzione.it;
Beni culturali: gabinetto at beniculturali.it; ufficiolegislativo at beniculturali.it; ministro.segreteria at beniculturali.it; consiglierediplomatico.segreteria at beniculturali.it; ufficiostampa at beniculturali.it;
E per opportuna conoscenza: pietro.grasso at senato.it; laura.boldrini at camera.it
4. MATERIALI. UN MODELLO DI LETTERA AI PARLAMENTARI
Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
*
Sapete gia' che quella decisione governativa e' profondamente errata e inammissibile sotto ogni punto di vista: logico e giuridico, politico e morale, finanche strategico e tattico; sapete gia' che quella decisione governativa espone gratuitamente, assurdamente, scelleratamente a un gravissimo pericolo di morte quei nostri soldati; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le maestranze della diga; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le popolazioni dei dintorni ed a valle dell'impianto; e sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche la popolazione residente in Italia.
*
E valga il vero.
La diga di Mosul si trova nei pressi della citta' di Mosul, una roccaforte dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.
La presenza di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul sara' presentata dalla propaganda dell'Isis come "invasione crociata" e quei soldati diverranno ipso facto un fin troppo facile bersaglio di attentati stragisti.
Non solo: con essi anche il nostro paese diverra' primario bersaglio di attentati stragisti che verranno presentati dalla delirante propaganda dell'organizzazione terrorista come pretesa "reazione" alla nostra presunta "invasione crociata".
Col duplice e doppiamente atroce risultato che molte persone verranno assassinate dai terroristi, e che questi massacri avranno anche come effetto di alimentare il consenso nei confronti dell'Isis da parte dell'uditorio cui la sua propaganda si rivolge, uditorio diffuso su piu' continenti che ci percepisce come un paese occidentale membro del sistema di alleanze militari responsabile delle guerre e delle occupazioni militari, dei massacri e delle rapine, che da decenni stanno insanguinando il Medio e il Vicino Oriente.
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Vi e' anche noto che Mosul e' bersaglio dei massicci bombardamenti di paesi nostri alleati, bombardamenti che non distruggono solo strutture e materiali ma uccidono vite umane, ed uccidono non solo dirigenti e miliziani dell'organizzazione terrorista, ma anche civili innocenti e due volte vittime, vittime della dittatura terrorista e schiavista dell'Isis e vittime dei bombardamenti dei nostri alleati.
I nostri soldati dispiegati alla diga di Mosul corrono un enorme rischio di divenire le probabilissime vittime sacrificali della rappresaglia dei terroristi per i bombardamenti dei nostri alleati sulla citta' di Mosul.
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Inoltre, non puo' sfuggirvi che utilizzare le forze armate del nostro paese in funzione di "polizia privata" di private imprese e' in flagrante contraddizione con la funzione istituzionale di un'articolazione del nostro ordinamento giuridico; e gia' in passato questo uso improprio dei militari italiani come "security" di aziende private ha dato luogo a vicende gravissime, come l'assurda uccisione di due innocenti pescatori indiani (un terribile, immedicabile lutto), con la conseguente privazione della liberta' di due nostri soldati da anni in attesa di processo (che peraltro potrebbero essere innocenti del reato loro ascritto e comunque devono essere presunti tali fino a sentenza definitiva, ma che dati i significati politici e le utilizzazioni propagandistiche di cui si e' caricata la drammatica vicenda nulla garantisce che avranno un processo equo) e la profonda controversia internazionale che ci oppone all'India (controversia che ha gia' dato luogo a ulteriori episodi indegni, del tutto riprovevoli, assai nocivi e gravidi di ulteriori pericoli).
*
Infine, sapete benissimo che interventi militari unilaterali stranieri - italiani o di altri paesi - in Iraq o nelle altre zone di brutale, sanguinario conflitto sono peggio che inutili, sono del tutto dannosi.
Sapete benissimo che per contrastare l'Isis occorre un'operazione di polizia internazionale con le caratteristiche definite dall'Onu nel suo piu' recente pronunciamento.
Sapete benissimo che il terrorismo che oggi insanguina non solo il Medio Oriente ma vari paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa e' stato generato anche e innanzitutto dalle sciagurate guerre realizzate o promosse da coalizioni militari in cui tragicamente siamo stati e siamo coinvolti.
E sapete anche che la guerra non solo genera terrorismo, ma e' gia' terrorismo essa stessa, consistendo in effetti nell'uccisione massiva di esseri umani.
E ricordate certo che l'Italia in Iraq ha gia' preso parte ai bombardamenti stragisti della prima guerra del Golfo; ed ha gia' preso parte altresi' all'occupazione militare seguita alla conclusione della seconda guerra del Golfo (occupazione militare nel corso della quale da parte di personale di paesi nostri alleati furono commessi gravissimi crimini contro l'umanita').
E ricordate infine che il nostro paese in Iraq ha gia' pagato un tremendo tributo di sangue: nessuno puo' dimenticare la strage di Nassiriya.
*
Da tutto cio' consegue che l'annunciata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto irrazionale, immorale, illegale; ed espone gratuitamente, assurdamente e sciaguratamente quei giovani, quell'impianto e chi vi lavora, e chi vive nei dintorni ed a valle dello stesso, ed il nostro paese infine, a un enorme rischio di essere fatti bersaglio di attentati stragisti dalle tragiche conseguenze di proporzioni fin inimmaginabili.
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Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
in ragione di tutto cio' vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di sodati italiani alla diga di Mosul.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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E' questa un'ora, un "kairos", in cui e' richiesto di agire secondo verita', secondo giustizia, secondo scienza e coscienza, per il bene comune, per salvare le vite innocenti in pericolo.
Sperando in un vostro tempestivo, persuaso, adeguato intervento, vogliate gradire distinti saluti.
5. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"
Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
*
Il comitato si prefigge di:
1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;
2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;
3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;
4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;
5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;
e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
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Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.
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Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
6. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING REVOLUTION 2016
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Insieme a 200 nazioni nel mondo, in piu' di 90 citta' e paesi in Italia il 14 febbraio 2016 si ballera' di nuovo per dire basta alla violenza contro le donne e le bambine.
Torna per il quarto anno consecutivo "One Billion Rising", la campagna ideata da Eve Ensler che spinge oltre un miliardo di persone a danzare e manifestare la volonta' di cambiamento, scegliendo l'arte, la musica e la poesia come segno di sfida e di celebrazione.
One Billion Rising Revolution e' un movimento globale, una rivoluzione che comincia dal corpo; e' spontaneita' e rumore, energia, ritmo di tamburi, per trasformare il dolore in potere, per affermare che ogni donna ha il diritto di vivere e decidere del proprio corpo e del proprio destino.
Iniziata nel 2013 e diventata da subito la piu' grande manifestazione di massa della storia dell'umanita', One Billion Rising rinnova alle donne e agli uomini di tutto il mondo l'appuntamento per il 14 febbraio 2016, il giorno di San Valentino: non fiori e cioccolatini, quindi, ma ancora una volta la testimonianza dell'impegno e della volonta' profonda di fermare con ogni mezzo culturale, legale e civile la violenza sulle donne e sulle bambine.
One Billion Rising nasce da un'idea della scrittrice statunitense Eve Ensler, fondatrice del movimento V-Day e autrice de I monologhi della vagina, partendo dalla sconvolgente statistica delle Nazioni Unite che stimano che una donna su tre sul pianeta sara' picchiata o stuprata nel corso della vita.
Questo significa un miliardo di donne e bambine.
Dopo l'exploit del 2013, nel 2014 e nel 2015 One Billion Rising ha continuato la sua battaglia con un'adesione crescente a livello globale, aprendo un nuovo dibattito sui diritti, il razzismo, le disuguaglianze economiche e le guerre dichiarate sui corpi delle donne in tutto il mondo.
Il 14 febbraio 2016 sara' il giorno del quarto appuntamento con One Billion Rising e il tema della Rivoluzione, gia' protagonista nel 2015, continua anche quest'anno. In Italia l'attenzione si concentrera' sulle donne che vivono una condizione di paura ed emarginazione come le donne migranti, che costrette ad abbandonare il loro paese per sfuggire a guerre e condizioni di vita inaccettabili, subiscono violenza fisica e psicologica durante i loro lunghi e dolorosi spostamenti.
Ricco e ampio e' l'elenco degli eventi che animeranno questa giornata di festa e di impegno in tutto il territorio nazionale. Cortei, concerti, flash mob, danze, spettacoli, proiezioni e canti si susseguiranno in tutte le regioni italiane, da Trieste a Palermo, da Trento a Sassari da Galatina a Rimini, idealmente unite in un corpo unico, in un'unica voce potente ma gentile, che il 14 febbraio prendera' vita tra le strade del mondo intero.
"One Billion Rising Italia" vede l'adesione e la partecipazione di Differenza Donna, D.I.Re, Emergency, Cgil, Terre des hommes, ArciLesbica e molte altre associazioni e scuole.
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Video One Billion Rising 14 febbraio 2016:
https://youtu.be/HjA80QcwpxQ
Per scaricarlo:
https://www.dropbox.com/s/ncvx95k7e6k5jrg/OBR%20spot%20italiano%202016_B.mp4.zip?dl=0
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Per maggiori informazioni e per aderire alla campagna:
http://www.onebillionrising.org/
https://www.facebook.com/obritalia
http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
https://twitter.com/OBRItalia
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Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini, Coordinamento One Billion Rising Italia
Per contatti:
nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com
#1billionrising #rise4revolution
tel.: 3475320420
skype ni_nico
7. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: COME ADERIRE ALLA CAMPAGNA ONE BILLION RISING 2016
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
La danza di One Billion Rising Italia e' cominciata!
In attesa dell'evento del 14 febbraio 2016 in cui tutti insieme nel mondo diremo il nostro no alla violenza, si mette in moto l'organizzazione vera e propria degli eventi che porteranno alla chiamata globale del 14.
Per questo chiediamo alle associazioni e a tutti coloro che vogliono organizzare un evento di seguire alcune semplici indicazioni, per uniformarci tutti e far si' che l'iniziativa One Billion Rising del 14 febbraio sia veramente un "evento comune":
- Iscriviti al sito (link sotto) per organizzare un evento
http://www.onebillionrising.org/sign-up/thank-you-for-signing-up-with-1-billion-rising/
e inoltra queste informazioni ad associazioni in tema con il nostro, singoli cittadini, amministrazioni, ecc, piu' siamo, meglio e'!
- Diffondi i nostri riferimenti, seguici sui social, condividi i contenuti che troverai e invita i tuoi contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio:
Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/
Facebook: https://www.facebook.com/obritalia
Tumblr: http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
Twitter: @OBRItalia e usa sempre gli hashtag #Rise4Revolution #1billionrising
- Cambia la tua immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube e utilizza i loghi ufficiali che puoi scaricare cliccando sul link qui sotto
https://www.dropbox.com/s/ghjy8uqaaausctq/OBR_ITA.zip?dl=0
- Crea una pagina o un gruppo facebook One Billion Rising della tua citta' per aggiornare, condividere informazioni e notizie con altri gruppi One Billion Rising e con tutte le persone interessate.
- Organizza un flash mob "Break the Chain" durante l'evento del 14 febbraio, seguendo il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia e ricorda che l'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche o momenti di lettura. Qualsiasi atto e' rivoluzione!
Per le letture, qui di seguito troverai alcuni suggerimenti:
Alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale"
https://www.facebook.com/notes/726985350769036/
"L'insurrezione"
https://www.facebook.com/notes/420568794744028/
"La mia rivoluzione"
https://www.facebook.com/notes/614106738723565/
"Preghiera di un uomo"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/preghiera-di-un-uomo/420567628077478
"Fino a quando"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/un-miliardo-di-persone-si-solleveranno-contro-lingiustizia-_-eve-ensler/420562104744697
"E poi saltavamo"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/e-poi-saltavamo/420564564744451
Traduzione di "Break the chain" credits Tena Clar- Musiche Tena Clark/Tim Heintz, di M. G. Di Rienzo
https://www.facebook.com/notes/420570218077219/
Se vuoi qui puoi trovare altre idee:
http://www.onebillionrising.org/resources/toolkit/
Attenzione: Essendo il 14 febbraio una domenica, l'evento si puo' organizzare anche nei giorni precedenti 12-13 febbraio, per esempio il sabato nelle scuole e la domenica nelle piazze cittadine.
Per dichiarare l'adesione o ricevere maggiori informazioni puoi inviare un messaggio al seguente indirizzo: nico at onebillionrising.org
Saremo molto contenti di fornirti tutte le indicazioni necessarie.
Grazie!
Ascolta! Agisci! Partecipa! 14 febbraio 2016
Coordinamento Italia One Billion Rising
Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini
#1billionrising #rise4revolution
8. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Michel Onfray, Pensare l'Islam, Salani-Rcs, Milano 2016, pp. 160, euro 8,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Arthur Schopenhauer, Il mondo come volonta' e rappresentazione, Laterza, Roma-Bari 1914-16, 1972, 2 voll. per pp. LXXX + 688.
- Arthur Schopenhauer, Il mondo come volonta' e rappresentazione, Mondadori, Milano 1989, 2008, pp. XLVIII + 804.
- Arthur Schopenhauer, Il mondo come volonta' e rappresentazione, Rcs-Bompiani, Milano 2006, 2009, pp. 768.
- Arthur Schopenhauer, La volonta' nella natura. La liberta' del volere umano. Il fondamento della morale, Laterza, Roma-Bari 1970-2005, Mondadori, Milano 2009, pp. XLVI + 658.
- Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Adelphi, Milano 1981-1983, 1998, 2 voll. per pp. 686 + 926.
- Arthur Schopenhauer, Sulla quadruplice radice del principio di ragione sufficiente, Rcs, Milano 1995, pp. 240.
- Arthur Schopenhauer, Supplementi al "Mondo come volonta' e rappresentazione", Laterza, Roma-Bari 1930, 1986, 2 voll. per pp. 672.
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Riedizioni
- Gianni Rodari, Il gioco dei quattro cantoni, Rcs, Milano 2016, pp. 208, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2248 del 4 febbraio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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