[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 343



 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 343 del primo novembre 2015

 

In questo numero:

1. Movimento Nonviolento, Peacelink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, Associazione Antimafie Rita Atria: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

2. Un carteggio inutile

3. Peppe Sini: Una lettera al Presidente del Consiglio (2014)

4. Matteo Renzi: Una risposta (2014)

5. Peppe Sini: Una risposta alla risposta (2015)

6. Hic et nunc, quid agendum

7. Alcune parole sulla nonviolenza

 

1. APPELLI. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO, ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE RITA ATRIA: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

 

4 novembre 2015: non festa, ma lutto.

Cento anni dopo: basta guerre. Un'altra difesa e' possibile.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

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Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l'Associazione Antimafie Rita Atria lanciano per il 4 novembre l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinche' in ogni citta' si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

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In particolare vogliamo sostenere la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta. Un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla pace e il disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale. Si tratta di dare finalmente concretezza a cio' che prefiguravano i costituenti con il ripudio della guerra, e che gia' oggi e' previsto dalla legge e confermato dalla Corte costituzionale, cioe' la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

Obiettivo della Campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della  Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "dovere della difesa della patria" (art. 52).

Per informazioni sulla Campagna "Un'altra difesa e' possibile" si veda al sito www.difesacivilenonviolenta.org La segreteria della Campagna e' presso il Movimento Nonviolento.

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A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto  di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it

PeaceLink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Associazione Antimafie Rita Atria

per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it

 

2. MATERIALI. UN CARTEGGIO INUTILE

 

Riproponiamo questo scambio di lettere di un anno fa, che diede luogo ad alcuni vivaci interventi giornalistici e poi resto' - purtroppo - lettera morta.

Resta l'esigenza di una politica di pace, disarmo, smilitarizzazione.

Resta l'esigenza di una politica della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

3. HERI DICEBAMUS. PEPPE SINI: UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (2014)

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

ricorre domani, 4 novembre, l'anniversario della conclusione della scellerata "inutile strage" della prima guerra mondiale.

E ricorre quest'anno altresi' il centenario dell'inizio di quella scellerata "inutile strage".

Alcune movimenti nonviolenti, antimafia, per i diritti umani, il 4 novembre ricorderanno in varie citta' d'Italia tutte le vittime di tutte le guerre con l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", recando omaggi floreali e sostando in silenzio dinanzi alle tombe e alle lapidi che ricordano alcuni degli innumerevoli esseri umani che la guerra ha ucciso.

Queste commemorazioni esprimono una profonda e ineludibile verita': che la guerra e' nemica dell'umanita'; e che quindi e' necessita', diritto e dovere dell'umanita' intera abolire la guerra.

E per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

in questo stesso 4 novembre in cui le persone amiche della nonviolenza esprimono il loro lutto per gli assassinati ed il loro impegno ad opporsi alla continuazione delle stragi, sciaguratamente lo stato italiano "festeggia" la guerra e i poteri assassini: cosi' recando ancora un'estrema infame offesa alle vittime della guerra.

Non solo: lo stato italiano, in flagrante violazione del dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra, continua a prendere parte a guerre in corso.

Non solo: lo stato italiano continua a consentire che in Italia si producano e si vendano armi che vengono poi utilizzate per minacciare, terrorizzare ed assassinare degli esseri umani in tante parti del mondo.

Non solo: lo stato italiano continua a sperperare immense risorse (70 milioni di euro al giorno) del popolo italiano per le spese militari, per il riarmo assassino, per la partecipazione alle guerre.

Non solo: lo stato italiano continua a far parte di un'organizzazione terrorista e assassina come la Nato.

Non solo: lo stato italiano continua ad essere alleato e quindi complice di paesi e coalizioni internazionali responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l'umanita'.

Non solo: lo stato italiano continua ad essere corresponsabile delle stragi nel Mediterraneo provocate dalle misure razziste italiane ed europee che impediscono ad esseri umani che ne hanno estremo bisogno e assoluto diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro e di esservi accolti in pienezza di diritti e dignita'.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

il primo dovere di ogni essere umano, e quindi anche di ogni istituzione democratica, e' rispettare e salvare le vite.

Ascoltando il monito di questa dolorosa ricorrenza, nel lutto inestinguibile per le vittime della guerra di cui si fa memoria, il Governo e il Parlamento vogliano finalmente far cessare gli abominevoli scandali sopra richiamati ed impegnarsi ad avviare una concreta e coerente politica di pace.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 3 novembre 2014

 

4. HERI DICEBAMUS. MATTEO RENZI: UNA RISPOSTA (2014)

 

Gentile Peppe,

la ringrazio per la sua lettera. Con piacere apprendo della vostra iniziativa e voglio dirle che, con tutto il cuore, come cittadino, come padre, come uomo, comprendo le ragioni e i sentimenti che muovono le vostre parole e le vostre azioni.

Come Presidente del Consiglio sento il dovere di dirle che ho una grande responsabilita': garantire la sicurezza del nostro Paese, anche rispettando gli accordi internazionali che garantiscono importanti e delicati equilibri, raggiunti con fatica, impegno e molti sacrifici.

Lei mi scrive che per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi. Ma e' come dire che per smettere di litigare bisogna smettere di parlare. Non e' vero. Per abolire la guerra occorrono coerenza, dialogo, comprensione. E serve, soprattutto, vivere nella realta', che non e' fatta soltanto di desideri e speranze - che animano la nostra volonta'! - ma anche di sofferenza e problemi complessi, che noi siamo chiamati a riconoscere ed affrontare nella loro sfacciata crudelta'.

Mi auguro che lei possa comprendere il mio punto di vista, cosi' come io ho cercato di comprendere il suo. E spero che lei possa riuscire ad avere fiducia nell'operato della nostra Difesa e del Governo.

Un caro saluto,

Matteo Renzi

30 dicembre 2014

 

5. HERI DICEBAMUS. PEPPE SINI: UNA RISPOSTA ALLA RISPOSTA (2015)

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri (o - se preferisce - gentile Matteo),

in primo luogo la ringrazio di cuore della sua lettera e della squisita cortesia con cui l'ha redatta.

In secondo luogo devo tuttavia confermare quanto gia' esposto nella mia lettera "Dalla parte di Abele" del 3 novembre sollecitando nuovamente la cessazione delle attuali sciagurate politiche di guerra ed insistendo nella richiesta di un impegno di pace e rispetto dei diritti umani adeguato e coerente.

Mi permetta infine di dirle in tutta sincerita' ed in spirito di fraternita' che la sua fiducia negli eserciti e nelle armi, ovvero la sua fiducia nella bonta' dell'uccidere gli esseri umani (poiche' a questo purtroppo eserciti ed armi servono) e' davvero mal riposta. Uccidere non e' mai un bene, ma la piu' inammissibile delle azioni. Ogni essere umano ha diritto alla vita.

La sicurezza comune, la civile convivenza, puo' essere garantita solo dalla nonviolenza, e dalle esperienze e gli istituti da essa ispirati, come il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, i corpi civili di pace, la difesa popolare nonviolenta: esperienze ed istituti che in parte sono gia' entrati nel corpus legislativo e nella pratica amministrativa ma che occorre ulteriormente potenziare (come propongono ad esempio alcune recenti importanti iniziative promosse dal "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace" e dalla "Tavola della pace", come dalla "Rete della pace").

La invito pertanto nuovamente ad adoperarsi affinche' il governo da lei presieduto receda da disastrose politiche di guerra e si impegni ad avviare una politica di pace con mezzi di pace, una politica che salvi le vite invece di sopprimerle.

Sarebbe un grande bene se il governo italiano volesse fare la vera e piu' urgente riforma di cui l'umanita' ha bisogno: la scelta di una politica finalmente integralmente umana, la scelta della nonviolenza.

So che lei ha studiato la figura e l'opera di Giorgio La Pira: la esorto a trarne feconda ispirazione.

Augurandole ogni bene, le invio un cordiale saluto

Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

Viterbo, primo gennaio 2015

 

6. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

7. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE SULLA NONVIOLENZA

[Riproponiamo un estratto da un resoconto della celebrazione della "Giornata internazionale della nonviolenza" tenuta il 2 ottobre 2014 a Orte (Vt)]

 

... Intervenendo specificamente per illustrare il significato ed i fini della celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza, e le molteplici ed ineludibili implicazioni che la scelta di accostarsi alla nonviolenza comporta, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha articolato il suo intervento su alcuni temi fondamentali, accompagnando il ragionamento con puntuali esemplificazioni e precisi riferimenti a fonti ed esperienze teoretiche e pratiche.

Di seguito una rastremata sinossi.

I. La virtu' dell'attenzione, il rispetto della dignita' altrui e propria

Per accostarsi degnamente alla nonviolenza occorre prendere sul serio i propri pensieri: pensarli profondamente e valutarne le conseguenze anche implicite; occorre porsi all'ascolto delle altre persone e non mentire mai ad esse: rispettarle nella loro integrale dignita' di persone, e quindi di esseri pensanti, capaci di comprendere e di comunicare, esposti alla sofferenza e bisognosi di verita' e di solidarieta'; occorre usare correttamente il linguaggio: essere consapevoli di cio' che si dice; occorre decidere di impegnarsi per salvare le vite, per recare soccorso a chi soffre, per rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

II. Cosa e' questa cosa che chiamiamo nonviolenza. Un accostamento

1. La nonviolenza e' l'opposizione alla violenza

Il relatore ha svolto una rigorosa disamina filologica sia del termine italiano "nonviolenza" sia dei termini sanscriti usati da Mohandas K. Gandhi per denominare la sua proposta di lotta contro la violenza, ovvero "ahimsa" e "satyagraha" (che il termine italiano "nonviolenza" coniato da Aldo Capitini traduce e unifica): nonviolenza significa opposizione alla violenza, forza della verita', amore attivo, rispetto per la vita, armonia, ricomposizione, scelta di contrastare il male facendo il bene.

Ha fatto seguito una riflessione sul concetto di nonviolenza e sulle esperienze storiche in cui la nonviolenza si e' concretizzata e messa alla prova.

2. La nonviolenza e' complessa, un insieme di insiemi

In particolare e' stata proposta una nozione complessa  e pluridimensionale della nonviolenza come "insieme di insiemi":

a) un insieme di criteri assiologici (esemplificando con l'esempio per cui "tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che tra il seme e la pianta": fini buoni non possono essere ottenuti usando mezzi malvagi);

b) un insieme di strumenti ermeneutici (esemplificando con l'analisi sociologica del potere che si regge sempre su due pilastri: la forza e il consenso; cosicche' si puo' contrastare ogni potere ingiusto iniziando col negargli il consenso);

c) un insieme di tecniche deliberative (esemplificando con il "metodo del consenso", che prevede il diritto di veto da parte di ogni singola persona partecipante al processo decisionale, cosicche' si prendono solo le decisioni su cui vi e' l'accordo persuaso di tutte le persone; tutte garantendo del rispetto della loro dignita', e tutte impegnando a costruire insieme la volonta' comune);

d) un insieme di tecniche operative (esemplificando con lo sciopero, il digiuno ed altre forme ancora);

e) una metodologia di trasformazione positiva delle relazioni - interpersonali, sociali, politiche -;

f) una progetto-processo di cambiamento sociale e culturale orientato all'affermazione dell'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani, al reciproco aiuto, alla condivisione dei beni, alla responsabilita' comune per gli altri esseri umani e per l'intero mondo vivente.

III. Hic et nunc, quid agendum

Siamo di fronte a una situazione che giustamente e' stata definita "terza guerra mondiale" condotta "a pezzi" per occultarne la natura globale e totalitaria di aggressione all'intera umanita'.

Siamo di fronte allo scandalo dei 70 milioni al giorno di denaro pubblico sperperato dallo stato italiano per spese militari e riarmo, mentre la popolazione si trova in crescenti difficolta' e servizi pubblici primari subiscono tagli insensati e sciagurati la cui conseguenza e' la negazione del diritto alla salute, all'assistenza, alla casa, allo studio, al lavoro, a un ambiente vivibile.

- Scegliere la nonviolenza significa opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni: la guerra uccide gli esseri umani; salvare le vite e' il primo dovere di ogni persona. L'Italia deve cessare di partecipare alle guerre, di finanziare le guerre, di fabbricare e vendere armi assassine.

- Scegliere la nonviolenza significa opporsi al razzismo ed a tutte le persecuzioni: tutti gli esseri umani sono eguali in diritti, tutti hanno diritto all'aiuto altrui. Occorre abolire immediatamente le scellerate misure razziste europee e italiane responsabili delle innumerevoli morti nel mar Mediterraneo e di violenza abominevoli nei confronti dei migranti (i campi di concentramento, le deportazioni, la riduzione in schiavitu', l'imposizione infame e scellerata di un regime di apartheid).

- Scegliere la nonviolenza significa opporsi al maschilismo ed a tutte le oppressioni: la dominazione maschilista, di cui il femminicidio e' la manifestazione estrema, e' la prima radice di tutte le violenze; se non si sconfigge il maschilismo ogni impegno di pace, di giustizia e di solidarieta' restera' vano.

- Scegliere la nonviolenza significa impegnarsi per i diritti di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera, casa comune dell'umanita'.

IV. Per non concludere

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

La nonviolenza e' pace, disarmo, smilitarizzazione.

La nonviolenza e' accoglienza, assistenza, aiuto a tutti coloro che ne hanno bisogno.

La nonviolenza ti chiede di esser tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

La nonviolenza sei tu quando fai la cosa giusta.

 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

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Numero 343 del primo novembre 2015

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