[Nonviolenza] Un quarto di secolo, i compiti dell'ora



 

UN QUARTO DI SECOLO, I COMPITI DELL'ORA

 

Ricorre tra pochi giorni il venticinquesimo anniversario dell'inizio della prima guerra del Golfo.

In questo quarto di secolo gli orrori si sono succeduti agli orrori: in una escalation che ricorda quella che dall'orrore della Grande Guerra di un secolo fa porto' ai totalitarismi ed ai genocidi fino all'immane ecatombe della seconda guerra mondiale; in una escalation che oggi dispone di ordigni tali, ed in quantita' tale, da poter distruggere la civilta' umana e contaminare irreversibilmente la biosfera.

Occorre avviare al piu' presto il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, occorre costruire al piu' presto la pace con mezzi di pace, prima che guerra e terrore estinguano la civilta' umana.

Ed occorre assumere la piena consapevolezza che occorre ad un tempo opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni (mai dimenticando che l'oppressione maschilista e' la prima radice e il primo modello di tutte le altre oppressioni e violenze); la piena consapevolezza che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; la piena consapevolezza che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; la piena consapevolezza che il primo dovere e' salvare le vite.

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In questo momento nulla e' piu' urgente che fermare l'escalation bellica e terroristica.

E per fermarla occorre agire a diversi livelli:

- soccorrere, accogliere ed assistere tutte le vittime della fame e delle guerre, delle dittature e della schiavitu';

- far cessare le guerre in corso, e a tal fine occorre in primo luogo il disarmo a tutti i livelli, cominciando col proibire ovunque e a chiunque la produzione, il commercio e il possesso di armi; in secondo luogo la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle istituzioni, delle culture, delle societa'; in terzo luogo la realizzazione di processi di dialogo e di riconciliazione, di democratizzazione delle relazioni, di promozione del rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;

- contrastare il terrorismo e tutti i poteri criminali con la forza della legalita' che salva le vite, della democrazia che estingue la violenza; della solidarieta' che abolisce la disperazione, della civilta' che tutti gli esseri umani unisce in una comune condivisione, corresponsabilita' e convivenza, dell'umanita' che nessun essere umano abbandona al dolore e alla morte;

- difendere la biosfera dalla catastrofe provocata da scelte di sviluppo dissennate e insostenibili che occorre immediatamente correggere, fermare o invertire;

- promuovere buone pratiche sociali e culturali che in una prassi concreta e coerente formino alla coscienza dei comuni diritti e doveri, all'impegno comune per il bene comune;

- uscire dalla politica della violenza ed avviare la politica della nonviolenza.

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In questa situazione, in questo orizzonte, proponiamo a tutte le persone di volonta' buona una iniziativa nonviolenta con un obiettivo immediato: persuadere il governo italiano a recedere dall'insensata, immorale e illegale decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul.

Quella scelta governativa e' infatti del tutto irrazionale e del tutto inammissibile e puo' avere esiti tragici.

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A tutte le persone di volonta' buona chiediamo in particolare:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

La nonviolenza e' in cammino.

 

Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".

 

Viterbo, 9 gennaio 2016

 

Per ulteriori informazioni: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it