[Nonviolenza] Telegrammi. 2216



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2216 del 3 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Ogni giorno

2. Una proposta (con un modello di lettera e alcuni indirizzi utilizzabili)

3. Dieci semplici ragioni per impedire una criminale follia

4. Il crollo della diga. Un appello al presidente del Consiglio dei ministri del 18 dicembre 2015

5. Presidente, non ci uccida. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica del 21 dicembre 2015

6. Al Ministro degli Affari Esteri affinche' si adoperi per impedire una nuova strage di Nassiriya ed altri orrori ancora. Una lettera del 27 dicembre 2015

7. Alla Ministra della Difesa. Una lettera del 29 dicembre 2015

8. Alla Presidente della Camera dei Deputati, affinche' si opponga alla sciagurata decisione governativa di inviare soldati a Mosul. Una lettera del 31 dicembre 2015

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. HIC ET NUNC. OGNI GIORNO

 

Ogni giorno un nuovo orrore s'aggiunge.

A maggior ragione dobbiamo fare quanto in nostro potere per contrastare la barbarie, per fermare la guerra, per salvare le vite.

Cominciamo da questo: facciamo immediatamente recedere il governo italiano dall'invio di centinaia di soldati alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; difendere l'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA (CON UN MODELLO DI LETTERA E ALCUNI INDIRIZZI UTILIZZABILI)

 

Facciamo sentire la nostra voce a tutti i ministri ed ai loro principali collaboratori; invitiamoli a recedere da una decisione inammissibile.

*

Un modello di lettera:

Egregi ministri,

receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ascoltate la voce della vostra stessa coscienza. Salvare le vite e' il primo dovere.

Distinti saluti.

*

Alcuni indirizzi di posta elettronica cui scrivere:

Presidenza del Consiglio dei Ministri: matteo at governo.it; segreteria.presidente.renzi at governo.it; centromessaggi at governo.it; cerimonialedistato at governo.it; segrcd at governo.it; ufficio_stampa at governo.it; segreteriadelportavoce at governo.it; uscm at palazzochigi.it; ucm at palazzochigi.it; urpdfp at funzionepubblica.it; segreteriacd at protezionecivile.it; ddg at governo.it; info at gioventu.it; urp at serviziocivile.it; info at politicheeuropee.it; riformeistituzionali at palazzochigi.it; segreteria.pariop at governo.it; segreteriacapodipartimento.affariregionali at governo.it; rapportiparlamento at governo.it; diset at palazzochigi.it; dipe.segreteriacd at governo.it; segrgen at governo.it; uci at governo.it;

Ministro per gli affari regionali: segreteria.ministrolanzetta at palazzochigi.it; segreteria.fiorentino at governo.it; legislativo.dar at governo.it; ufficiostampa.affariregionali at governo.it;

Dipartimento per i rapporti con il Parlamento: p.aquilanti at governo.it; a.sabbatella at governo.it; rapportiparlamentodipartimento at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio1 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio2 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio3 at governo.it;

Semplificazione e  pubblica amministrazione: gabinetto at governo.it; legislativo at governo.it; s.laudisa at governo.it; segreteriasottosegretariorughetti at governo.it; a.damato at governo.it; g.petrelli at governo.it;

Affari Esteri: gabinetto at esteri.it; SGUDC at esteri.it; uap at esteri.it; unita.crisi at esteri.it; ufficio.statistica at esteri.it;

Interno: gabinetto.ministro at interno.it; caposegreteria.ministro at interno.it; segreteriatecnica.ministro at interno.it; segreteriaufficiostampa at interno.it; ufficiocomunicazione at interno.it; responsabile.pubblicazione at interno.it;

Giustizia: callcenter at giustizia.it; redazione at giustizia.it; webmaster at giustizia.it; matteo.bianchi01 at giustizia.it; centrocifra.gabinetto at giustizia.it; responsabiletrasparenza.gabinetto at giustizia.it;

Difesa: spi at gabmin.difesa.it; udc at gabmin.difesa.it;

Economia e Finanze: segreteria.capogabinetto at tesoro.it; alessandro.tonetti at tesoro.it; edoardo.valente at tesoro.it; fabrizio.pagani at tesoro.it; caposegreteria.ministro at tesoro.it; portavoce at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it; segreteria.ucd at tesoro.it; segreteria.aiutantedicampo at tesoro.it; segreteria.direttoregabinetto at tesoro.it; segreteria.sica at tesoro.it; legislativo at tesoro.it; legislativo.finanze at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it;

Sviluppo economico: segreteria.ministro at mise.gov.it; segreteria.capogabinetto at mise.gov.it; segrpanzironi.vcgab at mise.gov.it; barbara.luisi at mise.gov.it; direttore.oiv at mise.gov.it; segreteriatecnica.ministro at mise.gov.it; ufficio.legislativo at mise.gov.it; cons.dip at mise.gov.it; gerardo.orsini at mise.gov.it;

Politiche agricole: ministro at mpaaf.gov.it; capogabinetto.segr at mpaaf.gov.it; vicecapodigabinetto1 at mpaaf.gov.it; vicecapogabinetto.lasalvia at mpaaf.gov.it; ministro.caposegreteria at mpaaf.gov.it; ministro.segreteria at mpaaf.gov.it; gabinetto.segreteriatecnica at mpaaf.gov.it; segreteria.ufficiostampa at mpaaf.gov.it; ufficiostampa at mpaaf.gov.it;

Ambiente: segreteria.capogab at minambiente.it; segreteria.vicecapogab at minambiente.it; cruciani.loredana at minamabiente.it; nardi.franca at minambiente.it; durso.roberto at minambiente.it; calabresi.oriana at minambiente.it; sepe.vittorio at minambiente.it; sciomer.carolina at minambiente.it; segreteria.tecnica at minambiente.it; segr.ufficiostampa at minambiente.it; ufficiostampa at minambiente.it;

Infrastrutture e trasporti: segreteria.ministro at mit.gov.it; ivano.russo at mit.gov.it; giada.fazzalari at mit.gov.it; segreteria.decaro at mit.gov.it; cosimo.durante at mit.gov.it; emmanuele.forlani at mit.gov.it; marcello.dicaterina at mit.gov.it; nicola.bonaduce at mit.gov.it; fpaola.anelli at mit.gov.it; mteresa.dimatteo at mit.gov.it; piero.dalessio at mit.gov.it; raffaele.ditrani at mit.gov.it; lucia.falsini at mit.gov.it; ufficio.stampa at mit.gov.it; enrico.seta at mit.gov.it; legislativo.segr at mit.gov.it; antonella.nicotra at mit.gov.it; pietro.gallo at mit.gov.it; oiv at mit.gov.it; cosimo.caliendo at mit.gov.it; alessandro.molinaro at mit.gov.it; giuseppina.zarra at mit.gov.it; aff.internazionali at mit.gov.it;

Lavoro e politiche sociali: segrgabinetto at lavoro.gov.it; Patrocini at lavoro.gov.it; ufficioconvegniministro at lavoro.gov.it; segreteriatecnica at lavoro.gov.it; ufficiolegis at lavoro.gov.it; ufficiostampa at lavoro.gov.it; cons.dipl.lavoro at lavoro.gov.it;

Salute: segr.capogabinetto at sanita.it; a.camera at sanita.it; segreteriaministro at sanita.it; segr.tecnicaministro at sanita.it; segr.legislativo at sanita.it; ra.dragonetti at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it;

Miur: segreteria.cdg at istruzione.it; segreteria.montesarchio at istruzione.it; segreteria.gargano at istruzione.it; uffstampa at istruzione.it; uffleg.capo at istruzione.it; paolo.sciascia at istruzione.it; e.borelli at istruzione.it; segr.dip.istruzione at istruzione.it; marco.mancini at miur.it; dipprog.segreteria at istruzione.it; segreteria.donghia at istruzione.it; segreteria.reggi at istruzione.it; segreteria.toccafondi at istruzione.it;

Beni culturali: gabinetto at beniculturali.it; ufficiolegislativo at beniculturali.it; ministro.segreteria at beniculturali.it; consiglierediplomatico.segreteria at beniculturali.it; ufficiostampa at beniculturali.it;

E per opportuna conoscenza: pietro.grasso at senato.it; laura.boldrini at camera.it

*

Grazie dell'aiuto.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

3. REPETITA IUVANT. DIECI SEMPLICI RAGIONI PER IMPEDIRE UNA CRIMINALE FOLLIA

 

La decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' una criminale follia.

Occorre persuadere il governo a revocarla immediatamente.

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1. La diga di Mosul e' a pochi chilometri dalla citta' che e' sotto il controllo dell'Isis: sara' facilissimo per l'Isis organizzare un attentato stragista.

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2. La presenza di soldati italiani alla diga di Mosul verra' percepita come occupazione militare straniera da parte di uno dei paesi che presero parte alla prima guerra del Golfo (nel corso della quale anche l'Italia partecipo' ai bombardamenti stragisti), e che gia' occuparono il paese dopo la seconda guerra del Golfo (occupazione nel corso della quale le truppe di altri paesi della coalizione di cui anche l'Italia faceva parte commisero mostruosi crimini contro l'umanita'); cosicche' presso un vastissimo uditorio trovera' ascolto la propaganda dell'Isis che definira' la presenza dei soldati italiani come "invasione crociata" e fara' di quei soldati e dell'Italia primari bersagli di attentati stragisti.

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3. E' quindi evidente che lungi dal proteggere l'impianto e le maestranze, la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul esporra' l'uno e le altre agli attentati stragisti; ed esporra' ad attentati anche la popolazione italiana tutta indifferenziatamente; cosi' come esporra' a conseguenze letali le popolazioni abitanti nei dintorni della diga ed a valle di essa (un folle attentato che sciaguratamente provocasse la distruzione della diga avrebbe come esito un immane massacro, una catastrofe indicibile).

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4. Dalla presenza dei soldati italiani e dalla concreta ed agevole possibilita' di colpirli con attentati stragisti l'Isis ricavera' anche un enorme vantaggio propagandistico, e da questo vantaggio deriveranno per l'organizzazione terrorista ulteriore consenso, ulteriore espansione, ulteriori reclutamenti; cosicche' e' del tutto evidente che quella improvvida e insensata presenza militare italiana raggiungera' il solo risultato di favoreggiare l'organizzazione terrorista, e tanto sangue di innocenti sara' sparso assurdamente per questo esito scellerato.

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5. Tutti sanno che il terrorismo va contrastato con un'operazione di polizia internazionale, che ha come indispensabile prerequisito la cessazione delle guerre in corso e quindi degli interventi militari europei ed americani che l'Isis hanno fatto nascere e crescere fino alle attuali dimensioni.

L'invio di soldati italiani a Mosul e' del tutto controproducente: poiche' di fatto contribuira' a far morire altri innocenti e con cio' rafforzera' ed estendera' il potere dell'Isis e prolunghera' la schiavitu' delle persone che vivono nelle zone sottoposte alla sua infame e bestiale dittatura mafiosa e nazista.

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6. Occorre inoltre dire che dispiegare soldati come "security" di imprese private e' un uso inammissibile, un uso inammissibile che ha gia' provocato delle vittime, come i pescatori indiani uccisi perche' ritenuti pirati (ed un conseguente gravissimo contenzioso internazionale che tuttora perdura, nel quale sono anche state intrappolate le esistenze di due persone che potrebbero essere del tutto innocenti - e tali vanno comunque considerate fino all'emissione di una sentenza definitiva - e che da anni stanno subendo una condizione di sofferenza assolutamente ingiusta in assenza di un regolare giudizio).

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7. Ne' si puo' tacere che mentre vari paesi, dagli Stati Uniti d'America alla Russia, alla Francia, a molti altri, stanno eseguendo in Iraq e in Siria una campagna di bombardamenti aerei che hanno provocato molte vittime civili - vittime due volte: della sanguinaria dittatura dell'Isis e dei bombardamenti stragisti -, inviare sul terreno soldati italiani che di alcuni di quei paesi che bombardano si presentano come alleati li espone vieppiu' ad essere vittime non solo degli attentati dell'Isis ma anche della vendetta di disperati sopravvissuti ai bombardamenti dei nostri alleati.

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8. Il disegno dei terroristi e' persuaderci ad assecondare i loro piani sanguinari: a rispondere ai loro attentati con atti di guerra contribuendo cosi' ad una spirale distruttiva e onnicida, ad una escalation apocalittica che e' il perno della loro retorica nichilista e della loro disumanata ideologia. Ogni intervento militare, ogni azione bellica, e' un atto di folle complicita' con la criminale follia dell'Isis.

In Italia abbiamo conosciuto tremende stagioni di violenza terroristica - fascista, nichilista, mafiosa - e sappiamo che il terrorismo si puo' e si deve contrastare con la legalita' che salva le vite, con la democrazia che rispetta e promuove i diritti umani, e non con la guerra e la dittatura: la guerra e la dittatura - di cui il militarismo e' elemento strutturale - sono gia' terrorismo, sono l'oscena vittoria del terrorismo.

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9. L'Isis e' stato creato dalle nostre guerre; proseguire sulla strada dell'intervento militare euroamericano avra' come risultato di rafforzarlo, e di far morire o ridurre in schiavitu' tanti altri innocenti.

Tutti gli studiosi, gli osservatori, gli operatori istituzionali onesti lo sanno e lo dicono da tempo, e chiunque puo' averne piena contezza se solo leggesse gli studi e i documenti degli esperti che sono ampiamente disponibili.

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10. Gia' anni fa un altro governo mando' al massacro altri soldati italiani in Iraq, le vittime della strage di Nassiriya. Il governo attuale non ripeta quel tragico errore.

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La decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' una criminale follia.

Occorre persuadere il governo a revocarla immediatamente.

 

4. REPETITA IUVANT. IL CROLLO DELLA DIGA. UN APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 18 DICEMBRE 2015

 

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

receda immediatamente dalla decisione dell'invio di truppe italiane alla diga di Mosul, decisione le cui conseguenze possono essere funeste e fin catastrofiche.

Non commetta l'errore piu' grave dell'intera sua vita.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

nelle scorse settimane, mentre alcuni suoi ministri deliravano, lei e' apparso essere consapevole degli enormi rischi che una ulteriore escalation dell'intervento bellico euroamericano nel Vicino e nel Medio Oriente avrebbe comportato, con l'esito sia di un'ulteriore estensione delle stragi cola', sia di una ulteriore espansione del terrorismo su scala planetaria. In queste settimane lei e' apparso essere consapevole dei risultati disastrosi delle guerre cui dagli anni Novanta l'Italia ha partecipato (violando la sua stessa legge fondamentale), ed ha piu' volte ricordato la guerra libica del 2011 come esempio di tragico errore da non ripetere.

Ebbene, la decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul contraddice la prudenza e la ragionevolezza che informavano quelle sue precedenti dichiarazioni.

Questa decisione di dispiegare truppe italiane sul terreno, nel cuore del conflitto in corso nell'area tra Iraq e Siria che - destrutturati gli ordinamenti giuridici di quei paesi dalle guerre euroamericane degli scorsi decenni - e' divenuta base territoriale dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis,  puo' avere conseguenze tremende.

Una presenza militare italiana alla diga di Mosul rendera' sia quel luogo e le persone li' schierate, sia l'Italia intera, un primario bersaglio dell'azione stragista dell'organizzazione terroristica.

Come chiunque, immagino facilmente le pressioni che possono avere indotto il suo governo a questa stoltissima e sciaguratissima decisione; ma voglio sperare che lei abbia sufficiente buon senso per capire che deve revocarla immediatamente.

*

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

l'Italia ha gia' dato un enorme, scellerato contributo al trionfo dello stragismo e del terrorismo (tanto dei poteri dichiaratamente criminali, quanto degli stati) con la partecipazione alle guerre del Golfo, alla guerra dei Balcani, alla guerra afgana, alla guerra libica; con la fornitura di armi a regimi assassini; con la partecipazione a coalizioni internazionali e organizzazioni armate responsabili di crimini di guerra e contro l'umanita'; con l'abominevole politica razzista che impedendo l'ingresso legale a chi fugge da fame e guerre e dittature ha provocato l'immane strage nel Mediterraneo; con lo sperpero di risorse ingentissime per le spese militari costitutivamente finalizzate alla preparazione ed all'esecuzione della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste. L'Italia ha molto da farsi perdonare dai popoli del sud del mondo, di tante stragi e' corresponsabile.

In relazione alla Libia l'Italia sembra ora finalmente seguire una politica ragionevole: di azione diplomatica orientata a far cessare i conflitti e le stragi, a promuovere dialogo e legalita', a salvare le vite e a contrastare il potere delle organizzazioni criminali attraverso la ricostruzione di un ordinamento giuridico che si impegni nella direzione del rispetto e della promozione dei diritti di tutti; perche' non seguire la stessa politica ragionevole anche in relazione all'Iraq e alla Siria?

*

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

due sono le dighe di cui deve tener conto nel valutare la situazione.

Vi e' una diga a Mosul da mettere in sicurezza, ma la presenza di soldati italiani ottiene proprio l'effetto contrario.

E vi e' una diga in Italia e in Europa: la diga della civilta' che si oppone all'irruzione della barbarie, del razzismo e del fascismo. Che possa l'ordinamento giuridico costituzionale e democratico italiano resistere a chi vuole trasformarci in mostri, a chi vuole renderci ad un tempo vittime e ausiliari delle sua apocalittica brama di sterminio.

Receda da quella sconsiderata decisione ed impegni piuttosto il nostro paese anche in quell'area ad un'azione diplomatica come quella dispiegata in Libia.

Lei sa che l'azione di polizia necessaria contro i terroristi dell'Isis sara' resa possibile solo dalla fine della guerra in corso, ovvero solo dalla fine della destrutturazione dell'Iraq e della Siria con la ricostituzione in entrambi i paesi di un ordinamento giuridico che si impegni alla ricostruzione dei servizi, delle infrastrutture e dell'amministrazione nella legalita', nella direzione della democrazia e del rispetto dei diritti umani. A tal fine occorre promuovere il dialogo, occorre recare aiuti umanitari, occorre sostenere le esperienze nonviolente di convivenza e di solidarieta', occorre tagliare ai terroristi le fonti di finanziamento, di armamento, di reclutamento - innanzitutto costringendo i governi loro complici (in primo luogo la Turchia e l'Arabia Saudita, il Kuwait e il Qatar) a recedere dalla loro criminale politica.

*

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

tragga ispirazione dalla memoria di Giorgio La Pira, faccia della nonviolenza la vera, grande, necessaria, urgente trasformazione - evoluzione, progresso - di cui la politica, non solo italiana ma dell'umanita' intera, ha assoluto bisogno.

 

5. REPETITA IUVANT. PRESIDENTE, NON CI UCCIDA. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL 21 DICEMBRE 2015

 

Egregio Presidente della Repubblica,

come gia' sa, il governo italiano ha annunciato la decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul, nel cuore del sanguinario conflitto mediorientale.

Questa decisione dissennata espone quei soldati, quella diga e l'Italia intera ad essere bersaglio privilegiato di attentati terroristici.

Questa decisione dissennata e' del tutto illegale.

Questa decisione dissennata e' del tutto immorale.

Questa decisione dissennata rischia di dar luogo a nuove stragi.

Questa decisione dissennata rischia di promuovere una ulteriore escalation di violenza i cui esiti possono essere apocalittici.

Il governo non puo' prendere questa decisione.

Il governo deve recedere immediatamente da questa decisione.

*

Presidente, richiami il governo alla ragione, alla legalita' costituzionale, al comune sentire morale, al primo dovere che e' quello di non uccidere, di non mandare nessuno incontro alla morte, di salvare le vite.

Presidente, faccia sapere al governo che lei non puo' e non intende ratificare una scelta nefasta che puo' provocare innumerevoli vittime.

Presidente, non ci uccida.

 

6. REPETITA IUVANT. AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI AFFINCHE' SI ADOPERI PER IMPEDIRE UNA NUOVA STRAGE DI NASSIRIYA ED ALTRI ORRORI ANCORA. UNA LETTERA DEL 27 DICEMBRE 2015

 

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

credo che non le possa sfuggire l'estrema pericolosita' dell'assurda decisione del governo italiano annunciata pochi giorni fa di inviare in Iraq centinaia di soldati.

Lei sa quanto me che il dispiegamento di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul verra' percepito come un atto di occupazione militare da parte di uno degli stati occidentali che gia' prese parte alla prima guerra del Golfo ed all'occupazione militare seguita alla seconda: ovvero uno degli stati della coalizione euroamericana che ha commesso in Iraq mostruosi crimini di guerra e contro l'umanita', crimini che hanno favorito la nascita dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.

Lei sa quanto me che questa decisione fornira' all'Isis un eccellente bersaglio per la sua azione stragista, per la sua propaganda assassina; sa che l'invio cola' dei soldati italiani espone agli attentati dell'Isis quei soldati, i lavoratori della diga, le popolazioni nei dintorni ed a valle della diga, e l'intero popolo italiano.

Lei sa quanto me che ben altro occorre per contrastare efficacemente l'Isis, mettere fine ai suoi abominevoli crimini ed assicurare alla giustizia i suoi membri, come e' doveroso, necessario ed urgente: la via e' quella indicata dall'Onu; occorre un'operazione di polizia internazionale, la cessazione degli atti di guerra, il disarmo e la smilitarizzazione; ed insieme un'azione costruttiva di ricostituzione degli ordinamenti giuridici legittimi, delle infrastrutture, dei servizi e della pubblica amministrazione; un'iniziativa umanitaria di soccorso immediato alle popolazioni vittime della guerra, del terrorismo, della persecuzione, della riduzione in schiavitu', della violenza dittatoriale; la fine del conflitto in Siria come in Libia attraverso un'azione diplomatica adeguata. Lei sa quanto me che il terrorismo non si contrasta con la guerra, ma con la democrazia, la legalita', la giustizia sociale, la pace che salva le vite.

*

Egregio Ministro,

si adoperi affinche' il governo receda da quell'insensata e pericolosissima decisione.

Sotto ogni profilo e' una follia ed un crimine esporre gratuitamente alla morte tanti esseri umani.

Sotto ogni profilo e' assurdo e scellerato compiere un atto che con tutta evidenza e con estrema probabilita' puo' favorire di fatto l'esecuzione di nuove stragi.

Si adoperi per impedire una nuova strage di Nassiriya ed altri orrori ancora.

Receda il governo da una scelta sconsiderata e funesta.

 

7. REPETITA IUVANT. ALLA MINISTRA DELLA DIFESA. UNA LETTERA DEL 29 DICEMBRE 2015

 

Gentile Ministra della Difesa,

mi permetto di scriverle per esortare lei e tramite lei l'intero Consiglio dei Ministri a voler riconsiderare e quindi revocare l'annunciata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

*

E' una decisione non meditata che puo' avere tragiche conseguenze.

Lei sa che l'Italia in Iraq e' ricordata come uno dei paesi che ha preso parte ai bombardamenti nella prima guerra del Golfo e all'occupazione militare successiva alla seconda; lei sa che i soldati italiani in Iraq sono gia' stati vittime di un attentato stragista a Nassiriya; lei sa che Mosul e' nelle mani dell'Isis e che l'Isis non perdera' l'occasione che gli si offre di poter far strage di soldati italiani ricavandone anche propaganda e consenso tra quanti ci vedono come "invasori crociati"o "occupanti colonialisti ed imperialisti, razzisti e rapinatori, stragisti e torturatori" (naturalmente noi crediamo bene di non esserlo affatto, ma in Iraq purtroppo siamo stati parte di una coalizione bellica e di occupazione che ha commesso atroci ed infami crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e quindi inevitabilmente da molte, moltissime persone veniamo percepiti cosi').

Lei sa quindi che la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul espone gratuitamente ed assurdamente a un enorme rischio i nostri soldati, e con essi i lavoratori della diga e le popolazioni nei dintorni e a valle della diga, e finanche i cittadini italiani nel nostro stesso paese poiche' la presenza di soldati italiani a Mosul rendera' anche il nostro paese bersaglio privilegiato di attentati dei terroristi dell'Isis o che all'Isis si richiamano.

Per tutto cio' e' necessario recedere al piu' presto dalla decisione del dispiegamento di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, che lungi dal garantire adeguata protezione alle maestranze civili, le espone vieppiu' alla furia omicida dei terroristi che in tutti i modi cercheranno di fare strage dei nostri soldati, dei nostri connazionali, di quanti si troveranno nelle nostre vicinanze.

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L'Italia puo' e deve contribuire a contrastare il terrorismo, ma inviare truppe italiane in Iraq e' assolutamente irragionevole ed effettualmente controproducente; la nostra presenza militare invece di contrastarli favorira' gli apocalittici disegni, gli scellerate crimini e l'abominevole propaganda degli assassini dell'Isis; e mettera' in pericolo, in estremo pericolo, le vite di tanti innocenti, militari e civili.

Altro e' cio' che possiamo e dobbiamo fare: non atti di guerra o percepiti come tali, non l'insensata esposizione di altre persone al massacro, ma il sostegno a un'azione di polizia internazionale adeguata, un indispensabile aiuto umanitario alle popolazioni vittime dell'organizazzione terrorista e schiavista dell'Isis, un contributo economico e politico alla ricostruzione in Iraq come in Siria come in Libia di infrastrutture e servizi sociali fondamentali nel quadro di ordinamenti giuridici legittimi, democratici, rispettosi dei diritti umani.

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Gentile Ministra,

la prego di farsi promotrice nel Consiglio dei Ministri di una riconsiderazione e della conseguente revoca della non meditata e pericolosissima decisione gia' annunciata.

Non e' disonorevole, non e' disdicevole, non e' un male recedere da una decisione quando ci si avvede che essa e' sbagliata: male e' perseverare nell'errore; male e' esporre insensatamente degli esseri umani alla morte. Il Consiglio dei Ministri e' ancora in tempo per tornare sui suoi passi, ad evitare una tragedia. Salvare le vite e' il primo dovere.

 

8. REPETITA IUVANT. ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, AFFINCHE' SI OPPONGA ALLA SCIAGURATA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE SOLDATI A MOSUL. UNA LETTERA DEL 31 DICEMBRE 2015

 

Egregia Presidente della Camera dei Deputati,

ritengo pericolosissima, assolutamente irrazionale e patentemente illegittima la decisione annunciata dal governo di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

E vorrei pregare lei, terza carica istituzionale dello stato, presidente di uno dei rami del parlamento, autorevole figura dell'impegno umanitario, di invitare il governo a recedere da essa.

Quella inopinata ed irresponsabile decisione infatti e' gravida di conseguenze funeste: espone quei soldati al massacro; ed espone al massacro con essi anche i lavoratori della diga e le popolazioni che vivono nei pressi ed a valle di essa; ed espone al massacro altresi' chi vive in Italia e che a seguito di questa decisione diverra' parimenti bersaglio privilegiato di prevedibilissimi attentati.

Non dubito che lei abbia piena contezza del fatto che Mosul e' in mano all'Isis, che i soldati italiani in Iraq sono gia' stati vittima della strage di Nassiriya, che la loro presenza li' offrirebbe ai terroristi l'occasione di commettere agevolmente una strage e di trarre da questo efferato crimine (che presenterebbero al loro uditorio come un atto di guerra contro "truppe di occupazione crociate") anche un vantaggio propagandistico che incrementera' il loro consenso, il loro reclutamento, la loro espansione.

Sic stantibus rebus, quella stoltissima decisione del governo italiano si configura come un atto mortifero e costituira' paradossalmente un effettuale favoreggiamento dell'Isis; quella decisione e' quindi palesemente illegale, immorale, insensata.

*

Egregia Presidente della Camera dei Deputati,

so bene che il suo ruolo istituzionale richiede da lei prudenza e saggezza, ma proprio a un atto di prudenza e di saggezza la esorto: la esorto a richiamare il governo alla ragione, la esorto a impedire che un crimine sia commesso (poiche' quella decisione del governo crea appunto le condizioni che consentiranno una strage altrimenti evitabile).

Si adoperi per salvare delle vite.

Si adoperi affinche' il governo non esponga - gratuitamente, assurdamente, atrocemente - degli esseri umani alla morte.

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2216 del 3 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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