[Nonviolenza] Telegrammi. 2227



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2227 del 14 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Mentre gli americani bombardano Mosul

2. Alcuni articoli del mese di dicembre

3. Fermatevi. Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore

4. In piazza a Viterbo. Un appello a impedire una tragica follia del governo

5. Il nocciolo della questione, ed il resto e' silenzio

6. Una lettera alle persone amiche

7. Associazione "Respirare": Il governo receda dalla decisione insensata e illegale di inviare soldati italiani a Mosul

8. La strage annunciata. E tu impediscila

9. No a un'altra Nassiriya

10. In questo 25 dicembre un appello alle istituzioni repubblicane ed alle persone di volonta' buona

11. In nome delle vittime di Nassiriya, in nome di tutte le vittime di tutte le guerre e di tutte le stragi, chiediamo al governo italiano di non inviare soldati a Mosul

12. Ascolti il governo la voce dell'umanita'

13. Una preghiera a chi legge questo foglio

14. Sollecito, fraterno, accorato un consiglio al Presidente del Consiglio

15. Suscitiamo un'opposizione corale del popolo italiano alla folle e criminale decisione governativa di esporre assurdamente a un grave pericolo di morte centinaia di persone

16. Il tuo primo pensiero

17. Una conversazione a Viterbo sui compiti dell'ora: salvare le vite, opporsi a tutte le uccisioni

18. La "Carta" del Movimento Nonviolento

19. Per saperne di piu'

 

1. LUGUBRI CINGUETTII. MENTRE GLI AMERICANI BOMBARDANO MOSUL

 

Mentre gli americani bombardano Mosul, il governo italiano manda i nostri soldati a far da bersaglio per gli attentati stragisti dell'Isis alla diga di Mosul.

 

2. MATERIALI. ALCUNI ARTICOLI DEL MESE DI DICEMBRE

 

Riproponiamo di seguito alcuni degli articoli del mese scorso dedicati alla richiesta che il governo receda dalla decisione insensata, illegale e funesta di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

 

3. REPETITA IUVANT. FERMATEVI. IL GOVERNO NON PRECIPITI L'ITALIA NELL'ABISSO DELLA GUERRA E DEL TERRORE

 

L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia.

Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.

Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore.

*

L'Italia operi invece contro la guerra e contro il terrorismo, per il disarmo e la smilitarizzazione, per la pace con mezzi di pace, per la protezione dei diritti umani con strumenti coerenti e adeguati, per un'azione di polizia internazionale che e' l'esatto contrario della guerra.

Non soldati ed armi occorre inviare nei luoghi sconvolti dalle guerre, dalle dittature e dal terrorismo, ma aiuti umanitari che salvino le vite, corpi civili di pace che salvino le vite, e risorse a sostegno della costruzione di esperienze di difesa popolare nonviolenta che salvino le vite, risorse a sostegno del ripristino dei servizi essenziali e di un'amministrazione civile funzionante che salvino le vite; ed insieme a questo occorre un forte sostegno politico e reali incentivi materiali al dialogo, alla cooperazione ed alla riconciliazione tra tutte le parti in conflitto disponibili a convergere su un impegno comune per la pace, la democrazia, la legalita', il rispetto dei diritti umani e dei popoli.

Non un intervento militare, ma un'azione politica e diplomatica che isoli i terroristi e salvi le vite.

Non ulteriori atti di guerra, ma un'opera di contrasto politico ed economico che costringa i governi complici dei terroristi - dalla Turchia all'Arabia Saudita, dal Kuwait al Qatar - a cessare di sostenerli.

Non alimentare la catena del terrore, ma opporsi al terrore con l'iniziativa civile, giuridica, politica, certo anche di polizia, ma altresi' culturale e sociale, ed innanzitutto e decisivamente: umanitaria e nonviolenta, di aiuto materiale alle vittime, intesa a salvare le vite anziche' a distruggerle.

*

L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia.

Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.

Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore.

 

4. REPETITA IUVANT. IN PIAZZA A VITERBO. UN APPELLO A IMPEDIRE UNA TRAGICA FOLLIA DEL GOVERNO

 

La mattina di sabato 19 dicembre 2015 nella principale piazza del quartiere di Santa Barbara il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione per denunciare la piu' tragica follia del governo - l'invio di soldati italiani alla diga di Mosul - e sollecitare istituzioni, movimenti democratici e cittadini a chiedere al presidente del Consiglio dei ministri di recedere da essa prima che ne conseguano nuove stragi.

Ieri il responsabile della struttura nonviolenta viterbese aveva gia' scritto direttamente al capo del governo per invitarlo a non compiere un atto le cui conseguenze possono essere terribili.

*

La scellerata ed insensata decisione annunciata dal premier di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul, nel cuore dell'area in cui opera l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis che proprio a Mosul ha uno dei suoi principali insediamenti, lungi dal contribuire alla sicurezza, aumenta esponenzialmente i rischi di altre stragi, in Iraq e in Siria come anche in Italia.

La strategia dei terroristi (esaminata perfettamente nell'editoriale dell'ultimo volume di "Limes", la miglior rivista di geopolitica italiana) e' proprio quella di indurre, con i loro sanguinari attentati e le loro abominevoli violenze, i paesi democratici a commettere alla propria volta stragi ed altre gravissime violazioni dei diritti umani, cosi' da renderli loro simili e loro complici nel delirio di distruzione da cui sono animati.

E purtroppo tanto le guerre euroamericane degli ultimi decenni in Asia e in Africa, quanto gli attuali bombardamenti a tappeto sui territori occupati dall'Isis (bombardamenti di cui sono vittime anche e innanzitutto le popolazioni civili che gia' subiscono la dittatura terrorista e schiavista dell'organizzazione criminale), sono state e sono un enorme sostegno alla propaganda dell'organizzazione criminale dell'Isis, poiche' ad orrore aggiungono orrore, a strage strage, in un sanguinario inabissamento nella disumanita' che infine eguaglia tutti i carnefici, tutti i massacratori.

Ben altro occorre fare, e la via e' quella indicata dall'Onu con l'ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza: l'Italia deve sostenere l'iniziativa dell'Onu ed evitare assolutamente interventi militari nell'area del conflitto.

L'Isis si sconfigge con un'azione di polizia internazionale, ma a tal fine occorre ricostituire la sovranita' di ordinamenti giuridici legittimi sull'intero territorio tanto in Iraq quanto in Siria e in Libia (e negli altri paesi africani ed asiatici in cui i gruppi terroristi controllano o effettuano incursioni su vaste aree), e per questo occorre far cessare la guerra e promuovere il disarmo, la smilitarizzazione, il dialogo e la convergenza di tutte le parti disponibili a contribuire a un processo di pace e di ripristino delle infrastrutture amministrative e delle istituzioni legittime, di democratizzazione inclusiva e rispettosa dei diritti umani.

Dispiegare soldati italiani alla diga di Mosul significa fare di loro, della diga e dell'Italia un bersaglio per gli attentati dei terroristi, che assassinando nostri connazionali in armi in Medio Oriente - o compiendo attentati in Italia - presenterebbero, certo menzogneramente ma nondimeno efficacemente, nella loro mostruosa propaganda queste uccisioni come atti di "guerra ai crociati invasori" e ne ricaverebbero un ennesimo vantaggio mediatico e finanche un potenziale incremento del consenso - e una crescita del sostegno finanziario e fin del reclutamento - presso i loro interlocutori di riferimento all'interno di un vastissimo uditorio non immemore delle guerre e delle occupazioni coloniali e neocoloniali, dei crimini imperialisti e razzisti, e degli orrori commessi nelle guerre condotte dall'occidente in Asia e in Africa in questi ultimi decenni.

Totalmente errati e controproducenti sono pertanto gli interventi militari che esporrebbero i soldati italiani a un concreto pericolo sia di essere uccisi che di uccidere; cio' che invece assolutamente occorre e' un'azione diplomatica, umanitaria, politica, economica, culturale, di soccorso alle vittime e di sostegno alle esperienze nonviolente di solidarieta', che contrasti il terrorismo con la forza della legalita', della democrazia, dell'azione civile che salva le vite invece di sopprimerle.

*

Il responsabile della storica struttura nonviolenta viterbese ha concluso il suo discorso riassumendone il senso e il fine in quattro punti.

Primo: non inviare soldati italiani alla diga di Mosul, poiche' significherebbe fare di quei soldati, di quella diga, dell'Italia intera un bersaglio privilegiato per nuovi atti terroristici dell'organizzazione criminale stragista e schiavista; atti terroristici che oltretutto verrebbero poi presentati dalla propaganda dell'Isis come atti di guerra "contro i crociati invasori" probabilmente riuscendo a ingannare e sedurre i destinatari della loro azione mediatica, alimentando il reclutamento di altri sicari onnicidi ed estendendo cosi' la propria consistenza e le proprie attivita' delittuose. Inviare soldati italiani aiuta i criminali dell'Isis.

Secondo: il governo italiano receda pertanto immediatamente da questa folle decisione i cui esiti potrebbero essere terrificanti:

a) vi e' infatti il pericolo di una strage di soldati italiani alla diga di Mosul; a seguito della quale peraltro l'Italia rischierebbe anche di trovarsi intrappolata in una delirante escalation di violenza armata che e' proprio cio' che i terroristi vogliono;

b) vi e' inoltre il pericolo di un attentato esplosivo di proporzioni tali da provocare l'avvio del crollo della diga, e questo causerebbe una catastrofe con un numero incalcolabile di vittime;

c) vi e' infine il pericolo di attentati in Italia con gli esiti gia' visti a Madrid, a Londra, a Parigi, con la possibilita' di un immane spargimento di sangue e un ulteriore avvitarsi della spirale della violenza.

E' quindi del tutto evidente ad ogni persona ragionevole che la decisione governativa di inviare soldati italiani alla diga di Mosul e' la pazzia delle pazzie, un azzardo che puo' costare un'ecatombe di vite umane.

Terzo: l'intero popolo italiano faccia dunque sentire la sua voce al governo e chieda l'immediata revoca di quella decisione; in tutta Italia si organizzino incontri di informazione, di coscientizzazione, di mobilitazione per invitare il governo a revocare quella stoltissima e sciaguratissima decisione; in tutta Italia singole persone, associazioni e movimenti democratici, le istituzioni dai Comuni al Parlamento si esprimano e persuadano il governo a tornare alla ragione, alla prudenza, alla saggezza, al rispetto per la vita.

Quarto: il primo dovere di un governo democratico, di uno stato di diritto, e' infatti rispettare, proteggere, salvare le vite. Il governo italiano non invii nessun soldato alla diga di Mosul. L'Italia sostenga piuttosto l'iniziativa dell'Onu e si adoperi per far cessare la guerra in Siria, indispensabile prerequisito per avviare l'azione di polizia internazionale che sola puo' contrastare e sconfiggere l'organizzazione criminale, terrorista e schiavista dell'Isis; l'Italia intensifichi l'impegno umanitario di soccorso alle vittime e di promozione della pace, del disarmo, della smilitarizzazione dei conflitti.

*

Di seguito i testi di tre lettere inviate dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" al presidente del Consiglio dei ministri in queste ultime settimane dopo il massacro di Parigi per invitarlo a non agire stoltamente secondo la volonta' dei terroristi stragisti, ed a scegliere invece di percorrere la via della pace e dei diritti umani, della legalita' e della democrazia, della nonviolenza che a tutti i crimini si oppone e salva le vite.

(...)

 

5. REPETITA IUVANT. IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE, ED IL RESTO E' SILENZIO

 

Senza reticenze, senza ipocrisie, senza eufemismi, il nocciolo della questione e' questo: che l'invio di 450 soldati italiani alla diga di Mosul verra' presentato dalla propaganda dell'Isis come "un'invasione crociata" delle truppe di uno degli stati che dagli anni Novanta ha preso parte alla guerra e alle stragi e successivamente all'occupazione militare neocoloniale, devastatrice, rapinatrice, imperialista e razzista dell'Iraq.

E questa propaganda sara' ovviamente svolta - come e' proprio della strategia terroristica - attraverso sanguinosi attentati che potranno essere diretti contro i soldati italiani, contro la diga, contro l'Italia.

Ogni persona ragionevole e' in grado di prevederlo.

*

Cosi' come ogni persona ragionevole sa che l'indispensabile prerequisito per una adeguata operazione di polizia internazionale che contrasti realmente l'Isis in modo appropriato ed efficace e' la cessazione della guerra e di tutti gli atti alla modalita' della guerra riconducibili.

L'insediamento territoriale dell'Isis in una vasta area tra l'Iraq e la Siria e' principalmente la conseguenza delle guerre eseguite in proprio o attraverso mandatari dalle potenze euroamericane che hanno provocato - insieme alle stragi, le devastazioni, la disperazione e la barbarie che tutte le guerre implicano e disseminano - la destrutturazione degli ordinamenti giuridici in entrambi i paesi ed il riprodursi, l'imporsi e l'estendersi della violenza terrorista e schiavista su scala sempre piu' ampia, in forme sempre piu' pervasive.

Qualunque intervento militare europeo e americano nell'area in quanto prosegue la guerra e le stragi segna ipso facto il trionfo dell'Isis, lo rafforza nell'organizzazione e nell'ideologia, nella strategia e nella propaganda, e ne moltiplichera' il reclutamento e gli attentati li' e in tutto il mondo.

Per contrastare la barbarie dell'Isis lo strumento militare e' peggio che inadeguato, e' del tutto controproducente; la presenza in loco di truppe europee o americane, cosi' come la prosecuzione dei bombardamenti che provocano ulteriori stragi di civili, e' il piu' grande aiuto che i governi euroamericani forniscono all'Isis, la piu' sciagurata, infame e insensata forma di complicita' con il terrorismo.

La tragedia dell'Afghanistan dovrebbe pur aver insegnato qualcosa.

La tragedia della Libia dovrebbe pur aver insegnato qualcosa.

L'analisi razionale degli esiti dello scatenamento di tutte le guerre dovrebbe pur aver insegnato qualcosa.

*

Il nocciolo della questione e' questo: l'invio di soldati italiani alla diga di Mosul e' un ulteriore passo nell'escalation onnicida, e' un ulteriore passo verso l'estensione della catastrofe.

Occorre invece l'esatto contrario: immediate trattative di pace in Siria, come auspicato dall'Onu; immediate azioni di disarmo e di smilitarizzazione dei conflitti; avvio di un'operazione di polizia internazionale che innanzitutto tagli i rifornimenti all'Isis; immediati ingenti soccorsi umanitari alle popolazioni; azione diplomatica, politica, economica; interventi di pace con mezzi di pace; ricostruzione delle infrastrutture amministrative che forniscano i servizi essenziali alle popolazioni vittime di guerre e dittature, vittime di devastazioni e violenze inaudite, e vittime anche della cinica nostra politica.

*

Il terrorismo non si sconfigge con le armi; le armi sono gia' il terrorismo.

Il terrorismo non si contrasta con la guerra; la guerra e' gia' il terrorismo.

L'organizzazione criminale dell'Isis va affrontata con gli interventi e gli strumenti civili e di polizia appropriati: il popolo italiano lo sa, poiche' della violenza terroristica neofascista, della violenza terroristica nichilista, della violenza terroristica mafiosa ha fatto dura esperienza nelle proprie carni; sa che alla mafia non ci si oppone bombardando Palermo o Roma; sa che al neofascismo non ci si oppone dispiegando truppe; sa che il primo dovere di un ordinamento giuridico costituzionale democratico e' operare per salvare le vite. E per salvare le vite non atti di guerra occorrono, ma di pace, di umanita', di civilta'.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Ed occorre che receda subito perche' nel perverso intreccio tra guerra asimmetrica, societa' dello spettacolo, terrorismo come propaganda e globalizzazione dei massacri, gli stessi proclami ad uso dei media, gli stessi annunci televisivi, generano immediatamente effetti letali nella realta': il semplice annuncio dell'invio dei soldati puo' gia' scatenare un'escalation, puo' gia' provocare attentati, puo' gia' portare a nuove stragi altrimenti evitabili.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Le stupefacenti motivazioni dell'insensata e inammissibile decisione cosi' come esposte dal presidente delle Consiglio dei ministri e dalla ministra della Difesa prostituiscono i soldati italiani (ripetiamolo: mettendo in gravissimo pericolo le vite loro, di ogni cittadino italiano, e di innumerevoli persone abitanti a valle della diga di Mosul) ad un'operazione di accaparramento di una commessa da parte di un'impresa privata: e non e' chi non veda la flagrante illegalita', immoralita' e follia di questa operazione in cui vite umane vengono messe a rischio dallo stato italiano a mero vantaggio dell'arricchimento di un soggetto privato.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Il governo deve revocare una decisione che fin d'ora mette in pericolo innumerevoli vite: in tanto un governo democratico in uno stato di diritto e' legittimato a governare in quanto la sua azione e' intesa a rispettare, difendere e salvare le vite; la decisione dell'invio dei soldati a Mosul e' palesemente fuorilegge, e' palesemente scellerata, e' palesemente assurda, e' palesemente in conflitto con il primo dovere del governo stesso: rispettare le leggi, rispettare le vite.

*

Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Il resto e' silenzio.

 

6. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALLE PERSONE AMICHE

 

Il nostro scopo e' salvare le vite.

Possiamo e dobbiamo costruire una mobilitazione corale che faccia recedere il governo dalla sciagurata decisione di inviare soldati alla diga di Mosul.

Possiamo riuscire a far revocare questa scellerata decisione. Ed anche se non dovessimo riuscirci, e' comunque giusto e necessario fare quanto in nostro potere per contrastare questo azzardo insensato, illegale, immorale, le cui conseguenze possono essere terribilmente funeste.

Possiamo riuscirci a far recedere il governo dalla sciagurata decisione di inviare soldati alla diga di Mosul, e per molte ragioni. Ma per riuscirci dobbiamo deciderci ad agire adesso, a costruire subito una mobilitazione nonviolenta vasta e profonda, persuasa e adeguata; e per questo occorre che le persone, le associazioni, i movimenti e le istituzioni che si ritengono e si dichiarano impegnati per la pace e i diritti umani si adoperino concretamente, coerentemente ed immediatamente per convincere il governo, il parlamento e il capo dello stato a far si' che l'annunciata decisione sia al piu' presto esplicitamente ed inequivocabilmente revocata.

*

Per cominciare si puo' e si deve far sapere al governo, al parlamento e al capo dello stato la nostra opposizione, e le ragioni concrete ed irrefutabili della nostra opposizione.

E quindi alle singole persone chiediamo di scrivere al governo, al parlamento ed al capo dello stato, ma anche ai mezzi d'informazione, lettere in tal senso.

Alle associazioni e ai movimenti chiediamo di redigere e rendere pubblici documenti in tal senso.

Alle istituzioni impegnate per la pace e i diritti umani chiediamo di deliberare ordini del giorno in tal senso; di inviarli al governo, al parlamento ed al capo dello stato; di dare a queste prese di posizione la massima pubblicita'.

A tutte e tutti chiediamo di promuovere iniziative di informazione, sensibilizzazione, espressione pubblica di tale opposizione.

Poi si potra' pensare ad ulteriori iniziative: appelli condivisi, incontri diretti con i membri del governo e del parlamento, manifestazioni pubbliche di rilevanza nazionale, raccolte di firme, altro ancora, ovviamente sempre e solo attenendosi rigorosamente alla scelta della nonviolenza.

*

Non sprechiamo questi giorni di festivita' e valorizziamoli per avviare la nostra azione per far recedere il governo da questa follia.

E' adesso che bisogna iniziare a far sentire la nostra voce, per non dare al governo il segnale dell'indifferenza, della disattenzione, dell'incomprensione della gravita' di cio' che e' stato annunciato.

Agiamo ora: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in nome dell'umanita', della legalita', della democrazia, del diritto alla vita di ogni essere umano.

Possiamo e dobbiamo costruire una mobilitazione corale che faccia recedere il governo dalla sciagurata decisione di inviare soldati alla diga di Mosul.

Il nostro scopo e' salvare le vite.

 

7. REPETITA IUVANT. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": IL GOVERNO RECEDA DALLA DECISIONE INSENSATA E ILLEGALE DI INVIARE SOLDATI ITALIANI A MOSUL

 

Chiediamo al governo di recedere dalla decisione di inviare soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq.

Ogni persona ragionevole sa che questa decisione e' irresponsabile, insensata ed illegale.

Ogni persona ragionevole sa che questa decisione mette in pericolo innumerevoli vite umane.

Ogni persona ragionevole sa che questa decisione rendera' piu' probabili nuove stragi.

Ogni persona ragionevole sa che questa decisione avvantaggera' i terroristi.

Contro il terrorismo occorre un'azione di polizia internazionale, non atti di guerra.

Contro il terrorismo occorre un'azione di polizia internazionale, non bombardamenti anch'essi stragisti.

Contro il terrorismo occorre un'azione di polizia internazionale, non truppe straniere di occupazione.

Contro il terrorismo occorre promuovere democrazia, giustizia e benessere, non guerre, razzismo e colonialismo.

Gli atti di guerra e le occupazioni militari non sconfiggono il terrorismo, ma lo creano e lo alimentano.

La guerra e' gia' terrorismo e genera terrorismo. L'Italia non commetta un nuovo tragico errore.

Chiediamo al governo di recedere dalla decisione di inviare soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq.

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 23 dicembre 2015

L'associazione "Respirare" e' stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

8. REPETITA IUVANT. LA STRAGE ANNUNCIATA. E TU IMPEDISCILA

 

La decisione governativa di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul avra' come primo prevedibilissimo esito una strage, e probabilmente  piu' d'una, la' e qui.

La decisione governativa di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul e' illegale e immorale, insensata e criminale.

Occorre impedire questa strage annunciata.

Occorre convincere il governo a revocare quella decisione; e se non si riesce a convincere il governo occorre convincere il parlamento a respingerla; e se non si riesce a convincere il parlamento occorre convincere il presidente della repubblica a non avallarla.

Se nel governo vi sono persone ragionevoli che non vogliono divenire corresponsabili di stragi e complici dei terroristi, e' necessario che esprimano la loro opposizione all'invio dei soldati italiani alla diga di Mosul.

Se nel parlamento vi sono persone ragionevoli che non vogliono divenire corresponsabili di stragi e complici dei terroristi, e' necessario che esprimano la loro opposizione all'invio dei soldati italiani alla diga di Mosul.

E se il capo dello stato e' persona ragionevole che non vuole divenire corresponsabile di stragi e complice dei terroristi, e' necessario che esprima la sua opposizione all'invio dei soldati italiani alla diga di Mosul.

E se in Italia vi sono ancora persone decenti, e' questo il momento di premere nonviolentemente sul governo, sul parlamento, sul quirinale per impedire la strage annunciata.

Sia immediatamente revocata la scellerata decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

 

9. REPETITA IUVANT. NO A UN'ALTRA NASSIRIYA

 

Lo diciamo senza giri di parole: la decisione annunciata dal governo di dispiegare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' folle e criminale, e puo' provocare un'altra Nassiriya, ed altre stragi e catastrofi ancora peggiori, li' e in Italia.

Lo diciamo senza giri di parole: quella decisione va revocata immediatamente, prima che altre persone siano uccise.

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Lo chiediamo al governo: torni alla ragione, torni alla legalita', torni al dovere morale e civile, torni al rispetto della vita degli esseri umani.

Lo chiediamo al parlamento: neghi il consenso a una follia che puo' provocare tremendi massacri e disastri.

Lo chiediamo al presidente della repubblica: dichiari fin d'ora che in nessun caso ratifichera' una illegittima, stolta ed ignobile decisione che espone un numero incalcolabile di persone alla morte.

Lo chiediamo all'intero popolo italiano: faccia sentire al governo la sua assoluta opposizione a questo azzardo insensato, a questo macabro giocare con la vita delle persone.

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Lo diciamo senza giri di parole: la decisione annunciata dal governo di dispiegare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul deve essere immediatamente revocata.

Lo diciamo senza giri di parole: salvare le vite e' il primo dovere.

 

10. REPETITA IUVANT. IN QUESTO 25 DICEMBRE UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI REPUBBLICANE ED ALLE PERSONE DI VOLONTA' BUONA

 

Conosciamo una legge il cui cuore pulsante con ferme parole recita: "L'Italia ripudia la guerra". E' la legge fondamentale della Repubblica Italiana.

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Inviare soldati italiani alla diga di Mosul - al di la' delle intenzioni - si configura esplicitamente e verra' chiaramente percepito come un intervento militare in zona di guerra, come ripresa di una occupazione militare straniera, come un atto di guerra: un atto illegale, un atto criminale. In un paese gia' funestato da guerre e massacri cui l'Italia ha tragicamente preso parte; in un paese in cui l'Italia insedio' gia' truppe di occupazione con esiti funesti; in un paese in cui si e' gia' verificata la strage di Nassiriya. La strage di Nassiriya.

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Inviare soldati italiani alla diga di Mosul espone loro, espone i lavoratori della diga, espone le popolazioni a valle della diga, espone la popolazione in Italia a probabilissimi, probabilissimi attentati terroristici, ci espone gratuitamente, insensatamente, scelleratamente al massacro. Ci espone gratuitamente, insensatamente, scelleratamente al massacro.

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Inviare soldati italiani alla diga di Mosul non solo non e' utile contro il terrorismo dell'Isis, ma favorisce il terrorismo dell'Isis, e la sua propaganda, il suo reclutamento, la sua espansione. Ogni persona ragionevole se ne rende conto. Cosi' come ogni persona ragionevole sa che in quell'area occorrono interventi non bellici, non militari (dai bombardamenti stragisti alla dislocazione di truppe straniere occupanti), ma di polizia internazionale, di soccorso umanitario, di ripristino della legalita', di ricostituzione delle infrastrutture e di un ordinamento giuridico legittimo e democratico: la via da seguire e' quella indicata finalmente dall'Onu. La guerra non combatte il terrorismo, ma lo genera e lo alimenta, poiche' la guerra e' essa stessa gia' terrorismo.

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Ci rifletta il governo italiano e receda da questa sciagurata, illegale, insensata decisione.

Ci rifletta il parlamento italiano e respinga questa sciagurata, illegale, insensata decisione.

Ci rifletta il Presidente della Repubblica e dichiari fin d'ora l'inammissibilita' di questa sciagurata, illegale, insensata decisione.

Si receda da questa sciagurata, illegale, insensata decisione prima di provocare altre morti, altre stragi, altro orrore, un'ulteriore escalation della guerra, un'ulteriore espansione del terrorismo.

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A tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona chiediamo di esprimere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, la propria opposizione a questa stoltissima e funestissima decisione.

A tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona chiediamo di chiedere che il governo receda immediatamente dall'invio di soldati italiani a Mosul.

In mille forme nonviolente si esprima la volonta' del popolo italiano di salvare le vite invece che di sopprimerle; si esprima la volonta' del popolo italiano che il governo receda dalla decisione folle e criminale di inviare soldati italiani a Mosul.

Noi non dimentichiamo Nassiriya.

Noi non dimentichiamo tutte le vittime di tutte le guerre, di tutti i terrorismi.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

11. REPETITA IUVANT. IN NOME DELLE VITTIME DI NASSIRIYA, IN NOME DI TUTTE LE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE E DI TUTTE LE STRAGI, CHIEDIAMO AL GOVERNO ITALIANO DI NON INVIARE SOLDATI A MOSUL

 

In nome delle vittime di Nassiriya, in nome di tutte le vittime di tutte le guerre e di tutte le stragi, chiediamo al governo italiano di non inviare soldati a Mosul.

Il governo receda da una folle, ignobile, illecita, criminale decisione che puo' comportare la morte di innumerevoli esseri umani.

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La decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' illegale, immorale, insensata.

Illegale: perche' confligge con l'art. 11 della Costituzione.

Immorale: perche' espone ad essere vittime di prevedibilissimi attentati terroristici quei soldati, le popolazioni abitanti nei pressi ed a valle della diga, la popolazione italiana tutta.

Insensata: perche' favoreggia di fatto i terroristi dell'Isis.

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Tutti sanno che la coalizione euroamericana con le due guerre del Golfo ha gia' commesso immani stragi in Iraq, e che in quel paese l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis si e' insediata proprio in conseguenza di quelle guerre.

Tutti sanno che la coalizione euroamericana durante la prolungata occupazione militare dell'Iraq ha commesso gravissimi crimini contro l'umanita', che hanno alimentato il disprezzo e l'odio per i soldati europei ed americani.

Tutti sanno che gli attuali bombardamenti in Iraq e in Siria da parte degli americani, dei russi, dei francesi e di altri stati hanno provocato e continuano a provocare innumerevoli vittime civili.

Tutti sanno che schierare soldati italiani a Mosul significa fare di loro, della diga, dell'Italia un primario bersaglio di attentati terroristici.

*

Ripetiamolo ancora una volta: il terrorismo non si contrasta con gli interventi militari, ma con un'azione di polizia internazionale cosi' come indicato dall'Onu. Gli interventi bellici, i bombardamenti stragisti e le occupazioni militari da parte delle potenze occidentali hanno come effetto il rafforzamento e l'espansione delle organizzazioni terroriste. Gli eserciti della coalizione euroamericana che in Iraq si e' macchiata di tremendi ed infami crimini di guerra e crimini contro l'umanita' non possono essere di nessuna utilita' ma soltanto di enorme danno nella lotta contro il terrorismo; ogni loro intervento avvantaggia l'Isis e la sua propaganda, alimenta il consenso e il reclutamento a vantaggio di quella abominevole organizzazione criminale stragista e schiavista.

Tutti lo sanno, lo dovrebbe sapere anche il governo italiano.

*

In nome delle vittime di Nassiriya, in nome di tutte le vittime di tutte le guerre e di tutte le stragi, chiediamo al governo italiano di non inviare soldati a Mosul.

Il governo receda da una folle, ignobile, illecita, criminale decisione che puo' comportare la morte di innumerevoli esseri umani.

 

12. REPETITA IUVANT. ASCOLTI IL GOVERNO LA VOCE DELL'UMANITA'

 

La redazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", come gia' molte altre persone, associazioni e movimenti impegnati per la pace e i diritti umani, chiede che il governo receda dalla decisione dell'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

*

Inviando centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul il governo espone assurdamente a un gravissimo pericolo di morte quei soldati, i lavoratori civili in loco, le popolazioni civili a valle della diga, l'intero popolo italiano: poiche' inviando centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul il governo rende quei soldati, la diga stessa e gli italiani tutti un bersaglio privilegiato del terrorismo dell'Isis.

Infatti l'Isis pianifica ed esegue gli attentati stragisti anche particolarmente come strumento di propaganda: ed esser messo in condizione di poter agevolmente attaccare quelli che definisce "invasori crociati" pressoche' certamente lo indurra' a commettere una o piu' stragi ricavandone un successo enorme nei termini della sua sanguinaria propaganda e della sua retorica apocalittica, con la conseguente crescita del consenso e quindi sia del finanziamento che del reclutamento.

Nessuno puo' dimenticare che l'Italia prese parte gia' alla prima guerra del Golfo e precisamente ai bombardamenti sulla popolazione irachena.

Nessuno puo' dimenticare che l'Italia prese parte all'occupazione militare dell'Iraq all'indomani della seconda guerra del Golfo, e durante quell'occupazione militare forze della coalizione di cui l'Italia faceva parte commisero atroci crimini contro l'umanita' che si sommarono agli atroci crimini di guerra commessi nel corso delle due guerre.

Nessuno puo' dimenticare che i soldati italiani sono gia' stati bersaglio di un sanguinario attentato terroristico a Nassiriya pochi anni fa.

Inviare i soldati italiani alla diga di Mosul significa offrire all'Isis l'opportunita' di commettere nuove stragi e di trarne enormi vantaggi.

Inviare i soldati italiani alla diga di Mosul e' un crimine e una follia.

Receda il governo italiano dal commettere questa criminale follia.

*

Ben altro occorre fare per contrastare efficacemente l'abominevole organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis: occorre fare cio' che ha stabilito l'Onu, ovvero un'operazione di polizia internazionale che e' l'esatto opposto della guerra; un'operazione di polizia internazionale che tagli i finanziamenti ed i rifornimenti all'Isis, che lo privi dell'approvvigionamento di armi e di killer, che lo contrasti per quello che e': un'organizzazione criminale da perseguire con gli strumenti del diritto. Nessuno pensa di bombardare l'Italia per contrastare la mafia: gli italiani della mafia sono vittime. Ugualmente il popolo iracheno, come quello siriano, come quello libico: sono vittime di dittature, terrorismo, schiavismo; la guerra aiuta solo i dittatori, i terroristi, gli schiavisti, poiche' la guerra stessa e' gia' dittatura, terrore, schiavitu', e sempre e solo consiste di stragi di esseri umani.

Ed insieme all'azione di polizia internazionale occorre un forte intervento umanitario in soccorso delle popolazioni vittime della scellerata dittatura terrorista e schiavista dell'Isis; occorre un forte impegno per la ricostruzione in Iraq come in Siria come in Libia delle infrastrutture, dei servizi sociali, della pubblica amministrazione, ed a tal fine occorre far cessare ovunque le guerre, occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, occorre promuovere ovunque accordi di pace e percorsi di convivenza e di riconciliazione fra tutte le parti disposte ad impegnarsi per la ricostituzione di ordinamenti giuridici legittimi su basi finalmente democratiche, pacifiche e rispettose dei diritti umani.

*

L'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul avvantaggia solo gli assassini dell'Isis.

Il governo italiano receda dal commettere questo crimine insensato.

Ogni persona ragionevole, ogni associazione democratica, ogni movimento di solidarieta', ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica italiana, tutte le persone e tutte le strutture coscienti della pericolosita' della situazione e del dovere morale e civile di tutti e di ciascuno, si associno a questa richiesta, persuadano il governo a non commettere un delitto irrimediabile.

Ascolti il governo la voce dell'umanita'.

 

13. REPETITA IUVANT. UNA PREGHIERA A CHI LEGGE QUESTO FOGLIO

 

Mi sembra che stenti a formarsi la consapevolezza dell'estrema pericolosita' della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Le poche prese di posizione pubbliche contrarie sono state perlopiu' generiche, rituali, debolissime, e molte, troppe strutture dell'arcipelago pacifista, solidale, nonviolento, hanno taciuto del tutto; tra gli intellettuali poi il silenzio e' quasi assoluto.

So perche' questo accade, e lo sa anche chi legge queste righe.

*

Da molti anni i governi italiani hanno ripudiato la Costituzione repubblicana che ripudia la guerra; e passo dopo passo hanno portato il nostro paese ad avallare e a commettere crimini infami. E sempre piu' persone si sono arrese a questo orrore. Ed ancora una volta sappiamo tutti perche'.

Passo dopo passo stiamo precipitando in una apocalittica barbarie. E' necessario porre un argine.

*

E' evidente a chiunque che l'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul apre la via a prevedibilissimi attentati dell'Isis contro i nostri soldati, contro la diga, in Italia, con esiti stragisti di proporzioni inimmaginabili.

L'invio dei soldati alla diga di Mosul e' non solo una stoltezza ma un crimine: fara' quasi certamente morire delle persone, persone che altrimenti resterebbero vive. E favorira' la propaganda del terrorismo, la sua propagazione, e quindi nuove stragi ancora.

Con questa assurda e irresponsabile decisione il governo commette come Lafcadio un "atto gratuito", e si pone di fatto al servizio dell'Isis.

*

Dobbiamo impedire che questa scellerata decisione si realizzi.

Dobbiamo persuadere il governo a rinunciare a far morire delle persone.

E se non riusciamo a convincere il governo a recedere, dobbiamo convincere il parlamento a respingere questa decisione farneticante e assassina.

E se non riusciamo a convincere il parlamento, dobbiamo convincere il capo dello stato a porre il suo veto.

*

Come possiamo riuscirci? Innanzitutto prendendo consapevolezza noi stessi dell'estrema gravita' della situazione e dell'assoluta urgenza di opporci, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per salvare tante vite innocenti.

Cosa possiamo fare? Cominciamo col prendere posizione pubblicamente: scriviamo al governo, ai parlamentari, al presidente della repubblica (i loro indirizzi sono agevolmente reperibili nel web nei relativi siti istituzionali); ma scriviamo anche ai mezzi d'informazione, sia ai media tradizionali sia sui cosiddetti "social media".

Ed invitiamo altre persone, altre associazioni, altri movimenti, le istituzioni locali impegnate per la pace e i diritti umani a fare altrettanto.

Ed ovunque possibile organizziamo manifestazioni pubbliche nelle piazze, nei luoghi di ritrovo cosi' come nei luoghi di studio e di lavoro.

Il tempo e' poco, occorre agire subito.

*

Se chiediamo a chi ci legge un impegno ad agire, e lo facciamo in modo cosi' esplicito e insistente, e' perche' riteniamo che sia assolutamente necessario contrastare con tutte le nostre forze quella sciagurata decisione del governo i cui esiti possono essere tremendi.

E' l'ora della lotta nonviolenta per fermare una criminale follia del governo.

Receda il governo dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Receda il governo dalla decisione di esporre gratuitamente ed assurdamente alla morte centinaia e forse migliaia di esseri umani.

Receda il governo da una decisione che effettualmente favoreggia il terrorismo.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

14. REPETITA IUVANT. SOLLECITO, FRATERNO, ACCORATO UN CONSIGLIO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

 

Receda il governo dall'invio di 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Receda il governo da una decisione che puo' portare alla morte di innumerevoli persone.

Receda il governo dal favorire un'altra strage di Nassiriya ed altri orrori ancora.

*

Sostenga l'Italia l'iniziativa promossa dall'Onu.

Si opponga l'Italia alla guerra e al terrorismo.

Si adoperi l'Italia per salvare le vite, tutte le vite.

 

15. REPETITA IUVANT. SUSCITIAMO UN'OPPOSIZIONE CORALE DEL POPOLO ITALIANO ALLA FOLLE E CRIMINALE DECISIONE GOVERNATIVA DI ESPORRE ASSURDAMENTE A UN GRAVE PERICOLO DI MORTE CENTINAIA DI PERSONE

 

Il governo ha annunciato l'intenzione di inviare tra pochi mesi centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, esponendoli gratuitamente ed assurdamente a quasi certa morte.

Mosul e' infatti controllata dall'Isis e la presenza dei soldati italiani a breve distanza favorira' l'ideazione e l'esecuzione di attentati stragisti. Non solo, la presenza dei soldati italiani esporra' al massacro oltre ai nostri soldati anche le maestranze dell'impianto idroelettrico, le popolazioni intorno e a valle della diga, e indurra' l'organizzazione criminale a promuovere attentati anche nel nostro paese, poiche' nella logica scellerata dell'Isis l'Italia diverra' un bersaglio primario dell'azione stragista propagandata come "lotta contro gli invasori crociati". Tutte le persone di buon senso si rendono perfettamente conto che quella decisione del governo italiano e' un azzardo insensato che esporra' gratuitamente a un gravissimo pericolo di morte tante persone, e che di fatto avvantaggera' l'Isis. Alla luce di tutto cio' e' del tutto evidente che quella decisione va immediatamente revocata, prima di una nuova strage di Nassiriya.

*

Si puo', si deve persuadere il governo a recedere dall'annunciata criminale follia. E se il governo non recedesse occorre persuadere il Parlamento a respingere quell'illegale e insensata decisione. E se il Parlamento incredibilmente volesse essere complice della preparazione delle condizioni per un massacro, occorre allora persuadere il Presidente della Repubblica a porre il suo veto. Ma noi confidiamo che il governo stesso, a fronte di una opposizione popolare che divenisse massiva ed evidente, preferirebbe rinsavire e rinunciare al suo lugubre proposito.

E quindi dobbiamo adoperarci per suscitare subito questa opposizione: sul piano concettuale non e' difficile farlo, talmente chiare sono le forti ragioni per cui chiediamo ad ogni persona di volonta' buona e di retto sentire, ad ogni associazione democratica, ad ogni istituzione fedele alle repubblica, di opporsi a un massacro annunciato. Difficile invece e' raggiungere rapidamente la massa critica adeguata al fine di rovesciare quell'inammissibile, illecita, mortifera decisione. Difficile e' convincere i piu' ad uscire dalla rassegnazione, dall'indifferenza, dalla subalternita', dalla complicita' per omissione. Ma proprio questo e' il nostro compito: chiamare tutte e tutti alla responsabilita' propria e comune, a difendere le vite umane in pericolo.

*

Chiediamo quindi a tutti coloro che ci leggono di impegnarsi a tal fine: cominciando col far circolare l'informazione, ed ove possibile promuovendo iniziative pubbliche di riflessione e di mobilitazione.

Scriviamo ai ministri, ai parlamentari, al capo dello stato, agli enti locali, ai mezzi d'informazione, alle nostre cerchie di amici e conoscenti, alle nostre compagne ed ai nostri compagni di impegno morale, sociale, civile.

Sollecitiamo le associazioni e le organizzazioni cui partecipiamo o che conosciamo ed apprezziamo a prendere posizione.

Chiediamo ai Comuni, alle Province, alle Regioni di votare documenti indirizzati al governo con la richiesta di revocare immediatamente quella letale, immorale, illegittima decisione.

Facciamoci sentire.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

16. REPETITA IUVANT. IL TUO PRIMO PENSIERO

 

Tu vedi una persona che precipita in una trappola mortale altre persone. Il tuo primo pensiero e' impedirlo. Il tuo primo pensiero e' salvare quelle vite innocenti.

La persona che sta per precipitare altre persone in una trappola mortale e' il governo italiano, con l'annunciata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, dove li attende la morte.

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Noi crediamo sinceramente che i membri del governo italiano non si siano resi conto dell'enormita' che intendono commettere. E crediamo quindi che una volta che se ne saranno resi conto recederanno dal commettere quella follia, quel delitto.

Ma perche' se ne rendano conto occorre che molte voci si levino a farli rinsavire, che molte voci li esortino e li persuadano a non commettere un crimine orrendo di cui poi dovrebbero recare il peso nella coscienza per il resto della loro vita.

Convinciamoli a recedere da quella scellerata decisione.

E convinciamoli con la gentilezza ma anche con la fermezza che e' propria delle azioni nonviolente.

Alle ministre ed ai ministri della repubblica facciamo sentire la nostra opposizione, e rendiamoli edotti che se perseverassero nella loro mortifera intenzione chiederemo al Parlamento di negare il consenso a un atto sciagurato.

E se anche il parlamento cedesse, chiederemo al Presidente della Repubblica di porre il suo veto a una scelta assassina.

E se quel crimine venisse perpetrato, chiederemo alle competenti magistrature di intervenire nei confronti di tutti gli sciagurati responsabili.

Ma noi preferiamo pensare che il governo vorra' recedere motu proprio, immediatamente, appena avra' preso coscienza di quale crimine si stava per macchiare.

*

E dunque a tutte le persone che non vogliono essere complici di una strage annunciata chiediamo di far sentire al governo la propria opposizione, la propria richiesta che quella decisione sia revocata immediatamente.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Di seguito alcuni indirizzi di posta elettronica del governo a cui vi preghiamo di scrivere messaggi semplici, chiari e cortesi che rechino l'esplicita richiesta: "Receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane".

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Alcuni indirizzi di posta elettronica utilizzabili:

Presidenza del Consiglio dei Ministri: matteo at govern.it; segreteria.presidente.renzi at governo.it; centromessaggi at governo.it; cerimonialedistato at governo.it; segrcd at governo.it; ufficio_stampa at governo.it; segreteriadelportavoce at governo.it; uscm at palazzochigi.it; ucm at palazzochigi.it; urpdfp at funzionepubblica.it; segreteriacd at protezionecivile.it; ddg at governo.it; info at gioventu.it; urp at serviziocivile.it; info at politicheeuropee.it; riformeistituzionali at palazzochigi.it; segreteria.pariop at governo.it; segreteriacapodipartimento.affariregionali at governo.it; rapportiparlamento at governo.it; diset at palazzochigi.it; dipe.segreteriacd at governo.it; segrgen at governo.it; uci at governo.it;

Ministro per gli affari regionali: segreteria.ministrolanzetta at palazzochigi.it; segreteria.fiorentino at governo.it; legislativo.dar at governo.it; ufficiostampa.affariregionali at governo.it;

Dipartimento per i rapporti con il Parlamento: p.aquilanti at governo.it; a.sabbatella at governo.it; rapportiparlamentodipartimento at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio1 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio2 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio3 at governo.it;

Semplificazione e  pubblica amministrazione: gabinetto at governo.it; legislativo at governo.it; s.laudisa at governo.it; segreteriasottosegretariorughetti at governo.it; a.damato at governo.it; g.petrelli at governo.it;

Affari Esteri: gabinetto at esteri.it; SGUDC at esteri.it; uap at esteri.it; unita.crisi at esteri.it; ufficio.statistica at esteri.it;

Interno: gabinetto.ministro at interno.it; caposegreteria.ministro at interno.it; segreteriatecnica.ministro at interno.it; segreteriaufficiostampa at interno.it; ufficiocomunicazione at interno.it; responsabile.pubblicazione at interno.it;

Giustizia: callcenter at giustizia.it; redazione at giustizia.it; webmaster at giustizia.it; matteo.bianchi01 at giustizia.it; centrocifra.gabinetto at giustizia.it; responsabiletrasparenza.gabinetto at giustizia.it;

Difesa: spi at gabmin.difesa.it; udc at gabmin.difesa.it;

Economia e Finanze: segreteria.capogabinetto at tesoro.it; alessandro.tonetti at tesoro.it; edoardo.valente at tesoro.it; fabrizio.pagani at tesoro.it; caposegreteria.ministro at tesoro.it; portavoce at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it; segreteria.ucd at tesoro.it; segreteria.aiutantedicampo at tesoro.it; segreteria.direttoregabinetto at tesoro.it; segreteria.sica at tesoro.it; legislativo at tesoro.it; legislativo.finanze at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it;

Sviluppo economico: segreteria.ministro at mise.gov.it; segreteria.capogabinetto at mise.gov.it; segrpanzironi.vcgab at mise.gov.it; barbara.luisi at mise.gov.it; direttore.oiv at mise.gov.it; segreteriatecnica.ministro at mise.gov.it; ufficio.legislativo at mise.gov.it; cons.dip at mise.gov.it; gerardo.orsini at mise.gov.it;

Politiche agricole: ministro at mpaaf.gov.it; capogabinetto.segr at mpaaf.gov.it; vicecapodigabinetto1 at mpaaf.gov.it; vicecapogabinetto.lasalvia at mpaaf.gov.it; ministro.caposegreteria at mpaaf.gov.it; ministro.segreteria at mpaaf.gov.it; gabinetto.segreteriatecnica at mpaaf.gov.it; segreteria.ufficiostampa at mpaaf.gov.it; ufficiostampa at mpaaf.gov.it;

Ambiente: segreteria.capogab at minambiente.it; segreteria.vicecapogab at minambiente.it; cruciani.loredana at minamabiente.it; nardi.franca at minambiente.it; durso.roberto at minambiente.it; calabresi.oriana at minambiente.it; sepe.vittorio at minambiente.it; sciomer.carolina at minambiente.it; segreteria.tecnica at minambiente.it; segr.ufficiostampa at minambiente.it; ufficiostampa at minambiente.it;

Infrastrutture e trasporti: segreteria.ministro at mit.gov.it; ivano.russo at mit.gov.it; giada.fazzalari at mit.gov.it; segreteria.decaro at mit.gov.it; cosimo.durante at mit.gov.it; emmanuele.forlani at mit.gov.it; marcello.dicaterina at mit.gov.it; nicola.bonaduce at mit.gov.it; fpaola.anelli at mit.gov.it; mteresa.dimatteo at mit.gov.it; piero.dalessio at mit.gov.it; raffaele.ditrani at mit.gov.it; lucia.falsini at mit.gov.it; ufficio.stampa at mit.gov.it; enrico.seta at mit.gov.it; legislativo.segr at mit.gov.it; antonella.nicotra at mit.gov.it; pietro.gallo at mit.gov.it; oiv at mit.gov.it; cosimo.caliendo at mit.gov.it; alessandro.molinaro at mit.gov.it; giuseppina.zarra at mit.gov.it; aff.internazionali at mit.gov.it;

Lavoro e politiche sociali: segrgabinetto at lavoro.gov.it; Patrocini at lavoro.gov.it; ufficioconvegniministro at lavoro.gov.it; segreteriatecnica at lavoro.gov.it; ufficiolegis at lavoro.gov.it; ufficiostampa at lavoro.gov.it; cons.dipl.lavoro at lavoro.gov.it;

Salute: segr.capogabinetto at sanita.it; a.camera at sanita.it; segreteriaministro at sanita.it; segr.tecnicaministro at sanita.it; segr.legislativo at sanita.it; ra.dragonetti at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it;

Miur: segreteria.cdg at istruzione.it; segreteria.montesarchio at istruzione.it; segreteria.gargano at istruzione.it; uffstampa at istruzione.it; uffleg.capo at istruzione.it; paolo.sciascia at istruzione.it; e.borelli at istruzione.it; segr.dip.istruzione at istruzione.it; marco.mancini at miur.it; dipprog.segreteria at istruzione.it; segreteria.donghia at istruzione.it; segreteria.reggi at istruzione.it; segreteria.toccafondi at istruzione.it;

Beni culturali: gabinetto at beniculturali.it; ufficiolegislativo at beniculturali.it; ministro.segreteria at beniculturali.it; consiglierediplomatico.segreteria at beniculturali.it; ufficiostampa at beniculturali.it;

E per opportuna conoscenza: pietro.grasso at senato.it; laura.boldrini at camera.it

 

17. REPETITA IUVANT. UNA CONVERSAZIONE A VITERBO SUI COMPITI DELL'ORA: SALVARE LE VITE, OPPORSI A TUTTE LE UCCISIONI

 

Si e' svolto a Viterbo mercoledi' 30 dicembre 2015 un incontro di riflessione cui ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini.

Tema dell'incontro il dovere di opporsi alla guerra e al terrorismo, il dovere di opporsi a tutte le uccisioni, il dovere di rispettare, difendere, salvare tutte le vite. Nel corso dell'incontro e' stata particolarmente approfondita la teoria e la prassi nonviolenta, con la descrizione e l'analisi di figure, opere ed esperienze che hanno straordinariamente contribuito a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha perorato ed argomentato la necessita' e l'urgenza di un impegno corale del popolo italiano affinche' il governo receda dall'annunciata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, una decisione assurda e sciagurata che li espone (e con essi le maestranze civili, le popolazioni dei dintorni ed a valle della diga, ma anche la popolazione italiana tout court) al probabilissimo rischio di attentati terroristici.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche.

Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ogni persona ragionevole e responsabile si impegni per persuadere il governo a rinsavire e tornare sui suoi passi.

Impediamo una nuova strage di Nassiriya.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

 

18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

19. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2227 del 14 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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