[Nonviolenza] Telegrammi. 2203



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2203 del 21 dicembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Un appello alle persone impegnate per salvare le vite

2. Il crollo della diga. Un appello al presidente del Consiglio dei ministri del 18 dicembre 2015

3. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

4. Hic et nunc, quid agendum

5. "Le relazioni interpersonali tra conflitti e solidarieta' al tempo delle nuove tecnologie della comunicazione". Un incontro di riflessione a Viterbo

6. Umberto Santino: Donne e mafia: una novita'?

7. In memoria di Luise Aston, di Nicola Badaloni, di Giuseppe Gioachino Belli, di Franz Boas, di Giovanni Boccaccio, di Heinrich Boell, di Alice Ceresa, di Elvio Fachinelli, di Charles Maljournal, di Liana Millu, di Augusto Monterroso, di Giuseppe Pitre', di Thomas Sankara, di Antonio Virgilio Savona, di Francois-Vincent Toussaint, di Kurt Tucholsky, di Frank Zappa

8. Vecchi libri (alcune segnalazioni del settembre 2005)

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. UN APPELLO ALLE PERSONE IMPEGNATE PER SALVARE LE VITE

 

Receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche.

Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

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A chi condivide la persuasione che salvare le vite sia il primo dovere chiediamo di scrivere al presidente del Consiglio dei ministri per chiedere che il governo receda dall'annunciata decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Si puo' scrivere agli indirizzi di posta elettronica: matteo at governo.it e segreteria.presidente.renzi at governo.it e per opportuna conoscenza ai presidenti del Senato e della Camera agli indirizzi di posta elettronica: pietro.grasso at senato.it e laura.boldrini at camera.it

 

2. INSISTENZE. IL CROLLO DELLA DIGA. UN APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 18 DICEMBRE 2015

 

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

receda immediatamente dalla decisione dell'invio di truppe italiane alla diga di Mosul, decisione le cui conseguenze possono essere funeste e fin catastrofiche.

Non commetta l'errore piu' grave dell'intera sua vita.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

nelle scorse settimane, mentre alcuni suoi ministri deliravano, lei e' apparso essere consapevole degli enormi rischi che una ulteriore escalation dell'intervento bellico euroamericano nel Vicino e nel Medio Oriente avrebbe comportato, con l'esito sia di un'ulteriore estensione delle stragi cola', sia di una ulteriore espansione del terrorismo su scala planetaria. In queste settimane lei e' apparso essere consapevole dei risultati disastrosi delle guerre cui dagli anni Novanta l'Italia ha partecipato (violando la sua stessa legge fondamentale), ed ha piu' volte ricordato la guerra libica del 2011 come esempio di tragico errore da non ripetere.

Ebbene, la decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul contraddice la prudenza e la ragionevolezza che informavano quelle sue precedenti dichiarazioni.

Questa decisione di dispiegare truppe italiane sul terreno, nel cuore del conflitto in corso nell'area tra Iraq e Siria che - destrutturati gli ordinamenti giuridici di quei paesi dalle guerre euroamericane degli scorsi decenni - e' divenuta base territoriale dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis,  puo' avere conseguenze tremende.

Una presenza militare italiana alla diga di Mosul rendera' sia quel luogo e le persone li' schierate, sia l'Italia intera, un primario bersaglio dell'azione stragista dell'organizzazione terroristica.

Come chiunque, immagino facilmente le pressioni che possono avere indotto il suo governo a questa stoltissima e sciaguratissima decisione; ma voglio sperare che lei abbia sufficiente buon senso per capire che deve revocarla immediatamente.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

l'Italia ha gia' dato un enorme, scellerato contributo al trionfo dello stragismo e del terrorismo (tanto dei poteri dichiaratamente criminali, quanto degli stati) con la partecipazione alle guerre del Golfo, alla guerra dei Balcani, alla guerra afgana, alla guerra libica; con la fornitura di armi a regimi assassini; con la partecipazione a coalizioni internazionali e organizzazioni armate responsabili di crimini di guerra e contro l'umanita'; con l'abominevole politica razzista che impedendo l'ingresso legale a chi fugge da fame e guerre e dittature ha provocato l'immane strage nel Mediterraneo; con lo sperpero di risorse ingentissime per le spese militari costitutivamente finalizzate alla preparazione ed all'esecuzione della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste. L'Italia ha molto da farsi perdonare dai popoli del sud del mondo, di tante stragi e' corresponsabile.

In relazione alla Libia l'Italia sembra ora finalmente seguire una politica ragionevole: di azione diplomatica orientata a far cessare i conflitti e le stragi, a promuovere dialogo e legalita', a salvare le vite e a contrastare il potere delle organizzazioni criminali attraverso la ricostruzione di un ordinamento giuridico che si impegni nella direzione del rispetto e della promozione dei diritti di tutti; perche' non seguire la stessa politica ragionevole anche in relazione all'Iraq e alla Siria?

*

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

due sono le dighe di cui deve tener conto nel valutare la situazione.

Vi e' una diga a Mosul da mettere in sicurezza, ma la presenza di soldati italiani ottiene proprio l'effetto contrario.

E vi e' una diga in Italia e in Europa: la diga della civilta' che si oppone all'irruzione della barbarie, del razzismo e del fascismo. Che possa l'ordinamento giuridico costituzionale e democratico italiano resistere a chi vuole trasformarci in mostri, a chi vuole renderci ad un tempo vittime e ausiliari delle sua apocalittica brama di sterminio.

Receda da quella sconsiderata decisione ed impegni piuttosto il nostro paese anche in quell'area ad un'azione diplomatica come quella dispiegata in Libia.

Lei sa che l'azione di polizia necessaria contro i terroristi dell'Isis sara' resa possibile solo dalla fine della guerra in corso, ovvero solo dalla fine della destrutturazione dell'Iraq e della Siria con la ricostituzione in entrambi i paesi di un ordinamento giuridico che si impegni alla ricostruzione dei servizi, delle infrastrutture e dell'amministrazione nella legalita', nella direzione della democrazia e del rispetto dei diritti umani. A tal fine occorre promuovere il dialogo, occorre recare aiuti umanitari, occorre sostenere le esperienze nonviolente di convivenza e di solidarieta', occorre tagliare ai terroristi le fonti di finanziamento, di armamento, di reclutamento - innanzitutto costringendo i governi loro complici (in primo luogo la Turchia e l'Arabia Saudita, il Kuwait e il Qatar) a recedere dalla loro criminale politica.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

tragga ispirazione dalla memoria di Giorgio La Pira, faccia della nonviolenza la vera, grande, necessaria, urgente trasformazione - evoluzione, progresso - di cui la politica, non solo italiana ma dell'umanita' intera, ha assoluto bisogno.

Voglia gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 18 dicembre 2015, Giornata internazionale per i diritti dei migranti

 

3. INSISTENZE. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

4. INSISTENZE. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

5. INCONTRI. "LE RELAZIONI INTERPERSONALI TRA CONFLITTI E SOLIDARIETA' AL TEMPO DELLE NUOVE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto domenica 20 dicembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Le relazioni interpersonali tra conflitti e solidarieta' al tempo delle nuove tecnologie della comunicazione".

All'incontro ha preso parte Marco Graziotti.

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Marco Graziotti e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Paolo Arena ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Laureato in Scienze della comunicazione, dottore magistrale in Filologia moderna, e' autore di un apprezzato lavoro su "Nuove tecnologie e controllo sociale nella ricerca di David Lyon"; di una rilevante ricerca su "Riflessi nella letteratura e nel cinema della boxe come realta' complessa e specchio della societa' della solitudine di massa e della sopraffazione e mercificazione universale"; di una rigorosa ricerca sulle istituzioni e le politiche finanziarie europee facendo specifico riferimento alle analisi di Luciano Gallino e di Francesco Gesualdi; di una approfondita ricerca su "Fotografia, controllo sociale e social media"; di un ampio ed accurato studio su "Pubblicita' e controllo sociale. La pubblicita' come induzione al consumo ed organizzazione del consenso".

 

6. RIFLESSIONE. UMBERTO SANTINO: DONNE E MAFIA: UNA NOVITA'?

[Ringraziamo di cuore Umberto Santino per averci messo a disposizione questo suo articolo apparso nella cronaca di Palermo del quotidiano "La Repubblica" del 19 dicembre 2015 con il titolo "Donne di mafia, la storia che si ripete".

Umberto Santino e' con Anna Puglisi il fondamentale animatore del "Centro Impastato" di Palermo, che come tutti sanno e' la testa pensante e il cuore pulsante del movimento antimafia. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000, 2010; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007; (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 2008; Breve storia della mafia e dell'antimafia, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; Le colombe sulla rocca, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; L'altra Sicilia, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; Don Vito a Gomorra, Editori Riuniti, Roma 2011; La mafia come soggetto politico, Di Girolamo Editore, Trapani 2013; Dalla parte di Pollicino, Di Girolamo Editore, Trapani 2015. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in cammino", da ultimo nel supplemento "Coi piedi per terra" nei nn. 421-425 del novembre 2010. Il sito del Centro Impastato e' www.centroimpastato.com]

 

La mafia e' un'organizzazione formalmente rigida ma elastica di fatto. E questo spiega la sua persistenza nel tempo e la sua capacita' di adattarsi ai mutamenti del contesto. Questo vale anche per quanto riguarda il ruolo delle donne. La mafia e' maschilista per la semplice ragione che e' nata e si e' sviluppata in una societa' in cui contavano solo gli uomini e le donne erano condannate a un ruolo secondario, chiuse entro le mura domestiche. Cosi' gli "angeli del focolare" avrebbero avuto nella mafia solo il ruolo di trasmettitrici dei codici onorifici, in particolare della vendetta. Ma in realta' le cose sono andate diversamente e si potrebbero richiamare casi abbastanza significativi. In un processo alla mafia delle Madonie del 1927, in un contesto in cui mafia e brigantaggio andavano a braccetto, con 153 imputati, c'erano sette donne, con imputazioni come l'assistenza ai latitanti e la riscossione del pizzo. Tra esse c'era Giuseppa Salvo, nota come la "regina di Gangi", un'autentica capomafia.

Andando a tempi meno lontani, negli anni '80, Nonna Eroina, al secolo Angela Russo, non era solo una corriera di droga ma si atteggiava da boss, erede del ruolo del padre, e minacciava di morte il figlio collaboratore di giustizia. La prima donna sottoposta al carcere duro è stata Maria Filippa Messina, moglie del capomafia di Calatabiano, in provincia di Catania, Nino Cinturino, che dopo l'arresto del marito ha fatto da supplente nella gestione del clan.

Alcuni anni fa Giusy Vitale, di una famiglia mafiosa di Partinico, ha sostituito i fratelli in carcere nella gestione delle attivita', ha ordinato un omicidio e ha dichiarato di essere stata nominata capo mandamento. Finora sarebbe l'unico caso. Ora Teresa Mannino, moglie di un capomafia in carcere, secondo gli inquirenti avrebbe retto il mandamento di Porta nuova e dalle intercettazioni risulta che parla e agisce come un boss. Gestisce la cassa, a quanto pare non proprio florida, da' ordini, impartisce lezioni di mafiosita' alle altre donne, raccomandando di manifestare le loro emozioni in casa, mai in pubblico e nel corso dei processi. Non risulta pero' che essa abbia un ruolo di capomafia formalmente riconosciuto, come nel caso della Vitale.

La mafia negli ultimi anni ha incassato colpi durissimi, con gli arresti e le condanne di capi e gregari, una vera e propria decimazione degli organigrammi, e ha certamente difficolta' a sostituirli. Deve ricorrere alle seconde file e se ci sono donne che mostrano di avere capacita', meritano fiducia poiche' fanno parte di famiglie mafiose piu' o meno storiche, non c'e' da sorprendersi se esse hanno un ruolo che non e' solo di vestali dei disvalori mafiosi.

Dalle inchieste dei giorni scorsi risulta che, nonostante le denunce e le prese di posizione di commercianti e imprenditori negli ultimi anni, la formazione di associazioni antiracket, le estorsioni sembrano ancora la regola e tra le vittime solo in quattro hanno collaborato spontaneamente con la giustizia e tra essi c'e' un piccolo imprenditore romeno, che mostra di essere totalmente estraneo alla cultura della soggezione e della sudditanza. Ritorna alle cronache il mercato ittico, vecchio feudo mafioso assieme al mercato ortofrutticolo. Ci sono segni di ripresa del traffico di droga, ma gia' da altre inchieste risultava che esso viene svolto anche in collaborazione con clan nigeriani. Ora si parla della ripresa di vecchi rapporti con clan camorristici.

Quel che appare certo e' che i tentativi di ripresa della mafia partono da roccaforti storiche come Porta nuova o nelle immediate vicinanze come Bagheria. E uno dei dati che dovrebbe allarmare e' che il consenso nei confronti dei mafiosi c'e' ancora in una parte della popolazione. Qualche settimana fa abbiamo parlato dell'omaggio al padrino nel borgo della Guadagna, ora c'e' stato il saluto rispettoso a un mafioso in arresto al Borgo vecchio. Magistrati e investigatori fanno il loro lavoro, con ottimi risultati, ma sono i primi a pensare che la repressione non basta. Bisogna agire su una realta' che continua a produrre mafia e riesce a rimpiazzare i padrini in carcere anche con le loro donne, orgogliose di mostrare la loro mafiosita', come un blasone di famiglia.

 

7. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI LUISE ASTON, DI NICOLA BADALONI, DI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI, DI FRANZ BOAS, DI GIOVANNI BOCCACCIO, DI HEINRICH BOELL, DI ALICE CERESA, DI ELVIO FACHINELLI, DI CHARLES MALJOURNAL, DI AUGUSTO MONTERROSO, DI LIANA MILLU, DI GIUSEPPE PITRE', DI THOMAS SANKARA, DI ANTONIO VIRGILIO SAVONA, DI FRANCOIS-VINCENT TOUSSAINT, DI KURT TUCHOLSKY, DI FRANK ZAPPA

 

Ricorre oggi, 21 dicembre, l'anniversario della scomparsa di Luise Aston, della nascita di Nicola Badaloni, della scomparsa di Giuseppe Gioachino Belli, della scomparsa di Franz Boas, della scomparsa di Giovanni Boccaccio, della nascita di Heinrich Boell, della scomparsa di Alice Ceresa, della scomparsa di Elvio Fachinelli, della nascita di Charles Maljournal, della nascita di Liana Millu, della nascita di Augusto Monterroso, della nascita di Giuseppe Pitre', della nascita di Thomas Sankara, della nascita di Antonio Virgilio Savona, della nascita di Francois-Vincent Toussaint, della scomparsa di Kurt Tucholsky, della nascita di Frank Zappa.

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Anche nel ricordo di Luise Aston, di Nicola Badaloni, di Giuseppe Gioachino Belli, di Franz Boas, di Giovanni Boccaccio, di Heinrich Boell, di Alice Ceresa, di Elvio Fachinelli, di Charles Maljournal, di Liana Millu, di Augusto Monterroso, di Giuseppe Pitre', di Thomas Sankara, di Antonio Virgilio Savona, di Francois-Vincent Toussaint, di Kurt Tucholsky, di Frank Zappa, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

8. REPETITA IUVANT. VECCHI LIBRI (ALCUNE SEGNALAZIONI DEL SETTEMBRE 2005)

 

Riproponiamo di seguito alcune delle segnalazioni bibliografiche apparse nel nostro notiziario nel settembre 2005.

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Lia Freitas, A producao de ignorancia na escola. Uma analise critica do ensino da lingua escrita na sala de aula, Cortez Editora, Sao Paulo 1989, pp. 136. Una efficace analisi critica e un invito all'impegno: "non e' sufficiente che gli educatori scoprano nuove teorie, occorre che essi si impegnino nella lotta degli oppressi". L'autrice e' psicologa e docente universitaria di scienze pedagogiche.

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Maria do Rosario Longo Mortatti, Os sentidos da alfabetizacao (Sao Paulo 1876-1994), Editora Unesp, Sao Paulo 1999, pp. 376. Una appassionante ricognizione sistematica e interpretazione critica delle opere pubblicate in Brasile lungo oltre un secolo concenenti l'attivita' scolastica di insegnamento ai bambini del leggere e dello scrivere, esaminando sia i testi di uso didattico che quelli di riflessione teorica. L'autrice e' una prestigiosa docente universitaria di scienze pedagogiche brasiliana.

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Nadine Gordimer, Un mondi di stranieri, Feltrinelli, Milano 1961, 1990, pp. 336. Pubblicato nel 1958, uno dei piu' bei romanzi di Nadine Gordimer, la grande scrittrice sudafricana impegnata nella lotta contro l'apartheid, premio Nobel per la letteratura. Riflettere ancora sulla vicenda storica del regime razzista sudafricano sarebbe di grande utilita' oggi che quel mostruoso modello - sconfitto li' - si sta riproducendo su scala planetaria.

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Doris Lessing, Il taccuino d'oro, Feltrinelli, Milano 1964, 1977, 2 voll. per complessive pp. 724. Un romanzo da farsi e un mondo che si disfa: uno sguardo e una voce di donna coglie, nomina, squaderna, discute e giudica, disvela e mette in crisi, cio' che e' essenziale, cio' che e' ineludibile, cio' che e' terribile, cio' che svanisce.

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Clarice Lispector, La passione secondo G. H., La Rosa, Torino 1982, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 168. "Non devo aver paura di vedere l'umanizzazione dal di dentro" (p. 132); un libro a un tempo enigmatico e rischiaratore, straordinariamente influente nella riflessione femminista italiana.

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Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004, pp. 208, euro 16. Una delle piu' belle monografie su Capitini degli ultimi anni.

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Emilia Ferreiro, Les relations temporelles dans le langage de l'enfant, Droz, Geneve-Paris 1971, pp. XVI + 390. Il primo libro di Emilia Ferreiro, ed e' gia' un'opera rivoluzionaria nella comprensione del bambino come ricercatore e nell'analisi dei processi di apprendimento del linguaggio. Con una rilevante prefazione di Jean Piaget.

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Fioretta Mazzei, La Pira. Cose viste e ascoltate, Libreria editrice fiorentina, Firenze s. d., pp. 148, euro 8. Una profonda, acuta, commossa testimonianza sul sindaco costruttore di pace (1904-1977) scritta da una delle figure piu' vive della cultura e dell'impegno civile della Firenze novecentesca; come scrive l'editore, Fioretta Mazzei (1923-1998) "e' stata l'anima femminile cristiana di Firenze".

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Mark Juergensmeyer, Come Gandhi. Un metodo per risolvere i conflitti, Laterza, Roma-Bari 2004, pp. X + 204, euro 16. Un'agile e non banale monografia su Gandhi e la gestione nonviolenta dei conflitti; l'autore e' docente di sociologia e direttore del Dipartimento di studi globali e internazionali dell'Universita' della California.

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Lorenzo Milani, La parola fa eguali, Libreria editrice fiorentina, Firenze 2005, pp. 192, euro 12. A cura di Michele Gesualdi una utile e appassionante raccolta di testi e documenti inediti o poco noti del priore di Barbiana (con un'ampia documentazione fotografica).

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Pietro Pastena, Breve storia del pacifismo in Italia, Bonanno, Acireale-Roma 2005, pp. 200, euro 18. Una sintetica utile cronaca delle principali vicende del movimento e del dibattito pacifista italiano dal Settecento alla prima guerra del Golfo.

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AA. VV., Nicola Calipari ucciso dal fuoco amico, Nuova iniziativa editoriale, Roma 2005, diffuso in supplemento al quotidiano "L'Unita'", pp. 144, euro 5,90. Realizzato da un gruppo di giornalisti che si firmano con lo pseudonimo collettivo di "Marco Bozza", curato da Vincenzo Vasile, con un toccante intervento di Rosa Calipari, un saggio di Massimo Brutti, e le due relazioni ufficiali - italiana e americana - sulla sua uccisione a Baghdad, un libro che rievoca la figura di un uomo che salvava la vita alle altre persone, uno dei nostri, e dell'umanita' intera.

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Mario Lopez Martinez (dir.), Enciclopedia de Paz y Conflictos, Instituto de la Paz y los Conflictos, Universidad de Granada, Granada 2004, 2 voll., pp. complessive LXXVI + 1.228, s.i.p. Segnaliamo nuovamente questa opera monumentale cui hanno contribuito oltre cento studiosi tra cui molti di straordinario prestigio internazionale,  diretta da uno dei piu' illustri studiosi della pace e della nonviolenza, docente di storia contemporanea e direttore dell'Istituto sulla pace e i conflitti dell'Universita' di Granada. Auspicando che venga presto tradotta in italiano.

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Lorenzo Milani: Una lezione alla scuola di Barbiana, Libreria editrice fiorentina, Firenze 2004, pp. 80, euro 6. A cura di Michele Gesualdi la riproposizione di una conversazione di don Milani gia' pubblicata, sempre per le cure di Michele Gesualdi, nell'opuscolo "Don Milani maestro di liberta'", suppl. a "Conquiste del lavoro", Roma, 26 giugno 1987; poi col titolo Anche le oche sanno sgambettare, Stampa Alternativa, Viterbo 1995, per le cure di Carlo Galeotti (riprendendola dal supplemento di "Conquiste del lavoro"); in questa nuova e definitva edizione la conversazione milaniana e' accompagnata da vari altri utili materiali scritti e fotografici, in gran parte inediti.

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Beatriz Molina Rueda, Francisco A. Munoz (eds.), Manual de Paz y Conflictos, Instituto de la Paz y los Conflictos, Universidad de Granada, Granada 2004, pp. 560, s.i.p. Nuovamente segnaliamo questo libro di grande valore, opera di un gruppo di tredici studiose e studiosi, che si aggiunge all'eccellente Enciclopedia de Paz y Conflictos diretta da Mario Lopez Martinez, e che anch'esso vivamente raccomandiamo a tutti i nostri interlocutori, auspicando anche una tempestiva traduzione italiana.

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Giorgio La Pira, Premesse della politica e Architettura di uno stato democratico, Libreria editrice fiorentina, Firenze 1978, 2004, pp. XVI + 246 (piu' 18 di presentazione premesse alla ristampa del 1978), euro 14. Due celebri opere del "sindaco santo" di Firenze, antifascista, costruttore di pace, amico della nonviolenza (1904-1977): scritte l'una nella clandestinita' a Roma durante la seconda guerra mondiale, e pubblicata nel 1945 sempre dalla Lef a Firenze; l'altra di riflessione sulla Costituzione della Repubblica Italiana pubblicata nel 1948 nelle Edizioni Servire di Roma. Con una presentazione di Fabrizio Fabbrini.

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Christian Mellon, Jacques Semelin, La non-violence, Presses Universitaires de France, Paris 1994. Nella nota collana di buona divulgazione "Que sais-je?", una assai utile, agile ma puntuale ed accurata, monografia introduttiva di due autorevoli amici e studiosi della nonviolenza, tra i piu' apprezzati a livello internazionale. Anche questo libro e' ancora da tradurre in italiano.

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Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1988, pp. 576, lire 28.000. Dal teologo assassinato dai nazisti una delle piu' grandi testimonianze della dignita' umana nel Novecento.

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Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernita', Giunti, Firenze 2002, pp. 222, euro 12. Un'opera lucidissima e appassionante di una delle piu' grandi intellettuali viventi, femminista e musulmana.

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Luciana Stegagno Picchio, La letteratura brasiliana, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1972, pp. 702. Una vasta e profonda ricognizione, di una illustre e appassionata studiosa.

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Luciana Stegagno Picchio (direttrice), Poesia portoghese e brasiliana, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2004 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica"), pp. 992, euro 9,90. Un'antologia che e' uno dei migliori viatici all'abbraccio e all'immersione nella venusta' gioiosa e dolente della parola poetica che sgorga plurima e sorgiva nella vasta e dispersa area - nel sempiterno sterminato mare - della lingua della saudade.

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Elena Pulcini, L'individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale, Bollati Boringheri, Torino 2001, pp. 230, euro 20,66. Dall'homo oeconomicus, all'homo democraticus, all'homo reciprocus: dall'individuo della solitudine e degli artigli (della guerra di tutti contro tutti, del coro degli uomini vuoti), alla passione del dono e all'individuo comunitario (non sintesi totalitaria che chiude ed esclude, ma infinita apertura all'altro). Una monografia di profonda potenza ermeneutica. L'autrice e' docente di filosofia sociale all'Universita' di Firenze.

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Elena Pulcini, Il potere di unire. Femminile, desiderio, cura, Bollati Boringhieri, Torino 2003, pp. XXXIV + 194, euro 18. "Una serie di saggi scritti nell'arco di una qundicina d'anni e tutti accomunati da quell'oggetto inquieto e tuttora sfuggente che e' il problema del 'soggetto' ripensato alla luce della 'differenza' femminile". Una riflessione ad un tempo straordinariamente compatta e articolata, in cui la vastita' dei riferimenti convocati a convivio si coniuga a un grande nitore di sguardo, rigore di pensiero, esattezza di voce. Un libro che vivamente raccomandiamo.

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Rodolfo Mondolfo, Umanismo di Marx, Einaudi, Torino 1968, 1975, pp. XLVIII + 422.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2203 del 21 dicembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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