[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 732



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 732 del primo dicembre 2015

 

In questo numero:

1. Terrorismo in atto

2. Il kamikaze arrivo' in bicicletta ed altri volantini contro la guerra a cura di Benito D'Ippolito

3. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

4. Hic et nunc, quid agendum

5. Persone e strutture premiate con il "Right Livelihood Award"

 

1. EDITORIALE. TERRORISMO IN ATTO

 

Le guerre, le occupazioni militari, le dittature, sono terrorismo in atto: il terrorismo dei potenti, il terrorismo dei regimi, il terrorismo degli stati e degli imperi, che opera su scala enormemente piu' ampia del terrorismo delle singole organizzazioni criminali.

Pertanto le guerre, le occupazioni militari, le dittature, non sono giammai modi adeguati di contrastare il terrorismo, poiche' sono esse stesse terrorismo e terrorismo generano.

Per contrastare il terrorismo delle singole organizzazioni criminali occorre contrastare altresi' le guerre, le occupazioni militari, le dittature; occorre agire in modo concreto e coerente contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le oppressioni.

La nonviolenza e' la sola politica adeguata.

*

Solo la lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' contrasta la riduzione in schiavitu' dell'umanita'.

Solo la lotta nonviolenta per la pace e la civile convivenza contrasta l'annientamento dell'umanita'.

Solo la lotta nonviolenta per l'affermazione e la difesa del diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' contrasta la barbarie.

Solo il bene puo' sconfiggere il male.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Legalita' che salva le vite, democrazia che ogni persona riconosce e rispetta, civile convivenza che ogni persona include e sostiene.

Liberta' delle persone, uguaglianza di diritti, fraternita' e sororita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

 

2. REPETITA IUVANT. IL KAMIKAZE ARRIVO' IN BICICLETTA ED ALTRI VOLANTINI CONTRO LA GUERRA A CURA DI BENITO D'IPPOLITO

[Riproponiamo questa breve raccolta di versi gia' pubblicata nel 2011, e nuovamente ringraziamo il nostro buon amico Benito D'Ippolito per aver recuperato, scelto e messo insieme questi testi di varie firme, gia' piu' volte apparsi sul nostro notiziario nel corso degli anni]

 

Litania dei pacifisti ministeriali

 

"Siamo tutti per la pace, proruppe allora il Ministro della guerra"

(Cronache di questa antica citta' di Urganda, libro ultimo, cap. 666)

 

I pacifisti ministeriali fanno belle passeggiate

in cui piangon le persone da lor stessi assassinate.

 

I pacifisti ministeriali son dotati di crivello:

della guerra san discerner cio' che e' brutto e cio' che e' bello.

 

I pacifisti ministeriali sono furbi come volpi:

e distinguono chi e' vivo da chi attrasse troppi colpi.

 

I pacifisti ministeriali sono forti come tori:

e sopportano assai bene le altrui morti ed i dolori.

 

I pacifisti ministeriali, senza se e senza ma,

in serrati marcian ranghi verso dove il Leader sa.

 

I pacifisti ministeriali fan le guerre umanitarie

e le stragi loro sono sempre giuste e necessarie.

 

I pacifisti ministeriali son puliti ed eleganti

quando premono il grilletto prima indossano i bei guanti.

 

I pacifisti ministeriali alalazano giulivi

dopo data una sfoltita all'esubero dei vivi.

 

I pacifisti ministeriali sanno stare nel bel mondo,

non i luridi migranti che una spinta e vanno a fondo.

 

I pacifisti ministeriali fanno belle passeggiate

in cui piangon le persone da lor stessi assassinate.

 

*

 

Per un centenario a Pisa

 

"Intransigente opposizione alla violenza, coerenza tra mezzi e fini, attaccamento a cio' che e' vero sempre, riconoscimento dell'altrui e della propria umanita', amore per il mondo"

(Laerte Scacciaricci, Altre solitudini)

 

La nonviolenza che occorre e' un politico agire

che ascolti, che guidi, che salvi il mondo.

 

La nonviolenza che occorre

che erediti occorre e che inveri

le acquisizioni tutte della storia

della pace e del diritto, si faccia

giuriscostituente.

 

Erediti e inveri la storia e il travaglio

del movimento operaio, dei movimenti

di liberazione, afferri

la bandiera degli ultimi, degli ultimi

sia voce e speranza.

 

Nel femminismo riconosca e colga

la corrente calda, la feconda vena

della storia propria e di tutti, la storia

della nascita, della liberazione.

 

Nella natura sappia

la storica vicenda umana intima.

Della natura tutta cura abbia:

non vi e' altro mondo che il mondo.

 

Sia etica del limite. La nonviolenza

ti chiede di pensare i tuoi pensieri

profondamente e conoscerne infine

la verita' e l'errore,

i limiti, la relativita', la relazione.

 

Esiste solo come lotta, esiste

solo come comunicazione, come

conflitto e convivenza, la nonviolenza:

fatta di voci e di volti diversi

che possano vedersi, ascoltarsi, riconoscersi

recarsi aiuto.

 

*

 

Dell'arte dell'ascolto e del conflitto

 

Non e' la nonviolenza l'arte vile

di chiedere il permesso agli assassini

di dissentire, e al colpo di staffile

piagnucolando fare sorrisini.

La nonviolenza e' lotta.

 

Non e' lo stupidissimo monile

dell'insipiente al naso e dei supini

la lagna e del meschino e del puerile

che invece di lottar si strappa i crini.

La nonviolenza e' lotta.

 

La nonviolenza e' la lotta alla guerra

piu' forte della guerra, che la guerra

nega ed estingue, e questa e' la sua scienza.

La nonviolenza e' lotta.

 

La nonviolenza e' lotta alla violenza

piu' forte di ogni atto di violenza

che la violenza affronta, spezza e atterra.

La nonviolenza e' lotta.

 

La nonviolenza e' lotta, senza lotta

non si da' nonviolenza, non si da'

dialogo, giustizia, liberta'.

 

*

Le vittime afgane

 

Le vittime afgane.

La guerra che le uccide.

 

*

 

Cantata di un uomo senz'arte ne' parte

 

Sono un uomo senz'arte ne' parte

ma so leggere i segni nel cielo:

quando annuvola poi vien la pioggia

quando vien la canicola sudi.

 

Sono un uomo senz'arte ne' parte

ma so che sono cose diverse

ammazzare o salvare le vite.

So che servono a uccider le armi.

 

Sono un uomo senz'arte ne' parte

ma lo so che la guerra e' assassina

e che sono assassini gli eserciti

e chi guerre ed eserciti usa.

 

Sono un uomo senz'arte ne' parte:

ma ho saputo negare il consenso

alla guerra, agli eserciti, alle armi

ed a tutti i governi assassini.

 

*

 

Aquile

 

"Or tu chi se' che vuo' sedere a scranna,

per giudicar di lungi mille miglia

con la veduta corta d'una spanna?"

(Paradiso, XIX, 79-81)

 

Sento alla radio che la Nato dice

di avere in questa sola settimana

soppresso trecentocinquanta afgani

che essendo stati uccisi per cio' stesso

son stati dichiarati talebani.

 

Ancora una grande vittoria.

Esultera' il ministro.

 

*

 

Seguendo la flotta

 

"Torniamo indietro?

Torniamo pure"

(Aldo Palazzeschi, La passeggiata)

 

Quelli che erano obiettori di coscienza

ed oggi votano le spedizioni armate

 

quelli che erano per il disarmo universale

quelli che eran per la pace subito

quelli dell'ecumene, dell'internazionale

quelli che la san lunga un miglio e un cubito

 

quelli multietnici e multilaterali

quelli che siamo tutti sovversivi

quelli che guerra no guerriglia si'

quelli col casco e quelli col chepi'

quelli che non c'e' pace tra gli ulivi

quelli che noi, noi si' che siam leali

quelli che noi, che cosi' tante lotte

quelli di sette cotte

 

quelli che ecco, riduciamo il danno

diminuendo il numero di afgani

quelli che ecco, trovano il consenso

col mitra annichilendo i musulmani

 

quelli del nuovo mondo postmoderno

quelli che senza se e senza ma

quelli che basta che vadano al governo

e subito eja eja alala'

 

quelli che erano per la nonviolenza

ed oggi approvano le guerre coloniali

 

*

 

Per farla finita con le uccisioni

 

Tutte le vittime, la stessa umanita'.

Tutte le armi, il medesimo assassinio.

Scegliere occorre: il disarmo.

Scegliere occorre: salvare le vite.

Scegliere occorre: la nonviolenza.

 

*

 

Il kamikaze arriva in bicicletta

 

I.

Alzarsi al buio, prepararsi

la pagnottella con la cicoria

prendere la bicicletta

tastare le gomme se c'e' da gonfiarle

andare al cantiere al nero cratere

finire in un lampo.

 

Lo vedi adesso che ci siamo anche noi.

Lo vedi adesso che non siamo di sasso.

Lo vedi adesso quanto dolore.

 

Dover morire per cominciare a esistere.

Dover sparire per essere visti.

 

Possa venire il tempo della pace.

Possa fermare la tua mano questa pioggia.

 

Il kamikaze arrivo' in bicicletta.

 

II.

Ero venuto in questa fogna solo

per dare una mano a questa gente misera.

Ci odiano cosi' tanto

che dobbiamo farci forza e odiarli anche noi.

 

Mi ha sempre fatto schifo la violenza

ma volevo tornare a casa dai miei

e se tu mi spari ti sparo prima io.

 

Oggi per una volta respiravo

stavamo dando a questi ragazzini

qualche giocattolo, qualche caramella

ridevo con loro cosi' forte

che quasi piangevo.

 

Non voglio morire, non voglio

che nessuno muoia mai piu'.

 

Il kamikaze arrivo' in bicicletta.

 

III.

Questi uomini grossi  che giocano alla guerra

sui loro carri di ferro, con le loro

armi di ferro enormi, le loro

scatole delle meraviglie.

 

Questi uomini secchi e silenziosi

gli occhi gonfi i vestiti lisi

le mani tutte nodi della fame

i sandali consunti nella polvere.

 

E mosche mosche mosche dappertutto.

 

Questo giorno, questo mondo immenso

anch'io diventero' grande

anch'io andro' sulla luna

anch'io avro' pecore e case

anch'io ballero' in televisione.

 

Il kamikaze arrivo' in bicicletta.

 

IV.

E tu che leggi queste righe rotte

ed io che non so piu' cos'altro dire

perdonami Maria per tanto male

perdonami la mia cruda impotenza.

 

Possa venire il tempo della pace.

Possa fermare la tua mano questa pioggia.

 

Cospargila di chiodi quella strada

falli tornare tutti a casa vivi.

 

*

 

Mottetto degli arresi

 

"Siate realisti, e lasciateci far la guerra per benino. Anche per le cosine vostre, anime nobili, vedrete che ci scappa qualche spicciolo alla fine"

(Rubizzo Crollalanza, prima della gloriosa battaglia di Parigi del 24 agosto 1572)

 

I.

Come gli anni male spesi

porta presto alla rovina

Il realismo degli arresi:

 

siano ingenui o sia manfrina

e' un inganno cosi' forte

che conduce alla berlina;

 

ma e' ben piu' crudele sorte

quella che tocca alla gente

che la guerra mena a morte.

 

Da lontano sembra niente

dire si' alle spedizioni

militari, e immantinente

 

fanno strage quei cannoni,

mitra, mine, bombe, i tristi

frutti delle ispirazioni

 

d'illustrissimi statisti

assassini sempre illesi.

Preferisco gli utopisti.

 

II.

Preferisco gli utopisti

che salvano le vite invece di sopprimerle

che a tutte le guerre si oppongono sempre

ed a tutti gli eserciti, e a tutte le armi.

 

Che sanno che il mondo potra' essere salvato

solo dalla scelta della nonviolenza.

 

*

 

La nonviolenza a meta'

 

La nonviolenza a meta'

non e' nonviolenza, ma complicita'.

 

*

 

Ai signori ministri e ai signori parlamentari, in sei parole

 

Quanti ancora ne vorrete far morire?

 

*

 

A coloro che hanno approvato la partecipazione italiana alla guerra afgana

 

I.

Non e' a noi vivi che dovete chiedere perdono

per il vostro crimine

ma alle persone che avete fatto morire.

 

Ma esse sono morte, e perdonarvi non possono piu'.

Nessuno puo' piu' perdonarvi.

 

II.

Ma ora potete decidere

se volete che continuino le stragi

o se finalmente volete ad esse opporvi.

 

Cessate di persistere nel crimine

decidetevi ora a impegnarvi

finalmente contro la guerra.

 

III.

Anche gli assassini possono pentirsi

e sebbene non possano piu' riparare al male fatto

e nessuno possa assolverli da esso

possono impegnarsi a non commetterne altro.

 

Pur nell'inestinguibile vergogna

e nell'inestinguibile dolore

del male compiuto irreversibilmente

possono adoperarsi anch'essi per il bene.

 

Tutti siamo una sola umanita'.

 

*

 

La nonviolenza

 

La nonviolenza si oppone alla guerra.

La nonviolenza si oppone alle stragi.

La nonviolenza si oppone agli eserciti.

La nonviolenza si oppone alle armi.

La nonviolenza salva le vite.

 

La nonviolenza non e' la gentilezza con gli assassini all'opera.

La nonviolenza non e' il silenzio complice.

 

La nonviolenza e' lotta contro tutte le uccisioni.

La nonviolenza denuncia tutte le menzogne.

Dice i nomi degli assassini.

Sta dalla parte degli assassinati.

Non gioca con le parole.

 

Si oppone a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre,

a tutti gli eserciti, a tutte le armi, a tutti i poteri assassini.

Sa che una e' l'umanita'.

 

*

 

Anna Politkovskaja

 

Ci sono le parole

e ci sono le pallottole.

E solo le parole salvano le vite.

 

Ci sono i corpi palpitanti e fragili

e ci sono le pallottole.

E dopo le pallottole i corpi diventano sasso.

 

C'e' la verita' viva

e ci sono le pallottole

che tutto riducono a menzogna, strazio, nulla.

 

C'e' l'umanita' fatta di persone

e ci sono le guerre

che l'umanita' estinguono.

 

Scegliere le parole, i corpi, le persone,

scegliere l'umanita'. Salvare le vite. Dire

ancora e sempre la verita'. Contrastare

tutte le uccisioni.

 

E' questo che chiamiamo nonviolenza.

 

*

 

Anacreontiche della nonviolenzina

 

"E la si pianti di grazia col pretender comprensione per gli assassini, poiche' la comprensione per gli assassini conferma il disprezzo per gli assassinati, e nuove uccisioni prepara"

(Automaco di Cirene, Fragmenta, 70, 7)

 

I.

Ebbri di ossequio e di condiscendenza

in quei giorni arsi, in quelle notti illuni

come al governo giunsero, taluni

tosto passaron dalla nonviolenza

alla nonviolenzina.

E fu sera e fu mattina.

 

II.

La nonviolenzina

e' contro il terrorismo dei pezzenti

ma non contrasta quello dei potenti.

Compiange la ria sorte dei mortali

ma e' colpa lor se son collaterali.

Si duole delle vittime innocenti

ma e' colpa lor se sono imprevidenti.

Sa che guerre e torture sono mali

ma da noi fatte allora son morali.

 

III.

La nonviolenzina

garbata, graziosa, cosi' minuziosa

nel giustificare gli eccidi, le bare.

Cosi' giudiziosa e cosi' cottimista

nel dare una mano al governo stragista.

 

IV.

La nonviolenzina

che piace ai ministri e ai padroni

come il buon cacio

sui maccheroni,

che piace ai gazzettieri e ai generali

come il buon attendente

che lustra gli stivali.

 

V.

La nonviolenzina

fiera s'aderge ognor contro la guerra

ma nulla obietta contro la guerrina.

Cupa s'adonta contro ogni riarmo

ma chiude un occhio se e' solo un riarmino.

E fu sera e fu mattino.

 

VI.

La nonviolenzina

nonviolenta a meta'

a sera e a mattina

che orrore ci fa.

 

*

 

Da molto lontano

 

Viste da molto lontano le guerre

neanche sembrano guerre, ma una specie

di cartoni animati, buffi balletti

senza colonna sonora, senza

volti distinguibili, senza

paura che la vampa dell'obice

sfondi il vetro e ti squarci il salotto.

 

Qualcuno ogni tanto fa un balzo

finisce per sempre per terra.

Son cose lontane, di gente

selvaggia, vestita di stracci.

 

Riuscire a portargli la pace

e' dura incombenza, potrebbe

richiedere di fucilarli

tutti.

 

Il nostro governo sa bene

che fare. Del bene e del male

la lotta e' infinita, noi siamo

il bene, la democrazia, le macchine, la civilta':

e' il nostro un pesante fardello,

un duro mestiere facciamo,

occorrono armi pesanti

e nervi d'acciaio e ministri

che rendano bene in tivu'.

 

Gli afgani pensassero solo

a darci la polvere bianca.

 

Che noia, cambiamo canale.

 

*

 

Con occhi senza tempo

 

E quelle donne uccise a Beit Hanoun

inermi, innocenti, nonviolente

ti guardano con occhi senza tempo

ti dicono: finira' mai l'orrore?

per quanto resterete zitti e fermi

mentre i fucili, i missili, le bombe

solcano carni, anime recidono?

 

Se un luogo vi e' in cui la nonviolenza

alla prova e' chiamata ineludibile

la Palestina e' quel luogo ancora:

dove due popoli son da salvare

e con loro l'intera umanita'.

 

Le uccise a Beit Hanoun dicono ancora

che e' l'ora della scelta, che la pace

non con le armi, non con i soldati,

non col terrore sparso a piene mani

verra': verra' con la misericordia,

verra' con la giustizia, verra' quando

si cessera' di uccidere, di opprimere

si cessera'. Verra' quando vedremo

che una sola e' l'umanita'.

 

*

 

In epigrafe a "Nel deserto"

 

"Nel deserto

cosi' arringava i morti l'assassino"

(Frammento apocrifo attribuito da taluni a Misone e da talaltri a Margite)

 

*

 

Le cerimonie per l'anniversario

 

Ai morti che hanno mandato a morire

gli assassini fanno poi la predica.

 

*

 

Tu pensi

 

Tu pensi di vedere un incendio da lontano

e invece le fiamme sono gia' qui.

 

*

 

Diciamo cose che tutti gia' sanno

 

Diciamo cose che tutti gia' sanno.

La sicurezza e' figlia della giustizia.

La pace si costruisce con la pace.

Le armi uccidono, non salvano le vite.

Gli eserciti servono solo alla guerra.

La guerra consiste di omicidi.

 

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessi la persecuzione italiana dei migranti.

Cessi lo stato italiano di essere terrorista.

Cessi lo stato italiano di essere complice di terroristi.

Cessi lo stato italiano di violare la Costituzione della Repubblica Italiana.

 

Vi e' una sola umanita'.

 

*

 

Il sangue afgano, il sangue dei migranti

 

Il sangue afgano, il sangue dei migranti, e' la valuta assai poco pregiata, in cui le mafie e i terroristi fanno i loro ricchi disumani affari.

Ma nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

 

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessi la guerra italiana ai migranti.

Che' nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

 

Cessino il governo e il parlamento italiano di essere terroristi e complici di terroristi, cessino il governo e il parlamento italiano di essere stragisti e complici di stragisti; tornino il governo e il parlamento italiano al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana cui hanno giurato fedelta', tornino il governo e il parlamento italiano al rispetto della vita umana.

Nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

 

E cessi la complicita' del popolo italiano con la guerra terrorista e stragista.

Nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

 

E tu quel crimine fanno cessare.

E tu lo affretta il giorno del giudizio.

 

*

 

La scelta

 

Ne' guerra ne' armi. Una sola umanita'.

 

*

 

Ancora del trionfo della volonta'

 

Questo ci manda a dire oggi il governo:

non si votera' piu' si' o no alla guerra

in parlamento. Si fara' e basta.

 

Dal cielo livido una pioggia scende

nera di sangue e tutto inonda e brucia.

 

*

 

La guerra e il terrorismo

 

La guerra e' il terrorismo.

 

3. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

4. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

5. TESTIMONIANZE. PERSONE E STRUTTURE PREMIATE CON Il "RIGHT LIVELIHOOD AWARD"

[Dalla Wikipedia, edizione italiana, riportiamo l'elenco delle persone e delle strutture premiate con il "Right Livelihood Award". "Il Right Livelihood Award (Premio al corretto sostentamento) e' un premio annuale creato nel 1980 da Jakob von Uexkull, scrittore, filatelico ed ex membro del Parlamento Europeo, cittadino svedese e tedesco. Lo scopo del premio e' di affiancare al tradizionale Premio Nobel un riconoscimento agli sforzi compiuti da persone e gruppi, in particolare del Sud del mondo, per una societa' migliore e un'economia piu' giusta. Il premio viene assegnato ogni anno di fronte al parlamento svedese il 9 dicembre, alla vigilia dell'assegnazione del Nobel per la pace, per onorare coloro che lavorano a soluzioni pratiche ed esemplari ai problemi piu' urgenti con cui il mondo di oggi si confronta. Il premio viene assegnato a persone e gruppi che lavorano in campi come la protezione ambientale, la pace, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la salute, l'educazione. Nelle parole di von Uexkull, il premio ha lo scopo di aiutare il nord a trovare una saggezza che corrisponda alla scienza che possiede, e il Sud a trovare una scienza che corrisponda all'antica saggezza che ha"]

 

1980: Hassan Fat'hy (Egitto); Plenty International / Stephen Gaskin (Usa, Guatemala, Lesotho).

1981: Mike Cooley (Regno Unito); Bill Mollison (Australia); Patrick van Rensburg / Education with Production (Botswana, Sudafrica).

1982: Eric Dammann / Future in Our Hands (Norvegia); Anwar Fazal / Consumer Interpol (Malaysia); Petra Kelly (Germania Ovest); Participatory Institute for Development Alternatives (Pida) (Sri Lanka); Sir George Trevelyan / Wrekin Trust (Regno Unito).

1983: Leopold Kohr (Austria); Il popolo di Belau (Belau, Oceano Pacifico); Amory e Hunter Lovins / Rocky Mountain Institute (Usa); Manfred Max-Neef / Cepaur (Cile).

1984: Imane Khalifeh (Libano); Sewa - Associazione delle Donne Auto-impiegate/Ela Bhatt (India); Winefreda Geonzon / Free Lava - Associazione del Volontari per l'Assistenza Legale (Filippine); Wangari Maathai / Green Belt Movement (Kenya).

1985: Theo van Boven (Paesi Bassi); Cary Fowler (Usa) / Pat Mooney (Canada) / Rural Advancement Fund International; Lokayan / Rajni Kothari (India); Duna Kor (Ungheria).

1986: Robert Jungk (Austria); Rosalie Bertell (Canada) / Alice Stewart (Regno Unito); Gruppo di Sviluppo Ecologico del Ladakh (India); Evaristo Nugkuag / Aidesep (Peru').

1987: Johan Galtung (Norvegia); Movimento Chipko (India); Hans-Peter Durr / Global Challenges Network (Germania Ovest); Institute for Food and Development Policy / Frances Moore-Lappe' (Usa); Mordechai Vanunu (Israele).

1988: Centro Internazionale di Riabilitazione e Ricerca per le Vittime della Tortura / Inge Kemp Genefke (Danimarca); Jose' Lutzenberger (Brasile); John F. Charlewood Turner (Regno Unito); Sahabat Alam Malaysia / Mohammed Idris, Harrison Ngau, il popolo Penan (Malaysia).

1989: La Cooperativa dei Consumatori di Seikatsu (Giappone); Melaku Worede (Etiopia); Aklilu Lemma / Legesse Wolde-Yohannes (Etiopia); Survival International (Regno Unito).

1990: Alice Tepper Marlin / Council on Economic Priorities (Cep) (Usa); Bernard Ledea Ouedraogo (Burkina Faso); Felicia Langer (Israele); Atcc - Asociación de Trabajadores Campesinos del Carare (Colombia).

1991: Edward Goldsmith (Regno Unito); Narmada Bachao Andolan (Movimento per Salvare Narmada) (India); Bengt Danielsson e Marie-Therese Danielsson (Polinesia), senatore Jeton Anjain, e la popolazione di Rongelap (Isole Marshall); Mst - Movimento dos Trabalhadores Rurais sem Terra e Cpt - Commissao Pastoral da Terra (Brasile).

1992: Movimento d'azione dei Villaggi Finlandesi (Kylatoiminta) (Finlandia); Gonoshasthaya Kendra / Zafrullah Chowdhury (Bangladesh); Helen Mack (Guatemala); John Gofman (Usa) e Alla Yaroshinskaya (Ucraina).

1993: Arna Mer-Khamis / Care and Learning (Israele); Organisation of Rural Associations for Progress (Orap) / Sithembiso Nyoni (Zimbabwe); Vandana Shiva (India); Mary Dann e Carrie Dann della Western Shoshone Nation (Nord America).

1994: Astrid Lindgren (Svezia); Servol (Service Volunteered for All) (Trinidad e Tobago); H. Sudarshan / Vgkk (Vivekananda Girijana Kalyana Kendra) (India); Ken Saro-Wiwa / Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (Ogoniland, Nigeria).

1995: Andras Biro' / Fondazione Ungherese per l'Auto-fiducia (Ungheria); il Consiglio Civico Serbo (Scc) (Bosnia ed Erzegovina); Carmel Budiardjo / Tapol (Indonesia / Regno Unito); Sulak Sivaraksa (Thailandia).

1996: Herman Daly (Usa); il Comitato delle madri dei soldati della Russia; Kerala Sastra Sahithya Parishat (Movimento Popolare per la Scienza di Kerala) (India); George Vithoulkas (Grecia).

1997: Joseph Ki-Zerbo (Burkina Faso); Jinzaburo Takagi (Giappone) e Mycle Schneider (Francia); Michael Succow (Germania); Cindy Duehring (Usa).

1998: International Baby Food Action Network (Ibfan); Samuel Epstein (Usa); Juan Pablo Orrego (Cile); Katarina Kruhonja/Vesna Terselic (Croazia).

1999: Hermann Scheer (Germania); Juan Garces (Spagna); Coama (Consolidamento della regione amazzonica) (Colombia); Grupo de Agricultura Organica (Gao) (Cuba).

2000: Tewolde Berhan Gebre Egziabher (Etiopia); Munir (Indonesia); Birsel Lemke (Turchia); Wes Jackson (Usa).

2001: Jose' Antonio Abreu (Venezuela); Gush Shalom / Uri Avnery e Rachel Avnery (Israele); Leonardo Boff (Brasile); Trident Ploughshares (Regno Unito).

2002: Martin Green (Australia); Centre Jeunes Kamenge (Cjk) (Burundi); Fondazione Kvinna Till Kvinna (Svezia); Martin Almada (Paraguay).

2003: David Lange (Nuova Zelanda); Walden Bello e Nicanor Perlas (Filippine); La Coalizione dei Cittadini per la Giustizia Economica (Corea del Sud); Sekem (Egitto).

2004: Swami Agnivesh e Asghar Ali Engineer (India); Memorial (Russia); Bianca Jagger (Nicaragua); Raul Montenegro (Argentina).

2005: Francisco Toledo (Messico); Maude Barlow e Tony Clarke (Canada); Irene Fernandez (Malesia); l'organizzazione First People of the Kalahari, e il suo fondatore Roy Sesana (Botswana).

2006: Daniel Ellsberg (Usa); Ruth Manorama (India); Chico Whitaker (Brasile); Festival Internazionale di poesia di Medellin, (Colombia).

2007: Christopher Weeramantry (Sri Lanka); Dekha Ibrahim Abdi (Kenya); Percy Schmeiser e Louise Schmeiser (Canada); Grameen Shakti (Bangladesh).

2008: Monika Hauser (Germania); Asha Hagi (Somalia); Amy Goodman (Usa); Krishnammal e Jagannathan Sankaralingam / Lafti (India).

2009: Catherine Hamlin (Etiopia); Alyn Ware (Nuova Zelanda); Rene' Ngongo (Repubblica Democratica del Congo); David Suzuki (Canada).

2010: Nnimmo Bassey (Nigeria); Erwin Krautler (Brasile); Shrikrishna Upadhyay/Sappros (Nepal); Medici per i diritti sociali Israele (Israele).

2011: Huang Ming (Cina); Jacqueline Moudeina (Ciad); Grain; Ina May Gaskin (Usa).

2012: Campaign Against Arms Trade (Regno Unito); Gene Sharp (Usa); Hayrettin Karaca (Turchia); Sima Samar (Afganistan).

2013: Paul Walker (Usa); Hans Rudolf Herren e Fondazione Biovision (Svizzera); Raji Sourani (Palestina); Denis Mukwege (Repubblica Democratica del Congo).

2014: Edward Snowden (Usa).

2015: Sheila Watt-Cloutier (Canada); Tony de Brum (Canada); Kasha Jacqueline Nabagesera (Uganda); Gino Strada (Italia).

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 732 del primo dicembre 2015

 

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