[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 348



 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 348 del 6 dicembre 2015

 

In questo numero:

1. Peppe Sini: Le due Rose. Un ragionamento e una proposta

2. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

3. Hic et nunc, quid agendum

4. Quando verranno le aquile ed altri volantini contro la guerra a cura di Benito D'Ippolito

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LE DUE ROSE. UN RAGIONAMENTO E UNA PROPOSTA

 

La guerra e' tornata ad essere la principale minaccia per l'umanita'. E mai in passato e' stata cosi' grave.

Occorre mobilitare contro la guerra tutte le risorse disponibili, in primo luogo le risorse pubbliche (che oggi tragicamente sono invece in ingente misura mobilitate per la guerra e contro l'umanita').

*

Il ceto politico ed amministrativo italiano (ed europeo) nella sua stragrande maggioranza e nella totalita' dei vertici delle macchine politiche ed istituzionali sembra non rendersi realmente conto del pericolo estremo che l'umanita' sta correndo.

Lo stato italiano continua a sostenere la guerra con la partecipazione diretta, con la fornitura di armi agli assassini, con alleanze criminali, con l'immane e insensata spesa militare di 72 milioni di euro ogni giorno, con la prosecuzione delle infami misure razziste che gia' tante vittime hanno provocato.

*

E' necessario, e' urgente portare in tutte le istituzioni elettive l'impegno per la pace e i diritti umani.

E' necessario, e' urgente presentare in tutte le elezioni liste della pace e dei diritti umani.

Con il programma della Rosa rossa: contro la guerra.

Con il programma della Rosa bianca: contro il nazismo.

*

La politica necessaria, la politica della nonviolenza, rinasce con la lotta per la pace e i diritti umani.

Il mvimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi rinasce con la lotta per la pace e i diritti umani.

Le istituzioni democratiche rinascono con la lotta per la pace e i diritti umani.

Contro la guerra e contro il nazismo: costruire e presentare liste della pace e dei diritti umani in tutte le elezioni, a cominciare dalle imminenti amministrative.

 

2. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

3. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. REPETITA IUVANT. QUANDO VERRANNO LE AQUILE ED ALTRI VOLANTINI CONTRO LA GUERRA A CURA DI BENITO D'IPPOLITO

[Riproponiamo questa breve raccolta di versi gia' pubblicata nel 2011, e nuovamente ringraziamo il nostro buon amico Benito D'Ippolito per aver recuperato, scelto e messo insieme questi testi di varie firme, gia' piu' volte apparsi sul nostro notiziario nel corso degli anni]

 

Ci verra' chiesto conto

 

Ci verra' chiesto conto.

 

Del perche' non abbiamo accolto e soccorso

chi fuggiva da guerre, da fame, da morte.

Cosi' come noi chiediamo conto

a chi dei nazisti fu complice.

 

Ci verra' chiesto conto.

 

Degli accordi razzisti e assassini

di Schengen, delle leggi  che hanno riaperto

in Italia i campi di concentramento.

Ci verra' chiesto conto. A noi tutti.

 

Delle persone che abbiamo lasciato morire.

 

In quel tribunale

ove non si corrompe, non si mente, non si sfugge

ci verra' chiesto conto.

 

*

 

Per Simone

 

Ieri mattina al liceo di Tuscania

con le studentesse e gli studenti amici

della nonviolenza

ci siamo alzati in piedi ed abbiamo ricordato

con il nostro silenzio

Simone Cola, vittima

della guerra in Iraq.

 

Poi abbiamo letto, anzi abbiamo cantato

ma con voce sommessa, ferma e sommessa,

La guerra di Piero

che scrisse Fabrizio De Andre'.

 

Poi abbiamo pianto per tutte le vittime

e abbiamo continuato a studiare la nonviolenza

per fermare ogni guerra, ogni strage, ogni orrore.

 

*

 

Sulla strada dell'aeroporto

 

Sulla strada dell'aeroporto

attende sbigottito il cacciatore

nel buio attende franco il cacciatore

sulla strada dell'aeroporto.

 

E tu non sai che sei la selvaggina.

 

Sulla strada dell'aeroporto

attende nel buio la nera

signora che parla rafficando

e riga i volti di lacrime di sangue.

 

E non c'e' ombrello che fermi questa pioggia.

 

Sulla strada dell'aeroporto

la guerra terrorista ti raggiunge

la guerra, che e' sempre terrorista

il terrorismo, che nella guerra culmina.

 

Denti di drago seminava Giasone.

 

Sulla strada dell'aeroporto

dove tu sei la selvaggina

dove l'alito del male ti fa cenere.

 

Ah buon Nicola, che salvavi il mondo,

tu, buon amico della nonviolenza.

 

*

 

Il naufragio

 

Ma chi armava la mano agli scafisti? Chi

dettava le regole del gioco? Chi sbarrava

al fuggiasco la via della salvezza?

 

La rapina di chi quei paesi aveva impoverito

ridotto a fame dittatura e guerra?

Chi aveva armato dittatori e mercenari?

Chi chiedeva carne umana in scatola

schiava nei sottoscala

o nuda sui marciapiedi?

 

Chi proibiva alla vittima la fuga

dal carnefice? Chi

nelle mani della mafia l'affidava

ad un tempo straccio di viscere e gallina

dalle uova d'oro, business

quotato non meno delle armi e dell'eroina?

 

In quest'oscuro specchio in cui mi specchio

vedo qualcosa che non vorrei vedere

vedo la morte e vedo le mie mani.

 

*

 

Alcuni altri omissis da un rapporto

 

La notte era assai buia

l'auto aveva quattro ruote

i nostri ragazzi sono impetuosi

gli italiani e' difficile distinguerli

dagli arabi, dai terroristi, dai cani.

 

La notte era assai buia

sparano i mitra, servono a questo

ve lo avevamo detto mille volte

di starci dietro, dietro e non di fronte

di starvene accucciati, come tutti.

 

La notte era assai buia

per questo mancammo gli altri due.

 

*

 

Le cose da fare

 

Salvare la vita di tutte e di tutti

tutte le armi spezzare

ricominciare la storia dal tiaso

di Mitilene, restituire

al mondo i volti e le voci

delle persone tutte tutte curando

costruire relazioni di giustizia.

 

Alla parola che comanda dire no

alla parola che prega dire si'

ogni mattina sfornare il pane ancora

ogni sera predisporre il giaciglio

saper cantare saper nutrire

opporsi sempre alla legge del coltello

non dire mai la parola disonesta.

 

svelare il mistero piu' antico del mondo

dare ascolto con le proprie mani

sfamare chi ha fame accogliere chi fugge

mettere al mondo il mondo, soccorrere

chi geme. Donare: il resto

verra' da se'.

 

Dire la verita', tenere acceso il fuoco,

scongelare i cuori, illimpidire

gli occhi, far cessare

la guerra. Lavare

il cielo e le anime, vestirle

di nuova candida lucente trina.

 

Seguire i passi di questa Florence

seguire i passi di questa Clementina.

Con loro, per loro trepidare

attenderle ancora, ancora chiamarle

fortemente sentirle volerle

vive libere sorelle maestre.

 

*

 

En arche'

 

Tu parola che agisci nel mondo

che sei il fare piu' proprio dell'uomo

tu miscuglio di labbra e di vento

tu fantasma di sguardi e di sogni

 

tu parola che sgorghi dal cuore

tu tempesta di sabbia e di spade

tu che ordini morte ed amore

tu che il mondo fai esistere ancora

 

tu che uccidi, che sani, che doni

volto e luce, e di sale e di sasso

puoi tremenda negare la vita

puoi far nascere il nuovo e la quiete

 

rompi ancora una volta le sbarre

fammi uscire da questa prigione

sii benigna, sii lieve, sii amica

tendi un ponte, un sentiero ci apri.

 

*

 

I fatti di Falluja

 

Questo sapevo gia', che a Falluja

stragi sono state commesse, stragi.

Poco m'interessa che gli assassini

dicano oggi di averle commesse

nel rispetto delle leggi e dei trattati.

 

Quali leggi, quali trattati?

Da quando e' legge l'omicidio, da quando

si contratta il macello di carne umana?

 

Chi sottoscrive con una stretta

di mano che altri venga trucidato?

Chi vende, a quale titolo, a quale

giusto prezzo nel libero mercato

la morte altrui? Chi

osa ancora dire che uccidere

e' cosa buona e giusta?

 

Di cosa stiamo discutendo, se una strage

e' piu' o meno gradevole, piu' o meno

conforme alle regole del gioco?

Ma quale gioco e' questo dalla lunga

coda di sangue, quale norma presiede

a questa catena di fiamme e di gelo

e di dolore che restera' nei secoli?

 

Dicono

che e' da vedere se a Falluja il macellaio

uso' armi da duello o da tonnara.

Per quelli per cui questo cambia qualcosa

solo pena profonda proviamo.

Una strage resta una strage.

E sempre agli assassini il servo ossequio

del lurco e dell'inetto e il cavillare

rende piu' facile continuare a uccidere.

 

Di cosa, dunque, stiamo discutendo?

Non e' gia' tutto chiaro cio' che e' vero?

Tutte le armi sono di sterminio.

Tutte le guerre sono terroriste.

Tutti gli eserciti abolire occorre.

 

*

 

Puntuale come la morte

 

Puntuale come la morte

la morte arriva

finche' tu non capisci che fermarla

non possono ne' fosforo ne' schioppi

ne' daghe ne' alabarde ne' muraglie

ne' i carri da guerra dell'imperatore

ne' sparsi nel gorgo i brandelli

di carne che gia' furono persona.

 

Come la morte arriva la morte, puntuale

a questa stazione di pali obliqui e rotti

di fischi senza volti nella notte.

 

E tu non altrimenti puoi fermarla

che costruendo un ponte di parole,

che abbracciandolo il giovane assassino

prima che il vortice gli spezzi l'anima

che la disperazione lo divori.

 

Non con gli eserciti. Contro gli eserciti.

Non col fucile. Spezzando i fucili.

Non col ricatto delle sanzioni:

ma con il dono che salva le vite.

 

Non con la forza che trasforma in drago.

Non con i ceppi e col filo spinato.

 

Ma con la scelta dell'umanita'.

Ma con la forza della nonviolenza.

 

*

 

Oi autoi

 

Gli stessi che li mandano a morire

alacri inchiodano le loro bare

cantando canzonette tricolori

spremendo acide larme fasulle

ad uso dei cronisti parabelli.

 

Gli stessi che intonano peana

a tutti gli eserciti assassini

ancora degli assassinati succhiano

il sangue nero e spento,

forbendo poi la bocca alla bandiera.

 

Tutte le armi sono assassine.

Tutti gli eserciti sono assassini.

Ed assassine son tutte le guerre.

E assassini tutti i governanti

che le armi, gli eserciti, le guerre ammettono.

 

*

 

Una scelta

 

Vi e' una lingua che affila il pugnale

che e' protesa alla furia del male

impastata di fiele e di sale

che devasta ogni cosa che vale.

 

E vi e' una parola che sana

che guarisce la febbre terzana

che di pace e' splendente fontana

che la morte ed il male allontana.

 

Sappi dirla tu quella parola

che l'afflitto soccorre e consola.

 

Sappi scegliere la carita'.

Tutto il resto nessuno lo sa.

 

*

 

Quando verranno le aquile

 

Quando verranno le aquile a dirti che e' il momento

tu digli di no, che hai ancora da fare

che c'e' il caffe' sul gas, il rubinetto da aggiustare

che hai promesso a Maria che domani la portavi al cinema.

 

Quando verranno le aquile, tu digli di no.

 

*

 

Qualcuno ancora grida

 

Qualcuno ancora grida "viva le catene"? qualcuno

ancora s'agita a mazzate nel rigagnolo, Crono

ancora disquatra, divora, vomita esserini?

l'uomo s'arrovescia dunque in scimmia, in drago, in sasso?

 

"Agli uomini che conservano una certa lucidita'

e un certo senso dell'onesta', noi diciamo:

e' falso che si possa difendere la liberta' qui

imponendo la servitu' altrove".

 

Diciamo, anche: che e' falso

si possa difendere la liberta' altrove

imponendo qui la servitu'.

 

*

 

Sotto le bombe

 

Sotto le bombe intelligenti, stupidi

uomini tirano

le cuoia, vacui

guardano il cielo gli occhi dei superstiti.

 

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Numero 348 del 6 dicembre 2015

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