[Nonviolenza] Le due Rose. 3



 

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LE DUE ROSE

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La Rosa rossa contro la guerra

La Rosa bianca contro il nazismo

Per la pace e i diritti umani

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 3 del 9 dicembre 2015

 

In questo numero:

1. Gli esseri umani

2. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

3. Hic et nunc, quid agendum

4. Peppe Sini: Un tentativo del 2008

5. Le due sole buone notizie (febbraio 2008)

6. Verso il 2 marzo. Tutto si decide nel mese di febbraio (febbraio 2008)

7. Portare la proposta della nonviolenza nelle istituzioni democratiche (febbraio 2008)

8. Armando Timballi: L'ossimoro (febbraio 2008)

9. La strada per Bologna, la marcia del sale (febbraio 2008)

10. Armando Timballi: Il diritto di votare (febbraio 2008)

11. L'argomento dell'acqua fresca (febbraio 2008)

12. Attilio Dartigli: La viaccia (febbraio 2008)

13. Nonviolenza o barbarie (febbraio 2008)

14. Al bar dello sport (febbraio 2008)

15. Di qui al 2 marzo. Per costruire liste femministe, ecologiste, della nonviolenza in cammino (febbraio 2008)

16. If the red slayer (febbraio 2008)

17. La guerra (febbraio 2008)

18. Il 2 marzo a Bologna, ma subito ovunque (febbraio 2008)

 

1. EDITORIALE. GLI ESSERI UMANI

 

Gli esseri umani che continuano a morire nel Mediterraneo.

Gli esseri umani che continuano a morire sotto le bombe.

Gli esseri umani che continuano a morire in schiavitu'.

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Fermare la guerra.

Fermare il fascismo.

Soccorrere tutte le vittime.

*

Sia nostro l'impegno della Rosa rossa contro la guerra.

Sia nostro l'impegno della Rosa bianca contro il nazismo.

Sia nostro l'impegno per la pace e i diritti umani.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

3. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. DI SCHELETRI E DI ARMADI. PEPPE SINI: UN TENTATIVO DEL 2008

 

Tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008 fui uno dei promotori di un'iniziativa per la presentazione di liste della nonviolenza alle elezioni politiche.

Forse puo' essere utile rileggere oggi, in un contesto per piu' versi profondamente mutato, alcuni ragionamenti di allora cosi' come apparvero sul nostro notiziario.

 

5. HERI DICEBAMUS. LE DUE SOLE BUONE NOTIZIE (FEBBRAIO 2008)

 

Le due sole buone notizie dell'ultimo anno ci sembra che siano le seguenti:

- la ripresa di iniziativa del movimento delle donne, che della nonviolenza in cammino e' la corrente calda e il maggior inveramento storico: con la presentazione - sostenuta da una vasta raccolta di firme in tutta Italia - della proposta di legge di iniziativa popolare "50 e 50 ovunque si decide" per la democrazia paritaria e duale; e con la manifestazione contro la violenza sulle donne del 24 novembre scorso.

- il crescere nelle coscienze di tante e tanti e l'imporsi alla pubblica discussione della prospettiva di presentare liste elettorali della sinistra della nonviolenza, a cominciare dalle prossime elezioni politiche.

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Poiche' tutte le forze politiche presenti in Parlamento nell'ultima legislatura hanno approvato la guerra e il razzismo, hanno approvato provvedimenti ecocidi, hanno fatto una politica contro le donne e contro le classi ed i popoli sfruttati ed oppressi, e' necessario e urgente che alle prossime elezioni politiche le persone amiche della nonviolenza presentino proprie liste per affermare gli immortali principi della giustizia e della liberta', della fratellanza e della sorellanza, della responsabilita' e della solidarieta', dell'adesione alla verita', della lotta contro ogni violenza. Il programma di Giacomo Leopardi.

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E dire liste della sinistra della nonviolenza vuol dire liste che fanno della scelta della nonviolenza - della lotta la piu' nitida e la piu' intransigente, la piu' concreta e la piu' coerente, contro ogni violenza e contro ogni menzogna - il criterio dell'azione politica. Vuol dire liste che siano ad un tempo femministe, solidali, ecologiste, antimafia, socialiste e libertarie. Vuol dire liste che prendano sul serio la parola "tu non uccidere". Vuol dire liste che portino nelle istituzioni persone amiche della nonviolenza che quindi si battano per affermare il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, che si battano per la difesa della biosfera, che si battano per la dignita' di tutte e tutti. Il programma di Virginia Woolf, il programma di Mohandas Gandhi, il programma di Hannah Arendt, il programma di Primo Levi, il programma di Vandana Shiva.

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La nonviolenza e' in cammino.

 

6. HERI DICEBAMUS. VERSO IL 2 MARZO. TUTTO SI DECIDE NEL MESE DI FEBBRAIO (FEBBRAIO 2008)

 

Il 2 marzo (la data proposta da Michele Boato, Maria G. Di Rienzo e Mao Valpiana per incontrarsi a Bologna e verificare la possibilita' concreta di presentare gia' alle prossime elezioni politiche liste della sinistra della nonviolenza, femministe ed ecologiste - per contatti: micheleboato at tin.it) non e' la data di inizio, ma il termine ultimo di verifica del lavoro svolto nel frattempo.

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Poiche' si vota alla meta' di aprile, occorre aver presentato le liste un mese prima. E ci si concedera' che ci vorra' un po' di tempo per definire le candidature e svolgere tutti gli adempimenti tecnici.

Cosicche' il momento di verificare l'ipotesi di lavoro delle liste della sinistra della nonviolenza (femministe ed ecologiste, solidali e antimafia, socialiste e libertarie, per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, per introdurre nell'azione politica il principio "tu non uccidere") e' adesso.

Ed e' adesso il momento di dirsi tutto cio' che deve essere detto per non fare un dialogo tra sordi, ed almeno per chi scrive queste righe tra cio' che va detto vi e' almeno quanto segue:

a) la nonviolenza e' opposizione la piu' nitida e la piu' intransigente a tutte le violenze e le menzogne. La nonviolenza e' lotta. La nonviolenza e' un criterio per l'azione e una scelta politica impegnativa. Non e' nonviolenza, ma prostituzione al male, l'azione di chi accetta e cosi' avalla (sia pur passivamente, con condotta meramente omissiva) il crimine, le uccisioni, la guerra.

b) L'opposizione integrale alla guerra e la difesa dei principi fondamentali della Costituzione sono elementi irrinunciabili del nostro impegno: questo implica che quelle persone e quelle organizzazioni che in questi anni hanno accettato e avallato (o addirittura sostenuto, propagandato e praticato) la politica della guerra e del razzismo, e quindi la politica della violazione della legalita' costituzionale, non possono essere ne' tra i promotori ne' tra i candidati delle liste della sinistra della nonviolenza.

c) Vi e' un'urgenza estrema: certe scelte di governo votate dall'intero arco dei partiti attualmente presenti in parlamento in materia non solo di guerra e di razzismo, ma anche di riarmo come di modello di sviluppo, sono palesemente in contrasto con la difesa della civilta' umana e della biosfera. E' indispensabile una presenza in Parlamento di persone amiche della nonviolenza per opporsi a scelte dissennate e onnicide con tutti gli strumenti e le risorse che l'ordinamento giuridico offre e consente.

d) Chi oggi votasse per i partiti che hanno governato negli ultimi due anni, non vota piu' - come due anni fa - contro l'eversione berlusconiana: vota per la guerra, il razzismo e la violazione della Costituzione, ovvero per l'eversione berlusconiana cosi' come proseguita dal governo Prodi. L'unico modo per contrastare l'eversione berlusconiana e' eleggere in parlamento persone amiche della nonviolenza con liste della sinistra della nonviolenza.

e) Il femminismo (i femminismi, se si vuole) e' qui e adesso l'asse, il centro della proposta della nonviolenza in cammino. Proprio perche' dall'ideologia e dalla prassi del patriarcato, del maschilismo, del femminicidio precede il potere e la vicenda della denegazione di umanita', della violenza come una delle belle arti, dell'asservimento dell'altro essere umano e della sua riduzione al rango di mezzo e mai di fine, e quindi l'infinita catena della guerra e del distruggere, dello sfruttamento e dell'oppressione, proprio per questo il femminismo, che della nonviolenza in cammino e' l'inveramento storico maggiore e la corrente calda, e' il cuore e il fulcro, il riferimento essenziale della proposta delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza.

f) Il programma delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza e' semplicemente la nonviolenza, intesa come criterio e come scelta: cogente, concreta, coerente nei mezzi e nei fini. Una tematizzazione essenziale puo' essere quella proposta nella Carta del Movimento Nonviolento.

g) Affermare che il programma delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza e' semplicemente la nonviolenza, significa anche che esso si articola nell'adesione ai, e nell'inveramento dei, principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, fonte di diritto e progetto di societa'.

h) Affermare che il programma delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza e' dato dalla nonviolenza, e dai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, significa anche che esso fa propria l'affermazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

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Le persone che a questo programma e a questa proposta si sentono in coscienza di poter dare un contributo, ebbene, e' adesso che possono e debbono farlo.

Ovunque si apra una riflessione su questa idea grande e nuova - e antica come le montagne -: fare della nonviolenza la scelta e il criterio a fondamento dell'azione politica, del governo della cosa pubblica, dell'amministrazione di cio' che e' di tutti.

Ovunque si avvii un'iniziativa per discutere, verificare, costruire la proposta delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza.

 

7. HERI DICEBAMUS. PORTARE LA PROPOSTA DELLA NONVIOLENZA NELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE (FEBBRAIO 2008)

 

Coloro che pensano di potersi limitare a fare i movimenti civici e di abbandonare la gestione delle istituzioni democratiche all'attuale ceto politico sbagliano due volte: per rassegnazione e per subalternita'.

Coloro che pensano che quei partiti che hanno unanimi votato per la guerra, il riarmo e il razzismo possano di punto in bianco mutar parere e natura sbagliano due volte: per dabbenaggine e per ottundimento.

Coloro che pensano che si fermera' il femminicidio senza un massivo ingresso delle donne nei luoghi della decisione politica, due volte sbagliano: per maschilismo e per subalternita'.

Coloro che pensano che si fermera' la tendenza che sta portando alla distruzione della biosfera e con essa alla distruzione della civilta' umana senza un'azione politica che trovi inveramento negli ordinamenti giuridici, due errori commettono: d'ingenuita' e di astrattezza.

Coloro che ancora si illudono che il modo di produzione dello sfruttamento e che il regime della violenza e della corruzione possano essere superati senza una lotta che si estrinsechi anche nelle istituzioni democratiche, due errori commettono: di smemoraggine e di velleitarismo.

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Presentare alle elezioni politiche liste della sinistra della nonviolenza vuol dire rompere il monopolio del superpartito della guerra e del razzismo, dello sfruttamento e del patriarcato, dell'ecocidio e dell'illegalitarismo dei potenti.

Presentare alle elezioni politiche liste della sinistra della nonviolenza vuol dire proporre di contrastare la barbarie nell'unico modo in cui contrastare la barbarie e' possibile. con la forza della verita', con la scelta dell'umanita'.

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Il tempo e' poco: di qui al 2 marzo ovunque si apra una riflessione, ovunque ci si incontri e si discuta della proposta avanzata dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana.

 

8. HERI DICEBAMUS. ARMANDO TIMBALLI: L'OSSIMORO (FEBBRAIO 2008)

[Ringraziamo il nostro buon amico Armando Timballi per averci messo a disposizione i seguenti stralci estratti da una sua lettera al comune amico Eraldo Cheruchi]

 

(...) C'e' una sola nonviolenza. E la nonviolenza a meta' non e' piu' nonviolenza, ma il suo contrario. Ma la nonviolenza e' nozione e cosa complessa ed aperta, un insieme di insiemi, di teorie e di pratiche che volta a volta si danno nella storia, sempre in concrete situazioni di conflitto ogni volta diverse. La nonviolenza in astratto non esiste. La nonviolenza esiste solo nel vivo della lotta nonviolenta che alla violenza e alla menzogna si oppone.

E se certo e' difficile dire in poche parole cosa la nonviolenza sia, non molto piu' facile e' dire in poche parole cosa essa non sia.

Essa non e' un'ideologia, non e' una dommatica, non e' un museo di autorita', non e' un ricettario o un galateo, non e' un repertorio asettico di risposte preconfezionate.

E' invece un insieme di insiemi: di proposte gnoseologiche, assiologiche ed ermeneutiche; di proposte metodologiche, deliberative ed operative; di proposte che guidino il giudizio e l'azione, di proposte - infine e decisivamente - politiche. Ahimsa: opposizione alla violenza. Satyagraha: forza della verita'; tenersi stretti al vero, al giusto, al buono; comunione creaturale, rispetto del mondo vivente, forza dell'amore. Scelta dialettica e dialogica e contestuale sempre, analisi concreta della situazione concreta e scelta della coerenza tra mezzi e fini, riconoscimento di umanita'.

E volendo azzardarsi a proporre una formula ristretta, su questa insisteremmo ancora e ancora: la nonviolenza e' la lotta che si oppone nel modo piu' nitido e piu' intransigente, piu' concreto e piu' coerente, alla violenza (lo sfruttamento, l'oppressione, l'ingiustizia, la distruzione...) e alla menzogna (l'inganno, l'ignoranza, l'incomprensione, il misconoscimento...).

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(...) Ed aggiungiamo anche: non esistono persone nonviolente. Esistono solo persone amiche della nonviolenza. Anche questo e' bene non scordare. Ma anche: la nonviolenza esiste solo ove persone la incarnino nella prassi relazionale, nell'impegno di cura responsabile, nella scelta di riconoscimento dell'altrui dignita' e verita', e infine e dunque nella loro azione e nella lotta loro contro il male: senza persone che vivono, praticano, operano la nonviolenza, la nonviolenza non si da'.

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(...) La proposta di verificare la possibilita' di realizzare liste elettorali della sinistra della nonviolenza per cercar di portare in parlamento persone amiche della nonviolenza che agiscano in quanto tali nell'organo legislativo ovviamente si rivolge a tutte le persone amiche della nonviolenza, ma individua alcune esperienze storiche che della nonviolenza concreta, della nonviolenza in cammino, della nonviolenza incarnata sono rilevanti portatrici: il movimento delle donne, i movimenti ambientalisti, i movimenti di solidarieta', i movimenti di resistenza e di liberazione delle classi oppresse e dei popoli oppressi, i movimenti che affermano il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. I movimenti che affermano l'esigenza della giustizia sociale e della liberta' personale unite insieme; i movimenti che affermano il principio responsabilita'; i movimenti che affermano il riconoscimento e il rispetto dell'altra e dell'altro; i movimenti che inverano la proposta teorica e pratica di Virginia Woolf, di Hannah Arendt, di Vandana Shiva.

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(...) Quanto a cio' che distingue la destra dalla sinistra nel linguaggio del pensiero politico contemporaneo e' semplicemente questo: la sinistra crede nella fondamentale uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, la destra nel contrario.

Che possa esistere una destra "nonviolenta" e' quindi un ossimoro.

Il buon Aldo Capitini, che veniva dall'antifascismo e aveva i piedi per terra, si definiva un indipendente di sinistra.

Oggi che la pseudosinistra sedicente riformista e' finita nelle grinfie di quella tradizione e concrezione di potere e di dominio che alla meta' degli anni '70 un grande intellettuale italiano proponeva di processare per le sue infinite e sanguinarie malefatte; ed oggi che la pseudosinistra sedicente radicale ed ancora totalitaria e' finita a governare per un biennio costantemente votando per la guerra e il riarmo e il razzismo; oggi, proprio oggi si pone l'esigenza e l'urgenza di costruire le liste elettorali di una sinistra che faccia la scelta propedeutica e fondante della nonviolenza: la sinistra della nonviolenza esiste gia' da un bel pezzo nelle esperienze e nelle riflessioni, negli esperimenti e nelle lotte di tante e tanti: si tratta di far si' che essa possa entrare esplicitamente nele istituzioni per portare anche li' la sua lotta e le sue proposte.

Se si riuscira' a costruire le liste della sinistra della nonviolenza nel giro di un mese e' certo difficile, che si possa e si debba tentare a chi scrive queste righe sembra necessario.

 

9. HERI DICEBAMUS. LA STRADA PER BOLOGNA, LA MARCIA DEL SALE (FEBBRAIO 2008)

 

Mancano tre sole settimane all'incontro del 2 marzo a Bologna promosso dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?". Tre settimane in cui verificare se ci sono le condizioni - le persone, la disponibilita' a impegnarsi - per costruire la presenza di liste della sinistra della nonviolenza alle prossime elezioni politiche. Il tempo e' poco, la proposta grande, il cammino da farsi camminando insieme.

Tre settimane in cui decidere se uscire dalla subalternita' e proporre l'ingresso della nonviolenza nel governo della cosa pubblica, l'ingresso della nonviolenza nell'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico, l'ingresso della nonviolenza nella politica non solo locale, non solo dei movimenti, ma anche istituzionale, ma anche nazionale, ma anche parlamentare. Potrebbe essere hic et nunc la nostra marcia del sale...

 

10. HERI DICEBAMUS. ARMANDO TIMBALLI: IL DIRITTO DI VOTARE (FEBBRAIO 2008)

 

Io non voto per i partiti che hanno votato per la guerra, le stragi e il razzismo.

Io non voto per i partiti che hanno violato la Costituzione.

Io non voto per i partiti che ritengono cosa da nulla assassinare oggi gli afgani, e domani forse anche me e te.

*

Eppure non voglio essere privato del diritto di votare.

Per questo vorrei che ci fossero liste di persone amiche della nonviolenza.

Liste femministe, ecologiste, antirazziste, antimafia: liste di persone amiche della nonviolenza.

Liste socialiste e libertarie, liste che prendono sul serio l'antica parola "Tu non uccidere, tu salva le vite": liste di persone amiche della nonviolenza.

*

Come potremo contrastare la guerra e il riarmo se non portiamo anche in parlamento la lotta contro la guerra e il riarmo?

Come potremo fermare l'ecocidio e il femminicidio se non portiamo anche in parlamento la lotta per difendere l'ambiente e contrastare patriarcato e maschilismo?

Come potremo promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani se non portiamo anche in parlamento la lotta contro il modo di produzione dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro le ideologie e le pratiche della violenza razzista e mafiosa?

 

11. HERI DICEBAMUS. L'ARGOMENTO DELL'ACQUA FRESCA (FEBBRAIO 2008)

 

C'e' gente per cui e' acqua fresca il fatto che un governo abbia violato la Costituzione cui aveva giurato fedelta' ed in forza della quale esercitava il potere esecutivo.

Per noi non e' acqua fresca.

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C'e' gente per cui e' acqua fresca il fatto che un governo tenga l'Italia in guerra, una guerra che sta massacrando un popolo.

Per noi non e' acqua fresca.

*

C'e' gente per cui e' acqua fresca il fatto che un governo teorizzi e pratichi il razzismo, legiferi i campi di concentramento e le deportazioni, perseguiti i piu' oppressi.

Per noi non e' acqua fresca.

*

C'e' gente per cui e' acqua fresca il fatto che un governo faccia una politica di riarmo, una politica che distrugge ambiente e salute, una politica a vantaggio delle classi rapinatrici e a danno delle classi sfruttate, dei popoli oppressi, dei quattro quinti dell'umanita'.

Per noi non e' acqua fresca.

*

C'e' gente per cui e' acqua fresca il fatto che un governo e una coalizione di governo sia gremita di corrotti e corruttori.

Per noi non e' acqua fresca.

*

Noi non vogliamo votare i partiti della guerra, del razzismo, della distruzione della biosfera; noi non vogliamo votare i partiti del patriarcato, dell'eversione dall'alto, dell'illegalitarismo dei potenti, del terrorismo di stato; Noi non vogliamo votare i partiti delle stragi.

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Alle imminenti elezioni politiche occorre la presenza di liste della sinistra della nonviolenza.

Liste femministe ed ecologiste, socialiste e libertarie, antirazziste ed antimafia, che affermino il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; liste di persone persuase di  quella fondamentale verita' che Gandhi affermava dicendo che tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che vi e' tra il seme e la pianta; liste che portino nell'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico democratico la proposta politica della nonviolenza. La nonviolenza presa sul serio. La nonviolenza in cammino.

 

12. HERI DICEBAMUS. ATTILIO DARTIGLI: LA VIACCIA (FEBBRAIO 2008)

[Attilio Dartigli e' schivo un collaboratore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, che non ama la pubblicita', ma sa che quando viene l'ora di resistere chi ha rispetto di se' non si sottrae]

 

Tanti che nel '91 si indignarono e si batterono contro la partecipazione italiana alla guerra del Golfo, tanti che nel '99 si indignarono e si batterono contro la partecipazione italiana alla guerra dei Balcani, ora restano indifferenti di fronte alla partecipazione italiana alla guerra afgana. Anzi: dichiarano tranquillamente che un governo che viola la Costituzione e conduce una guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, e' accettabile, anzi e' buono.

Non so se sia maggiore lo sbigottimento o l'orrore.

Ma certo so che chi cosi' ragiona non e' un nostro compagno di lotta.

Certo so che chi cosi' ragiona e' stato gia' corrotto nel profondo.

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Tanti che pensano che la nonviolenza possa essere ridotta a una generica ed ipocrita predica da fare dai pulpiti e dalle cattedre, si sorprendono che noi si proponga di prenderla sul serio la nonviolenza, e affermarla come proposta e lotta politica, come progetto politico, come movimento politico, come azione politica: cosi' come fece Mohandas Gandhi, come fece Virginia Woolf, come fece Simone Weil, come fece Martin Luther King. Prenderla sul serio. Lotta. Politica.

Chi pensa di limitarsi alle conferenze e alle petizioni evidentemente non vede che la strage e' in corso, e il suo sottrarsi alla lotta aiuta gli assassini.

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Per questo e' necessario rompere la subalternita nei confronti del superpartito della guerra; per questo e' necessario rompere la complicita' col superpartito del razzismo; per questo e' necessario rompere la complicita' col superpartito del patriarcato; per questo e' necessario rompere la complicita' col superpartito dell'ecocidio. E proporre, si', che la nonviolenza entri anche nelle istituzioni con la sua proposta, nitida e intransigente.

Per questo e' necessario esplorare la possibilita' di realizzare il prima possibile liste elettorali della sinistra della nonviolenza. Femministe, ambientaliste, socialiste e libertarie, delle oppresse e degli oppressi in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

 

13. HERI DICEBAMUS. NONVIOLENZA O BARBARIE (FEBBRAIO 2008)

 

La crescita virulenta dell'antisemitismo in Italia.

La persecuzione contro le donne, ogni giorno piu' feroce.

A questo siamo di fronte.

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La guerra stragista che continua in Afghanistan.

Le politiche economiche sempre e solo a vantaggio delle classi rapinatrici, sempre e solo contro la dignita' umana delle sfruttate e degli sfruttati.

La politica di devastazione ambientale che ha raggiunto livelli parossistici.

Il razzismo come asse della politica internazionale ed interna.

A questo siamo di fronte.

*

Non si possono contrastare le tendenze naziste accomodandosi ad esse.

Non si possono fermare le stragi facendo spallucce dinanzi alla guerra e al riarmo.

Occorre resistere all'eversione dall'alto e alla barbarie che fermenta nel degrado che il regime dello sfruttamento, della corruzione e dell'anomia produce.

*

Occorre che la nonviolenza abbandoni ogni timidezza e riprenda l'impegno che fu di Gandhi: movimento politico di liberazione, soggetto politico in lotta, proposta politica di societa'.

Qui e adesso occorre portare la nonviolenza in Parlamento.

Occorre che i movimenti femministi, ambientalisti, antirazzisti, delle classi oppresse, della solidarieta' che tutte e tutti abbraccia e della rivendicazione della dignita' umana di ogni essere umano, si decidano al passo necessario ed urgente.

Occorrono le liste elettorali della sinistra della nonviolenza.

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Solo la nonviolenza puo' fermare la barbarie.

Solo la nonviolenza puo' difendere la Costituzione della Repubblica Italiana.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. HERI DICEBAMUS. AL BAR DELLO SPORT (FEBBRAIO 2008)

 

"Volete fare il partito della nonviolenza", bofonchia Nannaro Sbevazzone.

Il cielo ce ne scampi e liberi: ve ne sono gia' ben tre in parlamento (radicali, verdi e Prc) di partiti che si dicono nonviolenti, e che hanno votato allegramente per la guerra e il riarmo, il razzismo e l'ecocidio. Noi vorremmo solo che si presentassero liste della nonviolenza presa sul serio, visto che i partiti della guerra e delle stragi non siamo disposti a votarli.

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"La nonviolenza e' cultura, non politica", garrulo flauta Professo De Professoris.

Ditelo a Rosa Luxemburg, ditelo a Mohandas Gandhi, ditelo a Martin Luther King, ditelo a Marianella Garcia, ditelo a Chico Mendes. E ditelo ai loro assassini, se li hanno ammazzati perche' facevano cultura o perche' facevano una lotta politica.

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"Bisogna votare per gli assassini di sinistra, altrimenti vincono gli assassini di destra" filosofeggia Pappardello Giammarresi.

Bisogna invece opporsi agli assassini, a tutti gli assassini.

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"Facciamo un documento, e chiediamo ai partiti del centrosinistra di assumere degli impegni" prorompe, i cerulei occhi sgranati, l'elegantissimo Clientelio Foraggiati.

Abbiamo visto cosa valeva la parola di quei partiti che quando erano all'opposizione starnazzavano slogan inani e fin deliranti contro la guerra, e giunti al governo hanno votato come un sol uomo per la guerra terrorista e stragista in Afghanistan. E sappiamo a cosa servono tante carte e tanti salamelecchi: a poter continuare a farsi dare l'appaltino e l'incaricuccio, la consulenzella e il finanziamentino, il patrocinetto e la raccomandazioncina. Andiamo, che siamo tutti vecchi del mestiere.

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"Tanto non prendete un voto, e non v'ha dubbio che fate parte del blocco dei destri e dei troschisti", sentenzia il solito Bombardone.

Ah, quante volte l'ho sentita questa trita tiritera dagli immortali stalinisti di turno; mi par di tornar giovane.

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Cosi' passiamo il tempo qui al bar dello sport, e fuori fischia il vento, e infuria la bufera.

 

15. HERI DICEBAMUS. DI QUI AL 2 MARZO. PER COSTRUIRE LISTE FEMMINISTE, ECOLOGISTE, DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO (FEBBRAIO 2008)

 

Si svolgera' il 2 marzo a Bologna l'assemblea promossa dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana: "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna" per verificare la possibilita' di liste femministe, ecologiste e della nonviolenza alle elezioni politiche di aprile.

Naturalmente tale possibilita' si dara' soltanto se nel frattempo le mille esperienze di opposizione alla guerra e al terrorismo e al riarmo, al maschilismo e al femminicidio, alla devastazione della biosfera; le mille esperienze di resistenza all'oppressione di classe che tutto sfrutta e distrugge, di opposizione al razzismo e all'imperialismo, di lotta al regime della corruzione e al potere mafioso; le mille esperienze che affermano il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, le mille esperienze che scelgono la fedelta' alla parola che dice "Tu non uccidere"; le mille esperienze della nonviolenza in cammino, dalla Val di Susa a Vicenza, dalla Locride a Viterbo, si incontreranno, discuteranno, giudicheranno se questa e' o non e' l'ora di un impegno senza piu' deleghe ai bricconi e ai corrotti, di un impegno per fermare la barbarie portando la riflessione, l'azione e la proposta della nonviolenza anche in tutte le istituzioni democratiche, a cominciare dal Parlamento.

Di fronte al disastro politico e morale di un ceto politico sempre piu' totalitario e anomico, e' necessario che le persone amiche della nonviolenza si assumano la responsabilita' della difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, la responsabilita' di rompere ogni complicita' con l'eversione dall'alto, la responsabilita' di mettersi alla scuola e proseguire la lotta che fu di Piero Gobetti e di Antonio Gramsci, di Rosa Luxemburg e di Virginia Woolf.

 

16. HERI DICEBAMUS. IF THE RED SLAYER (FEBBRAIO 2008)

 

C'e' gente che pensa che si possa contrastare il razzismo facendo politiche razziste, che si possa contrastare la distruzione dell'ambiente facendo politiche che distruggono l'ambiente, che si possa contrastare la guerra facendo la guerra, che si possa contrastare la criminalita' violando la legalita'.

Si sono visti i bei risultati di questi sottili dialettici.

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Ed invece occorre dir chiaro che al razzismo, alla distruzione dell'ambiente, alla guerra, alla crimnalita' bisogna opporsi nell'unico modo in cui cio' e' possibile: contrastandoli con scelte coerenti di difesa della dignita' umana di tutti gli esseri umani, di difesa della biosfera, di pace e disarmo, di legalita'.

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Anche per questo occorre che alle prossime elezioni ci siano liste della nonviolenza.

Liste ad un tempo femministe, ecologiste, antimafia, antirazziste, della sinistra socialista e libertaria. Liste della nonviolenza in cammino. Contro tutte le uccisioni, contro tutte le menzogne. Per l'umanita' che e' una.

 

17. HERI DICEBAMUS. LA GUERRA (FEBBRAIO 2008)

 

Ancora morti in Afghanistan, vittime della guerra terrorista e stragista cui anche l'Italia partecipa in violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Ancora morti in Afghanistan, e tra essi un nostro concittadino.

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Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

Torni l'Italia al rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che quella guerra proibiscono in quanto illegale e criminale.

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E tacciano coloro che hanno mandato i nostri concittadini a morire. Tacciano gli scellerati decisori politici della guerra, tacciano i parlamentari che hanno reiteratamente votato per la guerra, tacciano i propagandisti della guerra.

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Faccia sentire la sua voce chi ha a cuore la vita di ogni essere umano.

Gridi. E pianga.

E si adoperi affinche' questo orrore finisca.

Non un voto ai partiti che hanno votato per la guerra e le stragi.

Occorre costruire subito le liste elettorali della sinistra della nonviolenza, per portare finalmente anche in parlamento l'opposizione la piu' nitida e la piu' intransigente alla guerra e alle stragi.

 

18. HERI DICEBAMUS. IL 2 MARZO A  BOLOGNA, MA SUBITO OVUNQUE (FEBBRAIO 2008)

 

Si svolgera' il 2 marzo a Bologna l'assemblea promossa dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana, "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna" per verificare la possibilita' di liste femministe, ecologiste e della nonviolenza alle elezioni politiche di aprile.

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L'incontro di Bologna, stante la ristrettezza dei tempi (le elezioni politiche si terranno il 13-14 aprile), non potra' essere un punto di partenza, ma un punto di arrivo, il momento della sintesi. E' quindi necessario che le persone interessate a discutere della proposta di impegno formulata dall'appello promuovano fin d'ora ovunque possibile incontri e confronti.

Raggiungere lo scopo e' certo assai difficile, ma non tentare affatto sarebbe pusillanime e infingardo, sarebbe la resa piu' vile al partito della guerra, all'eversione dall'alto, all'illegalita' assassina dei potenti.

Ovunque si ragioni dell'ipotesi di portare la nonviolenza dove si fanno le leggi.

 

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LE DUE ROSE

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La Rosa rossa contro la guerra

La Rosa bianca contro il nazismo

Per la pace e i diritti umani

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 3 del 9 dicembre 2015